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Cresima nel carcere di Brucoli

Dodici detenuti che si trovano rinchiusi nella casa circondariale di Brucoli (Augusta) hanno ricevuto il sacramento della cresima dall’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo.
I dodici, che hanno intrapreso un cammino con il cappellano del carcere, don Angelo, hanno partecipato alla celebrazione eucaristica insieme ai loro padrini.
Durante la messa, animata da un gruppo di frati cappuccini, si è svolto il rito della confermazione, con l’unzione sulla fronte con il sacro crisma. “Ricevete il sigillo dello Spirito Santo – ha ricordato l’arcivescovo – che ci unisce alla Chiesa e ci rende testimoni di Gesù nel mondo“.

“Dobbiamo imparare a donare il pane”

La Chiesa è chiamata oggi a rendere riconoscibile il Signore Gesù, il Crocifisso-Risorto, nello spezzare il pane per donarlo a quanti hanno fame del pane del lavoro, del pane della casa, del pane dell’accoglienza, del pane della fraternità e della pace”. Così mons. Salvatore Pappalardo, nella sua riflessione al piazzale del Pantheon al termine della processione eucaristica dal Santuario.
La partecipazione alla celebrazione e a questa processione del SS.mo Sacramento per le vie della città manifesta la nostra identità di cristiani, cioè di credenti nel Signore Gesù e suoi discepoli – ha detto mons. Pappalardo –. Professiamo questa nostra adesione al Cristo non in termini di vaga religiosità, ma lasciandoci illuminare e guidare dalla Parola del Vangelo e partecipando a quel rito memoriale da Lui istituito e fedelmente custodito dalla tradizione della Chiesa: «Gesù prese del pane…, lo spezzò…  fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24). Lo “spezzare il pane” di Gesù non è la semplice azione di chi si siede a tavola per il pasto. Questo gesto di Gesù è simbolico, rinvia a tutta la sua esistenza: il pane spezzato è la sua vita donata, dall’inizio sino alla fine sulla croce.
Sintomatico il racconto dei discepoli di Emmaus che riconoscono il Signore Risorto nel gesto di spezzare il pane
(cfr. Lc 24,30-31). La celebrazione eucaristica identifica il volto della comunità cristiana. La celebrazione è essa stessa normativa della vita dei cristiani. L’autentica partecipazione all’Eucaristia comporta il rinnovato proposito di spendere la vita al servizio del prossimo. La comunione sacramentale con Cristo genera anche la comunione con i fratelli”.
L’arcivescovo ha sottolineato la necessità di vivere il Vangelo tutti i giorni: “Noi – ciascuno di noi – che ci riconosciamo discepoli di Cristo nello spezzare il pane, dobbiamo imparare, come ha fatto Lui, a fare della nostra vita un dono per gli altri: siano i fratelli poveri, malati, anziani che vivono nelle nostre famiglie, siano i volti sconosciuti dei tanti immigrati che incontriamo per le vie della nostra città: a tutti siamo debitori della carità di Cristo!
Una particolare attenzione in questo momento meritano proprio gli immigrati. L’arrivo di migliaia di uomini e donne, favorito dall’operazione Mare nostrum, interpella certamente la nostra società ai vari livelli, locale, regionale, nazionale, internazionale, ma interpella con urgenza anche la comunità cristiana.
Senza sottacere quanto con grande senso di responsabilità stanno facendo le Autorità istituzionali locali, coordinate dal Prefetto, al fine di assicurare l’accoglienza temporanea di questi migranti in strutture del nostro territorio; né, tanto meno, sottovalutando l’impegno veramente lodevole delle comunità parrocchiali più direttamente interessate a questo fenomeno (mi riferisco alla parrocchie della città di Augusta, nel cui porto avvengono gli sbarchi), dobbiamo riconoscere con onestà che, pur in presenza di tanta generosità da parte di singoli e di gruppi impegnati nell’accoglienza dei fratelli migranti, le nostre comunità non mostrano di essere, nel loro complesso, sufficientemente sensibili e preparate a relazionarsi con la realtà drammatica della immigrazione. Come cristiani siamo chiamati a considerare il fenomeno migratorio non solo come emergenza, ma piuttosto come occasione propizia per capire ciò che lo Spirito Santo chiede oggi alle nostre Chiese”

 

Si celebra il Corpus Domini

Domenica 22 giugno, solennità del Corpus Domini, la Diocesi vivrà uno dei momenti più intensi di vita ecclesiale. Nel pomeriggio avrà luogo un’unica celebrazione eucaristica. Al termine della concelebrazione seguirà la processione. Nella città di Siracusa, la celebrazione, presieduta dall’Arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo, avrà luogo alle ore 19 presso la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. Al termine della celebrazione, la processione muoverà dal Santuario per giungere al piazzale del Pantheon dove si concluderà con la riflessione guidata dall’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo e la benedizione.
Siamo chiamati a informare e a favorire la partecipazione dei fedeli – ha spiegato il direttore dell’Ufficio liturgico, don Massimo Di Natale ­– e ad incoraggiare le realtà operanti nelle nostre Comunità parrocchiali a rendere visibile la loro presenza anche attraverso stendardi, labari, insegne e gonfaloni”.

 

Abbiamo riso … per una cosa seria

Raccogliere fondi attraverso l’acquisto di confezioni di riso della qualità “Thaibonnet”, prodotto dal Commercio Equo e Solidale. Abbiamo riso… per una cosa seria è il titolo dell’evento che domenica 15 giugno, a partire dalle ore 18, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio ospiterà presso la sua sede di via della Conciliazione 6 a Siracusa. Un’iniziativa curata dal CoPE (Cooperazione Paesi Emergenti), ente senza scopo di lucro federato con la FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), che mira a sensibilizzare i paesi del Nord del mondo sull’accesso al cibo e sulla qualità della vita nei paesi del Sud del mondo.
I fondi verranno destinati al progetto Sisi ni kesho 2007 – Noi siamo il futuro, per sostenere la scuola materna e la primina nel villaggio di Msindo (Tanzania). La scuola, costruita nel 1983 dalla parrocchia locale, ha subìto varie chiusure: rimessa in funzione nel 2007 grazie alla ristrutturazione finanziata dal CoPE, è stata poi affidata nel 2013 al Comitato dei genitori. Oggi 90 bambini beneficiano delle attività scolastiche e delle opportunità ludico-formative all’aperto. L’obiettivo della raccolta è dunque di raggiungere la cifra di € 2.500, pari al costo annuo della mensa per questi bambini. Nel corso del 2012 e del 2013, i fondi raccolti sono stati destinati al Centro polifunzionale per i bambini di strada di Ambanja (Madagascar): qui i bambini hanno potuto godere di attività scolastiche e formative, oltre che di una mensa.
La data scelta del 15 giugno non è casuale, perché coincide con la festa liturgica di San Metodio patrono dell’Istituto. Anche per questo, all’evento presenzierà Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa e Modertaore dell’Istituto.
Per questa iniziativa si sono dunque mobilitate alcune realtà che a Siracusa sono da tempo impegnate tra l’altro nel volontariato, nella sensibilizzazione alle questioni della mondialità e nel commercio equo e solidale: il Gruppo Ad Gentes, la cooperativa Francisca Martin, L’Altro Mercato, l’équipe Nuovi Stili di Vita, la cooperativa L’Arcolaio e la Brucoli Swing Brothers Band.
Il Gruppo Ad Gentes, un gruppo di animazione missionaria nato nel 1984 a Siracusa presso l’Istituto delle suore Francescane Missionarie di Maria, per volere di sr. Francisca Martin e di un gruppo di giovani che avevano già vissuto esperienze di volontariato internazionale. Attraverso l’informazione, la formazione, il volontariato, il Gruppo opera in diocesi e nella provincia per sensibilizzare sulle problematiche dei paesi in via di sviluppo e sostanzialmente abbandonati sulla via della transazione democratica. Con la cooperativa Francisca Martin, dal 1992 gestisce a Siracusa (in Corso Timoleonte, 77) l’Altro Mercato, una Bottega di Commercio equo e solidale, dove è possibile acquistare prodotti che provengono da cooperative volte alla emancipazione delle popolazioni del Sud del Mondo.
L’équipe Nuovi Stili di Vita, che dal 2013 fa parte dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Siracusa, si cura di promuovere buone pratiche quotidiane, solidali e sobrie per far riscoprire i quattro rapporti essenziali: con le persone, le cose, il creato e la mondialità. Partecipa all’evento di domenica 15 giugno con un laboratorio pratico dal titolo “Semi ritrovati”: un percorso di riscoperta e conoscenza dei semi e dei cereali ormai dimenticati, preziosi per la salute e per l’ambiente, che provengono da altre parti del mondo, che nutrono altri popoli e che possono diventare sulle nostre tavole uno strumento di solidarietà e di giustizia sociale.
La cooperativa sociale L’Arcolaio opera all’interno della Casa Circondariale di Siracusa, dove occupa 15 detenuti in attività di produzioni dolciarie, di preparazione pasti e di catering. La cooperativa, oltre a dare il proprio contributo all’evoluzione del sistema penitenziario verso modelli riabilitativi più efficaci, è sempre più attiva sul territorio dove partecipa alle iniziative che hanno come fine lo sviluppo sostenibile e solidale, la coesione sociale e la cittadinanza attiva. La cena dell’evento di sabato 15 sarà quindi preparata dagli opertori della cooperativa utilizzando il “riso Thaibonnet” messo in vendita per la raccolta dei fondi.
La serata sarà allietata da una performance canora della Brucoli Swing Brothers Band. Formata da detenuti della Casa di Reclusione di Augusta, la Band testimonia la possibilità di realizzare percorsi educativi di eccellenza all’interno degli istituti di pena. Il gruppo è caratterizzato, oltre che da una notevole capacità artistica, da grande affiatamento e partecipazione emotiva. Valori che la Band riesce a trasmettere al pubblico, regalando intensi momenti di gioia ed emozione.
Questa iniziativa, che mostra la possibilità di una collaborazione fattiva e positiva tra vari attori nell’ambito della vita sociale, viene ospitata dal San Metodio nel quadro delle attività culturali del presente anno accademico dedicato al tema della povertà. Questa iniziativa prelude alle attività del prossimo anno accademico 2014/15 dell’Istituto, che sarà dedicato al tema della gioia: la vita cristiana è improntata sulla gioia donata da Gesù Risorto, che ogni cristiano ha però la responsabilità di condividere con i fratelli, portandola nel mondo soprattutto ai più poveri e bisognosi.

I dati diocesani dell’8 per mille

Il vicario generale dell’arcidiocesi, mons. Maurizio Aliotta, e il responsabile del Servizio per il sostegno economico alla Chiesa, prof Giuseppe Cugnohanno comunicato come sono stati spesi i soldi dell’8 per mille e come si ha intenzione di spenderli in futuro, anche in risposta a una generosa partecipazione che fa del nostro territorio uno dei più attivi verso la donazione alla chiesa cattolica. Sono di più, rispetto alla media nazionale, i contribuenti siracusani che scelgono di destinare l’8 per mille alla chiesa cattolica: su 182 mila 219 dichiarazioni dei redditi, il 93,7% di esse contiene la firma che destina il benefit previsto dalla legge in favore della chiesa cattolica. La media nazionale di contribuenti che operano la stessa scelta è dell’82,9%.
Nel 2012 la diocesi ha ricevuto dalla Cei circa 2 milioni 800 mila euro dai fondi dell’Otto per mille. Una metà è stata impegnata per il sostentamento di parroci e parrocchie. L’altra metà è andata ripartita, più o meno in forme uguali, tra le opere di culto e pastorali (739 mila euro) e le opere di carità (600 mila euro). A queste ultime bisogna aggiungere anche 700 mila euro giunte dalla Caritas nazionale, sempre dai fondi dell’Otto per mille. Grazie a questi fondi sono state realizzate importanti opere: 1 milione e 200 mila euro per la chiesa di San Metodio, in contrada Palazzo; altrettanti per Santa Chiara a Priolo e per l’oratorio di San Filippo Neri a Canicattini. Sempre grazie all’Otto per mille è in costruzione il complesso parrocchiale di San Giuseppe Innografo a Augusta (3 milioni 200 mila euro in totale).
Nell’emergenza sbarchi la diocesi interviene, con i fondi dell’8 per mille, per sopperire a carenze strutturali. “Portiamo – spiega mons. Aliotta – nei centri di prima accoglienza ciò che serve; come viveri e indumenti. Poi sosteniamo la parrocchia di Bosco Minniti, che è un punto di riferimento di accoglienza costante. E non bisogna dimenticare che l’emergenza ha incrementato il fabbisogno delle mense parrocchiali: da 40 persone al giorno siamo passati a 60-70”. Per i progetti che mons. Aliotta chiama “di sistema”, è già attiva la Fondazione Comunità Val di Noto. “Ha lo scopo – spiega – di sostenere una ventina di progetti pensati per produrre occupazione”. Con 650 mila euro dai fondi dell’Otto per mille, quindi, crescono iniziative come “Frutti degli Iblei”, un progetto di produzioni agricole: “Grazie a questi progetti – dice mons. Aliotta – siamo stati in grado di inserire nel lavoro alcuni ex senzatetto ospiti della casa di solidarietà Sara e Abramo, utilizzando le competenze di ciascuno di loro”.

Migrazioni forzate e accoglienza

Ripensare le migrazioni. L’invito arriva da Augusta (Siracusa) dove si è tenuto il convegno dell’Ufficio regionale per le Migrazioni e dell’Ufficio regionale per la carità della Cesi.  Ripensare le migrazioni per la necessità di ripensare la strategia dell’accoglienza. Caritas e Fondazione Migrantes propongono di andare a prelevare i rifugiati direttamente nei luoghi limitrofi ai conflitti o garantire loro la possibilità di chiedere asilo politico presso le ambasciate senza bisogno di arrivare in Italia. Una realtà lontana, troppo lontana. Della quale veniamo a conoscenza dai racconti drammatici: “Ha solo sedici anni – spiega Simona Cascio di AccoglieRete – ma è segnata da torture e abusi. Una ragazza nigeriana si è ritrovata sola nel 2012, quando una bomba in chiesa ha ucciso entrambi i genitori. E’ durato alcuni anni il suo viaggio fino alla Libia e poi in Italia.  Mesi terribili che non sarà facile farle dimenticare. E sono tantissimi i casi di torture con le scosse elettriche. La violenza, soprattutto sui più piccoli ed indifesi, sta aumentando perché manca un controllo. Un giovane eritreo è partito con tutta la famiglia, erano in cinque. E’ stato un lento sterminio. E’ arrivato in Sicilia da solo”.
La Sicilia vive un momento difficile. Fa autocritica l’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo: “Dobbiamo riconoscere che pur in presenza di tanta generosità da parte dei singoli e di gruppi impegnati , le nostre comunità non mostrano di essere, nel loro complesso sensibili a relazionarsi con la realtà drammatica della migrazione. Diffidenza e paure inconfessate, difficoltà di aprirsi a ciò che è nuovo, costituiscono un barriera difficile da superare. Occorrono passi perché le nostre Chiese non si ritrovino dalla parte opposta a quella nella quale si trova Dio”. Le criticità comuni alle diocesi di Agrigento, Palermo, Piana degli albanesi, Ragusa e Siracusa riguardano lo scarso preavviso, la mancanza di chiarezza relativa alla durata della permanenza degli ospiti nelle strutture di accoglienza, la pianificazione dei servizi, la lentezza burocratica nel rilascio dei documenti.
Nella due giorni siracusana sono stati forniti numeri, dati, raccontate testimonianze di chi vive quotidianamente l’accoglienza. Kabà, senegalese, ringrazia padre Angelo per l’abbraccio che lo ha fatto sentire in famiglia, a casa. Vive nella parrocchia Santa Lucia ad Augusta: la comunità si prende cura del vitto, alloggio e studio di tre ragazzi. C’è padre Carlo, da anni punto di riferimento di centinaia di migranti, e sempre ad Augusta padre Giuseppe. A Priolo, una comunità parrocchiale è pronta ad accogliere quattro ragazzi. Forme di affido. Quelle veramente tali sono una quindicina. Ma esistono i tutor, circa 60 per oltre 200 minori. Sono stati la risposta all’arrivo in massa dei minori non accompagnati. Coppie e famiglie che hanno sentito il bisogno di accogliere.

Si presentano i dati dell’8 per mille

Giorno 4 giugno, alle ore 10.30, nei saloni dell’ex Museo diocesano in Arcivescovado, piazza Duomo 5 a Siracusa, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione dei dati relativi all’8 per mille nella Diocesi di Siracusa.
Saranno presenti il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Maurizio Aliotta, ed il responsabile del Servizio per il sostegno economico alla Chiesa, prof. Giuseppe Cugno.
Nel corso dell’incontro saranno forniti i numeri relativi alle somme spese in Diocesi, grazie ai siracusani che hanno donato in dichiarazione l’8 per mille alla Chiesa Cattolica. E saranno anche presentati gli spot realizzati a livello diocesano. Ogni firma è un segno che racchiude un significato profondo: è la capacità di pensare agli altri, anche a chi è lontano. Una scelta che va confermata tutti gli anni. La firma sulla dichiarazione non costa nulla ed è un segno della partecipazione attiva e consapevole alla vita e alla missione della Chiesa.

Si conclude la Festa di Santa Lucia

Quasi terminato l’Ottavario è tutto pronto per la processione che riporterà il simulacro della patrona Santa Lucia in Cattedrale concludendo così la Festa del Patrocinio di Santa Lucia. 
Domenica 11 maggio, alle ore 11.30, celebrazione nella chiesa di Santa Lucia alla Badia presieduta dal parroco della Cattedrale, mons. Salvatore Marino. Alle ore 19,00 processione delle Reliquie e del Simulacro della Santa Patrona attraverso il percorso storico per le vie di Ortigia. Alle ore 21,30, ingresso delle reliquie e del simulacro in Cattedrale e chiusura della nicchia della Cappella. 
Per gli eventi collaterali sabato alle ore 21,00 in Cattedrale: Concerto “Dedicato a Lucia” con Olga Romanko e Irina Loskova promosso dalla Chiesa Cattedrale in collaborazione con Kairòs e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa.


Il vescovo Gisana alla festa di Santa Lucia

 “Il modo migliore per accogliere con fede le spoglie mortali di Santa Lucia nel prossimo dicembre è seminare nella vita di ogni giorno quegli stessi semi di fede, di speranza e carità che hanno reso vigorosa la testimonianza della nostra patrona Santa Lucia, tanto che è diventata la Santa della Luce di Gesù Cristo in tutto il mondo”. Così l’arcivescovo di Siracusa, Mons. Salvatore Pappalardo conclude la sua riflessione dal balcone dell’Arcivescovado davanti ad una piazza Duomo in festa che circonda il simulacro di Santa Lucia.
“Anche se i problemi, le preoccupazioni, e le sofferenze oggi sono così pesanti, Dio è più grande, il suo amore è più potente. Quando tutto sembra perduto, Lui è capace di ifare cose belle e nuove. Non smarriamo mai la nostra speranza in Dio. I Santi e i martiri con la loro vita ci danno una prova reale e tangibile della presenza di Dio, soprattutto quando le difficoltà sembrano prendere il sopravvento. La loro testimonianza ci garantisce che Dio è più grande di tutte le avversità. Domenica scorsa, Papa Francesco ci ha presentati Papa Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII come modelli da imitare. La Resurrezione può diventare visibile anche oggi nel nostro modo di vivere la carità: vincendo il male con il bene, soccorrendo chi è nel bisogno, vivendo nella legalità, cercando di compiere la volontà di Dio, una volontà di pace e di amore per tutti”.
A presiedere la solenne celebrazione eucaristica nella festa del patrocinio della martire siracusana è stato il vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana. In Cattedrale anche una rappresentanza di fedeli da Monopoli. Il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, avv. Giuseppe Piccione, ha accolto il sindaco Giancarlo Garozzo, il prefetto Armando Gradone, il vicepresidente della Regione Siciliana Patrizia Valenti, e le autorità civili e militari.
“Il senso vero della fede nasce da Dio che in Gesù ha proclamato la vittoria sulla morte – ha detto mons. Gisana -. Una proposta di fede che ci viene in un giorno così bello, nel quale celebriamo una testimone della fede. Il senso della vita oggi può trascinarci nel vuoto: viviamo angosce ed inquietudini, sogni non realizzati. Ma noi credenti, nonostante le condizioni difficili, il lavoro che non c’è, le situazioni di sofferenza, non possiamo dire che la vita non ha senso. Eppure stentiamo a vivere in anticipo il mistero della nostra vita credente. Entriamo nel percorso di maturazione della fede! Noi dobbiamo dare testimonianza tutti i giorni della Resurrezione: è un atto di fede per vivere in maniera diversa la quotidianità. Ed invece noi volgiamo lo sguardo altrove, a degli idoli che adoriamo. Nei momenti di scoramento apriamo le Scritture. Ed ancora impariamo a riconoscere il corpo del Signore nei fratelli e nelle sorelle. È una celebrazione che continua nei poveri e nei deboli”.
In piazza Duomo il tradizionale lancio delle quaglie ha salutato Santa Lucia, che è stata portata in spalla dai berretti verdi nella chiesa di Santa Lucia alla Badia dove resterà per l’Ottavario.

Festa del patrocinio di Santa Lucia

Sarà il neo vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana, a presiedere la solenne concelebrazione eucaristica domenica 4 maggio, Festa del Patrocinio di Santa Lucia. Sabato 3, l’apertura della nicchia in Cattedrale che custodisce il simulacro della Patrona e subito dopo la traslazione sull’altare. Domenica la celebrazione eucaristica e poi la processione che porterà il simulacro nella chiesa di Santa Lucia alla Badia per l’Ottavario. In piazza Duomo avrà luogo il tradizionale lancio delle colombe. Durante l’Ottavario il Venerato Simulacro di S. Lucia resterà esposto dalle ore 8,00 alle ore 21,30.
Domenica 11 maggio, alle ore 11.30, celebrazione a Santa Lucia alla Badia presieduta dal parroco della Cattedrale, mons. Salvatore Marino. Alle ore 19,00 processione delle Reliquie e del  Simulacro della Santa Patrona attraverso il percorso storico per le vie di Ortigia. Alle ore 21,30, ingresso delle Reliquie e del Simulacro in Cattedrale e chiusura della nicchia della Cappella che custodisce il Simulacro.
“Si rinnova dal 1647 il rapporto di amore tra Santa Lucia e la città di Siracusa – ha detto l’avv. Giuseppe Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia –. Nei momenti di bisogno la città ha sempre invocato la sua patrona che ha sempre risposto. Una festa che ha una particolare importanza perché è in preparazione all’evento di dicembre che vedrà le spoglie d Santa Lucia per la seconda volta a Siracusa”.
Tanti gli eventi collaterali alla festa. Mercoledì 7 maggio alle ore 19,00 a Santa Lucia alla Badia, la messa animata dal Movimento Apostolico Ciechi di Siracusa. Alle ore 20,00 la conferenza su Agata e Lucia: “Storia e culto alle Sante Martiri nella città di Catania”, a cura della dott.ssa Marina Cafà della Fondazione Puglisi Cosentino di Catania in collaborazione con l’Associazione Cultur’Arte Santa Lucia di Siracusa. Giovedì 8 dalle ore 9,00 alle 13,00 alla Cittadella dello Sport: “Festa a Lucia”, incontro sportivo organizzato dalla associazione Cultur’Arte Santa Lucia in collaborazione con l’Assessorato Politiche Sportive del Comune di Siracusa, il Centro Sportivo Italiano. Alle ore 19,45, itinerario guidato alla mostra “Arma Christi” allestita presso la Cappella Sveva e promossa dalla Chiesa Cattedrale in collaborazione con Kairòs Turismo Cultura Eventi. Venerdì 9 alle ore 19,45, itinerario guidato delle Edicole votive di Santa Lucia in Ortigia in collaborazione con Kairòs e con partenza dal sagrato della Cattedrale. Sabato 10 alle ore 21,00 in Cattedrale: Concerto “Dedicato a Lucia” con Olga Romanko e Irina Loskova in collaborazione con Kairòs e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa.
La festa del Patrocinio di Santa Lucia, più comunemente definita come Santa Lucia delle quaglie (appellativo per definire i colombi), si svolge le prime due domeniche di maggio per ricordare il miracolo avvenuto nel maggio 1646 quando nella città di Siracusa divampava la carestia e improvvisamente giunsero nel porto aretuseo delle navi cariche di grano e di altro cibo. Una colomba entrò nel Duomo comunicando così alla popolazione il miracolo.