L’arcivescovo Lomanto: “Ripensiamo il turismo”
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“Il 21 marzo 1953, sabato, ebbi la gioia di benedire, con cuore di Padre, nella nostra Chiesa Parrocchiale del Pantheon, le nozze di due semplici creature: Angelo Iannuso di Vincenzo e Antonina Lucia Giusto di Eduardo. Gli sposi avevano progettato di celebrare le nozze in dicembre del 1952, durante l’ottavario della Festa di Santa Lucia, nella Basilica del Sepolcro. Per un lutto di famiglia la data del matrimonio fu trasferita e si rimase così in Parrocchia. Assai gradito ai giovani sposi fu il regalo di un quadretto da capezzale raffigurante il Cuore Immacolato di Maria: dono di nozze di una loro cognata, che l’aveva acquistato per 3500 lire presso l’Emporio di Salvatore Floresta al Corso Umberto I n. 28 in Siracusa. […]” .
Con queste parole, nel libro “La Madonna chiamò… la Parrocchia del Pantheon rispose…”, il compianto padre mons. Giuseppe Bruno, parroco di allora della Parrocchia del Pantheon, racconta le nozze dei coniugi Angelo e Antonina Iannuso, primi testimoni oculari dell’evento prodigioso della Lacrimazione di Maria avvenuto presso la loro umile dimora sita in via degli Orti n. 11 a Siracusa nell’agosto del 1953.
Quest’anno, in occasione del 70esimo anniversario di matrimonio dei coniugi Iannuso, la comunità parrocchiale di San Tommaso Apostolo al Pantheon, guidata dal parroco don Massimo Di Natale, da sempre particolarmente coinvolta in questa storia d’Amore del dono delle Lacrime di Maria all’umanità, si riunirà martedì 21 alle ore 18.00 per la Preghiera del Santo Rosario e alle ore 18.30 per la celebrazione eucaristica in suffragio dei coniugi Iannuso.
Terzo incontro sul concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965) promosso dall’Ufficio per la pastorale della Cultura e le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi. Giovedì 16 marzo, alla parrocchia Cristo Re a Lentini alle ore 18,30 interverrà la prof.ssa Sandra Mazzolini, docente ordinaria di Missiologia e decano della Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana di Roma.
Il Concilio è la memoria ecclesiale più recente e, in parte, non ancora pienamente esplorata ed attuata. L’incontro, che sarà aperto dal direttore dell’Ufficio per la pastorale della Cultura e le Comunicazioni Sociali mons. Maurizio Aliotta, aiuterà a riscoprire il suo significato per la vita della Chiesa.
“E’ gioia grande sperimentare il dono della paternità e scoprire che, anche noi, siamo capaci di dare un nome all’amore che si fa storia. San Giuseppe è padre perché ho obbedito al progetto di Dio su di sé e attraverso il suo sì è iniziata per lui una vita nuova, con prospettive inedite e insospettate, con la certezza di sentire un senso più profondo e autentico del suo essere sposo di Maria e padre di Gesù“. Così padre Rosolino Vicino, parroco della chiesa di San Giuseppe Operaio a Priolo, presenta i festeggiamenti in onore di San Giuseppe Operaio.
“La vocazione cristiana è assunzione di libertà e di responsabilità, espresse nelle testimonianze di San Giuseppe attraverso il fatto che è proprio lui a dare il nome di Gesù al figlio generato da Maria. Questo bambino è così consegnato all’amore di Giuseppe e attraverso di lui a noi. Siamo tutti responsabili di questo Amore presente nella storia umana, responsabili di un nome che porta in sé la salvezza di Dio. I festeggiamenti in onore di San Giuseppe Operaio vogliono sottolineare il pegno di fedeltà che Dio ci ha donato chiamandoci ad essere totalmente suoi. Egli ha posto nelle nostre mani quel nome che vince le tenebre e ci mostra la bellezza di essere coinvolti nell’avventura bella dell’amore. Siamo portatori di Cristo, “salvatori” dei fratelli. Scopriamoci cercati, voluti, amati da Dio per continuare, insieme all’Emanuele, la sua opera di salvezza“.
Venerdì 17, alle ore 18.00, messa presieduta da monsignor Salvatore Garro, rettore del seminario arcivescovile. A seguire Via Crucis animata dei seminaristi. Sabato 18, alle ore 18.00 messa presieduta da don Paolo Amara, vicario parrocchiale della chiesa Sacro Cuore di Gesù a Siracusa. Alle ore 19.30 veglia vocazionale preparata dal Centro diocesano per le Vocazioni. Domenica 19 alle ore 10.00 messa e offerta del giglio a san Giuseppe da parte dei ragazzi del catechismo. Alle ore 18.00 messa con la benedizione di tutti i papà. Al termine della celebrazione processione eucaristica con atto di affidamento della parrocchia e del quartiere San Focà. Lunedì 20 marzo, solennità di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, alle ore 18.00 messa presieduta da monsignor Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi di Siracusa.
“L’esposizione straordinaria del 12 marzo ricorda l’inizio dell’esperienza del covid – ha detto l’avv. Pucci Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia -. Santa Lucia era aperta in quel periodo. Stavano realizzando dei lavori di restauro. Ogni volta che questa città ha bisogno di Santa Lucia, la patrona risponde sempre. La prossima festa di maggio ricorda proprio questo: un grande miracolo nei confronti dei siracusani. La richiesta della popolazione che soffriva di fame e la risposta di Lucia. E’ questo il senso di questa apertura. Un ringraziamento a medici, infermieri, personale sanitario, a chi si è impegnato in prima persona senza risparmiarsi. A rischio della propria vita, al di là della professione ma come scelta di vita, non avendo paura di donarsi all’altro. E ricordiamo tutti coloro che non ci sono più: sono tanti, forse troppi. In questo momento loro sono accanto a noi”.
La prima messa è stata presieduta da don Gianluca Belfiore, vice parroco della Cattedrale, che ha ricordato come “da sempre il popolo siracusano ricorre alla sua patrona. E da sempre la patrona risponde. Il Signore non ci abbandona mai e ci è sempre accanto. E’ stato così anche nella pandemia. Guardiamo all’esperienza della vita con la luce della fede, anche a quelle esperienze più dolorose. Quando ritenevamo che con la scienza avevamo sconfitto tutto, è arrivato un piccolo agente esterno che ci ha sconvolto l’esistenza. Ritroviamo il filiare affidamento che abbiamo fatto in Santa Lucia e la fiducia in lei riposta“. La messa successiva è stata presieduta da fra Gabriele Falzone Ofm, cappellano dell’ospedale Umberto I di Siracusa.
Infine l’ultima celebrazione eucaristica da mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa: “Siamo radunati per ringraziare e continuare a chiedere grazie all’intercessione di Santa Lucia per la fine della pandemia e al contempo per invocare la pace per le famiglie, per il mondo, per la salute di tutti e per il benessere del nostro popolo. Affinché la nostra preghiera sia gradita a Dio – ha detto mons. Lomanto – è necessario compiere un cammino di rinnovamento interiore e ascolto per lasciarci trasformare dalla Parola di Dio. Il mio invito è donarci a Dio per ricevere il suo dono, lo Spirito Santo, e la presenza di Gesù che ci parla; abbandonarci a Dio nella sincerità della coscienza e nella verità di aggiustare le cose nella nostra vita. Ed infine vivere il rapporto personale con Dio attraverso una esperienza di vita diretta con Gesù. Continuiamo a pregare e invocare il patrocinio di Santa Lucia partecipando con il nostro impegno di donarci a Dio, crescere nella sincerità e nella verità, per vivere il rapporto con Gesù e restare in Lui“. Al termine della messa chiusura della nicchia.
Indimenticabile la sua attenzione per i malati, per le famiglie in lutto. Con la sua presenza e le sue omelie ha toccato molti cuori, quei cuori d’amore che oggi lo ricordano. Innumerevoli le espressioni di gratitudine per i tanti benefici elargiti nel servizio umile e intelligente del suo Ministero sacerdotale.
“Le Lacrime della Madonna sono il segno della Compassione di Dio che non smette mai di prendersi cura di ciascun figlio. È questo il tema che vogliamo approfondire: il linguaggio delle Lacrime della Madonna segno della consolazione di Dio dinanzi a un mondo che sta diventando sempre più insensibile e distaccato di fronte ad eventi che, invece, dovrebbero farci rabbrividire e piangere di vergogna”. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa, presentando l’Anno Mariano indetto dal 25 marzo all’8 dicembre 2023 anche in occasione del 70esimo anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa.
Sabato 25 marzo, ore 17, celebrazione di apertura dell’Anno Mariano con il solenne pontificale presieduto dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e concelebrato dagli Arcivescovi e dei Vescovi della Sicilia. Al termine della celebrazione si pregherà per l’Italia con un atto di affidamento e di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, che nel 1953 si è rivelato a Siracusa nel segno delle Lacrime.
“A settant’anni dall’evento storico della Lacrimazione della Madonna a Siracusa, quelle Lacrime – di cui sono stati testimoni migliaia di persone e anche insigni scienziati che hanno confermato l’autenticità del fatto – comprendiamo quanto è attuale il Pianto di Maria” ha detto l’arcivescovo Lomanto. “E’ un tempo di grazia per approfondire, vivere e conoscere questo evento che appartiene al soprannaturale e diventa per noi motivo di rinnovamento interiore nello Spirito e nella vita. Tanti momenti che hanno il duplice scopo: far crescere nella fede e nella devozione mariana e dal punto di vista culturale approfondire il significato dell’evento che ha segnato la città di Siracusa e la diocesi” ha concluso l’arcivescovo di Siracusa.
Tanti gli appuntamenti che caratterizzano quest’anno mariano: venerdì 31 marzo, Via Crucis Cittadina presso il Parco Archeologico della Neapolis, con testi e meditazioni a cura dell’arcivescovo Francesco Lomanto.
Nei quattro giorni dell’anniversario del 70mo della Lacrimazione della Madonna a Siracusa, martedì 29 agosto, messa presieduta da mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa; mercoledì 30 agosto, si attende ancora il nome dell’arcivescovo che presiederà; giovedì 31 agosto, messa presieduta da mons. Paolo Ricciardi, Vescovo Ausiliare di Roma, membro della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute. Il 1 settembre, ultimo giorno dei festeggiamenti, la messa sarà presieduta dal cardinale Stanisław Jan Dziwisz, segretario personale di Papa Giovanni Paolo II negli anni 1978-2005, arcivescovo Metropolita di Cracovia nel 2005– 2016.
Lunedì 6 novembre, messa nell’Anniversario della consacrazione e dedicazione del Santuario alla Madonna delle Lacrime, avvenuta nel 1994 con la celebrazione presieduta da Papa San Giovanni Paolo II
“Giovanni Paolo II è stato unito alle lacrime della Madonna sia dalla giovane età quando divenne arcivescovo di Cracovia e venne in pellegrinaggio al Santuario, poi ha consacrato il Santuario il 6 di novembre – ha detto il rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime, don Aurelio Russo –. L’8 dicembre tutte le famiglie e tutte le parrocchie faranno la loro consacrazione al Cuore Immacolato della Madonna perché possa continuare a benedirci, a proteggerci e custodirci nel suo cuore di madre”.
La Chiesa siracusana in questo Anno Mariano sosterrà un’associazione impegnata nell’aiuto alla vita e alle giovani mamme, quale segno della tenerezza delle Lacrime della Madonna. La Penitenzieria Apostolica ha accordato l’indulgenza plenaria per il periodo che va dal 25 marzo all’8 dicembre 2023 presso il Santuario di Siracusa, la Casa del Pianto, la Parrocchia Madonna delle Lacrime in Solarino, i monasteri di clausura di Sortino, di Canicattini Bagni e di Ferla. Un convegno per approfondire i giorni della Lacrimazione avrà luogo giovedì 28 e venerdì 29 settembre, con uno studio teologico-mariano dell’evento storico, partendo dagli atti del processo canonico della Curia di Siracusa. Un anno che sarà caratterizzato dalla Peregrinatio del reliquiario delle Lacrime nelle parrocchie: tutte le città si stanno organizzando per accogliere le Lacrime della Madonna.
https://youtu.be/TH061NOdZB0
“Un’iniziativa che dà una prospettiva di inserimento sociale per i detenuti: questa è la nostra mission, il nostro scopo ed il senso del nostro lavoro”. Lo ha detto il direttore della casa circondariale di Siracusa, Aldo Tiralongo, alla firma della convenzione tra la Casa Circondariale, la Caritas, l’associazione Padre Massimiliano Maria Kolbe Onlus, l’Ufficio locale di esecuzione penale esterna di Siracusa (Ulepe), gli istituti superiori “Tommaso Gargallo” e “Luigi Einaudi”, per permettere ad alcuni detenuti di svolgere le ore di lavoro esterno nelle scuole.
Un’attività volontaria e gratuita in favore della collettività svolta da detenuti che si occuperanno di manutenzione ordinaria e delle aree verdi.
“I due istituti scolastici di Siracusa hanno accolto con gioia la possibilità di avere due detenuti nei loro spazi per aiutarli nella cura dei giardini – ha detto don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesana –. Alcuni detenuti si occupavano già del giardino dell’arcivescovado e continueranno nella loro attività. Il nostro arcivescovo, mons. Francesco Lomanto, ci ha chiesto di accostare gli umili ed accostarli dando loro dignità. Ritengo che questo tipo di servizio ridona ai detenuti una dignità nel loro percorso di recupero”.
A sottoscrivere la convenzione anche il direttore dell’Ulepe Stefano Papa: “Collaboriamo con le scuole e il carcere per dare una possibilità all’esterno ai detenuti e stringere con la comunità quel rapporto indispensabile per il reinserimento. Le scuole sono palestre di relazioni e quindi anche i nostri detenuti partono dalle scuola per rivedere una prospettiva di inserimento nella società”.
Ed il mondo della scuola ha risposto in maniera entusiasta: “Il liceo Gargallo è contento di far parte di questa iniziativa ed aprirsi all’esigenza dell’inserimento dei detenuti in ambito lavorativo. Il consiglio di Istituto e la comunità scolastica hanno sposato questa iniziativa che porta al reinserimento nella società” ha commentato la dirigente Annalisa Stancanelli. Ed anche la dirigente dell’istituto “Luigi Einaudi”, Teresella Celesti, ha ribadito: “Il mondo della scuola è il mondo dell’educazione. Una grande opportunità per i detenuti per riaffacciarsi al mondo e restituire il maltolto. L’idea pedagogica è grande: avere sbagliato una volta non vuole dire una condanna per sempre. Altrimenti la società avrebbe smarrito la visione etica. L’idea per i ragazzi è comprendere come la giustizia sia cosa diversa da un principio di vendetta ed ostracismo nei confronti di chi ha sbagliato e ci consegna un’idea di società civile che accoglie”.