RITI DELLA SETTIMANA SANTA

Sono iniziati giovedì i riti della Settimana Santa. In Cattedrale, l’arcivescovo ha presieduto la solenne messa del Crisma. Ha concelebrato l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo. Nel corso della sua omelia mons. Pappalardo ha ringraziato ‘i Confratelli Presbiteri, diocesani e religiosi: siete voi a portare con me, condividendo fatiche e speranze, l’onore e la responsabilità della cura pastorale di questa porzione del gregge di Cristo, che è la santa Chiesa di Siracusa. Rilevo con viva soddisfazione, nel corso della Visita Pastorale, il vostro zelo nel servizio delle comunità parrocchiali a voi affidate e registro con gioia anche le tante testimonianze di stima e di affetto che i fedeli non mancano di esternare nei vostri confronti. Il nostro saluto ed augurio volentieri lo estendiamo ai Giovani del nostro Seminario ed in particolare ai due Diaconi Andrea Gallitto e Lorenzo Russo che il prossimo 31 maggio saranno ordinati Presbiteri, portando nuova linfa di giovinezza al Presbiterio diocesano.
Anche noi, come il Cristo, siamo consacrati e mandati per annunciare l’avvento del Regno di Dio. Destinatari dell’annuncio di Gesù sono i poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi. E’ ovvio che non si tratta qui solamente della povertà materiale o della cecità e dell’oppressione fisica; nella vita degli uomini, infatti, si riscontrano forme di povertà morale e spirituale ben più gravi di quella materiale; si riscontrano condizioni di miseria dovute certo alla carenza di risorse economiche, ma anche condizioni di miseria morale determinate dalle svariate forme di peccato con cui l’uomo si aliena da Dio e deturpa la sua stessa immagine e dignità. Per tutti Gesù, il Cristo, è venuto a proclamare l’anno di grazia del Signore. La Chiesa, sulla scorta del suo Maestro, a tutti deve annunciare la misericordia di Dio e deve testimoniare la novità del Vangelo.
Come la Chiesa è chiamata oggi ad annunciare il Regno di Dio?  Il nostro Santo Padre il Papa Francesco ha iniziato il suo ministero pronunziando parole e ponendo gesti che certamente si iscrivono nella linea della povertà proclamata da Gesù e testimoniata in maniera eminente dal Poverello di Assisi. Per la verità, anche noi all’inizio di questo anno, con un ideale ritorno alle istanze emerse al Concilio Vaticano II, avevamo scelto il tema di una ‘Chiesa povera e dei poveri’ come oggetto di riflessione sia del Consiglio Presbiterale diocesano sia degli incontri del Clero in sede dei vicariati foranei. ‘Una Chiesa povera e per i poveri’ non sia solamente uno slogan, diventi piuttosto un progetto a cui ispirare tutta la nostra attività pastorale. E’ necessario per questo assumere come criterio di comportamento, sia individuale che comunitario, la categoria del ‘servizio’ illuminato dal mistero della Croce.
Una Chiesa che si lasci illuminare dal volto di Cristo Crocifisso e che, a sua volta, diventi riflesso luminoso del suo amore per gli uomini; una Chiesa che, sull’esempio del Maestro, sa sempre più liberarsi dai simboli del potere e dai vincoli dell’avere, per rivestire l’abito del servizio; una Chiesa povera che sappia condividere le povertà di tanta gente; una Chiesa meno autoreferenziale, più libera, più serva, e perciò più capace di testimonianza evangelica.
Non credo che per realizzare questa immagine di Chiesa occorrano particolari progetti pastorali. E’ necessario invece riprendere il ricco magistero del Concilio Vaticano II ed impegnarci a tradurlo nella nostra prassi pastorale, ma è soprattutto necessario che singolarmente e comunitariamente ci lasciamo illuminare e giudicare dalla Croce di Cristo e, poi, camminare insieme esortandoci e sostenendoci con la preghiera, con l’amicizia, con la correzione fraterna e con il reciproco buon esempio. La Visita Pastorale, che con la grazia di Dio sto portando avanti vuole porsi come servizio di conversione, di comunione, di rinnovamento ecclesiale nello spirito del Vangelo”.

Giovedì alle ore 19.00 in Cattedrale, Messa in coena domini, concelebrazione con l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo. Venerdì 29, alle ore 18.00 Celebrazione in Cattedrale. Alle ore 19.00, l’Arcivescovo parteciperà alla Processione del Cristo morto e dell’Addolorata per le vie di Ortigia. Sabato 30, alle ore 10.00 incontro con i giornalisti per una riflessione sulla Pasqua, alle ore 22.00 Veglia in Cattedrale. Domenica 31, alle ore 11.30 celebrazione in Cattedrale.