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I vescovi di Sicilia accanto alla Chiesa di Monreale

I Vescovi di Sicilia esprimono a mons. Michele Pennisi, alla Chiesa di Monreale e, particolarmente, alla comunità di Corleone, un sentimento di solidarietà accompagnato da una forte condanna per il gesto vile e violento che li colpisce e addolora. Tre giorni fa un incendio ha bruciato il portone d’ingresso della chiesa Sant’Agostino, a Corleone, alla vigilia della festa liturgica di San Leoluca. In una nota la Conferenza episcopale siciliana ha espresso vicinanza alla Chiesa monrealese e ha condannato il gesto.
“I Vescovi auspicano che l’invito a convertirci e credere al Vangelo sia accolto anche dagli autori di questo riprovevole gesto. Il santo patrono Leoluca accompagni tutti noi nel cammino verso la Pasqua di vita nuova nel Signore Risorto”.

Sussidio per il tempo di Quaresima dell'Ufficio liturgico della CEI

Cristo, mia speranza, è risorto

Un sussidio per vivere il tempo di Quaresima. L‘Ufficio Liturgico Nazionale della CEI ha prodotto una serie di proposte dedicate alle comunità parrocchiali.

“Il sussidio liturgico-pastorale “Cristo, mia speranza, e risorto” dedicato al Tempo di Quaresima-Pasqua – spiega il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Massimo Di Natale – è stato pubblicato online al seguente link: https://liturgico.chiesacattolica.it/quaresima-pasqua-2021-sussidio-liturgico-pastorale/
Nel sito web sono disponibili un file pdf per la stampa e uno con le tracce audio dei canti consigliati, per favorire, mediante l’ascolto, la preghiera e la meditazione. Il sussidio consta di tre parti con riflessioni sul cammino quaresimale, la presentazione delle Orationes super populum per il tempo di Quaresima (una delle novità della terza edizione del Messale Romano), la riflessione sul canto della sequenza pasquale, «Alla vittima pasquale». Sono presenti, inoltre, alcuni schemi di celebrazioni domestiche per la preghiera della famiglia in casa nelle domeniche di Quaresima, una celebrazione comunitaria nel tempo di Quaresima, «Cristo mia speranza», uno schema di Via Crucis per la comunità, «Non piangete per me…», una celebrazione vigiliare della luce nel tempo di Pasqua, «O Dio, che crei e rinnovi tutte Ie cose».

Questo strumento voluto dal direttore nazionale don Mario Castellano “può senz’altro aiutarci a vivere intensamente questi tempi, consapevoli come scrive il Papa che «Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr. Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno, “pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]” (1Pt 3,15)»”.

“Un sogno sociale” di Carillo al San Metodio

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio in collaborazione con l’Ufficio Diocesano Insegnamento Religione Cattolica invita all’incontro su Un sogno sociale: il pensiero filosofico nell’ambito dell’Itinerario formativo Pensare la casa comune attraverso l’Esortazione post-sinodale Querida Amazonia di papa Francesco.

L’incontro, in collegamento a distanza, avrà luogo venerdì 26 alle ore 18.30. Interverrà il prof. Gennaro Carillo, docente di Storia del pensiero politico, Università di Napoli. E’ possibile richiedere il link d’accesso alla riunione virtuale inviando un’email a info@sanmetodio.eu entro le ore 16.00 del giorno dell’incontro. Chi ha partecipato agli incontri precedenti riceverà l’invito in automatico.

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Raccoglimento, preghiera e carità per vivere la Quaresima

Il tempo quaresimale ci offre un forte richiamo a vivere in questa presenza di Dio attraverso il raccoglimento interiore, la preghiera e la carità“.

Lo scrive l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel suo messaggio ai presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, e alla comunità diocesana nell’iniziare il cammino quaresimale che condurrà alla celebrazione della Pasqua del Signore.

La Quaresima è un tempo di rinnovamento spirituale, che ci apre a un incontro nuovo con Dio e ci consente di rigenerare il nostro spirito per prepararci alla Pasqua e rispondere all’esigenza della santità. Dio si dona a noi e noi possiamo accoglierlo nella misura in cui prestiamo attenzione alla sua presenza e ci impegniamo più seriamente a vivere davanti a Lui” scrive l’arcivescovo indicando le tre direttrici.

Il raccoglimento interiore

E’ un tempo di particolare raccoglimento interiore che è l’esercizio fondamentale per rimanere nella Presenza di Dio. La vita del cristiano è Dio solo. La presenza di Dio ci conduce nel deserto e fa il vuoto di tutto per unirci alla sua Santità. La santità non consiste nelle tante opere umane, ma nell’intensità della nostra unione con Dio, nella profondità del nostro essere in Lui, nella presenza reale di Dio compiuta dallo Spirito, che si impone al nostro spirito così da farci sentire meno pressanti le seduzioni di questo, mondo. Il cammino di perfezione cristiana implica la libertà interiore da tutti i poteri delle passioni, per vivere l’adesione a Dio e la nostra apertura all’azione della sua Grazia. La nostra unione con Dio ci consente così di acquistare il dominio di noi stessi che si esprime nella pace, nella gioia e nell’amore, quali doni del Signore Risorto.

La preghiera

La preghiera è un entrare in rapporto con Colui che è totalmente altro e tutto trascende, ma che ci ascolta e dà senso alle nostre domande esistenziali. La preghiera, quindi, ci dà il senso dell’alterità di Dio, ma anche della sua prossimità.
Il cammino di perfezione nella preghiera segna il progresso nella via della santità: quanto più cresce la nostra adesione a Cristo, tanto più raggiungiamo la vetta della santità. La preghiera cristiana possiede una importante gradualità. Da quella interessata, molteplice e utilitaria, con la quale domandiamo tante cose a Dio, ogni cristiano deve giungere all’ascolto e al dialogo con Dio, per arrivare al vertice della preghiera, meno utilitaristica e più spirituale. La perfezione della preghiera è nella pura lode che non ha più bisogno neanche di parole, perché è Dio che parla dentro di noi, e il silenzio diventa lo spazio in cui si scopre che basta stare alla presenza di Dio. Nella vita di preghiera si consuma la profonda unione con Dio e con la Chiesa. Comprendiamo, allora, che essa è veramente il ministero più alto dell’amore che salva.

La carità

Vivere la preghiera come santità di vita significa divenire segno della presenza di Dio, per donare al mondo il suo amore. Cristo è dove ama. Ed Egli ama tutti gli uomini. Ed è presente là dove c’è uno che Egli ama e che accoglie il suo amore. Il cammino di adesione e trasformazione in Colui che ci ha scelto comporta fare spazio a Dio, realizzare l’alta misura della vita cristiana, aprirsi alla dimensione dell’amore di Dio, ossia del tutto («Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente», Mt 22,37), del sempre («Se uno vuoi venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno là sua croce e mi segua», Le 9,23) e del di più («Mi ami più di costoro?», Gv 21,15). Ciò vuol dire realizzare il nostro dono a Dio nel dono ai fratelli, che implica soprattutto il dono della nostra vita, il dono della nostra amicizia, il dono del nostro rapporto di fraternità che ci lega indissolubilmente l’uno all’altro.


Il rito di imposizione delle ceneri

L’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus continua a richiedere una serie di attenzioni che si riflettono anche in ambito liturgico. In vista dell’inizio della Quaresima, mercoledì 17 febbraio, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha pubblicato una Nota contenente le disposizioni cui dovranno attenersi i celebranti nel rito di imposizione delle Ceneri.

Dopo aver benedetto le ceneri e averle asperse con l’acqua benedetta, il sacerdote – precisa la nota – si rivolge ai presenti recitando “una volta sola per tutti la formula come nel Messale Romano: “Convertitevi e credete al Vangelo», oppure: “Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai”. Quindi, prosegue la nota, “il sacerdote asterge le mani e indossa la mascherina a protezione di naso e bocca, poi impone le ceneri a quanti si avvicinano a lui o, se opportuno, egli stesso si avvicina a quanti stanno in piedi al loro posto”. Il sacerdote, si conclude, “prende le ceneri e le lascia cadere sul capo di ciascuno, senza dire nulla”.

 

Imposizione delle ceneri in tempo di pandemia
Pronunciata la preghiera di benedizione delle ceneri e dopo averle asperse con l’acqua benedetta, senza nulla dire, il sacerdote, rivolto ai presenti, dice una volta sola per tutti la formula come nel Messale Romano: «Convertitevi e credete al Vangelo», oppure: «Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai».
Quindi il sacerdote asterge le mani e indossa la mascherina a protezione di naso e bocca, poi impone le ceneri a quanti si avvicinano a lui o, se opportuno, egli stesso si avvicina a quanti stanno in piedi al loro posto. Il sacerdote prende le ceneri e le lascia cadere sul capo di ciascuno, senza dire nulla.

 

Dalla Sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Ritiro di Quaresima per i presbiteri

Giovedì prossimo, 18 febbraio, alle ore 10,00 nella Cripta del Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa avrà luogo il Ritiro spirituale di Quaresima per i presbiteri. L’incontro si svolgerà subordinatamente ai provvedimenti anti Covid-19 adottati dalle Autorità, secondo le modalità di quelli precedenti, nel rigoroso rispetto delle prescrizioni sanitarie.

Il ritiro conclude il percorso dei quattro incontri di vicariato di Lentini, Siracusa, Floridia e Augusta precedentemente convocati dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto.

Il Papa ricorda i 21 cristiani uccisi: sangue e coraggio di gente santa

In un videomessaggio Francesco si unisce alla commemorazione del martirio dei 21 cristiani trucidati sei anni fa dal sedicente Stato islamico. “Sono i nostri Santi, Santi di tutti i cristiani”. Il video della loro uccisione venne diffuso il 15 febbraio 2015.

La fila di 21 cristiani, 20 copti ortodossi egiziani e un ghanese, vestiti di tute arancioni, inginocchiati su una spiaggia di Sirte, in Libia. Era stato detto loro che se avessero rinnegato la fede si sarebbero salvati. Non lo fecero. Vennero sgozzati dai terroristi in uniformi nere del sedicente Stato islamico. Quel giorno di febbraio del 2015 è rimasto scolpito anche nel cuore di Papa Francesco che in un videomessaggio ha voluto ricordare la testimonianza di fede di questi “battezzati cristiani con l’acqua e lo Spirito, e quel giorno battezzati anche con il sangue”. Già dal 2015 il patriarca ortodosso Tawadros ha inserito i loro nomi nel “Sinassario”, l’equivalente orientale del martirologio romano, venerandoli come santi. “Sono i nostri Santi”, afferma il Papa, “Santi di tutte le confessioni e tradizioni cristiane. Sono coloro che hanno imbiancato la loro vita nel sangue dell’Agnello”. Sono del popolo fedele di Dio.

Dalla fede semplice il dono più grande

Cuore del videomessaggio è proprio la loro fede e la testimonianza di Gesù che hanno offerto. Erano uomini normali, nota il Papa, andati a lavorare all’estero per sostenere le loro famiglie, per portare a casa il pane “con la dignità del lavoro”. Padri di famiglia, con il desiderio di avere dei figli.

E questi uomini hanno dato testimonianza di Gesù Cristo. Sgozzati dalla brutalità dell’Isis, morivano dicendo: “Signore Gesù!”, confessando il nome di Gesù. E’ vero che c’è una tragedia, che questa gente ha lasciato la vita sulla spiaggia; ma è vero anche che la spiaggia è stata benedetta dal loro sangue. Ma ancora di più è vero che dalla loro semplicità, dalla loro fede semplice ma coerente hanno ricevuto il dono più grande che possa ricevere un cristiano: la testimonianza di Gesù Cristo fino a dare la vita.

La forte testimonianza di fede dei 21 copti ortodossi a cinque anni dal martirio

Ringrazio voi, ventuno Santi, Santi cristiani di tutte le confessioni, per la vostra testimonianza. E ringrazio Te, Signore Gesù Cristo, per essere così vicino al tuo popolo, per non dimenticarlo.

Debora Donnini
Città del Vaticano
(Da VaticanNews)

Vergottini al San Metodio tra Paolo VI e Francesco

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio in collaborazione con l’Ufficio Diocesano Insegnamento Religione Cattolica invita all’incontro su Il frutto della guerra. Riflessioni di Paolo VI e Francesco nell’ambito dell’Itinerario formativo Pensare la casa comune attraverso l’Esortazione post-sinodale Querida Amazonia di papa Francesco.

L’incontro, in collegamento a distanza, avrà luogo venerdì 12 alle ore 18.30. Interverrà il prof. Marco Vergottini, docente di Teologia, facoltà Teologica del Triveneto. E’ possibile richiedere il link d’accesso alla riunione virtuale inviando un’email a info@sanmetodio.eu entro le ore 16.00 del giorno dell’incontro. Chi ha partecipato agli incontri precedenti riceverà l’invito in automatico.

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La giornata dell’ammalato in Santuario

«Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8)
E’ stata celebrata oggi, memoria delle apparizioni della Madonna a Lourdes, al Santuario della Madonna delle Lacrime la Giornata mondiale dell’Ammalato. L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha presieduto la celebrazione eucaristica alla presenza dei volontari e delle volontarie delle associazioni Avo, Avuls,  dell’Unitalsi Sottosezione di Siracusa.
Al termine della Santa Messa, gli operatori della Pastorale della Salute, insieme a tutti i fedeli, hanno recitato l’atto di affidamento alla Madonna delle Lacrime in comunione con gli ammalati.

Bando di servizio civile alla Caritas diocesana

La Caritas Italiana anche quest’anno ha aderito al Bando del Servizio Civile Universale e nello specifico la Caritas Diocesana partecipa con due progetti rivolti ai giovani di età compresa tra  18 e i 28 anni, dal titolo Una Voce amica e Vogliamo Studiare!

Il primo progetto persegue l’obiettivo generale di contrastare qualsiasi forma di povertà economica e sociale puntando al miglioramento dei servizi offerti dal Centro di ascolto diocesano. Il secondo progetto delinea percorsi di accompagnamento formativo per gli studenti, suscettibili di abbandono scolastico e che fanno parte di famiglie disagiate, attraverso attività di supporto scolastico ed animazione culturale.

In questo periodo di difficoltà, dovuta alla mancanza di relazioni, causata anche dalle normative a contenimento della pandemia da Covid, è bello pensare ai giovani che si mettono al servizio dei più fragili e desiderosi di vivere un’esperienza assai formativa dal punto di vista umano” ha spiegato il direttore della Caritas diocesana, don Marco Tarascio.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito della Caritas Diocesana all’indirizzo www.caritassiracusa.com oppure è possibile contattare la segreteria all’email centroascolto@caritassiracusa.comLa scadenza delle domande è per giorno 15 febbraio.