Author:

Settimana Santa 2023

Cassaro

La Settimana Santa a Cassaro ha radici antiche, anche se non si hanno notizie storiche certe. E’ documentata l’esistenza, già nella prima metà del XVIII secolo, della Confraternita di Maria Immacolata e San Sebastiano nella Rettoria di San Sebastiano, la quale rappresenta il primo nucleo dell’attuale Comitato di San Sebastiano. Identica cosa dicasi per la Confraternita di Santa Maria degli Agonizzanti che aveva sede nella Rettoria di Sant’Antonio Abate e che oggi è il Comitato di Sant’Antonio Abate. Entrambe le Confraternite, avevano ciascuna le proprie insegne: il tipico “sacco” bianco con cappuccio a punta; si distinguevano dalle casacche, di colore diverso: rosso per San Sebastiano e verde per Sant’Antonio. Ad eccezione della Domenica delle Palme, che si svolge allo stesso modo che altrove, i riti propri della Settimana Santa cominciano il Giovedì Santo:

  • Giovedì Santo: A “Fratellanza”. I fratelli dei Comitati, con indosso i “sacchi” e le casacche, si incontrano in Piazza Matrice e, dopo l’omaggio davanti al portone della Chiesa Madre (si inclinano tre volte dei lunghi stendardi neri), i “fratelli” entrano in chiesa per la celebrazione “In Coena Domini” e al termine, portano ciascuno una croce da esporre nelle rispettive Rettorie, mentre in Chiesa Madre si allestisce l’altare della Reposizione;
  • Venerdì Santo: oltre la prescritta Liturgia della Croce, nel primo pomeriggio, la sera, nella Rettoria di Sant’Antonio Abate, si tiene l’omelia delle “Sette Parole” (un commento sulle parole pronunciate da Gesù dalla Croce). L’omelia si conclude con la simulazione del terremoto che accompagna lo “spirare” di Gesù dalla Croce e subito dopo, si compone e si muove la processione con le statue del Cristo morto e dell’Addolorata;
  • Sabato Santo: la Veglia Pasquale, chiamata “A Risuscita” (cioè la Risurrezione), si tiene nella chiesa di San Sebastiano dove, a mezzanotte, al canto del Gloria, la statua del Cristo Risorto viene fatta salire da dietro l’altare mediante un antico marchingegno (chiamato “cattabuni”). Al termine della Veglia, una campana della stessa chiesa suona a distesa per tutta la notte.
  • La Domenica di Pasqua: la statua della Madonna ammantata di nero, gira per le vie del paese, simulando la ricerca del Figlio apparentemente “scomparso” dal sepolcro; si incontra a mezzogiorno con la statua del Cristo Risorto sulla Via Umberto, detta “il corso”, perché le due statue vengono portate a spalla di corsa l’una contro l’altra in segno di gioia, e quando sono vicinissime, il manto nero della statua della Madonna viene fatto cadere, segno che il lutto è finito.
  • L’Ottava di Pasqua: viene tenuta dai ragazzi del paese (per lo più adolescenti) i quali, usando statue più piccole, ripetono gli stessi gesti fatti dagli adulti il giorno di Pasqua.
  • Dalla domenica “sedicesima” in poi, ovvero dalla domenica successiva all’ottava di Pasqua, i ragazzi e i bambini del paese, spontaneamente, si organizzano e ognuno fa il proprio “incontro”, con statue via via sempre più piccole, fino ad usare persino le immaginette del Cristo Risorto e della Madonna.

La peculiarità della Pasqua a Cassaro, può essere rappresentata proprio dalla modalità con la quale si svolge la Veglia Pasquale. Al canto del Gloria, la sagoma di un angelo viene fatta scendere sull’altare e picchia tre volte, come a “risvegliare” il Signore. Così, mentre la statua del Risorto “sale”, sul frontale dell’altare vengono fatte reclinare alcune sagome di “giudei”, messe a guardia del sepolcro così come riportato in Mt 27,62-66.

 

condividi su

Mons. Lomanto: “Viviamo la Pasqua nelle strade e dove operiamo”

“Oltre alla Pasqua liturgica, viviamo una Pasqua esistenziale. La Pasqua della nostra vita, la Pasqua nelle strade e negli ambienti in cui ci troviamo ad operare, portando questo carico di amore, questa testimonianza di vita che nasce dall’amore, dalla fede, dall’incontro con il Signore risorto”.Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rivolgendosi ai giornalisti e agli operatori della comunicazione nel tradizionale incontro nella Settimana Santa alla vigilia della Pasqua.

“Ogni anno la celebrazione della Santa Pasqua ci induce a compiere un balzo in avanti nel cammino della santità di vita e siamo chiamati a crescere con fedeltà nell’adempimento del volere del Signore, nel senso vivo della comunione ecclesiale. È una testimonianza di carità e di giustizia nella famiglia, nella società, nelle relazioni con gli altri” ha detto ancora mons. Lomanto.”E allora viviamo questo tempo, questo momento, con intensità di comunione con il Signore, ma anche di impegno, di servizio, di carità sociale, all’attenzione agli altri. San Giovanni Paolo II affermava: “L’amore non è una cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare”. C’è un impegno di vita. E allora siamo testimoni di quell’amore che il Signore ci ha portato, dell’amore di Cristo crocifisso, dell’amore che ci salva, che regna, che resta, che è credibile: dell’amore disinteressato. Gesù stesso dice “Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete?” E allora rivediamo le nostre relazioni, impegniamoci a crescere sempre più davanti a Dio e a superare insieme le difficoltà del momento che si presentano del nostro tempo. Le crisi, le difficoltà del mondo del lavoro, le sfide con tutte le complessità della storia. Ma prima di tutto impariamo a crescere in comunione, in unità con noi. Il grande teologo Romano Guardini dice “Il nostro compito deve essere quello di divenire pienamente umani”. Se siamo pienamente umani possiamo anche costruire questo impegno di vita cristiana. Concretamente siamo chiamati a sostituire l’odio con l’amore, la diffidenza con la comprensione, l’indifferenza con la solidarietà”.

Mons. Lomanto ha invitato ad agire nel quotidiano: “Tutto questo possiamo farlo per noi e per gli altri, nei diversi ambiti dove ci troviamo ad agire, ad operare. Quest’anno ricorre il centenario della nascita di don Lorenzo Milani. Il cardinale Zuppi ha ricordato che la sua memoria ci aiuta ad avere rinnovata passione per i giovani. Oggi abbiamo tanti mezzi, strumenti, la tecnologia ci aiuta, il progresso va sempre avanti. Però è importante costruire tutto il fondamento della dignità dell’uomo sulla Parola, sul Vangelo, sull’incontro con il Signore. Spesso i giovani sono travolti da quel mondo e si perdono in quella realtà virtuale, dimenticando la realtà meravigliosa che li circonda. Ai genitori spetta il compito di stare accanto a loro e di seguirli, ma anche a noi spetta il compito di trasmettere, di inculcare sani principi e veri valori per contribuire alla loro crescita. Impegniamoci a costruire sane relazioni tra noi per essere non solo uniti, dunque essere più forti per affrontare le sfide della storia. Apriamoci al dono di Dio per lasciarci condurre da Lui”.

L’arcivescovo ha indetto l’anno mariano nel 70esimo anniversario della lacrimazione della Madonna: “E’ un dono speciale della nostra Chiesa, perché l’evento della lacrimazione ci ricorda innanzitutto l’inesauribile compassione di Dio, che si è manifestata attraverso le lacrime di Maria. La dimensione mariana è un elemento costitutivo della vita della Chiesa. E questo elemento costitutivo della vita della Chiesa per noi si esprime proprio in questo segno: il pianto. Pianto che sta a indicare la vicinanza di Dio e della Madonna alla nostra situazione di dolore. Ma è un pianto che esprime certamente ripresa. Piange colui che vuole riscattarsi: esprime rinascita, esprime vita. E allora consacriamo al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria la nostra vita e chiediamo a Lei di raccogliere nelle sue lacrime il grido di sofferenza e di dolore di tutti i suoi figli. Consegniamo alla Madonna le tribolazioni, i sacrifici, le sofferenze, le difficoltà e anche il desiderio di bene del nostro cuore, delle nostre famiglie, delle nostre comunità, affinché tutti e ciascuno possiamo risorgere in Cristo e compiere quel balzo in avanti nella dignità umana, nel rispetto dell’altro, nella ricerca del bene comune, nella santità della vita. Desidero augurare a tutti voi di farvi portatori di questo messaggio di pace, di gioia e di speranza. La Pasqua del Signore porti sempre più, un rinnovamento per la nostra vita, con l’impegno di crescere insieme nella pace di Cristo risorto”.

Prospero Dente, mons. Francesco Lomanto, Alberto Lo Passo, Salvatore Di Salvo

Il segretario provinciale dell’Assostampa Prospero Dente ha ringraziato l’arcivescovo per le sue parole: “Noi stiamo vivendo un passaggio importante da un punto di vista professionale ed editoriale da diversi anni a questa parte. Il mio punto di osservazione è quello di un sindacato che guarda alle vicende di tanti colleghi che purtroppo hanno perso il posto di lavoro sono in realtà di crisi. Essere qui ogni anno è per noi un momento di rinnovo di una speranza che non viene mai a mancare”.

Il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e segretario nazionale UCSI, Salvo Di Salvo, ha ricordato le difficoltà della categoria: “La nostra categoria sta vivendo una situazione di crisi e di grande emergenza. Noi continuiamo a raccontare un territorio. A volte alcuni colleghi non sono pagati e tutto questo mette preoccupazione alle famiglie. Tra i 1055 professionisti in Sicilia, 300 sono disoccupati. E quella strada che lei ci ha indicato può essere una nuova speranza per le nostre condizioni. Ci affidiamo a lei che ci sostenga con la sua preghiera ma anche con la sua parola affinché noi possiamo continuare a raccontare le storie di uomini e donne del territorio”.

Il direttore di Cammino, Orazio Mezzio, ha ringraziato l’arcivescovo per essere contro corrente: “Ci sentiamo disarmati rispetto alle sfide del momento. C’è  in questo suo messaggio in controtendenza la chiave di lettura per superare il blocco mentale che noi stessi abbiamo nell’affrontare il futuro che è ricco e carico di preoccupazione”. Presente il presidente provinciale dell’UCSI Siracusa, Alberto Lo Passo. Come tradizione i giornalisti hanno donato un quantitativo di circa sessanta chili di pane per i poveri: la donazione quest’anno è stata assegnata alla parrocchia San Bartolomeo apostolo-chiesa Madre di Floridia.

condividi su

Settimana Santa 2023

Canicattini Bagni

I riti della Settimana Santa a Canicattini Bagni hanno due momenti salienti: il Venerdì Santo “U Santissimu Cristu” e “A Paci Paci” il giorno di Pasqua. 

IL VENERDI SANTO

Il Venerdì Santo, nota come “A SIRA RO SS CRISTO”, si vivono momenti ricchi di tradizione e devozione che non si ripetono in altri Comuni della Sicilia. Canicattini Bagni ha le peculiarità che si porta in processione l’Ecce Homo (il Cristo Flagellato), invece del Cristo Crocifisso o il Cristo morto, oppure gruppi statuari.

Nella Chiesa Madre si celebra la Liturgia di Passione. Dopo la liturgia della Parola, l’adorazione della Croce e la comunione avviene la predica sulla passione del Signore che termina quando viene pronunciato da parte del predicatore appositamente invitato la frase “Ecce Homo”. In quell’istante viene svelato il simulacro dell’Ecce Homo, una statua in carte peste alta 130 cm risalente alla fine del ‘600, che viene collocato su un fercolo (vara) di stile gotico. Nel frattempo sono già affluiti in chiesa i nuri (nudi), e inizia quindi la lunga processione (ben cinque ore) che si snoda tra le vie del paese, aperta dello stendardo nero, alto e pesante. Il fercolo viene portato a spalla dalle varie associazioni che operano a Canicattini Bagni che durante l’intera processione si alternano con i fedeli. Inoltre durante la processione i nuri, che precedono il simulacro, intonano u lamientu un tipico canto della Settimana Santa, al quale si alterna u cantu re virgineddi (“i virginieddi” sono delle fanciulle vestite di bianco).

I nuri sono uomini che per voto o per grazia ricevuta, solo quella particolare sera, sono vestiti con pantaloni, camicia e calze bianche e sulle spalle portano una mantella rossa sulla quale sono cucite al centro e ai lati delle croci color giallo-oro, a imitazione del Simulacro. Alcuni invece indossano un particolare scialle di lana o di lana-seta di color rosso cupo, con tipiche decorazione orientaleggianti, lavorato utilizzando gli antichi telai (questo scialle, fino alla fine dell’800, era usato dalle donne in occasione del matrimonio).

I nuri inoltre portano al collo una corda intrecciata di ampelodesmo – detta u pasturuni – annodata a mò di cappio, tipico delle Compagnie dei Penitenti. La testa è coperta da un fazzoletto annodato a trinciettu (legato dietro la nuca) sul quale viene posto u circu (corona) intrecciata con verghe di mitavira, una pianta selvatica. Ciascuno tiene in mano una cannuccia, simbolo dello scettro regale, alla cui estremità superiore viene inserita un’immagine piccola del SS. Cristo, tenuta fissa con un nastrino rosso legato a fiocco. Il nuru raffigura il Cristo deriso, schernito e beffeggiato nel Pretorio di Pilato. U lamientu (il lamento) è un canto molto commovente e suggestivo che rievoca i patimenti della Passione di Cristo. In questo canto si celano dolore, tormento, pianto e sofferenza di cui Gesù Cristo e la madre Maria, sono i protagonisti.

IL GIORNO DI PASQUA

A Paci Paci, l’incontro tra il Cristo risorto e la Madonna addolorata, si svolge la Domenica di Pasqua. La processione dei due simulacri prende il via da due punti diversi: la Madonna addolorata esce dalla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, il Cristo Risorto, dalla Chiesa Madre. Al primo incontro, davanti la Chiesa Maria SS. Ausiliatrice, alla Madonna viene tolto il manto nero e, lasciatole quello azzurro, al grido “A Paci Paci”, le viene fatto incontrare il Figlio risorto. Il rito si ripete ancora davanti alla Chiesa delle Anime Sante e alla Chiesa di S. Maria degli Angeli (la Matrice).

condividi su

Suor Chiara Di Mauro: la Passione e la Croce

“Suor Chiara Di Mauro: la Passione e la Croce” è il titolo della lettura teatralizzata proposta dall’associazione “Amici di Suor Chiara Di Mauro” per domani martedì 4, nella parrocchia San Francesco d’Assisi a Siracusa. La lettura avrà luogo subito dopo la messa delle ore 18.30.

A partire dalle fonti documentarie raccolte dal biografo, padre Samuele Cultrera, si vorrà dare un ritratto della Serva di Dio Suor Chiara Di Mauro approfondendo, in particolare, testimonianze, racconti, episodi taumaturgici e miracolosi meticolosamente raccolti dal padre cappuccino in un corpus archivistico prezioso per la ripresa di un processo di beatificazione che attende, da anni, una ripartenza.

L’evento, inserito dal parroco don Guido Scollo nel calendario della Settimana santa, vorrà approfondire il legame di Suor Chiara con il Crocifisso e far rivivere i momenti della Passione, così come erano vissuti da lei in prima persona, in quanto subì il prodigioso fenomeno delle stimmate e i tormenti della Passione del Calvario sulla sua stessa carne, per lunghi anni della sua esistenza.

Il tutto verrà realizzato attraverso la lettura teatralizzata di testimonianze, lettere e preghiere, animata da canti francescani, uno dei quali scritto e musicato dalla stessa “monaca santa” di Siracusa.

condividi su

Celebrazioni pasquali 2023

Augusta

 

condividi su

Domenica delle Palme

L’amore è la cosa più importante da imparare

“La grandezza dell’amore di Dio induceva San Giovanni Paolo II, di cui oggi ricordiamo la sua nascita al cielo, ad affermare: «L’amore non è una cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare». Siamo testimoni e portatori dell’amore infinito di Cristo crocifisso, perché solo l’amore ci salva, solo l’amore regna, solo l’amore resta, solo l’amore è credibile, solo l’amore può tutto”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, oggi nella Domenica delle Palme durante la celebrazione nella chiesa Cattedrale.
La messa è stata preceduta dalla benedizione degli ulivi nella chiesa di Santa Lucia alla Badia. Subito dopo la processione in piazza Duomo fino ad arrivare in Cattedrale. “Accogliamo le parole di Gesù, che esprimono il senso più profondo della sua vita, tutta tesa a compiere nell’umiltà la volontà del Padre e a realizzare la potenza dell’amore di Dio. Con questi sentimenti entriamo nel vivo della Settimana Santa per meditare nel silenzio e nel raccoglimento la centralità del mistero pasquale per rimanere nell’amore che può tutto e per vivere una fede più incarnata nella storia e nell’esistenza di ogni giorno” ha detto l’arcivescovo.
condividi su

Esercizi spirituali alla chiesa di San Giuseppe

Si terranno nei giorni di lunedì 3, martedì 4 e mercoledì 5 aprile gli esercizi spirituali in preparazione alla Pasqua nella chiesa di San Giuseppe. Un’iniziativa delle parrocchie di Ortigia. Gli esercizi saranno predicati da mons. Maurizio Aliotta.
Lunedì 3, alle ore 17.30 recita del santo rosario e alle 18 santa messa. Alle 18.40 la meditazione e alle 20 il concerto della Camerata polifonica siciliana “Stabat mater dolorosa”.
Martedì 4, alla presenza del reliquiario della Madonna delle Lacrime, alle 17.30 recita del rosario e alle 18 la messa. Alle 18.40 la meditazione.
Mercoledì 5 alla presenza del reliquiario della Spina Santa, alle 17.30 recita del rosario e alle 18 la messa. Alle 18.40 la meditazione. Alle 19.10 sono previste le confessioni.

condividi su

Via Crucis nel parco della Neapolis

Avrà luogo venerdì 31 alle ore 19.45 all’Anfiteatro Romano nel Parco Archeologico della Neapolis la Via Crucis cittadina, promossa dal Vicariato delle parrocchie di Siracusa e organizzata dalla Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. I testi, le preghiere e le meditazioni della Via Crucis dal tema “La Via della Croce, Salvezza dei figli di Dio” sono stati scelti e composti dall’Arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che guiderà il momento di preghiera. Lo stesso testo di preghiera sarà proposto in tutte le comunità parrocchiali dell’Arcidiocesi di Siracusa.
La Basilica Santuario Madonna delle Lacrime ha ringraziato il direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai Antonello Mamo per la disponibilità ad ospitare la Via Crucis in un luogo simbolo della città.
Secondo il programma i fedeli si raduneranno a partire dalle ore 19.30, accedendo dal piazzale antistante la Chiesa di San Nicolò ai Cordari. Alle ore 19.45 presentazione dei vari momenti della Via Crucis che prenderà il via  alle ore 20.00 .

condividi su

Rouault nelle immagini di Elio Ciol alla Alagoniana

George Rouault è considerato uno dei maestri dell’espressionismo francese, Elio Ciol è fotografo friulano internazionalmente riconosciuto, i cui esordi coincidono con la fioritura in Italia del Neorealismo. Entrambi sono protagonisti della mostra che sarà inaugurata sabato 1 aprile alle ore 11.30 all’interno del Palazzo Arcivescovile in piazza Duomo, a Siracusa. Sarà presente l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto.
In esposizione 58 tavole di un’opera considerata sintesi della ricerca artistica di George Rouault e suo testamento morale. Per motivi conservativi, da diversi anni, il lavoro di Rouault viaggia in una mostra didattica itinerante, curata e allestita dal fotografo friulano Elio Ciol, che permette di fruire globalmente le tavole, cogliendo la straordinaria ricchezza dei grigi, nel bianco e nero.
Tra il Carcere Vescovile e la Biblioteca Arcivescovile Alagoniana, all’interno del percorso di fruizione Secreta Palatii, nella mostra “Miserere: George Rouault nelle immagini di Elio Ciol“, sarà possibile ammirare l’esemplare numero 329 prestito della Pro Civitate Christiana di Assisi, proprietaria di una delle 450 incisioni originali, stampate dall’artista e smembrate in varie gallerie, pubbliche e private, nel mondo. L’esemplare numero 329 è uno dei pochi ad essere completo, presentando tutte e 58 le tavole. La serie si presenta in due parti: Miserere, (ospitata nelle Carceri vescovili) dal titolo latino con cui è maggiormente conosciuto il salmo biblico 51, e Guerre, (che si troverà nella sala lignea della Biblioteca Alagoniana) una critica feroce contro il potere e la guerra, ispirata dalla Prima Guerra Mondiale, dopo la quale il Miserere viene portato a compimento, sebbene dovrà attendere il 1948 per la sua pubblicazione, per via di una serie di vicissitudini editoriali. La figura di Cristo è il filo rosso che lega l’opera in tutte le sue parti, nascondendosi nel povero, nell’uomo sofferente o in un soldato che muore.
La mostra, accolta un anno fa all’interno di Spazio San Sebastiano, centro culturale a Palazzolo Acreide nato dalla collaborazione tra la parrocchia di San Sebastiano e la cooperativa di comunità Mediblei, approda a Siracusa con un’esposizione rinnovata dal dialogo con il ricco patrimonio librario della Biblioteca Alagoniana. L’esposizione siracusana è arricchita da 8 testi della biblioteca nelle quali sono contenute raffigurazioni della passione di Cristo. “Opere che ci aiutano a vedere come è stata raffigurata la Passione di Cristo in una rilettura dettata anche dal tempo – spiega don Helenio Schettini, direttore della Biblioteca Alagoniana – . Anche per questo motivo inauguriamo questa esposizione adesso alla vigilia della Settimana Santa. Vogliamo far diventare la biblioteca non solo un luogo di esposizione ma un luogo vivo. Che riesce a entrare in dialogo con nuovi linguaggi per farne luogo di cultura non solo sito da visitare. Un modo diverso per fruire dell’immenso patrimonio librario raccolto”.
Saranno esposte due opere che solitamente sono tenute ben conservate: “Tra le opere, spiccano per importanza il Liber Cronicarum del 1492 e l’Evangeliario bilingue Arabo-Latino della metà del XVII secolo. E’ un’occasione unica per mostrarle al pubblico” conclude don Helenio.
La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato, dalle 10.00 alle 18.00, sino a sabato 3 giugno, all’interno del percorso di fruizione Secreta Palatii, che comprende anche la Cappella Sveva del Palazzo Arcivescovile. La mostra è organizzata dalla Pastorale del Turismo, Tempo Libero e Sport dell’Arcidiocesi di Siracusa e dal Parco Culturale Ecclesiale dell’Arcidiocesi di Siracusa “Terre dell’Invisibile”, in collaborazione con la Pro Civitate Christiana di Assisi, Mediblei Società Cooperativa e la società Kairòs.

condividi su

Il presidente della CEI all'apertura dell'anno mariano

Il card. Zuppi: “Sia l’anno della riconciliazione con il prossimo”

“È una gioia per me aprire insieme a voi l’Anno mariano diocesano, qui nel Santuario della Madonna delle Lacrime. Un anno che ci aiuterà ad andare in sincronia con Lei e con Gesù, per piangere con lei che è nel pianto, per rallegrarci e essere Maria Il cuore – per fortuna – non è digitale, anche se arriva ovunque e prima di tutto! Abbiamo bisogno di tempo per ritrovarlo, per imparare ad amare e per aiutare questa nostra madre, cui tante spade trafiggono l’anima”. Lo ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a Siracusa per l’apertura dell’Anno mariano indetto dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto. Da sabato scorso e fino all’8 dicembre in occasione del 70 anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa si susseguiranno momenti di preghiera e di riflessione per ricordare il miracolo del 1953: dal 29 agosto al 1 settembre lacrime umane sgorgarono da un quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria che si trovava nella casa di una giovane coppia di sposi.
“Nel 1953, in modo straordinario attraverso le lacrime di Maria, il Signore si è reso presente in mezzo alla sua gente. Ho visto la casa in cui è avvenuto il miracolo della lacrimazione: si trovava in un quartiere umile di Siracusa Chiedo a Dio che questo anno mariano sia della gioia e della riconciliazione con noi stessi e con il prossimo. Papa Francesco ha detto: «Quando la Madonna piange, le sue lacrime sono segno della compassione di Dio». Sono le stesse parole che il vostro Arcivescovo ha opportunamente scelto come tema dell’Anno mariano. Le lacrime di Maria sono il riflesso della compassione di Dio, che è vicino soprattutto a chi soffre. Piange perché fa sue le lacrime di ogni persona. Le lacrime di Maria ci aiutano a comprendere che abbiamo una madre che piange guardando le nostre lacrime e ci insegna a piangere guardando le sue. Sono quelle dei suoi figli perduti, di un soldato che muore pensando a sua madre nel freddo di una trincea a in Ucraina, di un anziano solo che non ha chi le asciuga. Sono tutte lacrime che rigano il volto dei poveri, dei profughi che finiscono nel mare gelido o inumidiscono gli occhi dei sopravvissuti, ma anche quelle di chi ricco e pieno di sé si scopre povero e vulnerabile. Ecco perché abbiamo bisogno di Maria: ci aiuta a piangere e a non essere degli operatori asettici”.
Venerdì 8 dicembre chiusura dell’Anno Mariano in tutte le parrocchie con la celebrazione dell’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di tutte le famiglie. La Chiesa siracusana in questo Anno Mariano sosterrà un’associazione impegnata nell’aiuto alla vita e alle giovani mamme, quale segno della tenerezza delle Lacrime della Madonna, da molti invocata come protettrice della vita nascente.
La Penitenzieria Apostolica ha accordato l’indulgenza plenaria per il periodo che va dal 25 marzo all’8 dicembre 2023 presso il Santuario di Siracusa, la Casa del Pianto, la Parrocchia Madonna delle Lacrime in Solarino, i monasteri di clausura di Sortino, di Canicattini Bagni e di Ferla e nei luoghi della sofferenza. Un convegno per approfondire i giorni della Lacrimazione, giovedì 28 e venerdì 29 settembre, con uno studio teologico-mariano dell’evento storico, partendo dagli atti del processo canonico della Curia di Siracusa.
Un anno che sarà caratterizzato dalla Peregrinatio del reliquiario delle Lacrime nelle parrocchie: tutte le città si stanno organizzando per accogliere le Lacrime della Madonna.
“La vocazione della Chiesa di Siracusa e, in fondo, di tutta la Chiesa universale è essere una madre che prova compassione, che guarda con empatia gli ultimi della storia. Questo è l’antidoto a quel virus nefasto dell’indifferenza. In questo anno desidero indicarvi due spazi da visitare. Il mondo delle carceri. Il vostro Arcivescovo ha scritto a questo proposito: «Il rapporto con i detenuti ed i loro familiari e con le Istituzioni richiede necessariamente una sinergia tra la pastorale penitenziaria e l’azione della Chiesa diocesana, nella prospettiva di un cammino di giustizia riparativa che possa portare frutti di riconciliazione». Vedo qui l’impegno di una Chiesa intera ad aiutare aiutare a portare il peso delle responsabilità e il peso delle ferite subite. Un altro luogo ecclesiale in cui condividere e lenire le sofferenze dei più fragili è quello dell’accoglienza. Questa terra ha una “vocazione geografica” all’accoglienza nel Mediterraneo, ma non solo. Le sue coste sono spesso l’approdo di persone che sognano legittimamente una vita migliore per sé e per i propri cari. Conosco il grande impegno della Caritas, delle religiose, dei religiosi e di tanti laici nell’assistenza di quanti fuggono dalle guerre, non ultima da quella in Ucraina. Ciascuno di questi profughi ritrova la dignità di essere persona umana e, ultimamente, di essere figlia e figlio di Dio. Questo è il Vangelo che si fa storia. Qui le lacrime trovano conforto. Vi quindi invito a sviluppare in quest’anno mariano questa sensibilità materna, che si traduce nella accoglienza e nel riconoscimento della dignità umana. Aiutate tutti questa nostra madre. «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto». La Madonna delle Lacrime continui a farci sentire il Signore presente in mezzo a noi, tra le strade di questa città e l’intera diocesi. Possa insegnare la gioia della vita cristiana, della comunione con Dio e con i fratelli. Possa guidare i cuori alla compassione e alla cura dell’altro. Suggerisca vie nuove e creative di amicizia e di pace”.
Momento centrale saranno i festeggiamenti per l’anniversario che si concluderanno il 1 settembre con la celebrazione presieduta dal cardinale Stanisław Jan Dziwisz, segretario personale di San Papa Giovanni Paolo II e già arcivescovo di Cracovia. “Il pianto apre alla speranza di un mondo nuovo, alla gioia della vita vera e della risurrezione. Chiediamo di raccogliere nelle sue Lacrime il grido di sofferenza e di dolore di tutti noi suoi figli, le crisi, le incertezze, lo smarrimento, i problemi, i disagi, le povertà, le malattie, le lotte inutili, le guerre che distruggono il mondo” ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto. Al termine della celebrazione, il card. Zuppi ha pregato con l’atto di affidamento, consacrando l’Italia, l’Europa e il mondo intero al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria che a Siracusa.

 

 

 

 

condividi su