Seconda edizione per “Ecclesia Syracusana”, il corso di formazione in valorizzazione del patrimonio comune di interesse religioso promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale del Turismo in collaborazione con l’Ufficio diocesano per i beni culturali e l’edilizia di culto, la Caritas diocesana, Progetto Policoro e la società Kairos. Il tema di quest’anno sarà l’accessibilità.
“L’obiettivo di un turismo per tutti si concretizza riconoscendo e ponendo in essere gli strumenti che consentano a tutti di poter decidere dove trascorrere la propria vacanza o il proprio tempo libero sulla base di scelte e desideri personali, non solo per il livello di accessibilità di un luogo rispetto ad un altro – spiega don Helenio Schettini, direttore del Servizio diocesano per la Pastorale del tempo libero, turismo e Sport -. Anche come comunità ecclesiale, che fa della carità il cuore pulsante della sua stessa vita, sentiamo il bisogno di alimentare questa sensibilità”.
Possono partecipare i giovani dai 18 ai 35 anni. Gli incontri si terranno in presenza il venerdì dalle 18.00 alle 20.00 ed il sabato dalle 9.00 alle 12.00. Da gennaio a marzo è previsto un modulo teorico; da aprile a maggio il modulo pratico.
Per info e iscrizioni (a partire dall’1 dicembre) scrivere a pastoraleturismosiracusa@gmail.com.









“Le nostre comunità siano invitate ad unirsi alla preghiera non solo per le vittime di abusi ma anche per la ricerca coraggiosa di nuove forme di assunzione di responsabilità nei confronti dei piccoli – ha scritto l’arcivescovo Lomanto -. L’occasione è propizia per avviare e promuovere a tal riguardo un processo di sensibilizzazione, informazione e formazione. Del resto, non è possibile iniziare il nostro cammino sinodale senza esporci allo sguardo misericordioso di Cristo Gesù e fare verità sul nostro agire credente. Non possiamo trascurare la sofferenza vissuta da minori e persone vulnerabili a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza. La Chiesa è chiamata ad ascoltare il grido delle vittime e a lenire le ferite profonde per le quali non si chiederà mai abbastanza perdono“.




