Archivi della categoria: Primo piano

UN NUOVO SACERDOTE IN DIOCESI

‘Conoscere significa intessere relazioni vere e forti con la porzione del gregge di Cristo affidato alle nostre cure; significa far nostre le gioie e le sofferenze, le attese e le speranze del nostro popolo. Significa condivisione e servizio, testimonianza e dono della propria vita. Papa Francesco, nella sua omelia del Giovedì Santo, ha pronunciato quelle parole che devono diventare programma di vita per noi sacerdoti: occorre – Egli ci ha detto – che siamo pastori con ‘l’odore delle pecore’. Come il Buon Pastore, Stephen, offri la tua vita, il tuo servizio, la tua preghiera, il tuo amore per i fratelli e le sorelle che il Signore porrà sul tuo cammino e che affiderà al tuo ministero’. Così l’arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo nell’omelia dell’ordinazione sacerdotale del diacono fra Stephen Maria Sibanda o.s.m. (che appartiene all’Ordine dei Servi di Maria).

Nella Parrocchia di Maria SS. Addolorata dei Servi di Maria a Grottasanta, l’arcivescovo ha presieduto la celebrazione con l’imposizione delle mani e recitando la preghiera di ordinazione, alla presenza tra gli altri del Priore provinciale, fra Sergio M. Ziliani o.s.m.. Fra Stephen, residente nella comunità Maria SS. Addolorata a Grottasanta, nato 32 anni fa a Lupane (Zimbabwe), ha compiuto gli studi teologici presso la ‘Pontificia Facoltà Teologica Marianum’ di Roma. Il 27 ottobre del 2012 ha emesso la Professione Solenne presso il Santuario SS. Annunziata di Firenze e il 30 novembre 2012, nella parrocchia di Maria SS. Addolorata è stato ordinato Diacono dall’Arcivescovo Pappalardo.

‘Carissimo Stephen, il Signore ha disposto che tu fossi iniziato al ministero sacerdotale proprio in questa domenica del Buon Pastore – ha continuato mons. Pappalardo -. Nel brano del Vangelo troviamo inoltre una interessante correlazione: le pecore ascoltano e seguono il pastore. Ma su cosa si basa l’ascolto della voce di Gesù e la sequela da parte dei discepoli? La risposta a questa domanda si trova negli atteggiamenti del pastore. Gesù conosce le pecore e dona loro la vita eterna. La conoscenza reciproca tra Pastore e pecore è una relazione fondata sull’amore di Gesù per i suoi discepoli fino al dono della vita. Carissimo Stephen: ispira il tuo servizio e la tua vita al vero modello del pastore, che è Cristo Gesù. Carissimi confratelli sacerdoti, mi pare che questa riflessione riguardi in modo speciale tutti noi che siamo costituiti pastori del gregge di Cristo. La cura pastorale non potrà mai essere da noi concepita come un attivismo delle iniziative e delle opere (che talvolta sono solo espressioni del nostro orgoglio); essa, invece, attinge la sua autenticità nella relazione con Cristo Buon Pastore e con il Padre suo, cui appartengono le pecore. Lo zelo pastorale verso le pecore del gregge di Cristo deve essere continuamente alimentato da una vita di autentica relazione con il Signore. Nella misura in cui cresce la nostra fede e il nostro amore per il Signore, sarà autentico ed efficace il nostro ministero pastorale. Da qui la nostra spiritualità sacerdotale: essa si deve nutrire innanzitutto della contemplazione del volto di Cristo Buon Pastore, deve attingere continuamente al tesoro della grazia sacramentale e deve trovare nel costato del Crocifisso la sorgente della autentica carità pastorale”.

ORDINAZIONE SACERDOTALE A GROTTASANTA

Avrà luogo sabato prossimo, 20 aprile, alle ore 18.30, nella Parrocchia di Maria SS. Addolorata dei Servi di Maria a Grottasanta, l’ordinazione sacerdotale del diacono fra Stephen Maria Sibanda o.s.m. (che appartiene all’Ordine dei Servi di Maria) per l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo.
Fra Stephen, residente nella comunità Maria SS. Addolorata a Grottasanta, è nato 32 anni fa a Lupane (Zimbabwe). Inizia il periodo di Accoglienza presso la comunità di Nigel in Sud Africa nel 2003 e l’ingresso in Prenoviziato sempre a Nigel l’anno successivo. Dopo il Noviziato emette la Prima Professione il 6 luglio 2006 in Uganda. Nel 2009 completa gli studi di filosofia nella comunità di formazione in Uganda e nel 2012 gli studi teologici presso la ‘Pontificia Facoltà Teologica Marianum’ di Roma. Il Priore provinciale, fra Sergio M. Ziliani o.s.m., nel mese di settembre del 2012 lo assegna nel convento di Siracusa. Il 27 ottobre del 2012 emette la Professione Solenne presso il Santuario SS. Annunziata di Firenze e il 30 novembre 2012, nella Parrocchia di Maria SS. Addolorata è stato ordinato Diacono dall’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo.
‘L’ordinazione di fra Stephen è un evento di grande gioia e occasione propizia per riflettere sulla grandezza del sacerdozio ministeriale, istituito da Cristo, e da Lui lasciato come il più prezioso testamento alla sua Chiesa – ha detto fra Felice Maria Pumilia o.s.m. -. Riflessione che si fa urgente in questo tempo in cui si parla di una crisi di identità del sacerdote. Sarà una vera festa che porterà una ventata di aria nuova nella Chiesa, nel nostro Ordine e nella nostra Diocesi, in questo difficile momento caratterizzato dalla carenza di vocazioni’.
Il novello sacerdote celebrerà la prima messa domenica 21, alle ore 11.30, nella Parrocchia di Maria SS. Addolorata dei Servi di Maria a Grottasanta.
 
 
 
 

VISITA PASTORALE IN DIOCESI

Continua senza sosta il pellegrinaggio dell’Arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, nell’ambito della Visita Pastorale in Diocesi. Si è appena conclusa a Lentini, e già l’arcivescovo ha iniziato un nuovo momento di comunione nella comunità di Canicattini Bagni. Mercoledì l’arcivescovo si recherà all’Istituto Suore del Sacro Cuore per incontrare la comunità religiosa e nelle Case di accoglienza per anziani e per diversamente abili. Alle 12 è previsto in Municipio l’incontro con il sindaco e gli amministratori e il personale del Comune.

Una celebrazione eucaristica ha salutato l’arcivescovo domenica scorsa a Lentini, dopo i tanti momenti di comunione nelle comunità parrocchiali del Comune: Santa Maria la Cava e Sant’Alfio (ex Cattedrale e Chiesa Madre); San Luca; SS.ma Trinità e San Marziano; Santa Croce; Cristo Re; Sant’Antonio di Padova. Mons. Pappalardo ha voluto ringraziare tutti: ‘Sento il bisogno di manifestarvi i miei sinceri sentimenti di viva gratitudine per la cordiale accoglienza, per i tanti segni di affetto. Nei giorni della Visita si è aperto tra di noi un dialogo spontaneo, leale, interessante, proficuo. Ciascuna comunità parrocchiale ha raccontato di se stessa gli aspetti positivi, senza però sottacere eventuali carenze e difficoltà che ne rallentano la crescita e la vitalità e che, conseguentemente, ne limitano la capacità di testimonianza evangelica. La conoscenza che ho potuto acquisire nel corso della Visita mi permette di esprimere un giudizio senz’altro positivo circa la vita pastorale che di norma si svolge in ogni singola comunità parrocchiale: mi riferisco innanzitutto alla cura per il decoro delle celebrazioni liturgiche e di tutte le altre attività formative, sia quelle finalizzate alla preparazione ai sacramenti sia quelle che riguardano in genere la formazione alla vita cristiana. Un punto vorrei sottoporre alla vostra particolare attenzione: i Giovani. E’ ovvio che la pastorale giovanile va collocata nel contesto più ampio della pastorale familiare, scolastica, vocazionale ed è altrettanto ovvio che non se ne può curare la formazione senza la collaborazione degli educatori e disponendo anche di strutture adeguate di cui, purtroppo, le nostre parrocchie spesso sono carenti. Non possiamo tuttavia  rinunciare al compito che è vitale per la pastorale parrocchiale: dai giovani dipende infatti il futuro non solamente delle nostre comunità parrocchiali ma anche della società intera. Punto fondamentale della formazione è l’educazione ad una fede matura: questo significa guidare i giovani ad una verifica impegnativa della loro condotta di vita con la Parola del Vangelo. Nel corso della Visita Pastorale, moltissimi degli incontri li ho tenuti ‘extra ecclesiam’ e ciò per una precisa scelta e motivazione: sono convinto che la nostra fede cristiana certo va professata e celebrata in chiesa nel giorno del Signore, ma la stessa fede va poi vissuta e testimoniata in famiglia e nel proprio ambiente di vita. Per questa ragione ho voluto incontrare e salutare le persone nelle loro case (i malati e i rispettivi familiari) ed anche nel loro ambiente di lavoro: Uffici pubblici, Istituti scolastici, Ospedale, Magazzini, Officine. Auspico, come frutto di questa Visita Pastorale, che ogni singola comunità parrocchiale e ciascun fedele di questa Comunità lentinese, celebrando ogni domenica il mistero del Signore Gesù Crocifisso e Risorto, diventi nel mondo un testimone credibile e un missionario audace del suo Vangelo’.

MONS. PAPPALARDO IN VISITA A BRUCOLI E CAVADONNA

Alcuni lo attendono per un saluto. Altri desiderano incontrarlo per la prima volta. Qualche altro ne approfitta per una benedizione. La visita di Mons. Salvatore Pappalardo nelle due case di reclusione siracusane comincia a diventare una piacevole abitudine. L’arcivescovo di Siracusa  ha voluto portare ai detenuti del carcere di Brucoli e poi del carcere di contrada Cavadonna l’augurio di una Pasqua di speranza. La festività è appena trascorsa e Mons. Pappalardo, impegnato tutti i giorni con la Visita Pastorale in Diocesi, ha voluto dedicare delle ore a coloro i quali si trovano rinchiusi negli istituti di pena siracusani. 
Nel carcere di contrada Cavadonna è stato accolto dalla direttrice Angela Giani’. L’arcivescovo era accompagnato dal cappellano don Camillo Messina ed ha avuto la possibilità di entrare a contatto con i detenuti impegnati a scuola, alcuni nelle cucine o in lavanderia, o con quelli che si trovavano in cortile. Un passaggio obbligato anche alla cooperativa L’Arcolaio, che produce biscotti di mandorla ormai famosi in tutto il mondo. 
Situazione simile al carcere di Brucoli (Augusta). Mons. Pappalardo, accompagnato dal cappellano don Angelo Lipari, è stato accolto dal direttore Antonino Gelardi. L’arcivescovo ha avuto la possibilità di entrare in diverse sezioni dell’Istituto, incontrare i detenuti, anche quelli che frequentano la scuola per conseguire una licenza elementare, media o un diploma per un migliore reinserimento sociale. In teatro il saluto al vescovo da parte di molti carcerati riuniti per ascoltare quel suo messaggio. Mons. Pappalardo ha cercato di dare speranza. ‘Sono venuto solo per un saluto – ha detto l’arcivescovo – perché nonostante non possa essere qui spesso, vi porto sempre nel cuore. La Pasqua e’ la festa della speranza perché dal momento che il Signore Gesù si è fatto come noi, ha condiviso la nostra condizione umana fino alla morte. Però la parola definitiva non è la Morte, ma la sua Resurrezione. In questo modo ci dice che si può uscire da questa condizioni di difficoltà che si può superare anche quel limite della morte, perché Lui è risorto e promette la vita a coloro che credono in Lui, che vivono il suo Vangelo’. Un saluto, una stretta di mano, una benedizione sul capo o la benedizione di un Rosario. Sono piccoli gesti del Pastore che incontra i propri figli. C’è chi saluta dalla finestra, quella piccola apertura della cella chiusa dalle forti sbarre. Salutare tutti purtroppo non è possibile. C’è anche chi non si alza nemmeno all’arrivo del vescovo, restando sulla panca in attesa che la partita di calcio possa ricominciare. Nessun problema: Mons. Pappalardo si avvicina e consegna una piccola immagine del Gesù Cristo in croce, realizzata per l’Anno della Fede proclamato da Papa Benedetto XVI. C’è il Credo e un messaggio sul sessantesimo Anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. 
‘Proprio adesso e a voi voglio dare il messaggio di nutrire la speranza. Papa Francesco ce lo ha ricordato ‘Non lasciatevi rubare la speranza altrimenti diventa impossibile vivere’. Non possiamo permetterci di smettere di sperare. Soprattutto noi cristiani abbiamo ragioni per dire che il bene è sempre più forte del male’.

GLI AUGURI DI PASQUA DI MONS. PAPPALARDO

L’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, ha incontrato oggi i giornalisti e gli operatori della comunicazione per una riflessione sul significato della Pasqua di Resurrezione.
“Abbiamo bisogno – ha detto l’Arcivescovo – di una buona dose di speranza umana e cristiana. E la Pasqua à la festa della speranza perché dal momento che il Signore Gesù si è fatto come noi, ha condiviso la nostra condizione umana fino alla morte. Però la parola definitiva non è la Morte, ma la sua Resurrezione. In questo modo ci dice che si può uscire da questa condizioni di difficoltà che si può superare anche quel limite della morte, perché Lui è risorto e promette la vita a coloro che credono in Lui, che vivono il suo Vangelo. Proprio in questo momento, voglio dare il messaggio di nutrire la speranza. Il Papa ce lo ha ricordato ‘Non lasciatevi rubare la speranza altrimenti diventa impossibile vivere’. Soprattutto questa speranza la vorrei annunziare alle famiglie. Sono tante le famiglie che si trovano in gravi situazioni economiche: c’è una povertà che va aumentando, che deve sollecitare l’attenzione e la responsabilità di tutti coloro che sono preposti ad assicurare il bene comune. Perché sono tante le famiglie che si trovano in difficoltà gravissime. Bisogna parlare di speranza ma dare segni per cui possano sperare. C’è un servizio che si va organizzando sempre meglio e sono le Caritas parrocchiali e cresce la sensibilità anche al di fuori della Chiesa per venire incontro a queste emergenze. A voi operatori della comunicazione sociale chiedo di tradurre i vostri interventi cercando di dare voi speranza. Grazie per questo servizio che voi rendete, perché c’è bisogno. Non possiamo permetterci di smettere di sperare. Soprattutto noi cristiani abbiamo ragioni per dire che il bene è sempre più forte del male, anche se meno appariscente talvolta. E il male bisogna vincerlo con la forza anche dei segni di solidarietà e sensibilità che cresce”.
Mons. Pappalardo ha voluto accanto a sè per questa riflessione sulla Pasqua Antonello Ferrara, responsabile Osservatorio povertà e risorse della Caritas diocesana, che ha fornito alcuni dati: ‘Grazie a voi giornalisti che fate un lavoro significativo per la nostra realtà dando voce ai bisognosi. Date voce a chi non ha voce. Lo scorso anno avevamo fatto una valutazione intorno al 27 per cento di aumento di persone che si erano recate ai centri di ascolto Caritas per un sostegno di tipo alimentare. Abbiamo cercato di capire chi fossero queste persone nuove che andavano ai centri di ascolto. E ci siamo resi conto che si tratta di persone nuove rispetto a quelle del circuito classico del bisogno. Non sono più le persone che da generazioni chiedono aiuto ma soprattutto sono persone che definiremmo vulnerabili. Il rapporto povertà Istat 2012 aveva quantificato in 920 euro il consumo medio pro capite: una famiglia composta da due persone se non era capace di consumare 920 euro era considerata povera. Basta poco, una inaspettata perdita di lavoro o una  casualità molto semplice, ed una famiglia si può trovare in una dimensione di vulnerabilità. Abbiamo chiaro che anche chi ha uno stipendio più che dignitoso può diventare povero. Queste sono le nuove famiglie che si affacciano ai centri di ascolto. Queste famiglie si isolano, perché hanno meno opportunità economiche per socializzare, ma anche per vergogna. C’è anche un po’ di superficialità, perché non si rendono subito conto della situazione. Si registra il fenomeno della ludopatia che cresce, anche se spesso non viene denunciata. Non sanno a chi rivolgersi e non conoscono i loro diritti, anche per l’accesso ai servizi sociali. Abbiamo individuato delle zone: Borgata, Santa Panagia, la Pizzuta e Ortigia. Zone del ceto medio della città. Come Caritas parrocchiali, nella sola città di Siracusa, stiamo facendo analisi più chiara sui servizi. Oggi, come parrocchie, seguiamo circa 1500 famiglie. Altre realtà associative, che si rifanno al circuito cattolico, seguono altre 500 famiglie. Alcuni avranno sicuramente la ‘doppia somministrazione’, cioè si rivolgono a  più parrocchie. Vuol dire che c’è bisogno. Quello che noi diamo come sostegno per l’uscita delle persone dal bisogno: perchè noi non facciamo solo azione di carità per dare elemosina, il nostro obiettivo è far si che il bisogno esca dal circuito del bisogno. Fare uscire le persone dalla povertà. Per questo cerchiamo di adeguarci con nuovi sistemi. I dati definitivi li daremo durante lo svolgimento della campagna elettorale, perché riteniamo che sia significativo porre in discussione durante la scelta dei futuri responsabili dell’amministrazione della città porre la questione povertà come elemento di dibattito serio’.

Presente all’incontro il segretario provinciale dell’Associazione Siciliana della Stampa, Aldo Mantineo: ‘Cerchiamo di essere professionalmente corretti e capaci. Da giornalisti raccogliamo anche noi la sfida per potere essere utili interlocutori’. Il presidente provinciale Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), Salvatore Di Salvo, ha aggiunto: ‘Cerchiamo di farci interpreti del disagio. Dovremo sforzarci di creare speranza e avere più coraggio’. Presente all’incontro anche il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti Santo Gallo.

Al termine dell’incontro Mantineo e Di Salvo, ormai come tradizione, hanno consegnato all’Arcivescovo un pane, simbolo del gesto concreto di solidarietà per la Pasqua. Assostampa ed Ucsi hanno infatti donato il pane per il pranzo di Pasqua alla mensa di Ortigia.

JESUS CHRIST SUPERSTAR PER IL SAN METODIO

Un messaggio di fratellanza e di pace. Ma non solo. Il quarantesimo anniversario dalla prima proiezione nelle sale cinematografiche del film Jesus Christ Superstar, è stata l’occasione per l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa per offrire una riflessione originale in preparazione alla Settimana Santa. Nella chiesa Cattedrale, Mariangela Maresca, docente di Metodologia dello studio e della ricerca presso l’ISSR SanMetodio, e don Luca Saraceno, Rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime e docente di Filosofia presso l’ISSR San Metodio, hanno proposto ‘Jesus Christ Superstar tra musica e teologia’, un percorso di lettura della rock-opera, alternando ai loro interventi la visione di immagini tratte dal film. Una rilettura dei tesi andando oltre gli stessi testi. Cercando di leggerlialla luce del Vangelo.
Sono stati proposti nove ‘quadri’, nove spunti di riflessione. E’ toccato a donLuca Saraceno approfondire il significato dei testi del librettista Tim Rice, sviscerando i punti di forza e di debolezza nella loro fedeltà al Vangelo, mentre Mariangela Maresca ha curato l’analisi delle scelte musicali del compositore Andrew Lloyd Webber e cinematografiche del regista Norman Jewison, nel contesto storico mondiale del 1973.
“Quello di Jesus Christ Superstar – ha detto don Saraceno nella sua lettura delJesus di Rice – è un Cristo strano, diverso, combattuto, che si pone il problema del ‘perché’. Un Cristo vincitore sugli altri, ma vinto in se stesso da Dio, dal vento della notte, dal freddo crepuscolare che bagna i suoi piedi scalzi, da Giuda”. La location insolita della cattedrale ha contribuito a valorizzare la bellezza e la suggestione di immagini e musiche che hanno richiamato un sorprendente numero di persone di tutte le età, tra veterani della prima visione del ’73, appassionati delle generazioni successive e neofiti.”Nel rock – ha spiegato la dott.ssa Maresca nella sua analisi del contesto musicale di Jesus Christ Superstar – la parola non può essere separata dalla sua concreta esecuzione, dalla fisicità, dalla grana della voce. La canzone rocksi fa racconto, si fa scena, chiudendo voce parola e musica in un carattere ben definito. Le linee melodiche attribuite a ciascun ruolo diventano la sua personalità, il suo vissuto, il suo pensiero, la sua espressione”. La sfida è stata quella di tenere ferma la centralità del ruolo storico di Gesù Cristo, partendodalla storia raccontata in Jesus Christ Superstar, fatta di personaggi a volte sbiaditi, a volte sopra le righe, a volte eccessivi, in un’azione scenica che simuove sempre su piani temporali diversi, ma che ancora dopo 40 anni regala emozioni nuove a chi sa coglierle. Infine è stato introdotto il video finale ed è partito il gospel trascinante di Superstar. “La storia non si cambia: Cristo e lacroce, già potente nucleo di senso nell’Overture, si ritrovano qui, alla fine,dove la luce del sole e Cristo luce del mondo si fondono in un fotogramma”.

VIA CRUCIS AL TEATRO GRECO DI SIRACUSA

Migliaia di persone hanno preso parte alla Via Crucis cittadina, presieduta dalll’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, che si è svolta al Teatro Greco, luogo suggestivo che parla della commozione e delle tragedie degli uomini.
Promossa dall’Arcidiocesi di Siracusa, dalla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, in collaborazione con il Servizio regionale Parco archeologico della Neapolis, il tema della è stato ‘Passione nelle case di Gesù – La consolazione di Dio ha posto la sua dimora in mezzo a noi”. Undici le stazioni all’interno del teatro greco, l’ultima nel Santuario della Madonna delle Lacrime.
“Abbiamo posto particolare attenzione alla famiglia – ha detto l’arcivescovo mons. Pappalardo – .Questo è l’anno che la Diocesi ha voluto dedicare alla famiglia: luogo dove si vivono i valori evangelici della comunione e del servizio verso tutti”. “Per il terzo anno consecutivo – ha detto don Luca Saraceno, rettore del Santuario – entriamo nel santuario della commozione, un teatro che racconta della commozione degli uomini, per raccontare una storia di passione, morte e risurrezione. Abbiamo chiesto a dodici famiglie di farci entrare nelle loro case a partire dai luoghi che Gesù ha abitato. In queste case ha vissuto fino in fondo il mistero pasquale”.

VIA CRUCIS AL TEATRO GRECO DI SIRACUSA

Sarà la ‘Passione nelle case di Gesù – La consolazione di Dio ha posto la sua dimora in mezzo a noi” il tema della Via Crucis cittadina promossa dall’Arcidiocesi di Siracusa, dalla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, in collaborazione con il Servizio regionale Parco archeologico della Neapolis.
La rappresentazione sacra avrà luogo venerdì 22 marzo, alle ore 19.30. Nell’anno pastorale che il Santuario dedica al tema della consolazione, si inserisce l’evento della Via Crucis, momento di preghiera e di meditazione, nel Parco Archeologico, ed particolare al Teatro Greco, luogo assai suggestivo che parla della commozione e delle tragedie degli uomini.
‘Gesù trova casa solamente quando in spirito e verità gli uomini si lasciano daLui abitare – ha detto don Luca Saraceno, rettore della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime -. Abbiamo scelto dodici case nelle quali Gesù ha voluto sostare e per le quali la consolazione di Dio ha raggiunto e posto la sua dimora in mezzo agli uomini. E abbiamo chiesto a dodici famiglie, in questo anno dalla nostra Arcidiocesi di Siracusa a loro dedicato, di ospitare Gesù nelle loro case attraverso il dono di alcune brevi riflessioni su alcuni brani di Vangelo, nei quali appare chiaro sullo sfondo Gesù, la casa di Dio, che discretamente entra dentro le case degli uomini, per consegnare se stesso e iniettare vita. Così la via crucis si farà casa crucis: Gesù muore, viene sepolto e risorge nei focolari domestici delle nostre case’. La Via Crucis sarà presieduta dall’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo. Undici le stazioni all’interno del teatro greco, l’ultima nel Santuario della Madonna delle Lacrime.


MONS. PAPPALARDO SULL’ELEZIONE DI PAPA FRANCESCO

L’Arcivescovo di Siracusa, Mons. Salvatore Pappalardo, ha assistito in Arcivescovado all’elezione del cardinale Giorgio Mario Bergoglio a Successore di Pietro, alla fumata bianca e al saluto di Papa Francesco. Poi si è riunito in preghiera insieme ai seminaristi per il Santo Padre. 
‘Ringraziamo il Signore che ha guidato il Conclave – ha detto Mons. Pappalardo -. Ripongo tutta la mia fiducia e speranza in un uomo che ha chiesto la benedizione del popolo. Mi sono piaciute moltissimo le Sue parole. Ritengo abbia consegnato un messaggio chiaro al mondo: ha sottolineato in maniera evidente il suo ruolo di Vescovo di Roma. La Chiesa di Roma presiede nella carità. Ed ha voluto accanto a se’ il suo vicario. È un messaggio di comunione. Sono convinto che lo Spirito Santo guida le scelte in questo senso e ci consegna il Papa che in questo momento storico era necessario alla nostra Chiesa ed a questo tempo. Le Sue parole sono state chiare. E poi anche il nome che ha scelto, Francesco, dice molto: semplicità e povertà. Ed ho notato anche la croce che aveva al petto. È un uomo che si presenta nella verità, io sono entusiasta. Ha pregato ed ha parlato di evangelizzazione. È un nuovo modo di gestire l’Ufficio di Successore di Pietro. Sono contento anche per l’Argentina. Domani ci ha detto andrà a pregare la Madonna, forse lo farà a Santa Maria Maggiore. Ed anche noi da Siracusa lo accompagniamo nella preghiera”. 

LA CONSOLAZIONE DI DIO PER IL MONDO DEL LAVORO

Avrà luogo sabato 9 marzo, alle ore 20.00, la Via Crucis del Lavoratore, l’iniziativa organizzata dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato, dedicata a tutti ilavoratori che in questo particolare momento storico cercano la Consolazione.
La Via Crucis, che quest’anno è stata inserita nell’ambito delle celebrazioni peril Sessantesimo anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa, partirà da piazza Santa Lucia e raggiungerà il  Santuario della Madonna delle Lacrime.
Durante il percorso, la lettura delle stazioni, la preghiera, le riflessioni e letestimonianze del mondo del lavoro. “Dalla Fede alla Consolazione” il tema della Via Crucis che sarà guidata dal rettore del Santuario, don Luca Saraceno, e dal direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, don Angelo Saraceno.
L’anno scorso la Via Crucis del Lavoratore si è tenuta a Priolo Gargallo, con un percorso tra le vie cittadine, e sullo sfondo il dramma del lavoro nella zona industriale siracusana.

Ma la Via Crucis di sabato sera sarà il primo dei momenti del Grande Raduno Regionale ai piedi di Maria, che si inserisce nell’ambito della quarta Domenica della Consolazione che il Santuario della Madonna delle Lacrime ha voluto dedicare al mondo del lavoro per questo fine settimana. In collaborazione con l’Ufficio regionale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia, la Pace e la salvaguardia del creato della Conferenza Episcopale Siciliana, domenica 10, alle ore 9,30 , al Centro Convegni del Santuario interverrà p. Felice Scalia, gesuita e teologo dell’Istituto Ignatianum di Messina.
Seguiranno delle testimonianze dell’economia di comunione e dei beni confiscati alla mafia.
Alle ore 11.00 sarà proiettato il video della Lacrimazione che sarà accompagnato da una riflessione su “Le lacrime di Maria e la consolazione di Dio” a cura del rettore del Santuario, don Luca Saraceno.
Alle ore 12.00, celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Vincenzo Manzella, delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per le problematiche sociali, del lavoro, della giustizia e della pace, con l’Arcivescovo di Siracusa, Mons. Salvatore Pappalardo.