Chiusura degli uffici di Curia in occasione delle festività di Pasqua.
In particolare gli uffici saranno chiusi da giovedì 1 a lunedì 5 aprile.
Chiusura uffici di Curia per la Pasqua

Sono 500 le parrocchie siciliane che hanno messo a disposizioni propri locali per la somministrazione di vaccini anti Covid. La somministrazione delle dosi comincerà sabato 3 aprile. Il target di riferimento è quello dei cittadini di età compresa fra i 69 ed i 79 anni ai quali, nelle condizioni previste dall’autorizzazione degli enti regolatori, è destinato il vaccino AstraZeneca. In ogni centro sarà presente un medico, un infermiere e un amministrativo per la compilazione dei moduli.
“Quella di quest’anno – ha scritto Razza in una lettera inviata alla Conferenza episcopale siciliana – sarà una vera Pasqua di rinascita e per questa ragione che, avendo invocato l’aiuto e il contributo di tutti, i padri della chiesa siciliana hanno raccolto il nostro invito a sensibilizzare tutti i cittadini affinché partecipino alla campagna vaccinale. Desidero rinnovare i sentimenti di devozione e gratitudine alla Conferenza Episcopale Siciliana, e al suo presidente monsignor Salvatore Gristina, nell’auspicio che quella del prossimo 3 aprile sia soltanto la prima ‘prova’ di un’attività espansiva della campagna vaccinale che possa essere ripetuta nel futuro”. A ciascuna parrocchia sono destinate fino ad un massimo di 100 vaccini, essendo comunque richiesto un minimo di 50 adesioni.
Nella Diocesi di Siracusa saranno dieci le parrocchie coinvolte.
A Siracusa, la parrocchia Sacra Famiglia (viale dei Comuni); San Giovanni Battista all’Immacolata – Chiesa di San Filippo Apostolo (piazza San Filippo); parrocchia Maria Madre di Dio (viale Santa Panagia, 135); parrocchia San Metodio (piazza San Metodio).
Ad Augusta, parrocchia San Giuseppe Innografo (contrada Monte Tauro); a Buccheri, parrocchia Sant’Ambrogio Vescovo (piazza Matrice); a Francofonte, parrocchia San Francesco d’Assisi (via Gramsci); a Lentini, parrocchia Santa Maria La Cava e Sant’Alfio – Chiesa Madre (piazza Duomo); a Melilli, parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre (via Madrice); a Solarino, parrocchia San Paolo Apostolo – Chiesa Madre (via Roma, 60).
L’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio in collaborazione con l’Ufficio Diocesano Insegnamento Religione Cattolica invita all’incontro su Al di là dei conflitti (QA 104-105) nell’ambito dell’Itinerario formativo Pensare la casa comune attraverso l’Esortazione post-sinodale Querida Amazonia di papa Francesco.
L’incontro, in collegamento a distanza, avrà luogo venerdì 26 alle ore 18.30. Interverrà la dottoressa Daniela Respini, psicologa psicoterapeuta del consiglio direttivo Società Italiana di Psiconcologia, Sezione Sicilia, docente di Psicologia dell’ISSR. E’ possibile richiedere il link d’accesso alla riunione virtuale inviando un’email a info@sanmetodio.eu entro le ore 16.00 del giorno dell’incontro. Chi ha partecipato agli incontri precedenti riceverà l’invito in automatico.
L’atto di affidamento della parrocchia e del quartiere a San Giuseppe Operaio ha concluso la solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Siracusa, in occasione della solennità di San Giuseppe, patrono della chiesa universale.
Nella parrocchia di San Giuseppe Operaio a Priolo Gargallo per una settimana si sono succedute le celebrazioni ed i momenti di preghiera. “Facciamoci aiutare dall’esempio del patriarca San Giuseppe, uomo giusto, umile, immagine discreta e silenziosa di obbedienza a Dio – ha detto il parroco don Marco Politini -. Facciamoci guidare dalla figura di San Giuseppe a vivere questo tempo così difficile nella certezza che anche noi possiamo contribuire alla storia della salvezza e sperimentare la presenza di Dio nella nostra vita“.
Nel corso della settimana si sono succeduti nella predicazione don Salvatore Tanasi, vicario della parrocchia Sant’Antonio di Padova a Siracusa; don Shanta Pereira, vicario della parrocchia San Martino vescovo a Siracusa, e don Salvatore Nicosia, parroco di San Giovanni Bosco a Floridia.
Mercoledì 24 marzo, alle ore 11.00 nella Chiesa Cattedrale, si terrà la Pasqua per gli operatori del turismo. La celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto.
In considerazione dei provvedimenti governativi adottati in materia di contrasto e prevenzione del contagio covid 19, che hanno inserito la nostra regione in area arancione, non sarà possibile lo spostamento tra comuni se non per motivi di lavoro, salute o comprovata necessità.
“La Pasqua degli operatori del turismo non sarà annullata – spiega il direttore dell’Ufficio, don Helenio Schettini – ma potranno prendervi parte solo i residenti nel territorio del comune di Siracusa. L’ufficio di pastorale per il tempo libero, turismo e sport non vuole rinunciare a questo momento di preghiera certi che mai, quanto oggi, è necessario sostenere anche con la preghiera questo settore che vive un momento così delicato. Saremo È in comunione spirituale con quanti, per le ragioni dette, non potranno prendervi parte. Il futuro è carico di tutte le nostre attese. Questo tempo può rappresentare un’occasione preziosa per riflettere ed interrogarci, sul valore profondo del lavoro che ha al suo centro sempre la promozione della persona umana”.
Professione solenne dei consigli evangelici stamane per fra Carmelo Francesco D’Antoni e per fra Dieudonné Laho nella Basilica Santuario di Santa Lucia al sepolcro. Un momento molto partecipato dalla comunità dei Frati minori di Sicilia nonostante le disposizioni vigenti per contrastare il covid 19 abbiano inevitabilmente limitato l’accesso all’interno della Basilica. La professione è avvenuta nelle mani del ministro provinciale fra Antonino Catalfamo.
“Una data rimandata ma siamo arrivati a questo giorno – ha detto fra Dieudonné -. Abbiamo desiderato condividere questo momento con i nostri cari, un passo importantissimo della nostra vita. Il Signore riesce a travolgere. Mancano tante persone per via delle limitazioni per l’emergenza sanitaria. Tra cui mia mamma che mi segue dall’Africa”.
“Grazie a chi ci è stato accanto – ha detto fra Carmelo -. Ringraziamo il Signore nel versetto che abbiamo voluto evidenziare: I passi del mio vagare tu li hai contati. Dieci anni fa non avrei mai pensato di sostare in questo mio vagare. Questa sosta è un inizio per tutta la vita”.
Riscoprire la famiglia, la condivisione e la fraternità. I Vescovi di Sicilia hanno scritto una lettera alle famiglie di Sicilia in occasione dell’anno speciale “Famiglia Amoris Laetitia” (quinto anniversario della pubblicazione dell’esortazione) e dell’anno speciale dedicato a San Giuseppe.
Una “felice concomitanza” scrivono i vescovi “che ci riporta alle nostre tradizioni popolari di devozione a San Giuseppe, che i nostri padri amavano festeggiare in un contesto familiare. Da sempre il popolo siciliano ha vissuto la devozione a San Giuseppe come una manifestazione della famiglia che si apre a chi è nel bisogno. Le tavolate, ricche di primizie, di dolci, di piatti tradizionali da offrire a chi è nel bisogno, la minestra cucinata da molti e consumata nella condivisione, il pane, prodotto con il grano e la farina donati dalle famiglie, distribuito ai poveri a conclusione della celebrazione eucaristica sono l’espressione più bella di un popolo che vuole vivere il Vangelo dell’amore. Tutta la tradizione siciliana legata alla festa di San Giuseppe parla di condivisione e di fraternità. E anche la consuetudine della recita del Padre nostro, nella festa di San Giuseppe, riporta alla consapevolezza di essere figli tutti dello stesso Padre“.
I vescovi sottolineano che ancora oggi “ci troviamo a recitare questa preghiera e a chiedere: Dacci il nostro pane quotidiano. Ci stanno a cuore le necessità quotidiane, specie in questo tempo di pandemia: il pane, il lavoro, il perdono, il coraggio, l’amore. E in questo anno che si apre, le famiglie siciliane di una volta, quelle abituate alla povertà, ci ricordano che è possibile aprirsi a chi è nel bisogno, certi che la Provvidenza di Dio ci sarà sempre. Come Vescovi di Sicilia chiediamo i doni che il Padre celeste non mancherà di concederci. Gli chiediamo: “dacci oggi il nostro amore quotidiano”. Lo chiediamo per e con tutte le famiglie di Sicilia e del mondo, invocando con papa Francesco l’intercessione paterna di san Giuseppe, patrono della Chiesa universale.
Mettere insieme e condividere è la caratteristica della festa di San Giuseppe in Sicilia, ed è la caratteristica della famiglia. Mettere insieme e condividere è la caratteristica della famiglia soggetto dell’azione pastorale, famiglia che sostiene tutto l’edificio della Chiesa: in essa, in questo tempo travagliato della pandemia, abbiamo riscoperto la gioia e la responsabilità della preghiera domestica e della trasmissione della fede, e la necessità della solidarietà con i vicini e gli anziani, i disabili e i migranti. Il vero antidoto alla solitudine siete voi, famiglie illuminate dalla speranza e dalla carità cristiana. Mettere insieme e condividere è ciò che ha mosso l’idea del “Laboratorio di Pastorale Familiare” a cui diverse famiglie di Sicilia impegnate nella pastorale hanno aderito. Il laboratorio è un inno all’Amoris Laetitia perché da essa trae ispirazione, sforzandosi di scrivere con la vita la grandezza del Vangelo della Famiglia che da Gesù trae insegnamento.
Nella lettera del Papa troverete una porta aperta sul futuro, nella verità e nella misericordia insegnate da papa Francesco. Insieme vogliamo accogliere con tenerezza tutte le famiglie del nostro territorio, cammineremo in fraternità, ci sosterremo reciprocamente e impareremo la disponibilità e la condivisione verso i fratelli più fragili e più bisognosi. Vi accompagni la nostra benedizione, mentre insieme invochiamo la Madre del Signore, Maria, che, nella forza dello Spirito Santo, ci indica Gesù, Via della nostra gioia quotidiana“.
“La vita dei Santi — scrive il Papa — è «una prova concreta che è possibile vivere il Vangelo» e «perseguire la santità e la perfezione del proprio stato» (PC 7). L’esempio di San Giuseppe orienta la nostra vita nella fede, nell’obbedienza e nella santità che ci apre al dono di Dio e ci fa vivere in dipendenza di Lui e davanti a Lui“. L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto si rivolge ai presbiteri, ai religiosi e alle religiose, e alla comunità diocesana nella sua lettera in occasione della festa di San Giuseppe.
“Sento il bisogno – scrive l’arcivescovo – di scrivervi rifacendomi ad alcuni insegnamenti di Papa Francesco nella Lettera Apostolica Patris corde, per «accrescere l’amore» verso San Giuseppe e «per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio» (PC 7)”.
Mons. Lomanto mette in evidenza tre punti: la fede, l’obbedienza, la santità, proprio per imparare da San Giuseppe il dono della fede, dell’adesione alla volontà di Dio, della santità, della fraternità e della pace.
“San Giuseppe ci insegna che l’iniziativa della vita spirituale è sempre di Dio. 11 Signore interviene, ma esige la fede dell’uomo, al quale chiede l’umile abbandono a Lui. Solo così Dio può operare, perché la fede lascia spazio all’azione divina. La fede, infatti, richiede l’abbandono umile e totale che comporta l’affidarsi unicamente alla Parola di Dio. Nella fede, da una parte, permettiamo a Dio di essere Dio e, dall’altra parte, lasciamo a Lui di operare in noi. La fede ci fa entrare nel mistero di Dio e di vivere in piena comunione con Lui. La fede è, infatti, rapporto personale che ci fa conoscere Dio, ci proporziona a Dio e ci fa vivere alla Presenza di Dio. Proprio per la fede, scrive San Paolo, siamo trasferiti nel Regno del suo Figlio diletto (Coi 1,13), siamo concittadini dei santi e familiari di Dio (Ef2,19). Come San Giuseppe, custodiamo gelosamente e con fierezza il dono della fede, vascello che ci conduce, mistero che ci trasporta“.
Poi l ‘obbedienza come pura trasparenza di Dio
“San Giuseppe si affida a Dio e non teme. Si rimette totalmente a Dio, pur non sapendo dove lo voglia condurre. Gli basta sapere che è Dio a guidarlo. San Giuseppe, nella piena obbedienza, ha collaborato prontamente e attivamente al progetto di Dio: «Fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore» (Mt 1,24). Ecco un esempio di pura obbedienza! Ecco una fede perfetta! Il Signore, dopo aver chiesto alla Vergine Maria di fidarsi, anche a Giuseppe ha chiesto più fede. Giuseppe, figlio di Davide, conosce le Scritture e sa che i disegni di Dio si realizzano nell’obbedienza. Pertanto accetta di camminare nell’oscurità e di corrispondere a Dio senza veder nulla. Nella pura trasparenza della sua obbedienza, egli vive in dipendenza assoluta da Dio, il quale gli manifesta giorno dopo giorno la sua volontà. Giuseppe, vive nel silenzio fiducioso e diventa attuazione pura della volontà di Dio. Quello che Dio compie in lui e attraverso di lui è solo opera divina“.
Infine la santità come puro ordinarsi a Dio
“San Giuseppe insegna che la santità è vivere in totale dipendenza da Dio, è seguire Dio attraverso un puro rapporto di servizio e di amore. Sotto questo punto di vista, San Giuseppe è l’esempio più perfetto della santità cristiana, perché è pura sottomissione alla volontà di Dio, che egli vive nella dedizione alla Vergine Maria e al Figlio di Dio. La vita di Giuseppe è il suo Figlio e la sua sposa: non c’è altro! La vita cristiana, sull’esempio di San Giuseppe, implica il nostro dipendere totale da Dio e il nostro servizio agli altri. San Giuseppe ci insegna che, per aderire pienamente al progetto salvifico di Dio, occorre spogliarsi di se stessi, del proprio egoismo, dei propri interessi, per lasciarsi ricolmare dall’amore di Dio che diventa carità nel servizio ai fratelli“.
O Beato Giuseppe,
sposo della Vergine Maria
e custode del divin Figlio Gesù,
tu che, obbedendo alla Parola di Dio,
sei diventato fedele servitore
dell’opera di salvezza,
ravviva la fede, la santità di vita
e il generoso impegno nella carità.
Proteggi la Chiesa,
la nostra Diocesi di Siracusa
e il mondo intero,
ottienici la grazia
di essere costruttori del Regno di Dio,
di superare le sfide
e le difficoltà del nostro tempo,
e di generare gesti di fraternità e di pace.
Custodisci le nostre famiglie,
dona unità, concordia e amore,
ricolmale di bene nei desideri,
nelle aspirazioni e nelle speranze.
Dona a tutti la dignità del lavoro,
per provvedere a un degno sostentamento,
per prestare servizio al prossimo
e partecipare all’opera creatrice di Dio.
“A distanza di un anno dall’affidamento a Santa Lucia della città di Siracusa per la crisi pandemica vogliamo elevare oggi la nostra preghiera per ringraziare il Signore attraverso l’intercessione di Santa Lucia per il sostegno, le grazie, gli aiuti concessi a tutti noi. In maniera particolare vogliamo pregare per infermieri, medici, farmacisti e tutti coloro che si sono prodigati per alleviare le sofferenze dell’umanità“. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto all’apertura della nicchia che custodisce il simulacro di Santa Lucia nella chiesa Cattedrale. “Invochiamo il suo aiuto e la sua protezione per andare avanti e compiere gesti di solidarietà, di unità, nella testimonianza della bellezza dell’amore di Dio” ha concluso l’arcivescovo prima di recitare la preghiera a Santa Lucia.
La Deputazione della Cappella di Santa Lucia ha deciso un’esposizione straordinaria del simulacro della patrona di Siracusa nella Cattedrale per l’intera giornata. Le cinque chiavi necessarie per aprire la nicchia che custodisce il simulacro sono state consegnate al maestro di cappella Benedetto Ghiurmino da infermieri, medici o persone che hanno vissuto, sia pure in diverso modo, l’esperienza del covid 19. Alle ore 8.00 mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale, ha celebrato la messa.
“Invitiamo tutti coloro i quali oggi verranno a rendere omaggio a Santa Lucia ad un gesto di solidarietà” ha detto il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, avv. Giuseppe Piccione. “Preghiera e solidarietà sono il vero antidoto al Covid 19”. Alle ore 17,00, i bambini della parrocchia, e comunque tutti i bambini che vorranno essere presenti, parteciperanno ad un momento di racconto della storia della vergine e Martine siracusana, anche attraverso le scarpette rosse e le reliquie della patrona.
Alle ore 18,30 l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà la celebrazione eucaristica. Parteciperà alla messa il personale sanitario. La celebrazione sarà trasmessa sui canali social dell’Arcidiocesi, la pagina Facebook e il canale You Tube, e sulla pagina Facebook della Deputazione della Cappella di Santa Lucia. Si ringraziano le emittenti televisive Medical Excellence, Teleuno Tris, Video 66, che trasmetteranno la celebrazione.
La Deputazione ha disposto una serie di linee guida ed un piano di evacuazione nel rispetto delle normative covid 19. Durante lo svolgimento delle funzioni religiose non sarà consentita la visita al Simulacro. Nel rispetto delle normative covid19 la capienza della Chiesa Cattedrale è di 100 persone. I fedeli saranno in fila, distanziati, attraverso un percorso delimitato, e potranno stazionare in piedi al massimo due persone all’interno della Cappella il tempo necessario per una preghiera. All’ingresso ed all’uscita ci sarà materiale igienizzante e i fedeli dovranno indossare la mascherina all’interno della Cattedrale. Saranno presenti i volontari per verificare l’osservanza delle disposizioni.
L’Ufficio ha disposto la diretta streaming anche con il servizio dell’interpretariato nella lingua dei segni, in collaborazione con la sezione Ens di Siracusa. Il momento di preghiera sarà trasmesso sul canale You Tube, e sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi.
Si ringraziano le emittenti televisive Medical Excellence, Teleuno Tris, Video 66, che trasmetteranno la Via Crucis in diretta. Animeranno il momento di preghiera i Cantunovu.