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CONFRATERNITA DEI SS. MARTIRI CORONATI

L’Arcidiocesi di Siracusa informa che mercoledì 24 aprile, alle ore 11.00, presso il salone dell’Arcivescovado in piazza Duomo 5 a Siracusa, si riunirà l’assemblea dei soci della Confraternita dei SS. Martiri Coronati a Siracusa, con lo scopo di accertare l’esistenza della stessa Confraternita, verificandone la ricostituzione ed eleggendo le cariche direttive, ovvero per prendere atto della sua estinzione e procedere alla sua soppressione.

VISITA PASTORALE IN DIOCESI

Continua senza sosta il pellegrinaggio dell’Arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, nell’ambito della Visita Pastorale in Diocesi. Si è appena conclusa a Lentini, e già l’arcivescovo ha iniziato un nuovo momento di comunione nella comunità di Canicattini Bagni. Mercoledì l’arcivescovo si recherà all’Istituto Suore del Sacro Cuore per incontrare la comunità religiosa e nelle Case di accoglienza per anziani e per diversamente abili. Alle 12 è previsto in Municipio l’incontro con il sindaco e gli amministratori e il personale del Comune.

Una celebrazione eucaristica ha salutato l’arcivescovo domenica scorsa a Lentini, dopo i tanti momenti di comunione nelle comunità parrocchiali del Comune: Santa Maria la Cava e Sant’Alfio (ex Cattedrale e Chiesa Madre); San Luca; SS.ma Trinità e San Marziano; Santa Croce; Cristo Re; Sant’Antonio di Padova. Mons. Pappalardo ha voluto ringraziare tutti: ‘Sento il bisogno di manifestarvi i miei sinceri sentimenti di viva gratitudine per la cordiale accoglienza, per i tanti segni di affetto. Nei giorni della Visita si è aperto tra di noi un dialogo spontaneo, leale, interessante, proficuo. Ciascuna comunità parrocchiale ha raccontato di se stessa gli aspetti positivi, senza però sottacere eventuali carenze e difficoltà che ne rallentano la crescita e la vitalità e che, conseguentemente, ne limitano la capacità di testimonianza evangelica. La conoscenza che ho potuto acquisire nel corso della Visita mi permette di esprimere un giudizio senz’altro positivo circa la vita pastorale che di norma si svolge in ogni singola comunità parrocchiale: mi riferisco innanzitutto alla cura per il decoro delle celebrazioni liturgiche e di tutte le altre attività formative, sia quelle finalizzate alla preparazione ai sacramenti sia quelle che riguardano in genere la formazione alla vita cristiana. Un punto vorrei sottoporre alla vostra particolare attenzione: i Giovani. E’ ovvio che la pastorale giovanile va collocata nel contesto più ampio della pastorale familiare, scolastica, vocazionale ed è altrettanto ovvio che non se ne può curare la formazione senza la collaborazione degli educatori e disponendo anche di strutture adeguate di cui, purtroppo, le nostre parrocchie spesso sono carenti. Non possiamo tuttavia  rinunciare al compito che è vitale per la pastorale parrocchiale: dai giovani dipende infatti il futuro non solamente delle nostre comunità parrocchiali ma anche della società intera. Punto fondamentale della formazione è l’educazione ad una fede matura: questo significa guidare i giovani ad una verifica impegnativa della loro condotta di vita con la Parola del Vangelo. Nel corso della Visita Pastorale, moltissimi degli incontri li ho tenuti ‘extra ecclesiam’ e ciò per una precisa scelta e motivazione: sono convinto che la nostra fede cristiana certo va professata e celebrata in chiesa nel giorno del Signore, ma la stessa fede va poi vissuta e testimoniata in famiglia e nel proprio ambiente di vita. Per questa ragione ho voluto incontrare e salutare le persone nelle loro case (i malati e i rispettivi familiari) ed anche nel loro ambiente di lavoro: Uffici pubblici, Istituti scolastici, Ospedale, Magazzini, Officine. Auspico, come frutto di questa Visita Pastorale, che ogni singola comunità parrocchiale e ciascun fedele di questa Comunità lentinese, celebrando ogni domenica il mistero del Signore Gesù Crocifisso e Risorto, diventi nel mondo un testimone credibile e un missionario audace del suo Vangelo’.

MONS. PAPPALARDO IN VISITA A BRUCOLI E CAVADONNA

Alcuni lo attendono per un saluto. Altri desiderano incontrarlo per la prima volta. Qualche altro ne approfitta per una benedizione. La visita di Mons. Salvatore Pappalardo nelle due case di reclusione siracusane comincia a diventare una piacevole abitudine. L’arcivescovo di Siracusa  ha voluto portare ai detenuti del carcere di Brucoli e poi del carcere di contrada Cavadonna l’augurio di una Pasqua di speranza. La festività è appena trascorsa e Mons. Pappalardo, impegnato tutti i giorni con la Visita Pastorale in Diocesi, ha voluto dedicare delle ore a coloro i quali si trovano rinchiusi negli istituti di pena siracusani. 
Nel carcere di contrada Cavadonna è stato accolto dalla direttrice Angela Giani’. L’arcivescovo era accompagnato dal cappellano don Camillo Messina ed ha avuto la possibilità di entrare a contatto con i detenuti impegnati a scuola, alcuni nelle cucine o in lavanderia, o con quelli che si trovavano in cortile. Un passaggio obbligato anche alla cooperativa L’Arcolaio, che produce biscotti di mandorla ormai famosi in tutto il mondo. 
Situazione simile al carcere di Brucoli (Augusta). Mons. Pappalardo, accompagnato dal cappellano don Angelo Lipari, è stato accolto dal direttore Antonino Gelardi. L’arcivescovo ha avuto la possibilità di entrare in diverse sezioni dell’Istituto, incontrare i detenuti, anche quelli che frequentano la scuola per conseguire una licenza elementare, media o un diploma per un migliore reinserimento sociale. In teatro il saluto al vescovo da parte di molti carcerati riuniti per ascoltare quel suo messaggio. Mons. Pappalardo ha cercato di dare speranza. ‘Sono venuto solo per un saluto – ha detto l’arcivescovo – perché nonostante non possa essere qui spesso, vi porto sempre nel cuore. La Pasqua e’ la festa della speranza perché dal momento che il Signore Gesù si è fatto come noi, ha condiviso la nostra condizione umana fino alla morte. Però la parola definitiva non è la Morte, ma la sua Resurrezione. In questo modo ci dice che si può uscire da questa condizioni di difficoltà che si può superare anche quel limite della morte, perché Lui è risorto e promette la vita a coloro che credono in Lui, che vivono il suo Vangelo’. Un saluto, una stretta di mano, una benedizione sul capo o la benedizione di un Rosario. Sono piccoli gesti del Pastore che incontra i propri figli. C’è chi saluta dalla finestra, quella piccola apertura della cella chiusa dalle forti sbarre. Salutare tutti purtroppo non è possibile. C’è anche chi non si alza nemmeno all’arrivo del vescovo, restando sulla panca in attesa che la partita di calcio possa ricominciare. Nessun problema: Mons. Pappalardo si avvicina e consegna una piccola immagine del Gesù Cristo in croce, realizzata per l’Anno della Fede proclamato da Papa Benedetto XVI. C’è il Credo e un messaggio sul sessantesimo Anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. 
‘Proprio adesso e a voi voglio dare il messaggio di nutrire la speranza. Papa Francesco ce lo ha ricordato ‘Non lasciatevi rubare la speranza altrimenti diventa impossibile vivere’. Non possiamo permetterci di smettere di sperare. Soprattutto noi cristiani abbiamo ragioni per dire che il bene è sempre più forte del male’.

FESTA DI EMMAUS A SAN SALVATORE

La Fondazione Centro Biblico Emmaus Mons. Vincenzo Migliorisi organizza per sabato 6 e domenica 7 aprile la Festa di Emmaus dal titolo ‘Alle radici della nostra fede – Il Risorto è la nostra speranza’.
Il programma prevede sabato, alle ore 18.00, nel salone della parrocchia di San Salvatore a Siracusa,  l’intervento di don Rosario Gisana su ” Noi speravamo che fosse Lui a liberare Israele ” (Lc 24-21) la speranza dei discepoli. Subito dopo Gianni Failla parlerà invece di ‘E oggi – si può parlare ancora di speranza?’. Interverranno al violino Cristina Fanara e alla voce Gaetano Monterosso.
Domenica, alle ore 19.00 nella parrocchia di San Salvatore, celebrazione eucaristica, e dopo concerto – ‘ e innalzeremo a Lui un canto di lode ” con Mirella Furnari, soprano;  Davide Manigrasso, pianista; e le voci di Veronica Vasques e Gaetano Monterosso.


DON ANDRONICO PARROCO A SAN MARTINO

Il vice rettore del Seminario, don Alfredo Andronico, è stato nominato dall’arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo, parroco della chiesa di San Martino, nel centro storico di Ortigia. Don Andronico prende il posto di Mons. Sebastiano Amenta, che lascia la guida della parrocchia dopo poco più di tre anni

GLI AUGURI DI PASQUA DI MONS. PAPPALARDO

L’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, ha incontrato oggi i giornalisti e gli operatori della comunicazione per una riflessione sul significato della Pasqua di Resurrezione.
“Abbiamo bisogno – ha detto l’Arcivescovo – di una buona dose di speranza umana e cristiana. E la Pasqua à la festa della speranza perché dal momento che il Signore Gesù si è fatto come noi, ha condiviso la nostra condizione umana fino alla morte. Però la parola definitiva non è la Morte, ma la sua Resurrezione. In questo modo ci dice che si può uscire da questa condizioni di difficoltà che si può superare anche quel limite della morte, perché Lui è risorto e promette la vita a coloro che credono in Lui, che vivono il suo Vangelo. Proprio in questo momento, voglio dare il messaggio di nutrire la speranza. Il Papa ce lo ha ricordato ‘Non lasciatevi rubare la speranza altrimenti diventa impossibile vivere’. Soprattutto questa speranza la vorrei annunziare alle famiglie. Sono tante le famiglie che si trovano in gravi situazioni economiche: c’è una povertà che va aumentando, che deve sollecitare l’attenzione e la responsabilità di tutti coloro che sono preposti ad assicurare il bene comune. Perché sono tante le famiglie che si trovano in difficoltà gravissime. Bisogna parlare di speranza ma dare segni per cui possano sperare. C’è un servizio che si va organizzando sempre meglio e sono le Caritas parrocchiali e cresce la sensibilità anche al di fuori della Chiesa per venire incontro a queste emergenze. A voi operatori della comunicazione sociale chiedo di tradurre i vostri interventi cercando di dare voi speranza. Grazie per questo servizio che voi rendete, perché c’è bisogno. Non possiamo permetterci di smettere di sperare. Soprattutto noi cristiani abbiamo ragioni per dire che il bene è sempre più forte del male, anche se meno appariscente talvolta. E il male bisogna vincerlo con la forza anche dei segni di solidarietà e sensibilità che cresce”.
Mons. Pappalardo ha voluto accanto a sè per questa riflessione sulla Pasqua Antonello Ferrara, responsabile Osservatorio povertà e risorse della Caritas diocesana, che ha fornito alcuni dati: ‘Grazie a voi giornalisti che fate un lavoro significativo per la nostra realtà dando voce ai bisognosi. Date voce a chi non ha voce. Lo scorso anno avevamo fatto una valutazione intorno al 27 per cento di aumento di persone che si erano recate ai centri di ascolto Caritas per un sostegno di tipo alimentare. Abbiamo cercato di capire chi fossero queste persone nuove che andavano ai centri di ascolto. E ci siamo resi conto che si tratta di persone nuove rispetto a quelle del circuito classico del bisogno. Non sono più le persone che da generazioni chiedono aiuto ma soprattutto sono persone che definiremmo vulnerabili. Il rapporto povertà Istat 2012 aveva quantificato in 920 euro il consumo medio pro capite: una famiglia composta da due persone se non era capace di consumare 920 euro era considerata povera. Basta poco, una inaspettata perdita di lavoro o una  casualità molto semplice, ed una famiglia si può trovare in una dimensione di vulnerabilità. Abbiamo chiaro che anche chi ha uno stipendio più che dignitoso può diventare povero. Queste sono le nuove famiglie che si affacciano ai centri di ascolto. Queste famiglie si isolano, perché hanno meno opportunità economiche per socializzare, ma anche per vergogna. C’è anche un po’ di superficialità, perché non si rendono subito conto della situazione. Si registra il fenomeno della ludopatia che cresce, anche se spesso non viene denunciata. Non sanno a chi rivolgersi e non conoscono i loro diritti, anche per l’accesso ai servizi sociali. Abbiamo individuato delle zone: Borgata, Santa Panagia, la Pizzuta e Ortigia. Zone del ceto medio della città. Come Caritas parrocchiali, nella sola città di Siracusa, stiamo facendo analisi più chiara sui servizi. Oggi, come parrocchie, seguiamo circa 1500 famiglie. Altre realtà associative, che si rifanno al circuito cattolico, seguono altre 500 famiglie. Alcuni avranno sicuramente la ‘doppia somministrazione’, cioè si rivolgono a  più parrocchie. Vuol dire che c’è bisogno. Quello che noi diamo come sostegno per l’uscita delle persone dal bisogno: perchè noi non facciamo solo azione di carità per dare elemosina, il nostro obiettivo è far si che il bisogno esca dal circuito del bisogno. Fare uscire le persone dalla povertà. Per questo cerchiamo di adeguarci con nuovi sistemi. I dati definitivi li daremo durante lo svolgimento della campagna elettorale, perché riteniamo che sia significativo porre in discussione durante la scelta dei futuri responsabili dell’amministrazione della città porre la questione povertà come elemento di dibattito serio’.

Presente all’incontro il segretario provinciale dell’Associazione Siciliana della Stampa, Aldo Mantineo: ‘Cerchiamo di essere professionalmente corretti e capaci. Da giornalisti raccogliamo anche noi la sfida per potere essere utili interlocutori’. Il presidente provinciale Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), Salvatore Di Salvo, ha aggiunto: ‘Cerchiamo di farci interpreti del disagio. Dovremo sforzarci di creare speranza e avere più coraggio’. Presente all’incontro anche il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti Santo Gallo.

Al termine dell’incontro Mantineo e Di Salvo, ormai come tradizione, hanno consegnato all’Arcivescovo un pane, simbolo del gesto concreto di solidarietà per la Pasqua. Assostampa ed Ucsi hanno infatti donato il pane per il pranzo di Pasqua alla mensa di Ortigia.

AUGURI DELL’ARCIVESCOVO PAPPALARDO

Sabato prossimo, 30 marzo, alle ore 10.00, in Arcivescovado (piazza Duomo 5 a Siracusa), si terrà il tradizionale scambio di auguri alla vigilia della Santa Pasqua. L’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, ha il piacere di incontrare i giornalisti e gli operatori della comunicazione per una riflessione sul significato della Pasqua di Resurrezione.

RITI DELLA SETTIMANA SANTA

Sono iniziati giovedì i riti della Settimana Santa. In Cattedrale, l’arcivescovo ha presieduto la solenne messa del Crisma. Ha concelebrato l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo. Nel corso della sua omelia mons. Pappalardo ha ringraziato ‘i Confratelli Presbiteri, diocesani e religiosi: siete voi a portare con me, condividendo fatiche e speranze, l’onore e la responsabilità della cura pastorale di questa porzione del gregge di Cristo, che è la santa Chiesa di Siracusa. Rilevo con viva soddisfazione, nel corso della Visita Pastorale, il vostro zelo nel servizio delle comunità parrocchiali a voi affidate e registro con gioia anche le tante testimonianze di stima e di affetto che i fedeli non mancano di esternare nei vostri confronti. Il nostro saluto ed augurio volentieri lo estendiamo ai Giovani del nostro Seminario ed in particolare ai due Diaconi Andrea Gallitto e Lorenzo Russo che il prossimo 31 maggio saranno ordinati Presbiteri, portando nuova linfa di giovinezza al Presbiterio diocesano.
Anche noi, come il Cristo, siamo consacrati e mandati per annunciare l’avvento del Regno di Dio. Destinatari dell’annuncio di Gesù sono i poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi. E’ ovvio che non si tratta qui solamente della povertà materiale o della cecità e dell’oppressione fisica; nella vita degli uomini, infatti, si riscontrano forme di povertà morale e spirituale ben più gravi di quella materiale; si riscontrano condizioni di miseria dovute certo alla carenza di risorse economiche, ma anche condizioni di miseria morale determinate dalle svariate forme di peccato con cui l’uomo si aliena da Dio e deturpa la sua stessa immagine e dignità. Per tutti Gesù, il Cristo, è venuto a proclamare l’anno di grazia del Signore. La Chiesa, sulla scorta del suo Maestro, a tutti deve annunciare la misericordia di Dio e deve testimoniare la novità del Vangelo.
Come la Chiesa è chiamata oggi ad annunciare il Regno di Dio?  Il nostro Santo Padre il Papa Francesco ha iniziato il suo ministero pronunziando parole e ponendo gesti che certamente si iscrivono nella linea della povertà proclamata da Gesù e testimoniata in maniera eminente dal Poverello di Assisi. Per la verità, anche noi all’inizio di questo anno, con un ideale ritorno alle istanze emerse al Concilio Vaticano II, avevamo scelto il tema di una ‘Chiesa povera e dei poveri’ come oggetto di riflessione sia del Consiglio Presbiterale diocesano sia degli incontri del Clero in sede dei vicariati foranei. ‘Una Chiesa povera e per i poveri’ non sia solamente uno slogan, diventi piuttosto un progetto a cui ispirare tutta la nostra attività pastorale. E’ necessario per questo assumere come criterio di comportamento, sia individuale che comunitario, la categoria del ‘servizio’ illuminato dal mistero della Croce.
Una Chiesa che si lasci illuminare dal volto di Cristo Crocifisso e che, a sua volta, diventi riflesso luminoso del suo amore per gli uomini; una Chiesa che, sull’esempio del Maestro, sa sempre più liberarsi dai simboli del potere e dai vincoli dell’avere, per rivestire l’abito del servizio; una Chiesa povera che sappia condividere le povertà di tanta gente; una Chiesa meno autoreferenziale, più libera, più serva, e perciò più capace di testimonianza evangelica.
Non credo che per realizzare questa immagine di Chiesa occorrano particolari progetti pastorali. E’ necessario invece riprendere il ricco magistero del Concilio Vaticano II ed impegnarci a tradurlo nella nostra prassi pastorale, ma è soprattutto necessario che singolarmente e comunitariamente ci lasciamo illuminare e giudicare dalla Croce di Cristo e, poi, camminare insieme esortandoci e sostenendoci con la preghiera, con l’amicizia, con la correzione fraterna e con il reciproco buon esempio. La Visita Pastorale, che con la grazia di Dio sto portando avanti vuole porsi come servizio di conversione, di comunione, di rinnovamento ecclesiale nello spirito del Vangelo”.

Giovedì alle ore 19.00 in Cattedrale, Messa in coena domini, concelebrazione con l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo. Venerdì 29, alle ore 18.00 Celebrazione in Cattedrale. Alle ore 19.00, l’Arcivescovo parteciperà alla Processione del Cristo morto e dell’Addolorata per le vie di Ortigia. Sabato 30, alle ore 10.00 incontro con i giornalisti per una riflessione sulla Pasqua, alle ore 22.00 Veglia in Cattedrale. Domenica 31, alle ore 11.30 celebrazione in Cattedrale.

JESUS CHRIST SUPERSTAR PER IL SAN METODIO

Un messaggio di fratellanza e di pace. Ma non solo. Il quarantesimo anniversario dalla prima proiezione nelle sale cinematografiche del film Jesus Christ Superstar, è stata l’occasione per l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa per offrire una riflessione originale in preparazione alla Settimana Santa. Nella chiesa Cattedrale, Mariangela Maresca, docente di Metodologia dello studio e della ricerca presso l’ISSR SanMetodio, e don Luca Saraceno, Rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime e docente di Filosofia presso l’ISSR San Metodio, hanno proposto ‘Jesus Christ Superstar tra musica e teologia’, un percorso di lettura della rock-opera, alternando ai loro interventi la visione di immagini tratte dal film. Una rilettura dei tesi andando oltre gli stessi testi. Cercando di leggerlialla luce del Vangelo.
Sono stati proposti nove ‘quadri’, nove spunti di riflessione. E’ toccato a donLuca Saraceno approfondire il significato dei testi del librettista Tim Rice, sviscerando i punti di forza e di debolezza nella loro fedeltà al Vangelo, mentre Mariangela Maresca ha curato l’analisi delle scelte musicali del compositore Andrew Lloyd Webber e cinematografiche del regista Norman Jewison, nel contesto storico mondiale del 1973.
“Quello di Jesus Christ Superstar – ha detto don Saraceno nella sua lettura delJesus di Rice – è un Cristo strano, diverso, combattuto, che si pone il problema del ‘perché’. Un Cristo vincitore sugli altri, ma vinto in se stesso da Dio, dal vento della notte, dal freddo crepuscolare che bagna i suoi piedi scalzi, da Giuda”. La location insolita della cattedrale ha contribuito a valorizzare la bellezza e la suggestione di immagini e musiche che hanno richiamato un sorprendente numero di persone di tutte le età, tra veterani della prima visione del ’73, appassionati delle generazioni successive e neofiti.”Nel rock – ha spiegato la dott.ssa Maresca nella sua analisi del contesto musicale di Jesus Christ Superstar – la parola non può essere separata dalla sua concreta esecuzione, dalla fisicità, dalla grana della voce. La canzone rocksi fa racconto, si fa scena, chiudendo voce parola e musica in un carattere ben definito. Le linee melodiche attribuite a ciascun ruolo diventano la sua personalità, il suo vissuto, il suo pensiero, la sua espressione”. La sfida è stata quella di tenere ferma la centralità del ruolo storico di Gesù Cristo, partendodalla storia raccontata in Jesus Christ Superstar, fatta di personaggi a volte sbiaditi, a volte sopra le righe, a volte eccessivi, in un’azione scenica che simuove sempre su piani temporali diversi, ma che ancora dopo 40 anni regala emozioni nuove a chi sa coglierle. Infine è stato introdotto il video finale ed è partito il gospel trascinante di Superstar. “La storia non si cambia: Cristo e lacroce, già potente nucleo di senso nell’Overture, si ritrovano qui, alla fine,dove la luce del sole e Cristo luce del mondo si fondono in un fotogramma”.

VIA CRUCIS AL TEATRO GRECO DI SIRACUSA

Migliaia di persone hanno preso parte alla Via Crucis cittadina, presieduta dalll’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, che si è svolta al Teatro Greco, luogo suggestivo che parla della commozione e delle tragedie degli uomini.
Promossa dall’Arcidiocesi di Siracusa, dalla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, in collaborazione con il Servizio regionale Parco archeologico della Neapolis, il tema della è stato ‘Passione nelle case di Gesù – La consolazione di Dio ha posto la sua dimora in mezzo a noi”. Undici le stazioni all’interno del teatro greco, l’ultima nel Santuario della Madonna delle Lacrime.
“Abbiamo posto particolare attenzione alla famiglia – ha detto l’arcivescovo mons. Pappalardo – .Questo è l’anno che la Diocesi ha voluto dedicare alla famiglia: luogo dove si vivono i valori evangelici della comunione e del servizio verso tutti”. “Per il terzo anno consecutivo – ha detto don Luca Saraceno, rettore del Santuario – entriamo nel santuario della commozione, un teatro che racconta della commozione degli uomini, per raccontare una storia di passione, morte e risurrezione. Abbiamo chiesto a dodici famiglie di farci entrare nelle loro case a partire dai luoghi che Gesù ha abitato. In queste case ha vissuto fino in fondo il mistero pasquale”.