Ad un mese dalla morte, il Santuario della Madonna delle Lacrime, in collaborazione con la Fidapa di Siracusa, ricorda Lisetta Toscano Piccione durante la messa di domani, domenica 7, alle ore 19.00. La celebrazione sarà preceduta dall’ascolto della testimonianza giurata di Lisetta, tenuta davanti al Tribunale ecclesiastico dell’Arcidiocesi di Siracusa, l’1 ottobre 1953.
Lisetta Piccione è stata una delle testimoni oculari dell’evento dell’agosto del 1953, inviata sul posto da un sacerdote. “Ascolteremo le sue parole – ha spiegato il rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime, don Aurelio Russo – da me registrate nel corso di un’intervista che mi ha concesso qualche anno fa”. Ilaria della Bidia presta la voce a Lisetta. A questo link è possibile ascoltare la testimonianza: https://youtu.be/CdFcp_da4uo
In collaborazione con l’ Unitalsi sottosezione di Siracusa e la Fidapa di Siracusa, lunedì 8 nel giorno della festa della donna, il Santuario farà memoria di Giovanna Contarella, legatissima a Lisetta Toscano Piccione, unita a lei da sentimenti di amicizia e dalla testimonianza della Lacrimazione della Madonna. Anche per Giovanna – donna che ha vissuto la sua fede e il suo amore a Gesù e alla Madonna nel servizio agli ammalati dell’Unitalsi – sarà celebrata la Messa, lunedì 8, alle ore 18.00.
Prima della celebrazione i presenti potranno ascoltare l’audio realizzato dalla Fidapa di Siracusa, che riproduce l’ultima intervista rilasciata al rettore del Santuario don Aurelio Russo da Giovanna, un anno prima della sua morte.
Si terrà mercoledì 17 marzo, alle ore 19.00, in modalità on line, l’incontro dell’arcivescovo mons. Francesco Lomanto con tutti i referenti parrocchiali e operatori pastorali impegnati nella Pastorale della Famiglia. “Sarà l’occasione per i responsabili di fare una prima conoscenza con il nostro Pastore e per cominciare a lavorare insieme in vista di un servizio, svolto in sinergia, più concreto ed efficace, in questo ambito pastorale nella nostra diocesi” ha spiegato il delegato episcopale mons. Salvatore Marino.
I direttori dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della famiglia, Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro, hanno invece ricordato: “Cogliamo l’opportunità per ricordare che la data dell’incontro si colloca alla vigilia del 19 marzo 2021, giorno in cui la Chiesa celebra il 5 Anniversario dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia sulla bellezza e la gioia dell’amore familiare. Nello stesso giorno Papa Francesco inaugurerà l’Anno “Famiglia Amoris Laetitia”, che si concluderà il 26 giugno 2022, giornata mondiale della Famiglia che sarà celebrata a Roma“.
Un pellegrino penitente, un pellegrino di pace e che invita gli iracheni a continuare il cammino di Abramo, “nella speranza”, senza mai togliere lo sguardo dalle stelle. In un accorato videomessaggio al popolo iracheno diffuso alla vigilia della partenza del suo 33esimo viaggio apostolico, dal 5 all’ 8 marzo, Papa Francesco spiega di venire nella “vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà”, innanzitutto come “pellegrino penitente”
Per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite. Ma anche “come pellegrino di pace, a ripetere” come Gesù nel Vangelo di Matteo: “Voi siete tutti fratelli”…
In cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno del padre Abramo, che riunisce in un’unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani.
Il Papa si rivolge innanzitutto ai cristiani iracheni, che hanno “testimoniato la fede in Gesù in mezzo a prove durissime”, e si dice “onorato di incontrare una Chiesa martire: grazie per la vostra testimonianza”. I troppi martiri che avete conosciuto, è il suo auspicio “ci aiutino a perseverare nella forza umile dell’amore”. E ricorda “le immagini di case distrutte e di chiese profanate” che gli iracheni fuggiti alla furia dell’Isis hanno ancora negli occhi, e nel cuore “le ferite di affetti lasciati e di abitazioni abbandonate”.
Vorrei portarvi la carezza affettuosa di tutta la Chiesa, che è vicina a voi e al martoriato Medio Oriente e vi incoraggia ad andare avanti.
Poi Papa Francesco si rivolge a tutti gli iracheni “che molto avete sofferto, ma non vi siete abbattuti”. Ai cristiani, ai musulmani ma anche agli yazidi “che hanno sofferto tanto” chiamandoli “tutti fratelli”. Come “pellegrino di speranza” ricorda che “da voi, a Ninive, risuonò la profezia di Giona, che impedì la distruzione e portò una speranza nuova, la speranza di Dio”.
Lasciamoci contagiare da questa speranza, che incoraggia a ricostruire e a ricominciare. E in questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme. Fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa.
Il Papa conclude ricordando agli iracheni che “da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino”, e oggi “sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace!”. E, come Abramo “camminare nella speranza e mai lasciare di guardare le stelle”.
Alessandro Di Bussolo
Città del Vaticano (Da Vatican News)
L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà mercoledì 3, alle ore 18.00, in Cattedrale una solenne celebrazione eucaristica alla quale parteciperanno tutti i sacerdoti della Diocesi nissena. Concelebrerà il vescovo mons. Mario Russotto, che ha disposto che nelle parrocchie non saranno celebrate altre messe.
Mons. Lomanto avrebbe dovuto essere presente a Caltanissetta nell’anniversario della dedicazione della Cattedrale il 13 novembre, venti giorni dopo l’ordinazione avvenuta al Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa il 4 ottobre dello scorso anno. Ma le limitazioni legate all’emergenza sanitaria non lo hanno reso possibile.
Alla messa di domani, sarà possibile partecipare nel rispetto delle norme anticovid. Sarà possibile seguire la celebrazione in diretta streaming dalla pagina Facebook dell’Arcidiocesi di Siracusa che condividerà la diretta disposta dalla Diocesi di Caltanissetta.
I Vescovi di Sicilia esprimono a mons. Michele Pennisi, alla Chiesa di Monreale e, particolarmente, alla comunità di Corleone, un sentimento di solidarietà accompagnato da una forte condanna per il gesto vile e violento che li colpisce e addolora. Tre giorni fa un incendio ha bruciato il portone d’ingresso della chiesa Sant’Agostino, a Corleone, alla vigilia della festa liturgica di San Leoluca. In una nota la Conferenza episcopale siciliana ha espresso vicinanza alla Chiesa monrealese e ha condannato il gesto.
“I Vescovi auspicano che l’invito a convertirci e credere al Vangelo sia accolto anche dagli autori di questo riprovevole gesto. Il santo patrono Leoluca accompagni tutti noi nel cammino verso la Pasqua di vita nuova nel Signore Risorto”.
Un sussidio per vivere il tempo di Quaresima. L‘Ufficio Liturgico Nazionale della CEI ha prodotto una serie di proposte dedicate alle comunità parrocchiali.
“Il sussidio liturgico-pastorale “Cristo, mia speranza, e risorto” dedicato al Tempo di Quaresima-Pasqua – spiega il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Massimo Di Natale – è stato pubblicato online al seguente link: https://liturgico.chiesacattolica.it/quaresima-pasqua-2021-sussidio-liturgico-pastorale/
Nel sito web sono disponibili un file pdf per la stampa e uno con le tracce audio dei canti consigliati, per favorire, mediante l’ascolto, la preghiera e la meditazione. Il sussidio consta di tre parti con riflessioni sul cammino quaresimale, la presentazione delle Orationes super populum per il tempo di Quaresima (una delle novità della terza edizione del Messale Romano), la riflessione sul canto della sequenza pasquale, «Alla vittima pasquale». Sono presenti, inoltre, alcuni schemi di celebrazioni domestiche per la preghiera della famiglia in casa nelle domeniche di Quaresima, una celebrazione comunitaria nel tempo di Quaresima, «Cristo mia speranza», uno schema di Via Crucis per la comunità, «Non piangete per me…», una celebrazione vigiliare della luce nel tempo di Pasqua, «O Dio, che crei e rinnovi tutte Ie cose».
Questo strumento voluto dal direttore nazionale don Mario Castellano “può senz’altro aiutarci a vivere intensamente questi tempi, consapevoli come scrive il Papa che «Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr. Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno, “pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]” (1Pt 3,15)»”.
L’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio in collaborazione con l’Ufficio Diocesano Insegnamento Religione Cattolica invita all’incontro su Un sogno sociale: il pensiero filosoficonell’ambito dell’Itinerario formativo Pensare la casa comune attraverso l’Esortazione post-sinodale Querida Amazonia di papa Francesco.
L’incontro, in collegamento a distanza, avrà luogo venerdì 26 alle ore 18.30. Interverrà il prof. Gennaro Carillo, docente di Storia del pensiero politico, Università di Napoli. E’ possibile richiedere il link d’accesso alla riunione virtuale inviando un’email a info@sanmetodio.eu entro le ore 16.00 del giorno dell’incontro. Chi ha partecipato agli incontri precedenti riceverà l’invito in automatico.
“Il tempo quaresimale ci offre un forte richiamo a vivere in questa presenza di Dio attraverso il raccoglimento interiore, la preghiera e la carità“.
Lo scrive l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel suo messaggio ai presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, e alla comunità diocesana nell’iniziare il cammino quaresimale che condurrà alla celebrazione della Pasqua del Signore.
“La Quaresima è un tempo di rinnovamento spirituale, che ci apre a un incontro nuovo con Dio e ci consente di rigenerare il nostro spirito per prepararci alla Pasqua e rispondere all’esigenza della santità. Dio si dona a noi e noi possiamo accoglierlo nella misura in cui prestiamo attenzione alla sua presenza e ci impegniamo più seriamente a vivere davanti a Lui” scrive l’arcivescovo indicando le tre direttrici.
Il raccoglimento interiore
E’ un tempo di particolare raccoglimento interiore che è l’esercizio fondamentale per rimanere nella Presenza di Dio. La vita del cristiano è Dio solo. La presenza di Dio ci conduce nel deserto e fa il vuoto di tutto per unirci alla sua Santità. La santità non consiste nelle tante opere umane, ma nell’intensità della nostra unione con Dio, nella profondità del nostro essere in Lui, nella presenza reale di Dio compiuta dallo Spirito, che si impone al nostro spirito così da farci sentire meno pressanti le seduzioni di questo, mondo. Il cammino di perfezione cristiana implica la libertà interiore da tutti i poteri delle passioni, per vivere l’adesione a Dio e la nostra apertura all’azione della sua Grazia. La nostra unione con Dio ci consente così di acquistare il dominio di noi stessi che si esprime nella pace, nella gioia e nell’amore, quali doni del Signore Risorto.
La preghiera
La preghiera è un entrare in rapporto con Colui che è totalmente altro e tutto trascende, ma che ci ascolta e dà senso alle nostre domande esistenziali. La preghiera, quindi, ci dà il senso dell’alterità di Dio, ma anche della sua prossimità. Il cammino di perfezione nella preghiera segna il progresso nella via della santità: quanto più cresce la nostra adesione a Cristo, tanto più raggiungiamo la vetta della santità. La preghiera cristiana possiede una importante gradualità. Da quella interessata, molteplice e utilitaria, con la quale domandiamo tante cose a Dio, ogni cristiano deve giungere all’ascolto e al dialogo con Dio, per arrivare al vertice della preghiera, meno utilitaristica e più spirituale. La perfezione della preghiera è nella pura lode che non ha più bisogno neanche di parole, perché è Dio che parla dentro di noi, e il silenzio diventa lo spazio in cui si scopre che basta stare alla presenza di Dio. Nella vita di preghiera si consuma la profonda unione con Dio e con la Chiesa. Comprendiamo, allora, che essa è veramente il ministero più alto dell’amore che salva.
La carità
Vivere la preghiera come santità di vita significa divenire segno della presenza di Dio, per donare al mondo il suo amore. Cristo è dove ama. Ed Egli ama tutti gli uomini. Ed è presente là dove c’è uno che Egli ama e che accoglie il suo amore. Il cammino di adesione e trasformazione in Colui che ci ha scelto comporta fare spazio a Dio, realizzare l’alta misura della vita cristiana, aprirsi alla dimensione dell’amore di Dio, ossia del tutto («Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente», Mt 22,37), del sempre («Se uno vuoi venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno là sua croce e mi segua», Le 9,23) e del di più («Mi ami più di costoro?», Gv 21,15). Ciò vuol dire realizzare il nostro dono a Dio nel dono ai fratelli, che implica soprattutto il dono della nostra vita, il dono della nostra amicizia, il dono del nostro rapporto di fraternità che ci lega indissolubilmente l’uno all’altro.
L’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus continua a richiedere una serie di attenzioni che si riflettono anche in ambito liturgico. In vista dell’inizio della Quaresima, mercoledì 17 febbraio, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha pubblicato una Nota contenente le disposizioni cui dovranno attenersi i celebranti nel rito di imposizione delle Ceneri.
Dopo aver benedetto le ceneri e averle asperse con l’acqua benedetta, il sacerdote – precisa la nota – si rivolge ai presenti recitando “una volta sola per tutti la formula come nel Messale Romano: “Convertitevi e credete al Vangelo», oppure: “Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai”. Quindi, prosegue la nota, “il sacerdote asterge le mani e indossa la mascherina a protezione di naso e bocca, poi impone le ceneri a quanti si avvicinano a lui o, se opportuno, egli stesso si avvicina a quanti stanno in piedi al loro posto”. Il sacerdote, si conclude, “prende le ceneri e le lascia cadere sul capo di ciascuno, senza dire nulla”.
Imposizione delle ceneri in tempo di pandemia
Pronunciata la preghiera di benedizione delle ceneri e dopo averle asperse con l’acqua benedetta, senza nulla dire, il sacerdote, rivolto ai presenti, dice una volta sola per tutti la formula come nel Messale Romano: «Convertitevi e credete al Vangelo», oppure: «Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai». Quindi il sacerdote asterge le mani e indossa la mascherina a protezione di naso e bocca, poi impone le ceneri a quanti si avvicinano a lui o, se opportuno, egli stesso si avvicina a quanti stanno in piedi al loro posto. Il sacerdote prende le ceneri e le lascia cadere sul capo di ciascuno, senza dire nulla.
Dalla Sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Giovedì prossimo, 18 febbraio, alle ore 10,00 nella Cripta del Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa avrà luogo il Ritiro spirituale di Quaresima per i presbiteri. L’incontro si svolgerà subordinatamente ai provvedimenti anti Covid-19 adottati dalle Autorità, secondo le modalità di quelli precedenti, nel rigoroso rispetto delle prescrizioni sanitarie.
Il ritiro conclude il percorso dei quattro incontri di vicariato di Lentini, Siracusa, Floridia e Augusta precedentemente convocati dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto.