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Le vittime dell’azione straordinaria del demonio: i più poveri tra i poveri

“I più poveri tra i poveri ” è il titolo della seconda puntata del documentario “Il diavolo, il grande sconfitto – Il Rito degli esorcismi e la preghiera della Chiesa, la fede e le testimonianze” realizzato dall’Ufficio stampa della Conferenza episcopale siciliana con l’Ufficio regionale CESi per la Pastorale esorcistica. Fra Benigno Palilla, direttore dell’Ufficio e formatore degli esorcisti di Sicilia, guida la riflessione sulle vittime dell’azione straordinaria del maligno: indica le “porte” attraverso le quali il maligno può insinuarsi nella vita degli uomini  e delle donne di questo nostro tempo e spiegherà la responsabilità dei fedeli e della Chiesa tutta nei confronti di queste persone.
La prossima puntata – la terza delle cinque in programmazione – sarà online sabato prossimo: tratterà del Rito degli esorcismi e avrà come ospite fra Tonino Bono, esorcista dell’arcidiocesi di Messina.

 

Ordinazione diaconale in Santuario

Lunedì 24 aprile alle ore 18.00 nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, presiederà la Santa Messa e conferirà l’ordinazione diaconale all’accolito Gabriele Conti della comunità parrocchiale Cristo Re in Lentini.

Suor Chiara Di Mauro. Una nuova famiglia

L’associazione “Amici di Suor Chiara Di Mauro” propone per venerdì 21, alle ore 18.00, nella parrocchia Sacra Famiglia in viale dei Comuni a Siracusa la lettura teatralizzata “Suor Chiara Di Mauro. Una nuova famiglia”, che si terrà subito dopo la messa. A partire dalle fonti documentarie raccolte dal biografo, padre Samuele Cultrera, si darà un ritratto della Serva di Dio Suor Chiara Di Mauro approfondendo, in particolare, testimonianze, racconti, episodi taumaturgici e miracolosi meticolosamente raccolti dal padre cappuccino in un corpus archivistico prezioso per la ripresa di un processo di beatificazione che attende, da anni, una ripartenza.
L’evento vuole approfondire il legame di Suor Chiara con la “famiglia”: innanzitutto quella terrena, dove nacque e visse in giovinezza, poi quella che formò, poiché ebbe tre figli e un marito, che morì prematuramente di febbre spagnola. In seguito, attorno a lei si aggregò una “nuova” grande famiglia: dopo aver consegnato il figlio superstite alla sorella entrò in monastero e, anno dopo anno, tanti figli e figlie “spirituali” seguirono le sue orme, sia negli ultimi anni di vita che, soprattutto, dopo la sua morte.
Il tutto verrà realizzato attraverso la lettura di testimonianze, lettere, preghiere e di canti francescani, uno dei quali venne scritto e musicato dalla stessa “monaca santa” di Siracusa.

Convegno degli Adoratori delle Cappelle dell’Adorazione Eucaristica

Domenica 23 nel Santuario della Madonna delle Lacrime settimo Convegno degli Adoratori delle Cappelle dell’Adorazione Eucaristica di Sicilia. Sono attese oltre duemila persone ai piedi del Quadretto della Madonnina delle Lacrime per pregare insieme, confrontarsi e ritrovarsi nell’ascolto delle varie testimonianze di chi ha fatto dell’Adorazione Eucaristica un appuntamento fisso nella propria agenda settimanale. Alle ore 10.30 interverrà don Luigi Maria Epicoco, presbitero incardinato nella Diocesi di L’Aquila, docente di Filosofia presso la Pontificia Università  Lateranense. La meditazione sarà tenuta sul tema “Tutti voi siete in Cristo Gesù” (Gal. 3, 28) – I frutti dell’Eucarestia”.
I lavori del convegno cominceranno alle ore 9,30 e termineranno alle 17,30.

Ritrovare il Concilio con mons. Aliotta

Venerdì 21 aprile, all’Oratorio San Filippo Neri a Canicattini Bagni alle ore 18,00, quarto incontro sul concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965) con mons. Maurizio Aliotta, docente di Storia della teologia e Teologia Morale presso lo Studio Teologico San Paolo. L’iniziativa, promossa dall’Ufficio per la pastorale della Cultura e le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi nell’ambito di un ciclo di incontro sul Concilio, la memoria ecclesiale più recente e, in parte, non ancora pienamente esplorata ed attuata. L’incontro aiuterà a riscoprire il suo significato per la vita della Chiesa.

Giovani francescani di Sicilia a Siracusa

Si terrà martedì 25 a Siracusa il XXVI Capitolo francescano dei Giovani di Sicilia, evento organizzato dai Frati Minori di Sicilia che ogni anno vede riunire centinaia di ragazzi provenienti da diverse parti dell’Isola.
“Lo slogan del XXVI Capitolo francescano «Un meraviglioso poliedro» (ChV 207), è in sintonia con il tema della 59esima Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrerà nella quarta Domenica di Pasqua – spiega fra Antonio Timpanaro, responsabile Pastorale Giovanile dei Frati Minori di Sicilia -. È l’orizzonte proposto anche dalla Esortazione Apostolica post-sinodale rivolta ai giovani e a tutto il popolo di Dio quando insegna: «La pastorale [giovanile] non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un ‘camminare insieme’ che implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa attraverso un dinamismo di corresponsabilità […]. In questo modo, imparando gli uni dagli altri, potremo riflettere meglio quel meraviglioso poliedro che dev’essere la Chiesa di Gesù Cristo. Essa può attrarre i giovani proprio perché non è un’unità monolitica, ma una rete di svariati doni che lo Spirito riversa incessantemente in essa, rendendola sempre nuova nonostante le sue miserie» (Francesco, Christus vivit,206-207). Incoraggiati dalle parole di Papa Francesco, chiamati e inviati dalla Parola di Gesù Cristo, spinti dalla forza del carisma di Francesco d’Assisi, vogliamo proporre ai giovani siciliani questo sogno per trasformarlo insieme in progetto di vita!”

Appuntamento alle ore 9.30 presso la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. Alle 10.30 in ascolto della Parola di Dio e di alcune testimonianze. Alle ore 12.00 presso il Santuario della Madonna delle Lacrime ci raduneremo attorno all’altare del Signore per celebrare insieme l’Eucarestia. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 14.00, si svolgerà una marcia che confluirà in piazza Duomo. Intorno alle 15.00 in piazza Duomo per un momento di festa con la presenza di diversi artisti.

L'arcivescovo Lomanto alla messa della benedizione del cotone

Le lacrime siano impegno di conversione

Accogliamo, interpretiamo e approfondiamo i segni dell’amore di Dio per noi e compiamo i nostri atti di fede e di devozione ‒ come l’uso del cotone per la guarigione fisica, morale e spirituale ‒ e accompagniamoli con un profondo impegno di conversione, con l’esercizio di carità e con le opere di misericordia. Auguro di cuore a tutti di testimoniare il vostro amore a Cristo per vivere la «gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime» (1Pt 1,8)”. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto presiedendo la celebrazione per la benedizione del cotone che si è svolta alla Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. L’apertura della teca avviene solitamente in prossimità dei giorni dell’anniversario che ricordano l’evento, dal 29 agosto al 1 settembre. Vista la richiesta di cotone benedetto da alcuni anni questo gesto viene ripetuto nella domenica dell’ottava di Pasqua e richiama il gesto che Antonina Giusto e la cognata fecero il primo giorno della lacrimazione accostando il cotone al quadretto della Madonna per raccogliere le lacrime.  

Nel suo immenso amore il Padre ci ha fatti rinascere attraverso la morte e la risurrezione del Figlio unigenito, per una speranza viva, per una eredità che non è condizionata dalla corruttibilità delle cose di questo mondo, perché è conservata nei cieli per noi e fin d’ora ne abbiamo un anticipo nella misura in cui ci trasformiamo interiormente mediante una vita di fede” ha detto l’arcivescovo Lomanto. “La fede comporta il cammino verso il superamento della sensibilità e il passaggio dai segni alla fede. Ma l’economia presente è caratterizzata dalla presenza dei segni: vivere la messa; esercitare la carità; fare misericordia; compiere atti di devozione ed esercizi di pietà; espletare pratiche di affidamento a Dio e all’intercessione della Madonna e dei santi. Tra questi segni si pone quello della benedizione del cotone.Perché benediciamo il cotone? Il cotone benedetto è un segno che ci lega all’evento prodigioso della lacrimazione della Madonna. Compiremo il gesto di poggiare il cotone sul cuore della Madonna, come avvenne il primo giorno della lacrimazione quando Antonina Giusto e la cognata si accorsero, intorno alle ore 8 del mattino che la Madonna stava lacrimando e quelle lacrime si raccoglievano nella parte concava vicino al cuore di Maria.

Con quale spirito di fede e di devozione portiamo il cotone benedetto? Portare con noi il cotone benedetto significa compiere un atto di devozione per vivere un incontro spirituale con Maria. Il segno del cotone assicura un effettivo contatto o riferimento fiducioso a Dio; esprime una sostanziale, immediata e tangibile presenza protettiva di Dio; ci comunica la sua potenzialità nella totale esistenza umana attraverso le lacrime della Madonna. Il segno del cotone benedetto ci ricorda la vicinanza della Madonna delle Lacrime. Cosa chiediamo concretamente con questo segno alla Madonna? Chiediamo alla Madonna di fare sue le nostre lacrime, nella certezza che «alle sue sante lacrime, Gesù nulla rifiuta». Chiediamo di consolarci, di sostenerci e di incoraggiarci con la sua presenza materna, nella consapevolezza che il valore della nostra fede si prova col fuoco della tribolazione (cf. 1Pt 1,7). Chiediamo di trasformare le nostre lacrime in perle di gioia, in balsamo di ripresa del nostro cammino, di rinascita spirituale, di rinnovamento di vita, per vivere da risorti e andare sempre avanti con la serena fiducia in Dio, per affrontare con viva speranza l’avvenire e costruire «ciò che il Signore, mediante le urgenze della storia e i vari segni dei tempi, ci chiederà di compiere e di sperimentare» (Lettera pastorale, Sanctificati in veritate)“.

Intervista a fra Benigno Palilla, direttore dell’Ufficio CESi per la Pastorale esorcistica

Il diavolo, il grande sconfitto

Il demonio esiste veramente? Chi è e come agisce nella vita delle persone? Come sceglie le sue vittime e come le convince a seguirle su vie a volte così dolorose? E perché Dio permette tanto male? Come possiamo difenderci, non solo dagli attacchi feroci, quelli più eclatanti, ma anche da quelli subdoli che non sempre si riesce a riconoscere come azione del maligno, come la tentazione che ci porta sulla via del peccato? Quali sono gli strumenti di liberazione che la Chiesa ha a disposizione?…

Quando si parla di male e di maligno sono tante le domande che la mente dell’uomo, il suo cuore e anche la fede si pongono. Ad alcune di queste si è tentato di dare risposte in “Il diavolo, il grande sconfitto – Il Rito degli esorcismi e la preghiera della Chiesa, la fede e le testimonianze”: un ciclo di cinque puntante realizzate dall’Ufficio stampa della Conferenza episcopale siciliana in collaborazione con l’Ufficio regionale CESi per la Pastorale esorcistica, in occasione del 18° Incontro di formazione degli esorcisti di Sicilia (Padri Passionisti, Mascalucia, 1-4 marzo 2023).

Per mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e Presidente della Conferenza episcopale siciliana: “Da sempre le Chiese di Sicilia riservano una particolare attenzione verso le persone che soffrono, e tra queste anche per quelle che soffrono per l’azione del maligno. Il tema – aggiunge, spiegando l’origine dell’approfondimento posposto – è certamente non di facile discernimento, a volte controverso, ma da sempre, in virtù del Vangelo e della tradizione cristiana, fa parte del nostro credo e della nostra prassi. La potestà che Gesù Risorto ha donato alla Chiesa per sollevare  le persone prigioniere di ogni male rinnovano in noi questa attenzione, fatta di cura e vicinanza speciale“.

Nelle cinque puntante, inaugurate volutamente nell’Ottava di Pasqua,  attraverso l’esperienza di chi lo combatte nella sua azione pastorale quotidiana e la testimonianza di chi lo ha incontrato da vicino, è proposto un vero e proprio percorso: un cammino a tappe per comprendere chi è il demonio e come agisce, cosa prova una vittima della sua azione straordinaria e feroce, come si svolge il Rito degli esorcismi, come difendersi dalle insidie del maligno.  Un cammino che racconta della grandezza di Dio: perché quello che si scopre, indagando sul male, è che il bene è più forte, che il demonio è “un grande sconfitto” appunto, che Dio vince perché la sua opera di misericordia, di bene e di amore sconfigge ogni male.

In questa prima puntata dal titolo “Dio Salva – Il demonio, le sue tentazioni, le azioni straordinarie“, il testimone sarà fra Benigno Palilla, direttore dell’Ufficio CESi per la Pastorale esorcistica e storico formatori degli esorcisti di Sicilia.

(da www.chiesedisicilia.org)

 

Essere testimoni del Risorto

Essere segno della presenza di Cristo Risorto nel mondo; vivere una fede più incarnata nella storia e nel rapporto con gli altri; con la testimonianza del Risorto offrire al mondo di oggi un cammino di civiltà e di progresso. Sono le tre indicazioni che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha voluto fornire nel giorno di Pasqua durante la celebrazione solenne nella chiesa Cattedrale.
“Con la risurrezione Gesù è libero dai condizionamenti del tempo e dello spazio, non è soggetto ai limiti del mondo, non fa più parte del mondo, è il mondo che fa parte di Lui, deve accogliere Lui e deve entrare nel mistero della sua presenza. Dove è lui siamo anche noi; ma anche dove siamo noi è lui. Viviamo alla presenza di Dio, davanti a lui, sotto il suo sguardo. Dio sia con noi in tutto quello che facciamo. (…) L’incontro con Gesù ci porta ad essere vicini agli altri. Per noi ciò significa vivere una fede più incarnata nella storia. È importante costruire le giuste e belle relazioni. L’atteggiamento, il sorriso, l’accoglienza ci permettono di stare bene e di operare meglio. La comunione fa la forza. Ma non solo siamo più forti, ma consentiamo a Dio di abitare in noi. Viviamo la nostra pasqua e riscopriamo il nostro dono agli altri. Impegniamoci sempre più a crescere insieme, a camminare insieme e a ricercare il bene comune. (…) Diveniamo testimoni del messaggio di salvezza e di pace. Ovunque ci troviamo, ovunque operiamo, ovunque ci chiama il Signore, siamo sempre i testimoni del Risorto”.
Mons. Lomanto poche ore prima, nella veglia sempre in Cattedrale, aveva ricordato: “Anche noi siamo risorti con il Signore e siamo nel giorno che non conosce tramonto, siamo trasferiti nel suo regno, e anche per noi si è aperta l’eternità. Egli con il battesimo ci ha fatto una sola cosa con lui. Dove è lui siamo anche noi; ma anche dove siamo noi è lui. Non c’è bisogno di andare in cielo per incontrare Dio, perché il cielo di Dio siamo ora noi. Viviamo alla presenza di Dio, davanti a lui, sotto il suo sguardo. Dio sia con noi in tutto quello che facciamo. Diveniamo testimoni del messaggio di salvezza e di pace. La memoria della pasqua che viene risvegliata anche attraverso le espressioni della pietà popolare, alimenti la speranza che può dare una prospettiva di autentica civiltà e di vera solidarietà e di profonda concordia alla nostra società. Ovunque ci troviamo, ovunque operiamo, ovunque ci chiama il Signore, siamo sempre i testimoni del Risorto. Il Signore ci conceda giorni di pace e di risurrezione. Anche quando la vita è dura e difficile, ci aiuti a vivere da risorti. E quando sopraggiunge l’ora buia della croce ci faccia vivere come figli della luce. La Vergine Maria ‒ siamo nell’anno mariano ‒ ci guidi con la sua materna protezione nel cammino della speranza che ci conduce al Padre. Gesù Risorto, il Vivente, ci doni ogni giorno la sua pace”.