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Migranti. Sono più di 3 mila i tutori volontari per i minori stranieri

Sono già più di 3 mila in Italia i tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati. Sono in netta prevalenza donne, laureate, residenti in particolare in Sicilia e nel Mezzogiorno e, a fine 2018, dopo i corsi di formazione e il via libera dei Tribunali, hanno già avuto un abbinamento con quasi 4mila ragazzi e ragazze arrivati da soli nel nostro Paese. Sono questi i risultati del primo monitoraggio sul Sistema della tutela volontaria effettuato dall’Ufficio nazionale del Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Negli elenchi dei Tribunali per i minorenni, infatti, risultano già iscritti per la precisione 3.029 tutori volontari di minori stranieri non accompagnati (Msna), di cui 505 provenienti da elenchi preesistenti all’entrata in vigore della legge 47 del 2017. Si tratta della norma che ha riformato l’accoglienza dei minori migranti nel nostro Paese, con l’obiettivo di favorirne la protezione e l’integrazione grazie all’affidamento in famiglia o, appunto, la tutela da parte di un volontario. Il tutore non ospita a casa propria il minore, lo aiuta però nello svolgimento della pratiche burocratiche, ma soprattutto lo accompagna nel percorso di vita, agevolandone lo sviluppo personale e l’integrazione nella nostra società.
Particolarmente interessante è la composizione delle persone che si sono rese disponibili a questo compito di guida e di cura dei minori immigrati e che per farlo, prima del vaglio da parte dei Tribunali, hanno seguito uno dei corsi preparatori organizzati dai Garanti regionali dell’infanzia. Fra i tutori, infatti, il 75,4% è rappresentato da donne, il 57,7% ha un’età superiore ai 45 anni e ben l’83,9% è laureato, il 77,8% ha un’occupazione – per lo più nelle professioni intellettuali, scientifiche e a elevata specializzazione – e il 9,1% l’ha avuta ed è oggi pensionato. Particolarmente impegnati risultano la Sicilia (che peraltro ha il record di minori stranieri non accompagnati ospitati) e il Mezzogiorno in generale, anche se il numero dei tutori non dipende solo da quante persone si rendono disponibili, ma anche dalla organizzazione dei corsi da parte dei Garanti regionali – 48 queli effettuati in 18 mesi, con 26 ore di formazione – e dalla celerità dei Tribunali nel verificare i requisiti, iscrivere i tutori negli appositi elenchi e dare il via libera agli abbinamenti con i ragazzi e le ragazze. I primi tre distretti di Corte d’appello per numero di tutori volontari iscritti negli elenchi sono Catania (244), Roma (242) e Palermo (241).


(Da Avvenire)

 

Papa in Giappone: “Preoccupato per il prolungarsi dell’uso dell’energia nucleare”

Incontrando a Tokyo le vittime del triplice disastro del 2011, Papa Francesco ha ricordato in particolare l’incidente nucleare di Daiichi a Fukushima e le sue conseguenze. “Oltre alle preoccupazioni scientifiche o mediche, c’è anche il lavoro immenso per ripristinare il tessuto della società”, ha fatto notare Francesco: “Fino a quando i legami sociali non saranno ristabiliti nelle comunità locali e le persone avranno di nuovo una vita sicura e stabile, l’incidente di Fukushima non sarà completamente risolto”. Ciò implica, ha ribadito associandosi ai vescovi del Giappone, “la preoccupazione per il prolungarsi dell’uso dell’energia nucleare, per cui hanno chiesto l’abolizione delle centrali nucleari”. “La nostra epoca è tentata di fare del progresso tecnologico la misura del progresso umano”, il grido d’allarme del Papa: “Questo paradigma tecnocratico di progresso e di sviluppo modella la vita delle persone e il funzionamento della società e, spesso, porta a un riduzionismo che tocca tutti gli ambiti delle nostre società”. È dunque importante, in momenti come questo, “fare una pausa e riflettere su chi siamo e, forse in modo più critico, su chi vogliamo essere”: “Che tipo di mondo, che tipo di eredità vogliamo lasciare a coloro che verranno dopo di noi?”. “La saggezza e l’esperienza degli anziani, insieme all’impegno e all’entusiasmo dei giovani – la tesi di Francesco – possono aiutare a plasmare una visione diversa, una visione che aiuti a guardare con grande rispetto il dono della vita e la solidarietà con i nostri fratelli e sorelle nell’unica, multietnica e multiculturale famiglia umana”.

(da Agenzia SIR)

Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia

In farmacia per i bambini con la Caritas Diocesana

Oggi, mercoledì 20, si celebra la XXX Giornata mondiale dei Diritti dell’infanzia. Nella nostra Diocesi sarà realizzata la VII giornata “In Farmacia per i bambini” promossa dalla Fondazione Francesca Rava – NPH Italia in collaborazione con la Caritas di Siracusa e diverse realtà diocesane che daranno il proprio contributo per sensibilizzare i cittadini a salvaguardare i diritti dei bambini. L’invito dei volontari è quello di donare farmaci da banco, alimenti e prodotti pediatrici.

A Siracusa la Caritas diocesana, attraverso l’associazione Padre Massimiliano Maria Kolbe, sarà presente presso la Farmacia Favara in viale Scala Greca 399; la comunità delle Suore Francescane Missionarie di Maria presso la Farmacia Caruso in via Necropoli Grotticelle 25; il Centro Aiuto alla Vita (CAV) presso la Farmacia Santa Panagia in viale Santa Panagia 118; la Caritas della Parrocchia Sacra Famiglia presso la Farmacia Favata in via Paternò. Ad Augusta la comunità delle Suore Francescane Missionarie di Maria sarà presente presso la Farmacia Monte Tauro in via Corbino 65 e la Farmacia Bruno in via Principe Umberto I, 84; la Caritas della Parrocchia Madonna del Buon Consiglio in Santa Lucia sarà presente presso la Farmacia Conigliaro in viale Italia, 188. Infine, a Città Giardino la Caritas della Parrocchia di San Bartolomeo sarà presente presso la Farmacia Formica Magro in via Mascagni, 1. Sarà presente anche personale della Marina militare.

I prodotti, donati durante la giornata, saranno devoluti a famiglie che vivono in difficoltà economica.

Papa: verso i bambini più responsabilità da parte delle aziende digitali

La sfida è grande: «Vogliamo bandire dalla faccia della terra la violenza e ogni tipo di abuso nei confronti dei minori». E ancora: «Le grandi compagnie del settore non possono considerarsi completamente estranee all’uso degli strumenti che mettono nelle mani dei loro clienti». 
Sono parole chiare e principi indiscutibili quelli richiamati del Papa nel suo intervento al summit internazionale “Promoting digital child dignity” che si propone di garantire una dignità, cioè una tutela, digitale ai bambini, ai ragazzi che si affacciano in Rete. 

«In un mondo come il nostro, in cui i confini fra gli Stati sono continuamente superati dalle dinamiche create dagli sviluppi del Web – ha aggiunto Francesco – i nostri sforzi devono assumere la dimensione di un movimento globale che si unisce agli impegni più nobili della famiglia umana e delle istituzioni internazionali per la tutela della dignità dei minori e di ogni persona». 

È chiaro infatti che «ogni educatore, ogni genitore va aiutato e sostenuto nel suo servizio dall’impegno concorde di una nuova alleanza di tutte le istituzioni e forze educative. A questo contribuisce non solo la sana ragione etica, ma anche la visione e l’ispirazione religiosa, che ha respiro universale perché fonda il rispetto della dignità umana sulla grandezza e santità di Dio, suo Creatore e Salvatore. Perciò è benvenuta la presenza fra voi di numerosi autorevoli leader religiosi che intendono farsi carico in modo solidale e corresponsabile di questi problemi». 

Di qui un rinnovato invito all’impegno comune, concreto, di tutte le agenzie educative. «La causa della protezione dei minori nel mondo digitale – ha sottolineato il Papa – deve vederci uniti, come testimoni dell’amore di Dio per ogni persona, a cominciare dai più piccoli e indifesi, per far crescere in tutti, in ogni parte del mondo e in ogni confessione religiosa, l’attenzione, la cura e la consapevolezza. Guardiamoli negli occhi: sono le vostre figlie e i vostri figli, dobbiamo amarli come capolavori e figli di Dio. Hanno diritto a una vita buona. Abbiamo il dovere di fare tutto il possibile perché la abbiano».

IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO

Riccardo Maccioni
(Da Avvenire)

Bassetti: è l’ora dei laici responsabili. In politica serve una nuova presenza

Sulla scrivania del suo studio il cardinale Gualtiero Bassetti tiene la Bibbia aperta sul Vangelo di Matteo e, accanto, il ritaglio di una pagina di Avvenire. Il versetto su cui si sofferma il presidente della Cei è quello in cui Cristo sprona a rendere «a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». E l’articolo tratto da questo quotidiano è un’intervista al sondaggista Nando Pagnoncelli in cui si spiega, all’indomani dell’esito delle elezioni europee, che più della metà dei praticanti si è orientata verso l’astensione.

A Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio

«Ogni volta che leggo l’ammonimento del Signore a restituire all’imperatore romano il dovuto – afferma il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – penso che quelle parole siano un richiamo a ogni credente a restituire qualcosa alla città in cui vive. Sono un invito a curare la casa comune che è appunto la città, la provincia, la regione, il Paese intero. Sono una chiamata al cristiano a occuparsi della vita pubblica, a partire dalla politica: non soltanto con il voto, che è un diritto e un dovere al tempo stesso, ma anche con la dedizione personale, spendendosi senza riserve per il bene comune». 
L’analisi di Pagnoncelli, invece, mostra la distanza che c’è fra tanti cattolici e la politica. «Si avverte una sorta di divario fra le istituzioni e il cittadino – ammette il presidente della Cei –. Come cristiani abbiamo tirato i remi in barca, mi viene da dire. Ci interessiamo al sociale, magari interveniamo nel dibattito pubblico, ma non riusciamo a far sentire la nostra voce, a far entrare istanze e visioni nelle decisioni politiche. E questo produce una disaffezione e un’indifferenza che non possono non preoccupare».

Un cristiano non odia e non può essere antisemita

Altro tema che tiene banco in questi giorni è quello del razzismo: prima la notizia che la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e testimone dell’orrore della Shoah, riceve circa duecento messaggi di odio al giorno attraverso il web e ha dovuto accettare la scorta; poi il voto al Senato sull’istituzione di una “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo” proposta dalla stessa senatrice e, purtroppo, non accolta all’unanimità. 
«“Un cristiano non può essere antisemita”, ha ricordato recentemente papa Francesco, come non può essere un seminatore di odio – sottolinea Bassetti –. Su internet e nelle reti sociali l’anonimato ha partorito gli hater, gli odiatori. Come cittadini, come Chiese e come vescovi, non possiamo che condannare ogni atteggiamento o intervento che semina a piene mani disprezzo, inimicizia, ostilità. Azioni e parole dettate dal rancore sono un peccato contro Dio e contro l’umanità e sono in netta antitesi con il “comandamento dell’amore” che Cristo ci consegna e che racchiude l’intero messaggio del Vangelo. Quando si sostituisce il Signore con l’idolatria dell’odio, si arriva alla follia di sterminare l’altro. Proviamo timore e dolore verso ogni forma di antisemitismo che deve essere combattuta senza esitazioni. E non possono essere consentiti i silenzi, le mancanze o le astensioni». 

La politica è una missione, non ricerca di tornaconto

Ma c’è da scendere dal monte, dal Tabor, e calarsi nei problemi. «La politica è una missione, non una ricerca di tornaconto, non tentazione del consenso facile – tiene a precisare il presidente della Cei –. Una tensione verso i poveri, i precari, gli sfruttati, gli emarginati, i delusi, i fragili. E oggi fra loro rientrano i giovani che non trovano lavoro e che in maniera sempre più allarmante lasciano il nostro Paese; o le famiglie toccate dalla crisi, dalle difficoltà anche intrinseche, dalla disoccupazione. Il pensiero va oggi alla situazione che si è creata intorno all’ex Ilva di Taranto. Quei lavoratori, quelle famiglie non possono essere abbandonate a se stesse. È urgente riaffermare e garantire il diritto al lavoro che si coniughi con un degno e salutare ambiente di vita».
Un cattolico impegnato in politica è chiamato a ricucire, è l’idea del presidente della Cei. «In un frangente segnato dalle divisioni, dalle lacerazioni sociali e, aggiungerei, anche ecclesiali – spiega il cardinale –, occorre essere uomini e donne di comunione e di riconciliazione, intercettare le varie sensibilità e i molti bisogni, fare sintesi intorno a quell’orizzonte condiviso che è l’umanesimo cristiano. Inoltre serve dare forma e sostanza alle parole: non ci si può fermare solamente all’annuncio». Bassetti indica il Vangelo che ha sul tavolo. «La nostra società – conclude – ha un grande bisogno di persone che non scendano a patti con la mondanità, con l’individualismo esasperato, con l’arroganza diffusa e che abbiano come bussole la sobrietà e l’umiltà. Non si tratta di guardare al passato ma di costruire un futuro realmente nuovo».

Giacomo Gambassi
(Sintesi da Avvenire)

Francesco annuncia un prossimo viaggio in Sud Sudan

Al termine della preghiera mariana dell’Angelus, Papa Francesco ha espresso il desiderio di visitare il Sud Sudan l’anno prossimo. Già in occasione dell’udienza al presidente della Repubblica del Sud Sudan, Salva Kiir, il Papa aveva affermato questa sua volontà.

Il “pensiero speciale al caro popolo del Sud Sudan”, arriva mentre in questi giorni il Paese è stato colpito da ingenti inondazioni a seguito delle quali circa 490mila minori hanno bisogno di assistenza umanitaria. Un’emergenza che si aggiunge alla precaria situazione politica che vede ancora in stallo la trattativa tra il presidente Salva Kiir e l’ex leader ribelle Riek Machar per formare un governo di unità nazionale.

Appello per la riconciliazione in Sud Sudan

A tal proposito il Pontefice ha ricordato il ritiro spirituale per le Autorità del Paese, svoltosi in Vaticano nell’aprile scorso, e ha rinnovato il suo invito a tutti gli attori del processo politico nazionale a cercare ciò che unisce e a superare ciò che divide, in spirito di vera fratellanza”, esortando tutti a pregare per il Sud Sudan:

Il popolo sud-sudanese ha sofferto troppo negli ultimi anni e attende con grande speranza un futuro migliore, soprattutto la fine definitiva dei conflitti e una pace duratura. Esorto pertanto i responsabili a proseguire, senza stancarsi, l’impegno in favore di un dialogo inclusivo nella ricerca del consenso per il bene della Nazione. Esprimo inoltre l’auspicio che la comunità internazionale non trascuri di accompagnare il Sud Sudan nel cammino di riconciliazione nazionale. Vi invito tutti a pregare insieme per questo Paese, per il quale nutro un affetto particolare.

Le preghiere per la Bolivia

Francesco ha affidato alle preghiere dei fedeli anche la situazione dell’amata Bolivia, dove oggi il presidente Evo Morales ha annunciato nuove elezioni presidenziali. 

Il ricordo della beata Riquelme e di San Bartolomeo

Nel dopo Angelus, il Santo Padre ha inoltre ricordato le figure di Maria Emilia Riquelme y Zayas, proclamata beata ieri a Granada, in Spagna, e di San Bartolomeo Fernandes dei Martiri del quale si svolge oggi a Braga, in Portogallo, la Messa di ringraziamento per la canonizzazione equipollente.

Il legame tra terra e lavoro

Il Papa ha infine omaggiato la Giornata Nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro che si celebra oggi in Italia. Nella cornice di questa ricorrenza, il Santo Padre si è associato ai vescovi “nel richiamare il forte legame tra il pane e il lavoro, auspicando coraggiose politiche occupazionali che tengano conto della dignità e della solidarietà e prevenendo i rischi di corruzione”.

Marco Guerra – Città del Vaticano
(Da VaticanNews)

Chiara Lubich, chiusa la prima fase della causa di beatificazione

Una giornata importante, quella di oggi, per il Movimento dei Focolari e per la Chiesa universale. Alle 16.30 di questo pomeriggio, nella cattedrale di San Pietro Apostolo a Frascati, Roma, si svolgerà la cerimonia di chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. La cerimonia sarà presieduta da monsignor Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati, la diocesi in cui si è svolta la prima fase del processo. E’ infatti a Rocca di Papa che Chiara Lubich è morta il 14 marzo 2008. Alla cerimonia ci sarà Maria Voce, presidente dei Focolari, e tanti uomini e donne in rappresentanza del “popolo di Chiara” affolleranno la chiesa per condividere la gioia dell’evento.

Chi è Chiara Lubich

Nata a Trento il 22 gennaio 1920, battezzata con il nome di Silvia, la Lubich scelse il nome di Chiara nel momento della sua consacrazione a Dio il 7 dicembre del 1943, ispirandosi a Chiara di Assisi di cui ammirava la radicalità. Poco dopo quel primo atto di unione con Dio, compiuto in solitudine, decisero di seguire la sua strada alcune ragazze del posto e poi alcuni ragazzi. Ben presto a Trento sorse una comunità di circa 500 persone che, in mezzo agli orrori della seconda guerra mondiale, si impegnarono a vivere il comandamento dell’amore scambievole portato da Gesù, in risposta all’amore di un Dio sentito e creduto Padre di tutti. Un amore reciproco che provoca la presenza di Gesù in mezzo ai suoi, secondo la sua promessa.

Se siamo uniti, Gesù è fra noi. E questo vale. Vale più di ogni altro tesoro che può possedere il nostro cuore: più della madre, del padre, dei fratelli, dei figli. (…) Anche questa è l’ora Sua: non tanto d’un santo, ma di Lui; di Lui fra noi, di Lui vivente in noi, edificanti – in unità d’amore – il Corpo mistico suo

Chiara Lubich
La preghiera di Gesù: che tutti siano una cosa sola 

Leggendo il Vangelo iu un rifugio durante un bombardamento con alcune compagne, Chiara trova una pagina in cui vede una particolare chiamata del Signore. La pagina conteneva la preghiera di Gesù al Padre:”Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola”. Insieme decisero che per quella preghiera sarebbero vissute. E’ infatti l’unità, il cuore del carisma che più tardi la Chiesa riconobbe alla Lubich, approvando dopo un profondo studio, gli Statuti dell’Opera che intanto era nata e si era diffusa un po’ alla volta in tutti i continenti. 

E allora viviamo la vita che Egli ci dà attimo per attimo nella carità. È comandamento base l’amore fraterno. Per cui tutto vale ciò che è espressione di sincera fraterna carità. Nulla vale di ciò che facciamo se in esso non vi è il sentimento d’amore per i fratelli: ché Dio è Padre ed ha nel cuore sempre e solo i figli

Chiara Lubich
Chiara Lubich, la donna del dialogo

L’aspirazione all’unità, alla fratellanza universale, fa dunque da sfondo ad ogni iniziativa. Da qui gli innumerevoli dialoghi intessuti negli anni da Chiara Lubich e dal Movimento con le altre realtà ecclesiali della Chiesa cattolica, con le altre Chiese e Confessioni cristiane, con i membri delle altre religioni: musulmani, buddisti, indù, sick ecc… Ma anche il progetto dell’Economia di Comunione o tante opere a carattere sociale.

Adriana Masotti – Città del Vaticano
(Da VaticanNews)

Il pellegrinaggio dell’Unitalsi al Santuario diventa evento nazionale

Il pellegrinaggio a Siracusa diventerà anche ufficialmente pellegrinaggio nazionale dell’Unitalsi. A confermarlo il consiglio direttivo nazionale dell’Unitalsi al termine del tradizionale pellegrinaggio dell’Unitalsi della Sicilia Orientale.
Una tre giorni, che ha visto al Santuario della Madonna delle Lacrime migliaia di pellegrini, che si è aperta con la messa all’aperto in via degli Orti e si è conclusa con la processione eucaristica guidata da monsignor Enzo Murgano, assistente della Sezione Sicilia Orientale Unitalsi. Giornate di incontro, di preghiera e di conforto. “Le lacrime di Maria hanno saputo creare unità e hanno riempito il nostro cuore di emozione e di gratitudine, ripetendoci il messaggio che può dare un senso nuovo alla nostra vita e alla nostra associazione: Dio ama i poveri e gli umili, rovescia chi si crede potente e conquistatore, innalza chi costruisce comunione, confonde gli arroganti e i cercatori di vendetta, illumina di bellezza e di speranza la vita di chi soffre, di chi si sente smarrito, di chi cerca un amore che vive il tempo senza essere distrutto dal tempo” spiegano dall’Unitalsi. “Maria ha chiamato l’associazione a mettersi in cammino ancora una volta verso un luogo preciso per poterci parlare di Suo Figlio, perché noi siamo camminatori, per vedere e vivere e non scrittori sulla sabbia di spiagge di vita che non conosciamo davvero. Per questo, dall’anno 2020, accogliendo la proposta e la gioia del presidente di Sezione Nunzio Faranda, del presidente della sottosezione di Siracusa Gabriele Burgio, il pellegrinaggio a Siracusa diventerà anche ufficialmente pellegrinaggio nazionale dell’Unitalsi”.

L’Unitalsi al Santuario


La tre giorni è stata caratterizzata anche dal concerto in onore della Madonna delle Lacrime a cura del Coro polifonico di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) “Dulcis Armonia” che ha eseguito l’Inno alla Madonna delle Lacrime, composto dal maestro Mons. Marco Frisina. E dallo spettacolo piromusicale davanti al sagrato della Cripta. Ma anche dalla messa presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, durante la quale è stata offerta la traduzione nella lingua dei segni per i fratelli sodomuti. Una celebrazione che si è conclusa con il rito della Benedizione del Cotone, che sarà distribuito a tutti i partecipanti.

Mons. Salvatore Pappalardo da undici anni in Diocesi

Ricorre oggi l’undicesimo anniversario dell’inizio del ministero pastorale nella nostra Diocesi di mons. Salvatore Pappalardo. 
“In questi anni la Chiesa che è in Siracusa è stata da lui sostenuta ed accompagnata, sui sentieri tracciati dallo Spirito Santo, con la sapienza e la mitezza propria del Buon Pastore” ha scritto il vicario generale, mons. Sebastiano Amenta chiedendo alla comunità diocesana una preghiera per il Pastore della Chiesa siracusana.
“Il rinnovamento dell’itinerario di iniziazione cristiana dei bambini e degli adulti, la valorizzazione del ministero diaconale, l’impulso ad una nuova corresponsabilità laicale e agli organismi di partecipazione ecclesiale, la formazione teologica del Popolo di Dio, la promozione della vita contemplativa con i due nuovi monasteri di Ferla e Sortino, la nuova progettualità della Caritas diocesana con la collaborazione della Fondazione Val di Noto, l’attenzione al fenomeno migratorio con le due nuove comunità dei Fratelli Maristi e delle Suore Scalabriniane sono solo alcune tappe che hanno caratterizzato questo cammino”.


Mons. Amenta infine ha ringraziato il “Padre Vescovo anche per la cura che ha avuto per la famiglia e per la traduzione pastorale, senza indugi, nella nostra Diocesi dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia compresa la nuova struttura del Tribunale Diocesano ed, ancora, la sua vicinanza alla scuola e all’associazionismo”.

Il Papa: l’impatto con Cristo trasformi i nostri cuori e ci spinga all’incontro con gli altri

Il brano biblico tratto dagli Atti degli Apostoli, da cui prende spunto la catechesi di oggi, racconta la conversione di Saulo, dapprima persecutore della Chiesa nascente e poi “strumento scelto da Dio per annunciare il Vangelo alle genti”. Ed è proprio su questa radicale trasformazione che si incentrano le parole di Papa Francesco. Nel descrivere Saulo, il Papa dice che perseguitando i cristiani, egli pensava “di servire la Legge del Signore” e che in lui c’era “un soffio di morte”. E a braccio aggiunge: “Voi, che venite da alcuni popoli che sono stati perseguitati dalle dittature, voi capite bene cosa significa dare la caccia alla gente e catturarla”. Quindi prosegue: 

Il giovane Saulo è ritratto come un intransigente, cioè uno che manifesta intolleranza verso chi la pensa diversamente da sé, assolutizza la propria identità politica o religiosa e riduce l’altro a potenziale nemico da combattere. Un ideologo: in Saulo la religione si era trasformata in ideologia. Ideologia religiosa, ideologia sociale, ideologia politica.

Combattere il male, non le persone 

L’incontro con Cristo farà capire a Saulo che i veri nemici contro cui lottare sono “gli spiriti del male” che dominano il mondo e che “non si devono combattere le persone, ma il male che ispira le loro azioni”.

La condizione rabbiosa – perché Saulo era rabbioso –  la condizione rabbiosa e conflittuale di Saulo invita ciascuno a interrogarsi: come vivo la mia vita di fede? Vado incontro agli altri oppure sono contro gli altri? Appartengo alla Chiesa universale, buoni cattivi, tutti, tutti, o ho una ideologia selettiva? Adoro Dio o adoro le formulazioni dogmatiche? Com’è la mia vita religiosa?La fede in Dio che professo mi rende amichevole oppure ostile verso chi è diverso da me?

Colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo

Quando il Signore risorto si manifesta a Saulo, “per toccargli il cuore”, gli chiede conto delle sue azioni: ‘Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?’ 

Qui il Risorto manifesta il suo essere una cosa sola con quanti credono in Lui: colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo stesso! Anche coloro che sono ideologi perché vogliono la purità – tra virgolette – della Chiesa, colpiscono Cristo.

L’incontro con Cristo che trasforma il cuore

Saulo è abbagliato dalla luce di Cristo e, dice il Papa, “non vede più nulla, e da uomo forte, autorevole e indipendente diventa debole, bisognoso e dipendente dagli altri”. Ma da questo incontro inizia “il suo passaggio dalla morte alla vita”. Da quel momento per lui conterà solo Cristo e, ricevuto il Battesimo, sarà lo strumento nelle mani di Dio per portare a tutti il suo nome. E il Papa conclude:

Il Battesimo segna così per Saulo, come per ciascuno di noi, l’inizio di una vita nuova, ed è accompagnato da uno sguardo nuovo su Dio, su sé stesso e sugli altri, che da nemici diventano ormai fratelli in Cristo. (…) Chiediamo al Padre che faccia sperimentare anche a noi, come a Saulo, l’impatto con il suo amore che solo può fare di un cuore di pietra un cuore di carne, capace di accogliere in sé ‘gli stessi sentimenti di Cristo Gesù’.

Adriana Masotti – Città del Vaticano
(Da Vatican News )