Archivi della categoria: Primo piano

Mons. Luigi Renna nominato arcivescovo di Catania

Il Santo Padre ha nominato S.E.R. Mons. Luigi Renna, attualmente vescovo di Cerignola – Ascoli Satriano, Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Catania. Mons. Renna succede a Mons. Salvatore Gristina che dal 2002, dopo essere stato pastore della Diocesi di Acireale, ha guidato la Chiesa catanese.
La Chiesa siracusana, unita nella preghiera, porge a Mons. Luigi Renna i miglior auguri per il suo ministero episcopale.

Rivolgo il mio benvenuto al neo arcivescovo metropolita di Catania, mons. Luigi Renna, con l’augurio di un fecondo apostolato e invoco su di lui grazia e benedizione. Un vivo ringraziamento a mons. Salvatore Gristina per il suo prezioso servizio rivolto alla Chiesa di Catania e per il suo infaticabile impegno al coordinamento della CESi” ha detto mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa.

La terra di Sicilia, come la mia Puglia, ha avuto tante ferite inferte dalla illegalità che ha seminato povertà e morte, ma è anche terra di uomini e donne tenaci e capaci di versare persino il sangue – sono loro gli autentici continuatori della santità della Martire Agata!- per la giustizia, la legalità, il futuro dell’Isola. Poiché è tristemente vero che la “questione morale” non è ancora finita nella nostra Repubblica, sappiate che nella Chiesa etnea troverete ancora chi è disposto a fare rete per cammini virtuosi, che rendano il nostro Paese degno di quella Costituzione così armoniosa e bella che anche uomini nati in Sicilia hanno contribuito a pensare, e molti altri hanno contribuito far fruttificare con il loro sangue” (Mons. Luigi Renna, nel primo saluto alla Chiesa di Catania).

 

In allegato l’annuncio della nomina ed il primo saluto di mons. Renna

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Niente green pass per le celebrazioni

Invariate tutte le prescrizioni da osservare per le celebrazioni liturgiche. Nell’ambito del rafforzamento delle misure per contenere l’emergenza pandemica in corso è bene ricordare che la certificazione verde non è richiesta per partecipare alle celebrazioni eucaristiche. Si continua a osservare quanto previsto dal protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote.

 

 

In allegato l’ordinanza del Presidente della Regione di dichiarazione della zona arancione e una sintesi delle regole da osservare per tutto il periodo arancione

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Gli auguri dell'arcivescovo mons. Francesco Lomanto

Cercare lʼumiltà per la realizzazione della dignità umana

Cercare lʼumiltà per favorire la piena realizzazione della dignità umana. E’ uno degli inviti che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto ai fedeli in occasione delle imminenti festività natalizie, incontrando i giornalisti e gli operatori della comunicazione della Diocesi per condividere una riflessione sul Natale e per uno scambio di auguri.
L’arcivescovo partendo dal messaggio di Papa Francesco per la 55ma giornata mondiale della pace ha rilanciato tre temi “che mi stanno a cuore: il dialogo, lʼeducazione e il lavoro. Papa Francesco propone tre vie da percorrere “per la costruzione di una pace duratura”: “il dialogo tra le generazioni e la fiducia reciproca tra gli interlocutori”; “l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo”; e “il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana”. Partendo da queste tre vie, vi invito a guardare la realtà per cercare di capire i rischi che presenta oggi il mondo e per prospettare proposte concrete”.
Mons. Lomanto ha invitato a “promuovere il dialogo e la fiducia tra gli interlocutori e superare la violenza. Al dialogo si oppone la violenza. La violenza si va sempre più connotando quale diffuso atteggiamento che si manifesta spesso come aggressività verbale. È la legge della “voce più forteˮ negli organi di stampa; è il linguaggio dei social media, dove gli odiatori hanno un grande seguito. Papa Francesco nel suo messaggio per la 55ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali ci ricorda: «Sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili […].Tale consapevolezza critica spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità». Dalla violenza verbale alla violenza fisica il passo non è certamente lungo. E mi riferisco alle molte violenze che si consumano fra le mura domestiche, agli omicidi del partner; penso alla violenza contro i medici, gli infermieri e operatori sanitari che non riescono più a nascondere esasperazione e stanchezza; e penso alle minacce fisiche e aggressioni proprio a voi, ai giornalisti, che svolgete correttamente il vostro servizio. Occorre superare la violenza con il dialogo, l’ascolto, il confronto l’accordo e la fiducia reciproca degli interlocutori”. L’arcivescovo ha invitato a “camminare insieme per superare la crisi dellʼindividualismo e per realizzare la libertà e lo sviluppo. Lʼistruzione e lʼeducazione «sono le fondamenta di una società coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso» (Francesco, 55ma GM pace). Voi siete stati e siete ancora adesso principali interpreti di questa pandemia e della post pandemia: occorre evitare il rischio dell’individualismo e dell’egoismo e accrescere il senso dellʼunità, dellʼaiuto reciproco, dello stare insieme, del camminare insieme, del progredire insieme, perché ci si salva insieme. Ed insieme si superano le sofferenze causate dalle alluvioni che hanno danneggiato le case di tante famiglie, di tante attività produttive; hanno distrutto terre e mietuto vittime. Ed anche sullo stato del nostro territorio dovremmo interrogarci. L’amore per Dio ci spinge allʼattenzione verso lʼaltro e al rispetto di tutti e di tutto. Al primo posto ci sia lʼattenzione la bene comune e di ciascuno. Lʼamore cristiano, essendo un amore personale, è più vero quando stabilisce un rapporto reale di comunione, anche se non fa nulla di visibile. Spesso opera nel sacrificio, nella sofferenza, nel silenzio, nella preghiera, nel dono di sé, perché è lʼamore crocifisso”.
Infine cercare lʼumiltà per favorire la piena realizzazione della dignità umana (promuovendo anche il superamento delle prospettive drammatiche della disoccupazione). «Lʼumiltà è la prima e fondamentale virtù, non solo individualmente davanti a Dio, ma socialmente in mezzo agli uomini» perché «lʼumiltà rende giustizia agli altri, lʼumiltà è una virtù sociale, lʼumiltà è amore» (L. Sturzo, Problemi spirituali, 83). Lʼumiltà «fa avvicinare gli uomini in solidarietà fraterna, senza che nessuno possa credersi migliore o superiore agli altri; ci fa apprezzare in verità il posto che ciascuno deve occupare nella creazione, rigettando la menzogna dellʼorgoglio, della vanità, della compiacenza di sé, e ogni ingiustizia che ci faccia sovrapporre agli altri e preporre a Dio stesso» (Id., Vera vita, 96). Il Bambino Gesù ci insegna lʼumiltà. A tutti. Qualunque posto o ruolo ricopriamo nella società. Guardiamo a quella mangiatoia e guardiamo al Bambinello per trascorrere un Natale nel segno dellʼumiltà, della serenità e della pace, della non violenza e del donarsi allʼaltro. Impariamo ad amare dal Santo Bambino”.
L’arcivescovo ha ringraziato i giornalisti per la donazione di 50 chilogrammi di pane alla Caritas della Chiesa Madre di Carlentini.
Il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Salvatore Di Salvo, ha sottolineato il delicato momento che sta vivendo la categoria per la crisi del settore che sembra non terminare: “L’Ordine effettuerà un monitoraggio della situazione precaria che stanno vivendo tutti i colleghi a causa della crisi dell’editoria e sarà al fianco dei colleghi che vivono momento di fragilità”. Di Salvo, in qualità di segretario nazionale dell’Ucsi, ha donato il testo di Vania De Luca e Marika Spalletta dal titolo “Pandemie mediali”, lo studio che riguarda il periodo pandemico vissuto dai giornalisti.
Grazie a mons. Lo Manto per la riflessione che ci ha donato. Parole che hanno richiamato il nostro servizio a favore di chi non ha voce. Parole che sono sostegno al nostro impegno quotidiano in un momento di grave crisi editoriale e di continue minacce nei confronti dei giornalisti. Una voce autorevole che riconosce il ruolo sociale e la missione laica di uomini e donne che raccontano la storia di questo tempo anche nella nostra provincia” ha detto il segretario provinciale dell’Assostampa Prospero Dente, che insieme al presidente provinciale dell’Ucsi Alberto Lo Passo, ha donato all’arcivescovo una forma di pane, simbolo della donazione alla Caritas.
Il messaggio dell’arcivescovo Francesco Lomanto
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L'arcivescovo Lomanto al Palazzo di Giustizia

Siete orientati alla ricerca della verità

Il vostro alto ministero è un ministero a servizio della verità, di quella verità che non teme di porre più, e più volte, in dubbio, conclusioni cui si è pervenuti; un ministero che richiede l’umiltà di chi sa che la ricerca della verità va al di là delle opinioni che ciascuno possa essersi, più o meno fondatamente, create”. Ha usato queste parole l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto rivolgendosi al presidente del Tribunale Dorotea Quartararo, al procuratore Sabrina Gambino, al procuratore aggiunto Fabio Scavone, al presidente della prima sezione Civile Antonio Alì, al presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati Carlo Greco e agli altri magistrati e avvocati riuniti nel cortile antistante il Palazzo di Giustizia.
Il “Natale del giurista”, iniziativa promossa dalla sezione di Siracusa dell’Unione giuristi cattolici italiani guidata dal presidente Ottavio Palazzolo, è stata anche quest’anno condizionata dall’emergenza sanitaria. Ma l’auspicio è che il prossimo anno l’arcivescovo potrà visitare nuovamente i piani del Tribunale per un saluto prima del Natale.

Ci ritroviamo nuovamente in questo Palazzo di Giustizia per scambiarci gli auguri natalizi e, al contempo, per condividere una riflessione sul vostro prezioso ministero a favore della giustizia – ha esordito l’arcivescovo -. Il compito dei giuristi è stabilire anzitutto se a una pretesa corrisponda o meno un diritto, per poi determinarne la titolarità. Per pervenire alla definizione di tali rapporti, la cultura giuridica ha fatto ricorso alle dinamiche processuali che sono finalizzate ad accertare la verità delle posizioni di parti. La verità è concetto a me molto caro, tanto da averlo posto all’interno del mio motto episcopale: Sanctificati in veritate. Sono parole tratte dalla preghiera sacerdotale di Gesù e contenute nel Vangelo di Giovanni. Il cristiano deve costantemente porsi alla ricerca della verità, secondo le parole dello stesso Gesù che nella verità ci ha consacrati. Peraltro, Egli dice di se stesso di essere via, verità, e vita (cf. Gv 14,6)”.

L’arcivescovo ha ribadito che l’attività processuale “che in queste aule ha luogo e per cui voi indefessamente e lodevolmente impiegate la vostra vita, è sempre orientata alla ricerca della verità. Siete tutti dei cercatori della verità, di una verità che si fonda sull’ascolto, sulla ponderazione, sul discernimento, e, infine, su una determinazione che affonda le sue radici su quella certezza morale che il giudice ritiene di avere raggiunto all’esito del processo. Vedete come la verità abbia una vocazione oggettiva che, purtroppo, spesso, nel comune pubblico confrontarsi, pare scolorire in favore dell’opinione che, se suffragata da una maggioranza, magari la più rumorosa, viene ad essere imposta quale verità. Il servizio che voi prestate, invece, ci ricorda come la verità non possa imporsi con la forza. E quando pressioni di vario genere vogliano imporre quanto è irragionevole o semplicemente opinabile in termini di verità, è allora che alla forza della ragione si sostituiscono le ragioni della forza e la società segna il suo inesorabile declino. Carissimi amici, cercatori e servitori della verità, mi auguro che il Dio che si fa bambino, il Signore della storia che nasce nell’umiltà del presepe possa sempre più spingervi a rigettare l’apparenza, per intus legere lo splendore della Verità”.

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Lucia, la via della non violenza

Lucia ci è di esempio per la sua resistenza agli atti di violenza che ella subì per essersi sottratta alle lusinghe del potente di turno. Oggi la violenza si va sempre più connotando quale diffuso atteggiamento che si manifesta spesso come aggressività verbale, che talora caratterizza “la voce più forteˮ negli organi di stampa, il linguaggio dei social media, dove gli haters – gli odiatori hanno un grande seguito e colpiscono gli sventurati. Dalla violenza verbale alla violenza fisica il passo non è certamente lungo. Penso, al momento, alle molte violenze che si consumano fra le mura domestiche, agli omicidi del partner; penso alla violenza contro i medici, gli infermieri e operatori sanitari che non riescono più a nascondere esasperazione e stanchezza; e penso alle minacce fisiche e aggressioni ai giornalisti che svolgono correttamente il loro servizio“. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nella sua omelia ai primi vespri della solennità nella festa di Santa Lucia.  

L’arcivescovo ha sottolineato tre vie di impegno concreto e quotidiano: la guida dellʼamore nella condivisione dei beni e del proprio tempo; la forza della giustizia nella sobrietà, la via della non violenza, lʼattenzione allʼaltro e il rispetto di tutti. 

S. Lucia ha dato tutto ai poveri. Ella non è solo la fanciulla coraggiosa che ha dato la vita nel martirio. Prima di tutto ha vissuto la legge della carità, donando le sue risorse agli indigenti. Lʼesercizio della sua carità è una traduzione concreta dell’invito di Giovanni Battista che indica la condivisione dei beni e del proprio tempo come via necessaria per accogliere il Signore. E, infatti, Lucia, in seguito al miracolo della madre, cominciò a distribuire i propri beni ai poveri secondo le indicazioni della comunità cristiana della sua città“.

Il sindaco Francesco Italia con il cero e gli altri sindaci portano i doni

Un’altra via è la forza della giustizia, “è lʼinvito a sapersi accontentare di quello che si ha, non esigendo più di quello che spetta. Ciò significa dare il giusto valore alle cose terrene che sono uno strumento per vivere, rigettando la logica del vivere per avere sempre di più. S. Lucia non ha mai preteso, ha sempre dato agli altri. E ha riposto tutta la sua fiducia in Gesù, rigettando ogni forma di egoismo e di materialismo“.

Infine la via della non violenza. “S. Giovanni Battista e S. Lucia ci insegnano ad accogliere il Signore nella carità e nella verità della condivisione. Lʼamore per Dio ci spinge allʼattenzione verso lʼaltro e al rispetto di tutti, alla rinuncia di ogni forma di violenza, di prevaricazione e di estorsione. Di fronte ai pericoli della pandemia e della post pandemia occorre evitare il rischio dell’individualismo e dell’egoismo e accrescere il senso dellʼunità, dellʼaiuto reciproco, dello stare insieme, del camminare insieme, del progredire insieme, perché ci si salva insieme. Come pure occorre aprirci al valore dellʼospitalità e alla prassi dellʼaccoglienza senza lasciare fuori dai confini chi bussa in cerca di una vita dignitosa e lontana dalla guerra e dai pericoli. E non possiamo misconoscere la sofferenza che continua a prostrarci a causa delle recenti alluvioni che hanno danneggiato le case di tante famiglie, di tante attività produttive; hanno distrutto terre e mietuto vittime; hanno accresciuto le povertà che affliggono tanto il nostro popolo. Ricorriamo con fiducia a S. Lucia, per ottenere quella forza che, dinanzi alle torture, la rendeva ferma, come una colonna, nel suo proposito di fedeltà a Dio. Per tutti la conversione effettiva e concreta a Dio rimane la vocazione fondamentale per iniziare comportamenti rinnovanti e camminare insieme con fiducia e speranza per le strade della nostra città, della nostra Isola e del nostro Paese“. 

Al termine, a nome della città, il sindaco di Siracusa Francesco Italia ha offerto un cero votivo e alcuni sindaci della Diocesi hanno offerto un dono del loro territorio.

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Festa di Santa Lucia

Mons. Ambarus presiede il Pontificale

Santa Lucia, icona della carità. E’ questo il senso della festa quest’anno come ha sottolineato il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, avv. Pucci Piccione. “Stiamo accanto ai poveri. Questo il senso della festa. Carità come accoglienza dell’altro. C’è un legame forte: ci sarà un salvadanaio durante questi giorni in Cattedrale. Chi vorrà, potrà dare qualcosa per i poveri aiutati dalla Caritas. Il Santo è testimonianza del Cristo vivente. Ed il volontario oggi ha un ruolo importante, concreto, di testimonianza” ha concluso il presidente Piccione.  “Lucia non fa la carità. Ma da i suoi beni per i poveri, in un momento storico in cui i cristiani erano la minoranza – spiega don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesana -. La Caritas quest’anno ha istituito il premio Santa Lucia: vengono presentati come icone del mondo moderno le persone che vivono la carità oggi. Quest’anno abbiamo scelto di premiare tutti coloro i quali durante il primo lock down, per due mesi, hanno messo a disposizione loro stessi. Si tratta di circa settanta volontari. Hanno messo a disposizione tutto: anche chi aveva a casa bambini piccoli, temendo contagi, è stato in strada. Credo che noi tutti siamo stati miracolati, perchè nessuno è stato contagiato”.
Quest’anno sarà mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma, con delega alla Carità, alla Pastorale dei migranti (in particolare Rom e Sinti) che presiederà la solenne concelebrazione domani, lunedì 13 dicembre, alle ore 10.30. Concelebreranno mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa, e gli arcivescovi emeriti mons. Giuseppe Costanzo e mons. Salvatore Pappalardo.
Così come disposto dalla Conferenza Episcopale Siciliana non ci sarà la tradizionale processione. Al posto della processione, alle ore 16,00, a palazzo San Zosimo in piazza Duomo, si terrà l’incontro con Mons. Benoni Ambarus, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma e Delegato Pontificio per la Carità di Roma in collaborazione con la Caritas Diocesana, dal titolo “I poveri li avrete sempre con voi”.
Un ringraziamento a tutte le testate giornalistiche ed in particolare alla trasmissione “A Sua Immagine” su Rai Uno, al Tgr Rai Sicilia (in onda lunedì 13 alle ore 7.45); a TV 2000 (in onda lunedì 13 alle ore 9.15).
Ed inoltre a Medical Excellence (canale 86), a TeleunoTris Siracusa (canale 172) e a Video 66 (canale 286) che ritrasmetteranno il segnale streaming fornito dalla Deputazione nei seguenti giorni:
DOMENICA 12 DICEMBRE
ore 19,00 Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità
ore 21,00 concerto “Note per Lucia” (XIV edizione)
LUNEDÌ 13 DICEMBRE 

ore 10,30 Solenne Concelebrazione presieduta da Mons. Benoni Ambarus, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma
DOMENICA 19 DICEMBRE
ore 20,30 “Il Codice Papadopulo”, lettura scenica a cura degli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico con traduzione degli studenti del Liceo Tommaso Gargallo
LUNEDÌ 20 DICEMBRE
ore 18,00 Celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo Metropolita di Siracusa
Tutte le dirette streaming saranno trasmesse anche sulla pagina facebook della Deputazione e dell’Arcidiocesi e sul canale You Tube dell’Arcidiocesi di Siracusa.
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Natale, una rivoluzione del modo di pensare umano

L’evento del Natale, cui ci prepariamo, è una rivoluzione del modo di pensare umano: il grande si fa piccolo, l’onnipotente si fa bisognoso di tutto, l’infinito entra nel tempo. Potremmo dire che attendiamo il trionfo della piccolezza, della povertà, della finitezza. Ogni anno, preparandoci al Natale, ci ricordiamo, dunque, che Dio si fa partecipe del nostro limite che, talora, nemmeno noi vogliamo accettare“. Lo scrive l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel messaggio che ha voluto rivolgere alla Diocesi per il periodo di Avvento.

Desidero invitarvi a vivere ii tempo di Avvento ponendovi in ascolto della Parola di Dio e disponendovi all’accoglienza del Verbo, il tempo di Natale come dono della presenza di Dio, il tempo della nostra esistenza come partecipazione del Suo amore infinito al nostro limite“.

L’Avvento è un cammino per accogliere il Verbo nell’atto di una fede che ascolta.

L’ Avvento ci indica il senso della vita cristiana che e, prima di tutto, accogliere il Verbo nell’atto di una fede che ascolta. Se la fede è ex auditu, essa implica l’ascolto, l’accoglienza del Verbo, affinché Egli stesso operi in noi ciò che chiede. L’ascolto e l’accoglienza del Verba rimangono il compito essenziale e unico per tutti, affinché si realizzi attraverso tutto il nostro essere la nostra trasformazione in Cristo e la proclamazione dell’unita e della gloria di Dio. Il cammino sinodale che abbiamo intrapreso ci invita a vivere l’ascolto come tappa ecclesiale imprescindibile per «contribuire a mettere in moto le idee, le energie e la creatività di tutti coloro che prenderanno parte all’itinerario, e facilitare la condivisione  dei  frutti  del  loro  impegno»  (Documento  Preparatorio,  3).  Tale «cammino di ascolto reciproco può essere un’autentica esperienza di discernimento della voce dello Spirito Santo» (Vademecum, 1), per avviarci «a diventare la Chiesa che Dio ci chiama ad essere» (lb.)”.

Il secondo punto evidenziato dall’arcivescovo Lomanto è “vivere ora e qui il dono di Dio con noi”. 

Mons. Francesco Lomanto

Celebrare il Natale “non significa soltanto commemorare l’evento di un giorno in cui, duemila anni fa, Dio si faceva uomo, viveva la nostra piccola vita e moriva sulla croce. Questa è una cosa grande, ma non è tutto, perché la cosa più grande è il fatto che la Sua vita, la Sua morte e la Sua resurrezione non sono avvenimenti che rimangono chiusi nel passato. Vivere il Natale vuol dire vivere oggi e qui questo dono di amore, vuol dire vivere oggi e qui il fatto che Egli si fa presente nella nostra vita e ci sceglie per Sé per compiere ii nostro cammino di adesione e trasformazione in Lui. Nulla e passato! Si tratta per noi di vivere questo mistero infinito di amore, in ogni giorno, in questo giorno presente che viviamo. Egli é con noi, Egli é tutto per noi, ora e qui. Ovunque tu sei Egli é con te. Egli é dove ama, e siccome Egli ti ama, Egli rimane con te e vuole che tu rimanga con Lui, nell’ameno giardino dello Spirito. Ecco la grandezza del Natale: come Lui é con te, cosi tu sei con Lui. lmporta poco essere qui o essere altrove. Ciò che conta e che tu sia con Lui come Lui con te; cosi tu realizzi questa presenza di amore che é veramente tutta la vita del cristiano“.

 

Infine il terzo punto: Dio viene a visitarci per farsi partecipe del  nostro limite e rimanere con noi.

“(…) Penso alla sofferenza che continua a prostrarci a causa del Covid, delle recenti alluvioni che hanno danneggiato le case di tante famiglie, tante attività produttive, distrutto terre e mietuto vittime, delle molte povertà che affliggono il nostro popolo. Anche in tutte queste concrete circostanze Cristo viene a visitarci e a farsi nostro compagno di viaggio, povero fra i poveri, ultimo fra gli ultimi, per annunciarci che Egli è venuto per colmare di grazia ogni nostra piaga, ogni nostro limite, innalzandoci a una nuova dignità: quella dei figli di Dio. Egli si fa povero per mostrarci la vera ricchezza, piccolo per indicarci ciò che e veramente grande ai Suoi occhi, ultimo perché sia sconfitta la “cultura dello scarto“, bisognoso per farci comprendere che solo in Lui e vera libertà, entra nel tempo per acquistarci l’eternità“.

 

Il messaggio integrale dell’arcivescovo per l’Avvento

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Processioni, la CESi conferma la sospensione

I Vescovi delle diocesi di Sicilia, riuniti a Roma per la sessione straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana, hanno svolto anche una seduta straordinaria della CESi. I lavori sono stati presieduti da Mons. Salvatore Gristina.

È stato trattato un unico argomento concernente l’eventuale modifica dell’attuale normativa circa le processioni.

Dopo ampia discussione, allargata anche ai Vescovi assenti, è stato deciso con voto unanime di confermare la sospensione delle processioni, permanendo peraltro lo stato di emergenza.

 

Comunicato finale della Sessione straordinaria della CESi

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Si celebra la Giornata di preghiera per le vittime agli abusi

La Conferenza episcopale Italiana ha istituito la prima Giornata nazionale di preghiera per le vittime ed i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Lo ha voluto fare in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale che si svolge il 18 novembre.

Per coinvolgere meglio la comunità diocesana, l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha spostato la celebrazione a domenica 21, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo.Le nostre comunità siano invitate ad unirsi alla preghiera non solo per le vittime di abusi ma anche per la ricerca coraggiosa di nuove forme di assunzione di responsabilità nei confronti dei piccoli – ha scritto l’arcivescovo Lomanto -. L’occasione è propizia per avviare e promuovere a tal riguardo un processo di sensibilizzazione, informazione e formazione. Del resto, non è possibile iniziare il nostro cammino sinodale senza esporci allo sguardo misericordioso di Cristo Gesù e fare verità sul nostro agire credente. Non possiamo trascurare la sofferenza vissuta da minori e persone vulnerabili a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza. La Chiesa è chiamata ad ascoltare il grido delle vittime e a lenire le ferite profonde per le quali non si chiederà mai abbastanza perdono“.

 

Pieghevole per la Giornata nazionale di Preghiera

 

 

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Mons. Lomanto nelle zone colpite dall’alluvione

L’arcivescovo Lomanto in visita all’azienda agricola

Visita dell’arcivescovo mons. Francesco Lomanto in alcuni luoghi del Siracusano particolarmente colpiti dall’alluvione di tre settimane fa. Il pastore della Chiesa siracusana aveva già espresso il desiderio di incontrare i residenti rimasti intrappolati in casa come segno di vicinanza e per portare loro un conforto spirituale. Un desiderio che ha incontrato subito i favori del delegato di Neapolis, Giovanni Di Lorenzo, che ha invitato l’arcivescovo prima alla farmacia di contrada Arenella, poi nell’azienda agricola dei fratelli Giardina ed infine in alcune abitazioni di contrada Fanusa che hanno avuto l’abitazione allagata. “Chiediamo al Signore il sostegno in questa circostanza che ha toccato la nostra comunità. Fa che possiamo affrontare la crisi causata dal maltempo e superarla nel nome del Signore. La mia presenza vuole dire che io sono vicino a voi. Vi ho pensato anche se non vi conoscevo. Vi ho ricordato nella preghiera. Voglio invitarvi alla speranza, sapere guardare il vostro avvenire. Nella  speranza che deve chiedere al Signore di sostenerci e non farci mai mancare i suoi doni”.
L’arcivescovo ha benedetto le persone, la farmacia, le case. La farmacia della dottoressa Valeria Rizza è stata allagata ed ha avuto il sostegno dei residenti e del comitato Pro Arenella. L’arcivescovo ha donato una statuetta ed un calendario di Santa Lucia. Terreni agricoli allagati e danni per le aziende agricole.

Sono venuto per portarvi la benedizione: benedire, cioè dire bene, significa portare Gesù. Perchè la parola è Gesù. Vogliamo affidare al Signore la nostra vita e le nostre famiglie, l’azienda, il lavoro per implorare il suo aiuto e la sua protezione”. In via Verne e zone limitrofe un muro è crollato e l’acqua ha raggiunto i 50 centimetri di altezza. Di Lorenzo ha voluto ringraziare tutti i volontari che si sono spesi in questa circostanza difficile. “Eravamo in preda alla disperazione. L’essere comunità ha portato un aiuto concreto per tutti. Senza lesinare sforzi” ha detto. L’assessore alla protezione civile, Sergio Imbrò, ha portato i saluti del sindaco Francesco Italia: “Esprimo la mia gioia di avere qui con noi l’arcivescovo. Noi in quelle notti ci siamo stati e ci siamo ancora oggi. Non vogliamo attendere un’altra alluvione ma vogliamo risolvere le problematiche delle zone maggiormente colpite” ha detto Imbrò alla presenza di Biagio Bellassai del Dipartimento regionale della protezione civile.

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