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Costituzione, il prof. Giovanni Maria Flick a Solarino

Il prof. Giovanni Maria Flick sarà protagonista di un incontro sulla Costituzione venerdì 4 ottobre alle ore 19.00 nella chiesa San Paolo Apostolo di Solarino. L’incontro era stato fissato per venerdì’ 27 settembre ma è stato spostati per impegni istituzionali.
La Costituzione è un patto che guarda al futuro facendo tesoro della memoria del passato; un patto di inclusione e di partecipazione, non di esclusione e di appartenenza. E’ un vero e proprio manuale di convivenza” ha scritto Giovanni Maria Flick.
L’incontro sarà aperto da don Luca Saraceno, parroco della chiesa di San Paolo. Giovanni Maria Flick è un giurista, presidente della Corte costituzionale dal 14 novembre 2008 al 18 febbraio 2009. Ha ricoperto il ruolo di ministro della giustizia del governo Prodi (dal maggio 1996 all’ottobre 1998).

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L’ultimo saluto a don Antonino

Migliaia di fedeli hanno preso parte alle ultime esequie dell’Arciprete della Chiesa Madre Don Antonino Loterzo. Ieri avrebbe compiuto 73 anni. Padre Loterzo era molto conosciuto per la sua umiltà e l’essere altruista.  Venne ordinato sacerdote nel settembre del 1971, nel settembre del 1992 fu nominato Arciprete della Chiesa Madre di Floridia. 

Tristezza e commozione per la prematura scomparsa di un sacerdote tanto amato dai floridiani. I funerali sono stati presieduti dall’arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo e concelebrati dall’arcivescovo emerito Mons. Giuseppe Costanzo e tantissimi sacerdoti della diocesi. 

“Oggi domenica del Signore ci ritroviamo convocati attorno all’altare per celebrare il mistero fondamentale della nostra Fede Cristiana. Gesù Cristo morto e risorto. La sua morte e la sua resurrezione è il mistero Pasquale che viene presentato poi nell’Eucarestia. Siamo qui per la fede e la speranza che abbiano in Cristo, celebriamo il passaggio da questo mondo alla vita eterna del nostro carissimo fratello Antonino parroco di questa comunità parrocchiale. Un sacerdote che ha cercato di conformare, per davvero, la sua vita a quella del Cristo buon Pastore”. L’arcivescovo ha concluso: “Credo che Padre Antonino abbia messo sempre in pratica quella parola di Gesù ‘chi vuole essere il primo tra di voi si faccia servo di tutti’. Era il servitore della comunità, la sua Parrocchia. Un servitore dei suoi confratelli”. 

La salma di Padre Loterzo è stata portata a spalla dai sacerdoti fuori dalla Chiesa e trasferita nel cimitero a Buccheri dove verrà tumulata.

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Nasce “Il Portico”, luogo di incontro

Nasce “Il Portico”, periodico della comunità del diaconato della Chiesa di Siracusa. Luogo dove si incontra, si discute, si aiuta chi è in difficoltà, si dialoga. Come sottolineato nell’editoriale da mons. Salvatore Marino, delegato episcopale per il diaconato permanente, “il giornale che punta a diventare un mensile si propone due mete: da una parte dare un segno di visibilità nella nostra Chiesa locale e dall’altra costruire e rafforzare la comunità diaconale“. All’interno del periodico una serie di rubriche, riflessioni comunitarie, approfondimenti.
Nel primo numero anche il saluto dell’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo che ha invitato i diaconi ad essere “primi soggetti attivi e responsabili della specifica testimonianza ministeriale cui sono stati iniziati con la sacra ordinazione. Spetta ai diaconi sperimentare via di evangelizzazione di presenza pastorale nei vari ambiti sociali“.

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Il Papa a Bartolomeo I: perché ho voluto san Pietro accanto a sant’Andrea

“Nella pace che nasce dalla preghiera, ho sentito che avrebbe avuto un significato importante che alcuni frammenti delle reliquie dell’Apostolo Pietro fossero poste accanto alle reliquie dell’Apostolo Andrea”. Così Papa Francesco, in una lettera a Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, spiega il significato del dono di alcuni frammenti delle reliquie di san Pietro, che il 29 giugno scorso ha consegnato, al termine della Messa nella solennità dei santi Pietro e Paolo, al capo della delegazione del patriarcato, l’arcivescovo Job di Telmessos.

“Ho creduto che questo pensiero mi sia venuto dallo Spirito Santo – prosegue il Papa nella lettera –  che in così tanti modi sollecita i cristiani a ritrovare quella piena comunione” per la quale Gesù aveva pregato alla vigilia della Passione. Un gesto, chiarisce Francesco, “che vuole essere una conferma del cammino che le nostre Chiese hanno compiuto per avvicinarsi tra di loro: un cammino a volte impegnativo e difficile, eppure accompagnato da evidenti segni della grazia di Dio”.

“Continuare questo cammino – scrive ancora Papa Francesco a Bartolomeo I – richiede soprattutto una conversione spirituale e una rinnovata fedeltà al Signore, che vuole da parte nostra un maggiore impegno e passi nuovi e coraggiosi”. Difficoltà e disaccordi, raccomanda il Pontefice, non devono distoglierci “dal nostro dovere e dalla nostra responsabilità di cristiani”, soprattutto come pastori della Chiesa, davanti a Dio e alla storia.

Nella lettera, il Papa ripercorre la storia del ritrovamento della tomba di san Pietro. Ricorda che “la tradizione della Chiesa romana” ha sempre testimoniato che l’apostolo, dopo il suo martirio nel Circo di Nerone, sia stato sepolto nella vicina necropoli del Colle Vaticano. E che “la sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggi”. E sul luogo della tomba, “l’imperatore Costantino fece erigere la Basilica Vaticana dedicata a san Pietro”.

Francesco ricorda poi che “nel giugno 1939, immediatamente dopo la sua elezione, il mio predecessore, Pio XII, decise di iniziare gli scavi sotto la Basilica Vaticana”. Scavi che portarono inizialmente “alla scoperta del luogo esatto della sepoltura dell’apostolo e successivamente, nel 1952, alla scoperta – sotto l’altare maggiore della Basilica – di una nicchia funeraria accostata a un muro rosso risalente all’anno 150 e coperta di numerosi, preziosi graffiti, compreso uno di importanza fondamentale che recita, in greco, Πέτρος ενι”, “Pietro è qui”.

Questa nicchia, prosegue Papa Francesco nella lettera, “conteneva ossa che ragionevolmente possono essere considerate quelle dell’apostolo Pietro. Di queste reliquie, che ora sono custodite nella necropoli sotto la basilica di san Pietro, il santo Papa Paolo VI ne volle conservare nove frammenti per la cappella privata dell’appartamento papale nel Palazzo Apostolico”. Frammenti che, racconta il Pontefice, “vennero posti in un reliquiario di bronzo con l’iscrizione Ex ossibus quae in Archibasilicae Vaticanae hypogeo inventa Beati Petri apostoli esse putantur: ‘Ossa trovate nella terra sotto la Basilica Vaticana, ritenute le ossa di San Pietro Apostolo’”. E’ proprio questo il reliquiario, chiarisce il Papa, “che ho voluto donare a Sua Santità e all’amata Chiesa di Costantinopoli che Lei presiede con tanta devozione”.

Questa icona, che per volontà di Papa Paolo VI è oggi esposta nel Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, scrive ancora Papa Francesco, “è diventata per noi segno profetico della restaurazione di quella comunione visibile tra le nostre Chiese alla quale noi aspiriamo e per la quale preghiamo e lavoriamo con fervore”.

La riunificazione delle reliquie dei due fratelli apostoli, conclude il Papa nella lettera, “potrà essere anche un richiamo costante e un incoraggiamento perché, in questo cammino che continua, le nostre divergenze non siano più un ostacolo alla nostra testimonianza comune e alla nostra missione evangelizzatrice al sevizio della famiglia umana, che oggi è tentata di costruire un futuro puramente mondano, un futuro senza Dio”.

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
(da VaticanNews)


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Itinerario di formazione per la musica e il canto

Il settore Musica e Canto dell’Ufficio Liturgico Diocesano offre un itinerario di formazione rivolto a coloro che prestano un servizio musicale nella liturgia: cantori, direttori di coro, organisti, musicisti, accompagnatori musicali e tutti coloro che sono interessati.
E’ possibile iscriversi all’indirizzo e-mail: musicasacrasr@gmail.com.
Grati al Signore per quanto vissuto in questi anni, in accordo con l’Arcivescovo – ha evidenziato don Salvatore Savaglia – , siamo lieti di continuare l’esperienza del coro diocesano. Saremo chiamati a sostenere il canto liturgico per le prossime festività di Santa Lucia (i Primi vespri del 12 dicembre e il solenne Pontificale del 13 mattina) e nella solennità della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, il 9 gennaio. Rivolgiamo nuovamente l’invito a tutti coloro che desiderano offrire il servizio del canto liturgico per la gloria di Dio e l’edificazione dei fratelli“.
Primo incontro organizzativo delle prove il 27 settembre alle ore 19,30 presso la parrocchia Maria Santissima del Carmelo in Floridia. “In quell’occasione valuteremo la possibilità di poter provare anche in piccoli gruppi nei diversi paesi della diocesi, secondo un calendario che avremo modo di programmare insieme. Vi aspettiamo numerosi, certi che questo nostro cammino corale potrà diventare sempre più un’espressione bella della nostra Chiesa diocesana“.

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Annullata la Giornata diocesana dei giovani

La Commissione diocesana di pastorale giovanile ha deciso di annullare la Giornata diocesana dei giovani che era prevista per il prossimo 28 settembre. Il direttore dell’Ufficio, don Santino Fortunato, ha ringraziato tutti coloro i quali avevano già dato la loro adesione ed in particolare le associazioni che si stavano impegnando per la riuscita dell’iniziativa.
A mio parere – ha detto don Santino – serve un cambio di paradigma che deve interessare soprattutto le comunità parrocchiali: i giovani non sono soltanto il futuro, ma sono soprattutto il nostro presente! Questo presente desidera sollecitare la nostra attenzione educativa e formativa e vuole richiamarci ad una cura pastorale che è fondamento della nostra missione e della nostra vocazione cristiana“.

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Fine vita, appello alla politica

Un appello “al mondo della politica” affinché sul tema del suicidio assistito e dell’eutanasia “non smarrisca la dignità di ogni essere umano né ceda a discriminazioni e a tentazioni selettive” è stato lanciato dal card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nel corso dell’evento pubblico promosso a Roma dal Tavolo “Famiglia e Vita”. “La preoccupazione manifestata da tanti laici, anche di diversa sensibilità, possa contribuire – è stato il suo auspicio – a un positivo confronto, e faccia maturare giudizi sempre più avveduti e consapevoli”.

Siamo una società che già seleziona, e stabilisce chi tra gli esseri umani sia anche persona e porti o meno il diritto di nascere e di vivere: i più indifesi sono già eugeneticamente selezionati e in una grande percentuale non sono fatti nascere se portano qualche malattia o malformazione”, ha osservato il card. Bassetti sottolineando che “le leggi di cui temiamo l’approvazione non farebbero che ampliare tale obbrobrio, rendendo la vita umana sempre più simile a un oggetto e sempre più soggetta alla regola del consumismo: si usa e si getta”. Secondo il presidente della Cei, “verrebbe così trasformato pure il senso della professione medica, alla quale è affidato il compito di servire la vita”. La stessa sanità, ha rilevato, “diventerebbe sempre più una sanità a due livelli, e si accrescerebbe la pericolosa tendenza a offrire cure più o meno qualificate, a seconda delle possibilità economiche di ognuno”.

Nel ribadire che “va negato che esista un diritto a darsi la morte”, il card. Bassetti ha voluto affermare “con forza” che, “anche nel caso di una grave malattia, va respinto il principio per il quale la richiesta di morire debba essere accolta per il solo motivo che proviene dalla libertà del soggetto”. Ugualmente, ha aggiunto, “va confutato il presupposto che quella di darsi la morte sia una scelta di autentica libertà, poiché la libertà non è un contenitore da riempire e assecondare con qualsiasi contenuto, quasi la determinazione a vivere o a morire avessero il medesimo valore”.

(da CEINEWS)

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Umanità più fraterna, il Papa invita i Grandi per un nuovo patto educativo

Il Papa convoca a Roma per il 14 maggio 2020 personalità di tutto il mondo insieme ai giovani per una serie di iniziative, dibattiti, tavole rotonde per una “società più accogliente”. La Congregazione per l’Educazione Cattolica spiega il motivo di questo evento mondiale che si svolgerà in Vaticano nell’Aula Paolo VI: “Sono invitate a prendere parte all’iniziativa proposta le personalità più significative del mondo politico, culturale e religioso, ed in particolare i giovani ai quali appartiene il futuro. L’obiettivo è di suscitare una presa di coscienza e un’ondata di responsabilità per il bene comune dell’umanità, partendo dai giovani e raggiungendo tutti gli uomini di buona volontà“.

“L’iniziativa – spiega ancora la Congregazione per l’Educazione Cattolica in una nota – è la risposta ad una richiesta. In occasione di incontri con alcune personalità di varie culture e appartenenze religiose è stata manifestata la precisa volontà di realizzare una iniziativa speciale con il Santo Padre, considerato una delle più influenti personalità a livello mondiale e, tra i temi più rilevanti, è stato da subito individuato quello del Patto educativo, richiamato più volte dal Papa nei suoi documenti e discorsi. Il quinto anniversario dell’enciclica Laudato sì, con il richiamo all’ecologia integrale e culturale, si offre come piattaforma ideale per tale evento”.

In un messaggio il Pontefice rinnova “l’invito a dialogare sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e sulla necessità di investire i talenti di tutti, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente“. Ricorda ancora Bergoglio che “in un percorso di ecologia integrale, viene messo al centro il valore proprio di ogni creatura, in relazione con le persone e con la realtà che la circonda, e si propone uno stile di vita che respinga la cultura dello scarto. Un altro passo è il coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità“.

(da AVVENIRE)

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“Appello ai liberi e forti”

Perché faccio politica? Perché attraverso di essa farò del bene agli altri. Io sono un prete e devo portare Dio nella politica”. Le parole di don Luigi Sturzo risuonano forti, contemporanee a distanza di tanti anni. Quelle parole sono diventate spettacolo teatrale, “Appello ai liberi e forti”, nell’adattamento di Francesco Failla, la regia di Salvo Bitonti e le musiche di Dario Arcidiacono. A interpretare don Luigi Sturzo in un monologo intimo, tra ricordi e riflessioni, è l’attore siracusano Sebastiano Lo Monaco. 

L’appuntamento è per sabato 14 settembre, con inizio alle ore 20.30, nel cortile dell’Arcivescovado in piazza Duomo a Siracusa. La serata sarà introdotta dal magistrato Gaspare Sturzo, pronipote di don Luigi e presidente del Ciss, Centro Internazionale Studi Don Sturzo, e dall’avv. Pucci Piccione.

Dopo il debutto il 5 luglio scorso in prima nazionale al Festival di Spoleto, e poi la data al Seminario Arcivescovile di Bologna, lo spettacolo sabato sarà a Siracusa e il 25 novembre a Caltagirone in occasione del giorno del compleanno di Sturzo che cade il 26 novembre. “Dopo averlo studiato da qualche anno credo che il pensiero di don Sturzo sia uno dei più contemporanei proprio rispetto all’attualità che stiamo vivendo – ha detto Sebastiano Lo Monaco -. Sturzo cento anni fa parlava di libertà dei mari, di immigrazione e accoglienza, di mancanza assoluta di differenze tra etnia, di una sola razza creata da Dio. Ed ancora di riportare Cristo nella politica, di fare della politica non una ‘cosa sporca’ diceva, ma ‘un dono d’amore’. Sono parole scritte da un profeta e nascono in quel momento in cui le pronuncio”. L’appello a tutti gli uomini liberi e forti venne proclamato il 18 gennaio del 1919 dall’albergo Santa Chiara a Roma. Nelle parole di don Sturzo si ritrova la giustizia sociale, l’onestà in politica, le buone pratiche, contro il dilettantismo e il superficialismo. Per questa piece teatrale si sono riuniti tre siracusani che hanno già avuto modo di stupire il pubblico: il regista Salvo Bitonti, direttore dell’Accademia Albertina di Torino, è stato collaboratore del regista Guicciardini nel memorabile “Edipo Re” del 2004 al teatro greco di Siracusa che vedeva proprio Lo Monaco protagonista. A firmare le musiche era Dario Arcidiacono, siracusano, da tempo trapiantato a Roma. Alcuni mesi fa a Caltagirone, città natale di don Luigi Sturzo, un convegno internazionale alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, ha ricordato la figura del sacerdote che invitava i cattolici ad impegnarsi per la difesa del bene comune. Nel gennaio del 1919 don Luigi Sturzo inaugurava l’esperienza di un partito nazionale, ma laico, diffondendo un appello a tutti gli uomini liberi e forti per il partito Popolare Italiano. Il professor Francesco Failla, vicepresidente nazionale dei bibliotecari ecclesiastici, ha cercato di far comprendere meglio la figura del sacerdote, attraverso i suoi scritti. 

“Questo spettacolo nasce da un dono che mi fece Gaspare Sturzo nel 2013 venendo ad assistere ad un mio spettacolo “Per non morire di mafia” di Piero Grasso – spiega Lo Monaco -: mi regalò questo testo che compendia molti scritti ed è l’atto fondante del Partito popolare italiano. Io conoscevo poco di Sturzo, ma quando ho letto sono rimasto incantato dalla modernità personaggio. Io non faccio esibizione della mia fede cristiana, ho tenuto nel cuore questo testo e l’approfondimento della vita politica e sacerdotale. Un anno fa Gaspare Sturzo e Francesco Failla, che ha scritto il testo divenuto  monologo teatrale, mi hanno detto che nel centenario avrei dato voce a questa storia umana così importante”.

Lo spettacolo, ingresso libero, è proposto dalla Cattedrale di Siracusa e dalla società Kairos, nella produzione di Sicilia Teatro, Centro Internazionale Studi Don Sturzo, Istituto Luigi Sturzo.

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La Festa dei popoli al Santuario

Si terrà domenica 29 settembre, nel parco del Santuario della Madonna delle Lacrime, la Festa dei popoli promossa dall’Ufficio diocesano pastorale Migrantes. La festa coincide con la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

La nostra festa sarà “la risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee che si può riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ma questi verbi non valgono solo per i migranti e i rifugiati. Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi, integrati. Se mettiamo in pratica questi verbi, contribuiamo a costruire la città di Dio e dell’uomo, promuoviamo lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e aiutiamo anche la comunità mondiale ad avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile che si è data e che, altrimenti, saranno difficilmente raggiunti” (Papa Francesco)


Nella gioia del nostro incontro – ha detto don Luigi Corciulo, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale Migrantes – la testimonianza più bella per accogliere l’invito del Santo Padre ad uscire dal nostro egoismo e “a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio”.

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