Torna ad Augusta il relitto del naufragio del 2015

Un peschereccio partito dalla Libia e che trasportava oltre un migliaio di persone migranti affondò il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia. Al tragico naufragio, causato dal sovraccarico e dalla collisione con la nave mercantile intervenuta per soccorrere, sopravvissero soltanto 28 persone. Un anno dopo, per volontà del Governo Italiano, il relitto fu recuperato dal fondo del mare con una complessa operazione e portato ad Augusta per la pietosa rimozione dei resti mortali delle centinaia di povere vittime che vi erano rimaste intrappolate. Nella nobile e ardua impresa di dare un volto ed un nome ai naufraghi che hanno perduto la vita, sono da tempo impegnate diverse Istituzioni italiane ed internazionali.

Domenica 13, alle ore 18.30, presso la Nuova Darsena di Augusta, sarà accolto il relitto e saranno commemorate le vittime di tutte le tragedie del mare.
La cerimonia, inserita all’interno dei festeggiamenti della Madonna della Stella maris, ha ricevuto il patrocinio della Camera dei Deputati. Saranno ripercorsi la storia del relitto e anche il significato dell’accoglienza nel porto megarese che ha visto arrivare, in questi anni, migliaia di migranti salvati.
Saranno recitate due brevi preghiere della comunità musulmana di Augusta e della comunità cristiana e alle 19,30 dal mare arriverà anche la Madonna Addolorata. Dopo la benedizione verrà lanciata in mare una corona di alloro in memoria di tutti i Caduti. Seguirà una concelebrazione eucaristica dei sacerdoti di Augusta con l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Francesco Lomanto, e al termine sarà svelata una grande croce posta vicino al Barcone. L’Addolorata sarà posta accanto, in un abbraccio virtuale e simbolico con tutte le vittime.
Il relitto, dismessa la sua funzione artistica, assume adesso il suo ruolo principale di pungolo delle coscienze, di simbolo di tutte le tragedie, conosciute e non, che hanno riguardato uomini, donne e bambini costretti ad abbandonare le proprie terre per cercare una vita migliore.

L’iniziativa è stata promossa dal Comitato 18 aprile, dall’Amministrazione comunale, dalla Stella Maris e con la collaborazione dell’Autorità portuale del mare di Sicilia orientale e della Capitaneria di porto. Il Comitato 18 aprile è nato nel 2016, in concomitanza con l’arrivo del relitto alla rada di Augusta, con lo scopo di conservare la memoria della tragedia, dare vita al “Giardino della Memoria” e creare anche un “Museo dei Diritti”, diffuso ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo.

 

La storia
In concomitanza con l’arrivo del relitto ad Augusta nell’estate del 2016 si costituì il Comitato 18 aprile con lo scopo di conservare la memoria della tragedia e di evitare la demolizione del peschereccio, proponendo di collocarlo in un’area urbana dove realizzare il “Giardino della Memoria”, per farne un simbolo e un monito perenne verso chi costringe all’esodo tanta umanità. Nel 2018 il Consiglio Comunale di Augusta, in adesione al progetto del Comitato 18 aprile, approvò all’unanimità una mozione con la quale impegnava l’Amministrazione comunale a compiere tutti i passi necessari “affinché il relitto rimanga ad Augusta come arricchimento del patrimonio museale della città e culturale dell’intera Regione, quale elemento significativo e fondante di quel “Giardino della Memoria” posto a presidio e testimonianza delle tragedie delle persone migranti, oltre che segno di rispetto per le vittime e dall’alto valore didattico per le nuove generazioni”.
Nell’aprile 2019 il relitto è stato ceduto dal Ministero della Difesa alla città di Augusta e subito dopo è stato concesso in comodato d’uso al noto artista Christoph Buchel che, come installazione artistica denominata “Barca Nostra”, lo ha esposto alla Biennale d’Arte di Venezia.
Il relitto è adesso rientrato ad Augusta ed è collocato presso la Nuova Darsena dove verrà gradualmente realizzato il “Giardino della Memoria”. In città sarà creato anche un “Museo dei Diritti”, un museo diffuso ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo.

 

All’indomani del naufragio, domenica 19 aprile 2015, in Piazza San Pietro, all’Angelus Papa Francesco disse:

Cari fratelli e sorelle,
stanno giungendo in queste ore notizie relative ad una nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. Un barcone carico di migranti si è capovolto la scorsa notte a circa 60 miglia dalla costa libica e si teme vi siano centinaia di vittime. Esprimo il mio più sentito dolore di fronte a una tale tragedia ed assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo e la mia preghiera. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore. Cercavano la felicità … Vi invito a pregare in silenzio, prima, e poi tutti insieme per questi fratelli e sorelle.

 

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