

La messa, il presepe tridimensionale e un aiuto per la mensa. La comunità scolastica dell’Istituto superiore “Alessandro Rizza” ha vissuto in maniera intensa il Natale quest’anno. Prima la messa in occasione delle festività natalizie presso la parrocchia di San Tommaso Apostolo al Pantheon presieduta dal parroco e professore dell’Istituto don Massimo Di Natale, che ha esortato a vivere la speranza che con il Natale raggiunge tutti. Non rassegnazione ma impegno a costruire bene il proprio domani con studio e serietà così da raggiungere competenze da investire nella professionalità. Presenti il dirigente prof. Pasquale Aloscari con lo staff di dirigenza e un nutrito gruppo di docenti, mentre gli studenti hanno seguito l’evento in modalità digitale sul canale YouTube al fine di garantire i protocolli di sicurezza vigenti.
Successivamente la comunità scolastica ha offerto numerosi i prodotti alimentari per il sostentamento della mensa giornaliera del Pantheon a favore delle persone indigenti e meno fortunate. La mensa del Pantheon offre un servizio giornaliero all’intera città dando un pasto caldo ad almeno 50-60 assistiti. La scuola si inserisce in tal senso, come concreto contributo alle tematiche interdisciplinari dell’educazione civica, volte a contribuire per la riduzione del divario socio-culturale ed economico presente in città e ridurre le disuguaglianze, obiettivo 10 dell’Agenda 2030. Infine l’allestimento del presepe tridimensionale stilizzato ad opera degli studenti e dei docenti dell’indirizzo Grafica e comunicazione della scuola nel giardino parrocchiale.
“Il vostro alto ministero è un ministero a servizio della verità, di quella verità che non teme di porre più, e più volte, in dubbio, conclusioni cui si è pervenuti; un ministero che richiede l’umiltà di chi sa che la ricerca della verità va al di là delle opinioni che ciascuno possa essersi, più o meno fondatamente, create”. Ha usato queste parole l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto rivolgendosi al presidente del Tribunale Dorotea Quartararo, al procuratore Sabrina Gambino, al procuratore aggiunto Fabio Scavone, al presidente della prima sezione Civile Antonio Alì, al presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati Carlo Greco e agli altri magistrati e avvocati riuniti nel cortile antistante il Palazzo di Giustizia.
Il “Natale del giurista”, iniziativa promossa dalla sezione di Siracusa dell’Unione giuristi cattolici italiani guidata dal presidente Ottavio Palazzolo, è stata anche quest’anno condizionata dall’emergenza sanitaria. Ma l’auspicio è che il prossimo anno l’arcivescovo potrà visitare nuovamente i piani del Tribunale per un saluto prima del Natale.
“Ci ritroviamo nuovamente in questo Palazzo di Giustizia per scambiarci gli auguri natalizi e, al contempo, per condividere una riflessione sul vostro prezioso ministero a favore della giustizia – ha esordito l’arcivescovo -. Il compito dei giuristi è stabilire anzitutto se a una pretesa corrisponda o meno un diritto, per poi determinarne la titolarità. Per pervenire alla definizione di tali rapporti, la cultura giuridica ha fatto ricorso alle dinamiche processuali che sono finalizzate ad accertare la verità delle posizioni di parti. La verità è concetto a me molto caro, tanto da averlo posto all’interno del mio motto episcopale: Sanctificati in veritate. Sono parole tratte dalla preghiera sacerdotale di Gesù e contenute nel Vangelo di Giovanni. Il cristiano deve costantemente porsi alla ricerca della verità, secondo le parole dello stesso Gesù che nella verità ci ha consacrati. Peraltro, Egli dice di se stesso di essere via, verità, e vita (cf. Gv 14,6)”.
L’arcivescovo ha ribadito che l’attività processuale “che in queste aule ha luogo e per cui voi indefessamente e lodevolmente impiegate la vostra vita, è sempre orientata alla ricerca della verità. Siete tutti dei cercatori della verità, di una verità che si fonda sull’ascolto, sulla ponderazione, sul discernimento, e, infine, su una determinazione che affonda le sue radici su quella certezza morale che il giudice ritiene di avere raggiunto all’esito del processo. Vedete come la verità abbia una vocazione oggettiva che, purtroppo, spesso, nel comune pubblico confrontarsi, pare scolorire in favore dell’opinione che, se suffragata da una maggioranza, magari la più rumorosa, viene ad essere imposta quale verità. Il servizio che voi prestate, invece, ci ricorda come la verità non possa imporsi con la forza. E quando pressioni di vario genere vogliano imporre quanto è irragionevole o semplicemente opinabile in termini di verità, è allora che alla forza della ragione si sostituiscono le ragioni della forza e la società segna il suo inesorabile declino. Carissimi amici, cercatori e servitori della verità, mi auguro che il Dio che si fa bambino, il Signore della storia che nasce nell’umiltà del presepe possa sempre più spingervi a rigettare l’apparenza, per intus legere lo splendore della Verità”.
Ha riaperto al culto la chiesa del Carmine a Francofonte. “La gioia più grande ed il dono più bello da offrire al Signore oggi è il cammino svolto dalla comunità insieme, nonostante la chiusura per lungo tempo di questa chiesa. Oggi raccogliamo l’invito a vivere l’ascolto della Parola. Ma anche l’ascolto dell’altro, dell’ultimo” ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto.
La Chiesa del Carmine è chiesa parrocchiale dal 1 luglio 1945, dedicata a Maria SS ma del Carmelo, in essa si festeggiano con grande partecipazione di popolo San Sebastiano (i festeggiamenti esterni si svolgono nella domenica della SS. Trinità) e S.Lucia. Le opere custodite nella chiesa (in modo particolare una preziosa tela raffigurante il profeta Elia) testimoniano la presenza della spiritualità carmelitana a Francofonte.
Da circa 15 anni le due parrocchie della Chiesa Madre e del Carmine sono affidate a un unico parroco: prima don Salvatore Siena, dopo don Salvatore Musso, oggi don Luca Gallina. “Questo ha permesso, nei fatti, di realizzare una unità pastorale che ha portato le due comunità a diventare una, impegnata nella custodia e nell’organizzazione dei momenti significativi di entrambe le parrocchie. Dal punto di vista pastorale questa è una grande ricchezza che, nel centro storico ha permesso la collaborazione e comunione” spiega don Luca.
La Chiesa del Carmine appartiene al patrimonio del FEC, viene chiusa 11 anni fa, nel dicembre 2010 per un indebolimento del tetto. Tetto che è stato ripristinato grazie a un finanziamento regionale e ai lavori fatti eseguire dalla Sovrintendenza di Siracusa.
“Lucia ci è di esempio per la sua resistenza agli atti di violenza che ella subì per essersi sottratta alle lusinghe del potente di turno. Oggi la violenza si va sempre più connotando quale diffuso atteggiamento che si manifesta spesso come aggressività verbale, che talora caratterizza “la voce più forteˮ negli organi di stampa, il linguaggio dei social media, dove gli haters – gli odiatori hanno un grande seguito e colpiscono gli sventurati. Dalla violenza verbale alla violenza fisica il passo non è certamente lungo. Penso, al momento, alle molte violenze che si consumano fra le mura domestiche, agli omicidi del partner; penso alla violenza contro i medici, gli infermieri e operatori sanitari che non riescono più a nascondere esasperazione e stanchezza; e penso alle minacce fisiche e aggressioni ai giornalisti che svolgono correttamente il loro servizio“. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nella sua omelia ai primi vespri della solennità nella festa di Santa Lucia.
L’arcivescovo ha sottolineato tre vie di impegno concreto e quotidiano: la guida dellʼamore nella condivisione dei beni e del proprio tempo; la forza della giustizia nella sobrietà, la via della non violenza, lʼattenzione allʼaltro e il rispetto di tutti.
“S. Lucia ha dato tutto ai poveri. Ella non è solo la fanciulla coraggiosa che ha dato la vita nel martirio. Prima di tutto ha vissuto la legge della carità, donando le sue risorse agli indigenti. Lʼesercizio della sua carità è una traduzione concreta dell’invito di Giovanni Battista che indica la condivisione dei beni e del proprio tempo come via necessaria per accogliere il Signore. E, infatti, Lucia, in seguito al miracolo della madre, cominciò a distribuire i propri beni ai poveri secondo le indicazioni della comunità cristiana della sua città“.
Il sindaco Francesco Italia con il cero e gli altri sindaci portano i doni
Un’altra via è la forza della giustizia, “è lʼinvito a sapersi accontentare di quello che si ha, non esigendo più di quello che spetta. Ciò significa dare il giusto valore alle cose terrene che sono uno strumento per vivere, rigettando la logica del vivere per avere sempre di più. S. Lucia non ha mai preteso, ha sempre dato agli altri. E ha riposto tutta la sua fiducia in Gesù, rigettando ogni forma di egoismo e di materialismo“.
Infine la via della non violenza. “S. Giovanni Battista e S. Lucia ci insegnano ad accogliere il Signore nella carità e nella verità della condivisione. Lʼamore per Dio ci spinge allʼattenzione verso lʼaltro e al rispetto di tutti, alla rinuncia di ogni forma di violenza, di prevaricazione e di estorsione. Di fronte ai pericoli della pandemia e della post pandemia occorre evitare il rischio dell’individualismo e dell’egoismo e accrescere il senso dellʼunità, dellʼaiuto reciproco, dello stare insieme, del camminare insieme, del progredire insieme, perché ci si salva insieme. Come pure occorre aprirci al valore dellʼospitalità e alla prassi dellʼaccoglienza senza lasciare fuori dai confini chi bussa in cerca di una vita dignitosa e lontana dalla guerra e dai pericoli. E non possiamo misconoscere la sofferenza che continua a prostrarci a causa delle recenti alluvioni che hanno danneggiato le case di tante famiglie, di tante attività produttive; hanno distrutto terre e mietuto vittime; hanno accresciuto le povertà che affliggono tanto il nostro popolo. Ricorriamo con fiducia a S. Lucia, per ottenere quella forza che, dinanzi alle torture, la rendeva ferma, come una colonna, nel suo proposito di fedeltà a Dio. Per tutti la conversione effettiva e concreta a Dio rimane la vocazione fondamentale per iniziare comportamenti rinnovanti e camminare insieme con fiducia e speranza per le strade della nostra città, della nostra Isola e del nostro Paese“.
Al termine, a nome della città, il sindaco di Siracusa Francesco Italia ha offerto un cero votivo e alcuni sindaci della Diocesi hanno offerto un dono del loro territorio.
Settimo video del progetto “L’Amore nel Frammento” – 10 minuti con Amoris Laetitia – promosso dall’Ufficio per la Pastorale della Famiglia dell’Arcidiocesi di Siracusa.
Il video si intitola “L’amore apre strade nuove” – I giovani si aprono al “nuovo” e al mondo, a cura dei coniugi Salvatore e Enza Accaputo e sarà pubblicato lunedì 13 dicembre alle ore 19.30 sui canali social dell’Arcidiocesi, You tube e Facebook.
Si terrà venerdì 10 dicembre alle ore 18.30, il terzo incontro del corso di aggiornamento on line su Le nuove forme di sinodalità promosso dall’ISSR, Istituto Superiore di Scienze Religiose, San Metodio e dall’Ufficio per l’insegnamento della religione cattolica.
Luca Novara e Salvatore Spataro, rispettivamente docente e direttore all’ISSR, Istituto Superiore di Scienze Religiose, San Metodio, interverranno su “L’ascolto delle istanze: la questione omosessuale e le coppie di fatto “.
L’incontro è aperto a tutti, su piattaforma cisco webex meetings. È possibile richiedere l’invito scrivendo a info@sanmetodio.it entro le ore 16.00 del 10 dicembre.