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Conoscere i santi per tenere viva l’identità

Conoscere, raccontare e vivere la stori dei santi è indispensabile per temere viva l’identità, per ripercorrere il cammino delle generazioni passate per cogliere in esso la scintilla ispiratrice, le idealità, i progetti valori che le hanno mosse. Senza i santi non avremmo questa eredità spirituale“. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che nella Cattedrale di Agrigento ha tenuto il  Pontificale in onore di San Gerlando, patrono dell’Arcidiocesi e città di Agrigento.
Alla celebrazione erano presenti il popolo fedele, le autorità civili e militari della città e del territorio agrigentino, i rappresentanti della comunità di Calamonaci che ha offerto l’olio e acceso la lampada votiva che arde davanti l’urna con le reliquie di San Gerlando.
Hanno concelebrato, i presbiteri dell’Arcidiocesi,  mons. Salvatore Muratore, vescovo emerito di Nicosia e l’Arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, che all’inizio della celebrazione eucaristica ha tenuto un saluto ricordando  i “legami di figliolanza” tra la diocesi di Agrigento e quella di Siracusa e ricordato i presbiteri ed i diaconi che oggi festeggiano l’anniversario dell’ordinazione. Prima della benedizione finale, un vigile urbano della Città, a nome del Corpo ha letto la preghiera al Santo Protettore. Prima del concedo, il vicario Generale, don Giuseppe Cumbo  ha presentato i due seminaristi che il prossimo 24 marzo saranno ordinati diaconi, Salvatore Ingoglia, della comunità ecclesiale di Castelvetrano e Giuseppe Vecchio della comunità di Palma di Montechiaro.
L’arcivescovo Lomanto ha ricordato come “il volto della Chiesa in ogni epoca dipende dalla santità dei suoi figli“. Ed ancora: “I santi segnano la storia e incidono nella vita. Vi auguro di crescere nella santità della condotta e nella pietà. San Gerlando coltivò un rapporto diretto con il gregge. Il Santo potè rievangelizzare  il territorio agrigentino quasi completamente islamizzato. Intraprese così l’annuncio della fede e la promozione della dignità dell’uomo“. E poi : “Per una presenza specifica della Chiesa nella società odierna, si incrementi in particolare l’educazione al rispetto reciproco, ai valori della cultura e della convivenza civile, a riscoprire la pietà popolare come riserva di valori per un nuovo umanesimo, a valorizzare la storia di santità sociale, a favorire lo studio critico della cultura, della storia, dell’arte e della letteratura della nostra terra“.

L’impegno spirituale di continuare a camminare insieme secondo lo stile sinodale ci rende consapevoli che dobbiamo crescere ancora di più nella sequela del Signore per essere la Chiesa che dovremmo essere“. “Siamo chiamati a crescere nella continuità con il passato e a rinnovarsi alla luce delle indicazioni del concilio Vaticano secondo e del magistero papale immaginare una metodologia formativa per piccoli grandi giovani adulti gruppi e famiglie con una catechesi interattiva e partecipativa a riscoprire l’importanza della donazione della messa della confessione della formazione biblica liturgica a custodire e sostenere tempi di discernimento vocazionale a valorizzare la pietà popolare Che permette alla fede di essere incarnata in una cultura e di diventare manifestazione di una vita teologale. Se non torniamo agli uomini Dio se non restituiamo agli uomini la fede in Cristo che ci salva verrà meno ben presto ogni speranza“.

 

–  Il saluto iniziale di mons. Alessandro Damiano (qui)
– Omelia di mons. Francesco Lo Manto (qui)

 

L’arcivescovo Lomanto alla festa di San Gerlando

Questa mattina alle ore 10,30, nella chiesa Cattedrale di Agrigento, l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà il Pontificale in occasione della Solennità di San Gerlando, patrono della città e Arcidiocesi di Agrigento. Nel corso della celebrazione sarà offerto l’Olio per la lampada votiva dalla Comunità Ecclesiale di Calamonaci.
I festeggiamenti sono iniziati domenica 19 con la traslazione delle reliquie. Quindi si sono susseguite le peregrinatio delle reliquie a Calamonaci e Comitini.

L’arcivescovo di Agrigento mons. Alessandro Damiano nel suo messaggio  in occasione della Festa di san Gerlando ha voluto rivolgere una parola di consolazione. “Desidero ricavare dalla sua vicenda terrena alcuni «segnali di pista» utili, ritengo, per il nostro camminare nell’oggi”. Tre segnali che riassumo in tre parole: migrazione, evangelizzazione, rigenerazione.
Migrazione. Gerlando, lo si sa, non era un agrigentino di nascita e nemmeno un siciliano. Nativo di Besançon, in Francia, approda nelle nostre terre dopo l’entrata dei normanni guidati da Ruggero I degli Altavilla il 25 luglio 1086 divenendo in seguito vescovo di Agrigento.
Gerlando è dunque un’emigrante che si incultura e integra. Oggi la nostra diocesi e provincia è, specialmente a Lampedusa, luogo d’approdo di emigrati. L’immigrazione comporta accoglienza e integrazione. Al migrante cristiano, che riesce ad approdare sulle nostre coste, siamo chiamati a mostrare il volto fraterno e accogliente della Chiesa che accoglie il fratello piagato e spesso vittima di persecuzione. Al migrante non cristiano siamo in dovere di mostrare una comunità coerente con il Vangelo che predica e celebra.

Mons. Alessandro Damiano

Evangelizzazione. Gerlando ha evangelizzato le nostre terre, ossia ha annunciato la persona di Gesù, crocifisso e risorto da morte, figlio di Dio fatto uomo. L’annuncio cristiano comporta come «effetto collaterale» l’annuncio della dignità insopprimibile di ogni uomo e di ogni donna, della vita umana, di ogni vita umana, di ogni persona.
Rigenerazione. San Gerlando è considerato il rifondatore della diocesi agrigentina, dopo la presenza musulmana dal 829 al 1086. La situazione economica e sociale non era florida. Eppure Gerlando si è «rimboccato le mani», ha ricominciato rigenerando e dando speranza. È l’uomo del ri-cominciare, del nuovo inizio, della ri-generazione. In breve: Gerlando è l’uomo della speranza! Ma affinché ciò non sia solo un sogno, occorre la collaborazione di tutti e di ciascuno. Occorre inter-azione”.

 

C’è Fede senza Perdono?

Si intitola “C’è Fede senza Perdono?”  l’incontro che si terrà venerdì 24, alle ore 17,30 all’Auditorium dell’Istituto “Luigi Einaudi” di Siracusa.
Interverrà Gemma Calabresi Milite, vedova del commissario Luigi Calabresi, morto in un attentato durante gli anni di Piombo, nel 1972.
Nel corso dell’incontro, moderato dall’avvocato Cristina Alicata, Gemma Calabresi Milite parlerà del suo libro “La crepa e la luce” nel quale racconta il cammino intrapreso dal giorno dell’omicidio del marito. “Una strada tortuosa che, partendo dall’umano desiderio di vendetta di una ragazza di 25 anni con due bambini piccoli e un terzo in arrivo, l’ha condotta, non senza fatica, al crescere i suoi figli lontani da ogni tentazione di rancore e rabbia e all’abbracciare, nel tempo e con sempre più determinazione, l’idea del perdono”. Una sincera testimonianza sul senso della giustizia e della memoria. Concluderà don Andrea Zappulla, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale penitenziaria.
Stiamo guardando al perdono visto da diverse angolature e nelle relazioni che il perdono può avere con pace, giustizia, misericordia – spiega don Andrea Zappulla –. Un percorso di cinque incontri che servono per riflettere sulla dimensione del perdono.  In ciascun uomo c’è l’esigenza di essere perdonati e di perdonare. In questo quarto incontro Gemma Calabresi Milite ci parlerà del cammino di fede che ha fatto alla luce degli eventi che le sono accaduti. Un cammino di giustizia riparativa alla luce di un forte cammino di fede. Lei di fronte al male subito ha scelto la via del bene e del perdono. Nel libro racconta dal momento in cui fu ucciso il marito fino ad oggi. Lei utilizza l’immagine del ponte: il perdono è come un ponte, c’è chi lo percorre partendo da una parte chi dall’altra ma a metà strada ci si incontra e ci si riconosce. Il perdono è l’unica via che rende liberi“.
E’ il quarto appuntamento del ciclo di incontri su “Il Perdono: uno spazio fragile” organizzato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Penitenziaria in collaborazione con la Caritas diocesana, l’ISSR San Metodio, il Centro Culturale San Massimiliano Maria Kolbe, il Centro di Solidarietà, la Libera Associazione Forense e la sezione di Siracusa dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.

Le Lacrime della Madre di Dio devono essere motivo di riscatto e di cambiamento

Sosteniamoci l’un l’altro nell’impegno di rinnovamento nello spirito e nella missione, così da ottenere un dono più grande di grazia e giungere a celebrare il mistero pasquale con fedeltà all’adempimento del volere divino, con vivo senso di comunione ecclesiale e con generosa testimonianza di carità e di giustizia, nella famiglia e nella società“. Lo scrive l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel messaggio per il tempo di Quaresima inviato oggi alla Comunità diocesana.

Mons. Lomanto ha inviato a lasciarsi guidare dalla presenza materna di Maria che “ha creduto all’amore di Dio e ha accolto la sua parola, donando pienamente sé stessa” consegnando tre linee guida: credere con Maria all’amore di Dio; accogliere con Maria la Parola; donare con Maria tutto a Dio. “Maria ci insegna che la vita cristiana è credere all’amore di Dio, accoglierlo in noi e imparare ad amare come Egli ci ama. L’atto supremo della Vergine Maria, nel divenire Madre di Dio, è stato il suo abbandono all’azione dello Spirito Santo, la sua adesione di fede all’amore di Dio. In questa docilità allo Spirito Santo consiste il segreto di ogni santità, perché santo è e rimane Dio solo, il quale viene, si dona a noi come sorgente di vita e di grazia, ci comunica la sua misericordia per vivere in noi nella misura della nostra fede. Pertanto, è necessario che ci lasciamo trovare da Dio, per accoglierlo nella nostra vita, per crescere con Lui e camminare dietro a Lui“.

Ed ancora mons. Lomanto ha invitato a riscoprire l’ascolto della Parola di Dio “elemento fondamentale di vita spirituale per tutti i cristiani“. E guardando all’esempio di Maria, anche noi “dobbiamo accogliere la Parola che vuole incarnarsi in noi, farla nascere da noi e crescere in noi, e portare frutti che rimangano per sempre, uniti nel mistero pasquale della passione, morte e resurrezione di Gesù“.

Per questo è necessario riscoprire la “dimensione mariana della vita cristiana“. La nostra Diocesi “ha una specifica vocazione mariana caratterizzata dal pianto della Madonna avvenuto a Siracusa nel 1953. (…) Le Lacrime della Madre di Dio, in questo tempo di Quaresima, devono essere motivo di riscatto, di cambiamento, di nuovo cammino, di dono totale di sé a Dio. Accogliamo con umiltà questo dono prezioso, meditiamolo nel nostro cuore e doniamolo a chi ha bisogno di consolazione, di speranza e di pace. La divina provvidenza l’ha affidato a noi per farlo conoscere, crescere e diffondere a tutti, come ci ha ricordato San Giovanni Paolo II nella sua visita pastorale a Siracusa”.

In allegato la lettera per la Quaresima


E’ necessario un cambiamento del cuore

“La via, che Gesù indica, esige la disposizione del cuore alla conversione o cambiamento interiore che si risolve nell’amore e si realizza solo attraverso l’accoglienza dell’Amore che Dio effonde nel nostro cuore e che è lo Spirito Santo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, presiedendo la celebrazione nel Santuario della Madonna delle Lacrime in occasione della Giornata Mondiale del Malato dal tema “«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione”.
Prima un momento di preghiera nella chiesa San Luca dell’ospedale di Siracusa, poi la processione fino al Santuario dove l’arcivescovo ha presieduto la messa con gli ammalati, le associazioni di volontariato e i fedeli.

“L’odierna pagina del Vangelo, ponendo nell’amore il compimento supremo di tutta la legge, indica la chiave per la comprensione della partecipazione del malato al mistero di Cristo e il senso delle «dinamiche interpersonali che sono alla base di ogni relazione di cura vera, ricca di carità e di misericordia» – ha detto mons. Lomanto -. I singoli precetti portati da Gesù come perfezionamenti alla legge trovano il loro fondamento nell’amore. Del precetto dell’amore Gesù fa il nuovo comandamento del suo Vangelo, quale compimento di tutta la legge antica. È evidente che l’osservanza del comandamento di Dio non può essere solo esteriore e formale, ma esige il cambiamento del cuore, cioè progredire nella fraternità, nella giustizia, nella pace, cioè nella via dell’amore. «Nulla è perduto per noi fintanto che ci rimane il suo amore. E il suo amore può tutto»”.
L’arcivescovo si è soffermato sulla compassione
come “esercizio sinodale di guarigione genera un mondo nuovo, mira a sensibilizzare tutti per camminare insieme, può suscitare una cura più organizzata per il bene comune.  Il movimento interiore della compassione riconosce subito la condizione di solitudine, di abbandono e induce a eliminare l’atrocità cambiando le cose, generando un mondo più fraterno. «Tutti siamo fragili e vulnerabili; tutti abbiamo bisogno di quell’attenzione compassionevole che sa fermarsi, avvicinarsi, curare e sollevare. […]. La Giornata Mondiale del Malato, in effetti, non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme».  «L’esercizio della fraternità, iniziato da un incontro a tu per tu, si (può) allargare a una cura organizzata». E così «si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune»”.

La processione con il quadretto del Cuore Immacolato di Maria è stata guidata dal direttore della Pastorale per la Salute, don Raffaele Aprile, che ha ricordato lo “Spirito di amore e gratitudine al Signore ed i tanti volontari, uomini e donne, che  fanno propria la fragilità degli altri e si fanno prossimi. Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile ci dice Papa Francesco. Gli ammalati sono nella loro sofferenza vicini a Dio e ci trasmettono presenza Dio”.

La compassione come esercizio sinodale di guarigione

Sabato 11 febbraio sarà celebrata la XXXI Giornata Mondiale del Malato dal tema “«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione”.
La preghiera inizierà alle ore 17.00, presso la chiesa San Luca dell’Ospedale di Siracusa, e continuerà con una processione che arriverà fino al Santuario Madonna delle Lacrime, dove alle ore 18.00, l’Arcivescovo mons. Francesco Lomanto celebrerà la Santa Messa con gli ammalati, le associazioni di volontariato e i fedeli.
A tutti i fedeli, che parteciperanno alle Sante Messe di sabato 11 e domenica 12 sarà donata un’immagine con la preghiera del Malato.

Percorso sui beni culturali ecclesiastici

Al via i percorso formativo sui Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Siracusa, promosso dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio in partnership con l’Università di Catania.
Il percorso formativo, realizzato in collaborazione con l’Università di Catania, corso di laurea triennale in Beni Culturali e corso di laurea triennale promozione del patrimonio culturale, intende offrire ai fruitori un’occasione di conoscenza e di approfondimento del patrimonio culturale, costituito da alcuni luoghi di culto appartenenti all’Arcidiocesi di Siracusa. Il fruitore sarà chiamato a compiere un itinerario con la comunità patrimoniale, che si prende cura dei beni ecclesiastici, quali testimonianze vive di una lunga storia che continua a coinvolgere gli uomini e le donne contemporanei. Il programma prevede due aree geografiche di interesse: quella dell’isola di Ortigia e quella cittadina che concerne il santuario della Madonna delle Lacrime, la basilica di San Giovanni e la Basilica di Santa lucia in Borgata.
Il corso si rivolge agli studenti dell’ISSR e di Unict, alle guide turistiche e alle persone interessate e appassionate di Beni Culturali. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 febbraio.
Il primo modulo, su natura e valorizzazione dei Beni culturali ecclesiastici, si tiene nei giorni 17-18-19 febbraio.
Il corso è promosso in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale del Turismo, Tempo Libero e Sport, l’Ufficio diocesano per i Beni Culturali e l’edilizia di Culto,  Servizio per gli Studi Superiori di Teologia e Scienze Religiose della CEI, Ufficio nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’edilizia di Culto della CEI, la società Kairos.

Venerdì 17  alla parrocchia San Giuseppe Innografo ad Augusta

Ritrovare il Concilio

Secondo incontro sul concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965) promosso dall’Ufficio per la pastorale della Cultura e le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi. Venerdì 17 febbraio, alla parrocchia San Giuseppe Innografo ad Augusta alle ore 18,00 interverrà la prof.ssa Gabriella La Mendola, docente di Storia e filosofia e ricercatrice presso la Fondazione per le Scienze Religiose di Bologna.

Il Concilio è la memoria ecclesiale più recente e, in parte, non ancora pienamente esplorata ed attuata. L’incontro, che sarà aperto dal direttore dell’Ufficio per la pastorale della Cultura e le Comunicazioni Sociali mons. Maurizio Aliotta, aiuterà a riscoprire il suo significato per la vita della Chiesa.

Terzo incontro giovedì 16 marzo, alla parrocchia Cristo Re a Lentini alle ore 18,30 con la prof.ssa Sandra Mazzolini, docente ordinaria di Missiologia e decano della Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana di Roma.

Infine venerdì 21 aprile, all’Oratorio San Filippo Neri a Canicattini Bagni alle ore 18,00, con mons. Maurizio Aliotta, docente di Storia della teologia e Teologia Morale presso lo Studio Teologico San Paolo. 

Festa della beata vergine Maria di Lourdes

Festa della Beata Vergine Maria di Lourdes sabato e domenica fra Lentini e Francofonte promossa dalla sottosezione di Lentini dell’Unitalsi nell’ambito della Giornata mondiale del malato.

Sabato 11, a Lentini, alle ore 16.30 raduno dei fedeli presso la parrocchia Sant’Antonio di Padova. Alle ore 17.00 accoglienza del simulacro della Madonna. Alle ore 17.15 preghiera del santo rosario meditato. Alle ore 18.00 celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Antonino Cascio e animata dal coro della parrocchia Santa Tecla. Al termine adorazione e benedizione eucaristica.

Domenica 12, a Francofonte, alle ore 16.30 raduno dei fedeli presso la chiesa dell’Angelo. Alle ore 17.00 processione del simulacro della Madonna di Lourdes dalla chiesa dell’Angelo fino alla chiesa Madre e preghiera del santo rosario. Alle ore 18.00 celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Luca Gallina. Al termine adorazione e benedizione eucaristica.