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Un sito per l’AC, luogo di conoscenza e scambio

E’ on line il nuovo sito dell’Azione Cattolica diocesana.

Vi raggiungiamo nel giorno dell’inizio dei lavori della XVII assemblea nazionale elettiva, che si terrà in modalità telematica fino al 2 maggio – spiega il presidente diocesano Valeria Macca -. Come Azione Cattolica diocesana abbiamo sperimentato, soprattutto in questo ultimo anno, l’importanza di mantenere vive le relazioni, anche attraverso gli strumenti informatici, per creare rete tra le associazioni parrocchiali ed il centro diocesano, per far conoscere le iniziative di altre Diocesi e poter meravigliarsi della bellezza che attraversa le nostre realtà“.
Un sito sempre aperto alle novità che arrivano dai territori che può diventare laboratorio creativo. “Avere un sito non è solo una questione di pubblicità o di visibilità; per noi è un modo per avere un “luogo” di informazione, di conoscenza, di scambio, per fare sentire l’AC vicina ai singoli aderenti, anche quelli che, per motivi vari, non possono partecipare alle singole attività. Vorremmo che il nostro sito si arricchisse delle esperienze delle singole realtà parrocchiali: sappiamo bene quanta ricchezza ci sia nelle singole associazioni territoriali di base, quante attività, incontri, occasioni formative vengano fatte: a volte sono condivise, conosciute; altre volte, non si conoscono neanche ed, invece, sarebbero linfa vitale per quanti sono ancora all’inizio di un cammino o si stanno vivendo un momento di scoraggiamento e delusione. Vi invitiamo a seguirci, a visitare il nostro sito, il cui dominio è http://azionecattolica.arcidiocesi.siracusa.it, a farci pervenire le vostre iniziative, i vostri commenti, insomma ad aiutarci, anche attraverso questo strumento, a vivere in pienezza la nostra associazione“.

E’ presente oltre alla sezione notizie, anche la sezione appuntamenti e poi la videogallery. Naturalmente il ricco menu contiene tutte le informazioni sui diversi settori dell’Azione cattolica.

E si comincia da subito: “In questi giorni, nei quali si svolgerà l’assemblea elettiva nazionale, cercheremo, attraverso una sorta di “diario di bordo”, di farvi partecipi dell’esperienza che, come delegati vivremo insieme a tutte le altre diocesi italiane, per essere davvero “popolo numeroso e fecondo” nelle nostre città“.

“Disegno SantAlfio, coloro la festa”

Al via per il secondo anno il concorso “Disegno Sant’Alfio, coloro la festa! Piccoli artisti in festa” promosso dal Comitato Festa di Sant’Alfio.
un modo per far conoscere anche ai più piccoli i santi martiri.
Ogni bambino potrà inviare il proprio disegno entro il 9 maggio all’indirizzo mail comitatofestasantalfio@gmail.com indicando nome, cognome ed età. I disegni possono essere realizzati con qualsiasi tecnica. Dal 10 al 18 maggio i disegni verranno pubblicati sulla pagina Facebook Comitato festa Sant’Alfio Lentini; ai piccoli artisti dei primi tre disegni che riceveranno più “mi piace” sarà dato un piccolo regalo. A tutti i partecipanti sarà consegnato un attestato di partecipazione.

Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Domenica 25, quarta Domenica di Pasqua, si celebra la 58a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, dal tema “La santificazione è un cammino comunitario da fare a due a due“.
Nel messaggio che il Santo Padre Francesco ha donato alla Chiesa – spiega don Daniele Lipari, direttore del Centro diocesano per le vocazioni – esorta, sull’esempio di san Giuseppe, a sognare con Dio e seguirlo con coraggio, rischiando, accettando attivamente i progetti di Dio, a servire il prossimo amando, senza trattenere nulla, nella fedeltà di ogni giorno. Siamo invitati in questa domenica a intensificare la nostra preghiera per le vocazioni, perché il Signore continui a chiamare uomini e donne capaci di vivere la propria vita come donazione, e realizzare nella vita ordinaria qualcosa di straordinario agli occhi di Dio”.
Il tema scelto quest’anno dall’ Ufficio Nazionale di Pastorale per le Vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana “sottolinea che la vocazione non è solo una scelta personale – spiega don Daniele –, ma è un cammino da percorre accompagnati dalla preghiera della comunità e dal discernimento. La preghiera fervente delle comunità diventa essenziale nella scoperta, nella scelta e nella verifica dell’orizzonte per la vita dei nostri giovani e di quanti sono in un cammino di discernimento vocazionale“.

 

 

In allegato un’intenzione di preghiera da aggiungere nella preghiera dei fedeli, l’invocazione e le intercessioni da aggiungere alle Lodi e ai Vespri e una preghiera per le vocazioni

 

 


Preghiera in comunione con i Santuari del mondo

Preghiera in comunione con Papa Francesco e i Santuari del mondo
Durante il mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Madonna, per desiderio del Santo Padre Papa Francesco, una “maratona” di preghiera coinvolgerà tutti i Santuari mariani del mondo, per invocare la liberazione dalla pandemia.
L’iniziativa – coordinata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione – prevede la recita del santo rosario comunitario e familiare, per chiedere alla Madonna la fine dell’epidemia. Il Pontefice guiderà la preghiera del 1 e del 31 maggio.
La Basilica-Santuario Madonna delle Lacrime parteciperà con la preghiera quotidiana del Santo Rosario delle ore 18.00 (18.30 la domenica) in unione di preghiera con i Santuari del mondo e con Papa Francesco che, accogliendo in Vaticano il reliquiario delle Lacrime della Madonna di Siracusa, ha detto: “La Madonna ci dia il dono delle lacrime: che noi possiamo piangere per tante calamità che fanno soffrire il popolo di Dio e i figli di Dio” (25.05.2018)

Preghiera, confessione e gesti di carità per vivere la pietà popolare

Se una manifestazione popolare non ci porta nell’ineffabile comunione con Dio e alla pace con tutti, occorre un serio esame di coscienza sulla autenticità evangelica delle nostre azioni“. Lo ha scritto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto rivolgendosi alla comunità diocesana in una lettera sulla pietà popolare.  

Incontrandovi, in questi primi mesi del mio episcopato, pur tra le restrizioni dovute alla pandemia, sto apprezzando anche la grande ricchezza della pietà popolare, sorretta e promossa da intelligenza cristiana e creatività pastorale.In prossimità del periodo delle feste patronali – che si apre con il mese di maggio e che perdura nel periodo estivo – desidero offrirvi alcune riflessioni, per vivere con autentico spirito evangelico e nella comunione ecclesiale questi momenti significativi dell’espressione della nostra fede e della nostra lode a Dio, attraverso la venerazione alla Madre di Dio e ai Santi: da Santa Lucia a San Sebastiano, da Sant’Alfio a San Domenico, da San Paolo ai Santi Martiri, dagli Angeli agli Arcangeli, da Santa Sofia a Santa Rita, da San Giuseppe a Sant’Antonio, alla Madonna venerata con vari titoli e nel segno genuino delle Sue Lacrime”.


La pietà popolare: manifestazione di vita teologale
La pietà popolare ha la sua radice nella nostra fede in Dio, ricevuta e incarnata nel cammino ecclesiale. Il Santo Papa Paolo VI ha indirizzato la pietà dal concetto di “religiosità popolareˮ a quello di “pietà popolareˮ, cioè da un carattere più sociologico a quello dal sapore più teologico e pastorale (Paolo VI, Evangelii nuntiandi). Purificata, centrata in Gesù Cristo morto e risorto, essa merita la nostra attenzione, in quanto può aiutarci a prendere consapevolezza del nostro essere reale popolo di Dio. Anche San Giovanni Paolo II ha evidenziato nella pietà popolare una straordinaria risorsa spirituale, purtuttavia da evangelizzare «affinché la fede, che esprime, divenga un atto sempre più maturo ed autentico» (Giovanni Paolo II, Vicesimus quintus annus, 18).
Per Papa Benedetto XVI la pietà popolare è un grande patrimonio della Chiesa: attraverso essa la fede è entrata nel cuore degli uomini, diventando parte dei sentimenti, delle abitudini, del comune sentire e vivere (Benedetto XVI, Discorso, 8 aprile 2011).
Papa Francesco ha definito la pietà popolare una «realtà in permanente sviluppo, dove lo Spirito Santo è il protagonista» (EG 122), che permette alla fede di essere «incarnata in una cultura» (EG 123) e di diventare «manifestazione di una vita teologale» (EG 125), «luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione» (EG 126), per la sua «forza evangelizzatrice» (EG 122), e «sistema immunitario della Chiesa» (Francesco, Primo Convegno internazionale per i rettori e gli operatori dei Santuari, 29 novembre 2018).

La pietà popolare: fisionomia della Chiesa locale
La devozione del popolo è un dono dello Spirito per la vita della Chiesa. Le diverse manifestazioni di fede delle comunità della nostra Diocesi trovano il loro luogo naturale di formazione, di trasmissione e anche di trasformazione e di rinnovamento nella parrocchia. Proprio nellʼambito istituzionale della parrocchia la pietà si nutre della Parola di Dio, della spiritualità, dellʼinsegnamento del magistero e della viva tradizione della Chiesa. La fede comporta un felice intreccio della sua dimensione affettiva e interiore con la vita vissuta, che non può essere limitata a un mero esercizio intellettuale. La fede alimenta la genuina espressione della pietà, dei simboli e degli affetti.  Papa Francesco sostiene che occorre «capire il popolo di Dio, senza pregiudizi», perché «il popolo è dotato di quel “fiuto” della fede, di quella “infallibilità in credendoˮ» (Ibidem) in quanto portatore di una sorta di sapienza intuitiva proveniente dallo Spirito Santo. La pietà popolare – «espressione del sentire profondo maturato dai credenti» (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 1) – scaturisce, infatti, dall’annunzio del Vangelo sedimentato sotto lʼazione dello Spirito Santo; diventa patrimonio della nostra fede e delinea la fisionomia della nostra Chiesa locale, caratterizzandone la sua stessa “particolaritàˮ.

La pietà popolare: comunione di preghiera e di carità
È necessario al contempo un continuo rinnovamento interiore per non smarrire il senso cristiano della festa che deve sempre scaturire e portare a Dio, al servizio della carità al prossimo. Se una manifestazione popolare non ci porta nell’ineffabile comunione con Dio e alla pace con tutti, occorre un serio esame di coscienza sulla autenticità evangelica delle nostre azioni. La vera festa è vivere davanti a Dio, alla sua presenza, sotto il suo sguardo. Il cammino di perfezione è umiltà, perché la santità è la presenza di Dio nel cuore dell’uomo. Noi troviamo Dio soltanto attraverso un cammino di spogliamento, di discesa, di semplicità. Se anche noi vogliamo essere santi dobbiamo dire di no a tutto quello che ci separa da Dio e dagli altri. Per vivere una fede autentica è necessario che Dio viva in noi, perché Lui solo è Santo. Il rapporto del fedele con Dio, la Vergine e i Santi – mediato da immagini che ci ricordano la loro presenza protettiva – richiede oggi la sublimazione della devota pietà in un rapporto di profonda comunione con il Signore. Possiamo crescere insieme nellʼintima comunione di vita con Cristo, vivendo nella docilità allo Spirito, coltivando la preghiera, accrescendo la nostra fede, pensando e operando secondo Dio. Il mistero di Dio si comprende solo vivendolo, incarnandolo e trasmettendolo. Per questo San Gregorio Magno amava pregare dicendo: «O Signore, se voglio capire le cose che ascolto da te, devo subito metterle in pratica». A motivo della grave situazione di pandemia in corso, anche quest’anno non sarà possibile esprimere la nostra devozione con le processioni esterne, ma certamente potremo intensificare la preghiera con la pratica sacramentale della confessione e della comunione, con i gesti concreti di carità e di vicinanza verso chi è in difficoltà. Ad imitazione dei nostri padri, accorriamo allʼaltare del Signore con animo penitente ed orante, elevando al Cielo suffragi per quanti sono morti a causa dellʼepidemia o di altri mali che affliggono la nostra vita.
Cogliamo negli eventi della storia i segni della presenza di Dio, per scorgere le sue vie e per prospettare un futuro di fraternità e di concordia.
Invochiamo su tutti il dono della pace e del lavoro, specie per quanti stanno vivendo il dramma di un presente carico di difficoltà e di un futuro che si prospetta estremamente incerto. Siano questi i segni delle nostre feste patronali: preghiera, penitenza, carità, fraternità e intercessione. Imploriamo il patrocinio dei nostri Santi Patroni! Si innalzi dallʼintera Diocesi lʼunanime supplica verso il Cielo:
«Pregate per noi!».
In compagnia dei nostri Santi, avanziamo nel cammino della fede, volgendo lo sguardo a Dio che ci guiderà passo dopo passo nel cammino verso la santità.  A tutti auguro di cuore un buon cammino di fede, un rinnovamento spirituale, una creatività pastorale e uno slancio di carità, purificati dalla fedeltà a Cristo e illuminati dalla sapienza del Vangelo”.

Famiglia Amoris Laetitia

Papa Francesco ha indetto un anno di riflessione su Amoris Laetitia, l’esortazione apostolica sull’amore nella famiglia, a cinque anni dalla sua pubblicazione. Dal 19 marzo scorso e fino al 26 giugno 2022, in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie, il Santo Padre propone un anno per meditare e per capire cosa è successo, se qualcosa è cambiato, quali frutti ha portato nei vari territori sul tema della famiglia e della valorizzazione dell’amore del matrimonio.

Per avviare questo percorso l’Ufficio diocesano per la Pastorale della famiglia ha proposto per venerdì 23, alle ore 18.00, nella Chiesa Cattedrale, una vera inaugurazione dell’Anno con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto. Dopo la messa ci saranno gli interventi di mons. Salvatore Marino e dei coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro, direttori dell’Ufficio diocesano della Pastorale familiare; mons. Maurizio Aliotta, presidente della commissione diocesana Amoris Laetitia; don Giuseppe Gurciullo, vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico metropolitano; Salvo Sorbello, presidente del Forum delle Associazioni familiari della provincia di Siracusa.

L’Arcidiocesi di Siracusa è stata fra le prime in Italia a raccogliere le proposte e le provocazioni del Pontefice sulla fragilità e sul tema dell’accoglienza dell’altro per quello che è, traducendo l’annuncio e la verità del Vangelo per ogni coppia. Ad esempio per quanto riguarda i divorziati risposati, la Diocesi ha proposto percorsi di accompagnamento perchè Amoris Laetitia ribadisce l’accoglienza, prima che come divorziati risposati, quali “fratelli e sorelle nella fede”. La commissione diocesana, formata da specialisti, ha coordinato il percorso per le coppie divorziate che si trovano a vivere un’altra esperienza di vita di coppia e sta promuovendo un consultorio.

L’Amoris Laetitia valorizza valorizza l’amore della coppia cercando di seguire le coppie in difficoltà perchè prima di tutto c’è la persona. Un invito alle Diocesi ad essere prossimi verso le famiglie, soprattutto quelle fragili. Un invito concretizzato anche con l’istituzione del tribunale metropolitano.

L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sul canale You tube dell’Arcidiocesi di Siracusa ed anche sulla pagina facebook dell’Arcidiocesi di Siracusa. Inoltre sarà trasmesso in diretta sulle emittenti televisive Video 66 (canale 286), Medical Excellence (canale 86), ed in differita alle ore 20.00 su Teleuno Tris (canale 172).

L’arcivescovo Lomanto al Centro hub vaccinale

Desidero ringraziare l’Asp e il Comune e le associazioni di volontariato, la protezione civile, per questo delicato, prezioso e significativo servizio“. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto che si è recato al Centro hub vaccinale presso l’Urban center di via Nino Bixio. Ad accoglierlo il direttore sanitario dell’Asp Salvatore Madonia ed i dirigenti medici Dario Genovese e Giuseppe D’Aquila.  Presenti anche i sindaci di Siracusa, Francesco Italia, ed Augusta, Giuseppe Di Mare.

Desidero ringraziare e impartirvi la benedizione. Benedire significa dire bene, e quando lo riferiamo al Signore significa che è lui stesso che parla quindi è la sua presenza tra noi. Desidero ringraziare l’Asp e il Comune e le associazioni di volontariato, la protezione civile, per questo delicato, prezioso e significativo servizio. Gratitudine per l’opera in sé. Per il bene destinato a ciascuno di noi, per il sostegno e l’incoraggiamento che vengono dalla struttura, dal trattamento e questo è un ulteriore servizio che si aggiunge. C’è un attenzione alla persona e all’uomo per stare bene. Credo che l’unico importante servizio che siamo chiamati a svolgere nella vita è quello di essere unicamente umani. Se siamo umani ci sforziamo di essere perfetti“.

San Pietro apostolo: luogo di preghiera e meditazione

Vi invito a fare di questo luogo, un luogo della memoria credente, un luogo della preghiera, anzi vi esorto con insistenza a pregare per tutta la chiesa diocesana, per il vescovo, per i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose, tutti. Venite qui, non solo per celebrare l’Eucaristia, ma per riflettere, per meditare, per pensare alla nostra Chiesa e per pregare il Signore“. L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto riapre al culto la chiesa di San Pietro Apostolo, nel centro storico di Ortigia e benedice l’altare e l’ambone.
La chiesa, datata al 326 d.C. è la più antica chiesa di Siracusa e testimonia una sequenza stratigrafica unica e importate in merito ai segni e alle tracce lasciate dall’uomo nei secoli. La chiesa conta ben cinque fasi storiche: paleocristiana, bizantina, normanna, aragonese e barocca.
Noi siamo quello che siamo perché c’è stata questa storia – ha detto mons. Lomanto -. Perché abbiamo ricevuto il Vangelo attraverso queste generazioni. Per noi è un momento di grazia e di riflessione, perché chiamati ad interrogarci: “Noi oggi come ci rapportiamo al mondo di oggi, noi che abbiamo ricevuto il Vangelo in questa forma, oggi come lo viviamo?”. Il Signore spiana il nostro cammino, ci fa attendere, il Signore ci chiede tutto, ma ci dona tutto. Dio è semplice com’è semplice questa Chiesa (l’altare, l’ambone), la semplicità è di Dio, noi siamo complicati ma Dio è perfetto perché è semplice. Noi non siamo perfetti perché non siamo semplici, siamo complicati, complessi“. Mons. Lomanto ha ricordato l’azione pastorale svolta dal padre Giuseppe Lombardo e ringraziato il successore padre Guido. “Noi oggi possiamo celebrare l’Eucaristia che è il centro della storia, della nostra vita e su questo altare che sarà consacrato possiamo fare memoria di tutti noi. Allora ecco vi invito a venire qui per consegnare al Signore le nostre vite, come il Padre ci consegna nell’amore il Figlio, per consegnare le nostre realtà, le nostre situazioni, la nostra Chiesa. Preghiamo il Signore che ci illumini, ci dia la grazia e la forza di camminare secondo la Sua Volontà nel segno della Sua Luce e ci dia sempre la forza di guardare avanti per compiere il suo disegno di Salvezza“.
L’ultimo restauro fu completato nel 2008. Il sito è stato riaperto al pubblico nel marzo del 2016 e grazie all’impegno della parrocchia di San Pietro al Carmine e alla collaborazione con l’impresa di servizi turistici Sicilyroute. All’interno della chiesa di San Pietro Apostolo è possibile ammirare una struttura composta da tre navate, con il tipico impianto basilicale, con la navata centrale e le due navate laterali. Di particolare interesse artistico nell’abside è il crocifisso ligneo e in cartapesta datato al 1700 e l’esposizione di alcuni paramenti sacri che rimandano al loro uso nei secoli da parte della Confraternita dei Carmelitani.
Tutte le domeniche dalle ore 18 recita del Santo Rosario e celebrazione eucaristica.

Covid e chiese, le prescrizioni da adottare

Le centinaia di decessi che quotidianamente avvengono così come lo stato di crisi delle nostre strutture sanitarie (ad oggi si contano circa 115.000 morti), continuano a giungere in Curia richieste di chiarimenti sulle prescrizioni da osservare e, soprattutto, di autorizzazioni a manifestazioni esterne per le ricorrenze delle feste patronali.

Ci sono alcune osservanze che vanno inderogabilmente rispettate:

  • è tuttora in vigore il decreto dell’Episcopato Siciliano emanato nel mese di giugno del 2020 circa la sospensione di tutte le processioni esterne, ivi comprese pellegrinaggi ed ogni forma di manifestazioni religiose che provochino assembramenti. L’Arcivescovo non intende derogarvi.
  • sono tuttora in vigore le prescrizioni circa il distanziamento interpersonale ed il numero massimo di fedeli che possono essere ammessi in chiesa specie durante le celebrazioni liturgiche così come gli obblighi di igienizzazione delle mani già all’ingresso, della mascherina e della sanificazione degli ambienti;
  • deve essere evitata ogni forma alternativa di processione/manifestazione come – ad esempio – esporre i simulacri dei Santi sui sagrati o al portone centrale delle chiese o traslare gli stessi con automezzi o altri apparati meccanici di locomozione lungo le vie cittadine;
  • la chiusura delle chiese deve avvenire al massimo entro le ore 21,30 in modo da agevolare il rientro dei fedeli per le ore 22.

Per una più esatta applicazione delle norme, è preferibile prendere contatti con i sindaci per assicurare loro la piena collaborazione. Con i sindaci  è possibile concordare le possibili azioni comuni volte a non mortificare il sentimento popolare e ad agevolare i pellegrinaggi individuali nelle chiese per la partecipazione ai vari momenti di preghiera. Eventuali assembramenti nelle aree pubbliche rientrano nella sfera dell’azione di vigilanza spettante all’Autorità civile. Ovviamente, in questo ultimo caso, nessuna azione volta a favorirli dovrà essere posta da parte della chiesa, pena l’essere chiamati a risponderne sotto il profilo civile e penale. Ai sensi dell’art. 1 del R.D. 733/1931 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) il sindaco è autorità locale di pubblica sicurezza, nei comuni dove manca il capo dell’ufficio di pubblica sicurezza del luogo. Inoltre, secondo l’art. 15 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è anche autorità comunale di protezione civile.