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Diretta streaming sul canale You Tube dell'Arcidiocesi di Caltanissetta

Mons. Francesco Lomanto celebra in Cattedrale a Caltanissetta

L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà mercoledì 3, alle ore 18.00, in Cattedrale una solenne celebrazione eucaristica alla quale parteciperanno tutti i sacerdoti della Diocesi nissena. Concelebrerà il vescovo mons. Mario Russotto, che ha disposto che nelle parrocchie non saranno celebrate altre messe.

Mons. Lomanto avrebbe dovuto essere presente a Caltanissetta nell’anniversario della dedicazione della Cattedrale il 13 novembre, venti giorni dopo l’ordinazione avvenuta al Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa il 4 ottobre dello scorso anno. Ma le limitazioni legate all’emergenza sanitaria non lo hanno reso possibile.

Alla messa di domani, sarà possibile partecipare nel rispetto delle norme anticovid. Sarà possibile seguire la celebrazione in diretta streaming dalla pagina Facebook dell’Arcidiocesi di Siracusa che condividerà la diretta disposta dalla Diocesi di Caltanissetta.

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I vescovi di Sicilia accanto alla Chiesa di Monreale

I Vescovi di Sicilia esprimono a mons. Michele Pennisi, alla Chiesa di Monreale e, particolarmente, alla comunità di Corleone, un sentimento di solidarietà accompagnato da una forte condanna per il gesto vile e violento che li colpisce e addolora. Tre giorni fa un incendio ha bruciato il portone d’ingresso della chiesa Sant’Agostino, a Corleone, alla vigilia della festa liturgica di San Leoluca. In una nota la Conferenza episcopale siciliana ha espresso vicinanza alla Chiesa monrealese e ha condannato il gesto.
“I Vescovi auspicano che l’invito a convertirci e credere al Vangelo sia accolto anche dagli autori di questo riprovevole gesto. Il santo patrono Leoluca accompagni tutti noi nel cammino verso la Pasqua di vita nuova nel Signore Risorto”.

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Sussidio per il tempo di Quaresima dell'Ufficio liturgico della CEI

Cristo, mia speranza, è risorto

Un sussidio per vivere il tempo di Quaresima. L‘Ufficio Liturgico Nazionale della CEI ha prodotto una serie di proposte dedicate alle comunità parrocchiali.

“Il sussidio liturgico-pastorale “Cristo, mia speranza, e risorto” dedicato al Tempo di Quaresima-Pasqua – spiega il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Massimo Di Natale – è stato pubblicato online al seguente link: https://liturgico.chiesacattolica.it/quaresima-pasqua-2021-sussidio-liturgico-pastorale/
Nel sito web sono disponibili un file pdf per la stampa e uno con le tracce audio dei canti consigliati, per favorire, mediante l’ascolto, la preghiera e la meditazione. Il sussidio consta di tre parti con riflessioni sul cammino quaresimale, la presentazione delle Orationes super populum per il tempo di Quaresima (una delle novità della terza edizione del Messale Romano), la riflessione sul canto della sequenza pasquale, «Alla vittima pasquale». Sono presenti, inoltre, alcuni schemi di celebrazioni domestiche per la preghiera della famiglia in casa nelle domeniche di Quaresima, una celebrazione comunitaria nel tempo di Quaresima, «Cristo mia speranza», uno schema di Via Crucis per la comunità, «Non piangete per me…», una celebrazione vigiliare della luce nel tempo di Pasqua, «O Dio, che crei e rinnovi tutte Ie cose».

Questo strumento voluto dal direttore nazionale don Mario Castellano “può senz’altro aiutarci a vivere intensamente questi tempi, consapevoli come scrive il Papa che «Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr. Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno, “pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]” (1Pt 3,15)»”.

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Raccoglimento, preghiera e carità per vivere la Quaresima

Il tempo quaresimale ci offre un forte richiamo a vivere in questa presenza di Dio attraverso il raccoglimento interiore, la preghiera e la carità“.

Lo scrive l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel suo messaggio ai presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, e alla comunità diocesana nell’iniziare il cammino quaresimale che condurrà alla celebrazione della Pasqua del Signore.

La Quaresima è un tempo di rinnovamento spirituale, che ci apre a un incontro nuovo con Dio e ci consente di rigenerare il nostro spirito per prepararci alla Pasqua e rispondere all’esigenza della santità. Dio si dona a noi e noi possiamo accoglierlo nella misura in cui prestiamo attenzione alla sua presenza e ci impegniamo più seriamente a vivere davanti a Lui” scrive l’arcivescovo indicando le tre direttrici.

Il raccoglimento interiore

E’ un tempo di particolare raccoglimento interiore che è l’esercizio fondamentale per rimanere nella Presenza di Dio. La vita del cristiano è Dio solo. La presenza di Dio ci conduce nel deserto e fa il vuoto di tutto per unirci alla sua Santità. La santità non consiste nelle tante opere umane, ma nell’intensità della nostra unione con Dio, nella profondità del nostro essere in Lui, nella presenza reale di Dio compiuta dallo Spirito, che si impone al nostro spirito così da farci sentire meno pressanti le seduzioni di questo, mondo. Il cammino di perfezione cristiana implica la libertà interiore da tutti i poteri delle passioni, per vivere l’adesione a Dio e la nostra apertura all’azione della sua Grazia. La nostra unione con Dio ci consente così di acquistare il dominio di noi stessi che si esprime nella pace, nella gioia e nell’amore, quali doni del Signore Risorto.

La preghiera

La preghiera è un entrare in rapporto con Colui che è totalmente altro e tutto trascende, ma che ci ascolta e dà senso alle nostre domande esistenziali. La preghiera, quindi, ci dà il senso dell’alterità di Dio, ma anche della sua prossimità.
Il cammino di perfezione nella preghiera segna il progresso nella via della santità: quanto più cresce la nostra adesione a Cristo, tanto più raggiungiamo la vetta della santità. La preghiera cristiana possiede una importante gradualità. Da quella interessata, molteplice e utilitaria, con la quale domandiamo tante cose a Dio, ogni cristiano deve giungere all’ascolto e al dialogo con Dio, per arrivare al vertice della preghiera, meno utilitaristica e più spirituale. La perfezione della preghiera è nella pura lode che non ha più bisogno neanche di parole, perché è Dio che parla dentro di noi, e il silenzio diventa lo spazio in cui si scopre che basta stare alla presenza di Dio. Nella vita di preghiera si consuma la profonda unione con Dio e con la Chiesa. Comprendiamo, allora, che essa è veramente il ministero più alto dell’amore che salva.

La carità

Vivere la preghiera come santità di vita significa divenire segno della presenza di Dio, per donare al mondo il suo amore. Cristo è dove ama. Ed Egli ama tutti gli uomini. Ed è presente là dove c’è uno che Egli ama e che accoglie il suo amore. Il cammino di adesione e trasformazione in Colui che ci ha scelto comporta fare spazio a Dio, realizzare l’alta misura della vita cristiana, aprirsi alla dimensione dell’amore di Dio, ossia del tutto («Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente», Mt 22,37), del sempre («Se uno vuoi venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno là sua croce e mi segua», Le 9,23) e del di più («Mi ami più di costoro?», Gv 21,15). Ciò vuol dire realizzare il nostro dono a Dio nel dono ai fratelli, che implica soprattutto il dono della nostra vita, il dono della nostra amicizia, il dono del nostro rapporto di fraternità che ci lega indissolubilmente l’uno all’altro.

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Il rito di imposizione delle ceneri

L’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus continua a richiedere una serie di attenzioni che si riflettono anche in ambito liturgico. In vista dell’inizio della Quaresima, mercoledì 17 febbraio, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha pubblicato una Nota contenente le disposizioni cui dovranno attenersi i celebranti nel rito di imposizione delle Ceneri.

Dopo aver benedetto le ceneri e averle asperse con l’acqua benedetta, il sacerdote – precisa la nota – si rivolge ai presenti recitando “una volta sola per tutti la formula come nel Messale Romano: “Convertitevi e credete al Vangelo», oppure: “Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai”. Quindi, prosegue la nota, “il sacerdote asterge le mani e indossa la mascherina a protezione di naso e bocca, poi impone le ceneri a quanti si avvicinano a lui o, se opportuno, egli stesso si avvicina a quanti stanno in piedi al loro posto”. Il sacerdote, si conclude, “prende le ceneri e le lascia cadere sul capo di ciascuno, senza dire nulla”.

 

Imposizione delle ceneri in tempo di pandemia
Pronunciata la preghiera di benedizione delle ceneri e dopo averle asperse con l’acqua benedetta, senza nulla dire, il sacerdote, rivolto ai presenti, dice una volta sola per tutti la formula come nel Messale Romano: «Convertitevi e credete al Vangelo», oppure: «Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai».
Quindi il sacerdote asterge le mani e indossa la mascherina a protezione di naso e bocca, poi impone le ceneri a quanti si avvicinano a lui o, se opportuno, egli stesso si avvicina a quanti stanno in piedi al loro posto. Il sacerdote prende le ceneri e le lascia cadere sul capo di ciascuno, senza dire nulla.

 

Dalla Sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
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Il Papa ricorda i 21 cristiani uccisi: sangue e coraggio di gente santa

In un videomessaggio Francesco si unisce alla commemorazione del martirio dei 21 cristiani trucidati sei anni fa dal sedicente Stato islamico. “Sono i nostri Santi, Santi di tutti i cristiani”. Il video della loro uccisione venne diffuso il 15 febbraio 2015.

La fila di 21 cristiani, 20 copti ortodossi egiziani e un ghanese, vestiti di tute arancioni, inginocchiati su una spiaggia di Sirte, in Libia. Era stato detto loro che se avessero rinnegato la fede si sarebbero salvati. Non lo fecero. Vennero sgozzati dai terroristi in uniformi nere del sedicente Stato islamico. Quel giorno di febbraio del 2015 è rimasto scolpito anche nel cuore di Papa Francesco che in un videomessaggio ha voluto ricordare la testimonianza di fede di questi “battezzati cristiani con l’acqua e lo Spirito, e quel giorno battezzati anche con il sangue”. Già dal 2015 il patriarca ortodosso Tawadros ha inserito i loro nomi nel “Sinassario”, l’equivalente orientale del martirologio romano, venerandoli come santi. “Sono i nostri Santi”, afferma il Papa, “Santi di tutte le confessioni e tradizioni cristiane. Sono coloro che hanno imbiancato la loro vita nel sangue dell’Agnello”. Sono del popolo fedele di Dio.

Dalla fede semplice il dono più grande

Cuore del videomessaggio è proprio la loro fede e la testimonianza di Gesù che hanno offerto. Erano uomini normali, nota il Papa, andati a lavorare all’estero per sostenere le loro famiglie, per portare a casa il pane “con la dignità del lavoro”. Padri di famiglia, con il desiderio di avere dei figli.

E questi uomini hanno dato testimonianza di Gesù Cristo. Sgozzati dalla brutalità dell’Isis, morivano dicendo: “Signore Gesù!”, confessando il nome di Gesù. E’ vero che c’è una tragedia, che questa gente ha lasciato la vita sulla spiaggia; ma è vero anche che la spiaggia è stata benedetta dal loro sangue. Ma ancora di più è vero che dalla loro semplicità, dalla loro fede semplice ma coerente hanno ricevuto il dono più grande che possa ricevere un cristiano: la testimonianza di Gesù Cristo fino a dare la vita.

La forte testimonianza di fede dei 21 copti ortodossi a cinque anni dal martirio

Ringrazio voi, ventuno Santi, Santi cristiani di tutte le confessioni, per la vostra testimonianza. E ringrazio Te, Signore Gesù Cristo, per essere così vicino al tuo popolo, per non dimenticarlo.

Debora Donnini
Città del Vaticano
(Da VaticanNews)

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Giornata Internazionale della Fratellanza Umana

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 4 febbraio Giornata Internazionale della Fratellanza Umana.

Papa Francesco celebrerà la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana giovedì 4 febbraio in un evento virtuale organizzato dallo Sheikh Mohammed Bin Zayed ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, con la partecipazione del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb; il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, Sheikh Mohammed Bin Zayed e altre personalità. Nella medesima occasione verrà assegnato il Zayed Award for Human Fraternity che si ispira al Documento per la Fratellanza umana. L’incontro e la cerimonia di premiazione verranno trasmessi in diverse lingue dalle ore 14.30 da Vatican News, il portale di informazione multimediale della Santa Sede.

“Questa celebrazione risponde al chiaro invito rivolto da Papa Francesco a tutta l’umanità ad costruire un presente di pace nell’incontro con l’altro”, ha sottolineato il Cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. “Nell’ottobre 2020, tale invito divenne ancora più ineludibile con l’Enciclica Fratelli tutti; tali incontri sono un modo per realizzare una amicizia sociale autentica, come ci ha chiesto il Santo Padre”, ha aggiunto.

La data non è una coincidenza. Il 4 febbraio 2019, nel corso del Viaggio Apostolico del Santo Padre negli Emirati Arabi Uniti, il Papa e il Grande Imam di Al-Azhar (Il Cairo), Ahmad Al- Tayyeb, firmarono il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune. Sua Santità e il Grande Imam hanno dedicato quasi un anno e mezzo alla stesura di questo Documento finché non ne hanno dato annuncio insieme durante una visita di così storica portata.

Il 21 dicembre scorso, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, all’unanimità ha dichiarato il 4 febbraio Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. “In questa fase decisiva della storia dell’umanità, ci troviamo ad un bivio: da una parte, la fratellanza universale nella quale l’umanità gioisce, e dall’altra parte, una estrema povertà che aumenterà le sofferenze e le privazioni dei popoli”, ha sottolineato il Giudice Mohamed Mahmoud Abdel Salam, segretario Generale dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, nel presentare l’Enciclica “Fratelli tutti”, il 4 ottobre 2020.

Guardando al 2022, possiamo prevedere interessanti iniziative per celebrare la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. Far conoscere i contenuti della Fratelli tutti e della Giornata ai presbiteri, ai diaconi, alle equipe pastorali e ai fedeli laici; instaurare un proficuo scambio con i media cattolici e le altre testate giornalistiche; partecipare al dialogo ecumenico e interreligioso; interagire con le Istituzioni civili e con le personalità politiche – tutto questo diverrà un modo di mostrare a tutti la comunione intra-ecclesiale e la grazia sacramentale che ci lega gli uni agli altri e che insieme ci rende un solo corpo cum Petro e sub Petro, mentre celebriamo quella “fraternità e amicizia sociale” a cui ci chiamano l’Enciclica e la Giornata Internazionale della Fratellanza umana” scrive il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, M.C.C.J., presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

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Lʼincontro personale è essenziale per vivere e per raccontare la vera vita

“Il servizio del giornalista impone generosità e abnegazione, correttezza umana ed intellettuale, coraggio e amore alla verità, anche contro i propri interessi personali”. Nella festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, l’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto presiede la celebrazione eucaristica nel Santuario della Madonna delle Lacrime. Si rivolge ai giornalisti, ai quali ha voluto inviare anche un messaggio di auguri come delegato per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Siciliana. «Il “vieni e vedi” è il metodo più semplice per conoscere una realtà. È la verifica più onesta di ogni annuncio, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga» ha detto l’arcivescovo citando le parole di Papa Francesco nel messaggio divulgato ieri per la 55ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali dal titolo: «Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono”.
“Lʼincontro personale è essenziale per vivere e per raccontare la vera vita – ha detto l’arcivescovo -. La comunicazione scaturisce da «una conoscenza diretta, nata dall’esperienza, non per sentito dire». La comunicazione «non cerca di convincere con ragionamenti», ma è un invito a venire e a vedere, lascia liberi e apre allʼesperienza diretta, personale. La parola è sempre profetica, annuncia un evento, che per compiersi nella vita esige lʼandare e il vedere”.
L’arcivescovo ha ribadito l’importanza dell’uso delle parole: “Il potere insito nelle parole può fare la differenza: da come si utilizzano le  parole si costruisce o si distrugge il bene comune. Viceversa, anche il silenzio può avere una forza distruttiva.  Oggi si impone una responsabilità maggiore nella divulgazione delle notizie che richiedono la compresenza di tre elementi: la Verità, la Giustizia e la Carità. Nessuna di queste tre componenti deve mancare se la notizia vuole essere classificata come buona. Le notizie false, superficiali e grossolane possono equivalere a una condanna senza diritto di replica”. E richiamando San Francesco di Sales “che cercò sempre la via del dialogo e della crescita”, il pastore della Chiesa siracusana ha chiesto l’intercessione della Madonna delle Lacrime “che ha comunicato la pura verità dellʼamore di Dio con il linguaggio del suo pianto – sostenga il loro servizio sociale di comunicazione della verità, che vita e speranza degli uomini”.
Ha concelebrato il rettore del Santuario, don Aurelio Russo, consulente  ecclesiastico dell’Ucsi Siracusa. Al termine della messa i giornalisti, tra cui Salvatore Di Salvo della giunta nazionale Ucsi; Santo Gallo, componente dell’Ordine dei giornalisti, e Prospero Dente, segretario provinciale Assostampa, hanno rinnovato l’atto di affidamento alla Madonna delle Lacrime. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio per la Pastorale delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi,dall’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) Sicilia, da Assostampa e dal settimanale Cammino.
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Il Papa: raccontare la vita vera, no all’informazione fotocopia

La chiamata a “venire e vedere” è anche “il metodo di ogni autentica comunicazione umana”. È questo il cuore del Messaggio di Papa Francesco per la 55.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema “«Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono”, reso noto oggi, alla viglia della memoria di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. La Giornata cade a maggio 2021 ed è stata celebrata per la prima volta nel 1967. 

Il Messaggio per la Giornata contiene dunque quell’invito che Filippo rivolge a Natanaele – “Vieni e vedi” come narra il brano del Vangelo di Giovanni che ispira il tema – che non consiste nell’offrire ragionamenti ma “una conoscenza diretta”. “Da più di duemila anni – sottolinea il Papa – è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana”. D’altronde “nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona”. Per ogni “espressione comunicativa” che voglia essere onesta, il Papa suggerisce dunque l’invito a “venire e vedere” alla galassia comunicativa di oggi, dai giornali al web, ma anche nella “predicazione ordinaria della Chiesa” come nella “comunicazione politica o sociale”. Forte, quindi, l’attenzione sui rischi di finire in una comunicazione preconfezionata e sempre uguale, “senza uscire mai uscire per strada” per incontrare le persone e verificare. E, in particolare, nel contesto della pandemia il Papa esorta a raccontare anche le vicende delle popolazioni più povere.

Entrando nella viva attualità, il Papa mette in guardia dal rischio di un appiattimento in “giornali fotocopia” o “in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali”, dove le inchieste perdono spazio a vantaggio di “una informazione preconfezionata, ‘di palazzo’”. Un’informazione che, ricorda, “sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società”. Per Francesco, dunque, “la crisi dell’editoria rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer”, “senza più ‘consumare le suole delle scarpe’”.

“Se non ci apriamo all’incontro – prosegue il Papa – rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi”. Tuttavia, evidenzia, ogni strumento è utile solo se mette in circolazione conoscenze che altrimenti non circolerebbero. In particolare si sofferma sulle opportunità e le insidie del web. La rete con i social può moltiplicare la capacità e la velocità di condivisione delle notizie, in un flusso continuo di immagini e testimonianze – ad esempio per le emergenze nelle prime comunicazioni di servizio alle popolazioni – ed essere quindi “uno strumento formidabile”. “Tutti – afferma Francesco – possiamo diventare testimoni di eventi che altrimenti sarebbero trascurati dai media tradizionali” e far “emergere più storie, anche positive”. Esiste, nota, il rischio di una comunicazione social “priva di verifiche”: non solo le notizie ma anche le immagini sono facilmente manipolabili, a volte “anche solo per banale narcisismo”. “Tale consapevolezza critica – asserisce il Papa – spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento”, con responsabilità dei contenuti diffusi e del “controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole” così come, ribadisce, “tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere”.

Nel testo ritorna il riferimento alla buona novella del Vangelo che riaccade oggi “ogni qual volta – dice – riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù”. Si tratta di persone che hanno accettato lo stesso invito “Vieni e vedi” e “sono rimaste colpite da un ‘di più’ di umanità” che traspariva in chi testimoniava Gesù. “Quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso – immagina il Papa – si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare”, e anche quando non poteva essere incontrato di persona, “il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava”. Da qui la sfida che ci attende, “quella – osserva Francesco – di comunicare incontrando le persone dove e come sono”, come ricorda il tema stesso del Messaggio. In modo poi inedito rispetto ai suoi precedenti testi per questa Giornata, il Papa conclude con una preghiera in cui si chiede al Signore di insegnarci “andare là dove nessuno vuole andare, a prenderci il tempo per capire”, “a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità”. Con “la grazia di riconoscere – conclude – le tue dimore nel mondo e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto”.

Debora Donnini
Città del Vaticano
(Da Vaticanews)

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Messaggio dell'arcivescovo Lomanto in occasione della Festa di San Francesco di Sales

Il servizio del giornalista impone coraggio e amore alla verità anche contro i propri interessi

Il servizio del Giornalista impone generosità e abnegazione, correttezza umana ed intellettuale, coraggio e amore alla verità, anche contro i propri interessi personali“. E’ uno dei passaggi del messaggio di auguri che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha voluto inviare a tutti i giornalisti che domani celebrano la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Mons. Lomanto, che è delegato per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Siciliana, presiederà domani alle ore 12.00 una celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio per la Pastorale delle Comunicazioni Sociali della Diocesi e dall’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) Sicilia.

La Festa di San Francesco di Sales, scelto quale patrono dei Giornalisti per la sua genialità nel comunicare, è motivo di “incoraggiamento” per quanti sono impegnati nella comunicazione sociale – scrive l’arcivescovo -. Il potere insito nelle parole può fare la differenza: da come si utilizzano le parole si costruisce o si distrugge il bene comune. Viceversa, anche il silenzio può avere una forza distruttiva. Scrive Fernando Pascual: «La stampa può esaltare o può denigrare. Può difendere o può attaccare. Può salvare o affondare. Ma ha una dimensione peculiare che non sempre ricordiamo: può tacere, nascondere, nascondere». 

Il servizio del Giornalista impone generosità e abnegazione, correttezza umana ed intellettuale, coraggio e amore alla verità, anche contro i propri interessi personali.

Papa Francesco, maestro della comunicazione, raccomanda: «Anche quando raccontiamo il male possiamo imparare a lasciare lo spazio alla redenzione, possiamo riconoscere in mezzo al male anche il dinamismo del bene e dargli spazio». “I telai della comunicazione” siano intessuti per cucire insieme i fatti in modo rispettoso della dignità della persona umana. Oggi – poiché la comunicazione è immediata, con la possibilità di arrivare in tutte le case, raggiungendo anche confini planetari – si impone una responsabilità maggiore nella divulgazione delle notizie che richiedono la compresenza di tre elementi: la Verità, la Giustizia e la Carità. Nessuna di queste tre componenti deve mancare se la notizia vuole essere classificata come buona. Le notizie false, superficiali e grossolane possono equivalere a una condanna senza diritto di replica. San Francesco di Sales – che non cedette mai alla tentazione della polemica e della contrapposizione, ma cercò sempre la via del dialogo e della crescita – insegni a tutti a fare buon uso delle parole, affinché diventiamo costruttori e non distruttori del bene comune. Il Santo patrono della comunicazione sociale sia l’ispiratore del bene nella professione di tutti i Giornalisti. La Madonna delle Lacrime – che ha comunicato la pura verità dellʼamore di Dio con il linguaggio del suo pianto – sostenga il loro servizio e protegga tutte le loro famiglie“.

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