Mons. Lomanto si è rivolto a studenti, personale docente e non docente e dirigenti delle scuola di ogni ordine e grado. “Nel particolare frangente socio politico in cui viviamo, la Scuola deve essere riconosciuta quale istanza particolarmente centrale della società, ove progetti e sogni della stessa germinano, si organizzano e prendono corpo. In particolare, occorre ripensare alla centralità della Scuola in un tempo in cui la pandemia ci ha fatto prendere coscienza della nostra reciproca interdipendenza e la guerra in Ucraina ci ammonisce nel senso che se non si vive la fraternità globale, la sopraffazione fratricida e la brutale violenza omicida delle armi incombe. La cultura è un potentissimo strumento di crescita personale e sociale che, in un mondo caratterizzato da sperequazioni economiche che aumentano sempre di più il divario fra ricchi e poveri pone al centro l’essere e non l’avere e che richiama la società dominata dall’edonismo a far leva non sull’apparire ma sull’essere”.
Mons. Lomanto si è rivolto ai ragazzi e agli adulti impegnati nel mondo della Scuola, invitandoli a non cedere “alla seduzione dell’autoreferenzialità, dell’egoismo, dell’individualismo, esercitatevi a uscire da voi stessi per andare verso l’altro e verso l’Alto, a vivere quella fraternità e amicizia sociale di cui parla Papa Francesco e che ci abilita a sperimentare il valore autentico della vita, perché «la vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte» (Francesco, Angelus – 10 novembre 2019): L’Osservatore Romano, 11-12 novembre 2019, p.8). Buon inizio di attività: sia un anno intenso, animato dalla speranza nel bene, proiettato alla crescita persona e comunitaria“.