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Niente green pass per le celebrazioni

Invariate tutte le prescrizioni da osservare per le celebrazioni liturgiche. Nell’ambito del rafforzamento delle misure per contenere l’emergenza pandemica in corso è bene ricordare che la certificazione verde non è richiesta per partecipare alle celebrazioni eucaristiche. Si continua a osservare quanto previsto dal protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote.

 

 

In allegato l’ordinanza del Presidente della Regione di dichiarazione della zona arancione e una sintesi delle regole da osservare per tutto il periodo arancione


Chiusura del Giubileo per l’ottavo centenario della morte

La venerazione a San Domenico è segno di unità e di pacifica convivenza

La venerazione a San Domenico è segno di unità e di pacifica convivenza della comunità, ma è anche memoria delle radici culturali, storiche e religiose che la comunità condivide“. Mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi, presiede la celebrazione a chiusura dell’anno giubilare in onore di San Domenico nell’VIII centenario della morte. Augusta da sempre venera San Domenico come patrono. Ma cosa significa venerare un santo come patrono della comunità ecclesiale e civile?

Il santo patrono è testimone della presenza e della vicinanza di Cristo nella vita quotidiana. La sua venerazione è segno di unità e di pacifica convivenza della comunità, ma è anche memoria delle radici culturali, storiche e religiose che la comunità condivide. Il santo patrono viene eletto come modello di riferimento per la vita morale del singolo e della comunità intera. I credenti esprimono nella sua venerazione l’impegno ad imitarlo nell’esercizio delle virtù cristiane. I non credenti possono guardare al Patrono come ad un esempio di coerenza con i valori in cui ha creduto e per i quali ha dato la vita, oltre che a rappresentare un modello di solidarietà verso i più deboli, quella solidarietà che è a fondamento della convivenza civile” spiega mons. Amenta, che ha ricordato come tutto questo ha senso solo se è posto in riferimento a Cristo.

Il carisma di S. Domenico, diventato quello della famiglia domenicana e che deve diventare impegno per quanti lo venerano come patrono, può essere sintetizzato in un’espressione: la carità della verità. Oggi la parola carità è intesa nel senso di elemosina, mentre la verità è sempre più assimilata all’opinione del singolo. La carità della verità è il modo domenicano di amare Dio e il prossimo che si traduce in una vita consacrata alla Verità: amata, studiata, contemplata, vissuta, annunciata e difesa. La Verità di cui noi parliamo non è un’opinione, ma è Qualcuno, è una persona, è Cristo che ha detto di sé: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,5). Chiunque si dice devoto di San Domenico, anzi, prima ancora, chiunque si dice cristiano, non può nutrire dubbi su questo. Al mondo che continua a chiedere, come fece Pilato con Cristo, cos’è la verità ? noi possiamo solo rispondere che la verità è Cristo, è il Verbo di Dio che si è fatto carne, che è venuto a rivelarci il Padre e che ci ha inviato lo Spirito di verità, quello Spirito che ci guida alla Verità tutta intera. Per il battezzato nessuna verità allora può esistere al di fuori di Cristo. Potranno esserci delle verità, che, come la menzogna, sono figlie del demonio il cui unico scopo è falsificare e dividere.
Dal principio della carità nella verità derivano i criteri per l’agire morale. Siccome stiamo guardando a San Domenico come al Patrono di questa comunità anche civile, oltre che ecclesiale, possiamo chiederci: come declinare questo principio nella città? Direi che la risposta è semplice: assumendo i criteri della giustizia e del bene comune. Costruire il bene comune è, infatti, esigenza di giustizia e di carità. Chi ama secondo carità è anzitutto giusto verso tutti. La carità, infatti, esige il riconoscimento e il rispetto dei diritti degli individui e dei popoli.
E la carità, anche se è inscindibile dalla giustizia, la supera e la completa nella logica del dono e del perdono. La “città dell’uomo”, che è la meta della ricerca e della costruzione del bene comune, non è costruita solo sui rapporti fondati sul rispetto dei diritti e dei doveri, ma ancor prima su relazioni di gratuità e di comunione.

Impegnarsi per il bene comune significa quindi prendersi cura di ognuno e di tutti, ma in maniera privilegiata dei più deboli. Significa custodire l’uomo e il creato nel quale Dio stesso ha posto l’uomo come custode. Quando il nostro agire è ispirato e sostenuto dalla carità, contribuisce all’unità e alla pace della città dell’uomo, rendendola, in qualche misura, un’anticipazione di quella città di Dio di cui parla S. Agostino che è l’orizzonte verso il quale tutta la famiglia umana cammina. Il Santo Patrono non può essere solo il pretesto della festa cittadina, né può essere patrimonio di pochi.

Fate di questo il vostro principale impegno corale per poter essere sempre di più ciò che San Domenico voleva e desiderava dai suoi frati. Lo riassumo con alcune parole prese dalle Antiche Costituzioni dell’Ordine Domenicano: essere persone che si comportano ovunque onestamente e religiosamente, persone che desiderano ardentemente la propria e altrui salvezza, uomini evangelici, che, seguendo le orme del Salvatore, parlano con Dio o di Dio nel loro intimo e con il prossimo (Const. Ant., II, c. 31)”.

 

In allegato l’omelia


L’amore non trascura nessuno

Ottavo video del progetto “L’Amore nel Frammento” – 10 minuti con Amoris Laetitia – promosso dall’Ufficio per la Pastorale della Famiglia dell’Arcidiocesi di Siracusa.
Il video si intitola “L’amore non trascura nessuno” – La cura degli anziani e dei deboli nel contesto familiare, a cura dei coniugi Donatella e Lino Siringo e sarà pubblicato lunedì 10 gennaio alle ore 19.30 sui canali social dell’Arcidiocesi, You tube e Facebook.

 

 

Amoris Laetitia: 4 incontri sull’amore nella famiglia

Quattro incontri sull’amore nella famiglia. L’iniziativa dell’Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia nell’ambito del progetto promosso sull’esortazione apostolica apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco.

Quelli che stiamo vivendo sono giorni pieni di speranza, di attesa, di trepidazione – spiegano mons. Salvatore Marino, ed i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro – Sono giorni in cui le famiglie si ritrovano e si raccontano, insieme a parenti ed amici, attorno alle tavole imbandite e adornate a festa; giorni in cui i cuori si dilatano e dirigono il nostro sguardo verso chi ha più bisogno: pensiamo alle tante famiglie che vivono situazioni di malattie, mancanza di lavoro e difficoltà varie; pensiamo a quanti, impegnati nel volontariato o nel lavoro, si spendono per soccorrere, aiutare, curare, coloro che sono in difficoltà, anche a causa della pandemia che ancora persiste. In questo contesto natalizio abbiamo pensato di inserire il secondo incontro del percorso formativo sull’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, che, come già più volte annunciato ai più vari livelli, abbiamo suddiviso in quattro moduli tematici”.

Il primo sarà il modulo fondativo (cap. 1 e cap. 3) “Alla luce della Parola” – “Lo sguardo rivolto a Gesù: La vocazione della famiglia”. Relatore sarà il prof. Luca Novara, vice direttore dell’ISSR San Metodio.

Il secondo modulo spiritualità (cap. 4 e cap. 9) “L’amore nel matrimonio” – “La spiritualità coniugale e familiare”. Relatore sarà l’avv. Angelo Spicuglia, diacono e avvocato canonista.

Il terzo modulo genitorialità (cap. 5 e cap.7) “L’amore che diventa fecondo” – “Rafforzare l’educazione dei figli”. Relatrice sarà la dottoressa Conce Florio, membro del direttivo del Forum delle famiglie di Siracusa.

Il quarto modulo aspetto ecclesiale (cap. 2 e cap. 8) “La realtà e le sfide della famiglie” – “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”. Relatore sarà don Giuseppe Gurciullo, vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico di Siracusa.

Gli incontri, oltre che ai referenti parrocchiali per la Pastorale Familiare, naturalmente sono aperti a tutti.


Gli auguri dell'arcivescovo mons. Francesco Lomanto

Cercare lʼumiltà per la realizzazione della dignità umana

Cercare lʼumiltà per favorire la piena realizzazione della dignità umana. E’ uno degli inviti che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto ai fedeli in occasione delle imminenti festività natalizie, incontrando i giornalisti e gli operatori della comunicazione della Diocesi per condividere una riflessione sul Natale e per uno scambio di auguri.
L’arcivescovo partendo dal messaggio di Papa Francesco per la 55ma giornata mondiale della pace ha rilanciato tre temi “che mi stanno a cuore: il dialogo, lʼeducazione e il lavoro. Papa Francesco propone tre vie da percorrere “per la costruzione di una pace duratura”: “il dialogo tra le generazioni e la fiducia reciproca tra gli interlocutori”; “l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo”; e “il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana”. Partendo da queste tre vie, vi invito a guardare la realtà per cercare di capire i rischi che presenta oggi il mondo e per prospettare proposte concrete”.
Mons. Lomanto ha invitato a “promuovere il dialogo e la fiducia tra gli interlocutori e superare la violenza. Al dialogo si oppone la violenza. La violenza si va sempre più connotando quale diffuso atteggiamento che si manifesta spesso come aggressività verbale. È la legge della “voce più forteˮ negli organi di stampa; è il linguaggio dei social media, dove gli odiatori hanno un grande seguito. Papa Francesco nel suo messaggio per la 55ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali ci ricorda: «Sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili […].Tale consapevolezza critica spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità». Dalla violenza verbale alla violenza fisica il passo non è certamente lungo. E mi riferisco alle molte violenze che si consumano fra le mura domestiche, agli omicidi del partner; penso alla violenza contro i medici, gli infermieri e operatori sanitari che non riescono più a nascondere esasperazione e stanchezza; e penso alle minacce fisiche e aggressioni proprio a voi, ai giornalisti, che svolgete correttamente il vostro servizio. Occorre superare la violenza con il dialogo, l’ascolto, il confronto l’accordo e la fiducia reciproca degli interlocutori”. L’arcivescovo ha invitato a “camminare insieme per superare la crisi dellʼindividualismo e per realizzare la libertà e lo sviluppo. Lʼistruzione e lʼeducazione «sono le fondamenta di una società coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso» (Francesco, 55ma GM pace). Voi siete stati e siete ancora adesso principali interpreti di questa pandemia e della post pandemia: occorre evitare il rischio dell’individualismo e dell’egoismo e accrescere il senso dellʼunità, dellʼaiuto reciproco, dello stare insieme, del camminare insieme, del progredire insieme, perché ci si salva insieme. Ed insieme si superano le sofferenze causate dalle alluvioni che hanno danneggiato le case di tante famiglie, di tante attività produttive; hanno distrutto terre e mietuto vittime. Ed anche sullo stato del nostro territorio dovremmo interrogarci. L’amore per Dio ci spinge allʼattenzione verso lʼaltro e al rispetto di tutti e di tutto. Al primo posto ci sia lʼattenzione la bene comune e di ciascuno. Lʼamore cristiano, essendo un amore personale, è più vero quando stabilisce un rapporto reale di comunione, anche se non fa nulla di visibile. Spesso opera nel sacrificio, nella sofferenza, nel silenzio, nella preghiera, nel dono di sé, perché è lʼamore crocifisso”.
Infine cercare lʼumiltà per favorire la piena realizzazione della dignità umana (promuovendo anche il superamento delle prospettive drammatiche della disoccupazione). «Lʼumiltà è la prima e fondamentale virtù, non solo individualmente davanti a Dio, ma socialmente in mezzo agli uomini» perché «lʼumiltà rende giustizia agli altri, lʼumiltà è una virtù sociale, lʼumiltà è amore» (L. Sturzo, Problemi spirituali, 83). Lʼumiltà «fa avvicinare gli uomini in solidarietà fraterna, senza che nessuno possa credersi migliore o superiore agli altri; ci fa apprezzare in verità il posto che ciascuno deve occupare nella creazione, rigettando la menzogna dellʼorgoglio, della vanità, della compiacenza di sé, e ogni ingiustizia che ci faccia sovrapporre agli altri e preporre a Dio stesso» (Id., Vera vita, 96). Il Bambino Gesù ci insegna lʼumiltà. A tutti. Qualunque posto o ruolo ricopriamo nella società. Guardiamo a quella mangiatoia e guardiamo al Bambinello per trascorrere un Natale nel segno dellʼumiltà, della serenità e della pace, della non violenza e del donarsi allʼaltro. Impariamo ad amare dal Santo Bambino”.
L’arcivescovo ha ringraziato i giornalisti per la donazione di 50 chilogrammi di pane alla Caritas della Chiesa Madre di Carlentini.
Il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Salvatore Di Salvo, ha sottolineato il delicato momento che sta vivendo la categoria per la crisi del settore che sembra non terminare: “L’Ordine effettuerà un monitoraggio della situazione precaria che stanno vivendo tutti i colleghi a causa della crisi dell’editoria e sarà al fianco dei colleghi che vivono momento di fragilità”. Di Salvo, in qualità di segretario nazionale dell’Ucsi, ha donato il testo di Vania De Luca e Marika Spalletta dal titolo “Pandemie mediali”, lo studio che riguarda il periodo pandemico vissuto dai giornalisti.
Grazie a mons. Lo Manto per la riflessione che ci ha donato. Parole che hanno richiamato il nostro servizio a favore di chi non ha voce. Parole che sono sostegno al nostro impegno quotidiano in un momento di grave crisi editoriale e di continue minacce nei confronti dei giornalisti. Una voce autorevole che riconosce il ruolo sociale e la missione laica di uomini e donne che raccontano la storia di questo tempo anche nella nostra provincia” ha detto il segretario provinciale dell’Assostampa Prospero Dente, che insieme al presidente provinciale dell’Ucsi Alberto Lo Passo, ha donato all’arcivescovo una forma di pane, simbolo della donazione alla Caritas.
Il messaggio dell’arcivescovo Francesco Lomanto

Il Natale dell’Istituto “Rizza”

La messa, il presepe tridimensionale e un aiuto per la mensa.  La comunità scolastica dell’Istituto superiore “Alessandro Rizza” ha vissuto in maniera intensa il Natale quest’anno. Prima la messa in occasione delle festività natalizie presso la parrocchia di San Tommaso Apostolo al Pantheon presieduta dal parroco e professore dell’Istituto don Massimo Di Natale, che ha esortato a vivere la speranza che con il Natale raggiunge tutti. Non rassegnazione ma impegno a costruire bene il proprio domani con studio e serietà così da raggiungere competenze da investire nella professionalità. Presenti il dirigente prof. Pasquale Aloscari con lo staff di dirigenza e un nutrito gruppo di docenti, mentre gli studenti hanno seguito l’evento in modalità digitale sul canale YouTube al fine di garantire i protocolli di sicurezza vigenti.
Successivamente la comunità scolastica ha offerto numerosi i prodotti alimentari per il sostentamento della mensa giornaliera del Pantheon a favore delle persone indigenti e meno fortunate. La mensa del Pantheon offre un servizio giornaliero all’intera città dando un pasto caldo ad almeno 50-60 assistiti. La scuola si inserisce in tal senso, come concreto contributo alle tematiche interdisciplinari dell’educazione civica, volte a contribuire per la riduzione del divario socio-culturale ed economico presente in città e ridurre le disuguaglianze, obiettivo 10 dell’Agenda 2030. Infine l’allestimento del presepe tridimensionale stilizzato ad opera degli studenti e dei docenti dell’indirizzo Grafica e comunicazione della scuola  nel giardino parrocchiale.

Chiusura degli Uffici di Curia

Gli uffici della Curia arcivescovile resteranno chiusi in occasione delle festività natalizie da giovedì 23 dicembre a domenica 9 gennaio. Gli uffici dell’Archivio storico e della Biblioteca Alagoniana saranno chiusi da lunedì 20 dicembre a domenica 9 gennaio.

L'arcivescovo Lomanto al Palazzo di Giustizia

Siete orientati alla ricerca della verità

Il vostro alto ministero è un ministero a servizio della verità, di quella verità che non teme di porre più, e più volte, in dubbio, conclusioni cui si è pervenuti; un ministero che richiede l’umiltà di chi sa che la ricerca della verità va al di là delle opinioni che ciascuno possa essersi, più o meno fondatamente, create”. Ha usato queste parole l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto rivolgendosi al presidente del Tribunale Dorotea Quartararo, al procuratore Sabrina Gambino, al procuratore aggiunto Fabio Scavone, al presidente della prima sezione Civile Antonio Alì, al presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati Carlo Greco e agli altri magistrati e avvocati riuniti nel cortile antistante il Palazzo di Giustizia.
Il “Natale del giurista”, iniziativa promossa dalla sezione di Siracusa dell’Unione giuristi cattolici italiani guidata dal presidente Ottavio Palazzolo, è stata anche quest’anno condizionata dall’emergenza sanitaria. Ma l’auspicio è che il prossimo anno l’arcivescovo potrà visitare nuovamente i piani del Tribunale per un saluto prima del Natale.

Ci ritroviamo nuovamente in questo Palazzo di Giustizia per scambiarci gli auguri natalizi e, al contempo, per condividere una riflessione sul vostro prezioso ministero a favore della giustizia – ha esordito l’arcivescovo -. Il compito dei giuristi è stabilire anzitutto se a una pretesa corrisponda o meno un diritto, per poi determinarne la titolarità. Per pervenire alla definizione di tali rapporti, la cultura giuridica ha fatto ricorso alle dinamiche processuali che sono finalizzate ad accertare la verità delle posizioni di parti. La verità è concetto a me molto caro, tanto da averlo posto all’interno del mio motto episcopale: Sanctificati in veritate. Sono parole tratte dalla preghiera sacerdotale di Gesù e contenute nel Vangelo di Giovanni. Il cristiano deve costantemente porsi alla ricerca della verità, secondo le parole dello stesso Gesù che nella verità ci ha consacrati. Peraltro, Egli dice di se stesso di essere via, verità, e vita (cf. Gv 14,6)”.

L’arcivescovo ha ribadito che l’attività processuale “che in queste aule ha luogo e per cui voi indefessamente e lodevolmente impiegate la vostra vita, è sempre orientata alla ricerca della verità. Siete tutti dei cercatori della verità, di una verità che si fonda sull’ascolto, sulla ponderazione, sul discernimento, e, infine, su una determinazione che affonda le sue radici su quella certezza morale che il giudice ritiene di avere raggiunto all’esito del processo. Vedete come la verità abbia una vocazione oggettiva che, purtroppo, spesso, nel comune pubblico confrontarsi, pare scolorire in favore dell’opinione che, se suffragata da una maggioranza, magari la più rumorosa, viene ad essere imposta quale verità. Il servizio che voi prestate, invece, ci ricorda come la verità non possa imporsi con la forza. E quando pressioni di vario genere vogliano imporre quanto è irragionevole o semplicemente opinabile in termini di verità, è allora che alla forza della ragione si sostituiscono le ragioni della forza e la società segna il suo inesorabile declino. Carissimi amici, cercatori e servitori della verità, mi auguro che il Dio che si fa bambino, il Signore della storia che nasce nell’umiltà del presepe possa sempre più spingervi a rigettare l’apparenza, per intus legere lo splendore della Verità”.