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L’educazione per tirar fuori il meglio che c’è in ogni uomo

L’educazione è un ministero delicatissimo che porta a e-ducere, cioè tirar fuori il meglio che c’è in ogni uomo“. Lo scrive l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha inviato un messaggio al mondo della scuola all’inizio dell’anno scolastico.
Mons. Lomanto si è rivolto a studenti, personale docente e non docente e dirigenti delle scuola di ogni ordine e grado.  “Nel particolare frangente socio politico in cui viviamo, la Scuola deve essere riconosciuta quale istanza particolarmente centrale della società, ove progetti e sogni della stessa germinano, si organizzano e prendono corpo. In particolare, occorre ripensare alla centralità della Scuola in un tempo in cui la pandemia ci ha fatto prendere coscienza della nostra reciproca interdipendenza e la guerra in Ucraina ci ammonisce nel senso che se non si vive la fraternità globale, la sopraffazione fratricida e la brutale violenza omicida delle armi incombe. La cultura è un potentissimo strumento di crescita personale e sociale che, in un mondo caratterizzato da sperequazioni economiche che aumentano sempre di più il divario fra ricchi e poveri pone al centro l’essere e non l’avere e che richiama la società dominata dall’edonismo a far leva non sull’apparire ma sull’essere”.
Mons. Lomanto si è rivolto ai ragazzi e agli adulti impegnati nel mondo della Scuola, invitandoli a non cedere “alla seduzione dell’autoreferenzialità, dell’egoismo, dell’individualismo, esercitatevi a uscire da voi stessi per andare verso l’altro e verso l’Alto, a vivere quella fraternità e amicizia sociale di cui parla Papa Francesco e che ci abilita a sperimentare il valore autentico della vita, perché «la vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte» (Francesco, Angelus – 10 novembre 2019): L’Osservatore Romano, 11-12 novembre 2019, p.8). Buon inizio di attività: sia un anno intenso, animato dalla speranza nel bene, proiettato alla crescita persona e comunitaria“.

Donazione dei consulenti del lavoro alla Caritas

Consegnata alla Caritas di Siracusa una donazione da parte degli ordini professionali che hanno partecipato al torneo solidale di Padel promosso dai Consulenti del Lavoro in favore degli ucraini presenti nel territorio provinciale. 

Una somma che servirà per sostenere gli ucraini che non hanno ancora ricevuto gli aiuti economici istituzionali a causa di un problema burocratico con i passaporti. 

Ancora – ha ricordato padre Marco Tarascio, direttore della Caritas Diocesana -, purtroppo, come promesso, non è partita la solidarietà italiana, poiché queste persone non hanno ricevuto, almeno in Sicilia, l’assegno di 300 euro mensili di cui sono destinatarie. Noi ne abbiamo presi in carico circa ottanta, cercando di trovare loro non solo una sistemazione ma anche un lavoro, tenendo in considerazione che tra loro ci sono diversi laureati e in discipline sanitarie, ma trovano un grosso ostacolo per l’inserimento nel tessuto sociale e lavorativo nell’apprendimento della nostra lingua, l’italiano risulta difficile per loro da imparare”.

Abbiamo organizzato, insieme agli altri ordini professionali, questo evento – ha dichiarato Antonino Butera, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Siracusa – proprio in relazione all’ emergenza che si è venuta a creare con questa guerra. Sappiamo che la nostra iniziativa non risolverà i problemi dei nostri ospiti però potrà servire a sostenere qualche spesa. Inoltre abbiamo appreso dell’esistenza di una banca dati che Caritas detiene e attraverso cui cerca di incrociare domanda e offerta di lavoro. Un patrimonio di informazioni importanti che noi Consulenti ci impegneremo ad utilizzare contribuendo a fornire alle aziende, nostre clienti, che ne avranno necessità i curricula dei candidati per i profili richiesti. Ci siamo impegnati a fungere da mediatori anche per quanto riguarda l’aspetto occupazionale di questi cittadini stranieri”.

 

Anniversario del dies natalis di Suor Chiara Di Mauro

Martedì 13 settembre ricorre il 90esimo anniversario del dies natalis di Suor Chiara Di Mauro (1932-2022), monaca e mistica siracusana, Serva di Dio il cui processo di beatificazione si è aperto nel 1983.

Proprio nel luogo della sua sepoltura, la Chiesa dei Cappuccini di Siracusa, l’importante ricorrenza sarà celebrata in una Messa in suffragio presieduta da Mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa, con la concelebrazione del parroco P. Emiliano Strino e che verrà animata dai soci dell’associazione “Amici di Suor Chiara Di Mauro”.

L’associazione “Amici di Suor Chiara Di Mauro”, riconosciuta canonicamente da Mons. Lomanto un anno fa, intende diffondere la figura, le opere, i miracoli, la spiritualità di una figura ancor oggi poco conosciuta dai suoi stessi concittadini, con il fine della ripresa di un processo di beatificazione che da troppi anni attende un’immediata e assai auspicata ripresa.

La Messa sarà celebrata alle 19, nel chiostro della Chiesa dei Cappuccini di Siracusa. Al termine della cerimonia liturgica si terrà un breve momento di preghiera sulla tomba di Suor Chiara.

“Mazzarona…REstate sotto casa”

Un pomeriggio all’insegna dello sport e del divertimento. Nell’ambito del progetto “Mazzarona…REstate sotto casa” appuntamento per sabato 10 in via Luigi Foti, chiesa San Corrado Confalonieri, con l’evento “Sport per tutti”. 

L’iniziativa rientra nel progetto promosso dalla Fondazione di Comunità Val di Noto, in collaborazione Syrako Rugby, Zuimama Arciragazzi, Legambiente Siracusa, Rifiuti Zero – Siracusa e Decathlon Italia, con un calendario di eventi per giovani e meno giovani alla scoperta e riqualificazione delle periferie della città.  La Fondazione di Comunità Val di Noto collabora con molte realtà associative siracusane per promuovere progetti di recupero e valorizzazione del quartiere della Mazzarona. Tra queste il cantiere educativo alla parrocchia di San Corrado.

Per la giornata “Sport per tutti” a partire dalle 18 e fino alle 20 sarà possibile praticare gratuitamente molte discipline tra cui rugby, pallacanestro, pallavolo, tiro con l’arco.

Messaggio inviato ai candidati per le elezioni del 25 settembre

Elezioni regionali, i vescovi di Sicilia: “Dare voce ai più fragili”

Il prossimo Governo della Regione dovrà occuparsi di molte questioni ma dovrà farlo dando voce a chi non ha voce e senza lasciare indietro i più fragili. C’è un profondo rinnovamento che ci attende affinché la nostra terra torni ad essere una comunità di vita, di orizzonti, di speranze. E’ una responsabilità che condividiamo tutti. Noi, come Vescovi della Sicilia, possiamo solo consegnare a voi l’immagine che per primi ci interpella. L’immagine di un povero Uomo crocifisso ingiustamente, che con la sua vita, con la sua morte e risurrezione ci ha rivelato il senso ultimo e alto della politica: non crocifiggere l’altro con ingiuste leggi e prendersi cura di tutti i crocifissi della storia“. E’ uno dei passaggi del messaggio che i vescovi di Sicilia hanno inviato ai candidati alla guida della Regione Siciliana e a tutti i siciliani in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. Una serie di riflessioni consegnate a “quanti, come voi, saranno chiamati ad agire per la rinascita della speranza nella nostra amata Isola“. I vescovi hanno ribadito la necessità di “sentirci sempre più corresponsabili della cosa pubblica, di essere cittadini interessati profondamente alla Sicilia, alla sua storia e al suo futuro. A voi, cari Candidati, spetta il compito – e lo sapete bene – di avere una chiara progettualità, di coinvolgere tutti, di far sì che ognuno possa apportare il proprio contributo ideale, il proprio sforzo operativo, semplicemente il proprio mattone“. 

Dal nostro punto di vista, restando in ascolto del Vangelo che ci giudica e ci guida, c’è una sola strada perchè questo sguardo converga nella stessa direzione: la strada di una solidarietà fattiva, congiunta ad una responsabile sussidiarietà, sempre aperta agli altri, al mondo, al futuro. (…) Dalla pandemia e dalla guerra impariamo che siamo tutti fratelli, immersi nella stessa storia, accomunati dagli stessi pericoli, chiamati a correggere insieme le stesse distorsioni, per ritrovare le vie della pace, della giustizia, della libertà, della crescita sostenibile, della cura dell’ambiente. (…). Solo rimanendo dalla parte delle famiglie e dei più deboli si costruisce un futuro per tutti. Solo un progetto politico che includa gli ultimi può accomunare tutti“.

I vescovi di Sicilia hanno poi elencato le priorità: “Il prossimo Governo della Regione dovrà occuparsi di molte questioni ma dovrà farlo dando voce a chi non ha voce e senza lasciare indietro i più fragili. I fondi del PNRR sono un’opportunità eccezionale, probabilmente irripetibile. Sentiamo di dover condividere con voi la preoccupazione perché queste risorse non vengano sprecate ma siano impiegate per la rinascita e lo sviluppo della nostra terra, a cominciare dalle infrastrutture viarie e dai trasporti, dell’agricoltura e delle energie rinnovabili. Servano per una sanità giusta, per un’istruzione dignitosa e diffusa. Servano concretamente per andare incontro alle famiglie che hanno un solo reddito, alla disperazione di chi è rimasto senza casa, all’angoscia dei lavoratori precari, alle incertezze degli artigiani e dei professionisti, alla solitudine degli anziani e dei disabili, al disorientamento dei bambini e degli adolescenti, alla stanchezza e alla disillusione dei giovani. La gioventù è diventata in Sicilia, in questi decenni, una forma della povertà. E questo rattrista i cuori di tutti noi, che ci prendiamo cura del futuro della Polis. Constatiamo infatti con dolore che essere giovani nella nostra terra ha coinciso e oggi ancor più coincide con una cocente mancanza di diritti: il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il diritto a restare in Sicilia senza essere costretti ad andar via. Questa è per tutti noi una chiamata storica, e lo è anzitutto per voi, per la nostra politica: diamo ai nostri giovani opportunità e motivi per restare qui, scommettendo sulle loro energie, sulle loro capacità, sul loro modo coraggioso di impegnarsi nel mondo per la cura delle nostre città e dei nostri territori. Sosteniamo il loro anelito ad un’ecologia integrale. Impegniamoci a dare soluzione definitiva al grave problema della gestione dei rifiuti che sta pregiudicando la qualità della vita della nostra terra. Incrementiamo gli strumenti che possano garantire alla nostra Isola la valorizzazione dei beni culturali mediante il turismo. Programmiamo la valorizzazione e la fruizione sostenibile del prezioso, diffuso ed eterogeneo patrimonio culturale, materiale e immateriale“.

Infine l’immagine del Crocifisso e l’immagine della Madonna “che il nostro popolo chiama “a Bedda Matri”. Al di là di ogni fede, quanta passione, quanto rispetto per la donna e per la madre, quanta vitalità c’è in questa espressione potente! Guardiamo a lei e a tutte le donne. Un governo è umano se si fa guidare dall’attenzione alle donne (e ai loro bambini). Impareremo così che cosa significa dare la vita e non toglierla, essere per l’altro e non contro di lui, avere pietà e non disprezzo, amare in ogni caso e ad ogni costo e non pensare che ci sia qualcosa di diverso dell’intelligenza e dell’energia del cuore che possa ridare speranza al mondo e alla nostra Sicilia“.

 

In allegato il messaggio integrale


Farsi prossimo è il richiamo che ci proviene dalle lacrime

Senza solidarietà e partecipazione, non solo emotiva ma anche fattiva, difficilmente riusciremo a risalire la china di questa tormentata stagione di crisi. Farsi prossimo, sporcarsi le mani con chi è nel bisogno è il richiamo che ci proviene dalle lacrime della Beata Vergine”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, parla delle lacrime di Maria, quelle che sgorgarono 69 anni fa da un quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria. Un‘immagine, che si trovava nell’abitazione dei coniugi Iannuso, che pianse lacrime umane per quattro giorni, dal 29 agosto al 1 settembre del 1953. Il cardinale Bassetti presiede al Santuario della Madonna delle Lacrime la solenne celebrazione eucaristica, con gli arcivescovi emeriti di Siracusa Giuseppe Costanzo e Salvatore Pappalardo, che conclude i festeggiamenti prima che l’arcivescovo Francesco Lomanto affidi l’Arcidiocesi di Siracusa alla Madonna delle Lacrime.

La Vergine ci insegna a riflettere sulle lacrime versate in ogni angolo della terra. Condividere le vicende del nostro tempo vuol dire farsi carico delle tante situazioni di precarietà e di malessere sociale fortemente presenti oggi nel nostro Paese e in particolar modo in questa cara terra di Sicilia. Penso alle famiglie in difficoltà economica in tutta Italia, ai giovani senza lavoro, agli anziani soli, agli operai licenziati, alle imprese che falliscono, agli immigrati che sbarcano esausti su queste coste in cerca di una vita migliore, ai continui aumenti dei costi della vita, insostenibili per la povera gente”. Bassetti ha ricordato la “drammatica situazione causata dalla pandemia da Covid-19. Quante lacrime versate in tutto il mondo! Con centinaia di migliaia di morti dovuti a questa immensa tragedia. E, come se non bastasse, in questi mesi si è scatenata una nuova, terribile, guerra in Europa. Anche oggi, sono centinaia di morti in Ucraina, mentre donne e bambini sono costretti alla fuga, alla povertà e alla fame. Sostenuti dalla forza della fede, uniamo stasera, alle lacrime di Maria, quelle degli uomini e delle donne di tutto il mondo. Le lacrime della Vergine sintetizzano quelle del mondo intero, e lasciano trasparire in modo forse più evidente ma altrettanto dignitoso il pianto di Gesù, che intensamente ha voluto partecipare alle vicende umane, specie le più dolorose”.

Bassetti ha parlato delle lacrime di Maria come “un dono. Il suo è il pianto dell’amore che si dona e porta frutto. Sono lacrime di gioia e di sapienza quelle di colei che lascia andare il Figlio verso Dio e si lascia guidare come discepola da colui che è nato dal suo grembo”. Numerosi pellegrinaggi hanno caratterizzato i festeggiamenti iniziati con la benedizione del cotone. “Il Pianto di Maria significa la sua partecipazione alle nostre sofferenze. La Madonna fa sue le nostre lacrime, anzi piange con le Lacrime umane; ci consola, ci sostiene e ci incoraggia. Con la sua materna presenza ci assiste, intercede per noi, prega per noi, ci protegge, ci offre il suo amore di Madre. (…) Il Pianto è segno di rinnovamento” ha detto Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa.

Traslazione reliquie dei Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino

Traslazione delle reliquie dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino a Lentini. Giovedì 1 settembre alle ore 8.30 nella cappella di Sant’Alfio della chiesa Madre esposizione delle reliquie.  Alle 11.15 al Santuario diocesano dei Santi Martiri supplica alla Madonna delle Lacrime.
Venerdì 2, alle ore 6.00 apertura della Chiesa Madre-ex Cattedrale e svelata del simulacro di Sant’Alfio. Seguirà la messa. Alle ore 19.00 processione penitenziale “Sulla strada del martirio”: i canonici dell’ex Cattedrale porteranno in processione il Sacro Scrigno contenente le reliquie dei Santi martiri da piazza Duomo, lungo via Conte Alaimo, Alfieri, Paradiso, vicolo Tre Santi, piazza Cavour, per arrivare fino in piazza Umberto I e piazza Duomo. Alle ore 20.00 la solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi.

Così l'arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto

Il pianto di Maria è la sua partecipazione alle nostre sofferenze

Chiediamo a voi tutti, che soffrite, di sostenerci. Proprio a voi, che siete deboli, chiediamo che diventiate una sorgente di forza per la Chiesa (per la nostra Chiesa di Siracusa) e per l’umanità“. Così l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, lunedì scorso nel primo giorno dei festeggiamenti per il 69mo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa. “Le lacrime di Maria sono un riflesso delle lacrime di Gesù” (papa Francesco 23 aprile 2022) è il tema scelto quest’anno per ricordare l’evento prodigioso del 1953 quando per quattro giorni, dal 29 agosto al 1 settembre, un quadretto in gesso del Cuore immacolato di Maria pianse lacrime umane. La prima giornata si è aperta con il pellegrinaggio dalla Casa del Pianto al Santuario della Madonna delle Lacrime, dove è stato rivolto alla Vergine Maria l’Atto di affidamento degli ammalati e degli operatori della salute e la celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Siracusa. “Accompagniamo con la nostra preghiera quanti vivono le prove della vita, le difficoltà dell’esistenza, le sofferenze, i dolori, le emarginazioni, consapevoli che in unione con Cristo essi costituiscono la capacità del nostro amore e diventano la forza che salva il mondo” ha detto Francesco Lomanto. “Il pianto di Maria significa per noi la sua partecipazione alle nostre sofferenze. La Madonna fa sue le nostre lacrime, piange con le lacrime umane e ci consola, ci sostiene, ci incoraggia. Con la sua presenza materna ci assiste, intercede per noi, prega per noi. Ci offre il suo cuore di madre: dà tutto per noi. E noi sappiamo che «alle tue sante lacrime, Gesù nulla rifiuta». Maria guida il nostro cammino; ci indica la via. Il pianto è segno di superamento, di rinnovamento e di nuova direzione”.
Ieri pomeriggio la solenne celebrazione è stata presieduta da Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Siracusa. Domani sarà invece Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa. Giovedì 1 settembre sarà il cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo emerito di Perugia Città della Pieve a concludere i festeggiamenti. Per accogliere i pellegrini è stata posizionata una pedana sull’altare maggiore, che facilita la preghiera davanti al quadrettomiracoloso della Madonna delle Lacrime. I fedeli potranno organizzarsi percorrendo cammini penitenziali verso la Basilica del Santuario per ottenere i benefici dell’indulgenza plenaria.

Una stele per ricordare l’evento della Lacrimazione

La lacrimazione della Madonna è un evento che segna profondamente la storia e la vita di Siracusa. È un segno che va conservato nel cuore e nella memoria per dare un senso sempre più profondo all’identità collettiva e alla connotazione ecclesiale dell’Arcidiocesi. Pensare a Maria significa pensare anche alla sua connotazione visibile in un linguaggio così interiore e profondo che deve interpellare chiunque si accosta a questo evento e chiunque passi in questo luogo“. Lo ha detto l’arcivescovo Francesco Lomanto in piazza Euripide, alla cerimonia della scopertura della nuova stele commemorativa dell’evento prodigioso avvenuto esattamente 69 anni fa, il 29 agosto del 1953, in una casa della vicina via degli Orti di san Giorgio.
Presente anche il rettore del santuario della Madonna della Lacrime, padre Aurelio Russo, e il sindaco Francesco Italia che ha sottolineato: “La lacrimazione della Madonna è parte della nostra identità, un pezzo della nostra memoria collettiva che merita di essere mantenuto vivo in questo posto che per anni ha ospitato il quadro del miracolo mariano“.
Da oggi in piazza Euripide si può anche leggere una frase di papa Francesco dedicata a Siracusa.
Nella nuova stele, rivolta verso il Santuario, oltre ad essere riprodotto il contenuto di quella originaria (che rimarrà custodita nella basilica mariana) viene anche rinnovato il ringraziamento alla Madonna e l’affidamento di Siracusa alla sua “protezione materna”. La frase del Pontefice, invece, è stata pronunciata in piazza San Pietro il 23 ottobre del 2019 in occasione del primo incontro avuto con una delegazione dell’Amministrazione in carica e dice: “Siracusa, la città della Madonna che piange e di santa Lucia che protegge gli occhi. Anche i miei”.

Pellegrinaggio dalla parrocchia del Pantheon

“La Madonna chiamò… la Parrocchia del Pantheon rispose…” (parroco Giuseppe Bruno)
Lunedì 29 agosto 2022 ore 21.00: riprende il tradizionale pellegrinaggio della Parrocchia del Pantheon alla Madonna delle Lacrime

Nell’ambito dei festeggiamenti in occasione del 69esimo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa, la comunità parrocchiale del Pantheon di Siracusa, guidata dal parroco don Massimo Di Natale, si riunirà presso il piazzale del Pantheon lunedì 29, alle ore 21, per poi muoversi in pellegrinaggio verso il Santuario della Madonna delle Lacrime e concludere con la celebrazione eucaristica.
“La parrocchia di San Tommaso Apostolo al Pantheon da sempre è stata particolarmente coinvolta nel messaggio delle Lacrime di Maria all’umanità – spiega don Massimo Di Natale -. Si ricorda che i primi testimoni oculari dell’evento prodigioso furono i coniugi Angelo Iannuso e Antonina Giusto che si sposarono presso la parrocchia di San Tommaso Apostolo al Pantheon il 21 marzo 1953. La Lacrimazione di Maria a Siracusa ebbe luogo in una casetta di via degli Orti del territorio parrocchiale del Pantheon guidato dal parroco di allora, mons. Giuseppe Bruno, che fu coinvolto per primo e dunque chiamato a partecipare al miracolo della Lacrimazione del quadretto di gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria.  Sempre vive le parole incoraggianti del parroco di allora, mons. Giuseppe Bruno, “La Madonna chiamò… la Parrocchia del Pantheon rispose…”: un amore filiale e rinnovato della comunità parrocchiale del Pantheon con la sua peregrinatio alla Madonna delle Lacrime”.
Negli ultimi due anni, per motivi legati all’emergenza epidemiologica, la comunità del Pantheon si è riunita in piazza per un intenso momento di preghiera e la recita del Santo Rosario: quest’anno si vuole riprendere il tradizionale pellegrinaggio comunitario, in quanto la parrocchia del Pantheon fu la prima a muoversi in un primo pellegrinaggio verso via degli Orti la domenica del 6 settembre 1953 per omaggiare la Madonna anche della miracolosa grazia ricevuta alla piccola Enza Moncada. “Sarà anche quest’anno un’occasione per rendere omaggio e dimostrare la filiale gratitudine alla Madonna della Sua presenza a Siracusa, ancora oggi, con il linguaggio e il segno sempre eloquente delle sue lacrime d’Amore e di Speranza all’intera umanità” conclude don Massimo.