Archivio Tag: mons. Francesco Lomanto

Messaggio al mondo della scuola

Mons. Lomanto: “Formatevi per costruire la pace”

Questi anni di crescita e di formazione possano essere occasione propizia di edificazione umana, personale e comunitaria, per realizzare appieno il desiderio di felicità che ciascuno custodisce nel proprio cuore. La Scuola sia per tutti il luogo privilegiato e il tempo della cultura per una buona e serena vita nella costruzione del bene comune“.

Così scrive l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rivolgendosi agli studenti della scuola siracusana nel suo messaggio per l’inizio dell’anno scolastico.

Con voi ringrazio il Signore perché ci dona la possibilità di studiare e di confrontarci, ma anche di riflettere sulle inquietudini del nostro tempo.Le continue notizie di guerre e di conflitti che ‒ da ogni parte del mondo ‒ opprimono i popoli, ci inducono a considerare l’altissimo ruolo educativo di cui l’istituzione scolastica è responsabile. Insieme con la famiglia, infatti, la Scuola è l’ambito preferenziale ove si formano gli uomini e le donne del domani, si forgiano le coscienze, si infondono quei valori necessari all’edificazione di una società migliore e più propriamente umana“.

Mons. Lomanto ha ricordato che la “pace è un valore irrinunciabile” e ha richiamato le parole di papa Francesco: «sono chiamati figli di Dio coloro che hanno appreso l’arte della pace e la esercitano, sanno che non c’è riconciliazione senza dono della propria vita, e che la pace va cercata sempre e comunque» (Udienza generale del 15 aprile 2020).

Carissimi, camminiamo anche noi sui sentieri della pace. Esercitiamoci nell’arte della pace – ha aggiunto l’arcivescovo –. È un’arte che passa dal compiere i nostri doveri di responsabilità: dallo studio alla conoscenza, dall’apertura all’altro all’impegno a farsi compagni di strada, dal rispetto alla comprensione che tutti siamo partecipi della stessa dignità. Non basta rimanere inorriditi di fronte alle terrificanti notizie di guerra – ha concluso mons. Lomanto –, è piuttosto urgente che ciascuno di noi, con lealtà e verità, si adoperi affinché la pace regni nell’ambiente in cui si trova“. 

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Alla Fondazione Sant'Angela Merici anche l'emerito mons. Costanzo

L’arcivescovo alla Via Crucis: “Celebriamo la Pasqua nella nostra vita”

“Vi auguro di vivere il mistero della Pasqua con sentimenti di speranza e di gioia. Celebriamo la Pasqua nella nostra vita”. E’ l’augurio che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto stamane partecipando alla Via Crucis comunitaria lungo i viali della Fondazione Sant’Angela Merici.
“Sono lieto di aver percorso un tratto della via crucis e aver pregato con voi – ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto -. Questa giornata è dominata dalla presenza della croce e da questo giorno la croce ha segnato la nostra storia, la nostra chiesa, la nostra vita. Il mistero della croce e della morte di Gesù è la manifestazione più alta dell’amore di Dio per noi. Perchè il Signore ci ha dato se stesso, fino in fondo. Gesù venuto nel mondo per la nostra salvezza. Apriamo il nostro cuore per accogliere l’amore di Dio e lasciamoci condurre da Lui”. Ad aprire la Via Crucis è stato l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo.
Presenti ospiti, familiari, personale e volontari di tutti i centri della Fondazione. “La via della croce che abbiamo condiviso esprime per noi non un giorno dell’anno, ma i 365 giorni dell’anno in un luogo dove la sofferenza è di casa ma lo è anche l’amore – ha detto don Alfio Li Noce, presidente della Fondazione Sant’Angela Merici -. Oggi contempliamo un amore che ci ha redenti e ci ha salvati. Per cui siamo grati a tutti gli ospiti della Fondazione: erano presenti dall’istituto di Siracusa, da Canicattini, dalla casa di riposo “mons. Gozzo”, i fratelli immigrati e gli ospiti di casa alloggio “Madonna delle Lacrime”. Qui insieme abbiamo condiviso la possibilità ed il dono di sentirci in cammino non da nomadi ma da pellegrini. Un cammino orante, confortato da una grazia che è sanante e santifica. Viviamo una Pasqua all’insegna dell’amore affinché tutti possiamo essere generatori di pace”.
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Mons. Lomanto: “Dio ci abilita a realizzare la missione di servizio e di amore nel mondo”

“Il sacerdote tanto più è vero, quanto più veramente vive il suo sacerdozio nell’umiltà più profonda. Per realizzare un’efficacia reale nel ministero occorre divenire puro strumento dell’amore di Cristo Gesù. È Dio che vi ha scelto e vi ha chiamato ed Egli non vi abbandonerà. Abbiate sempre fiducia. Solo una grande fiducia in Dio vi renderà fedeli alla vocazione, fecondi nel ministero e felici nella vita”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rivolgendosi ai sacerdoti questa mattina nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime presiedendo la messa del Crisma. La celebrazione eucaristica che apre il giovedì santo nel corso della quale avviene la consacrazione del crisma e la benedizione dell’olio degli infermi e dei catecumeni ed il rinnovo delle promesse sacerdotali. Mons. Lomanto ha salutato mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito, e mons. Carmelo Ferraro, vescovo emerito di Ragusa, che hanno concelebrato.
“La nostra consacrazione esige il distacco da noi stessi e la separazione dal mondo del peccato, in quanto viene aggiunta alla nostra vita la vita immensa di Dio, cosicché o si vive in Dio o non si vive affatto; implica una sublimazione in Dio di tutto il piano umano, per essere e rimanere con Lui, per lasciarci abitare da Lui; eleva alla vita di fede luminosa, apre alla preghiera, espressione vera, autentica e necessaria dell’alta misura della vita cristiana; e, trascendendo la nostra condizione terrena, inserendoci in una sempre più perfetta identificazione a Cristo Figlio di Dio e Salvatore, ci abilita a realizzare la missione di servizio, di amore, di salvezza nei confronti del mondo” ha detto l’arcivescovo di Siracusa che ha invitato a pregare per i laici: “chiamati a testimoniare nella Chiesa e nella società odierna la luce della fede, la certezza della speranza e l’operosità della carità. Pregate anche per me, perché sia fedele al mio ministero e tra voi diventi sempre più sacramento vivo della presenza di Cristo Buon Pastore. Infine, vi chiedo di pregare intensamente perché il Signore doni alla Chiesa numerose e sante vocazioni al ministero ordinato e alla vita religiosa. Sosteniamo con la preghiera il Seminario, i Monasteri, gli Istituti religiosi e secolari. Accogliamo gli oli che provengono dal Giardino della memoria delle stragi di Capaci, a trentadue anni da quell’evento criminale, e dalla munificenza dei produttori della Coldiretti, che anche quest’anno rinnovano il loro dono”.
Infine mons. Lomanto ha richiamato l’Anno Luciano che stiamo vivendo: “Santa Lucia ci sostenga nel cammino di fede e nelle vicende della vita, per crescere nella santità, esercitare la carità divina e costruire insieme, con spirito sinodale, l’avvenire della Chiesa e un mondo sempre più fraterno, e così testimoniare al mondo l’avvento del Regno di Dio in cui vive solo l’Amore”.
Nel pomeriggio di oggi, alle ore 18.30, l’arcivescovo Lomanto presiederà la messa in Cœna Domini nella chiesa Cattedrale.
Domani 29 marzo, venerdì santo, alle ore 10.30 l’arcivescovo Lomanto sarà presente alla Via Crucis comunitaria, che si terrà lungo i viali della Fondazione Sant’Angela Merici in via Peppino Impastato, partecipata dagli ospiti, dai familiari, dal personale e dai volontari di tutti i centri della Fondazione.
Venerdì, alle ore 18.30, adorazione della croce in Cattedrale. Sabato 30, mons. Lomanto presiederà la veglia pasquale alle ore 22.00 sempre in Cattedrale.
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Mons. Lomanto: “Costruiamo insieme un mondo reale”

Dobbiamo costruire innanzitutto un mondo reale. Un mondo di pace che ci veda tutti uniti. Un mondo concreto, visibile. Un mondo in cui è presente la realtà virtuale, l’intelligenza artificiale, la tecnologia, nuovi strumenti che devono servire per nobilitare l’uomo. Ma tutto questo non può annullare il cuore umano, la mente umana, la personalità. È necessario ridare un cuore all’umanità. Un cuore che sia il centro non solo della persona, ma che possa esprimere il senso vero della comunione con gli altri”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, incontrando oggi i giornalisti e gli operatori della comunicazione per il tradizionale scambio di auguri in occasione della Pasqua.
La Pasqua, che è dono di Dio per il nostro cammino di fede, deve avere un riflesso nella nostra vita concreta. Perché dalla Pasqua liturgica bisogna vivere la Pasqua esistenziale, la Pasqua della nostra vita, del nostro incontro con gli altri.  Portare la luce della Pasqua nelle relazioni che costruiamo ogni giorno, nei luoghi che abitiamo, nelle comunità, nelle persone che incontriamo. Calare nell’esistenza il senso profondo della Pasqua significa portare quel seme di speranza che riguarda il mistero della vita. La Pasqua di Gesù, come anche la Pasqua nostra, non è il ritornare in vita, come è avvenuto per Lazzaro, ma vivere la pienezza della comunione con il Risorto, il cui segno per noi che viviamo nel tempo, è l’Eucarestia, il sacramento”.
Mons. Lomanto ha ricordato che “il mondo che siamo chiamati ad abitare, a vivere, a rinnovare, a costruire è un mondo sacro, non l’abbiamo costruito noi. Lo abbiamo trovato: è dono di Dio e dono dell’Assoluto. Ma è un mondo sacro, non profano. Noi lo rendiamo profano con le nostre opere, con le nostre azioni, con la nostra cattiveria, con i nostri atti di violenza, con gli inquinamenti di ogni genere, lo allontaniamo dal suo vero senso. Invece dobbiamo santificarlo”.
Riferendosi poi alle guerre e ai conflitti nelle diverse parti del mondo, l’arcivescovo di Siracusa ha ricordato che è fondamentale la preghiera “ma possiamo impegnarci nel nostro piccolo mondo a costruire la nostra pace. Anche se siamo in un oceano di guerra, una goccia di pace fa sempre bene. Anche se siamo nel buio più fitto della storia, un barlume di luce spezza sempre le tenebre. Quella goccia di pace e quel seme di pace porterà attorno a noi in mezzo a noi non non raggiungerà sicuramente questi scenari di guerra. Però è sempre un seme che viene dall’alto e che porterà il suo frutto: magari tutti potessimo fare un’azione del genere. Tante tante gocce o tanti semi potrebbero costruire un giardino o un nuovo oceano di pace. Perché siamo chiamati a camminare verso una meta e questo deve infonderci fiducia, gioia, speranza. Malgrado le cose non si svolgono secondo le nostre vedute, secondo i nostri desideri, malgrado le cose affrontano i passaggi obbligatori dei drammi della storia o delle croci.  Ma dentro di noi deve albergare quella luce, quella speranza che dopo i giorni della croce vengono sempre quelli della risurrezione”.
Mons. Lomanto si è rivolto agli operatori della comunicazione: “Voglio augurare a voi, alle vostre famiglie, soprattutto per il vostro servizio, una santa Pasqua per portare i valori del Vangelo, la gioia del Vangelo, i valori della vita, l’etica del buon costume, perché se tutti costruiamo il bene, alla fine il bene si assomma ed è per tutti. E se invece litighiamo, abbiamo sempre una sconfitta. Invece, se ci impegniamo a costruire il bene comune, non solo ci sentiremo più forti, più uniti. Ma nel bene comune vivremo il senso, la presenza di un mistero che ci attraversa e che ci apre a un valore, a una meta, a un traguardo, a un frutto che vale per sempre, che dura per sempre e che la nostra vera felicità Tutto questo certamente bisogna incarnarlo nella propria vita, bisogna percepirlo, sentirlo e costruirlo nella semplicità di ogni giorno. E viviamo così la Pasqua del Signore Gesù, impegnandoci su tutto, perché a voi è demandato un compito fondamentale: quello di trasmettere non solo i valori del Vangelo, ma della vita, per sostenere, aiutare l’uomo, le persone, le famiglie, l’umanità di oggi a rendersi consapevole della propria dignità e di costruire un avvenire sempre più umano e più giusto che da felicità a tutti”.
E’ intervenuto subito dopo il segretario provinciale di Assostampa, Prospero Dente, che ha rivolto un pensiero ai colleghi che si occupano tutti i giorni di raccontare la guerra: “a chi ci racconta cosa stanno vivendo quei popoli”. E rivolgendosi all’arcivescovo ha ringraziato per “l’incoraggiamento a trasmettere speranza nella società. E’ un’iniezione di fiducia per andare avanti. Voglio ricordare la frase di papa Francesco in riferimento all’intelligenza artificiale: l’importante è non diventare cibo per gli algoritmi. Ognuno di noi vive sulla propria pelle questa responsabilità. Sappiamo quanto e difficile governare quanto sta accadendo restando testimone credibile”. Il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, e segretario nazionale UCSI, Salvatore Di Salvo, ha citato il messaggio di papa Francesco del 2014 “quando dice che non bisogna costruire una rete di fili ma una rete umana. Noi siamo qui raccontiamo. A volte la guerra l’abbiamo nelle nostre città. Ci sono dei muri e noi dobbiamo avere la capacità di scovare le storie dimenticate. Che non hanno la possibilità di venire alla ribalta e allora dobbiamo narrare le periferie con un occhio di riguardo e non c’è intelligenza artificiale che lo può fare”.
Come tradizione i giornalisti hanno donato un quantitativo di pane all’arcivescovo da destinare ai poveri. Il presidente provinciale dell’UCSI Siracusa, Alberto Lo Passo, ha annunciato che quest’anno è stata scelta la parrocchia della Sacra Famiglia di Siracusa.

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Venerdì alle ore 20.00 al Santuario della Madonna delle Lacrime

Atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

Venerdì prossimo Papa Francesco consacrerà il mondo intero, ed in particolare la Russia e l’Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria. La celebrazione avrà luogo alle ore 17.00 nella Basilica Vaticana. Accogliendo l’invito del Santo Padre a pregare per la pace, l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, invita alla veglia di preghiera che si terrà venerdì 25 alle ore 20.00 alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrimeper unirci spiritualmente all’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Certi che “alla sue sante lacrime Gesù nulla rifiuta” vi esorto ad un’intensa comunione di preghiera“.
Al Cuore Immacolato di Maria, il Pontefice consacrerà l’Ucraina e la Russia, mentre a Fatima, per suo volere, farà lo stesso il suo elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski. L’auspicio del Papa è che l’atto di consacrazione dei popoli al Cuore Immacolato di Maria “porti la pace al mondo intero”.
A Siracusa i fedeli, riuniti in Santuario, pregheranno davanti al quadretto in gesso che raffigura la Madonna che mostra il proprio Cuore Immacolato. Quel quadretto dal quale dal 29 agosto al 1 settembre 1953 sgorgarono lacrime umane.
Il primo dono del Risorto ai discepoli è la pace – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto -. La prima pace che siamo chiamati a vivere è la pace prima di tutto di noi stessi con Dio, pace che nasce dall’unione con Lui per cui non possiamo vivere più altra vita che la sua. Questa è la prima pace: l’unione più intima con Dio. Nell’unità col Cristo noi dobbiamo vivere anche un’altra pace con tutti gli uomini”. E contenuto essenziale dell’annunzio cristiano è “la ricerca della pace“.
Papa Francesco ha rivolto anche questa mattina ancora una volta l’invito a fermare le guerre: “Chiediamo al Signore della vita che ci liberi da questa morte della guerra: con la guerra tutto si perde, tutto – ha detto il Pontefice -. Non c’è vittoria in una guerra: tutto è sconfitto. Che il Signore invii il suo Spirito perché ci faccia capire che la guerra è una sconfitta dell’umanità, ci faccia capire che occorre invece sconfiggere la guerra. Lo Spirito del Signore ci liberi tutti da questo bisogno di autodistruzione che si manifesta facendo la guerra“. Papa Francesco ha esortato anche a pregare “perché i governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione del problema”, che “la soluzione è lavorare insieme per la pace e, come dice la Bibbia, fare delle armi strumenti per la pace”.

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In allegato l’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria composto dal Santo Padre Francesco. E’ desiderio dell’Arcivescovo mons. Francesco Lomanto che l’Atto venga recitato anche nelle parrocchie della nostra Arcidiocesi il 25 marzo, a conclusione della messa.

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Si celebra la Giornata per la Vita in Cattedrale

Domenica prossima, 6 febbraio, sarà celebrata 44ª Giornata nazionale per la vita con il titolo: “Custodire ogni vita“.
“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15). “Al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza, la pandemia ha messo in luce numerose fragilità a livello personale, comunitario e sociale. Non si è trattato quasi mai di fenomeni nuovi; ne emerge però con rinnovata consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita”. Sono le parole dei nostri vescovi del Consiglio Episcopale Permanente della CEI che in maniera chiara aiutano a leggere il tempo che stiamo vivendo, in cui solitudini, fragilità e povertà sembrano essere sempre più diffuse, “ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme” (Papa Francesco, Omelia, 20 ottobre 2020). “Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione”.

L’Ufficio della Pastorale per la Famiglia dell’Arcidiocesi propone due testimonianze significative, una affidata alla dott.ssa Antonella Franco, direttrice del reparto Malattie Infettive dell’ospedale “Umberto I” di Siracusa, “impegnata a curare i tanti pazienti contagiati da covid 19, con professionalità, senso del dovere e testimonianza di fede; essendo stata lei stessa, nei tempi più difficili, contagiata – spiegano i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro . Fu tra le prime a vaccinarsi e a promuovere il vaccino senza il quale, come ha riferito, avrebbe subìto conseguenze più gravi. L’altra testimonianza è affidata a fra Gaetano La Speme e alla prof.ssa Lucia Corso, entrambi membri del direttivo del nuovo Consultorio Familiare della nostra Arcidiocesi, una nuova speranza per le tante famiglie che necessitano di essere supportate: “A partire dalla persona umana, (il Consultorio Familiare) si propone la promozione e la salvaguardia dei valori della vita, dell’amore e della sessualità, del matrimonio, della coppia e della famiglia””.

Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto. “Senza la Santa Messa a nulla vale celebrare questa Giornata! Per noi credenti celebrare la Vita significa celebrare e testimoniare con coraggio Gesù Risorto, Via, Verità e Vita. In Cristo l’umanità è rigenerata, rinfrancata, rivitalizzata, ricreata. In questi tempi capita più spesso di sentirsi soli o scoraggiati. Lo sguardo al Crocifisso ci ricorda che nessuno rimane mai solo, perché incontra sempre uno sguardo d’amore che accoglie, consola, custodisce. L’Eucaristia, è fonte di vita da cui scaturisce la capacità di amare e donare, a nostra volta, la vita. Lasciamoci custodire dal Risorto, per essere testimoni della gioia, custodi dei fratelli e del creato” concludono i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro.

L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sul canale You Tube e sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi di Siracusa. E sul canale Instagram e sul canale You Tube di Radio Una Voce Vicina.
Inoltre sarà trasmesso in diretta sulle emittenti televisive Teleuno Tris (canale 172), Video 66 (canale 286) e Medical Excellence (canale 86).

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Anniversario dell'ordinazione episcopale e apertura del Cammino sinodale

“Perchè siano perfetti nell’unità”: mons. Lomanto scrive alla comunità diocesana

E’ stata rinviata ad altra data la celebrazione programmata per domani sera nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime nell’anniversario dell’Ordinazione episcopale e dell’ingresso dell’Arcivescovo mons. Francesco Lomanto
Considerate le ordinanze del Dipartimento di Protezione civile e dell’Autorità comunale è stato deciso di rinviare la celebrazione alla quale avrebbero partecipato fedeli provenienti da tutta la Diocesi.
Esattamente un anno fa, il 24 ottobre del 2020, mons. Lomanto è stato ordinato vescovo nel tempio mariano e ha fatto il suo ingresso in Diocesi, succedendo a mons. Salvatore Pappalardo che si è dimesso per raggiunti limiti di età.  

Nell’occasione, mons. Francesco Lomanto avrebbe dovuto dichiarare l’apertura, nella nostra Arcidiocesi, del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia.

E al termine della celebrazione mons. Lomanto avrebbe dovuto consegnare alla comunità la lettera pastoraleUt sint consummati in unum” (Gv 17,23) (“Perchè siano perfetti nell’unità”). Una lettera indirizzata ai presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, seminaristi e fedeli tutti della Chiesa di Siracusa. Si tratta di una traccia di riflessione con lʼintento di offrire alcune indicazioni a sostegno della cura pastorale e del cammino spirituale delle nostre comunità ecclesiali.

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L'arcivescovo Francesco Lomanto scrive alla comunità scolastica

“Percorrete questo tragitto con consapevolezza”

Fate in modo di vivere questo tempo con intensità e slancio, non siate come chi va in giro senza una meta, ma percorrete questo tragitto con la consapevolezza di chi sa che ognuno dei vostri giorni è un dono che Dio vi fa, perché possiate edificare il vostro futuro guardando non soltanto alla vostra realizzazione, ma al bene di tutta la Comunità. Dalle vostre fila verranno fuori quelle professionalità che, a vario titolo, sono state indispensabili in questo tempo di pandemia e quelle che sempre giovano al bene comune“. Lo scrive l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto nel suo messaggio al mondo della scuola all’inizio dell’anno scolastico.

E’ la prima volta che da Pastore della Chiesa di Siracusa, mons. Lomanto si rivolge alla comunità scolastica. “Immagino quante attese ed emozioni possano abitare i vostri cuori, nel momento in cui vi accingete a tornare “fra i banchi”. In particolar modo, mi metto nella situazione di chi, fra voi, inizia un nuovo ciclo scolastico, di chi si appresta a vivere la novità di una realtà ancora sconosciuta, con quello stupore che è proprio di voi giovani. Ma quest’anno è un “nuovo inizio”, un po’ per tutti voi. Molti, infatti, in ragione della pandemia, sono stati costretti, lo scorso anno, a svolgere la didattica a distanza. Questa, pur essendo una modalità operativa che ha consentito di contenere, ad un tempo, i rischi del contagio e quelli che sarebbero derivati da una cessazione tout court delle lezioni, ha certamente comportato il venir meno della realtà delle relazioni fra compagni di cammino. La realtà virtuale ha preso il posto di quella quotidianità che è fatta di sguardi, di sorrisi, di incontri che lo schermo di un computer non può, a lungo andare, sostituire.

Nella sua Prima Lettera, San Giovanni, scrive così: “Ho scritto a voi, giovani perché siete forti” (1Gv 2,14b). E anch’io, oggi, faccio eco a questa frase della Sacra Scrittura. Siete forti perché con la vostra costanza e la vostra determinazione siete riusciti, con l’aiuto dei vostri familiari e dei vostri docenti, a superare un anno per nulla facile; avete sviluppato delle potenzialità forse a voi ignote, avete probabilmente compreso la bellezza di quelle cose semplici che ordinariamente sottovalutiamo. Ma quando l’ordinarietà ci è tolta, quando, per una qualsiasi ragione, ci viene sconvolta, è allora che iniziamo ad apprezzare le cose di ogni giorno, quel tesoro che è nascosto nella vita ordinaria. Tornate, dunque, oggi alla didattica in presenza, alla tanto agognata “normalità” che, con le necessarie cautele che dovremo continuare a osservare, vi consentirà di vivere quella concreta esperienza di fraternità che si costruisce fra i banchi di scuola. Sono anni bellissimi quelli che vivete: gli anni della formazione dell’intelletto, dello sviluppo della persona, della costruzione di amicizie che vi porterete per tutta la vita, dell’apertura del cuore, delle scelte generose e ambiziose. Sono gli anni meravigliosi della scuola“.

Mons. Lomanto si è rivolto anche ai docenti, al personale non docente e alle famiglie degli studenti: “Anzitutto un ringraziamento per la bella testimonianza che avete dato, durante le restrizioni causate dalla pandemia, nel ripensare alle modalità del rapporto con i vostri studenti, nel riorganizzare le modalità della proposta educativa, nel “buttare il cuore al di là dell’ostacolo”. Così facendo avete dimostrato che l’educazione non è un qualsiasi “mestiere”, ma è, piuttosto, una missione, la risposta a una vocazione e che i beni in gioco sono talmente grandi da non poter essere trascurati, quale che sia il costo da pagarne. Al riguardo, vorrei raccomandarvi di aver sempre presente che il Signore ha posto nelle vostre mani ciò che è a Lui più caro: i bambini, i ragazzi, i giovani.
La Sacra Scrittura è chiara nel porre questi a modello dei cristiani e a condannare chi non ne abbia rispetto. Voi, insieme alle famiglie, svolgete il primario ruolo dell’educazione, ossia del trarre fuori, da chi è affidato alla vostra cura, il meglio: ciò che è meglio per ciascuno di loro, ciò che è meglio per la Società nel suo complesso.
Su tutti voi – ha concluso l’arcivescovo – invoco la benedizione del Signore, il datore di ogni bene, perché possa consentirvi di vivere con intensità questo anno scolastico, perché vi dia la grazia di sperimentare un’autentica fraternità, perché possiate crescere in sapienza, ponendo oggi le basi per un mondo più fraterno e più orientato al bene“.

 

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Mons. Lomanto ha ricevuto il Pallio da Papa Francesco

L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha ricevuto questa mattina il Pallio, segno della dignità Metropolitana. Mons. Lomanto si è unito alla concelebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco, nella Basilica Vaticana, nella Festa dei SS. Pietro e Paolo.

In particolare l’arcivescovo ha letto il giuramento ed è stato concelebrante accanto al Pontefice.

Nell’occasione il Papa ha benedetto il Pallio, destinato al titolare della nostra sede arcivescovile. Il Pallio è il simbolo del legame speciale dell’arcivescovo di Siracusa con il Papa ed esprime la potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, il nostro arcivescovo, in quanto Metropolita, acquista di diritto nella propria giurisdizione. Sempre oggi, l’arcivescovo ricorda il 35esimo anniversario di ordinazione sacerdotale.

Papa Francesco, subito dopo la messa, ha consegnato il pallio ad ogni arcivescovo: mons. Lomanto è stato il primo a riceverlo: “Coraggio la Madonna delle Lacrime la custodisce” sono state le parole rivolte dal Santo Padre al nostro arcivescovo.

“E’ stata una grande emozione nel segno della chiamata alla volontà del Signore che ti conduce, ti guida e ti vuole al suo servizio – ha detto mons. Lomanto -. E’ il segno dell’unità con la fede di Pietro nel dono della propria vita come ha detto il Papa. Donarsi totalmente al Signore in unità al successore degli apostoli”. 

Papa Francesco ha voluto, dal 2015, modificare le modalità di conferimento di questa sacra insegna che non viene più imposta direttamente dal Santo Padre, ma solo ricevuta dalle Sue mani in forma privata al termine della concelebrazione. Sarà il rappresentante pontificio in Italia, il Nunzio apostolico mons. Emil Paul Tscherrig, ad imporlo nomine Summi Pontificis a Mons. Lomanto nella concelebrazione conclusiva dei festeggiamenti in onore della Madonna delle Lacrime programmata per il prossimo 1 settembre nel Santuario della Madonna delle Lacrime.

 

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Mons. Francesco Lomanto per la 55esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

“Costruiamo relazioni fondate sulla verità”

“Oggi abbiamo tutti il desiderio forte di incontrare, di relazionarci, ma spesso accade di chiuderci in noi stessi per sentirci protetti e spesso farci apparire diversi. Papa Francesco ci invita a costruire una relazione per raccontare la vera vita”.
Lo scrive mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa e delegato episcopale per le Comunicazioni Sociali e la Cultura della Conferenza Episcopale Siciliana  oggi nella 55esima Giornata mondiali delle comunicazioni sociali riprendendo il messaggio di Papa Francesco.
“Sull’esempio di Paolo di Tarso ricorda che “furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare ed ebbero la fortuna di passare del tempo con lui”.
Ed allora abitare “la relazione con Lui” diventa fondamento, stile, criterio “per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta” al fine di comunicare la verità.
Lʼincontro personale diventa essenziale per vivere e per raccontare la vera vita. La comunicazione scaturisce da “una conoscenza diretta, nata dall’esperienza, non per sentito dire”. Non è possibile conoscere la verità se non se ne fa esperienza, se non si incontrano le persone, se non si partecipa alle loro gioie e ai loro dolori.
Papa invita alla ricerca della verità. Si tratta di comprendere la complessità della realtà, senza accontentarsi delle soluzioni superficiali; si pone l’istanza della correttezza umana e intellettuale, del coraggio e dell’amore alla verità anche contro i propri interessi personali”.

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