Storia della venerazione a santa Lucia
Alla vigilia delle elezioni europee, i vescovi di Sicilia lanciano un appello a chi abita la nostra regione e soprattutto ai giovani. L’invito è “a non lasciarsi ammaliare dal canto delle pericolose sirene del pessimismo, della rassegnazione, del disfattismo e astenersi dal voto“. Per i vescovi l’astensionismo può diventare “un silente passo che ci allontana dal sogno di un’Europa che dia respiro alla storia affermando gli autentici diritti umani“.
Un diritto, quello al voto, che diventa dunque quasi un dovere per i cittadini della Sicilia, isola “ancora chiamata ad essere all’interno dell’Europa unita piattaforma di pace di integrazione per i tanti popoli del Mediterraneo che cercano in Europa salvezza e lavoro”.
Insieme con l’invito al voto anche la necessità di creare “spazi condivisi di incontro e dialogo” per un voto consapevole che deve mirare “all’edificazione del bene comune“.
L’augurio dei vescovi è che “il Parlamento Europeo possa essere quell’istituzione detentrice del potenziale necessario per affrontare e risolvere le molteplici questioni generate dalle numerose trasformazioni epocali“.
Di seguito il testo integrale del Messaggio dei Vescovi di Sicilia per le elezioni europee.
Carissime sorelle e carissimi fratelli,
da più di settanta anni si parla di Europa unita. Da quel 25 marzo 1957, quando a Roma venne firmato il trattato che la istituì, di strada se ne è fatta tanta. È stata sempre aperta la via che ha portato più Nazioni del nostro Continente sulla direzione di un’unità non solo economica, ma anche politica, sociale e culturale.
San Giovanni Paolo II nel 1997 affermava: «La storia dell’Europa è un grande fiume, nel quale sboccano numerosi affluenti, e la varietà delle tradizioni e delle culture che la formano è la sua ricchezza» (Omelia, Gniezno 3 giugno 1997). Non possiamo, tuttavia, non ammettere che, talvolta, questa ricchezza si è dovuta confrontare con processi dinamici e repentini di trasformazioni sociali e culturali. Processi che hanno, talvolta, preso le distanze da quella costellazione di valori che si legano profondamente alle radici cristiane dell’Europa. Non sono mancati i confronti: non è venuto meno il dialogo, finalizzato alla custodia e alla crescita del bene comune, della giustizia sociale e alla tutela di ogni diritto teso ad affermare la centralità della persona e della sua dignità infinita.
Cadute le ideologie, i “grandi racconti” del secolo scorso si è fatta strada un’uniformità, una “convergenza silenziosa” – così la chiamava il Card. Carlo Maria Martini – tra i cosiddetti conservatori e i cosiddetti progressisti in nome delle ragioni dell’individuo che rappresentano una decadenza rispetto alla nostra tradizione culturale e civile. Da una parte si considera l’individuo soggetto libero, senza vincoli nell’esercizio del potere economico; dall’altra lo stesso individuo lo si vuole libero e non sindacabile nei suoi comportamenti etici individuali. La matrice delle due posizioni è unica: la cultura dell’individualismo dove l’individuo non corrisponde alla persona che è invece aperta all’accoglienza del diverso e alla gratuità (cfr. C. M. Martini, Discorso per la festa di Sant’Ambrogio, Milano 5 dicembre 1997).
Sono tante le violazioni della dignità “infinita” – così come la definisce un recente documento della Chiesa – la dignità della persona umana. Essa viene violata dall’aborto e dal suicidio assistito, dal dramma della povertà, dal travaglio che subiscono i migranti, dalla guerra, dalla tratta delle persone, dalla violenza sui più fragili, dall’abuso sui minori. Vogliamo, con il nostro voto libero e consapevole, scegliere i nostri rappresentanti che abbiano a cuore questi valori, gli unici che possono edificare un’Europa casa comune di ogni persona e aperta al dialogo con tutti i popoli. Per una scelta consapevole sarebbe opportuno condividere spazi di incontro e dialogo finalizzati alla edificazione del bene comune, soprattutto innestando fiducia e speranza nel cammino verso l’Europa rinnovata.
Ci auguriamo che il Parlamento Europeo possa essere quell’Istituzione detentrice del potenziale necessario per affrontare e risolvere le molteplici questioni generate dalle numerose trasformazioni epocali nelle quali siamo immersi. Inoltre, siamo fermamente convinti che la nostra amata Sicilia sia ancora chiamata ad essere all’interno dell’Europa unita, piattaforma di pace e di integrazione per i tanti popoli che dal Mediterraneo cercano in Europa salvezza e lavoro. Popoli da accogliere per essere protagonisti di un dialogo globale che azzeri ogni processo di emarginazione o addirittura di aperta ostilità.
Pertanto, esortiamo vivamente ogni cittadino/a della nostra Isola, in modo particolare i giovani ad esercitare il diritto di voto nelle prossime elezioni europee. A non lasciarsi ammaliare dal canto delle pericolose sirene del pessimismo, della rassegnazione, del disfattismo. L’astensionismo può diventare un silente passo che ci allontana dal sogno di una Europa che dia respiro alla storia affermando gli autentici diritti umani.
Nuove crisi e nuove squilibri ci stanno dinnanzi. Per fronteggiarli dobbiamo scongiurare ogni possibile forma di scoraggiamento e di scetticismo che offuschi la nostra identità di cittadini europei, di figli di una Europa, portatrice di un suo modello di democrazia e di libertà.
I Vescovi di Sicilia
I Vescovi di Sicilia da oggi a venerdì 3 maggio saranno a Roma per la “Visita ad Limina Apostolorum” e per confermare la comunione con il Vescovo di Roma e con la Chiesa che preside nella carità.
La Visita inizierà stamane con l’incontro con il Santo Padre Francesco presso il Palazzo Apostolico e nei giorni successivi proseguirà con gli incontri presso i Dicasteri della Curia Romana, dove i Presuli presenteranno il cammino ecclesiale delle Chiese di Sicilia, dopo aver inviato alla Santa Sede una relazione dettagliata sulla propria diocesi e una generale dell’intera Regione Ecclesiastica.
Durante i giorni della Visita sono previste le celebrazioni nella Basiliche Papali e un momento di preghiera presso la Chiesa “S. Maria Odigitria” dei Siciliani. La Visita, per la Conferenza Episcopale Siciliana, è un momento significativo per esprimere la gratitudine al Santo Padre e per ricevere orientamenti e sostegno per il ministero episcopale.
Durante la Visita, i Vescovi avranno anche l’occasione di riflettere su argomentazioni teologiche, pastorali e amministrative che li aiuteranno nel servizio alle singole Chiese.
“La vostra storia, e tutto ciò che nei diversi Centri operativi portate avanti con tanta generosità, si radica in quell’evento che ha segnato la città di Siracusa quando, nel 1953, un quadretto raffigurante la Madonna iniziò a lacrimare nella casa dei coniugi Iannuso. Sono le lacrime di Maria, la nostra Madre celeste, per le sofferenze e le pene dei suoi figli. Maria piange per i suoi figli che soffrono”. Papa Francesco, nella Sala Clementina in Vaticano, ha dato questa mattina il benvenuto alla Fondazione Sant’Angela Merici di Siracusa.
L’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto, e il presidente della Fondazione Sant’Angela Merici, don Alfio Li Noce, hanno guidato all’udienza straordinaria il gruppo formato da 170 persone in rappresentanza dei vari centri gestiti dalla Fondazione: i centri di riabilitazione a Siracusa e Canicattini Bagni; le case di riposo “Mons. Gozzo” e “San Giuseppe”; la Casa alloggio “Madonna delle Lacrime” per le persone sieropositive; il centro di Prima accoglienza “Villa Mater Dei” per le famiglie di immigrati, donne vittime di tratta e altri casi fragili e vulnerabili.
Le lacrime di Maria “ci parlano della compassione di Dio per tutti noi. Dobbiamo pensare a questo: la compassione di Dio. Egli – ha detto il Santo Padre – ha donato a tutti noi la sua Madre, che piange le nostre stesse lacrime per non farci sentire soli nei momenti difficili. Allo stesso tempo, attraverso le lacrime della Vergine Santa, il Signore vuole sciogliere i nostri cuori che a volte si sono inariditi nell’indifferenza e induriti nell’egoismo; vuole rendere sensibile la nostra coscienza, perché ci lasciamo toccare dal dolore dei fratelli e ci muoviamo a compassione per loro, impegnandoci a sollevarli, rialzarli, accompagnarli” ha continuato Papa Francesco.
All’incontro hanno preso parte anche don Salvatore Spataro, don Alessandro Genovese e don Gianluca Belfiore. 
L’arcivescovo mons. Lomanto ha espresso viva gratitudine al Santo Padre “per averci accolto ; per le parole che ci ha rivolto invitandoci ad essere attento al bisogno dell’altro; per l’attenzione che ha avuto nel salutare tutti e rivolgere un pensiero a chi non ha potuto partecipare”. Mons. Lomanto ha ricordato: “nell’anniversario la fondazione riscopre le sue origini fondate sul Vangelo e sulla fede. E sulla devozione alla Madonna. La compartecipazione di Maria alla passione di Gesù per l’uomo e la salvezza dell’uomo. Ed ancora l’attenzione all’uomo e alla dignità dell’uomo in quella missione volta agli ultimi poveri disabili anziani bisognosi”. Ed infine l’arcivescovo ha ricordato la professionalità “che tiene conto della scienza e della competenza di medici infermieri per offrire un servizio qualificato attento e preciso in sintonia con i tempi e per affrontare i problemi, le difficoltà e le sfide dei tempi di oggi”.
Grande emozione da parte di tutti i partecipanti all’incontro con il Santo Padre che ha voluto salutare uno per uno i membri della Fondazione: “La Fondazione S. Angela Merici è veramente un “Opera di Chiesa” o meglio, è la “Chiesa all’opera”! Che non si ferma, non si può fermare e non si vuole fermare, per essere ogni giorno all’altezza di rispondere ai bisogni di tutte le Persone che bussano alle nostre porte, senza distinzione alcuna, a partire proprio dai più fragili e deboli” ha detto don Alfio Li Noce. “Nelle strutture della nostra Fondazione, la Persona non è solo accolta, curata o guarita: ma è “rigenerata” con amore, per amore! La Fondazione, in tutte le sue strutture, è uno “spazio di amore” in cui si accoglie e si solleva l’uomo, senza distinzione di religione, razza, sesso, età o ceto sociale. Il servizio e l’impegno quotidiano che la Fondazione S. Angela Merici mette in atto è espressione del coinvolgimento di tutti e cerca sempre di coniugare: scientificità e umanità, efficacia ed efficienza, economicità ed etica, didattica e ricerca, intelligenza e volontà, azione e fede“. Don Alfio Li Noce ha sottolineato: “Tutta l’azione della Fondazione è finalizzata ed ha come unico obiettivo quello di rimettere al centro quei “Piccoli” che tendono a noi mani, sguardi, cuori o che semplicemente vengono consegnati a noi in un corpo segnato pesantemente dal limite fisico e mentale o da una condizione di vita particolare. Vivendo tutti i giorni con questi fratelli, impariamo quanto è importante “aiutare” affrontando le reali difficoltà, per proporre nella concretezza gesti e azioni che rispondono ad un’economia in cui prevale l’uomo e la persona sul capitale, un’economia che metta sempre al centro la persona, non il profitto. Si tratta di condividere non qualcosa, ma tutto ciò che siamo, tutto ciò che abbiamo, nella consapevolezza che condividiamo con i fratelli che incontriamo nel cammino, quanto il Buon Dio ci ha donato. E proprio Lei, Santo Padre, con il Suo magistero, ci sospinge in questa direzione: tutti siamo fratelli e siamo chiamati ad investire in servizio, in amicizia, in attenzioni e soprattutto nell’andare incontro all’altro, chiunque esso sia! Nelle nostre strutture, abbiamo la possibilità di sperimentare la soddisfazione e la gratitudine di quanti vi approdano temporaneamente o stabilmente, per trovare non solo cure, ma anche amicizia, ristoro, sostegno e protezione”.
Auguro di cuore a tutti e a ciascuno di celebrare la Santa Pasqua come incontro con il Cristo Risorto, che si rende presente in mezzo a noi, per vivere con noi, per donarsi a noi, per rimanere con noi e per essere la nostra vita.
Siamo impegnati tutti a realizzare un cammino di adesione e trasformazione in Cristo, che non entra più in questo mondo, perché è risorto ed è ormai libero dai condizionamenti dello spazio e del tempo, e perciò chiama noi a vivere nel suo mondo. E al contempo ci chiede di divenire segno vivo della sua presenza per testimoniare al mondo di oggi il suo amore, perché Cristo è presente là dove c’è uno che ama.
Portiamo al mondo l’annuncio del Risorto che dona la salvezza a tutti e rendiamo testimonianza di questo evento attraverso il ministero o la professione che esercitiamo, attraverso la vita in famiglia, attraverso il nostro lavoro, attraverso la nostra presenza di pace e di bene.
Invochiamo la sua continua presenza per alleviare il grido di sofferenza e di dolore di tutti noi suoi figli, le crisi, le incertezze, lo smarrimento, i problemi, i disagi, le povertà, le malattie, le violenze, le battaglie, le guerre. La sua presenza illumini la nostra vita: ci aiuti a superare le tribolazioni, le angustie, le necessità, i sacrifici, le sofferenze, le difficoltà; esaudisca i desideri di bene del nostro cuore e delle nostre famiglie; ci sostenga nell’accoglienza di tutti, vicini e lontani, per costruire insieme e con tutti un futuro da fratelli.
Il Signore Risorto ci circondi con la sua Presenza per trasmettere la gioia della sua carità, ci doni la sua pace per vivere da risorti, ci colmi con i doni dello Spirito per rendere testimonianza della sua risurrezione e della sua vita. Buona Pasqua a tutti!