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L’ospitalità nella Bibbia

Si intitola “L’ospitalità nel mondo greco-romano e nella Bibbia” la conversazione che avrà luogo giovedì 17, con inizio alle ore 18,00, sul canale You Tube dell’Arcidiocesi di Siracusa.

L’Ufficio pastorale per la cultura e le comunicazioni sociali ha organizzato questo appuntamento, il primo di un breve ciclo di quattro incontri, per sostenere l’impegno di quanti nella nostra diocesi sono impegnati nelle varie forme di ospitalità e accoglienza attraverso una riflessione che ripropone le motivazioni ideali e dell’ospitalità e dell’accoglienza.

Interverranno Donatella Puliga, docente di Lingua e letteratura latina presso l’Università di Siena, e Carmelo Russo, docente di Esegesi biblica presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania. Introdurrà mons. Maurizio Aliotta, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali. Ad aprire l’incontro sarà l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto.

Sconfiggiamo la globalizzazione dell’indifferenza

Consacriamo alla memoria del nostro popolo l’evento del 18 aprile tramite questo monumento che parli alle nostre menti e ai nostri cuori, per sconfiggere la «globalizzazione dell’indifferenza» (Omelia, Lampedusa, 8 luglio 2013) e ci muova a riconoscere «l’inalienabile dignità di ogni persona umana al di là dell’origine, del colore o della religione, e la legge suprema dell’amore fraterno» (Fratelli tutti, 39)”. Queste le parole utilizzate dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nella Nuova Darsena ad Augusta dove si è tenuta la cerimonia interreligiosa con testimonianze e preghiere cristiane e musulmane per ricordare le vittime della tragedia dell’aprile del 2015 nel Canale di Sicilia e tutti i migranti morti nel Mediterraneo. Quel relitto è stato posto come simbolo di tute le tragedie del mare. 

Memoria e ricordo – ha continuato mons. Lomanto – sono dimensioni molto care alla Sacra Scrittura, al Popolo dell’Alleanza e anche alla Cristianità. Nel Deuteronomio, Mosè dice al suo Popolo: «Guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli» (Dt 4,9-10) e Gesù, perpetuando nei secoli l’atto supremo della redenzione, dice ai suoi: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19; 1Cor 11,23-25). La memoria non è facoltà che coinvolge soltanto la mente, ma anche il cuore: “ri-cordare”, portare nuovamente al cuore, luogo ove simbolicamente si esplica l’anima dell’uomo, la sua vita intima, spirituale e da cui procede il suo agire. Un autore ha scritto «un popolo senza memoria è un popolo senza futuro» (Luis Sepulveda), Papa Francesco, più radicalmente, ha affermato che «un popolo senza memoria non è popolo» (Omelia, Santa Marta, 30 maggio 2016). Così, oggi facciamo memoria “ri-cordando” – riportando al nostro cuore – l’evento luttuoso del 18 aprile 2015, quando 700 nostri fratelli, in ricerca di una vita più dignitosa, trovarono la morte in mare”.

E’ stata lanciata in mare una corona di alloro in memoria di tutti i Caduti. Quindi l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Francesco Lomanto, ha presieduto la celebrazione. Il relitto, dismessa la sua funzione artistica (è stato esposto alla Biennale di Venezia nel 2019 dall’artista Christoph Buchel), assume adesso il suo ruolo di simbolo di tutte le tragedie che hanno riguardato uomini, donne e bambini costretti ad abbandonare le proprie terre per cercare una vita migliore. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato 18 aprile (nato nel 2016, in concomitanza con l’arrivo del relitto ad Augusta), dalla Stella Maris e con la collaborazione dell’Autorità portuale del mare di Sicilia orientale e della Capitaneria di porto. “Assistiamo al naufragio dei diritti: nelle carceri libiche, nell’omissione di soccorso, nella costruzioni di muri anziché di ponti – ha detto Enzo Parisi del Comitato 18 aprile -. Non è un monumento triste e muto, ma un monito verso l’indifferenza dei potenti, un testimone che parla anzi grida di non lasciare affogare le persone ed i diritti“.

Papa Francesco: il Mediterraneo è un grande cimitero, basta indifferenza

“Questo pomeriggio si svolgerà ad Augusta, in Sicilia, la cerimonia di accoglienza del relitto della barca naufragata il 18 aprile 2015. Questo simbolo di tante tragedie nel Mar Mediterraneo continui ad interpellare la coscienza di tutti e favorisca la crescita di una umanità più solidale che abbatta il muro dell’indifferenza. Pensiamo che il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande d’Europa!”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus di oggi in riferimento alla cerimonia che si terrà oggi pomeriggio presso la Nuova Darsena di Augusta.

Saranno commemorate le vittime di tutte le tragedie del mare nel corso di una cerimonia, inserita all’interno dei festeggiamenti della Madonna della Stella maris. Saranno ripercorsi la storia del relitto e anche il significato dell’accoglienza nel porto megarese che ha visto arrivare, in questi anni, migliaia di migranti salvati.
Saranno recitate due brevi preghiere della comunità musulmana di Augusta e della comunità cristiana e alle 19,30 dal mare arriverà anche la Madonna Addolorata. Dopo la benedizione verrà lanciata in mare una corona di alloro in memoria di tutti i Caduti. Seguirà una concelebrazione eucaristica dei sacerdoti di Augusta con l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Francesco Lomanto, e al termine sarà svelata una grande croce posta vicino al Barcone. L’Addolorata sarà posta accanto, in un abbraccio virtuale e simbolico con tutte le vittime.

 

 

Riapre la chiesa Sant’Antonio Abate a Cassaro

Ha riaperto la chiesa di Sant’Antonio Abate a Cassaro. Dopo un anno e mezzo di chiusura dovuta al restauro con la sostituzione del manto e alla facciata, le porte della chiesa di Sant’Antonio sono state aperte con una celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Alfio Gibilisco e alla presenza del sindaco Mirella Garro.

La festa di san Sebastiano nel registro eredità immateriali

La festa di San Sebastiano è stata inserita nel Registro delle eredità immateriali della Regione Siciliana. La decisione è stata deliberata dalla commissione istituita dall’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana,
Alberto Samonà, presso il Centro regionale per il catalogo.
Un grande riconoscimento per la città di Melilli: “A festa i Maju”, il rito che  celebra la festa patronale di San Sebastiano entra a far parte del Reis. Le Eredità Immateriali sono l’insieme delle pratiche, rappresentazioni, espressioni,
conoscenze e tecniche che le comunità riconoscono come parte del loro  patrimonio culturale.

Papa Francesco accoglie i giovani di Connessione studenti

Papa Francesco ha ricevuto in udienza i giovani siracusani di “Connessione Studenti” della parrocchia di San Paolo Apostolo guidati da padre Rosario Lo Bello. L’incontro si è tenuto nel salone dei Papi in Vaticano.
Papa Francesco è stato informato delle diverse attività culturali e di solidarietà che si svolgono presso la parrocchia nel centro storico di Ortigia, e si è complimentato con i giovani per il loro impegno e con il parroco per la missione che porta avanti.

Torna ad Augusta il relitto del naufragio del 2015

Un peschereccio partito dalla Libia e che trasportava oltre un migliaio di persone migranti affondò il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia. Al tragico naufragio, causato dal sovraccarico e dalla collisione con la nave mercantile intervenuta per soccorrere, sopravvissero soltanto 28 persone. Un anno dopo, per volontà del Governo Italiano, il relitto fu recuperato dal fondo del mare con una complessa operazione e portato ad Augusta per la pietosa rimozione dei resti mortali delle centinaia di povere vittime che vi erano rimaste intrappolate. Nella nobile e ardua impresa di dare un volto ed un nome ai naufraghi che hanno perduto la vita, sono da tempo impegnate diverse Istituzioni italiane ed internazionali.

Domenica 13, alle ore 18.30, presso la Nuova Darsena di Augusta, sarà accolto il relitto e saranno commemorate le vittime di tutte le tragedie del mare.
La cerimonia, inserita all’interno dei festeggiamenti della Madonna della Stella maris, ha ricevuto il patrocinio della Camera dei Deputati. Saranno ripercorsi la storia del relitto e anche il significato dell’accoglienza nel porto megarese che ha visto arrivare, in questi anni, migliaia di migranti salvati.
Saranno recitate due brevi preghiere della comunità musulmana di Augusta e della comunità cristiana e alle 19,30 dal mare arriverà anche la Madonna Addolorata. Dopo la benedizione verrà lanciata in mare una corona di alloro in memoria di tutti i Caduti. Seguirà una concelebrazione eucaristica dei sacerdoti di Augusta con l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Francesco Lomanto, e al termine sarà svelata una grande croce posta vicino al Barcone. L’Addolorata sarà posta accanto, in un abbraccio virtuale e simbolico con tutte le vittime.
Il relitto, dismessa la sua funzione artistica, assume adesso il suo ruolo principale di pungolo delle coscienze, di simbolo di tutte le tragedie, conosciute e non, che hanno riguardato uomini, donne e bambini costretti ad abbandonare le proprie terre per cercare una vita migliore.

L’iniziativa è stata promossa dal Comitato 18 aprile, dall’Amministrazione comunale, dalla Stella Maris e con la collaborazione dell’Autorità portuale del mare di Sicilia orientale e della Capitaneria di porto. Il Comitato 18 aprile è nato nel 2016, in concomitanza con l’arrivo del relitto alla rada di Augusta, con lo scopo di conservare la memoria della tragedia, dare vita al “Giardino della Memoria” e creare anche un “Museo dei Diritti”, diffuso ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo.

 

La storia
In concomitanza con l’arrivo del relitto ad Augusta nell’estate del 2016 si costituì il Comitato 18 aprile con lo scopo di conservare la memoria della tragedia e di evitare la demolizione del peschereccio, proponendo di collocarlo in un’area urbana dove realizzare il “Giardino della Memoria”, per farne un simbolo e un monito perenne verso chi costringe all’esodo tanta umanità. Nel 2018 il Consiglio Comunale di Augusta, in adesione al progetto del Comitato 18 aprile, approvò all’unanimità una mozione con la quale impegnava l’Amministrazione comunale a compiere tutti i passi necessari “affinché il relitto rimanga ad Augusta come arricchimento del patrimonio museale della città e culturale dell’intera Regione, quale elemento significativo e fondante di quel “Giardino della Memoria” posto a presidio e testimonianza delle tragedie delle persone migranti, oltre che segno di rispetto per le vittime e dall’alto valore didattico per le nuove generazioni”.
Nell’aprile 2019 il relitto è stato ceduto dal Ministero della Difesa alla città di Augusta e subito dopo è stato concesso in comodato d’uso al noto artista Christoph Buchel che, come installazione artistica denominata “Barca Nostra”, lo ha esposto alla Biennale d’Arte di Venezia.
Il relitto è adesso rientrato ad Augusta ed è collocato presso la Nuova Darsena dove verrà gradualmente realizzato il “Giardino della Memoria”. In città sarà creato anche un “Museo dei Diritti”, un museo diffuso ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo.

 

All’indomani del naufragio, domenica 19 aprile 2015, in Piazza San Pietro, all’Angelus Papa Francesco disse:

Cari fratelli e sorelle,
stanno giungendo in queste ore notizie relative ad una nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. Un barcone carico di migranti si è capovolto la scorsa notte a circa 60 miglia dalla costa libica e si teme vi siano centinaia di vittime. Esprimo il mio più sentito dolore di fronte a una tale tragedia ed assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo e la mia preghiera. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore. Cercavano la felicità … Vi invito a pregare in silenzio, prima, e poi tutti insieme per questi fratelli e sorelle.

 

Stella Maris 2021 Programma


Dieci minuti con Amoris Laetitia

La gioia dell’amore

Al via lunedì 14 giugno il primo video del progetto “L’Amore nel Frammento” – dieci minuti con Amoris Laetitia – promosso dall’Ufficio per la Pastorale della Famiglia dell’Arcidiocesi di Siracusa.

Alle ore 19.30, sui canali social dell’Arcidiocesi, You Tube e facebook, sarà pubblicato il video “La gioia dell’amore” – «L’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia»  AL 1 – a cura dei coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro.

Un mattone per preservare il patrimonio artistico

Come Pietre Vive, un mattone per i Santi Martiri

Al via l’iniziativa del Santuario diocesano dei Santi Martiri Alfio, Filadelfio e Cirino intitolata “Come Pietre Vive“.

Per contribuire al restauro e alla conservazione del patrimonio artistico della chiesa della fontana, luogo del martirio dei Santi, è possibile acquistare un mattone presso il Santuario Diocesano di Lentini oppure lasciare un libero contributo. I mattoni sono stati realizzati per il Santuario dall’Oratorio Parrocchiale Sant’Alfio.

Lettera della Consulta regionale delle aggregazioni laicali al presidente Mattarella

Riscopriamo l’amore sociale

Ritessere l’unità dello Stato riscoprendone una dimensione costitutiva essenziale: l’amore sociale; umanizzare il servizio sanitario nazionale; attivare processi virtuosi di sviluppo sostenibile e duraturo. Sono alcuni dei punti che Stefano Vitello, segretario generale della Consulta Regionale delle aggregazioni laicali della Sicilia, ha evidenziato nella lettera aperta inviata al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, in occasione del 2 Giugno, 75esimo anniversario della nostra Repubblica.

In questo tempo disseminato di ferite nel quale l’inatteso è entrato nella nostra vita obbligandoci a vivere un presente carico di incertezze e di sospensione ed a sentirci legati insieme da una comunanza di destino, tale anniversario rappresenta un momento forte per interrogarci ed interrogare sulla vitalità delle nostre istituzioni repubblicane onde attualizzarne con responsabile e meditata attenzione i principi ispiratori e i fondamenti costituzionali. In tale ottica, non possiamo non considerare con viva e partecipe preoccupazione che tale momento celebrativo coincide, oggi, da un lato, con la debolezza politica della nostra democrazia, la polarizzazione estrema del confronto politico e l’emergere di nuove e più profonde diseguaglianze sociali e, dall’altro, con la conclamata affermazione della forza economica e politica degli attori globali e la tendenziale subordinazione dei diritti umani fondamentali e dei diritti sociali alla egemonia delle libertà economiche, i cui effetti negativi sono resi platealmente manifesti dalle pesanti contingenze sanitarie, sociali ed economiche che stanno acuendo sempre più la cronica sofferenza dei nostri territori.

In un contesto siffatto la nostra martoriata Isola rivela penosamente la sua reale condizione: affamata di futuro e di lavoro, ripiegata su stessa e sfiduciata, prigioniera di una insuperata marginalità storica. Ci sembra allora essere questo un tempo nel quale la politica è chiamata a mettere a tema della propria nobile funzione e del proprio agire alcuni punti nodali:
– ritessere, anzitutto, l’unità dello Stato riscoprendone una dimensione costitutiva essenziale: l’amore sociale come vera e propria categoria politica, innervando nelle articolazioni e nelle giunture del nostro sistema politico un principio dimenticato: il principio della fraternità, che il brusco risveglio dalla dura e sofferta realtà della pandemia del coronavirus ha ridestato nella coscienza collettiva; un principio imprescindibile per la edificazione di una società giusta e solidale, realmente rispettosa della dignità della persona umana e di ogni suo diritto;
– attivare processi virtuosi di sviluppo sostenibile e duraturo, utilizzando con oculatezza e lungimiranza tutte le risorse finanziarie che l’Unione Europea ha mobilitato nel presente e mobiliterà in futuro, così da creare nuove opportunità di impresa e di lavoro stabile ed equamente retribuito, condizione essenziale per una generale e diffusa rinascita economica in grado di porre fine allo storico ed intollerabile divario esistente tra Nord e Sud del nostro Paese;
– restituire alla sanità pubblica, dopo anni di privatizzazione e indebolimento delle strutture, il suo ruolo centrale nelle politiche di prevenzione, di cura e di riabilitazione delle malattie riscoprendone la sua funzione come “prendersi cura” del “Bene Persona”, in un dialogo non soltanto con la malattia, ma con il malato, tale da sviluppare l’uomo che è in lui, proteggerlo nel momento della sua debolezza e assicurargli libertà, responsabilità, desiderio di vivere. Si tratta, in pratica, di umanizzare il servizio sanitario nazionale affrancandolo da una snaturata concezione aziendalistica, mettendolo al riparo da indebite intromissioni e favoritismi e facendo sì che siano garantite la correttezza, la limpidezza e la coerenza delle scelte programmatiche;
– avviare un forte e convinto processo di risocializzazione della dimensione europea e di politicizzazione dello spazio pubblico europeo per affermare i valori e i princìpi su cui si fonda l’Unione europea, così da giungere celermente alla sua trasformazione in un’Unione politica, della quale i soggetti costituenti siano i cittadini dell’Unione; Altri potremmo enumerarne, ben noti certamente alla Sua elevata Funzione e allo sguardo vivo e attento del Suo cuore, riteniamo nondimeno che quelli appena annotati rappresentino un essenziale e decisivo banco di prova per avviare un processo di ripresa e resilienza, preludio di una nuova alba per la vita della nostra cara Nazione“.

Il segretario generale della Consulta Regionale delle aggregazioni laicali della Sicilia richiama alla “speranza” per una “rinnovata ed autentica condivisione degli Ideali che ispirarono i nostri Padri costituenti nell’opera di ricostruzione morale, materiale e politica della nostra Nazione, sì da poter vivere ed operare in essa come Comunità di persone amanti del Bene comune.
In questa prospettiva, siamo profondamente convinti della necessità di diventare capaci di imparare a pensare, a leggere dentro la nostra storia e intorno a noi i suoi segni, capaci di comprendere la società nei suoi mutamenti, di saperci collocare come soggetti “pensanti”e di “abitare il nostro tempo” in maniera riflessiva e soprattutto attiva, entrando, come “buoni samaritani”, in profonda sinfonia con i problemi e le ferite umane e sociali che esso offre al nostro sguardo, in una dinamica che ci veda creatori di prossimità e co-protagonisti di inedite sinergie tra cittadini e istituzioni e tra le stesse istituzioni (sociali, politiche, economiche, ecclesiali, educative). Con questa consapevolezza, sentiamo, infine, di dover rivolgere, Suo tramite, un pressante invito a quanti hanno responsabilità di guida e di governo perché siano promotori di iniziative coraggiose e programmi di largo respiro, in grado di restituire alla nostra Repubblica la sua immagine più autentica, quella che i Padri costituenti hanno affidato alla fedele custodia e ad un sentimento di amore e di rispetto delle generazioni future, perché patrimonio di tutti. Possa esserne un segno visibile una politica più attenta ai bisogni della famiglia – bene comune, capitale sociale primario della Nazione -, allo sviluppo e lavoro, alle tante forme di fragilità sociali, alla integrazione sociale, alla salvaguardia dell’ambiente, alla legalità e sicurezza, e ai giovani perché non si sentano più abbandonati ad un futuro incerto e precario, lontano dalla loro terra di origine“.