Archivi della categoria: Vescovo Francesco

Messaggio dell'arcivescovo mons. Lomanto alla comunità diocesana

“Le lacrime di Maria accompagnano i nostri passi”

Durante i quattro giorni, in cui facciamo annualmente memoria dell’evento prodigioso della Lacrimazione, sentiamo la necessità di intensificare la nostra devozione a Maria, la cui presenza materna è sostegno per il mondo intero“. Lo scrive l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, in un messaggio inviato alla Comunità Diocesana per le celebrazioni del 70mo anniversario della Lacrimazione nel giorno del terzo anniversario della nomina ad Arcivescovo di Siracusa.
Maria ci è stata donata da Dio come sorella e come Madre: è sorella che condivide il nostro cammino ed è Madre che ci accompagna col dono del suo amore inesauribile, rivelato a Siracusa nel segno delle sue Sante Lacrime – scrive l’arcivescovo -. Le sue Lacrime di sorella accompagnano i nostri passi attraverso le vicende liete e travagliate della vita. Le sue lacrime di Madre sono un monito necessario che purifica il cuore e apre all’amore misericordioso e compassionevole di Dio Padre: «Quando Maria piange, le sue lacrime sono segno della compassione di Dio» (Papa Francesco, 23.04.2022).
Le Lacrime di Maria, ha detto con forza San Giovanni Paolo II, sono Lacrime di dolore per le coscienze indurite dall’odio e dalla violenza della guerra; sono Lacrime di preghiera che invocano da Dio aiuto e protezione; sono Lacrime di speranza che ci ricordano l’inviolabile dignità sacra di ogni persona in Dio.
Maria, che piange a Siracusa, condivide con ognuno il cammino terreno e anela a vedere i figli al sicuro nel cuore di Dio. Oh se solo ci fermassimo a pensare a questo dono straordinario e al privilegio che ci è stato accordato! Giunga a voi tutti, carissimi fratelli e sorelle, tutto l’amore di Dio attraverso le Lacrime della Madonna, insieme al mio affettuoso saluto e alla mia paterna benedizione”.

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Anniversario ordinazione presbiterale di mons. Lomanto

Ricorre oggi il 37esimo anniversario di ordinazione presbiterale di mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa. Ci uniamo al nostro Pastore nella preghiera di lode e di ringraziamento al Signore affidandolo alla Madonna delle Lacrime affinché lo protegga e lo sostenga nel suo paterno e prezioso servizio alla nostra Chiesa.
L’arcivescovo celebrerà la messa alle ore 19.00 nel Santuario della Madonna delle Lacrime, al termine della quale guiderà l’Atto di Riparazione a seguito del gesto sacrilego compiuto nella parrocchia Maria SS. Addolorata in Grottasanta a Siracusa quando ignoti hanno profanato il tabernacolo. L’arcivescovo ha chiesto che un analogo Atto di riparazione per le offese all’Eucarestia si compia in tutte le parrocchie della Diocesi.
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L’arcivescovo mons. Lomanto: “Scegliamo la via dell’ascolto e il bene comune”

Desidero esortare tutti a camminare insieme nelle legittime diversità mettendo al centro dell’agire politico la promozione della persona umana e della sua inalienabile dignità“. E’ uno dei passaggi degli auguri di buon lavoro che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha voluto inviare al sindaco, alla giunta e al consiglio comunale all’indomani delle elezioni amministrative.
I siracusani hanno eletto i nuovi Organi di governo della Città confermando il Sindaco Francesco Italia per il prossimo quinquennio. All’inizio della competizione elettorale ho indicato l’inderogabile necessità che la politica, intesa come forma alta di carità, scegliesse la via dell’ascolto, del sostegno agli ultimi e dell’attenzione al creato proponendosi come unico obiettivo il bene comune. 
All’inizio di questo nuovo percorso desidero esortare tutti a camminare insieme nelle legittime diversità mettendo al centro dell’agire politico la promozione della persona umana e della sua inalienabile dignità. Chiusa la competizione elettorale ed impiantato il cantiere, adesso è il tempo di costruire nella corresponsabilità. Ognuno agisca, ciascuno per la propria parte, in modo che nessuno resti indietro. Guardiamo ai giovani disorientati per l’incertezza del futuro, alle famiglie che vivono sulla soglia della povertà, ai sofferenti che non hanno livelli di assistenza adeguata, ai disoccupati. Siano questi gli anni della realizzazione di quei servizi dei quali Siracusa è carente. Non si trascuri il dato della bassa partecipazione al voto che segna una distanza sempre più profonda tra i cittadini e le Istituzioni. 
Auguro a tutti buon lavoro confidando nella sicura intercessione di Santa Lucia, nostra patrona”.

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Veglia di Pentecoste al Santuario

Sabato 27, alle ore 21.00, avrà luogo la Veglia diocesana di Pentecoste. A cinquanta giorni dalla Santa Pasqua, l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà la celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime con la partecipazione di tutte le parrocchie, delle associazioni e dei movimenti laicali, dei sacerdoti, religiosi, dei diaconi e dei fedeli.
Nella lettera pastorale per questo anno mariano Sanctificati in veritate scrivevo che “la vita di perfezione dei singoli e delle comunità è frutto sempre dell’azione dello Spirito Santo: quanto più cresce la docilità dello Spirito, tanto più egli realizza capolavori di santità” – ha scritto nel suo messaggio per la Pentecoste l’arcivescovo Lomanto -. Diventa allora necessario come comunità diocesana invocare il dono dello Spirito Santo perché possiamo camminare insieme verso la santità, con il desiderio dell’incontro come lo è stato per Maria che in fretta si alzò per andare dalla cugina Elisabetta. Non vogliamo restare chiusi nelle nostre accoglienti e confortanti comunità ma vogliamo aprirci all’incontro, che come monito e dono dello Spirito ci spinge all’unità“.
L’arcivescovo consegnerà il mandato ai giovani che quest’estate parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona e ai giovani che parteciperanno alla Missione in Etiopia “sentendoci amorevolmente sostenuti dalla presenza della preghiera di Maria, lei che orante attendeva il dono dello Spirito nel cenacolo“.
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Il discorso dal balcone dell'arcivescovo

L’arcivescovo Lomanto: Ascolto, aiuto verso gli ultimi e attenzione al creato

“A tutti chiedo di superare ogni logica di parte, per unirsi in uno sforzo corale che faccia onore alla politica intesa come la forma più alta di carità. Siracusa non può più attendere! Non basta criticare! È ora di lavorare tutti per il bene comune, scegliendo con coraggio e audacia la via dell’ascolto, l’aiuto verso gli ultimi e l’attenzione al creato”. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, nel tradizionale discorso dal balcone in occasione della Festa del Patrocinio di Santa Lucia. E’ il ricordo del miracolo del 1646 quando durante la carestia i siracusani in preghiera in Cattedrale invocarono l’aiuto della patrona. Le colombe annunciarono l’arrivo di navi cariche di grano nel porto. La festa che si celebra la prima domenica di maggio ed è caratterizzata dal volo di centinaia di colombe.

L’arcivescovo si è rivolto così alla città che tra poche settimane eleggerà il sindaco. Migliaia le persone in piazza Duomo stamane per partecipare alla festa.

“E’ necessaria la creazione di tempi e spazi dell’ascolto, dove maturino idee condivise e azioni di progresso, mettendo da parte le logiche di partito e le polemiche sterili, affinché si possa costruire la logica della corresponsabilità. Chi vuole servire e amministrare la Polis non può mai prescindere dall’avere a cuore “i piccoli”, dai giovani spesso disorientati dal futuro incerto, alle tante famiglie che vivono sulla soglia della povertà, ai sofferenti, agli anziani e agli ammalati che non sempre hanno l’assistenza adeguata, ai lavoratori in taluni casi sfruttati, ai disoccupati che non riescono a trovare un lavoro dignitoso, ai tanti uomini e donne immigrati che raggiungono le nostre coste in cerca di speranza. Ed infine la scelta della cura del creato, la nostra casa comune, che Dio ci ha donato”.

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Vivi il Vangelo: in tutto ciò che fai devi assomigliare a Gesù

“Vivi il Vangelo. In tutta la tua vita, in tutto ciò che sei o fai, devi assomigliare a Gesù, per essere un suo vero discepolo. In te deve vivere il Cristo, gli uomini debbono vederlo e riconoscerlo in te. Alimenta il senso vivo di ecclesialità, rivolgendo il tuo servizio in primo luogo a Dio, e, in nome di Dio, ai fratelli; vivendo i vincoli di obbedienza e di comunione nella Chiesa; contribuendo a creare e a rinsaldare relazioni di fraternità, di amore e di autentico servizio. Privilegia la tua testimonianza di carità per «offrire al mondo di oggi un cammino di civiltà e di progresso fondato sulla giustizia e sulla verità del Vangelo», per portare a tutti la prossimità di Dio senza importi, servendo con umiltà e letizia”. Sono le parole che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha rivolto a Gabriele Conti nel giorno dell’ordinazione diaconale al Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa.
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L'arcivescovo Lomanto alla messa della benedizione del cotone

Le lacrime siano impegno di conversione

Accogliamo, interpretiamo e approfondiamo i segni dell’amore di Dio per noi e compiamo i nostri atti di fede e di devozione ‒ come l’uso del cotone per la guarigione fisica, morale e spirituale ‒ e accompagniamoli con un profondo impegno di conversione, con l’esercizio di carità e con le opere di misericordia. Auguro di cuore a tutti di testimoniare il vostro amore a Cristo per vivere la «gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime» (1Pt 1,8)”. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto presiedendo la celebrazione per la benedizione del cotone che si è svolta alla Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. L’apertura della teca avviene solitamente in prossimità dei giorni dell’anniversario che ricordano l’evento, dal 29 agosto al 1 settembre. Vista la richiesta di cotone benedetto da alcuni anni questo gesto viene ripetuto nella domenica dell’ottava di Pasqua e richiama il gesto che Antonina Giusto e la cognata fecero il primo giorno della lacrimazione accostando il cotone al quadretto della Madonna per raccogliere le lacrime.  

Nel suo immenso amore il Padre ci ha fatti rinascere attraverso la morte e la risurrezione del Figlio unigenito, per una speranza viva, per una eredità che non è condizionata dalla corruttibilità delle cose di questo mondo, perché è conservata nei cieli per noi e fin d’ora ne abbiamo un anticipo nella misura in cui ci trasformiamo interiormente mediante una vita di fede” ha detto l’arcivescovo Lomanto. “La fede comporta il cammino verso il superamento della sensibilità e il passaggio dai segni alla fede. Ma l’economia presente è caratterizzata dalla presenza dei segni: vivere la messa; esercitare la carità; fare misericordia; compiere atti di devozione ed esercizi di pietà; espletare pratiche di affidamento a Dio e all’intercessione della Madonna e dei santi. Tra questi segni si pone quello della benedizione del cotone.Perché benediciamo il cotone? Il cotone benedetto è un segno che ci lega all’evento prodigioso della lacrimazione della Madonna. Compiremo il gesto di poggiare il cotone sul cuore della Madonna, come avvenne il primo giorno della lacrimazione quando Antonina Giusto e la cognata si accorsero, intorno alle ore 8 del mattino che la Madonna stava lacrimando e quelle lacrime si raccoglievano nella parte concava vicino al cuore di Maria.

Con quale spirito di fede e di devozione portiamo il cotone benedetto? Portare con noi il cotone benedetto significa compiere un atto di devozione per vivere un incontro spirituale con Maria. Il segno del cotone assicura un effettivo contatto o riferimento fiducioso a Dio; esprime una sostanziale, immediata e tangibile presenza protettiva di Dio; ci comunica la sua potenzialità nella totale esistenza umana attraverso le lacrime della Madonna. Il segno del cotone benedetto ci ricorda la vicinanza della Madonna delle Lacrime. Cosa chiediamo concretamente con questo segno alla Madonna? Chiediamo alla Madonna di fare sue le nostre lacrime, nella certezza che «alle sue sante lacrime, Gesù nulla rifiuta». Chiediamo di consolarci, di sostenerci e di incoraggiarci con la sua presenza materna, nella consapevolezza che il valore della nostra fede si prova col fuoco della tribolazione (cf. 1Pt 1,7). Chiediamo di trasformare le nostre lacrime in perle di gioia, in balsamo di ripresa del nostro cammino, di rinascita spirituale, di rinnovamento di vita, per vivere da risorti e andare sempre avanti con la serena fiducia in Dio, per affrontare con viva speranza l’avvenire e costruire «ciò che il Signore, mediante le urgenze della storia e i vari segni dei tempi, ci chiederà di compiere e di sperimentare» (Lettera pastorale, Sanctificati in veritate)“.

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Essere testimoni del Risorto

Essere segno della presenza di Cristo Risorto nel mondo; vivere una fede più incarnata nella storia e nel rapporto con gli altri; con la testimonianza del Risorto offrire al mondo di oggi un cammino di civiltà e di progresso. Sono le tre indicazioni che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha voluto fornire nel giorno di Pasqua durante la celebrazione solenne nella chiesa Cattedrale.
“Con la risurrezione Gesù è libero dai condizionamenti del tempo e dello spazio, non è soggetto ai limiti del mondo, non fa più parte del mondo, è il mondo che fa parte di Lui, deve accogliere Lui e deve entrare nel mistero della sua presenza. Dove è lui siamo anche noi; ma anche dove siamo noi è lui. Viviamo alla presenza di Dio, davanti a lui, sotto il suo sguardo. Dio sia con noi in tutto quello che facciamo. (…) L’incontro con Gesù ci porta ad essere vicini agli altri. Per noi ciò significa vivere una fede più incarnata nella storia. È importante costruire le giuste e belle relazioni. L’atteggiamento, il sorriso, l’accoglienza ci permettono di stare bene e di operare meglio. La comunione fa la forza. Ma non solo siamo più forti, ma consentiamo a Dio di abitare in noi. Viviamo la nostra pasqua e riscopriamo il nostro dono agli altri. Impegniamoci sempre più a crescere insieme, a camminare insieme e a ricercare il bene comune. (…) Diveniamo testimoni del messaggio di salvezza e di pace. Ovunque ci troviamo, ovunque operiamo, ovunque ci chiama il Signore, siamo sempre i testimoni del Risorto”.
Mons. Lomanto poche ore prima, nella veglia sempre in Cattedrale, aveva ricordato: “Anche noi siamo risorti con il Signore e siamo nel giorno che non conosce tramonto, siamo trasferiti nel suo regno, e anche per noi si è aperta l’eternità. Egli con il battesimo ci ha fatto una sola cosa con lui. Dove è lui siamo anche noi; ma anche dove siamo noi è lui. Non c’è bisogno di andare in cielo per incontrare Dio, perché il cielo di Dio siamo ora noi. Viviamo alla presenza di Dio, davanti a lui, sotto il suo sguardo. Dio sia con noi in tutto quello che facciamo. Diveniamo testimoni del messaggio di salvezza e di pace. La memoria della pasqua che viene risvegliata anche attraverso le espressioni della pietà popolare, alimenti la speranza che può dare una prospettiva di autentica civiltà e di vera solidarietà e di profonda concordia alla nostra società. Ovunque ci troviamo, ovunque operiamo, ovunque ci chiama il Signore, siamo sempre i testimoni del Risorto. Il Signore ci conceda giorni di pace e di risurrezione. Anche quando la vita è dura e difficile, ci aiuti a vivere da risorti. E quando sopraggiunge l’ora buia della croce ci faccia vivere come figli della luce. La Vergine Maria ‒ siamo nell’anno mariano ‒ ci guidi con la sua materna protezione nel cammino della speranza che ci conduce al Padre. Gesù Risorto, il Vivente, ci doni ogni giorno la sua pace”.
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L'arcivescovo Lomanto alla messa del crisma in Santuario

“Quale testimonianza di amore siamo capaci di dare?”

Siete sacerdoti in cura d’anime, siete chiamati a portare il peso dei peccati della comunità, a sostenere il cammino spirituale delle persone, a condividere le loro gioie e le loro ansie e preoccupazioni, a dare la vostra vita per loro. Se conoscerete il peso della incomprensione, della solitudine, delle difficoltà pastorali, dei problemi delle famiglie, dei giovani, degli adulti, degli anziani, siate certi che vivete l’esercizio più alto del vostro sacerdozio”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rivolgendosi ai presbiteri presenti oggi alla messa del crisma nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime.
La messa crismale – che il vescovo celebra con i presbiteri della diocesi e durante la quale consacra il crisma e benedice gli oli – è una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del vescovo e un segno della comunione dei presbiteri con lui ed esprime l’unità della Chiesa locale raccolta intorno al proprio vescovo” ha detto mons. Lomanto ringraziando per la presenza mons. Salvatore Pappalardo, vescovo emerito, che il 5 marzo scorso ha celebrato il 25mo anniversario di ordinazione episcopale; e rivolgendo un caro saluto a distanza a mons. Giuseppe Costanzo che nel dicembre scorso ha festeggiato il 90mo compleanno e due giorni fa ha celebrato il 47mo anniversario di episcopato.
Nella vostra unione con Gesù vivete la missione di salvezza nei confronti del mondo, portate in esso un alito di vita nuova, caricatevi di tutta la responsabilità universale” ha detto mons. Lomanto. “Ma quale testimonianza di amore siamo capaci di dare alla Chiesa e al mondo? In voi deve vivere il Cristo, gli uomini devono vederlo e riconoscerlo in voi. Avete scelto di seguire Gesù Buon Pastore nel servizio al popolo santo di Dio. Deve continuare tutta la vita il cammino di una vostra adesione e trasformazione in Colui che vi ha scelto. Siate fedeli. Il Signore ci chiama alla perfezione dell’amore, alla carità pastorale, e questa si può e si deve raggiungere non fidando in noi stessi ma nella sua onnipotenza di amore. Coraggio dunque ma umiltà. Umiltà pacifica e profonda. Se vivrete la consapevolezza del vostro nulla, se ammetterete di essere nulla, se sarete contenti che anche gli altri vi ritengono nulla, allora Dio opererà in voi. Soprattutto fedeltà, umiltà e fiducia”.
Infine l’arcivescovo ha chiesto di pregare “perché il Signore doni alla Chiesa vocazioni al ministero ordinato e alla vita religiosa. Sosteniamo con la preghiera il Seminario, i Monasteri, gli Istituti religiosi e secolari. Accogliamo le manifestazioni di affetto e di preghiera verso il presbiterio che in questo Giovedì Santo sono pervenute dai tre Monasteri di clausura presenti nella Diocesi. Accogliamo con animo grato gli oli che provengono dal Giardino della memoria delle stragi di Capaci, a trentuno anni da quell’evento criminale, e dalla munificenza dei produttori della Coldiretti, che anche questʼanno rinnovano il loro dono. Viviamo con intensità l’Anno Mariano. La Vergine Maria, nostra Madre, che ha consegnato alla nostra Chiesa l’inesauribile significato del dono delle sue Lacrime, consoli i nostri cuori, rafforzi la nostra speranza, incoraggi la nostra testimonianza di vita. Le sue lacrime possano essere balsamo per le ferite dell’umanità afflitta dalla guerra, possano giovare alla conversione dei cuori induriti dal male e possano irrigare e far germogliare i semi di bene presenti nella nostra Chiesa. Il pianto di Maria ‒ segno di rinascita, di cambiamento, di ripresa ‒ ci apra alla speranza di un mondo nuovo, alla gioia della risurrezione e all’esercizio della carità che non avrà mai fine”.

Con la messa crismale ha preso il via il Triduo pasquale. Stasera alle 18.30 messa in coena domini in Cattedrale: l’arcivescovo presiederà la solenne liturgia per fare memoria dell’istituzione dell’Eucarestia e – con il gesto della lavanda dei piedi – dell’istituzione del sacramento dell’Ordine. Dopo la messa, l’eucarestia rimarrà per tutta la notte nell’altare della reposizione (comunemente chiamato “sepolcro”) per l’adorazione personale. Domani, venerdì santo, alle 18.30 celebrazione della Passione del Signore in Cattedrale. Sabato, alle 22.30 l’arcivescovo presiederà la Solenne Veglia di Pasqua. Infine, domenica 9 aprile, Pasqua in Resurrectione Domini, alle 10.30, il solenne pontificale.

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Mons. Lomanto: “Viviamo la Pasqua nelle strade e dove operiamo”

“Oltre alla Pasqua liturgica, viviamo una Pasqua esistenziale. La Pasqua della nostra vita, la Pasqua nelle strade e negli ambienti in cui ci troviamo ad operare, portando questo carico di amore, questa testimonianza di vita che nasce dall’amore, dalla fede, dall’incontro con il Signore risorto”.Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rivolgendosi ai giornalisti e agli operatori della comunicazione nel tradizionale incontro nella Settimana Santa alla vigilia della Pasqua.

“Ogni anno la celebrazione della Santa Pasqua ci induce a compiere un balzo in avanti nel cammino della santità di vita e siamo chiamati a crescere con fedeltà nell’adempimento del volere del Signore, nel senso vivo della comunione ecclesiale. È una testimonianza di carità e di giustizia nella famiglia, nella società, nelle relazioni con gli altri” ha detto ancora mons. Lomanto.”E allora viviamo questo tempo, questo momento, con intensità di comunione con il Signore, ma anche di impegno, di servizio, di carità sociale, all’attenzione agli altri. San Giovanni Paolo II affermava: “L’amore non è una cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare”. C’è un impegno di vita. E allora siamo testimoni di quell’amore che il Signore ci ha portato, dell’amore di Cristo crocifisso, dell’amore che ci salva, che regna, che resta, che è credibile: dell’amore disinteressato. Gesù stesso dice “Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete?” E allora rivediamo le nostre relazioni, impegniamoci a crescere sempre più davanti a Dio e a superare insieme le difficoltà del momento che si presentano del nostro tempo. Le crisi, le difficoltà del mondo del lavoro, le sfide con tutte le complessità della storia. Ma prima di tutto impariamo a crescere in comunione, in unità con noi. Il grande teologo Romano Guardini dice “Il nostro compito deve essere quello di divenire pienamente umani”. Se siamo pienamente umani possiamo anche costruire questo impegno di vita cristiana. Concretamente siamo chiamati a sostituire l’odio con l’amore, la diffidenza con la comprensione, l’indifferenza con la solidarietà”.

Mons. Lomanto ha invitato ad agire nel quotidiano: “Tutto questo possiamo farlo per noi e per gli altri, nei diversi ambiti dove ci troviamo ad agire, ad operare. Quest’anno ricorre il centenario della nascita di don Lorenzo Milani. Il cardinale Zuppi ha ricordato che la sua memoria ci aiuta ad avere rinnovata passione per i giovani. Oggi abbiamo tanti mezzi, strumenti, la tecnologia ci aiuta, il progresso va sempre avanti. Però è importante costruire tutto il fondamento della dignità dell’uomo sulla Parola, sul Vangelo, sull’incontro con il Signore. Spesso i giovani sono travolti da quel mondo e si perdono in quella realtà virtuale, dimenticando la realtà meravigliosa che li circonda. Ai genitori spetta il compito di stare accanto a loro e di seguirli, ma anche a noi spetta il compito di trasmettere, di inculcare sani principi e veri valori per contribuire alla loro crescita. Impegniamoci a costruire sane relazioni tra noi per essere non solo uniti, dunque essere più forti per affrontare le sfide della storia. Apriamoci al dono di Dio per lasciarci condurre da Lui”.

L’arcivescovo ha indetto l’anno mariano nel 70esimo anniversario della lacrimazione della Madonna: “E’ un dono speciale della nostra Chiesa, perché l’evento della lacrimazione ci ricorda innanzitutto l’inesauribile compassione di Dio, che si è manifestata attraverso le lacrime di Maria. La dimensione mariana è un elemento costitutivo della vita della Chiesa. E questo elemento costitutivo della vita della Chiesa per noi si esprime proprio in questo segno: il pianto. Pianto che sta a indicare la vicinanza di Dio e della Madonna alla nostra situazione di dolore. Ma è un pianto che esprime certamente ripresa. Piange colui che vuole riscattarsi: esprime rinascita, esprime vita. E allora consacriamo al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria la nostra vita e chiediamo a Lei di raccogliere nelle sue lacrime il grido di sofferenza e di dolore di tutti i suoi figli. Consegniamo alla Madonna le tribolazioni, i sacrifici, le sofferenze, le difficoltà e anche il desiderio di bene del nostro cuore, delle nostre famiglie, delle nostre comunità, affinché tutti e ciascuno possiamo risorgere in Cristo e compiere quel balzo in avanti nella dignità umana, nel rispetto dell’altro, nella ricerca del bene comune, nella santità della vita. Desidero augurare a tutti voi di farvi portatori di questo messaggio di pace, di gioia e di speranza. La Pasqua del Signore porti sempre più, un rinnovamento per la nostra vita, con l’impegno di crescere insieme nella pace di Cristo risorto”.

Prospero Dente, mons. Francesco Lomanto, Alberto Lo Passo, Salvatore Di Salvo

Il segretario provinciale dell’Assostampa Prospero Dente ha ringraziato l’arcivescovo per le sue parole: “Noi stiamo vivendo un passaggio importante da un punto di vista professionale ed editoriale da diversi anni a questa parte. Il mio punto di osservazione è quello di un sindacato che guarda alle vicende di tanti colleghi che purtroppo hanno perso il posto di lavoro sono in realtà di crisi. Essere qui ogni anno è per noi un momento di rinnovo di una speranza che non viene mai a mancare”.

Il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e segretario nazionale UCSI, Salvo Di Salvo, ha ricordato le difficoltà della categoria: “La nostra categoria sta vivendo una situazione di crisi e di grande emergenza. Noi continuiamo a raccontare un territorio. A volte alcuni colleghi non sono pagati e tutto questo mette preoccupazione alle famiglie. Tra i 1055 professionisti in Sicilia, 300 sono disoccupati. E quella strada che lei ci ha indicato può essere una nuova speranza per le nostre condizioni. Ci affidiamo a lei che ci sostenga con la sua preghiera ma anche con la sua parola affinché noi possiamo continuare a raccontare le storie di uomini e donne del territorio”.

Il direttore di Cammino, Orazio Mezzio, ha ringraziato l’arcivescovo per essere contro corrente: “Ci sentiamo disarmati rispetto alle sfide del momento. C’è  in questo suo messaggio in controtendenza la chiave di lettura per superare il blocco mentale che noi stessi abbiamo nell’affrontare il futuro che è ricco e carico di preoccupazione”. Presente il presidente provinciale dell’UCSI Siracusa, Alberto Lo Passo. Come tradizione i giornalisti hanno donato un quantitativo di circa sessanta chili di pane per i poveri: la donazione quest’anno è stata assegnata alla parrocchia San Bartolomeo apostolo-chiesa Madre di Floridia.

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