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Le Lacrime della Madre di Dio devono essere motivo di riscatto e di cambiamento

Sosteniamoci l’un l’altro nell’impegno di rinnovamento nello spirito e nella missione, così da ottenere un dono più grande di grazia e giungere a celebrare il mistero pasquale con fedeltà all’adempimento del volere divino, con vivo senso di comunione ecclesiale e con generosa testimonianza di carità e di giustizia, nella famiglia e nella società“. Lo scrive l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel messaggio per il tempo di Quaresima inviato oggi alla Comunità diocesana.

Mons. Lomanto ha inviato a lasciarsi guidare dalla presenza materna di Maria che “ha creduto all’amore di Dio e ha accolto la sua parola, donando pienamente sé stessa” consegnando tre linee guida: credere con Maria all’amore di Dio; accogliere con Maria la Parola; donare con Maria tutto a Dio. “Maria ci insegna che la vita cristiana è credere all’amore di Dio, accoglierlo in noi e imparare ad amare come Egli ci ama. L’atto supremo della Vergine Maria, nel divenire Madre di Dio, è stato il suo abbandono all’azione dello Spirito Santo, la sua adesione di fede all’amore di Dio. In questa docilità allo Spirito Santo consiste il segreto di ogni santità, perché santo è e rimane Dio solo, il quale viene, si dona a noi come sorgente di vita e di grazia, ci comunica la sua misericordia per vivere in noi nella misura della nostra fede. Pertanto, è necessario che ci lasciamo trovare da Dio, per accoglierlo nella nostra vita, per crescere con Lui e camminare dietro a Lui“.

Ed ancora mons. Lomanto ha invitato a riscoprire l’ascolto della Parola di Dio “elemento fondamentale di vita spirituale per tutti i cristiani“. E guardando all’esempio di Maria, anche noi “dobbiamo accogliere la Parola che vuole incarnarsi in noi, farla nascere da noi e crescere in noi, e portare frutti che rimangano per sempre, uniti nel mistero pasquale della passione, morte e resurrezione di Gesù“.

Per questo è necessario riscoprire la “dimensione mariana della vita cristiana“. La nostra Diocesi “ha una specifica vocazione mariana caratterizzata dal pianto della Madonna avvenuto a Siracusa nel 1953. (…) Le Lacrime della Madre di Dio, in questo tempo di Quaresima, devono essere motivo di riscatto, di cambiamento, di nuovo cammino, di dono totale di sé a Dio. Accogliamo con umiltà questo dono prezioso, meditiamolo nel nostro cuore e doniamolo a chi ha bisogno di consolazione, di speranza e di pace. La divina provvidenza l’ha affidato a noi per farlo conoscere, crescere e diffondere a tutti, come ci ha ricordato San Giovanni Paolo II nella sua visita pastorale a Siracusa”.

In allegato la lettera per la Quaresima


E’ necessario un cambiamento del cuore

“La via, che Gesù indica, esige la disposizione del cuore alla conversione o cambiamento interiore che si risolve nell’amore e si realizza solo attraverso l’accoglienza dell’Amore che Dio effonde nel nostro cuore e che è lo Spirito Santo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, presiedendo la celebrazione nel Santuario della Madonna delle Lacrime in occasione della Giornata Mondiale del Malato dal tema “«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione”.
Prima un momento di preghiera nella chiesa San Luca dell’ospedale di Siracusa, poi la processione fino al Santuario dove l’arcivescovo ha presieduto la messa con gli ammalati, le associazioni di volontariato e i fedeli.

“L’odierna pagina del Vangelo, ponendo nell’amore il compimento supremo di tutta la legge, indica la chiave per la comprensione della partecipazione del malato al mistero di Cristo e il senso delle «dinamiche interpersonali che sono alla base di ogni relazione di cura vera, ricca di carità e di misericordia» – ha detto mons. Lomanto -. I singoli precetti portati da Gesù come perfezionamenti alla legge trovano il loro fondamento nell’amore. Del precetto dell’amore Gesù fa il nuovo comandamento del suo Vangelo, quale compimento di tutta la legge antica. È evidente che l’osservanza del comandamento di Dio non può essere solo esteriore e formale, ma esige il cambiamento del cuore, cioè progredire nella fraternità, nella giustizia, nella pace, cioè nella via dell’amore. «Nulla è perduto per noi fintanto che ci rimane il suo amore. E il suo amore può tutto»”.
L’arcivescovo si è soffermato sulla compassione
come “esercizio sinodale di guarigione genera un mondo nuovo, mira a sensibilizzare tutti per camminare insieme, può suscitare una cura più organizzata per il bene comune.  Il movimento interiore della compassione riconosce subito la condizione di solitudine, di abbandono e induce a eliminare l’atrocità cambiando le cose, generando un mondo più fraterno. «Tutti siamo fragili e vulnerabili; tutti abbiamo bisogno di quell’attenzione compassionevole che sa fermarsi, avvicinarsi, curare e sollevare. […]. La Giornata Mondiale del Malato, in effetti, non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme».  «L’esercizio della fraternità, iniziato da un incontro a tu per tu, si (può) allargare a una cura organizzata». E così «si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune»”.

La processione con il quadretto del Cuore Immacolato di Maria è stata guidata dal direttore della Pastorale per la Salute, don Raffaele Aprile, che ha ricordato lo “Spirito di amore e gratitudine al Signore ed i tanti volontari, uomini e donne, che  fanno propria la fragilità degli altri e si fanno prossimi. Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile ci dice Papa Francesco. Gli ammalati sono nella loro sofferenza vicini a Dio e ci trasmettono presenza Dio”.

La compassione come esercizio sinodale di guarigione

Sabato 11 febbraio sarà celebrata la XXXI Giornata Mondiale del Malato dal tema “«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione”.
La preghiera inizierà alle ore 17.00, presso la chiesa San Luca dell’Ospedale di Siracusa, e continuerà con una processione che arriverà fino al Santuario Madonna delle Lacrime, dove alle ore 18.00, l’Arcivescovo mons. Francesco Lomanto celebrerà la Santa Messa con gli ammalati, le associazioni di volontariato e i fedeli.
A tutti i fedeli, che parteciperanno alle Sante Messe di sabato 11 e domenica 12 sarà donata un’immagine con la preghiera del Malato.

Percorso sui beni culturali ecclesiastici

Al via i percorso formativo sui Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Siracusa, promosso dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio in partnership con l’Università di Catania.
Il percorso formativo, realizzato in collaborazione con l’Università di Catania, corso di laurea triennale in Beni Culturali e corso di laurea triennale promozione del patrimonio culturale, intende offrire ai fruitori un’occasione di conoscenza e di approfondimento del patrimonio culturale, costituito da alcuni luoghi di culto appartenenti all’Arcidiocesi di Siracusa. Il fruitore sarà chiamato a compiere un itinerario con la comunità patrimoniale, che si prende cura dei beni ecclesiastici, quali testimonianze vive di una lunga storia che continua a coinvolgere gli uomini e le donne contemporanei. Il programma prevede due aree geografiche di interesse: quella dell’isola di Ortigia e quella cittadina che concerne il santuario della Madonna delle Lacrime, la basilica di San Giovanni e la Basilica di Santa lucia in Borgata.
Il corso si rivolge agli studenti dell’ISSR e di Unict, alle guide turistiche e alle persone interessate e appassionate di Beni Culturali. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 febbraio.
Il primo modulo, su natura e valorizzazione dei Beni culturali ecclesiastici, si tiene nei giorni 17-18-19 febbraio.
Il corso è promosso in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale del Turismo, Tempo Libero e Sport, l’Ufficio diocesano per i Beni Culturali e l’edilizia di Culto,  Servizio per gli Studi Superiori di Teologia e Scienze Religiose della CEI, Ufficio nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’edilizia di Culto della CEI, la società Kairos.

Venerdì 17  alla parrocchia San Giuseppe Innografo ad Augusta

Ritrovare il Concilio

Secondo incontro sul concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965) promosso dall’Ufficio per la pastorale della Cultura e le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi. Venerdì 17 febbraio, alla parrocchia San Giuseppe Innografo ad Augusta alle ore 18,00 interverrà la prof.ssa Gabriella La Mendola, docente di Storia e filosofia e ricercatrice presso la Fondazione per le Scienze Religiose di Bologna.

Il Concilio è la memoria ecclesiale più recente e, in parte, non ancora pienamente esplorata ed attuata. L’incontro, che sarà aperto dal direttore dell’Ufficio per la pastorale della Cultura e le Comunicazioni Sociali mons. Maurizio Aliotta, aiuterà a riscoprire il suo significato per la vita della Chiesa.

Terzo incontro giovedì 16 marzo, alla parrocchia Cristo Re a Lentini alle ore 18,30 con la prof.ssa Sandra Mazzolini, docente ordinaria di Missiologia e decano della Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana di Roma.

Infine venerdì 21 aprile, all’Oratorio San Filippo Neri a Canicattini Bagni alle ore 18,00, con mons. Maurizio Aliotta, docente di Storia della teologia e Teologia Morale presso lo Studio Teologico San Paolo. 

Festa della beata vergine Maria di Lourdes

Festa della Beata Vergine Maria di Lourdes sabato e domenica fra Lentini e Francofonte promossa dalla sottosezione di Lentini dell’Unitalsi nell’ambito della Giornata mondiale del malato.

Sabato 11, a Lentini, alle ore 16.30 raduno dei fedeli presso la parrocchia Sant’Antonio di Padova. Alle ore 17.00 accoglienza del simulacro della Madonna. Alle ore 17.15 preghiera del santo rosario meditato. Alle ore 18.00 celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Antonino Cascio e animata dal coro della parrocchia Santa Tecla. Al termine adorazione e benedizione eucaristica.

Domenica 12, a Francofonte, alle ore 16.30 raduno dei fedeli presso la chiesa dell’Angelo. Alle ore 17.00 processione del simulacro della Madonna di Lourdes dalla chiesa dell’Angelo fino alla chiesa Madre e preghiera del santo rosario. Alle ore 18.00 celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Luca Gallina. Al termine adorazione e benedizione eucaristica.

Una comunità che si fa carico del malato è sanante e sanata

Si intitola “Una comunità che si fa carico del malato è sanante e sanata” il convegno che si terrà giovedì 9, al Centro congressi della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime nell’ambito della Giornata mondiale del malato.
Alle ore 18.00 introdurrà padre Raffaele Aprile, direttore della Pastorale della Salute dell’Arcidiocesi. Dopo i saluti dell’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, e del rettore della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime, don Aurelio Russo, interverranno Antonina Franco, direttore Uoc malattie infettive all’ospedale Umberto I, su “Il ruolo del medico“; Massimo Tirantello, direttore Uoc neonatologia all’ospedale Umberto I, su “Parole e gesti per curare la persona”; Cristiano Celesia, professore di musica e sostegno, su “Sport e disabilità intellettiva: muoversi verso …”; Roberta Platania, dirigente medico Uoc malattie infettive all’ospedale Umberto I, su “Sanare o essere sanati”; Francesco Rametta, direttore sanitario Fondazione Sant’Angela Merici, su “Il malato nella comunità”; Roberto Cafiso, capo Dipartimento salute mentale Asp Siracusa, su “L’intreccio d’amore tra fede e ragione”. Le conclusioni sono affidate a monsignor Decio Cipolloni, già assistente nazionale dell’Unitalsi. A moderare gli incontri saranno padre Gabriele Falzone ofm, cappellano all’ospedale Umberto I e Corrado Di Stefano, medico di medicina generale, diacono permanente.

Viviamola, amiamola, aiutiamo gli altri a vivere la vita

“Ci sono due immagini usate da Gesù per designare i discepoli e la Chiesa: «Voi siete il sale della terra» e «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14). Il sale è simbolo della vita, perché esprime vigore e vitalità. E la seconda immagine: «Voi siete la luce del mondo». La luce è simbolo di vita, di gioia, di felicità. In maniera particolare la luce è legata alla vita, fino ad identificarsi con essa. Nella lingua italiana le espressioni “dare alla luce”, “venire alla luce” e “vedere la luce”, significano tutte nascere, e quindi esistere e vivere”. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, nella sua omelia alla messa in Cattedrale per la 45a Giornata Nazionale per la Vita. “La morte non è mai una soluzione” è il tema scelto dalla Conferenza Episcopale Italiana che ha invitato ad una riflessione etica sulla vita in tutte le sue manifestazioni.
“Sentire, ascoltare, vivere ci aiuta. In questi tempi difficili siamo chiamati ad operare insieme per essere più forti. La vita viviamola, amiamola,  diffondiamola, aiutiamo gli altri a viverla – ha detto l’arcivescovo di Siracusa -. Viviamo fino in fondo anche attraverso la morte che non è solo la conclusione della nostra esistenza ma anche la quotidianità che viviamo, come quando ci lascino delle persone care. Viviamola bene e viviamo la vera vita, quella che non finisce mai. La vita eterna che ci accompagnerà sempre. Portiamo l’impegno a vivere con passione la vita, sostenere gli altri soprattutto quando si presentano casi di disperazione: portiamo la parola della speranza che è la parola della vita. Dio è morto in croce per rendersi più vicino a noi. Quando facciamo l’esperienza della morte ci accostiamo al mistero della vera vita”.
Prima della celebrazione, una colorata passeggiata di adulti e bambini da piazza Minerva a piazza Duomo e poi l’incontro nella Cattedrale con alcune testimonianze introdotte dai responsabili della Pastorale della famiglia in Arcidiocesi, mons. Salvatore Marino, e Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro. “La famiglia è il luogo della custodia della vita, dove si genera la vita, dove si sperimenta l’esperienza della malattia e della morte – ha detto il diacono Salvatore Cannizzaro -. Ci colpisce positivamente l’uso della parola morte inserita nel tema della giornata, una parola dalla quale si vuole fuggire, trovando parole o frasi alternative. Mai la morte è una soluzione! Per noi cristiani l’esperienza della morte, vissuta come la fine naturale dell’esistenza, è parte integrante della vita stessa. Siamo chiamati a stare accanto alle persone sofferenti, ammalate, sole, morenti, dando loro conforto e consolazione, speranza, fino all’ultimo respiro, con com-passione”. Il responsabile della pastorale della famiglia ha ricordato che quest’anno ricorre il 70esimo anniversario della lacrimazione della Madonna a Siracusa: “L’evento della lacrimazione si realizza all’interno del contesto familiare, nell’abitazione di due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusto; Antonina, in attesa del primo figlio, aveva una gravidanza difficile, con ricorrenti abbassamenti della vista. Ai giorni d’oggi, in queste particolari situazioni, sarebbe facile intraprendere la soluzione estrema dell’aborto. In quest’anno di grazia vogliamo cogliere l’opportunità per celebrare il dono della vita, portando in ogni luogo e in ogni situazione, fino alle periferie più estreme”.
E’ iniziata con un ricordo la riflessione di Salvo Sorbello, presidente del Forum delle associazioni familiari della provincia di Siracusa: la grande marcia nel 1990, “quando circa 5mila persone marciarono dalla piazza delle Poste fino alla Cattedrale per testimoniare il loro impegno, la loro volontà di non far vincere una cultura libertaria che aveva spinto, per arrivare alla legge sull’aborto, una cultura libertaria centrata sull’autodeterminazione a scapito della vita nascente. Quando ci troviamo di fronte ad una ad una maternità imprevista, ad una malattia molto grave, ai conflitti familiari a quelli che possono essere anche il male di vivere dei nostri giovani o di anziani o disabili lasciati soli. Non bisogna mai cedere alla disperazione e non bisogna mai pensare che sia la morte la soluzione più appropriata. Purtroppo nella nostra Regione – ha concluso Salvo Sorbello – c’è soltanto un hospice pediatrico di quattro posti letto a Catania destinato i bambini che si trovano di fronte a situazione difficile non avendo più possibilità di guarigione. Non è accettabile che questi bambini e le loro famiglie vengono posti di fronte a situazioni così drammatiche e lasciati soli”.
Della morte come un tabù ha parlato Giovanni Moruzzi, Responsabile UOSD Hospice Cure Palliative ASP Siracusa: “Quando 33 anni fa ho cominciato ad occuparmi di malati oncologici inguaribili” ho potuto constatare che “fino a quando era possibile fare qualcosa sulla malattia c’era l’attenzione di tutti. Quando non c’era più nulla da fare improvvisamente si perdeva l’attenzione della persona. Le cure palliative sono quell’attenzione. Le cure palliative sono scandalo della scienza. E sono il futuro della scienza allo stesso tempo. Perché portano la scienza nella dimensione umana.  La vita vale perché è vita. E’ necessario allora trasformare un tempo di malattia che mi porta alla morte non come un tempo di attesa, ma come un fondamentale tempo di vita, relazione e di scambi, di possibilità di un lascito o un ricordo anche al nipote che non ha mai visto. C’è un’idea della sofferenza nell’aspetto fisico, psicologico e socio familiare”. Ma quella che si perde è la dimensione “di senso e significato, cioè la dimensione spirituale. Le principali richieste di eutanasia nascono dalla perdita del significato e del senso”.
Ed ha portato la sua personale esperienza anche Donatella Piccione, direttrice Casa di Riposo Sant’Angela Merici di Siracusa: “Ogni giorno dobbiamo essere all’altezza di rispondere ai bisogni delle persone che bussano alle nostre porte, di tutte le persone, senza distinzione alcuna, a partire proprio dai più fragili e deboli, da coloro che costituiscono le periferie esistenziali. Nelle strutture della Fondazione Sant’Angela Merici la persona non è solo accolta, curata o guarita: ma è “rigenerata” con amore. Rigenerata anche quando si presenta il momento di dovere accompagnare le persone anziane alla morte, dove lo sforzo per donare sollievo, speranza e consolazione all’anziano morente, diventano la priorità; dove l’attenzione è rivolta anche a dare coraggio e sostegno ai familiari. Ogni giorno mi accorgo che i nostri ospiti mi aspettano con affetto. Il loro sorriso e il loro sguardo mi danno la forza necessaria per affrontare la giornata lavorativa che, a volte, è molto pesante perché si cammina tra la sofferenza. Posso dire che con loro sperimento le parole di San Francesco: “è dando che si riceve”.
Infine Teresa Burgio dell’Unitalsi, l’associazione cattolica che si dedica al servizio degli ammalati e delle persone disabili, soprattutto, per accompagnarli a Lourdes e nei vari santuari italiani e internazionali. “Ne faccio parte da quando avevo 15 anni, ero stata promossa a scuola e un mio cugino mi volle regalare una vacanza alternativa, ovvero, una vacanza con l’Unitalsi alla Villa San Metodio a Canicattini Bagni, diciamo che mi ha fatto un regalo per tutta la vita, perché da quel momento l’associazione è diventata parte integrante della mia vita. L’anno successivo anche mia sorella e mio fratello hanno iniziato questo servizio, che con gli anni è diventato rapporto di amicizia, con le persone che avevano bisogno delle nostre mani, dei nostri piedi e della nostra voce. Non pensavamo che la disabilità arrivasse anche a casa nostra ed, invece, è arrivata con Elena. Elena è mia nipote, la figlia di mio fratello, una bambina di 15 anni, tetraplegica e non parla, ma attraverso la sua mimica facciale ci trasmette le sue emozioni. Penso che il Signore ci abbia fatto conoscere l’associazione per prepararci ad accogliere Elena, non è una situazione facile, per le sue condizioni di salute, per l’organizzazione quotidiana, ma grazie alla fede la viviamo come dono. Lei è certamente la persona più importante della nostra famiglia, Elena non saprà mai quanto amore è in grado di donare un suo sorriso, non saprà mai che la sua presenza è grazia e, non saprà mai, che grazie a lei, comprendiamo che la vita vale sempre la pena di essere vissuta”

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Sabato 25 la Scuola della Parola con l'arcivescovo Lomanto

Giornata mondiale della Gioventù

Si terrà a Lisbona in Portogallo dall’1 al 6 agosto la Giornata Mondiale della Gioventù. L’Ufficio di Pastorale Giovanile rende noto che è necessario definire la partecipazione. La partenza sarà lunedì 31 luglio per rientrare lunedì 7 agosto. Il viaggio aereo sarà da Catania a Siviglia e poi lo spostamento sarà in autobus dall’aeroporto di Siviglia a Lisbona. Il costo prevede: viaggio, vitto e alloggio per l’intera durata della permanenza a Lisbona, gli spostamenti (da Siviglia a Lisbona, all’interno di Lisbona, e da Lisbona a Siviglia), e l’intero kit del pellegrino della GMG. La sistemazione a Lisbona sarà presso delle scuole, o altre strutture che ci verranno indicate, quindi è necessario organizzarsi con zaino, stuoino e sacco a pelo. Sarà ancora possibile iscriversi alla GMG di Lisbona fino all’11 febbraio 2023, inviando una mail a siracusagiovani@outlook.it.
L’Ufficio Nazionale di Pastorale Giovanile della CEI ci invita a comunicarvi che l’iscrizione alla GMG da parte di tutti, anche di coloro i quali non volessero partecipare con la proposta offerta dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile deve comunque essere fatta attraverso il nostro Ufficio Diocesano – spiega don Daniele Lipari, direttore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile -. Non siamo ancora in grado di fornirvi il programma dettagliato della GMG in quanto non è ancora stato reso noto dal Comitato Organizzativo Centrale. In seguito, vi comunicheremo alcuni incontri che svolgeremo in preparazione alla GMG e vi forniremo del materiale che potrete utilizzare con i giovani nelle vostre comunità per prepararci a questo grande e importante evento che coinvolgerà i giovani della Chiesa. Sin da ora, invitiamo tutti i giovani delle nostre comunità sabato 25 febbraio alle ore 20.00 presso la nostra Chiesa Cattedrale per la Scuola della Parola tenuta dal nostro Arcivescovo mons. Francesco Lomanto“.

In Cattedrale si celebra la Giornata nazionale per la Vita

La morte non è mai una soluzione

“La morte non è mai una soluzione” è il tema scelto dalla Conferenza Episcopale Italiana per celebrare la 45a Giornata Nazionale per la Vita domenica 5 febbraio.
Attraverso una lettura contestatrice della cultura di morte, che si insinua a tutti i livelli, siamo invitati a una profonda riflessione etica ricordandoci che «Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte» (Sap 1,14). Compito quindi di tutti i cristiani è difendere e sostenere la vita in tutte le sue manifestazioni” spiegano i responsabili dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia, mons. Salvatore Marino, con Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro.
Poiché la Giornata per la Vita coincide con la Festa di Sant’Agata, che vedrà la presenza di tutti i vescovi di Sicilia presso la Cattedrale di Catania, a Siracusa l’evento celebrativo diocesano è stato anticipato a sabato 4, alle ore 17.00.
Dopo l’accoglienza in via Minerva si procederà verso la Cattedrale dove avranno luogo gli interventi di Salvo Sorbello, Presidente del Forum delle associazioni familiari della provincia di Siracusa; Gabriele Burgio, presidente sezione Unitalsi Sicilia orientale; Giovanni Moruzzi, Responsabile UOSD Hospice Cure Palliative ASP Siracusa e Donatella Piccione, direttrice Casa di Riposo Sant’Angela Merici di Siracusa. Alle ore 18.30 la celebrazione eucaristica che sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto. L’Ufficio pastorale per la famiglia ha invitato tutte le realtà parrocchiali ed ecclesiali a promuovere per domenica le attività in parrocchia.
Un titolo molto forte e intrigante – ha spiegato mons. Salvatore Marino -. Un modo per mettere in risalto la necessità di avere una mentalità propositiva e aperta al futuro. Vivremo la giornata con due momenti: uno aggregativo nel passaggio da piazza Minerva alla Cattedrale. E poi abbiamo chiesto ad alcune persone una testimonianza nel servizio alla vita. La vita è una realtà complessa. L’arcivescovo, che ci accompagna in questo cammino, ha voluto anticipare la giornata proprio per fare una riflessione adeguata. La nostra società risolve i problemi eliminandoli. La proposta è trovare forme di sostegno alla soluzione dei problemi per far crescere le persone. Accettare questo superamento della morte come soluzione dei problemi”.