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Le Lacrime della Madre di Dio devono essere motivo di riscatto e di cambiamento

Sosteniamoci l’un l’altro nell’impegno di rinnovamento nello spirito e nella missione, così da ottenere un dono più grande di grazia e giungere a celebrare il mistero pasquale con fedeltà all’adempimento del volere divino, con vivo senso di comunione ecclesiale e con generosa testimonianza di carità e di giustizia, nella famiglia e nella società“. Lo scrive l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel messaggio per il tempo di Quaresima inviato oggi alla Comunità diocesana.

Mons. Lomanto ha inviato a lasciarsi guidare dalla presenza materna di Maria che “ha creduto all’amore di Dio e ha accolto la sua parola, donando pienamente sé stessa” consegnando tre linee guida: credere con Maria all’amore di Dio; accogliere con Maria la Parola; donare con Maria tutto a Dio. “Maria ci insegna che la vita cristiana è credere all’amore di Dio, accoglierlo in noi e imparare ad amare come Egli ci ama. L’atto supremo della Vergine Maria, nel divenire Madre di Dio, è stato il suo abbandono all’azione dello Spirito Santo, la sua adesione di fede all’amore di Dio. In questa docilità allo Spirito Santo consiste il segreto di ogni santità, perché santo è e rimane Dio solo, il quale viene, si dona a noi come sorgente di vita e di grazia, ci comunica la sua misericordia per vivere in noi nella misura della nostra fede. Pertanto, è necessario che ci lasciamo trovare da Dio, per accoglierlo nella nostra vita, per crescere con Lui e camminare dietro a Lui“.

Ed ancora mons. Lomanto ha invitato a riscoprire l’ascolto della Parola di Dio “elemento fondamentale di vita spirituale per tutti i cristiani“. E guardando all’esempio di Maria, anche noi “dobbiamo accogliere la Parola che vuole incarnarsi in noi, farla nascere da noi e crescere in noi, e portare frutti che rimangano per sempre, uniti nel mistero pasquale della passione, morte e resurrezione di Gesù“.

Per questo è necessario riscoprire la “dimensione mariana della vita cristiana“. La nostra Diocesi “ha una specifica vocazione mariana caratterizzata dal pianto della Madonna avvenuto a Siracusa nel 1953. (…) Le Lacrime della Madre di Dio, in questo tempo di Quaresima, devono essere motivo di riscatto, di cambiamento, di nuovo cammino, di dono totale di sé a Dio. Accogliamo con umiltà questo dono prezioso, meditiamolo nel nostro cuore e doniamolo a chi ha bisogno di consolazione, di speranza e di pace. La divina provvidenza l’ha affidato a noi per farlo conoscere, crescere e diffondere a tutti, come ci ha ricordato San Giovanni Paolo II nella sua visita pastorale a Siracusa”.

In allegato la lettera per la Quaresima


E’ necessario un cambiamento del cuore

“La via, che Gesù indica, esige la disposizione del cuore alla conversione o cambiamento interiore che si risolve nell’amore e si realizza solo attraverso l’accoglienza dell’Amore che Dio effonde nel nostro cuore e che è lo Spirito Santo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, presiedendo la celebrazione nel Santuario della Madonna delle Lacrime in occasione della Giornata Mondiale del Malato dal tema “«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione”.
Prima un momento di preghiera nella chiesa San Luca dell’ospedale di Siracusa, poi la processione fino al Santuario dove l’arcivescovo ha presieduto la messa con gli ammalati, le associazioni di volontariato e i fedeli.

“L’odierna pagina del Vangelo, ponendo nell’amore il compimento supremo di tutta la legge, indica la chiave per la comprensione della partecipazione del malato al mistero di Cristo e il senso delle «dinamiche interpersonali che sono alla base di ogni relazione di cura vera, ricca di carità e di misericordia» – ha detto mons. Lomanto -. I singoli precetti portati da Gesù come perfezionamenti alla legge trovano il loro fondamento nell’amore. Del precetto dell’amore Gesù fa il nuovo comandamento del suo Vangelo, quale compimento di tutta la legge antica. È evidente che l’osservanza del comandamento di Dio non può essere solo esteriore e formale, ma esige il cambiamento del cuore, cioè progredire nella fraternità, nella giustizia, nella pace, cioè nella via dell’amore. «Nulla è perduto per noi fintanto che ci rimane il suo amore. E il suo amore può tutto»”.
L’arcivescovo si è soffermato sulla compassione
come “esercizio sinodale di guarigione genera un mondo nuovo, mira a sensibilizzare tutti per camminare insieme, può suscitare una cura più organizzata per il bene comune.  Il movimento interiore della compassione riconosce subito la condizione di solitudine, di abbandono e induce a eliminare l’atrocità cambiando le cose, generando un mondo più fraterno. «Tutti siamo fragili e vulnerabili; tutti abbiamo bisogno di quell’attenzione compassionevole che sa fermarsi, avvicinarsi, curare e sollevare. […]. La Giornata Mondiale del Malato, in effetti, non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme».  «L’esercizio della fraternità, iniziato da un incontro a tu per tu, si (può) allargare a una cura organizzata». E così «si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune»”.

La processione con il quadretto del Cuore Immacolato di Maria è stata guidata dal direttore della Pastorale per la Salute, don Raffaele Aprile, che ha ricordato lo “Spirito di amore e gratitudine al Signore ed i tanti volontari, uomini e donne, che  fanno propria la fragilità degli altri e si fanno prossimi. Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile ci dice Papa Francesco. Gli ammalati sono nella loro sofferenza vicini a Dio e ci trasmettono presenza Dio”.

La compassione come esercizio sinodale di guarigione

Sabato 11 febbraio sarà celebrata la XXXI Giornata Mondiale del Malato dal tema “«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione”.
La preghiera inizierà alle ore 17.00, presso la chiesa San Luca dell’Ospedale di Siracusa, e continuerà con una processione che arriverà fino al Santuario Madonna delle Lacrime, dove alle ore 18.00, l’Arcivescovo mons. Francesco Lomanto celebrerà la Santa Messa con gli ammalati, le associazioni di volontariato e i fedeli.
A tutti i fedeli, che parteciperanno alle Sante Messe di sabato 11 e domenica 12 sarà donata un’immagine con la preghiera del Malato.

Viviamola, amiamola, aiutiamo gli altri a vivere la vita

“Ci sono due immagini usate da Gesù per designare i discepoli e la Chiesa: «Voi siete il sale della terra» e «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14). Il sale è simbolo della vita, perché esprime vigore e vitalità. E la seconda immagine: «Voi siete la luce del mondo». La luce è simbolo di vita, di gioia, di felicità. In maniera particolare la luce è legata alla vita, fino ad identificarsi con essa. Nella lingua italiana le espressioni “dare alla luce”, “venire alla luce” e “vedere la luce”, significano tutte nascere, e quindi esistere e vivere”. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, nella sua omelia alla messa in Cattedrale per la 45a Giornata Nazionale per la Vita. “La morte non è mai una soluzione” è il tema scelto dalla Conferenza Episcopale Italiana che ha invitato ad una riflessione etica sulla vita in tutte le sue manifestazioni.
“Sentire, ascoltare, vivere ci aiuta. In questi tempi difficili siamo chiamati ad operare insieme per essere più forti. La vita viviamola, amiamola,  diffondiamola, aiutiamo gli altri a viverla – ha detto l’arcivescovo di Siracusa -. Viviamo fino in fondo anche attraverso la morte che non è solo la conclusione della nostra esistenza ma anche la quotidianità che viviamo, come quando ci lascino delle persone care. Viviamola bene e viviamo la vera vita, quella che non finisce mai. La vita eterna che ci accompagnerà sempre. Portiamo l’impegno a vivere con passione la vita, sostenere gli altri soprattutto quando si presentano casi di disperazione: portiamo la parola della speranza che è la parola della vita. Dio è morto in croce per rendersi più vicino a noi. Quando facciamo l’esperienza della morte ci accostiamo al mistero della vera vita”.
Prima della celebrazione, una colorata passeggiata di adulti e bambini da piazza Minerva a piazza Duomo e poi l’incontro nella Cattedrale con alcune testimonianze introdotte dai responsabili della Pastorale della famiglia in Arcidiocesi, mons. Salvatore Marino, e Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro. “La famiglia è il luogo della custodia della vita, dove si genera la vita, dove si sperimenta l’esperienza della malattia e della morte – ha detto il diacono Salvatore Cannizzaro -. Ci colpisce positivamente l’uso della parola morte inserita nel tema della giornata, una parola dalla quale si vuole fuggire, trovando parole o frasi alternative. Mai la morte è una soluzione! Per noi cristiani l’esperienza della morte, vissuta come la fine naturale dell’esistenza, è parte integrante della vita stessa. Siamo chiamati a stare accanto alle persone sofferenti, ammalate, sole, morenti, dando loro conforto e consolazione, speranza, fino all’ultimo respiro, con com-passione”. Il responsabile della pastorale della famiglia ha ricordato che quest’anno ricorre il 70esimo anniversario della lacrimazione della Madonna a Siracusa: “L’evento della lacrimazione si realizza all’interno del contesto familiare, nell’abitazione di due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusto; Antonina, in attesa del primo figlio, aveva una gravidanza difficile, con ricorrenti abbassamenti della vista. Ai giorni d’oggi, in queste particolari situazioni, sarebbe facile intraprendere la soluzione estrema dell’aborto. In quest’anno di grazia vogliamo cogliere l’opportunità per celebrare il dono della vita, portando in ogni luogo e in ogni situazione, fino alle periferie più estreme”.
E’ iniziata con un ricordo la riflessione di Salvo Sorbello, presidente del Forum delle associazioni familiari della provincia di Siracusa: la grande marcia nel 1990, “quando circa 5mila persone marciarono dalla piazza delle Poste fino alla Cattedrale per testimoniare il loro impegno, la loro volontà di non far vincere una cultura libertaria che aveva spinto, per arrivare alla legge sull’aborto, una cultura libertaria centrata sull’autodeterminazione a scapito della vita nascente. Quando ci troviamo di fronte ad una ad una maternità imprevista, ad una malattia molto grave, ai conflitti familiari a quelli che possono essere anche il male di vivere dei nostri giovani o di anziani o disabili lasciati soli. Non bisogna mai cedere alla disperazione e non bisogna mai pensare che sia la morte la soluzione più appropriata. Purtroppo nella nostra Regione – ha concluso Salvo Sorbello – c’è soltanto un hospice pediatrico di quattro posti letto a Catania destinato i bambini che si trovano di fronte a situazione difficile non avendo più possibilità di guarigione. Non è accettabile che questi bambini e le loro famiglie vengono posti di fronte a situazioni così drammatiche e lasciati soli”.
Della morte come un tabù ha parlato Giovanni Moruzzi, Responsabile UOSD Hospice Cure Palliative ASP Siracusa: “Quando 33 anni fa ho cominciato ad occuparmi di malati oncologici inguaribili” ho potuto constatare che “fino a quando era possibile fare qualcosa sulla malattia c’era l’attenzione di tutti. Quando non c’era più nulla da fare improvvisamente si perdeva l’attenzione della persona. Le cure palliative sono quell’attenzione. Le cure palliative sono scandalo della scienza. E sono il futuro della scienza allo stesso tempo. Perché portano la scienza nella dimensione umana.  La vita vale perché è vita. E’ necessario allora trasformare un tempo di malattia che mi porta alla morte non come un tempo di attesa, ma come un fondamentale tempo di vita, relazione e di scambi, di possibilità di un lascito o un ricordo anche al nipote che non ha mai visto. C’è un’idea della sofferenza nell’aspetto fisico, psicologico e socio familiare”. Ma quella che si perde è la dimensione “di senso e significato, cioè la dimensione spirituale. Le principali richieste di eutanasia nascono dalla perdita del significato e del senso”.
Ed ha portato la sua personale esperienza anche Donatella Piccione, direttrice Casa di Riposo Sant’Angela Merici di Siracusa: “Ogni giorno dobbiamo essere all’altezza di rispondere ai bisogni delle persone che bussano alle nostre porte, di tutte le persone, senza distinzione alcuna, a partire proprio dai più fragili e deboli, da coloro che costituiscono le periferie esistenziali. Nelle strutture della Fondazione Sant’Angela Merici la persona non è solo accolta, curata o guarita: ma è “rigenerata” con amore. Rigenerata anche quando si presenta il momento di dovere accompagnare le persone anziane alla morte, dove lo sforzo per donare sollievo, speranza e consolazione all’anziano morente, diventano la priorità; dove l’attenzione è rivolta anche a dare coraggio e sostegno ai familiari. Ogni giorno mi accorgo che i nostri ospiti mi aspettano con affetto. Il loro sorriso e il loro sguardo mi danno la forza necessaria per affrontare la giornata lavorativa che, a volte, è molto pesante perché si cammina tra la sofferenza. Posso dire che con loro sperimento le parole di San Francesco: “è dando che si riceve”.
Infine Teresa Burgio dell’Unitalsi, l’associazione cattolica che si dedica al servizio degli ammalati e delle persone disabili, soprattutto, per accompagnarli a Lourdes e nei vari santuari italiani e internazionali. “Ne faccio parte da quando avevo 15 anni, ero stata promossa a scuola e un mio cugino mi volle regalare una vacanza alternativa, ovvero, una vacanza con l’Unitalsi alla Villa San Metodio a Canicattini Bagni, diciamo che mi ha fatto un regalo per tutta la vita, perché da quel momento l’associazione è diventata parte integrante della mia vita. L’anno successivo anche mia sorella e mio fratello hanno iniziato questo servizio, che con gli anni è diventato rapporto di amicizia, con le persone che avevano bisogno delle nostre mani, dei nostri piedi e della nostra voce. Non pensavamo che la disabilità arrivasse anche a casa nostra ed, invece, è arrivata con Elena. Elena è mia nipote, la figlia di mio fratello, una bambina di 15 anni, tetraplegica e non parla, ma attraverso la sua mimica facciale ci trasmette le sue emozioni. Penso che il Signore ci abbia fatto conoscere l’associazione per prepararci ad accogliere Elena, non è una situazione facile, per le sue condizioni di salute, per l’organizzazione quotidiana, ma grazie alla fede la viviamo come dono. Lei è certamente la persona più importante della nostra famiglia, Elena non saprà mai quanto amore è in grado di donare un suo sorriso, non saprà mai che la sua presenza è grazia e, non saprà mai, che grazie a lei, comprendiamo che la vita vale sempre la pena di essere vissuta”

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In Cattedrale si celebra la Giornata nazionale per la Vita

La morte non è mai una soluzione

“La morte non è mai una soluzione” è il tema scelto dalla Conferenza Episcopale Italiana per celebrare la 45a Giornata Nazionale per la Vita domenica 5 febbraio.
Attraverso una lettura contestatrice della cultura di morte, che si insinua a tutti i livelli, siamo invitati a una profonda riflessione etica ricordandoci che «Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte» (Sap 1,14). Compito quindi di tutti i cristiani è difendere e sostenere la vita in tutte le sue manifestazioni” spiegano i responsabili dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia, mons. Salvatore Marino, con Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro.
Poiché la Giornata per la Vita coincide con la Festa di Sant’Agata, che vedrà la presenza di tutti i vescovi di Sicilia presso la Cattedrale di Catania, a Siracusa l’evento celebrativo diocesano è stato anticipato a sabato 4, alle ore 17.00.
Dopo l’accoglienza in via Minerva si procederà verso la Cattedrale dove avranno luogo gli interventi di Salvo Sorbello, Presidente del Forum delle associazioni familiari della provincia di Siracusa; Gabriele Burgio, presidente sezione Unitalsi Sicilia orientale; Giovanni Moruzzi, Responsabile UOSD Hospice Cure Palliative ASP Siracusa e Donatella Piccione, direttrice Casa di Riposo Sant’Angela Merici di Siracusa. Alle ore 18.30 la celebrazione eucaristica che sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto. L’Ufficio pastorale per la famiglia ha invitato tutte le realtà parrocchiali ed ecclesiali a promuovere per domenica le attività in parrocchia.
Un titolo molto forte e intrigante – ha spiegato mons. Salvatore Marino -. Un modo per mettere in risalto la necessità di avere una mentalità propositiva e aperta al futuro. Vivremo la giornata con due momenti: uno aggregativo nel passaggio da piazza Minerva alla Cattedrale. E poi abbiamo chiesto ad alcune persone una testimonianza nel servizio alla vita. La vita è una realtà complessa. L’arcivescovo, che ci accompagna in questo cammino, ha voluto anticipare la giornata proprio per fare una riflessione adeguata. La nostra società risolve i problemi eliminandoli. La proposta è trovare forme di sostegno alla soluzione dei problemi per far crescere le persone. Accettare questo superamento della morte come soluzione dei problemi”.

L'arcivescovo, mons. Francesco Lomanto, ha indetto l'Anno Mariano

Le lacrime della Madonna segno della compassione di Dio

Sul tema suggerito dalle parole di Papa Francesco: «Le Lacrime della Madonna sono un segno della compassione di Dio», l’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto, ha indetto l’Anno Mariano dal 25 marzo all’8 dicembre 2023 in occasione del 70esimo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa.
Porremo al centro della vita delle nostre Comunità parrocchiali il messaggio delle Lacrime di Maria e invito sin d’ora a prestare, durante quest’anno, una particolare attenzione alla cura delle famiglie, di quanti sono nella sofferenza e abitano le periferie esistenziali – ha spiegato l’arcivescovo -. Esorto ad un’intensa vita di preghiera, specialmente liturgica, ricorrendo con frequenza alla recita del S. Rosario, specie nelle famiglie, offrendo particolari momenti di catechesi e di lectio divina, favorendo i fedeli a disporsi all’incontro frequente con la Misericordia di Dio nel Sacramento della Riconciliazione. Chiuderemo l’Anno Mariano nella solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria 2023. In quel giorno, tutte le Comunità Parrocchiali saranno chiamate a consacrare le famiglie alla Madonna delle Lacrime“.

Mons. Lomanto ha ricordato nella sua lettera quanto avvenne dal 29 agosto al 1 settembre 1953: “La Madonna ha visitato la nostra Chiesa di Siracusa con il dono delle sue sante Lacrime versate attraverso un’effigie che ne raffigura il Cuore Immacolato e Addolorato. In quei giorni, Ella ha pianto nell’umile abitazione di due giovani sposi, Angelo e Antonietta, i quali attendevano, con trepidazione, la nascita di un figlio messa a rischio da una grave malattia. La preghiera della giovane mamma — «salva mio figlio e poi fai di me quello che vuoi» — fu accolta dalla Madonna con il segno delle sue Lacrime, la guarigione immediata della mamma e la nascita del figlio Mariano Natale, il 25 dicembre 1953. Il pianto di Maria mosse la pietà dei fedeli che accorsero numerosissimi presso quell’umile casa, ottenendo innumerevoli grazie spirituali e materiali. Un attento esame scientifico del liquido sgorgato dagli occhi di quell’immagine della Madonna sancì che si trattava di «lacrime umane». Il 12 dicembre 1953, l’Episcopato Siculo riconobbe l’origine soprannaturale dell’evento auspicando la costruzione di un Santuario che ne perpetuasse la memoria. Il venerabile Pio XII, con Radiomessaggio del 7 ottobre 1954, manifestava la sua commozione per l’evento della Lacrimazione della Madonna di Siracusa con queste parole: «Non senza viva commozione prendemmo conoscenza della unanime dichiarazione dell’Episcopato della Sicilia sulla realtà di quell’evento. Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre né dolore né mestizia; ma Ella non vi rimane insensibile, che anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano, cui fu data per Madre, allorché dolorosa e lacrimante sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliuolo. Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime?». Il Santo Papa Giovanni Paolo Il, il 6 novembre 1994, consacrando e dedicando il Tempio mariano di Siracusa, ha consegnato alla Chiesa di Siracusa una specifica missione: «Santuario della Madonna delle Lacrime, tu sei sorto per ricordare alla Chiesa il Pianto della Madre». Il 29 agosto 2019, il Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, Sua Eccellenza Mons. Salvatore Gristina, ha elevato la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime a Santuario Regionale. Il Santo Padre Francesco sovente richiama la Chiesa al valore del Pianto della Madre e, il 25 marzo 2022, implorando la Madonna delle Lacrime perché allontanasse la crudeltà della guerra e donasse pace al mondo, ha consacrato al Cuore Immacolato di Maria i popoli dell’Ucraina e della Russia. Il 23 aprile 2022, il Papa ha poi parlato dell’attualità delle Lacrime della Madonna dicendo «Quando Maria piange, le sue lacrime sono segno della compassione di Dio» [Incontro con la Comunità Pastorale Madonna delle Lacrime di Treviglio (BG), 22 aprile 2023]”.

Quest’anno ricorre il 70esimo anniversario della prodigiosa Lacrimazione della Madonna. Un’occasione di rinnovamento spirituale e di approfondimento dell’arcano linguaggio delle Lacrime di Maria SS.ma a Siracusa.

La nostra Arcidiocesi vivrà l’Anno Mariano dal 25 marzo all’8 dicembre 2023. Esso caratterizzerà il cammino sinodale e ci condurrà verso il MDCCXX Anniversario del martirio della Vergine e Martire siracusana Santa Lucia, nel 2024, e, a seguire, il Giubileo dell’Anno Santo del 2025 «Pellegrini di speranza». Celebreremo l’apertura dell’Anno Mariano nella solennità dell’Annunciazione del Signore – ha scritto l’arcivescovo Lomanto – con una Concelebrazione Eucaristica presso la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. Fulcro del cammino saranno i giorni anniversari del 29, 30, 31 agosto e l settembre 2023. Il 6 novembre 2023 — XXIX Anniversario della Dedicazione e Consacrazione della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime — presiederò una Concelebrazione durante la quale rinnoveremo la Consacrazione della nostra Chiesa siracusana al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, implorando la conversione del cuore e il perdono dei peccati”.

Durante l’Anno Mariano sarà possibile ottenere i benefici dell’indulgenza plenaria.

Esorto tutte le Comunità Parrocchiali e le realtà ecclesiali – ha concluso l’arcivescovo – a recarsi in pellegrinaggio presso la Basilica Santuario di Siracusa, dove è esposta alla venerazione dei fedeli l’effigie miracolosa che nel 1953 ha versato Lacrime per la salvezza dei figli di Dio e ne custodisce il reliquiario. Su tutti invoco, per intercessione della Madonna delle Lacrime, l’abbondanza delle benedizioni celesti affinché possiamo essere Sanctificati in veritate”.

 

In allegato la lettera di indizione dell’Anno Mariano


Promuovere il bene comune attraverso la verità

Un appuntamento dal carattere regionale che ha riunito a Siracusa giornalisti e operatori della comunicazione, e non solo quelli di orientamento cattolico, ma anche quanti riconoscono l’interesse e l’importanza della proposta di “Parlare con il cuore”. È quanto chiede papa Francesco nel messaggio per la 57esima Giornata delle Comunicazioni sociali diffuso questa mattina. Un invito declinato in Sicilia in un corso di formazione per giornalisti organizzato dall’Ufficio per la Cultura e le Comunicazioni sociale della Conferenza episcopale siciliana, dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia e dall’Ucsi, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siracusa e l’Assostampa provinciale e con il settimanale diocesano “Cammino” e la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime.
Il tema del convenire ha riguardato la necessità di fare della “cronaca dell’uomo” una “storia per l’Umanità”.
L’appuntamento si è aperto con un momento di preghiera ai piedi della Madonna delle Lacrime, guidato da mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa e delegato Cesi per le Comunicazioni sociali, e culminato con la preghiera del giornalista che lo stesso presule ha composto.
“Nel giorno della festa di San Francesco di Sales, desidero rivolgere un cordiale saluto e augurio a tutti i giornalisti, agli operatori della comunicazione sociale in Sicilia – ha detto l’arcivescovo di Siracusa -. Prendendo spunto dalle parole di Papa Francesco nel tema della 57esima Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, in cui ci invita a parlare con il cuore, desidero augurare a tutti di vivere nella verità, di accogliere la verità, di annunciare e trasmettere la verità del Vangelo con la dignità della professione. Portare tutti a un cammino di progresso, di civiltà fondato sulla giustizia, sulla verità del Vangelo, promuovendo la partecipazione e la corresponsabilità di tutti alla ricerca, alla custodia del bene comune. Diventiamo noi stessi la parola di verità, di vita e salvezza e attraverso il nostro servizio offriamo un cammino di progresso e civiltà fondato sulla Parola del vangelo per promuovere il bene comune di tutti attraverso il servizio e la comunicazione della verità”.
Al centro della giornata di riflessione che si è svolta nel salone del Santuario mariano, l’intervento di Salvo Noè, psicoterapeuta e scrittore, autore del libro “La Paura come dono”, frutto di un colloquio con il papa. Ha aiutato la riflessione su “comunicazione, relazione e ottimismo“. “Dietro e dentro ogni notizia – ha detto – c’è un aspetto comunicativo e uno relazionale: il primo ci chiede di raccontare quanto mi è stato detto, l’altro mi fa dire e raccontare quello che ho provato“. Ha definito “la differenza tra dire e chiacchierare“, tra “segnalazione e lamento”, tra “denuncia e indignazione”. L’invito ai giornalisti è stato allora: “Intervistate per una soluzione, ma non per sostare nel problema, nella sofferenza. Certo – ha detto – bisogna conoscere le paure che abbiamo, che ci sono, che insistono nella vita di ciascuno di noi e di noi tutti insieme, le paure delle nostre comunità e della nostra società, ma occorre una venatura verso la soluzione, appunto“.
Tra gli interventi quelli di Salvatore Di Salvo, segretario nazionale Ucsi e tesoriere dell’OdG Sicilia; Orazio Mezzio, direttore del settimanale diocesano “Cammino”; Prospero Dente, segretario dell’Assostampa di Siracusa; Aldo Mantineo, componente del Consiglio disciplinare territoriale dell’Odg Sicilia e componente del Corecom Sicilia.
Per don Arturo Grasso, direttore dell’Ufficio CESi per le Comunicazioni sociali, “chiedere alla nostra esperienza di farsi storia, non significa farne un semplice ricordo o cronaca ma farlo essere una testimonianza del nostro vissuto che diventa comunicazione e comunione della mia esistenza insieme al mio prossimo, che oggi è anche social. Essere testimone significa essere nella storia anche nell’attuale scenario digitale e quindi significa abitare la contemporaneità e raccontarla attraverso i media che ringrazio perché quotidianamente svolgono un impegno delicato e importante. L’Amore, secondo il mio parere, è la massima modalità di comunicazione della Notizia e, per noi cristiani, della Buona Notizia; l’Amore è quindi il luogo comunicativo da abitare per la trasmissione del messaggio evangelico“.
 

 

Festa delle reliquie per la dedicazione della Cattedrale

Venerdì 13 gennaio, esposizione straordinaria simulacro di Santa Lucia e Festa delle Reliquie. Il ricordo del terremoto del 1693 diventa la festa delle Reliquie con il coinvolgimento delle portatrici delle reliquie di Santa Lucia. Un momento atteso dai tanti fedeli per chiedere l’intercessione della patrona.
Il programma prevede alle ore 16.30 l’apertura della nicchia nella cappella della Chiesa Cattedrale. Subito dopo processione delle portatrici che porteranno all’altare maggiore le Reliquie. Seguirà la meditazione di mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale, su Maria e Lucia. Quindi la recita del rosario animato dalle portatrici, la coroncina di Santa Lucia e la messa alle ore 18,00 che sarà presieduta dall’Arcivescovo, mons. Francesco Lomanto. La Festa si concluderà con la chiusura della nicchia. “Rappresenta per noi tutti – ha spiegato il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Giuseppe Piccione – anche un modo per ringraziare per come si è svolta la festa“.
La Festa delle Reliquie nasce anche nel ricordo dell’anniversario della dedicazione della Chiesa Cattedrale, che si celebra il 9 gennaio.
Come ha ricordato l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nella sua omelia lunedì scorso la “dedicazione della Chiesa è il segno della nostra consacrazione a Dio. Lʼuomo è il vero tempio di Dio. Lo spirito umano ha la capacità di aprirsi sempre di più, fino ad accogliere l’infinito, nella misura che l’anima vive l’amore, la carità divina che è preveniente, universale (aperta a tutto e a tutti) e totale“. L’arcivescovo ha evidenziato: “siamo la dimora di Dio, per essere lo strumento di Dio, la luce di Dio, la sua parola. Viviamo la carità, per dare al Signore la massima gloria, di farlo cioè vivere in noi ed essere tempio vivo della sua gloria, sacramento vivo della sua presenza“. E poi rivolgendosi ai presbiteri ha detto: “Facciamo sempre più spazio a quello che il Signore ci chiede. Viviamo il nostro ministero presbiterale nel segno dell’unità e della gratuità dell’amore di Dio per trasmettere e garantire la verità del Vangelo che ci fa liberi, per guidare il popolo di Dio alla salvezza e alla santità, per dare compimento nella celebrazione eucaristica allʼofferta di vita dei fedeli. La Chiesa ha anche la specifica missione di adunare gli uomini che vivono nel tempo. La Chiesa è sacramento della presenza di Dio nella storia e ripresenta ogni giorno il mistero dell’Incarnazione divina. La Chiesa, mentre vive nel culto la dimensione verticale del suo rapporto con Dio, nello stesso tempo esprime nella carità missionaria la dimensione orizzontale del suo rapporto con gli uomini“.
Infine un invito: “In ambito pastorale, si promuova sempre più, per i piccoli e per i grandi, per i giovani e per gli adulti, per i gruppi e per le famiglie, nelle parrocchie e nelle associazioni, una catechesi come educazione alla fede, insistendo con l’appello alla conversione e con la proposta della vocazione alla santità come elemento costitutivo della vita della Chiesa e della missione pastorale. Doniamo Dio agli uomini, restituiamo loro la fede in Cristo, trasmettiamo la verità del Vangelo. Realizziamo in noi il mistero di Dio per comunicarlo agli altri, per offrire al mondo un cammino di rinnovamento e di speranza fondato sul Vangelo“.

Dedicazione della Chiesa Cattedrale

Lunedì 9 gennaio ricorre l’anniversario della Dedicazione della Chiesa Cattedrale. Alle ore 18.00, in Cattedrale, l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, presiederà una celebrazione eucaristica.
Si tratta di una data importante: nel calendario liturgico è segnata come Solennità per la comunità diocesana.
Una ricorrenza che rappresenta un momento particolarmente significativo per la vita della Diocesi: è la festa propria della comunità diocesana che riconosce nella Chiesa Cattedrale il segno dell’unità e della comunione col Vescovo. La Cattedrale è segno di ciò che siamo chiamati ad essere: Tempio vivente di Dio, capace di far risplendere nel mondo la grazia del Signore ed accogliere tutti coloro che sono alla sua ricerca.