Monthly Archives: Marzo 2024

Il messaggio dell'arcivescovo Lomanto per la Pasqua 2024

“Testimoniamo l’amore di Cristo nel mondo”

Auguro di cuore a tutti e a ciascuno di celebrare la Santa Pasqua come incontro con il Cristo Risorto, che si rende presente in mezzo a noi, per vivere con noi, per donarsi a noi, per rimanere con noi e per essere la nostra vita.
Siamo impegnati tutti a realizzare un cammino di adesione e trasformazione in Cristo, che non entra più in questo mondo, perché è risorto ed è ormai libero dai condizionamenti dello spazio e del tempo, e perciò chiama noi a vivere nel suo mondo. E al contempo ci chiede di divenire segno vivo della sua presenza per testimoniare al mondo di oggi il suo amore, perché Cristo è presente là dove c’è uno che ama.
Portiamo al mondo l’annuncio del Risorto che dona la salvezza a tutti e rendiamo testimonianza di questo evento attraverso il ministero o la professione che esercitiamo, attraverso la vita in famiglia, attraverso il nostro lavoro, attraverso la nostra presenza di pace e di bene.
Invochiamo la sua continua presenza per alleviare il grido di sofferenza e di dolore di tutti noi suoi figli, le crisi, le incertezze, lo smarrimento, i problemi, i disagi, le povertà, le malattie, le violenze, le battaglie, le guerre. La sua presenza illumini la nostra vita: ci aiuti a superare le tribolazioni, le angustie, le necessità, i sacrifici, le sofferenze, le difficoltà; esaudisca i desideri di bene del nostro cuore e delle nostre famiglie; ci sostenga nell’accoglienza di tutti, vicini e lontani, per costruire insieme e con tutti un futuro da fratelli.
Il Signore Risorto ci circondi con la sua Presenza per trasmettere la gioia della sua carità, ci doni la sua pace per vivere da risorti, ci colmi con i doni dello Spirito per rendere testimonianza della sua risurrezione e della sua vita. Buona Pasqua a tutti!

 

 

 

Alla Fondazione Sant'Angela Merici anche l'emerito mons. Costanzo

L’arcivescovo alla Via Crucis: “Celebriamo la Pasqua nella nostra vita”

“Vi auguro di vivere il mistero della Pasqua con sentimenti di speranza e di gioia. Celebriamo la Pasqua nella nostra vita”. E’ l’augurio che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto stamane partecipando alla Via Crucis comunitaria lungo i viali della Fondazione Sant’Angela Merici.
“Sono lieto di aver percorso un tratto della via crucis e aver pregato con voi – ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto -. Questa giornata è dominata dalla presenza della croce e da questo giorno la croce ha segnato la nostra storia, la nostra chiesa, la nostra vita. Il mistero della croce e della morte di Gesù è la manifestazione più alta dell’amore di Dio per noi. Perchè il Signore ci ha dato se stesso, fino in fondo. Gesù venuto nel mondo per la nostra salvezza. Apriamo il nostro cuore per accogliere l’amore di Dio e lasciamoci condurre da Lui”. Ad aprire la Via Crucis è stato l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo.
Presenti ospiti, familiari, personale e volontari di tutti i centri della Fondazione. “La via della croce che abbiamo condiviso esprime per noi non un giorno dell’anno, ma i 365 giorni dell’anno in un luogo dove la sofferenza è di casa ma lo è anche l’amore – ha detto don Alfio Li Noce, presidente della Fondazione Sant’Angela Merici -. Oggi contempliamo un amore che ci ha redenti e ci ha salvati. Per cui siamo grati a tutti gli ospiti della Fondazione: erano presenti dall’istituto di Siracusa, da Canicattini, dalla casa di riposo “mons. Gozzo”, i fratelli immigrati e gli ospiti di casa alloggio “Madonna delle Lacrime”. Qui insieme abbiamo condiviso la possibilità ed il dono di sentirci in cammino non da nomadi ma da pellegrini. Un cammino orante, confortato da una grazia che è sanante e santifica. Viviamo una Pasqua all’insegna dell’amore affinché tutti possiamo essere generatori di pace”.

Mons. Lomanto: “Dio ci abilita a realizzare la missione di servizio e di amore nel mondo”

“Il sacerdote tanto più è vero, quanto più veramente vive il suo sacerdozio nell’umiltà più profonda. Per realizzare un’efficacia reale nel ministero occorre divenire puro strumento dell’amore di Cristo Gesù. È Dio che vi ha scelto e vi ha chiamato ed Egli non vi abbandonerà. Abbiate sempre fiducia. Solo una grande fiducia in Dio vi renderà fedeli alla vocazione, fecondi nel ministero e felici nella vita”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rivolgendosi ai sacerdoti questa mattina nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime presiedendo la messa del Crisma. La celebrazione eucaristica che apre il giovedì santo nel corso della quale avviene la consacrazione del crisma e la benedizione dell’olio degli infermi e dei catecumeni ed il rinnovo delle promesse sacerdotali. Mons. Lomanto ha salutato mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito, e mons. Carmelo Ferraro, vescovo emerito di Ragusa, che hanno concelebrato.
“La nostra consacrazione esige il distacco da noi stessi e la separazione dal mondo del peccato, in quanto viene aggiunta alla nostra vita la vita immensa di Dio, cosicché o si vive in Dio o non si vive affatto; implica una sublimazione in Dio di tutto il piano umano, per essere e rimanere con Lui, per lasciarci abitare da Lui; eleva alla vita di fede luminosa, apre alla preghiera, espressione vera, autentica e necessaria dell’alta misura della vita cristiana; e, trascendendo la nostra condizione terrena, inserendoci in una sempre più perfetta identificazione a Cristo Figlio di Dio e Salvatore, ci abilita a realizzare la missione di servizio, di amore, di salvezza nei confronti del mondo” ha detto l’arcivescovo di Siracusa che ha invitato a pregare per i laici: “chiamati a testimoniare nella Chiesa e nella società odierna la luce della fede, la certezza della speranza e l’operosità della carità. Pregate anche per me, perché sia fedele al mio ministero e tra voi diventi sempre più sacramento vivo della presenza di Cristo Buon Pastore. Infine, vi chiedo di pregare intensamente perché il Signore doni alla Chiesa numerose e sante vocazioni al ministero ordinato e alla vita religiosa. Sosteniamo con la preghiera il Seminario, i Monasteri, gli Istituti religiosi e secolari. Accogliamo gli oli che provengono dal Giardino della memoria delle stragi di Capaci, a trentadue anni da quell’evento criminale, e dalla munificenza dei produttori della Coldiretti, che anche quest’anno rinnovano il loro dono”.
Infine mons. Lomanto ha richiamato l’Anno Luciano che stiamo vivendo: “Santa Lucia ci sostenga nel cammino di fede e nelle vicende della vita, per crescere nella santità, esercitare la carità divina e costruire insieme, con spirito sinodale, l’avvenire della Chiesa e un mondo sempre più fraterno, e così testimoniare al mondo l’avvento del Regno di Dio in cui vive solo l’Amore”.
Nel pomeriggio di oggi, alle ore 18.30, l’arcivescovo Lomanto presiederà la messa in Cœna Domini nella chiesa Cattedrale.
Domani 29 marzo, venerdì santo, alle ore 10.30 l’arcivescovo Lomanto sarà presente alla Via Crucis comunitaria, che si terrà lungo i viali della Fondazione Sant’Angela Merici in via Peppino Impastato, partecipata dagli ospiti, dai familiari, dal personale e dai volontari di tutti i centri della Fondazione.
Venerdì, alle ore 18.30, adorazione della croce in Cattedrale. Sabato 30, mons. Lomanto presiederà la veglia pasquale alle ore 22.00 sempre in Cattedrale.

Mons. Lomanto: “Costruiamo insieme un mondo reale”

Dobbiamo costruire innanzitutto un mondo reale. Un mondo di pace che ci veda tutti uniti. Un mondo concreto, visibile. Un mondo in cui è presente la realtà virtuale, l’intelligenza artificiale, la tecnologia, nuovi strumenti che devono servire per nobilitare l’uomo. Ma tutto questo non può annullare il cuore umano, la mente umana, la personalità. È necessario ridare un cuore all’umanità. Un cuore che sia il centro non solo della persona, ma che possa esprimere il senso vero della comunione con gli altri”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, incontrando oggi i giornalisti e gli operatori della comunicazione per il tradizionale scambio di auguri in occasione della Pasqua.
La Pasqua, che è dono di Dio per il nostro cammino di fede, deve avere un riflesso nella nostra vita concreta. Perché dalla Pasqua liturgica bisogna vivere la Pasqua esistenziale, la Pasqua della nostra vita, del nostro incontro con gli altri.  Portare la luce della Pasqua nelle relazioni che costruiamo ogni giorno, nei luoghi che abitiamo, nelle comunità, nelle persone che incontriamo. Calare nell’esistenza il senso profondo della Pasqua significa portare quel seme di speranza che riguarda il mistero della vita. La Pasqua di Gesù, come anche la Pasqua nostra, non è il ritornare in vita, come è avvenuto per Lazzaro, ma vivere la pienezza della comunione con il Risorto, il cui segno per noi che viviamo nel tempo, è l’Eucarestia, il sacramento”.
Mons. Lomanto ha ricordato che “il mondo che siamo chiamati ad abitare, a vivere, a rinnovare, a costruire è un mondo sacro, non l’abbiamo costruito noi. Lo abbiamo trovato: è dono di Dio e dono dell’Assoluto. Ma è un mondo sacro, non profano. Noi lo rendiamo profano con le nostre opere, con le nostre azioni, con la nostra cattiveria, con i nostri atti di violenza, con gli inquinamenti di ogni genere, lo allontaniamo dal suo vero senso. Invece dobbiamo santificarlo”.
Riferendosi poi alle guerre e ai conflitti nelle diverse parti del mondo, l’arcivescovo di Siracusa ha ricordato che è fondamentale la preghiera “ma possiamo impegnarci nel nostro piccolo mondo a costruire la nostra pace. Anche se siamo in un oceano di guerra, una goccia di pace fa sempre bene. Anche se siamo nel buio più fitto della storia, un barlume di luce spezza sempre le tenebre. Quella goccia di pace e quel seme di pace porterà attorno a noi in mezzo a noi non non raggiungerà sicuramente questi scenari di guerra. Però è sempre un seme che viene dall’alto e che porterà il suo frutto: magari tutti potessimo fare un’azione del genere. Tante tante gocce o tanti semi potrebbero costruire un giardino o un nuovo oceano di pace. Perché siamo chiamati a camminare verso una meta e questo deve infonderci fiducia, gioia, speranza. Malgrado le cose non si svolgono secondo le nostre vedute, secondo i nostri desideri, malgrado le cose affrontano i passaggi obbligatori dei drammi della storia o delle croci.  Ma dentro di noi deve albergare quella luce, quella speranza che dopo i giorni della croce vengono sempre quelli della risurrezione”.
Mons. Lomanto si è rivolto agli operatori della comunicazione: “Voglio augurare a voi, alle vostre famiglie, soprattutto per il vostro servizio, una santa Pasqua per portare i valori del Vangelo, la gioia del Vangelo, i valori della vita, l’etica del buon costume, perché se tutti costruiamo il bene, alla fine il bene si assomma ed è per tutti. E se invece litighiamo, abbiamo sempre una sconfitta. Invece, se ci impegniamo a costruire il bene comune, non solo ci sentiremo più forti, più uniti. Ma nel bene comune vivremo il senso, la presenza di un mistero che ci attraversa e che ci apre a un valore, a una meta, a un traguardo, a un frutto che vale per sempre, che dura per sempre e che la nostra vera felicità Tutto questo certamente bisogna incarnarlo nella propria vita, bisogna percepirlo, sentirlo e costruirlo nella semplicità di ogni giorno. E viviamo così la Pasqua del Signore Gesù, impegnandoci su tutto, perché a voi è demandato un compito fondamentale: quello di trasmettere non solo i valori del Vangelo, ma della vita, per sostenere, aiutare l’uomo, le persone, le famiglie, l’umanità di oggi a rendersi consapevole della propria dignità e di costruire un avvenire sempre più umano e più giusto che da felicità a tutti”.
E’ intervenuto subito dopo il segretario provinciale di Assostampa, Prospero Dente, che ha rivolto un pensiero ai colleghi che si occupano tutti i giorni di raccontare la guerra: “a chi ci racconta cosa stanno vivendo quei popoli”. E rivolgendosi all’arcivescovo ha ringraziato per “l’incoraggiamento a trasmettere speranza nella società. E’ un’iniezione di fiducia per andare avanti. Voglio ricordare la frase di papa Francesco in riferimento all’intelligenza artificiale: l’importante è non diventare cibo per gli algoritmi. Ognuno di noi vive sulla propria pelle questa responsabilità. Sappiamo quanto e difficile governare quanto sta accadendo restando testimone credibile”. Il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, e segretario nazionale UCSI, Salvatore Di Salvo, ha citato il messaggio di papa Francesco del 2014 “quando dice che non bisogna costruire una rete di fili ma una rete umana. Noi siamo qui raccontiamo. A volte la guerra l’abbiamo nelle nostre città. Ci sono dei muri e noi dobbiamo avere la capacità di scovare le storie dimenticate. Che non hanno la possibilità di venire alla ribalta e allora dobbiamo narrare le periferie con un occhio di riguardo e non c’è intelligenza artificiale che lo può fare”.
Come tradizione i giornalisti hanno donato un quantitativo di pane all’arcivescovo da destinare ai poveri. Il presidente provinciale dell’UCSI Siracusa, Alberto Lo Passo, ha annunciato che quest’anno è stata scelta la parrocchia della Sacra Famiglia di Siracusa.

I riti della Settimana Santa

Giovedì Santo, 28 marzo, alle ore 9.30 l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà la concelebrazione della Santa Messa Crismale nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. I fedeli delle comunità parrocchiali sono invitati a prendere parte alla celebrazione, con un’attenzione maggiore nei confronti dei ragazzi che quest’anno completeranno la loro formazione cristiana. La distribuzione degli Oli Santi avverrà in una delle cappelle della Basilica.

Nel pomeriggio alle ore 18.30, l’arcivescovo Lomanto presiederà la messa in Cœna Domini nella chiesa Cattedrale. Venerdì alle ore 18.30 adorazione della croce. Sabato 30, mons. Lomanto presiederà la veglia pasquale alle ore 22.00.

In allegato una proposta di schema per l’accoglienza degli Oli Santi nelle nostre Comunità parrocchiali durante la Messa in Cœna Domini.


I fidanzati incontrano l’arcivescovo Francesco

L’arcivescovo incontra i fidanzati. Domenica 7 aprile, alle ore 16.00, presso il Santuario Madonna delle Lacrime in Siracusa un’occasione per dialogare, in maniera serena e gioviale, con il nostro Padre Vescovo, “condividendo le gioie ma anche le preoccupazioni che il tempo di oggi presenta, sicuri di essere illuminati dalla sua parola, che conforta e incoraggia a camminare insieme, nella speranza di costruire un futuro ricolmo di ogni bene” spiegano i responsabili dell’Ufficio diocesano per la famiglia. L’incontro si concluderà con la celebrazione eucaristica che avrà inizio alle ore 17.30.

“Nel vostro amore possiamo cogliere uno dei frutti più belli della Santa Pasqua, perché dalla morte e risurrezione di Gesù l’umanità si ri-crea e nasce a nuova vita – scrivono i coniugi Maria Grazia e Salvo Cannizzaro e mons. Salvatore Marino -. Tutto questo si realizza in voi, quando, dopo il cammino che state compiendo, per verificare e maturare la scelta di una vita “per sempre”, vi unirete nel sacramento del matrimonio, frutto della Santa Pasqua, continuando così, l’opera creatrice di nostro Signore. Lo sappiamo, oggi il “per sempre” fa paura, non è facile comprenderlo! Come tutte le scelte “radicali”, che non sono vincolanti ma liberanti”.

Infine un richiamo alle parole di Papa Francesco ai Fidanzati: «È importante chiedersi se è possibile amarsi ‘per sempre’. Oggi tante persone hanno paura di fare scelte definitive. (…) Fare scelte per tutta la vita, sembra impossibile. (…) E questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: “stiamo insieme finché dura l’amore”. Ma cosa intendiamo per “amore”? Solo un sentimento, uno stato psicofisico? Certo, se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! (…). Non volete fondarla sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio» (Papa Francesco, Discorso ai Fidanzati che si preparano al matrimonio, 14 febbraio 2014).


“Genesio, l’attore santo” alla Alagoniana

Mercoledì 27, alle ore 18.00, nella sala lignea della Biblioteca Arcivescovile Alagoniana, presentazione del libro “Genesio, l’attore santo” di Francesco Sala. L’appuntamento in biblioteca si inserisce nell’ambito degli incontri per l’Anno Luciano indetto dall’arcivescovo Francesco Lomanto dal titolo “Marturia, percorsi di santità”. L’incontro è promosso dal Parco ecclesiale “Terre dell’invisibile” in collaborazione con Kairos.

Anno Luciano, in cammino con la patrona

L’arrivo del corpo di Santa Lucia a dicembre, ma prima percorsi di preghiera, mostre, convegni, la visita delle reliquie, caratterizzeranno l’Anno Luciano indetto dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto. “In Luce ambulamus (camminiamo nella luce) è il titolo della Lettera Pastorale che ci ha consegnato il nostro arcivescovo ed è questo il tema di questo Anno Luciano: noi con le reliquie di Santa Lucia gireremo tutte le parrocchie della diocesi e fuori dalla Diocesi per riflettere, pregare e stare attorno a Santa Lucia e prepararci in maniera forte e con conoscenza all’arrivo delle spoglie – ha detto il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione –. Convegni, mostre, percorsi di santità: sarà il cammino che accompagnerà questi mesi in attesa dell’arrivo del corpo a Siracusa. E’ un evento vissuto in comunità: Carlentini dove secondo tradizione santa Lucia si è fermata nel tragitto verso Catania e che ha la martire siracusana come patrona; Belpasso, una comunità che vive attorno all’esperienza di Lucia; e infine Catania: il 5 febbraio del 301 Lucia va a pregare sulla tomba di sant’Agata per la guarigione della mamma. Il devoto può solo gioire di questi momenti e viverli nella pienezza totale. Il 25, giorno di Natale, ci sarà il corpo di Santa Lucia in Cattedrale. E avremo il giorno prima l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro da parte di Papa Francesco. Momenti forti per la nostra città da vivere con gioia, forza e passione“.
Una novità nella processione dell’Ottava: in processione il simulacro ed il corpo della martire sabato 21 (e non il 20), proprio per favorire la massima partecipazione. “L’Anno Luciano è dedicato all’approfondimento di Lucia sotto molteplici aspetti. Il 17 e 18 maggio convegno sul culto di santa Lucia e verrà inaugurata una mostra con del materiale inedito che si trova alla biblioteca Alagoniana, il 22 marzo saremo all’Unione Italiana ciechi a Siracusa con le reliquie. E durante l’anno diverse iniziative sulla disabilità visiva. Saremo in giro a portare le reliquie ed a raccontare e vivere la sua testimonianza” ha concluso il presidente Piccione.
Sono già tante le richieste da parte delle scuole di ogni ordine e grado per prendere parte ai festeggiamenti. “Dobbiamo prepararci mentalmente all’arrivo del corpo – ha detto mons. Salvatore Marino, componente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia -. Noi stiamo cercando di fare un cammino culturale e spirituale mettendo insieme le figure dei santi. Privilegiando una serie di riflessioni su un cammino verso figure di persone che hanno un modo particolare di vivere da cristiani. Convegni legati alla tematica della santità e iniziative con i catechisti ed i giovani per muovere attività che ci permettano di riflettere”.
La Deputazione chiederà all’amministrazione comunale di posizionare una lapide in piazza Duomo che ricordi che questa è la città di Lucia.
Per l’Anno Luciano la Deputazione della Cappella di Santa Lucia ha chiesto di realizzare un logo speciale: “Abbiamo voluto rappresentare il legame speciale che unisce Siracusa a Lucia – ha detto il prof. Fausto Migneco –. Siamo partiti da qualcosa che ci appartiene. Tra i segni che sottolineano questa speciale devozione c’è sicuramente il simulacro che dal 1599, da quando Pietro Rizzo lo ha realizzato, raccoglie l’attenzione dei siracusani. Partendo da questa statua reliquiario abbiamo voluto realizzare il cuore di questo Anno Luciano: abbiamo rielaborato graficamente il volto di santa Lucia, i segni del martirio visibili sul volto e accostare a questo volto il testo con gli elementi di riferimento per questo anno così speciale che ci apprestiamo a vivere. Un modo per rendere esplicito il logo ed il messaggio”.
Inedita l’esposizione in Arcivescovado: “Sarà inaugurata sabato 18 maggio sull’identità dei siracusani con Santa Lucia richiamando il grido Sarausana je– ha affermato la prof.ssa Loredana Pitruzzello –. Il percorso partirà dalla cappella Sveva continuando per le carceri vescovili e la cappella Alagoniana con l’esposizione dell’abito di santa Lucia e alcuni pezzi del Museo Luciano. Alla Alagoniana troveremo testi che ci raccontano gli eventi della festa di santa Lucia. Un percorso che vuole essere fruibilesia con linguaggio Lis che con linguaggio tattile”.

Il corpo di Santa Lucia a dicembre a Siracusa

Le sacre spoglie di Santa Lucia tornano in Sicilia. Il corpo della martire siracusana, che si trova custodito nel Santuario di Santa Lucia a Venezia, arriverà nellIsola il prossimo 14 dicembre. Una visita attesa, che arriva nellAnno Luciano indetto dallArcivescovo di Siracusa, Mons. Francesco Lomanto, lo scorso 13 dicembre e che si concluderà proprio con larrivo del corpo.
Dalla traslazione del 1039 da Siracusa a Costantinopoli e poi nel 1204 a Venezia Lucia è tornata a Siracusa nel 2004 nella ricorrenza del XVII centenario del suo martirio grazie allinteressamento dellArcivescovo emerito di Siracusa Mons. Giuseppe Costanzo; la seconda volta, nel 2014, per limpegno dellArcivescovo emerito di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo. A distanza di altri dieci anni lArcivescovo Lomanto ha chiesto che questanno dedicato alla martire siracusana fosse caratterizzato dallarrivo delle sacre spoglie. Così che tutti i fedeli possano riabbracciare la loro patrona e concittadina.
LArcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna, in considerazione del grande culto di Santa Lucia nel Catanese e nel ricordo del pellegrinaggio di Lucia nella tomba della martire Agata, patrona della città etnea, ha chiesto che le sacre spoglie possano essere traslate anche nella diocesi catanese. Il Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, ha acconsentito e la Santa Sede ha autorizzato la traslazione.

Il programma prevede che le spoglie di Santa Lucia saranno a Siracusa dal 14 al 26 dicembre. Poi saranno traslate in due cittadine che hanno come patrona la martire siracusana: il 26 nella chiesa di Carlentini, nel Siracusano, e il 27 arriveranno nella diocesi catanese a Belpasso. Infine il corpo sarà traslato nella Cattedrale di Catania dove resterà il 28 e il 29 dicembre. Giorno 30 le spoglie ripartiranno per Venezia. 

Desidero esprimere i sentimenti di gratitudine al Patriarca di Venezia Mons. Francesco Moraglia – ha detto lArcivescovo Francesco Lomanto –. La celebrazione di un anno dedicato a onorare la santità di Lucia e ad approfondirne il significato sempre attuale ci deve far prendere coscienza che lera dei martiri e dei santi non si è mai chiusa. Ancora oggi la Chiesa respira della santità di Dio nella vita di chi ha il coraggio di vivere le beatitudini del Vangelo. Guardando a Lucia anche la nostra Chiesa può percorrere lo stesso sentiero di dialogo, di povertà, di accoglienza e di rispetto verso ogni uomo. Un cammino che ci vede insieme alla Chiesa di Catania, in comunione di fede e di pietà. Le due Chiese si incontrano per accogliere gli insegnamenti delle due sante vergini e martiri, ossia il senso profondo del loro cammino di fede per crescere nella santità di vita. Agata e Lucia attestano un rapporto sempre vivo di santità che realizzano nella loro apertura alla santità di Dio e riflettono nella ordinarietà della loro vita. La loro testimonianza cristiana contagia e sollecita tutti noi. A ciascuno è richiesto di compiere un cammino personale di fede, vero e profondo, per accogliere Dio, vivere con Lui e testimoniarlo di fronte alle sfide odierne e ai segni dei tempi”.

Sono grato al fratello Arcivescovo Francesco di Siracusa, che ha voluto favorire anche per la Chiesa di Catania un incontro di preghiera e di fede con le reliquie di Santa Lucia – ha detto lArcivescovo Luigi Renna –: la Luce dello stesso martirio, di Agata e Lucia, che ha imporporato la terra di Sicilia nei primi secoli, si fa memoria viva perché si rinnovi il miracolo di una rigenerazione nella fede delle comunità e dei nostri territori. Un sentito grazie anche al Patriarca di Venezia, che con spirito fraterno ha accettato che le spoglie di Santa Lucia sostassero anche a Catania: è un dono che rinsalda vincoli di carità ed è testimonianza di fede. La presenza delle reliquie di Santa Lucia in terra di Sicilia saranno per le nostre Chiese occasione propizia per prepararci nel migliore dei modi al Giubileo imminente, con la preghiera anzitutto, come il Santo Padre ci sta chiedendo”.