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E’ scomparsa Lisetta Piccione, testimone della Lacrimazione

E’ scomparsa all’età di 99 anni Elisabetta Toscano Piccione. Le esequie avranno luogo stamane, alle ore 12.00, in Cattedrale.
Lisetta Piccione è stata protagonista e testimone del miracoloso pianto del quadretto della Madonna delle Lacrime. Donò il Suo fazzoletto intriso delle prodigiose lacrime al Santuario, tutt’ora racchiuso nel reliquiario della Madonna. Moglie dell’avvocato Corrado Piccione, è stata per decenni punto di riferimento per tantissime persone, in particolare donne o ragazze madri, per le quali è stata incarnazione di Carità ed Accoglienza. Tramite varie organizzazioni, in ultimo con il Cirs di cui è stata storica presidentessa della sezione provinciale, ha realizzato molteplici azioni di reinserimento sociale, educativo e riabilitativo, grazie alla sua intelligenza e nobiltà d’animo. Senza clamori e senza riconoscimenti. Diverse le collaborazioni anche con la Caritas Diocesana.

L’arcivescovo Francesco Lomanto, che ha celebrato le esequie, ha detto: “La nostra sorella Elisabetta è in Dio: Contempla il Volto di Dio, sorretta dalla tenerezza della Vergine Santissima che qui in terra ha conosciuto nel suo Pianto – nelle sue Lacrime – e che ora vede nel gaudio del suo sorriso. Lei lascia una traccia profonda di bellezza nella vita della Diocesi, nel cuore di tante mamme e di tante famiglie, nel sentimento della pietà del popolo. Noi la consegniamo al Padre delle Misericordie. E lei, che conosce l’Amore di Dio, implori per noi la Pace, la Grazia e la Misericordia, sostegno del nostro cammino per amare anche noi la vita così come l’ha amata lei”.
Lisetta, il 31 agosto 1953 – incaricata dalla Curia Arcivescovile di Siracusa per la sua affidabilità – si recò con l’inseparabile amica Giovanna Contarella nella casa Iannuso, dove poté vedere la Madonna lacrimare. Nella testimonianza giurata dell’1 ottobre 1953 racconta: “Ebbi il Quadro nelle mani e notai che era completamente asciutto. Insieme con altri ci portammo nella camera da letto della Giusto e posammo il Quadro sul letto; continuai a esaminarlo bene e avendo visto che non lacrimava, delusa lo ricoprii con un pannolino, e dietro le insistenze della Giusto, assieme agli altri astanti e la stessa Giusto uscii dalla camera da letto e ci trattenemmo tutti nella stanza attigua. Non potendo uscire perché la porta era bloccata dalla folla. Dopo circa 10 minuti pensai che fosse il caso di andar via, ma desiderando rivedere ancora una volta il Quadro per essere ancora più certa che non presentasse alcuna anormalità, pregai la Giusto di farmelo rivedere. E così insieme con lei rientrai nella camera da letto. Con le mie mani tolsi il pannolino con cui io stessa avevo ricoperto il Quadro, che stava in posizione orizzontale sul letto e fui sorpresa di vedere il viso della Madonna inondato di lacrime, che evidentemente erano sgorgate da qualche minuto, perché si erano raccolte abbondantemente nelle pieghe del manto e, principalmente, nel cavo del braccio nella piega del gomito. Le asciugai in parte col mio fazzolettino (…)”.
Dopo aver assistito al prodigioso evento, Lisetta amava definirsi una “donna senza fede”, in quanto aveva visto con i suoi occhi le Lacrime della Madonnina, della quale divenne appassionata testimone.

 

 

 

Servizio di Fabio Bolzetta del 1 settembre 2014 andato in onda su TV2000

 

Si celebra domenica La Giornata per la vita

Libertà come strumento per raggiungere il bene

 La Giornata per la Vita vuol essere un’occasione preziosa per sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita: la libertà non è il fine, ma lo “strumento” per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente interconnesso“. Queste le parole del Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana presentando la 43esima Giornata per la Vita che si celebra domenica 7 febbraio.
L’anno appena trascorso ha lasciato un segno indelebile in ognuno di noi, poiché a causa dell’improvvisa pandemia abbiamo sperimentato il restringimento del nostro “campo d’azione” e toccato con mano la finitudine della nostra condizione umana. In poche parole, siamo stati privati della nostra libertà che ancora oggi stiamo sperimentando” scrivono il delegato episcopale mons. Salvatore Marino ed i direttori dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della famiglia Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro. “È auspicabile che ogni parrocchia possa dedicare dei momenti inerenti al tema della giornata, tenendo conto delle restrizioni Covid in atto in questo periodo“. 

Alle ore 10.30 in Cattedrale, avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Francesco Lomanto. Seguiranno interventi e testimonianze da parte di rappresentanti del Forum delle associazioni familiari, di Unicef, di Caritas, del Centro aiuto alla vita e di genitori. L’attore Sebastiano Lo Monaco leggerà alcuni brani.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming attraverso il canale YouTube e la pagina Facebook dell’Arcidiocesi. Ed anche sul digitale terrestre al canale 86, Medical Excellence, e canale 286, Video 66.

“Qual è il senso della libertà? Qual è il suo significato sociale, politico e religioso? Si è liberi in partenza o lo si diventa con scelte che costruiscono legami liberi e responsabili tra persone? Con la libertà che Dio ci ha donato, quale società vogliamo costruire? (…) la vera questione umana non è la libertà, ma l’uso di essa. La libertà può distruggere se stessa: si può perdere! Una cultura pervasa di diritti individuali assolutizzati rende ciechi e deforma la percezione della realtà, genera egoismi e derive abortive ed eutanasiche, interventi indiscriminati sul corpo umano, sui rapporti sociali e sull’ambiente. Del resto, la libertà del singolo che si ripiega su di sé diventa chiusura e violenza nei confronti dell’altro” si legge ancora nel messaggio dei vescovi

Nell’incontro con Cristo Risorto, Via, Verità e Vita, l’uomo è liberato da ogni schiavitù, ritrova se stesso, supera ogni limite, si apre alla vita, adoperandosi con gioia a difenderla e a promuoverla: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32).

Giornata Internazionale della Fratellanza Umana

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 4 febbraio Giornata Internazionale della Fratellanza Umana.

Papa Francesco celebrerà la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana giovedì 4 febbraio in un evento virtuale organizzato dallo Sheikh Mohammed Bin Zayed ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, con la partecipazione del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb; il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, Sheikh Mohammed Bin Zayed e altre personalità. Nella medesima occasione verrà assegnato il Zayed Award for Human Fraternity che si ispira al Documento per la Fratellanza umana. L’incontro e la cerimonia di premiazione verranno trasmessi in diverse lingue dalle ore 14.30 da Vatican News, il portale di informazione multimediale della Santa Sede.

“Questa celebrazione risponde al chiaro invito rivolto da Papa Francesco a tutta l’umanità ad costruire un presente di pace nell’incontro con l’altro”, ha sottolineato il Cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. “Nell’ottobre 2020, tale invito divenne ancora più ineludibile con l’Enciclica Fratelli tutti; tali incontri sono un modo per realizzare una amicizia sociale autentica, come ci ha chiesto il Santo Padre”, ha aggiunto.

La data non è una coincidenza. Il 4 febbraio 2019, nel corso del Viaggio Apostolico del Santo Padre negli Emirati Arabi Uniti, il Papa e il Grande Imam di Al-Azhar (Il Cairo), Ahmad Al- Tayyeb, firmarono il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune. Sua Santità e il Grande Imam hanno dedicato quasi un anno e mezzo alla stesura di questo Documento finché non ne hanno dato annuncio insieme durante una visita di così storica portata.

Il 21 dicembre scorso, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, all’unanimità ha dichiarato il 4 febbraio Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. “In questa fase decisiva della storia dell’umanità, ci troviamo ad un bivio: da una parte, la fratellanza universale nella quale l’umanità gioisce, e dall’altra parte, una estrema povertà che aumenterà le sofferenze e le privazioni dei popoli”, ha sottolineato il Giudice Mohamed Mahmoud Abdel Salam, segretario Generale dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, nel presentare l’Enciclica “Fratelli tutti”, il 4 ottobre 2020.

Guardando al 2022, possiamo prevedere interessanti iniziative per celebrare la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. Far conoscere i contenuti della Fratelli tutti e della Giornata ai presbiteri, ai diaconi, alle equipe pastorali e ai fedeli laici; instaurare un proficuo scambio con i media cattolici e le altre testate giornalistiche; partecipare al dialogo ecumenico e interreligioso; interagire con le Istituzioni civili e con le personalità politiche – tutto questo diverrà un modo di mostrare a tutti la comunione intra-ecclesiale e la grazia sacramentale che ci lega gli uni agli altri e che insieme ci rende un solo corpo cum Petro e sub Petro, mentre celebriamo quella “fraternità e amicizia sociale” a cui ci chiamano l’Enciclica e la Giornata Internazionale della Fratellanza umana” scrive il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, M.C.C.J., presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

Formazione per i ministri straordinari

L’Ufficio liturgico nazionale e l’Ufficio nazionale per la pastorale della Salute promuovono un percorso di formazione per i ministri straordinari della comunione e pastorale della salute. Il corso si svolgerà in modalità telematica. La partecipazione al corso è gratuita ma è necessario effettuare l’iscrizione on line valida per l’intero corso al link: https://salute.chiesacattolica.it/corso-fc3-1-ministri-straordinari-della-comunione-e-pastorale-della-salute/

Cinque gli incontri programmati. Si comincia il 4 febbraio con “Il profilo del msc: identità e ruolo”; giorno 4 marzo su “Il msc e l’Eucarestia: spiritualità eucaristica nel servizio al malato”; il 6 maggio su “La dimensione relazionale: dialogo, comunicazione, ascolto, empatia”; giorno 3 giugno su “La dimensione sanitaria: patologie, dpi”; infine giorno 1 luglio: “Il msc tra dimensione ecclesiale e dimensione pastorale”.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare la segreteria dell’Ufficio: salute@chiesacattolica.it

 

La vocazione politica della filosofia al San Metodio

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio in collaborazione con il Collegio Siciliano di Filosofia invita alla conferenza on line dal titolo La vocazione politica della filosofia.

L’incontro, in collegamento a distanza, avrà luogo venerdì 29 alle ore 18.00 nell’aula virtuale San Metodio. Interverranno il prof. Luca Novara, vice direttore e docente stabile di Filosofia e Teologia Morale ISSR San Metodio, ed il prof. Elio Cappuccio, presidente del Collegio Siciliano di Filosofia e docente di Filosofia ISSR San Metodio. 

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www.sanmetodio.eu

Lʼincontro personale è essenziale per vivere e per raccontare la vera vita

“Il servizio del giornalista impone generosità e abnegazione, correttezza umana ed intellettuale, coraggio e amore alla verità, anche contro i propri interessi personali”. Nella festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, l’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto presiede la celebrazione eucaristica nel Santuario della Madonna delle Lacrime. Si rivolge ai giornalisti, ai quali ha voluto inviare anche un messaggio di auguri come delegato per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Siciliana. «Il “vieni e vedi” è il metodo più semplice per conoscere una realtà. È la verifica più onesta di ogni annuncio, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga» ha detto l’arcivescovo citando le parole di Papa Francesco nel messaggio divulgato ieri per la 55ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali dal titolo: «Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono”.
“Lʼincontro personale è essenziale per vivere e per raccontare la vera vita – ha detto l’arcivescovo -. La comunicazione scaturisce da «una conoscenza diretta, nata dall’esperienza, non per sentito dire». La comunicazione «non cerca di convincere con ragionamenti», ma è un invito a venire e a vedere, lascia liberi e apre allʼesperienza diretta, personale. La parola è sempre profetica, annuncia un evento, che per compiersi nella vita esige lʼandare e il vedere”.
L’arcivescovo ha ribadito l’importanza dell’uso delle parole: “Il potere insito nelle parole può fare la differenza: da come si utilizzano le  parole si costruisce o si distrugge il bene comune. Viceversa, anche il silenzio può avere una forza distruttiva.  Oggi si impone una responsabilità maggiore nella divulgazione delle notizie che richiedono la compresenza di tre elementi: la Verità, la Giustizia e la Carità. Nessuna di queste tre componenti deve mancare se la notizia vuole essere classificata come buona. Le notizie false, superficiali e grossolane possono equivalere a una condanna senza diritto di replica”. E richiamando San Francesco di Sales “che cercò sempre la via del dialogo e della crescita”, il pastore della Chiesa siracusana ha chiesto l’intercessione della Madonna delle Lacrime “che ha comunicato la pura verità dellʼamore di Dio con il linguaggio del suo pianto – sostenga il loro servizio sociale di comunicazione della verità, che vita e speranza degli uomini”.
Ha concelebrato il rettore del Santuario, don Aurelio Russo, consulente  ecclesiastico dell’Ucsi Siracusa. Al termine della messa i giornalisti, tra cui Salvatore Di Salvo della giunta nazionale Ucsi; Santo Gallo, componente dell’Ordine dei giornalisti, e Prospero Dente, segretario provinciale Assostampa, hanno rinnovato l’atto di affidamento alla Madonna delle Lacrime. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio per la Pastorale delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi,dall’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) Sicilia, da Assostampa e dal settimanale Cammino.

Il Papa: raccontare la vita vera, no all’informazione fotocopia

La chiamata a “venire e vedere” è anche “il metodo di ogni autentica comunicazione umana”. È questo il cuore del Messaggio di Papa Francesco per la 55.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema “«Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono”, reso noto oggi, alla viglia della memoria di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. La Giornata cade a maggio 2021 ed è stata celebrata per la prima volta nel 1967. 

Il Messaggio per la Giornata contiene dunque quell’invito che Filippo rivolge a Natanaele – “Vieni e vedi” come narra il brano del Vangelo di Giovanni che ispira il tema – che non consiste nell’offrire ragionamenti ma “una conoscenza diretta”. “Da più di duemila anni – sottolinea il Papa – è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana”. D’altronde “nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona”. Per ogni “espressione comunicativa” che voglia essere onesta, il Papa suggerisce dunque l’invito a “venire e vedere” alla galassia comunicativa di oggi, dai giornali al web, ma anche nella “predicazione ordinaria della Chiesa” come nella “comunicazione politica o sociale”. Forte, quindi, l’attenzione sui rischi di finire in una comunicazione preconfezionata e sempre uguale, “senza uscire mai uscire per strada” per incontrare le persone e verificare. E, in particolare, nel contesto della pandemia il Papa esorta a raccontare anche le vicende delle popolazioni più povere.

Entrando nella viva attualità, il Papa mette in guardia dal rischio di un appiattimento in “giornali fotocopia” o “in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali”, dove le inchieste perdono spazio a vantaggio di “una informazione preconfezionata, ‘di palazzo’”. Un’informazione che, ricorda, “sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società”. Per Francesco, dunque, “la crisi dell’editoria rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer”, “senza più ‘consumare le suole delle scarpe’”.

“Se non ci apriamo all’incontro – prosegue il Papa – rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi”. Tuttavia, evidenzia, ogni strumento è utile solo se mette in circolazione conoscenze che altrimenti non circolerebbero. In particolare si sofferma sulle opportunità e le insidie del web. La rete con i social può moltiplicare la capacità e la velocità di condivisione delle notizie, in un flusso continuo di immagini e testimonianze – ad esempio per le emergenze nelle prime comunicazioni di servizio alle popolazioni – ed essere quindi “uno strumento formidabile”. “Tutti – afferma Francesco – possiamo diventare testimoni di eventi che altrimenti sarebbero trascurati dai media tradizionali” e far “emergere più storie, anche positive”. Esiste, nota, il rischio di una comunicazione social “priva di verifiche”: non solo le notizie ma anche le immagini sono facilmente manipolabili, a volte “anche solo per banale narcisismo”. “Tale consapevolezza critica – asserisce il Papa – spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento”, con responsabilità dei contenuti diffusi e del “controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole” così come, ribadisce, “tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere”.

Nel testo ritorna il riferimento alla buona novella del Vangelo che riaccade oggi “ogni qual volta – dice – riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù”. Si tratta di persone che hanno accettato lo stesso invito “Vieni e vedi” e “sono rimaste colpite da un ‘di più’ di umanità” che traspariva in chi testimoniava Gesù. “Quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso – immagina il Papa – si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare”, e anche quando non poteva essere incontrato di persona, “il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava”. Da qui la sfida che ci attende, “quella – osserva Francesco – di comunicare incontrando le persone dove e come sono”, come ricorda il tema stesso del Messaggio. In modo poi inedito rispetto ai suoi precedenti testi per questa Giornata, il Papa conclude con una preghiera in cui si chiede al Signore di insegnarci “andare là dove nessuno vuole andare, a prenderci il tempo per capire”, “a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità”. Con “la grazia di riconoscere – conclude – le tue dimore nel mondo e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto”.

Debora Donnini
Città del Vaticano
(Da Vaticanews)

Messaggio dell'arcivescovo Lomanto in occasione della Festa di San Francesco di Sales

Il servizio del giornalista impone coraggio e amore alla verità anche contro i propri interessi

Il servizio del Giornalista impone generosità e abnegazione, correttezza umana ed intellettuale, coraggio e amore alla verità, anche contro i propri interessi personali“. E’ uno dei passaggi del messaggio di auguri che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha voluto inviare a tutti i giornalisti che domani celebrano la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Mons. Lomanto, che è delegato per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Siciliana, presiederà domani alle ore 12.00 una celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio per la Pastorale delle Comunicazioni Sociali della Diocesi e dall’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) Sicilia.

La Festa di San Francesco di Sales, scelto quale patrono dei Giornalisti per la sua genialità nel comunicare, è motivo di “incoraggiamento” per quanti sono impegnati nella comunicazione sociale – scrive l’arcivescovo -. Il potere insito nelle parole può fare la differenza: da come si utilizzano le parole si costruisce o si distrugge il bene comune. Viceversa, anche il silenzio può avere una forza distruttiva. Scrive Fernando Pascual: «La stampa può esaltare o può denigrare. Può difendere o può attaccare. Può salvare o affondare. Ma ha una dimensione peculiare che non sempre ricordiamo: può tacere, nascondere, nascondere». 

Il servizio del Giornalista impone generosità e abnegazione, correttezza umana ed intellettuale, coraggio e amore alla verità, anche contro i propri interessi personali.

Papa Francesco, maestro della comunicazione, raccomanda: «Anche quando raccontiamo il male possiamo imparare a lasciare lo spazio alla redenzione, possiamo riconoscere in mezzo al male anche il dinamismo del bene e dargli spazio». “I telai della comunicazione” siano intessuti per cucire insieme i fatti in modo rispettoso della dignità della persona umana. Oggi – poiché la comunicazione è immediata, con la possibilità di arrivare in tutte le case, raggiungendo anche confini planetari – si impone una responsabilità maggiore nella divulgazione delle notizie che richiedono la compresenza di tre elementi: la Verità, la Giustizia e la Carità. Nessuna di queste tre componenti deve mancare se la notizia vuole essere classificata come buona. Le notizie false, superficiali e grossolane possono equivalere a una condanna senza diritto di replica. San Francesco di Sales – che non cedette mai alla tentazione della polemica e della contrapposizione, ma cercò sempre la via del dialogo e della crescita – insegni a tutti a fare buon uso delle parole, affinché diventiamo costruttori e non distruttori del bene comune. Il Santo patrono della comunicazione sociale sia l’ispiratore del bene nella professione di tutti i Giornalisti. La Madonna delle Lacrime – che ha comunicato la pura verità dellʼamore di Dio con il linguaggio del suo pianto – sostenga il loro servizio e protegga tutte le loro famiglie“.


Ordinanza del presidente Musumeci, le celebrazioni liturgiche

In seguito alle nuove misure precauzionali adottate dalle Autorità governative per il contenimento dell’epidemia Covid-19, è necessario il rispetto di alcune prescrizioni da osservare nel periodo compreso tra domenica 17 e domenica 31 gennaio. Come dichiarato dal Presidente della Regione Siciliana e dalle Autorità locali, la situazione allo stato è preoccupante e ciò impone una non indifferente responsabilità nell’aiutare il Popolo di Dio a vivere questi momenti.

Celebrazioni Eucaristiche e celebrazioni liturgiche in genere (sacramenti, adorazioni eucaristiche ecc.): sono possibili a condizione di rispettare le prescrizioni date con i protocolli già in uso. I fedeli possono partecipare, ma a loro carico resta l’obbligo di esibire, su richiesta delle Forze dell’Ordine, l’autodichiarazione. Alla luce della normativa, è fortemente consigliabile che i fedeli si rechino nella chiesa più vicina al luogo di residenza o di domicilio. In tal senso, lunghi trasferimenti come quelli, ad esempio, da un territorio comunale all’altro ben difficilmente possono essere giustificati nei controlli delle Forze dell’Ordine.

Processioni e manifestazioni esterne in genere: sono sospese.

Celebrazioni delle esequie: sono possibili nel rispetto rigido dei protocolli. Per i morti a causa del COVID-19 si pone il problema della quarantena per i familiari e per quanti sono stati a contatto con il malato: ovviamente costoro non possono partecipare alla celebrazione. La responsabilità in tal senso è innanzitutto degli interessati, del medico che certifica e dell’agenzia di pompe funebri. Ai presbiteri si chiede la massima, possibile, vigilanza.

Riunioni dei vari gruppi, anche in chiesa: sono sospese. Si realizzino solo in modalità on-line. 

Catechesi: anche queste sono sospese. Segnalo, comunque, l’iniziativa assunta in alcune diocesi, in analogia delle scuole, di convocare in chiesa – con cadenza ogni due settimane – i bambini per un breve momento di preghiera e di catechesi, ovviamente sempre nel rigido rispetto dei protocolli (uso di mascherine, igienizzazione delle mani, igienizzazione dell’ambiente, distanziamento interpersonale, agevolazione dell’entrata e dell’uscita dalla chiesa allo scopo di evitare assembramenti ecc.). Ciò avviene con piccoli gruppi, evidentemente alternandoli nei giorni feriali. 

Prove del coro: sono sospese per l’inevitabile assembramento che richiedono. Nelle Celebrazioni Eucaristiche il numero dei cantori deve essere ridotto al minimo indispensabile per il rispetto delle particolari distanze da osservare tra i componenti.

Incontri dei Presbiteri: sono sospesi. Consentiti solo momenti di preghiera nelle chiese e nel rispetto dei protocolli.

Convegni di ogni tipo, anche in chiesa: sono sospesi. Possibili in modalità on-line.

Attività di gruppo come “campi” e convivenze in genere (ad esempio con pasti e pernottamenti): sono sospese.

Coprifuoco: sono proibiti gli spostamenti dalle ore 22 alle ore 5 del giorno successivo. Sono comunque fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, alle solite condizioni.

In considerazione delle numerose segnalazioni ricevute, è bene ricordare l’obbligo dell’osservanza delle prescrizioni, ormai ben note, circa l’uso della mascherina e la Comunione Eucaristica: le istruzioni di dare la S. Comunione sulle mani dei fedeli così come l’obbligo di togliere la mascherina solo all’atto di portare la particola in bocca non sono derogabili a discrezione del Presbitero.

 

In allegato i modelli di autodichiarazione