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Ordinanza del presidente Musumeci, le celebrazioni liturgiche

In seguito alle nuove misure precauzionali adottate dalle Autorità governative per il contenimento dell’epidemia Covid-19, è necessario il rispetto di alcune prescrizioni da osservare nel periodo compreso tra domenica 17 e domenica 31 gennaio. Come dichiarato dal Presidente della Regione Siciliana e dalle Autorità locali, la situazione allo stato è preoccupante e ciò impone una non indifferente responsabilità nell’aiutare il Popolo di Dio a vivere questi momenti.

Celebrazioni Eucaristiche e celebrazioni liturgiche in genere (sacramenti, adorazioni eucaristiche ecc.): sono possibili a condizione di rispettare le prescrizioni date con i protocolli già in uso. I fedeli possono partecipare, ma a loro carico resta l’obbligo di esibire, su richiesta delle Forze dell’Ordine, l’autodichiarazione. Alla luce della normativa, è fortemente consigliabile che i fedeli si rechino nella chiesa più vicina al luogo di residenza o di domicilio. In tal senso, lunghi trasferimenti come quelli, ad esempio, da un territorio comunale all’altro ben difficilmente possono essere giustificati nei controlli delle Forze dell’Ordine.

Processioni e manifestazioni esterne in genere: sono sospese.

Celebrazioni delle esequie: sono possibili nel rispetto rigido dei protocolli. Per i morti a causa del COVID-19 si pone il problema della quarantena per i familiari e per quanti sono stati a contatto con il malato: ovviamente costoro non possono partecipare alla celebrazione. La responsabilità in tal senso è innanzitutto degli interessati, del medico che certifica e dell’agenzia di pompe funebri. Ai presbiteri si chiede la massima, possibile, vigilanza.

Riunioni dei vari gruppi, anche in chiesa: sono sospese. Si realizzino solo in modalità on-line. 

Catechesi: anche queste sono sospese. Segnalo, comunque, l’iniziativa assunta in alcune diocesi, in analogia delle scuole, di convocare in chiesa – con cadenza ogni due settimane – i bambini per un breve momento di preghiera e di catechesi, ovviamente sempre nel rigido rispetto dei protocolli (uso di mascherine, igienizzazione delle mani, igienizzazione dell’ambiente, distanziamento interpersonale, agevolazione dell’entrata e dell’uscita dalla chiesa allo scopo di evitare assembramenti ecc.). Ciò avviene con piccoli gruppi, evidentemente alternandoli nei giorni feriali. 

Prove del coro: sono sospese per l’inevitabile assembramento che richiedono. Nelle Celebrazioni Eucaristiche il numero dei cantori deve essere ridotto al minimo indispensabile per il rispetto delle particolari distanze da osservare tra i componenti.

Incontri dei Presbiteri: sono sospesi. Consentiti solo momenti di preghiera nelle chiese e nel rispetto dei protocolli.

Convegni di ogni tipo, anche in chiesa: sono sospesi. Possibili in modalità on-line.

Attività di gruppo come “campi” e convivenze in genere (ad esempio con pasti e pernottamenti): sono sospese.

Coprifuoco: sono proibiti gli spostamenti dalle ore 22 alle ore 5 del giorno successivo. Sono comunque fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, alle solite condizioni.

In considerazione delle numerose segnalazioni ricevute, è bene ricordare l’obbligo dell’osservanza delle prescrizioni, ormai ben note, circa l’uso della mascherina e la Comunione Eucaristica: le istruzioni di dare la S. Comunione sulle mani dei fedeli così come l’obbligo di togliere la mascherina solo all’atto di portare la particola in bocca non sono derogabili a discrezione del Presbitero.

 

In allegato i modelli di autodichiarazione

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Sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana

“Approfondiamo l’Amoris Laetitia nell’Anno della famiglia”

Nei giorni 11-13 gennaio 2021 si è svolta la Sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana. I lavori, inizialmente previsti in presenza, si sono svolti in modalità on-line a causa del crescente numero di contagi da coronavirus registrati in questi giorni in Sicilia.
A tal proposito i Vescovi esortano i cittadini a rispettare le norme emanate dalle autorità al fine di prevenire il diffondersi del contagio, nell’attesa che la campagna vaccinale produca i suoi effetti.
In questo periodo di pandemia viene espressa vicinanza e solidarietà al personale medico e paramedico, dei mezzi di soccorso e a tutti i volontari per la dedizione mostrata nel curare e soccorrere i malati; solidarietà viene espressa alle forze dell’Ordine che in svariati ambiti, prestano il loro servizio con autentico senso del dovere e di amore al prossimo.
I Vescovi assicurano, inoltre, il ricordo nella preghiera per le vittime di cui, recentemente, purtroppo, si è registrato un considerevole innalzamento, e per le famiglie che hanno perso i propri cari.A questi fratelli e sorelle che hanno perso la vita, i Vescovi assicurano la preghiera unitamente ai sacerdoti, alle religiose e ai religiosi, morti per la stessa causa.
In apertura dei lavori, presieduti da Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania, i Vescovi hanno espresso affetto e vicinanza a Mons. Carmelo Cuttitta che in questi giorni ha lasciato anticipatamente la guida della diocesi di Ragusa per motivi di salute, assicurandogli il loro benevolo sostegno e il ricordo nella preghiera. Hanno, altresì, accolto Mons. Sebastiano Roberto Asta che, nella qualità di Amministratore Apostolico, è stato nominato dalla Santa Sede a reggere momentaneamente la diocesi di Ragusa.
Dopo l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti, i Vescovi hanno ascoltato la relazione sul Tribunale Ecclesiastico Regionale Siculo del Vicario Giudiziale Mons. Antonino Legname.

 

1. Proposte formative per il Clero.

Don Calogero Cerami, Direttore del Centro Madre del Buon Pastore per la formazione permanente del Clero, ha illustrato ai vescovi le proposte formative programmate per l’anno 2021 e il rendiconto amministrativo dell’anno appena trascorso.
I percorsi formativi per i presbiteri prenderanno le mosse dalle tematiche sottese nella lettera che Papa Francesco ha scritto ai sacerdoti di Roma lo scorso 31 maggio e nella lettera che i vescovi di Sicilia hanno scritto ai presbiteri dell’Isola in vista della Giornata Sacerdotale Mariana (9 giugno 2020). La Commissione del CMBP ha programmato tre percorsi formativi da offrire a seminaristi del sesto anno di pastorale, diaconi, presbiteri e parroci: il percorso formativo sul sacramento della Riconciliazione, dal titolo “Per ogni lacrima l’uomo rinasce” (8-12 febbraio 2021); il percorso formativo sulla parrocchia, dal titolo “La conversione pastorale della Parrocchia” (22-25 febbraio 2021); il percorso formativo sulle “Beatitudini del prete” (22-24 marzo 2021). I tre percorsi si svolgeranno in modalità on-line. Inoltre la Commissione Presbiterale Siciliana ha programmato una tre giorni, denominata “Esercizi di fraternità presbiterale”, in coincidenza con la XXIX Giornata Sacerdotale Mariana, che si svolgerà dal 17 al 19 maggio presso il Santuario Madonna delle Lacrime a Siracusa.
Per i Delegati per la formazione dei diaconi e dei presbiteri, i vicari episcopali per il clero, i Rettori dei seminari e i membri della CPS è previsto un modulo formativo sul discernimento vocazionale il 19 e 20 aprile con Giuseppe Sovernigo, della Facoltà Teologica Settentrionale.
I moduli formativi dei diaconi permanenti, invece, attingeranno alle tematiche presenti nel volume di Ètienne Grieu, Diaconia. Quando l’amore di Dio si fa vicino.
I Vescovi hanno convenuto sulla necessità che la formazione dei futuri diaconi permanenti sia qualificata; è necessario pertanto agire sinergicamente in modo da offrire, a livello regionale, un iter formativo unitario. In merito alla possibilità di stilare una bozza di progetto per la nostra regione che possa permettere ai futuri candidati una formazione qualificata,i Vescovi hanno chiesto a Don Cerami di preparare una relazione, da presentare nella prossima sessione, per conoscere le modalità con cui avviene la formazione nelle singole diocesi, il numero dei diaconi per ogni diocesi, il tipo di servizio svolto.

 

2. Insegnamento della Religione Cattolica.

Durante i lavori sono state condivise alcune considerazioni riguardanti gli insegnanti di Religione Cattolica nelle scuole.
I Vescovi hanno ribadito la grande riconoscenza e il forte incoraggiamento a questi docenti che, insieme con i loro colleghi, stanno continuando a svolgere il loro servizio per gli studenti con passione ed entusiasmo anche in questo difficile periodo della pandemia.
Ci si è soffermati, poi, sullo sviluppo del percorso che dovrebbe portare a svolgere un prossimo concorso articolato su base regionale per l’assunzione in ruolo di un certo numero di IdRC: lo scorso 14 dicembre 2020 è stata firmata un’intesa tra il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Gualtiero Bassetti, e la Ministra dell’Istruzione, on. Lucia Azzolina, nella quale sono state confermate le normative e le condizioni che dovranno disciplinare lo svolgimento di tale concorso. Questa intesa, richiesta dalla legge 159/2019, apre ora lo scenario per l’elaborazione e la pubblicazione di un Bando che tutti, Vescovi e docenti, auspicano sia frutto di un confronto approfondito e sia rispettoso delle legittime attese degli stessi insegnanti, soprattutto di coloro che da tanti anni svolgono questo lavoro con impegno e preparazione.
I Vescovi hanno, infine, condiviso anche un appello per gli studenti e i loro genitori in vista della scelta di avvalersi dell’IRC in occasione dell’iscrizione al prossimo anno scolastico che si sta svolgendo in questi giorni, riprendendo il Messaggio della Presidenza della CEI pubblicato qualche giorno fa.

 

3. Presentazione del Vademecum ecumenico Il Vescovo e l’Unità dei Cristiani.

Mons. Giorgio Demetrio Gallaro, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali e Amministratore Apostolico di Piana degli Albanesi, ha proposto ai vescovi un approfondimento del Vademecum ecumenico Il Vescovo e l’Unità dei Cristiani, pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Il Vademecum ha come finalità di aiutare i Vescovi a comprendere e ad attuare meglio la loro responsabilità ecumenica; suggerisce che a livello diocesano venga nominato un delegato diocesano per le questioni ecumeniche che collabori con il Vescovo e lo consigli sulle questioni ecumeniche; chiede inoltre di istituire una commissione ecumenica diocesana per supervisionare la formazione e di incoraggiare la nomina di incaricati ecumenici parrocchiali. A livello di conferenza episcopale regionale chiede di costituire una commissione episcopale per l’ecumenismo e la nomina di un Vescovo responsabile per l’attività ecumenica. Infine, raccomanda la presenza della dimensione ecumenica in tutti gli aspetti e le discipline della formazione cristiana, assicurandosi che in tutti i seminari e le facoltà di teologia cattoliche ci sia un corso obbligatorio di ecumenismo. Si raccomanda anche un dialogo sfruttando le potenzialità dei siti web diocesani che sono “il mezzo attraverso il quale il mondo percepisce il volto della Chiesa”. Nel dettaglio viene chiesto di diffondere documentazione e materiale ecumenico attraverso il sito delle diocesi e condividere informazioni per approfondire la reciproca conoscenza ed evitare inutili dissapori.
Concretamente, nella seconda parte del Vademecum si esorta a pregare regolarmente per l’unità della Chiesa; ad organizzare un servizio liturgico di preghiera ecumenica per la Settimana per l’unità dei cristiani; ad organizzare con i responsabili delle altre Chiese giornate di studi biblici, pellegrinaggi e processioni, eventuali scambi di reliquie e immagini sacre; a pubblicare con uno o più responsabili delle altre Chiese un messaggio comune in occasione di Natale o Pasqua; fare il primo passo per incontrare i responsabili di altre Chiese; assistere a liturgie di ordinazione, insediamento o accoglienza dei responsabili di altre Chiese nella diocesi. Altri aspetti evidenziati riguardano l’ecumenismo pastorale, la celebrazione dei matrimoni misti e i casi di affiliazione ecclesiale.

 

4. Laboratorio di Pastorale Familiare. Anno della Famiglia Amoris Laetitia.

Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo delegato per la pastorale della Famiglia, ha aggiornato i vescovi sulla conclusione della fase preparatoria del Laboratorio triennale di Pastorale Familiare che ha visto circa 500 persone iscriversi all’attività promossa dai Vescovi, corroborata dall’indizione dell’Anno della Famiglia da parte di Papa Francesco. Dopo un iniziale sondaggio regionale in merito alle necessità prevalenti e alle risorse delle pastorali familiari diocesane, l’ufficio regionale per la famiglia, con l’assenso della Cesi, ha avviato un percorso di formazione. Con l’ausilio delle moderne tecnologie didattiche, sono state organizzate tre aree di attenzione, accompagnate da tre sacerdoti esperti in tematiche teologiche, psicologiche e canonistiche. Le aree sono articolate in 20 moduli, ognuno dei quali è guidato da un tutor. I 20 Tutor (provenienti da 11 delle diocesi siciliane) seguiranno i 267 formatori-in-formazione, tra i quali sono anche 11 responsabili diocesani, 3 sacerdoti e 8 coppie di sposi.
Circa i partecipanti, si tratta di coppie giovani e menogiovani, con lunga esperienza pastorale alle spalle e coppie ai primipassi; di persone che hanno vissuto esperienze di dolore dentro la famiglia,di sacerdoti e religiose/i.
Tutti hanno aderito all’invito per camminare e crescere insieme, per maturare esperienze di vita alla luce della didattica e delle testimonianze che nei laboratori emergono, al fine di rendere più bella la Chiesa e per vivere un’esperienza di comunione tra le Chiese di Sicilia.
L’interesse crescente registrato nelle diocesi fa pensare che sta emergendo una reale esigenza formativa. Pastori e laici insieme contribuiscono a mettere al centro la famiglia sul piano ecclesiale e sociale. L’anno della famiglia indetto da papa Francesco – ha sottolineato mons. Fragnelli – ci provoca ancora di più a lavorare insieme, come diocesi e come movimenti e associazioni, per stimolare la conoscenza dell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia e la crescita di una mentalità sempre più rispondente al “Vangelo della Famiglia”. L’anno si aprirà il 19 marzo 2021 e si concluderà il 26 giugno 2022 in occasione e in coincidenza della Giornata Mondiale della Famiglia, che si terrà a Roma.

I Vescovi di Sicilia

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Il Papa: i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato siano aperti alle donne

Papa Francesco ha stabilito con un motu proprio che i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato siano d’ora in poi aperti anche alle donne, in forma stabile e istituzionalizzata con un apposito mandato. Le donne che leggono la Parola di Dio durante le celebrazioni liturgiche o che svolgono un servizio all’altare, come ministranti o come dispensatrici dell’eucaristia, non sono certo una novità: in tante comunità di tutto il mondo sono ormai una prassi autorizzata dai vescovi. Fino ad oggi però tutto ciò avveniva senza un mandato istituzionale vero e proprio, in deroga a quanto stabilito da san Paolo VI, che nel 1972, pur abolendo i cosiddetti “ordini minori”, aveva deciso di mantenere riservato l’accesso a questi ministeri alle sole persone di sesso maschile perché li considerava propedeutici a un’eventuale accesso all’ordine sacro. Ora Papa Francesco, anche sulla scia del discernimento emerso dagli ultimi Sinodi dei vescovi, ha voluto ufficializzare e rendere istituzionale questa presenza femminile sull’altare.

Con il motu proprio “Spiritus Domini”, che modifica il primo paragrafo del canone 230 del Codice di Diritto canonico e viene pubblicato oggi, il Pontefice stabilisce quindi che le donne possano accedere a questi ministeri e che essi vengano attribuiti anche attraverso un atto liturgico che li istituzionalizza.

Francesco specifica di aver voluto accogliere le raccomandazioni emerse da varie assemblee sinodali, scrivendo che “si è giunti in questi ultimi anni ad uno sviluppo dottrinale che ha messo in luce come determinati ministeri istituiti dalla Chiesa hanno per fondamento la comune condizione di battezzato e il sacerdozio regale ricevuto nel sacramento del battesimo”. Pertanto, il Papa invita a riconoscere che si tratta di ministeri laicali “essenzialmente distinti dal ministero ordinato che si riceve con il sacramento dell’ordine”.

Al motu proprio si accompagna una lettera indirizzata al Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Luis Ladaria, con la quale Francesco spiega le ragioni teologiche della sua scelta. Il Papa scrive che “nell’orizzonte di rinnovamento tracciato dal Concilio Vaticano II, si sente sempre più l’urgenza oggi di riscoprire la corresponsabilità di tutti i battezzati nella Chiesa, e in particolar modo la missione del laicato”. E citando il documento finale del Sinodo per l’Amazzonia osserva come “per tutta la Chiesa, nella varietà delle situazioni, è urgente che si promuovano e si conferiscano ministeri a uomini e donne… È la Chiesa degli uomini e delle donne battezzati che dobbiamo consolidare promuovendo la ministerialità e, soprattutto, la consapevolezza della dignità battesimale”.

(Da VaticanNews)

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Insegnamento della religione cattolica, messaggio della Presidenza CEI

Ecco il messaggio che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha inviato in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2021-2022.

 

Cari studenti e cari genitori,

che cosa sarebbe l’arte senza la Cappella Sistina di Michelangelo, la poesia senza la Divina commedia di Dante, la musica senza la Passione secondo Matteo di Bach, la letteratura senza i Promessi sposi di Manzoni, l’architettura senza il Duomo di Milano, la filosofia senza Kierkegaard? Cosa sarebbe l’amore senza il Cantico dei cantici, la dignità umana senza le parole di Gesù sui poveri nei Vangeli, la felicità senza il Discorso della montagna del Vangelo di Matteo?

Anche quest’anno entro il 25 gennaio siete chiamati a compiere una scelta impor- tante, decidendo se avvalervi o meno dell’insegnamento della religione cattolica a scuola. Noi pensiamo che questo insegnamento offra anzitutto alcuni strumenti per rispondere alle domande con cui abbiamo iniziato questo messaggio: consente, infatti, di conoscere e contestualizzare in un’ottica più ampia la storia culturale del nostro Paese e del mondo intero, attraverso le idee che la religione cristiana ha prodotto.

Ma nell’insegnamento della religione cattolica si danno anche altre possibilità: gli studenti possono confrontarsi con le domande profonde della vita. Soprattutto nel tempo della formazione intellettuale a scuola sorgono quei quesiti che a volte ci affannano, ma che di fatto ci rendono esseri umani unici e irripetibili: chi siamo? Quale storia ci ha pre- ceduto? Cosa dobbiamo fare per il presente nostro e dei nostri cari? Perché il dolore e la morte? Cosa possiamo sperare per il futuro in questa terra e dopo? Ognuno deve trovare la sua risposta. L’insegnamento della religione cattolica si pone proprio nell’orizzonte degli interrogativi esistenziali, che sorgono anche nei nostri ragazzi. In un tempo in cui la pandemia da COVID-19 ci sta ponendo di fronte problemi inediti per l’umanità, pensia- mo che le generazioni future potranno affrontare meglio anche le sfide nel campo dell’e- conomia, del diritto o della scienza se avranno interiorizzato i valori religiosi già a scuola.

Una solida preparazione nell’ambito religioso consente di apprezzare il mondo guardando oltre le apparenze, di non accontentarsi delle cose materiali puntando piuttosto a quelle spirituali, di confutare le false superstizioni escludendo ogni forma di violenza in nome di Dio, di allenarsi al dialogo sempre rispettoso dell’altro, di formare una coscienza matura imparando a crescere tenendo conto degli altri e soprattutto dei più deboli.

Siamo sicuri che l’alleanza educativa stretta tra voi, genitori e studenti, e gli inse- gnanti di religione cattolica consenta di vivere il tempo della scuola come un’occasione di reale formazione delle nuove generazioni in modo sano e costruttivo, per il bene dei nostri ragazzi e della nostra società.

Cogliamo l’occasione di questo messaggio per augurarvi un nuovo anno di pace e serenità.

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana

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Messaggio dell'arcivescovo Lomanto per l'anniversario della dedicazione della Cattedrale

“Vivere nella Chiesa vuol dire crescere nella comunione di Cristo”

La festa della Dedicazione della nostra Cattedrale costituisce una singolare occasione per approfondire la nostra identità di credenti in Gesù Cristo per riflettere – come comunità ecclesiale – sull’importanza di far parte del suo corpo mistico“. Lo scrive l’Arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, nel messaggio inviato ai presbiteri e a tutti i fedeli in occasione dell’anniversario della dedicazione della Chiesa Cattedrale.

«Nell’edificio la comunità è chiamata a riconoscere la sua identità e la sua vocazione al culto spirituale» (L. Chengalikavil, La dedicazione della chiesa, 69).

“Mi soffermo rapidamente su tre punti: Cristo è fondamento della Chiesa; Cristo è la fonte della grazia e della santità; Cristo è la linfa vitale della missione della Chiesa.

Cristo è il fondamento della Chiesa 

«Gesù Cristo è il fondamento della Chiesa… noi siamo delle pietre vive che fanno crescere questo edificio… l’armonia la fa lo Spirito Santo» (Francesco, Messa Cappella della Casa S. Marta, 9.11.2017). (…)
La costruzione esprime il raduno del popolo di Dio. E, infatti, la Chiesa, costruita nella celebrazione con pietre vive che sono i fedeli, viene edificata nella santità grazie all’azione dello Spirito Santo. La santità è, infatti, la vita di Gesù comunicata alla Chiesa. E noi viviamo la santità nella misura in cui ci immergiamo nella vita del Corpo mistico di Cristo.
Lo Spirito Santo anima tutta la Chiesa ed è il principio della nostra stessa vita nel Corpo di Cristo: solo se animati dallo Spirito possiamo – non nell’individualismo, ma nell’armonia della comunione – vivere secondo il cuore di Gesù.
Vivere nella Chiesa non vuol dire farsi santi da soli, ma crescere nella comunione di Cristo secondo l’efficacia dello Spirito Santo. (…)

Cristo è la fonte della grazia e della santità

Cristo – pietra angolare e fondamento immutabile dellʼedificio spirituale che è la Chiesa – è la pienezza della divinità, il fulcro dell’unità, la fonte della grazia e della santità. È Lui il principio della vita cristiana che fa vivere nella grazia di Dio lʼimpegno di santificazione. (…)
Sia salda in noi la convinzione che, solo chi vive in Cristo nello Spirito Santo, crea quella comunione con i fratelli che garantisce continuità con il passato e slancio nella missione.


Cristo è la linfa vitale della missione della Chiesa

Nella Chiesa la comunità è chiamata a riconoscere la sua identità, la sua vocazione al culto spirituale e alla missione nel mondo.
La Chiesa, Corpo mistico del Cristo, ha anche la specifica missione di adunare gli uomini che vivono nel tempo. La Chiesa è sacramento della presenza di Dio nella storia che ripresenta ogni giorno il mistero dell’Incarnazione divina. La Chiesa, infatti, mentre vive nel culto la dimensione verticale del suo rapporto con Dio, nello stesso tempo esprime nella carità missionaria la dimensione orizzontale del suo rapporto con gli uomini. (…) Sia Cristo la pietra angolare della nostra vita e del nostro agire, affinché con la forza dello Spirito Santo – nella comunione ecclesiale – possiamo diventare testimoni dell’Amore di Dio Padre nel mondo.

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Francesco: sia il 2021 un anno di fraterna solidarietà e di pace per tutti

All’inizio di ogni nuovo anno la Chiesa festeggia Maria Santissima Madre di Dio. E’, dunque, sotto il suo sguardo materno, dice il Papa all’Angelus di questo 1.mo gennaio 2021, pronunciato dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, che tutti noi riprendiamo “il cammino lungo i sentieri del tempo, affidando le nostre angosce e i nostri tormenti a Colei che tutto può”. Se guardiamo il presepe, aggiunge Francesco, indicando quello accanto a lui, “vediamo che Gesù non c’è sulla culla, e mi hanno detto che la Madonna ha detto: ‘Ma, me lo fate tenere un po’ in braccio questo figlio mio?’. La Madonna fa così anche con noi, continua il Papa, ci vuole tenere tra le braccia “per custodirci come ha custodito e amato il suo Figlio”.

Oggi si celebra anche la Giornata Mondiale della Pace e Francesco ricorda che il tema è la cura del prossimo e del creato come via alla pace. Osserva che le sofferenze patite dall’umanità nell’anno appena terminato, in particolare la pandemia, sono l’evidenza di quanto sia necessario interessarsi gli uni degli altri.

Potremo costruire la pace, sottolinea Papa Francesco, se l’avremo dentro di noi e con chi ci sta vicino, soprattutto prendendoci cura di chi si trova nel bisogno. E’ una nuova cultura quella che deve crescere per “sconfiggere l’indifferenza, sconfiggere lo scarto e la rivalità, che purtroppo prevalgono”.

Ed è a Maria, Madre del ‘Principe della pace’ che il Papa si rivolge perché ci ottenga da Dio il dono della pace, dono che va chiesto nella preghiera, sostenuto con il dialogo e con azioni che rispettino le esigenze della verità e della giustizia e le legittime aspirazioni dei singoli e dei popoli. Papa Francesco conclude, quindi, con l’auspicio che dovunque regni la pace nei cuori, nelle famiglie, nel lavoro, nelle Nazioni. E’ la pace, ripete il Papa, ciò di cui abbiamo bisogno, oggi che la vita “è sistemata dalle guerre, dalle inimicizie, da tante cose che distruggono… vogliamo pace. E questo è un dono”.

Adriana Masotti
Città del Vaticano
(Da VaticanNews)

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Il Papa, sarà un buon anno se ci prenderemo cura del prossimo

Benedire, nascere e trovare: sono i tre verbi della liturgia, dei quali il Papa, nella prima omelia dell’anno, per la festa della Madre di Dio e in occasione della 54/a Giornata mondiale della Pace, dona ai fedeli l’interpretazione. Benedire, spiega Francesco, non vuole essere una pia esortazione, ma una precisa richiesta.

Ed è importante che anche oggi i sacerdoti benedicano il Popolo di Dio, senza stancarsi; e che pure tutti i fedeli siano portatori di benedizione, benedicano. Il Signore sa che abbiamo bisogno di essere benedetti: la prima cosa che ha fatto dopo la creazione è stata dire bene di ogni cosa e dire molto bene di noi.

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L’arcivescovo Francesco: “Riscopriamo la nostra umanità”

Con viva cordialità rivolgo a tutti l’augurio di un Santo Natale.

Invito ad accogliere nel Vostro cuore il Bambino Gesù per farne della Sua presenza il contenuto, sempre più unico della Vostra vita. Il centro stabile, perenne ed unificante dei Vostri legami, del Vostro pensare e del Vostro agire e del Vostro vivere. 

Vi auguro di camminare sempre in avanti. Di elevare il cuore in alto con entusiamo, con gioia, con fiducia e speranza nel Signore che viene per sostenerci e guidarci nei passi della nostra vita: andare avanti con il cuore in alto e con lo sguardo sempre proiettato nel Signore Gesù, nel mistero del suo amore infinito. Viviamo momenti difficili, la crisi pandemica che limita tanto la nostra umanità. Una crisi che diventa sociale ed economica. Dinanzi a tutto questo reagiamo con la nostra fede e la nostra speranza nel Signore. Accogliamo il Bambino Gesù nella nostra vita ed andiamo avanti insieme riscoprendo la nostra umanità, riscoprendo di essere fratelli, tutti fratelli. Una sola cosa. Con questo pensiero auguro a tutte le famiglie, a tutti i giovani, anziani, a tutti gli uomini e le donne.
Auguro un Santo Natale di pace, di bene e di gioia. Auguri!

† Mons. Francesco Lomanto
Arcivescovo di Siracusa

 

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Concorso Unicef sulla patrona siracusana

Migliaia di lettere dei bambini per Santa Lucia

Il Comitato Italiano per l’Unicef ha indetto il concorso “Lucia : giovane educatrice e luce del mondo“ rivolto alle studentesse e agli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole primarie della provincia di Siracusa, Bergamo e Brescia.
Per partecipare al concorso bastava inviare  un elaborato, sotto forma di lettera,  rivolto alla martire siracusana in cui ciascun  partecipante poteva dialogare con la patrona ricordandone magari la storia.
Prima della celebrazione presieduta dall’arcivescovo Francesco Lomanto per l’ottava,  nella Cattedrale, sono state consegnate simbolicamente  ai piedi del simulacro argenteo di Santa Lucia, da parte dei bambini Chiara Maniscalco, Francesco e Angelo Tamburini circa mille lettere scritte dai bambini di Bergamo, Brescia e Siracusa. L’iniziativa introdotta dall’avv. Pucci Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, alla  presenza del sindaco Francesco Italia, della presidente nazionale dell’Unicef Carmela Pace, del referente Kàiros, Salvatore Sparatore, del sindaco dei ragazzi Leonardo Tiralongo, della presidente provinciale Unicef  Pina Cannizzo, della referente Unicef Scuola di Siracusa, Angelica Romano.
La devozione verso Lucia, santa e patrona di Siracusa, amata anche a Bergamo  – ha spiegato da Carmela Pace – ci ha accomunati  in un momento di grande sofferenza dovuta all’emergenza sanitaria del coronavirus; lo studio della figura di Santa Lucia ha esaltato i valori di solidarietà e amicizia e soprattutto ha coinvolto molti bambini, con la loro genuina partecipazione”.
La figura di Lucia è l’ esempio di una giovane donna che con coraggio e sacrificio ha lottato per le proprie idee, diventando ancora oggi modello da seguire.

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Messaggio di Natale del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale ItalIana

Ricerchiamo nel nostro cuore quello che conta realmente

 

 

 

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza (Is 52,7)

 

 

Quante volte ci è capitato di attendere trepidanti una buona notizia che riguarda noi stessi, i nostri cari, i nostri amici o la comunità in cui viviamo? Sembrano mo- menti interminabili, lunghissimi, talora angosciosi. E questo, soprattutto, quando è in gioco qualcosa d’importante o la vita stessa. Sono istanti in cui scorrono i fotogrammi della storia personale e, guardandoli attentamente, si ridimensionano le velleità, si rimpiange il tempo perduto, si apprezzano le cose genuine anche se piccole, si ringrazia per i doni ricevuti immeritatamente. Proprio l’attesa di una novità radicale e definitiva in una situazione di oppressione e di affanno era la condizione del popolo d’Israele, descritta dal profeta Isaia tanti secoli fa. Ma è anche la condizione di ciascuno di noi, delle nostre comunità, delle nostre famiglie, della nostra società. Una condizione resa ancora più precaria dalla crisi sanitaria e sociale che stiamo attraversando e che ci ha messo di fronte, una volta ancora, alla nostra vulnerabilità di fronte agli eventi. Guardiamo con preoccupazione alla situazione del nostro Paese, dove le immagini dello shopping natalizio si sovrappongono ai volti delle persone che ingrossano le file davanti alle Caritas diocesane e all’elenco sempre più lungo delle vittime del Covid-19.

Tutti insieme siamo in ascolto delle fatiche, delle speranze, dei bisogni materiali – ma anche spirituali – di un popolo che non smette di guardare alla speranza, alla Stella. L’ascolto si fa preghiera e questa spinge all’impegno concreto. Lo abbiamo ricordato nel recente “Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia”: «Ci sembra di intravedere, nonostante le immani difficoltà che ci troviamo ad affrontare, la dimostrazione che stiamo vivendo un tempo di possibile rinascita sociale».

Ed ecco che nel silenzio della notte, prolungata dalla pandemia, sappiamo per fede che sta per fare capolino la voce dell’angelo, che porterà la notizia attesa da sempre: «Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (cf. Lc 2,10-11). La luce del Mistero incarnato squarcia le tenebre. L’attesa diventa inno di lode e ringraziamento. Nella Messa celebrata nella notte del Natale diventa invocazione: «O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra contempliamo i suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo».

Questo l’annuncio, antico e sempre nuovo, che abbiamo cominciato a contemplare in Avvento e che vorremmo consegnare idealmente ancora una volta alla comunità cristiana in questo Natale: il “vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1). Nella grotta di Betlemme, in modo paradossale, risplende tutta la luce gentile del nostro Dio. In ginocchio davanti al Bambino, insieme con Maria e Giuseppe, siamo consapevoli della nostra finitudine e vulnerabilità, percepiamo appieno la nostra debolezza di fronte alla potenza della nascita del Salvatore, che non ha esitato a farsi piccolo tra i piccoli per venire in mezzo a noi. Quel Bambino è la notizia che attendevamo; è lui il Messia che incoraggia i discepoli ad andare per le strade del mondo; è lui la pace che vince le guerre e le paure; è lui la salvezza che viene dall’alto e che ci rende una comunità di risorti.

Ogni Natale è diverso dagli altri e questo, in particolare, sarà probabilmente il più difficile per molti, se non per tutti. Ma un Natale meno scintillante non è un Natale meno autentico: ricerchiamo nel nostro cuore quello che conta realmente, ciò che ci rende uniti a chi amiamo, ciò che è davvero indispensabile. Come Pastori, come sacerdoti, ma prima ancora come membra di uno stesso corpo, siamo accanto alla sofferenza e alla solitudine di ciascuno per prenderne una parte, per sollevare insieme un pezzo di croce e renderla meno pesante.

A tutti i credenti e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà auguriamo di farsi trovare pronti la Notte di Natale, quando la buona notizia del Bambino Gesù busserà alla porta dei nostri cuori. Aprite la porta al Signore che nasce e non abbiate timore di salire, un passo alla volta, tenendo la mano del fratello, sul monte del dolore dell’umanità per annunciare a tutti che il nostro Dio è ancora l’Emmanuele, è il Dio-con-noi.

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Buon Natale.

Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale ItalIana

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