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Raccolta di fondi per sostenere la popolazione ucraina

Una raccolta fondi domenica 6 marzo per “dare un segno concreto di solidarietà e comunione verso i nostri fratelli e sorelle ucraini che stanno vivendo il dramma della guerra“. E’ l’invito che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto alla comunità diocesana.

L’Iban per il versamento delle offerte raccolte in occasione dell’emergenza Ucraina è:
Arcidiocesi di Siracusa – Caritas
IT 96 N 03069 09606 100000017300                                                                 specificando nella causale “Emergenza Ucraina”

In un clima di grande instabilità e di continui cambiamenti non è consigliabile acquisire, donare ed inviare generi materiali – scrive mons. Lomanto – poiché si rischierebbe di disperdere risorse preziose e non necessarie in questo specifico frangente. Risulta invece determinante avviare una campagna di raccolta fondi per sostenere azioni rappresentate come le più necessarie in questo momento da parte della Caritas Ucraina: predisposizione di alloggi e spazi protetti; forniture di materiale igienico; fornitura di cibo e acqua; organizzazione in sicurezza dei trasporti e servizio di sostegno psico sociale per i bambini e le famiglie in condizioni di vulnerabilità“.

La Presidenza della CEI rinnova l’appello già espresso: si depongano subito le armi e si promuova ogni azione a favore della pace.
La Presidenza invita a sostenere la raccolta fondi, avviata da Caritas Italiana, per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni vittime del conflitto, chiamando anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese. In questa fase è importante non disperdere le azioni ma seguire le indicazioni che Caritas Italiana fornirà in base all’evoluzione della situazione.
Caritas Italiana è in costante collegamento con le Caritas in Ucraina, in coordinamento con Caritas Europa e Caritas Internationalis e resta accanto alla popolazione, confermandosi una presenza instancabile nell’emergenza, con una costante attenzione alle persone. Inoltre, a fianco e a supporto delle Caritas dei Paesi confinanti, si adopera per l’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra. Si stima che nei prossimi giorni tra uno e cinque milioni di ucraini potrebbero cercare rifugio in Europa: l’intera rete delle Caritas diocesane su tutto il territorio nazionale sostiene le azioni necessarie per rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione in sofferenza o in fuga e a contribuire all’accoglienza di quanti arriveranno in Italia.

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Il messaggio dell'arcivescovo Francesco Lomanto alla Diocesi

Ascoltare, vedere, tacere per il tempo di Quaresima

Ascoltare, vedere, tacere. Sono i tre verbi che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha voluto consegnare nella lettera per il tempo di Quaresima indirizzato alla Diocesi. Un invito a percorrere insieme il cammino quaresimale, “sostenendoci nell’adesione e nella partecipazione al mistero pasquale, che ci consente di rinnovare realmente la nostra vita“. Un modo per prepararsi “con spirito nuovo” alla Pasqua. I tre verbi si ritrovano nella narrazione lucana della trasfigurazione di Gesù: ascoltare, vedere e tacere (cf. Lc 9,28-36).

Ascoltare

“La vita cristiana suppone una vocazione divina: Dio chiama gli uomini alla comunione con Lui e la sua Parola rimane. È la Parola di Dio che crea e chiama. E, fintanto che non la accogliamo fino in fondo, la nostra vita non si realizza in pienezza. L’ascolto, dunque, si impone a noi come legge della nostra vita. La nostra vocazione, più che sotto il segno del vedere, è posta sotto il segno dell’ascoltare. Come già presso il popolo ebraico (Dt 6,4), anche per noi cristiani la fede — che dipende precisamente dall’ascoltare: «Fides ex auditu» («la fede viene dall’ascolto» Rm 10,17) — richiede l’accoglienza e l’ascolto della Parola di Dio. A questo ci richiama anche il Vangelo della trasfigurazione: se gli Apostoli vedono Gesù nella gloria e lo confessano come il Cristo, lo riconoscono solo per ascoltarlo. Proprio mentre Gesù è trasfigurato dinanzi ai loro sguardi, la voce del Padre conferma: «Questi è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo» (Lc 9,36). L’ascolto, in questo senso, non è semplice esercizio dell’udito, ma è obbedienza alla Parola, sequela del Signore. Alla base di tutto deve rimanere l’ascolto che è la nostra vocazione divina. Anche il costante invito a percorrere il cammino sinodale implica necessariamente una continua conversione all’ascolto, un sincero «atteggiamento di apertura nei confronti della voce di Dio, che ci raggiunge attraverso la Scrittura, i fratelli e gli eventi della vita» (CEI, Il messaggio per la Quaresima, 2022).

Vedere
Il verbo vedere appartiene alla natura stessa della vita cristiana. Noi non siamo soltanto di questo mondo: siamo nel mondo, ma non siamo del mondo, perché apparteniamo al Regno di Dio (cf. Lettera a Diogneto). Mediante il battesimo, infatti, siamo entrati nel mistero divino. Nell’evento della trasfigurazione si aprirono gli occhi dei discepoli — prima velati — e videro Gesù, Verbo del Padre, splendore infinito della sua gloria. Anche noi, ora, viviamo in un mondo passibile in cui — pur essendo già in Dio — se i nostri sensi spirituali rimangono ottusi, rischiamo di non prendere coscienza della grandezza della nostra condizione di figli di Dio. Vedendo là gloria di Gesù, in Lui ci riscopriamo figli di Dio. Siamo figli di Dio, ma viviamo in questo mondo. E vivere in questo mondo può in gran parte velare la dimensione vera della nostra vita. Col battesimo siamo entrati nel mondo di Dio, che vediamo e non vediamo (cf. 1Cor 13,12). E, invece, siamo chiamati a vedere, perché la dimensione propria della nostra vita cristiana si caratterizza dall’ascendere al monte per vedere nella fede lo splendore della gloria di Gesù che — oltre la passione e la croce, al di là del tempo e dello spazio — ci raggiunge e ci coinvolge nel mistero di Dio. L’ascolto porta alla visione e la parola è fonte di vita e di carità. Chi ascolta vede il volto del Padre nel Figlio, il quale illumina anche il volto di chi ascolta.

Tacere
L’evangelista Luca annota: «Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto» (Lc 28,36). Alla fine, la voce si spegne, non si vede la gloria di Gesù, il quale resta solo e i discepoli tacciono. Il silenzio dei discepoli non è mutismo, né distacco, ma diventa un grande atto di fiducia in Gesù che — pur non comprendendolo del tutto — avevano contemplato nella gloria del Padre e che dovevano accompagnare fino a Gerusalemme, dove «sarà consegnato nelle mani degli uomini» (Lc 28,44). Il loro silenzio diventerà preghiera e affidamento a Gesù, che consentirà loro di entrare sempre più nella luce del mondo divino e avere una esperienza sempre più grande e più vera di Dio. Il senso del cammino quaresimale è quello di stare sempre accanto a Gesù, affinché la nostra vita diventi sacramento vivo del Cristo, che vuole poter abitare nel nostro cuore. Col dono del suo Spirito, Cristo abita nei cuori dei discepoli ed essi lo conoscono di una conoscenza che è comunione con Lui, perché — come dice Pietro — «la stella del mattino è sorta nei loro cuori» (2Pt 1,19), illumina il loro intimo, li colma di pace anche nei momenti difficili e oscuri.

Scendiamo, dunque, dal monte e viviamo il nostro esodo verso la Pasqua. Affrontiamo i pericoli della pandemia e del post pandemia, rigettando ogni forma di individualismo e di egoismo, promuovendo piuttosto il senso dell’unità, dell’aiuto reciproco, dello stare insieme, del camminare insieme, del progredire insieme, perché non ci si salva da soli, ma insieme in Cristo Gesù. Prima di chiudere questa lettera, mi unisco all’appello accorato del Papa, affinché all’insensatezza diabolica della violenza rispondiamo con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno, che il prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, offriremo al Signore per la Pace, contro ogni forma di guerra che umilia e mortifica la persona e l’umana convivenza (cf. Francesco, Appello, 23.02.2022). Impariamo a coltivare il dono della pace, promuovendo il bene comune. Costruiamo con coraggio creativo la civiltà dell’amore. Percorriamo insieme il cammino della pace per uno sviluppo integrale della vita reale delle persone, delle famiglie e della società e per un dialogo costruttivo tra le nazioni, nonostante «l’assordante rumore di guerre e di conflitti» (Francesco, Messaggio per la L V Giornata Mondiale della Pace, 01.01.2022). Viviamo la Pace vera, intima e pura che è Gesù, cresciamo nell’amore che ci unisce per la pietà di un cuore solo e portiamo nel mondo la vera gioia della Pasqua. Sia con voi il Signore sempre, affinché possiate vivere da risorti ed essere per tutti un dono ineffabile di carità. Vi auguro un buon cammino quaresimale, vi assicuro la mia preghiera e vi benedico tutti nel Signore.

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Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza

Le parole di papa Francesco, quelle di San Giovanni Paolo II, letture dal Vangelo, l’esposizione eucaristica, la preghiera. Migliaia di persone hanno preso parte ieri sera alla veglia per la pace nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Un momento promosso dall’Arcidiocesi di Siracusa per ripudiare la guerra, chiedere che vengano deposte le armi, superare le barriere per il bene dell’umanità. Partendo proprio da quanto detto dal Santo Padre all’Angelus di domenica scorsa: “Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza”.
E per far risplendere quella luce portata da Gesù, sono stati accesi i lumini dal cero pasquale per far risplendere la luce della pace.
Il primo dono del Risorto ai discepoli è la pace – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha presieduto la veglia -. Tre volte nel Vangelo è ripetuto il saluto del Risorto ai discepoli. Non esprime lʼaspetto negativo del perdono che suppone il ricordo del peccato, ma la pace che è il possesso del bene, che è la salvezza. Proprio in conseguenza di questa pace essi non provano sgomento o paura, non dubitano, ma, nella presenza amata del Risorto, vivono la gioia pura, piena, perfetta”. Mons. Lomanto ha spiegato come “la prima pace che siamo chiamati a vivere è la pace prima di tutto di noi stessi con Dio, pace che nasce dall’unione con Lui per cui non possiamo vivere più altra vita che la sua. Questa è la prima pace: l’unione più intima con Dio. Nell’unità col Cristo noi dobbiamo vivere anche un’altra pace con tutti gli uomini”.
Contenuto essenziale dell’annunzio cristiano è la ricerca della pace: “una prova della testimonianza di carità, un aspetto essenziale del dialogo della Chiesa con gli uomini del nostro tempo. Nel Novecento Benedetto XV, durante la prima guerra mondiale, condannò più volte la guerra in quanto tale definendola «il suicidio dell’Europa civile» (4 marzo 1916), «la più fosca tragedia della follia umana» (4 dicembre 1916) e infine «inutile strage» (Nota, 1 agosto 1917). Il successore Pio XI, mentre lʼEuropa si preparava al secondo conflitto mondiale, dichiarò tutta la sua avversione alla guerra, invocando Dio, con le parole di un salmo, a disperdere coloro che vogliono la guerra. Pio XII, poi, nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale, lanciò lʼappello: «Tutto è perduto con la guerra, niente è perduto con la pace». Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in terris affermò la sua ferma convinzione che la pace non è impossibile. Paolo VI insistette molto nel suo magistero sulla pace come condizione di ogni possibilità di sviluppo integrale dellʼuomo. Istituì l’uso del messaggio papale per la pace all’ inizio di ogni anno. E, infine, Giovanni Paolo II ha parlato della guerra come di «Avventura senza ritorno» (1989); una «Sconfitta dell’umanità». Papa Francesco: «Chi ama la pace, come recita la Costituzione italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (art. 11); «Tacciano le armi: Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza».
In occasione della 55esima Giornata Mondiale della Pace, papa Francesco ha affermato: «In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati».
E prima della supplica alla Madonna delle lacrime, ancora le parole di papa Francesco: “A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla violenza, al conflitto e alla guerra, con la forza del dialogo, della riconciliazione e dell’amore. Aiutaci Maria a superare questo difficile momento e ad impegnarci a costruire ogni giorno ed in ogni ambiente un’autentica cultura dell’incontro e della pace”.
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Il momento di preghiera sarà presieduto dall'arcivescovo Lomanto

Uniti nella pace, veglia al Santuario

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv 14,27).
Una veglia di preghiera per la pace avrà luogo lunedì prossimo, 28 febbraio, alle ore 20.00, nel Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. La veglia sarà presieduta dall’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto. L’iniziativa “Uniti nella pace” è stata promossa dalla Diocesi di Siracusa in seguito al conflitto bellico che sta avvenendo in Ucraina.
Di fronte alla gravità delle ore che il mondo vive, i cattolici di Siracusa condividono con tutti i credenti la certezza che la preghiera alimenta la speranza che deve sempre sorreggere l’impegno di essere costruttori di pace. Come cittadini ci impegniamo a costruire relazioni di reciproco rispetto e come cittadini cristiani offriamo la nostra preghiera per la pace nel mondo, consapevoli che la logica evangelica contrasta con la logica della geopolitica. Sarà possibile partecipare al momento di preghiera anche in collegamento streaming dal sito
www.madonnadellelacrime.it.
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Quaresima, tempo di pienezza e di spiritualità

La Quaresima di quest’anno porta con sé tante speranze insieme con le sofferenze, legate ancora alla pandemia che l’intera umanità sta sperimentando ormai da oltre due anni. Per noi cristiani questi quaranta giorni, però, non sono tanto l’occasione per rilevare i problemi quanto piuttosto per prepararci a vivere il mistero pasquale di Gesù, morto e risorto. Sono giorni in cui possiamo convertirci ad un modo di stare nel mondo da persone già risorte con Cristo (cfr. Col 3,1). La Chiesa come comunità e il singolo credente hanno la possibilità di rendere questo tempo un “tempo pieno” (cfr. Gal 4,4), cioè pronto all’incontro personale con Gesù“. Così la Conferenza Episcopale Italiana nel messaggio per la Quaresima 2022 Quando venne la pienezza del tempo (Gal 4,4).
Il Messaggio è un invito a una triplice conversione, urgente e importante in questa fase della storia, in particolare per le Chiese che si trovano in Italia: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità.  “Per il cristiano questo non è semplicemente il tempo segnato dalle restrizioni dovute alla pandemia: è invece un tempo dello Spirito, un tempo di pienezza, perché contiene opportunità di amore creativo che in nessun’altra epoca storica si erano ancora presentate“.

 

 

In allegato il messaggio integrale

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Si celebra la Giornata per la Vita in Cattedrale

Domenica prossima, 6 febbraio, sarà celebrata 44ª Giornata nazionale per la vita con il titolo: “Custodire ogni vita“.
“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15). “Al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza, la pandemia ha messo in luce numerose fragilità a livello personale, comunitario e sociale. Non si è trattato quasi mai di fenomeni nuovi; ne emerge però con rinnovata consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita”. Sono le parole dei nostri vescovi del Consiglio Episcopale Permanente della CEI che in maniera chiara aiutano a leggere il tempo che stiamo vivendo, in cui solitudini, fragilità e povertà sembrano essere sempre più diffuse, “ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme” (Papa Francesco, Omelia, 20 ottobre 2020). “Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione”.

L’Ufficio della Pastorale per la Famiglia dell’Arcidiocesi propone due testimonianze significative, una affidata alla dott.ssa Antonella Franco, direttrice del reparto Malattie Infettive dell’ospedale “Umberto I” di Siracusa, “impegnata a curare i tanti pazienti contagiati da covid 19, con professionalità, senso del dovere e testimonianza di fede; essendo stata lei stessa, nei tempi più difficili, contagiata – spiegano i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro . Fu tra le prime a vaccinarsi e a promuovere il vaccino senza il quale, come ha riferito, avrebbe subìto conseguenze più gravi. L’altra testimonianza è affidata a fra Gaetano La Speme e alla prof.ssa Lucia Corso, entrambi membri del direttivo del nuovo Consultorio Familiare della nostra Arcidiocesi, una nuova speranza per le tante famiglie che necessitano di essere supportate: “A partire dalla persona umana, (il Consultorio Familiare) si propone la promozione e la salvaguardia dei valori della vita, dell’amore e della sessualità, del matrimonio, della coppia e della famiglia””.

Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto. “Senza la Santa Messa a nulla vale celebrare questa Giornata! Per noi credenti celebrare la Vita significa celebrare e testimoniare con coraggio Gesù Risorto, Via, Verità e Vita. In Cristo l’umanità è rigenerata, rinfrancata, rivitalizzata, ricreata. In questi tempi capita più spesso di sentirsi soli o scoraggiati. Lo sguardo al Crocifisso ci ricorda che nessuno rimane mai solo, perché incontra sempre uno sguardo d’amore che accoglie, consola, custodisce. L’Eucaristia, è fonte di vita da cui scaturisce la capacità di amare e donare, a nostra volta, la vita. Lasciamoci custodire dal Risorto, per essere testimoni della gioia, custodi dei fratelli e del creato” concludono i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro.

L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sul canale You Tube e sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi di Siracusa. E sul canale Instagram e sul canale You Tube di Radio Una Voce Vicina.
Inoltre sarà trasmesso in diretta sulle emittenti televisive Teleuno Tris (canale 172), Video 66 (canale 286) e Medical Excellence (canale 86).

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Il vescovo delegato per l'ecumenismo alla festa per San Paolo

Mons. Domenico Mogavero a Solarino

“In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” (Matteo 2, 2). E’ il tema scelto quest’anno per per celebrare in tutta la Chiesa la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.

In questa Settimana, la Chiesa di Cristo invita i suoi figli a pregare per la così tanto desiderata, ma così lacerata nei secoli, unità visibile della Chiesa. Rivolge questo invito sempre inalterato nei momenti felici, nei momenti di guerra, di carestie, di malattie. Non lo rivolge riferendosi all’uomo, stressato da tante preoccupazioni e dalle tentazioni tramite le quali la nostra epoca cerca di distrarlo, rendendolo indifferente verso le questioni di fede, ma lo rivolge, perlopiù, alle conseguenze che queste distrazioni e tentazioni, in generale, portano, come la paura, l’angoscia, la mancanza di fiducia verso il prossimo, che potenzialmente rischia di diventare la causa della nostra sofferenza. L’umanità di oggi si richiude in se stessa, cerca di recidere i rapporti con il prossimo e vivere non soltanto in una separatezza fisica, ma in un isolamento spirituale, che fa crescere a dismisura la sua solitudine e la sua sofferenza psicofisica“. scrive Mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo e Presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana.

Martedì 25, nell’ambito dei festeggiamenti per la Festa della conversione di San Paolo Apostolo a Solarino, solenne celebrazione alle ore 19.00 presieduta da Mons. Domenico Mogavero, vescovo delegato dell’Ufficio regionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale Siciliana. 

A questo link il materiale:

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2022

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Al via i festeggiamenti in onore di San Sebastiano

Con l’apertura della nicchia che custodisce il simulacro hanno preso il via ieri i festeggiamenti in onore di San Sebastiano, compatrono di Siracusa.
L’emergenza sanitaria in corso inevitabilmente caratterizzerà anche i festeggiamenti organizzati dal Comitato di San Sebastiano. Giovedì 20, solennità liturgica di San Sebastiano, alle ore 10.30 nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto. Parteciperà il Corpo della Polizia municipale. Alle ore 18.00 messa celebrata dal parroco della Cattedrale mons. Salvatore Marino con la partecipazione di tutte le Confraternite della città di Siracusa. Alle ore 19.30 proiezione del video San Sebastiano e la rinascita di Siracusa. Durante la giornata sarà distribuito il “pane di San Sebastiano”. Sabato 22 alle ore 19.30 lettura teatralizzata: la santità nel tempo, da Sebastiano a Chiara (nel 90esimo anniversario della morte di suor Chiara). Domenica 23, alle ore 11.30 la messa sarà celebrata dal vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Sebastiano Amenta, con la partecipazione dei cavalieri dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Alle ore 19.00 messa celebrata da don Gianluca Belfiore, direttore dell’Ufficio diocesano beni culturali ed edilizia di culto. Alle ore 20.30 chiusura della nicchia che custodisce il simulacro di San Sebastiano. 

https://www.facebook.com/arcidiocesidisiracusa/videos/353900066180360

 

A Melilli, dall’11 al 19 gennaio, ogni sera alle ore 18.00 solenne novena in preparazione della festa. Giovedì 20, alle ore 5.30, canto dell’Ufficio delle letture, del Te Deum e tradizionale Svelata. Alle ore 18.30 solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto e concelebrata dai sacerdoti melillesi. Durante la celebrazione il sindaco offrirà un cero al santo patrono a nome di tutta la cittadinanza.
Domenica 23 alle ore 12.00 messa e atto di affidamento a San Sebastiano dei bambini battezzati nel 2021. Giovedì 27, chiusura dell’Ottavario: alle ore 18.30 messa presieduta dal parroco don Giuseppe Blandino ed alle ore 20.00 preghiera e canto dell’inno a San Sebastiano “cunsarbata”.
San Sebastiano non ha avuto paura: ha dato la sua vita per testimoniare la sua fede in Cristo.  Ha realizzato con il suo martirio e la sua santità il progetto che il Padre aveva su di lui – ha scritto don Giuseppe Blandino – . E’ divenuto fecondo, pensiamo a quanti devoti sparsi per il mondo ricorrono alla sua intercessione. Impegniamoci allora in questo cammino di santità, non abbiamo paura. Compromettiamoci negli ambienti in cui viviamo per seminare e far germogliare la santità. Chiediamo ancora una volta al nostro amato patrono, attraverso la sua intercessione, che dia sollievo ai malati, sostegno a tutti coloro i quali stanno attraversando un momento di difficoltà. San Sebastiano invocato nella storia contro la peste tanto da essere definito “depulsor pestis” possa intercedere presso il Signore per far terminare questa pandemia che ancora è presente in mezzo a noi“.

 

A Palazzolo Acreide i festeggiamenti inizieranno mercoledì 19, alle ore 17.30, con l’apertura della chiesa al culto e alla venerazione delle reliquie e del seicentesco simulacro di San Sebastiano. Alle ore 18.30 la messa sarà celebrata dal vicario generale mons. Sebastiano Amenta.

San Sebastiano ci testimonia la sua adesione fiduciosa e totale a Cristo che ci ha reso figli di Dio donandoci uno spirito che ci da forza e amore. Nonostante le vicissitudini della storia e le circostanze mutevoli, il Risorto continua a risplendere come un faro che guida tutti verso la sua luce perfetta e che vince le tenebre del male dando speranza al nostro futuro” afferma il parroco don Salvatore Randazzo.
Mercoledì 26 alle ore 18.30 la messa sarà celebrata dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto.

 

 

 

 

 

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Si è conclusa la sessione invernale della CESi

Un osservatorio per conoscere le confessioni cristiane

Una piattaforma telematica per una mappatura di tutte le confessioni cristiane e non cristiane presenti in Italia. Ogni diocesi dovrà nominare un referente per realizzarla nel proprio territorio. Lo scopo è quello di dar vita ad un Osservatorio nazionale che aiuti a “conoscere l’altro”, fornire dati precisi, e serva da memoria storica. E’ una delle novità emerse nel corso della sessione invernale della CESi.

In apertura dei lavori i vescovi hanno espresso telefonicamente all’Arcivescovo eletto di Catania, Mons. Luigi Renna, il loro saluto di benvenuto. Il neo Arcivescovo ha rivolto parole di ringraziamento invitando i presuli di Sicilia alla liturgia di inizio del suo ministero episcopale a Catania, prevista per sabato 19 febbraio alle ore 16,30 nella Cattedrale etnea. Si è quindi proceduto alla lettura e approvazione dei verbali delle sedute precedenti.

I Vescovi hanno poi ascoltato i Direttivi rispettivamente dell’Ufficio regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e dell’Ufficio Regionale per la Famiglia.

1. Ufficio Regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso

I rappresentanti dell’UREDI hanno aggiornato i Vescovi sul lavoro svolto nel quinquennio, che ha registrato, come anche tutti i diversi uffici regionali, un ridimensionamento delle iniziative causato dalle restrizioni dell’attuale pandemia. Tuttavia, l’Ufficio ha lavorato, sia in presenza sia in remoto utilizzando le tecnologie, con l’Ufficio Nazionale e con le diocesi siciliane.

È stato comunicato che l’Ufficio nazionale ha attivato l’implementazione di una piattaforma telematica per una mappatura di tutte le confessioni cristiane e non cristiane presenti in Italia. Ogni diocesi dovrà nominare un referente per realizzarla nel proprio territorio. Lo scopo è quello di dar vita ad un Osservatorio nazionale che aiuti a “conoscere l’altro”, fornire dati precisi, e serva da memoria storica. Altre attività di rilievo comunicate dall’Ufficio sono state quelle della Summer School, svoltasi nel settembre 2019, cui hanno partecipato diversi giovani siciliani: una convivenza con altri giovani cristiani e musulmani che si sono incontrati sui tempi della pace, della legalità e della solidarietà con risultati di reciproca conoscenza e amicizia.

Altro tema affrontato è stato quello della tutela e salvaguardia del Creato, un tema trasversale che ha visto coinvolti soprattutto i giovani a tutti i livelli: cattolici, di altre confessioni cristiane e gruppi religiosi, non credenti, uomini e donne di buona volontà. In riferimento all’Enciclica “Fratelli tutti” è stato comunicato che è in fase di organizzazione un convegno sul tema da svolgersi il 21 maggio prossimo con la partecipazione di cristiani e membri di altre fedi.

A seguito della firma del Documento di Abu Dabi sulla fraternità universale, l’Ufficio ha proposto che tale documento sia sottoscritto con pubbliche cerimonie anche dai vescovi di Sicilia e dalle Autorità civili e religiose della regione. Infine, i membri dell’Ufficio hanno sollecitato i Vescovi a promuovere nelle loro diocesi il tema dell’Ecumenismo e del dialogo a tutti i livelli valorizzando soprattutto la formazione dei giovani nella catechesi, nelle scuole di ogni ordine e grado e soprattutto nelle sedi accademiche teologiche che operano in Sicilia.

2. Ufficio Regionale per la Famiglia

L’Ufficio Regionale per la pastorale della Famiglia ha aggiornato i Vescovi sul Percorso di formazione regionale di Pastorale Familiare, in corso di svolgimento dal settembre 2019 dopo l’approvazione degli stessi Vescovi. È stata messa in evidenza la crescita di consapevolezza della commissione regionale; infatti, sono cambiati l’80% dei Direttori diocesani, alcuni dei quali si sono inseriti in corso d’opera condividendo da subito il progetto. È stata costituita una segreteria, mentre i Tutor, anima del progetto, si sono resi disponibili il più possibile per provare a costruire una relazione in stile familiare con tutti i partecipanti.

Il percorso è partito dall’analisi dei bisogni e si è svolto su piattaforma Flipped classroom, che ha previsto la formazione digitale dei tutor. È stata quindi illustrata la struttura del progetto, le Aree tematiche e i Moduli particolari. 271 sono gli iscritti, 125 sono stati i frequentanti dei moduli specifici con 21 Tutor mentre le aree tematiche sono state tre: 1. Percorsi di spiritualità familiare nei cicli di vita, 2. Propedeutica all’Amore e alla Vita, 3. Come un ospedale da campo, per le coppie ferite.

Il rito di passaggio dai moduli base ai moduli specifici ha coinvolto i partecipanti. Il confronto nella coppia e con gli altri ha costituito una grande opportunità di crescita relazionale e spirituale. La rete creata e le relazioni stabilitesi fra le coppie delle varie diocesi, ognuna delle quali apportatrice di una sua ricchezza, si sono unite per un impegno pastorale comune. Il modulo base si è contraddistinto per la ricchezza e l’importanza degli argomenti trattati, i cui contenuti sono stati da stimolo per la riflessione all’interno della coppia; inoltre, la quantità del materiale acquisito è risultata utile e spendibile anche per altre opportunità. I temi trattati, l’organizzazione del lavoro proposto e il livello formativo sono reputati di alta qualità. Feedback positivo anche sui tutor, considerati competenti, appassionati, coinvolgenti e disponibili. Ora si apre la fase della progettazione pastorale nelle diocesi e nelle parrocchie che vedrà Vescovi e parroci valorizzare queste risorse con le relative competenze acquisite.

3. Nomine

Nel corso dei lavori, i Vescovi hanno nominato: il sac. don Paolo La Terra, della diocesi di Ragusa, Assistente Ecclesiastico Regionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC); il sac. don Francesco Mazzoli, della diocesi di Acireale, Consulente Ecclesiastico Regionale dell’Associazione Cattolica Operatori Sanitari – ACOS.

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Emergenza covid, le raccomandazioni

Celebrazioni liturgiche, catechismo, obblighi vaccinali. La Segreteria Generale della CEI  ha inviato una nota in cui si evidenziano alcuni suggerimenti sulle norme introdotte dagli ultimi decreti legge legati all’emergenza Covid.

“Purtroppo, la pandemia non accenna a finire e proprio in questi giorni il numero dei contagi continua a salire – si legge nella lettera indirizzata ai vescovi -. Si tratta senza dubbio di una grande prova per tutti: malati e sofferenti, medici e operatori sanitari, anziani e minori, poveri, famiglie. E anche per i sacerdoti che, nonostante tutto, sono sempre prossimi al Popolo di Dio; per i catechisti, gli educatori e gli operatori pastorali, veri maestri e testimoni. Consci della situazione generale, raccomandiamo a tutti prudenza, senso di responsabilità e rispetto delle indicazioni utili a contenere l’epidemia. Al riguardo, sono ormai noti gli aggiornamenti normativi introdotti dagli ultimi tre decreti legge (DL 24 dicembre 2021, n. 221; DL 30 dicembre 2021, n. 229; DL 7 gennaio 2022, n.1). Con vicinanza fraterna richiamiamo di seguito alcuni punti, condividendo consigli e suggerimenti”.

Celebrazioni liturgiche. Non è richiesto il Green Pass, ma si continua a osservare quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote… Occorre rispettare accuratamente quanto previsto, in particolar modo: siano tenute scrupolosamente le distanze prescritte; sia messo a disposizione il gel igienizzante; siano igienizzate tutte le superfici (panche, sedie, maniglie…) dopo ogni celebrazione. Circa le mascherine, il Protocollo non specifica la tipologia, se chirurgica o FFP2; certamente quest’ultima ha un elevato potere filtrante e viene raccomandata, come peraltro le autorità stanno ribadendo in questi giorni.

Catechismo. Le disposizioni circa il tracciamento scolastico prevedono, in alcuni casi, la “sorveglianza con testing”: a seguito di contatto stretto in ambito scolastico, studenti e docenti non vengono posti immediatamente in quarantena ma devono sottoporsi a tampone il prima possibile e nuovamente cinque giorni dopo. Le indicazioni del Ministero della Salute sconsigliano la partecipazione ad attività extrascolastiche durante tale periodo, tra il primo e il secondo tampone. Pertanto, chi è sottoposto a “sorveglianza con testing” non potrà partecipare al catechismo, pur risultando negativo al primo test, fino all’esito negativo del secondo test da effettuarsi cinque giorni dopo il primo. Per gli operatori (catechisti, animatori ed educatori…) è vivamente raccomandato l’utilizzo della mascherina FFP2. Anche ai partecipanti alla catechesi tale tipologia di mascherina sia raccomandata. Può essere opportuno che le parrocchie tengano alcune mascherine FFP2 di scorta da far utilizzare a chi ne fosse sprovvisto o l’abbia rotta, sporca o eccessivamente usurata.

Mascherine FFP2. L’uso di mascherine FFP2 è obbligatorio per Legge per alcune situazioni. Si consiglia l’utilizzo anche per tutte le attività organizzate da enti ecclesiastici.

Obbligo vaccinale per gli over 50. Ricordiamo che, a partire dal giorno 8 gennaio 2022, è stato introdotto l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni.
La vaccinazione può essere omessa o differita in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale dell’assistito o dal medico vaccinatore.
Dal 1° febbraio 2022 saranno in vigore le sanzioni pecuniarie per coloro che non vi adempiono e dal 15 febbraio 2022 sarà necessario il Green Pass rafforzato (cfr allegato) per l’accesso ai luoghi di lavoro per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età.

Obbligo vaccinale per il personale universitario. Dal 1° febbraio 2022 è stato introdotto l’obbligo vaccinale per tutto il personale universitario, senza limiti di età. Ne consegue che il personale delle Facoltà Teologiche e degli Istituti di Scienze Religiose nonché i docenti dei corsi curriculari nei Seminari sono tenuti a possedere il Green Pass rafforzato a partire dal 1° febbraio 2022. Le modalità di controllo sono le stesse fino ad ora attuate per il Green Pass base.

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