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La Sicilia, Papa Francesco: “Una terra di luci e ombre”

Protagonisti nella storia, accanto alla gente nel “pieno stile del pastore”, dunque con “vicinanza, compassione e tenerezza”, perché “il cambiamento d’epoca nel quale ci ritroviamo a vivere richiede scelte coraggiose, illuminate con il discernimento dello Spirito Santo”, e “la Sicilia non è fuori da questo cambiamento”. In questo contesto occorre comprendere le peculiarità della Sicilia, “per annunciare il Vangelo di Dio”. Un compito che “chiede a noi sacerdoti e vescovi il servizio pieno, totale ed esclusivo”. Papa Francesco rivolge questo invito ai quindici vescovi e circa trecento sacerdoti siciliani ricevuti oggi in Vaticano, nella Sala Clementina, in occasione della solennità della Madonna Odigitria, patrona dell’isola.

Il Papa sottolinea come in passato la Sicilia si sia trovata “al centro di percorsi storici che i popoli continentali disegnano”, e accogliendo “i passaggi di questi popoli, ora dominatori ora migranti”, nel tempo “li ha integrati nel suo tessuto, sviluppando una propria cultura”. Una cultura che Francesco ricorda di aver conosciuto anche attraverso un film, “Il Kaos”, dei fratelli Taviani, dove protagonisti sono quattro racconti di Pirandello. “Sono rimasto stupito da quella bellezza, da quella cultura, da quella insularità continentale”. Questo non vuol dire però negare le difficoltà esistenti.

Questo non significa che sia un’isola felice, perché la condizione di insularità incide profondamente sulla società siciliana, finendo per mettere in maggior risalto le contraddizioni che portiamo dentro di noi. Sicché si assiste in Sicilia a comportamenti e gesti improntati a grandi virtù come a crudeli efferatezze. Come pure, accanto a capolavori di straordinaria bellezza artistica si vedono scene di trascuratezza mortificanti. E ugualmente, a fronte di uomini e donne di grande cultura, molti bambini e ragazzi evadono la scuola rimanendo tagliati fuori da una vita umana dignitosa. La quotidianità siciliana assume forti tinte, come gli intensi colori del cielo e dei fiori, dei campi e del mare, che risplendono per la forza della luminosità solare. Non a caso tanto sangue è stato versato per la mano di violenti, ma anche per la resistenza umile ed eroica dei santi e dei giusti, servitori della Chiesa e dello Stato.

Francesco parla di una situazione sociale “in netta regressione da anni”, palesata ad esempio “dallo spopolamento dell’isola, dovuto sia al calo delle nascite, sia all’emigrazione massiccia dei giovani”. E nel chiedere ai sacerdoti e vescovi un “servizio pieno, totale ed esclusivo”, rivolge proprio ai più giovani il suo pensiero:

I giovani stentano a percepire nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali un aiuto alla loro ricerca del senso della vita; e non sempre vi scorgono la chiara presa di distanza da vecchi modi di agire, errati e perfino immorali, per imboccare decisamente la strada della giustizia e dell’onestà. Io mi sono addolorato quando ho dovuto avere nelle mani qualche pratica che è arrivata alle Congregazioni romane per qualche giudizio su sacerdoti e persone di Chiesa: ma come mai, come mai si è arrivati a questa strada di ingiustizia e disonestà?

Andrea De Angelis – Città del Vaticano
(VaticanNews)

 

Sono stati circa 300 i sacerdoti siciliani che hanno preso parte al pellegrinaggio dei presbiteri di Sicilia a Roma in occasione del XXX anniversario della Giornata Sacerdotale Regionale Mariana. Con loro venti vescovi e i giovani presbiteri siciliani che studiano presso le Pontificie università romane. Diversi i momenti di preghiera fino ad arrivare all’udienza privata con papa Francesco.

Nella prima mattina i presbiteri e i vescovi siciliani in pellegrinaggio a Roma hanno iniziato la loro giornata con la preghiera delle lodi mattutine. Ha presieduto la celebrazione mons. Michele Pennisi. Successivamente si sono recati nella Basilica di Santa Maria maggiore dove si sono affidati alla Salus Populi Romani attraverso la contemplazione dei misteri del Rosario arricchita dalla meditazione su documenti o discorsi del Santo Padre Francesco. Al centro della giornata la Concelebrazione eucaristica presieduta da S. E. Reverendissima Mons. Lazzaro You Heung sik, prefetto della Congregazione per il Clero.

Dopo il saluto liturgico del presidente dell’assemblea celebrante ha preso la parola mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti e delegato CESi per il Clero. “Ogni vicinanza – ha detto facendo riferimento al tema del pellegrinaggio che «Con Maria per una “Chiesa della vicinanza”» – si nutre di libertà e di semplicità perché non sono le cose grandi che aprono gli orizzonti, ma il modo grande di fare le cose di ogni giorno che aiuta a scorgere la presenza del Signore come buon compagno di cammino che incoraggia e indica la strada. Nella nostra Sicilia – ha proseguito il presule – sono tante le figure luminose di presbiteri che hanno seminato nei solchi della storia ottimi semi di bene manifestando la vicinanza del Signore ai fratelli e hanno confermato con la vita che l’ideale alto della chiamata al sacerdozio non si misura con il successo umano, ma con la bellezza di un mondo interiore abitato da Cristo“.

IN TRECENTO ATTORNO AL PAPA: I PRESBITERI DI SICILIA E I VESCOVI IN PELLEGRINAGGIO A ROMA Mons. You Heung nella sua omelia ha sottolineato l’importanza della Vergine Maria per i siciliani. Ha invitato inoltre i presenti ad essere “preti gioiosi”.

Nel pomeriggio vescovi e presbiteri della Sicilia si sono riuniti per un momento di riflessione e dialogo. Dopo il saluto e l’apertura dei lavori a cura del Segretario della Commissione Presbiterale siciliana, il quale ha proposto un breve excursus sulla giornata sacerdotale mariana, è stato lanciato il tema prendendo spunto da dalla riflessione di Papa Francesco in occasione dell’apertura del simposio sul sacerdozio. Il Santo Padre aveva affermato: “Il sacerdote sia vicino a Dio, al vescovo, ai presbiteri, al popolo“.

Sono stati quattro presbiteri della nostra isola a parlare di tali vicinanze, condividendo riflessioni, ma anche esperienze. Don Luca Saraceno, dell’Arcidiocesi di Siracusa, ha trattato la vicinanza a Dio: prendendo spunto dalle parole di Paolo, ha affermato che la vicinanza a Dio ha a che fare con il pensare di Dio. Inoltre ha sottolineato l’importanza che i sacramenti e la preghiera avvicinano i presbiteri a Dio. Successivamente è intervenuto don Gioacchino Capizzi, dell’Arcidiocesi di Monreale, che ha parlato dell’importanza del rapporto che intercorre tra presbiteri e vescovo e partendo dell’invito di Ignazio di Antiochia ha sottolineato che bisogna operare perfetta armonia con il volere del vescovo come le corde alla cetra. Don Calogero Cerami, della Diocesi di Cefalù, invece, ha condiviso una riflessione sulla vicinanza ai presbiteri, una vicinanza fondamentale che ha potuto argomentare citando anche l’esperienza preziosa del Centro regionale “Madre del Buon Pastore” per la formazione del clero, del quale don Cerami è direttore. La vicinanza ai presbiteri è “lievito di fraternità” che rende ciò che è statico dinamico. Infine don Enzo Smriglio, della Diocesi di Patti, ha parlato della vicinanza al popolo dicendo che quest’ultima si esplica nell’ascolto della storia e del vissuto dei fratelli e delle sorelle.

 

Discorso del Santo Padre Francesco ai Vescovi e ai Sacerdoti delle Chiese di Sicilia

 

La realtà e le sfide delle famiglie in Amoris Laetitia

Si terrà domenica 12 giugno alle ore 17.00, nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro a Siracusa, l’incontro formativo con don Giuseppe Gurciullo, Vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico di Siracusa, su “La realtà e le sfide delle famiglie” (capitolo 2) e “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità” (capitolo 8).
L’incontro, promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della famiglia nell’ambito del percorso su Amoris Laetitia, vuole approfondire il modulo 4 “Ecclesialità” dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia .

Si tratta dell’ultimo dei quattro incontri che porteranno alla Giornata Mondiale delle Famiglie che si svolgerà dal 22 al 26 giugno a Roma ed in tutte le Diocesi. Le celebrazioni dell’evento nella nostra Diocesi avranno inizio nelle parrocchie giorno 22 e si concluderanno con un incontro diocesano domenica 26 al Santuario della Madonna delle Lacrime. L’incontro si svolgerà nel rispetto delle normative in materia di contenimento del contagio da covid 19.

Festeggiamenti in onore di San Sebastiano

Si terranno nei giorni 11 e 12 giugno i festeggiamenti in onore di San Sebastiano a Francofonte. La parrocchia Maria SS.ma del Carmelo ha pubblicato il programma della festa che inizierà con il triduo di preparazione da mercoledì 8 a venerdì 10, con la messa alla carica di riposo Le Zagare, l’indomani al centro parrocchiale in via Dei Martiri e venerdì alla sede Avis in contrada Coco.
Sabato 11 alle ore 20 il fercolo di San Sebastiano portato a spalla dai portatori farà ritorno nella “sua” chiesa del Carmine percorrendo via Spoto Puleo, piazza Garibaldi, via Vittorio Emanuele.
Domenica 12, giornata della festa: alle ore 10 messa nella chiesa del Carmine, alle ore 11.30 il fercolo di San Sebastiano espleterà il tradizionale giro dei santi. Alle ore 18 messa nella chiesa del Carmine e alle ore 19.00 la processione.

Scommettiamo su una Chiesa capace di vivere la comunione autentica

Occorre scommettere su una Chiesa capace di vivere la comunione autentica, anche attraverso una valorizzazione degli organismi già esistenti. Occorre puntare sul primato della Parola, creando occasioni di ascolto autentico, che diano vigore e forza all’ordinarietà della vita laicale e sacerdotale. Bisogna, altresì, valorizzare la presenza dei laici, rendendoli protagonisti della vita ecclesiale, anche tramite i consigli pastorali parrocchiali, che sono organi utili di partecipazione.  Infine, occorre costruire una Chiesa capace di farsi compagna di strada, di guardare alla vita delle persone rispondendo al desiderio di bene che c’è in ognuno, e di tessere alleanze con la società civile, per la costruzione di una casa comune“. Sono le prospettive per il futuro del Cammino sinodale dell’Arcidiocesi di Siracusa, delineate dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ed emerse a conclusione della prima tappa del cammino sinodale iniziata il 5 novembre del 2021.
Ieri sera, per la veglia di Pentecoste al Santuario della Madonna delle Lacrime, il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Sebastiano Amenta, ha letto la meditazione dell’arcivescovo Lomanto, assente per motivi di salute. Parole che nascono anche dalla relazione presentata dai referenti diocesani, mons. Maurizio Aliotta, e Valeria Macca. 

“Ci siamo riuniti in preghiera qui al Santuario alla presenza della nostra Madonnina – come la comunità apostolica radunata nel cenacolo con Maria – per invocare il dono dello Spirito offerto da Gesù ai discepoli la sera di Pasqua e cinquanta giorni dopo nella Pentecoste. Come abbiamo ascoltato nel primo brano, tratto dagli Atti degli Apostoli, lo Spirito si manifesta come spirito di vita, di purificazione e di illuminazione, come principio di unità della molteplicità e universalità della Chiesa” sono le parole dell’Arcivescovo. “Il dono dello Spirito ci rende uno con Cristo, uno in lui con tutti, uno in qualche modo con tutta la creazione. Questa unità, ora, si manifesta nellʼamore: ognuno di noi diviene puro amore che si dona. Se noi di fatto non amiamo, è segno che non abbiamo ricevuto lo Spirito e non si è compiuta per noi la redenzione. Il dono dello Spirito crea lʼunità nellʼuomo – spirito e corpo – crea anche lʼunità dellʼuomo con gli altri, crea la Chiesa. E la Chiesa, prima di essere società è la communio sanctorum. La Chiesa è la comunione degli spiriti che vivono una sola fede, una sola carità. La Chiesa, che lo Spirito crea, nasce dallʼintimo prima di tradursi allʼesterno. La Chiesa come società è soltanto traduzione visibile di quello che lo Spirito Santo ha operato nellʼintimo: la comunione degli spiriti nellʼunità della fede e dellʼamore”.

Entrando nel merito del cammino sinodale, mons. Lomanto ha evidenziato: “Abbiamo condotto la prima tappa del cammino sinodale che è iniziata il 5 novembre 2021, qui al Santuario della Madonna delle Lacrime, e che oggi si conclude, per prepararci al secondo anno dellʼascolto. Il cammino svolto ha visto impegnate, a partire dal mese di dicembre dello scorso anno, diverse realtà parrocchiali, associazioni, movimenti ecclesiali, gli Uffici Pastorali diocesani, i presbiteri, le comunità religiose maschili e femminili, e parte del popolo di Dio.

Sono emersi alcuni elementi positivi.
Una delle tappe fondamentali di questa fase è stata la scoperta del metodo della cosiddetta «conversazione spirituale». Altro elemento è stato la volontà dei diversi Uffici Pastorali diocesani di collaborare con iniziative congiunte, per alimentare, in un vero spirito di comunione, la realtà concreta di popolo in cammino. Tutte le realtà coinvolte sono state incoraggiate a vivere i momenti ordinari della vita ecclesiale come particolari occasioni di ascolto.

Sono emersi anche alcuni limiti. Molte realtà ecclesiali sono rimaste indifferenti alla proposta, probabilmente per alcune difficoltà ritenute insormontabili. È stato molto difficile raggiungere le realtà estranee alla comunità ecclesiale, tranne ad esempio il mondo carcerario (attraverso l’opera dei cappellani e di qualche volontario). Ma, con la mediazione dei singoli è stato possibile, in parte, anche ascoltare chi si pone al di fuori del contesto strettamente ecclesiale.

Dal discernimento dei contributi raccolti possiamo individuare: Innanzitutto, una difficoltà di fondo, quella cioè di concepire realmente la Chiesa come popolo che cammina insieme, guidata dallo Spirito. Purtroppo, in molti casi, persiste un’idea di Chiesa gerarchica, dove il presbitero ha un ruolo preminente, dove manca del tutto l’idea del sacerdozio comune, del ruolo importante del laicato. Da questo punto di vista, la scelta dell’ascolto della Parola è stata un passo necessario per vivere in pienezza l’idea di popolo che cammina insieme, che sogna una Chiesa rinnovata.

La lettura delle sintesi diocesane, che ciascuna Chiesa locale sta valorizzando per verificare e ri-orientare le proprie scelte pastorali, ha suscitato la proposta di adottare come icona biblica, per questo secondo anno di ascolto, lʼincontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania. Lʼepisodio lucano può servire anche da griglia per leggere insieme i contenuti emersi e, forse, può aiutare a individuare le priorità su cui proseguire lʼascolto nel prossimo anno”.


In allegato la relazione dei referenti diocesani del Cammino sinodale


La pratica dell’ascolto con Bolzetta

“La Pratica dell’Ascolto. Prospettive attraverso il digitale per riscoprire il dialogo” è il titolo dell’incontro che si svolgerà lunedì, alle 16,30 nell’aula conferenze del settimanale cattolico d’informazione “Cammino” in via Lentini, 42 a Siracusa. L’iniziativa, nell’ambito della 56esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, è promossa e organizzata dall’Ufficio per la Pastorale delle Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa in collaborazione con il settimanale “Cammino”, l’Ucsi di Siracusa e Assostampa Siracusa.
L’incontro sarà aperto dai saluti del direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali e Cultura dell’Arcidiocesi, Mons. Maurizio Aliotta, del presidente provinciale dell’Ucsi Siracusa Alberto Lo Passo, del segretario provinciale dell’Assostampa Siracusa Prospero Dente. Interverranno l’arcivescovo di Siracusa Mons. Francesco Lo Manto, il presidente du WeCa (Associazione Web Cattolici Italiani) Fabio Bolzetta, il direttore del settimanale “Cammino” Orazio Mezzio, il segretario nazionale Ucsi e Tesoriere regionale Odg Sicilia Salvatore Di Salvo. Modera il vice direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa Alessandro Ricupero.

A Salvatore Di Salvo il titolo di Cavaliere

Il giornalista Salvatore Di Salvo, originario di Carlentini, Segretario Nazionale Ucsi e Tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana. L’importante riconoscimento conferitagli dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella gli è stato consegnato dal prefetto di Siracusa Giusi Scaduto, durante la cerimonia per il 76esimo anniversario della Festa della Repubblica che, quest’anno, si è svolta a Palazzolo Acreide e Ferla alla presenza delle massime autorità civili, militari ed ecclesiastiche della provincia.

“Il conferimento dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine al Merito delle Repubblica Italiana a Salvatore Di Salvo ci rende tutti orgogliosi – ha commentato l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto -. Quello conferito dal Capo dello Stato è il riconoscimento ad una persona che da anni non si risparmia nella sua attività di giornalista, raccontando storie e fatti, facendo attenzione innanzitutto alla dignità dell’uomo e sempre alla ricerca della verità nel rispetto dei valori cristiani. Salvo è un uomo impegnato nel territorio diocesano, in parrocchia, nella pastorale della comunicazione. A lui va il mio ringraziamento. La mia preghiera lo accompagni nella sua missione”.

Salvatore Di Salvo, nella sua trentennale attività giornalistica si è sempre impegnato per un racconto contraddistinto da verità e rispetto oggettivo delle notizie e non si risparmia nella professione giornalistica. Salvatore Di Salvo, giornalista pubblicista e dipendente del Comune di Carlentini, collabora con il Giornale di Sicilia, redattore del Settimanale cattolico “Cammino” è direttore di Radio Una Voce Vicina inBlu.
“La notizia dell’attribuzione del prestigioso titolo di Cavaliere della Repubblica conferito dal Presidente Sergio Mattarella al giornalista pubblicista Salvatore Di Salvo – ha detto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia Roberto Gueli –  è il giusto riconoscimento per un giornalista dalle eccellenti capacità professionali e dalla spiccata sensibilità umana e personale. Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia  esprime le più vive e sincere congratulazioni”.
“La notizia dell’attribuzione del prestigioso titolo di Cavaliere della Repubblica conferito dal Presidente Sergio Mattarella a Salvatore Di Salvo, nostro Segretario Nazionale – ha detto il presidente Nazionale dell’Ucsi Vincenzo Varagona – è il giusto riconoscimento per un giornalista dalle eccellenti capacità professionali e dalla spiccata sensibilità umana e personale e  da sempre si impegna per un racconto contraddistinto da verità e rispetto oggettivo delle notizie. La giunta e il consiglio nazionale dell’Ucsi  esprimono  le più vive e sincere congratulazioni al collega  Salvatore Di Salvo , Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, ottimo testimone di un giornalismo di qualità, serio, attento con la  capacità di raccontare rispettando l’altro, la persona, ma anche di trovare storie e testimonianze con uno sguardo sempre rivolto al bene”.

Animazione missionaria per i giovani

Una serie di proposte di animazione missionaria per le comunità parrocchiali e per i giovani. A formularle è il Centro Missionario Diocesano, che ricordando gli importanti momenti vissuti in questi ultimi mesi come la veglia di preghiera per i Missionari Martiri e il MissioFest, propone “un percorso per far crescere la dimensione missionaria nella nostra Chiesa di Siracusa – spiega il direttore don Salvo Musso -. Si tratta di alcune proposte che coinvolgono direttamente sia le comunità parrocchiali, sia giovani interessati o curiosi che vogliano approfondire e fare esperienze di missionarietà. Un’occasione pastorale bella e fruttuosa“.

In particolare MissioTour: all’interno del Cammino Sinodale, il Centro Missionario Diocesano è disponibile a rendersi presente all’interno della vita delle nostre comunità parrocchiali proponendo per la durata di una settimana (o il tempo che si riterrà necessario), diversi strumenti e occasioni di animazione. Come una mostra sui temi dell’Evangelii Gaudium, filmati e cineforum, incontri di catechesi, momenti di preghiera, incontri di formazione missionaria con gli operatori pastorali, testimonianze di missionari:

MissioCamp, la proposta di un campo estivo rivolto ai giovani dai 16 ai 30 anni che si terrà presso la Villa del Seminario di Canicattini Bagni dal 16 al 21 luglio. Attraverso il lavoro manuale, l’ascolto della Parola, l’incontro con i missionari, l’approfondimento su ciò che accade nel mondo, l’esperienza della fraternità, ci si propone di far scoprire loro che Io sono Missione.

La Diocesi di Siracusa parteciperà con una delegazione al Festival della Missione che si terrà a Milano dal 29 settembre al 2 ottobre. Il programma del festival si può trovare su https://www.festivaldellamissione.it

Con il cuore grato per quello che il Signore ha fatto nelle vite del nostro fratello Charles de Foucauld e della nostra sorella Pauline Jaricot – ha concluso il direttore del Centro Missionario Diocesano, don Salvo Mussovogliamo affidare alla loro preghiera l’agire missionario della nostra Chiesa siracusana, stimolati dal loro esempio a prendere consapevolezza di essere, come comunità, chiamati e inviati a testimoniare il Vangelo della pace e della misericordia“.

Il dono, parola chiave al convegno dei seminaristi

Abbiamo partecipato al 65esimo Convegno Nazionale dei Seminaristi presso il seminario vescovile Giovanni XXIII di Bergamo. Da tutta Italia circa 130 seminaristi sono stati accolti dalla diocesi bergamasca in occasione del 60° anniversario dall’inizio del suo impegno nella Cooperazione missionaria tra le Chiese, prima in Bolivia, poi in Costa d’Avorio e infine a Cuba. Molti figli della chiesa di Bergamo hanno speso la loro vita in terra di missione da Fidei Donum anche versando il proprio sangue come il beato don Alessandro Dordi ucciso in Perù.

S. E. Mons. Francesco Beschi (vescovo della diocesi di Bergamo) ha tenuto una lectio Magistralis introducendo il tema del convegno dal titolo “Vocazione: vivere per dono”. Mons. Beschi ha sottolineato che è necessario partire dalla consapevolezza che ciascuno è un dono a sé stesso e che l’altro è un dono. Il dono è ragione, profilo e criterio interpretativo della missione perché il missionario è discepolo «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea» (Mt 28,7). Relazione e dono si richiamano continuamente, perché il dono manifesta tutta la sua generatività nella relazione. Oggi la missione ha come modello una comunità che accoglie il dono in modo disinteressato e non disinteressante con una prassi profetica.

Nel corso del convegno abbiamo anche avuto la possibilità di ascoltare le testimonianze di S.E. Mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti già missionario Fidei Donum in Kenya; la testimonianza di don Gian Domenico Epis Fidei Donum bergamasco in Costa D’Avorio; i coniugi Daniele ed Elisa, missionari in Bolivia; una giovane docente di nome Anna, missionaria in Albania e padre Gianfranco Testa, missionario della Consolata. Dalle testimonianze dei missionari abbiamo raccolto alcuni spunti significativi per la nostra vita: l’importanza di “vivere” con la gente anche in situazioni di ingiustizia; prendersi il tempo necessario per “stare” nelle relazioni; la necessità di reinventarsi continuamente; e l’importanza della corresponsabilità tra preti e laici.

Al termine del convegno don Giuseppe Pizzoli, direttore generale della fondazione Missio, ci ha consegnato tre parole che sintetizzano gli interventi delle giornate che abbiamo vissuto.

  • grazia: dono dell’amore di Dio che precede ogni nostro merito;
  • gratuità: stile di vita indispensabile per qualsiasi missione;
  • gratitudine: forza che sostiene e rende indistruttibili le relazioni con Dio e con i fratelli.

All’interno di queste tre parole è contenuto il concetto di dono, offerto e ricevuto in uno scambio di arricchimento reciproco e quello della libertà, di chi decide di offrire un dono e di chi lo riceve.

Rispetto alla scorsa edizione 2021, tenutasi in streaming a causa della pandemia Covid, questo convegno è stata l’occasione per poter vivere la gioia di stare insieme, conoscere nuovi volti e gustare la ricchezza delle diverse esperienze su tutto il territorio nazionale. Siamo grati nei confronti della fondazione Missio e dei nostri formatori per averci dato la possibilità di partecipare a questa bellissima esperienza formativa. Prossimo appuntamento a Milano in occasione del Festival della Missione dal 29 settembre al 02 ottobre 2022.

Salvatore Carone e Manuel Rizzo

Veglia di Pentecoste nella sinodalità

Veglia di Pentecoste alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Sabato 4 giugno alle ore 21.00 i referenti diocesani del Cammino sinodale, mons. Maurizio Aliotta e Valeria Macca, consegneranno un documento frutto di numerosi incontri sul territorio e di “ascolto reciproco” che chiude la prima tappa del Cammino sinodale.
Incontreremo l’arcivescovo per la consegna della sintesi diocesana, frutto delle vostre sintesi particolari, e invocare lo Spirito Santo – spiegano i due referenti – perché possiamo proseguire nel discernimento che dovremo operare per una conversione che renda credibile la profezia che la Chiesa deve offrire al mondo“.

 

“Ci troverete nelle periferie dell’umanità fragile e ferita”

Se ci cercate ci troverete nelle periferie dell’umanità fragile e ferita”. Sono queste le parole pronunciate da Giovanni Rocca, Segretario nazionale di Missio Giovani, che forse meglio riassumono il senso dei quattro giorni di Comigi, il “grande convengo dei giovani che hanno a cuore il mondo e la missione”. Quest’anno a ospitarlo è stato il complesso della “Fraterna Domus” a Sacrofano (Roma) e sono stati coinvolti più di trecento giovani provenienti da ogni parte d’Italia.

Sono stati giorni molto intensi e carichi di emozione che hanno permesso a noi, un piccolo gruppo di giovani provenienti dalla diocesi di Siracusa, guidati da don Salvo Musso e la nostra responsabile Pinella La Terra, di entrare a contatto con realtà diverse e affascinanti e di conoscere persone che avevano tanto da offrire.  Non c’era forse modo migliore di iniziare questa esperienza che con l’incontro con Papa Francesco. Nella giornata del 22 aprile egli ha accolto tutti i giovani missionari nella “Sala Clementina” del Palazzo Apostolico. Avere avuto la possibilità di ascoltare le sue parole è stata un’esperienza che ci porteremo dentro per sempre. Il suo messaggio si è basato su tre verbi principali: “Rialzati, prenditi cura e testimonia”, i quali sono stati poi i temi principali che hanno caratterizzato le diverse attività svolte durante le tre giornate del Comigi. Un messaggio di speranza, che ci invita a non abbandonarci alla rassegnazione, ma a continuare a lottare per un mondo più giusto e più bello.

Dopo il saluto iniziale del Papa, ci siamo recati presso la “Fraterna Domus” per iniziare le attività con un momento di riflessione iniziale, in cui si sono discussi diversi temi di attualità.  Sono stati molti i momenti di preghiera, fra cui la messa mattutina e la veglia serale, ed anche i momenti di riflessione sul messaggio delle Sacre scritture, tramite “lectio divine” guidate da vari ospiti illustri. Sono dodici i workshop che ci hanno dato la possibilità di sperimentare e di crescere umanamente, come quello sul Giornalismo, tenuto dal giornalista di TV2000 Maurizio Di Schino, oppure quello sull’integrazione, sui social e tanti altri. I diversi “aperitivi” ci hanno dato invece la possibilità di ascoltare missionari che avevano svolto la loro missione in contesti difficili, in cui spesso la speranza è una risorsa rara. In un mondo che predilige la valorizzazione dell’imperfezione e dei fallimenti, in cui sono presenti tiepidezza, infedeltà, confusione intellettuale e angoscia spirituale, noi giovani ci riuniamo per far presente la nostra volontà di essere cittadini migliori, per far fronte alle crisi innegabili del nostro tempo e per far parlare dell’unica verità che è Dio. Egli ci insegna a non avere paura, ci chiede di stargli vicino, di permettergli di parlare ai nostri cuori; ci spiana la strada, ci offre amicizia, amore e pace. Noi giovani vogliamo essere un focolare ardente per il mondo, perché crediamo nella nostra capacità di creare un mondo migliore.
Siamo tornati a casa con il cuore pieno, con una fede rinnovata e con l’amore ancora più grande per la missione, che cercheremo sempre di portare nella nostra quotidianità. Ci ritroviamo molto nel messaggio del proverbio africano: “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”: questo è quello che vorremmo trasmettere anche a voi.

Maria Fantini e Francesco Zito