Scommettiamo su una Chiesa capace di vivere la comunione autentica

Occorre scommettere su una Chiesa capace di vivere la comunione autentica, anche attraverso una valorizzazione degli organismi già esistenti. Occorre puntare sul primato della Parola, creando occasioni di ascolto autentico, che diano vigore e forza all’ordinarietà della vita laicale e sacerdotale. Bisogna, altresì, valorizzare la presenza dei laici, rendendoli protagonisti della vita ecclesiale, anche tramite i consigli pastorali parrocchiali, che sono organi utili di partecipazione.  Infine, occorre costruire una Chiesa capace di farsi compagna di strada, di guardare alla vita delle persone rispondendo al desiderio di bene che c’è in ognuno, e di tessere alleanze con la società civile, per la costruzione di una casa comune“. Sono le prospettive per il futuro del Cammino sinodale dell’Arcidiocesi di Siracusa, delineate dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ed emerse a conclusione della prima tappa del cammino sinodale iniziata il 5 novembre del 2021.
Ieri sera, per la veglia di Pentecoste al Santuario della Madonna delle Lacrime, il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Sebastiano Amenta, ha letto la meditazione dell’arcivescovo Lomanto, assente per motivi di salute. Parole che nascono anche dalla relazione presentata dai referenti diocesani, mons. Maurizio Aliotta, e Valeria Macca. 

“Ci siamo riuniti in preghiera qui al Santuario alla presenza della nostra Madonnina – come la comunità apostolica radunata nel cenacolo con Maria – per invocare il dono dello Spirito offerto da Gesù ai discepoli la sera di Pasqua e cinquanta giorni dopo nella Pentecoste. Come abbiamo ascoltato nel primo brano, tratto dagli Atti degli Apostoli, lo Spirito si manifesta come spirito di vita, di purificazione e di illuminazione, come principio di unità della molteplicità e universalità della Chiesa” sono le parole dell’Arcivescovo. “Il dono dello Spirito ci rende uno con Cristo, uno in lui con tutti, uno in qualche modo con tutta la creazione. Questa unità, ora, si manifesta nellʼamore: ognuno di noi diviene puro amore che si dona. Se noi di fatto non amiamo, è segno che non abbiamo ricevuto lo Spirito e non si è compiuta per noi la redenzione. Il dono dello Spirito crea lʼunità nellʼuomo – spirito e corpo – crea anche lʼunità dellʼuomo con gli altri, crea la Chiesa. E la Chiesa, prima di essere società è la communio sanctorum. La Chiesa è la comunione degli spiriti che vivono una sola fede, una sola carità. La Chiesa, che lo Spirito crea, nasce dallʼintimo prima di tradursi allʼesterno. La Chiesa come società è soltanto traduzione visibile di quello che lo Spirito Santo ha operato nellʼintimo: la comunione degli spiriti nellʼunità della fede e dellʼamore”.

Entrando nel merito del cammino sinodale, mons. Lomanto ha evidenziato: “Abbiamo condotto la prima tappa del cammino sinodale che è iniziata il 5 novembre 2021, qui al Santuario della Madonna delle Lacrime, e che oggi si conclude, per prepararci al secondo anno dellʼascolto. Il cammino svolto ha visto impegnate, a partire dal mese di dicembre dello scorso anno, diverse realtà parrocchiali, associazioni, movimenti ecclesiali, gli Uffici Pastorali diocesani, i presbiteri, le comunità religiose maschili e femminili, e parte del popolo di Dio.

Sono emersi alcuni elementi positivi.
Una delle tappe fondamentali di questa fase è stata la scoperta del metodo della cosiddetta «conversazione spirituale». Altro elemento è stato la volontà dei diversi Uffici Pastorali diocesani di collaborare con iniziative congiunte, per alimentare, in un vero spirito di comunione, la realtà concreta di popolo in cammino. Tutte le realtà coinvolte sono state incoraggiate a vivere i momenti ordinari della vita ecclesiale come particolari occasioni di ascolto.

Sono emersi anche alcuni limiti. Molte realtà ecclesiali sono rimaste indifferenti alla proposta, probabilmente per alcune difficoltà ritenute insormontabili. È stato molto difficile raggiungere le realtà estranee alla comunità ecclesiale, tranne ad esempio il mondo carcerario (attraverso l’opera dei cappellani e di qualche volontario). Ma, con la mediazione dei singoli è stato possibile, in parte, anche ascoltare chi si pone al di fuori del contesto strettamente ecclesiale.

Dal discernimento dei contributi raccolti possiamo individuare: Innanzitutto, una difficoltà di fondo, quella cioè di concepire realmente la Chiesa come popolo che cammina insieme, guidata dallo Spirito. Purtroppo, in molti casi, persiste un’idea di Chiesa gerarchica, dove il presbitero ha un ruolo preminente, dove manca del tutto l’idea del sacerdozio comune, del ruolo importante del laicato. Da questo punto di vista, la scelta dell’ascolto della Parola è stata un passo necessario per vivere in pienezza l’idea di popolo che cammina insieme, che sogna una Chiesa rinnovata.

La lettura delle sintesi diocesane, che ciascuna Chiesa locale sta valorizzando per verificare e ri-orientare le proprie scelte pastorali, ha suscitato la proposta di adottare come icona biblica, per questo secondo anno di ascolto, lʼincontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania. Lʼepisodio lucano può servire anche da griglia per leggere insieme i contenuti emersi e, forse, può aiutare a individuare le priorità su cui proseguire lʼascolto nel prossimo anno”.


In allegato la relazione dei referenti diocesani del Cammino sinodale