

Saranno suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana, e Nico Acampora, educatore e fondatore di PizzAut, ristorante gestito da ragazzi con autismo, gli ospiti venerdì 20 ottobre dell’inaugurazione dell’anno accademico 2023/24 dell’ISSR (Istituto Superiore di Scienze Religiose) San Metodio di Siracusa.
“Qualità di vita e inclusione” è il tema che i due relatori affronteranno in una lectio magistralis unica nel suo genere alle ore 19.00 al Centro Convegni della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. L’incontro sarà preceduto alle ore 18.00 dalla celebrazione eucaristica presieduta da mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa.
Suor Veronica, dal 2019, è Responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della CEI, dopo essere stata responsabile del settore disabilità dell’Ufficio Catechistico Nazionale. Coordinatrice del progetto “Nessuno Escluso” promosso dal Dicastero per la Comunicazione, nel 2016 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal Presidente Sergio Mattarella per il suo contributo alla piena inclusione delle persone con disabilità. Nico Acampora nel 2017 ha fondato PizzAut “nutriamo l’inclusione”, il primo ristorante gestito da giovani autistici. L’inizio con un pizzaiolo d’esperienza che ha insegnato il mestiere ai ragazzi. Poi è stato coinvolto un responsabile di sala, per spiegare come portare i vassoi e servire la pizza. Pizzaut è uno straordinario esempio di inclusione. Nell’aprile del 2022, in occasione della giornata per la consapevolezza sull’autismo, insieme ai suoi ragazzi e alle loro famiglie è stato ricevuto in udienza privata dal Papa in Vaticano. Nel dicembre dello stesso anno Nico Acampora è stato nominato Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica. Inoltre è stato nominato “Cittadino d’Europa 2023” dal Parlamento Europeo.
La presentazione dell’anno accademico sarà di don Salvatore Spataro, Direttore dell’ISSR.
“Deve continuare tutta la vita il cammino della tua adesione e di trasformazione in Colui che ti ha scelto. Coltiva la preghiera, vivi la partecipazione specifica al sacerdozio di Cristo, opera per il rinnovamento della Chiesa e del cuore dei fedeli”. L’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto si rivolge a Gabriele Conti e poi lo abbraccia con affetto paterno. Nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa, l’arcivescovo ha ordinato presbitero Gabriele della parrocchia Cristo Re a Lentini.
“La Parola di Dio ci esorta ad un rapporto intimo con Gesù – ha detto Lomanto –. La preghiera rappresenta l’asse portante della nostra giornata: il luogo di incontro con il Signore. Diventa preziosa l’assunzione di una regola di vita che educa il presbitero ad essere con Cristo e a vivere per Cristo secondo una gestione del tempo che consente di mettere ordine alla propria giornata. L’identità del sacerdote deriva dalla partecipazione al sacerdozio di Cristo. L’ordinario diventa immagine reale di Cristo sacerdote per servire il popolo di Dio”. L’arcivescovo ha invitato Gabriele a trasmettere “Cristo nella semplicità. Viviamo un cambiamento di epoca ma il volto della Chiesa dipende dalla santità dei suoi figli. Porta nel tuo cuore e nella vita delle persone il Vangelo per seminare speranza”. E’ la prima ordinazione presbiterale per l’arcivescovo di Siracusa.
Conti, 27 anni, ha acquisito il baccellierato canonico in Teologia alla facoltà San Paolo di Catania. Il novello presbitero ha presieduto ieri per la prima volta la messa nella sua parrocchia a Lentini. La prossima settimana partirà per Roma dove studierà Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana. Ringraziando i presbiteri e la sua famiglia ha detto: “Vi chiedo di pregare per il dono di sante vocazioni. Unite la vostra preghiera alla mia nel chiedere una fede retta, certa speranza, perfetta carità, umiltà profonda”.
Giovedì 5 ottobre, alle ore 18.30 presso la Sala lignea della Biblioteca Arcivescovile Alagoniana di Siracusa sarà presentato il volume Tracce d’Oriente. Gesuiti siciliani nella Cina del celeste Impero (Domenico Sanfilippo editore) a cura di Lina Scalisi e Francesco Failla. Dopo i saluti del direttore della Biblioteca Alagoniana, don Helenio Schettini, e della prof.ssa Lavinia Gazzè interverrà padre Martin Morales sj, professore ordinario di Storia della Chiesa e direttore dell’Archivio presso la Pontificia Università Gregoriana. Padre Morales è un esperto di storia moderna ed in particolare della storia delle Missioni, da diversi anni si occupa della produzione storiografica della Compagnia di Gesù. Alla presentazione prenderanno parte anche i curatori e gli editori.
Il volume ricostruisce le personalità dei Gesuiti siciliani in Oriente, seguendo le prime esperienze dei giovani missionari e il ruolo svolto dalla Compagnia di Gesù nel Celeste Impero. Emergono dall’incontro di origini e culture diverse le figure di grandi gesuiti siciliani come Prospero Intorcetta, Nicola Longobardo, Ludovico Buglio, Girolamo Gravina e molti altri di cui si conosceva poco. Tante storie, dunque, tanti destini intrecciati nel percorso della missione che questo volume riporta alla luce nel Quarto Centenario della canonizzazione del padre fondatore della Compagnia di Gesù Ignazio di Loyola e dell’Apostolo delle Indie Francesco Saverio.
Per l’occasione saranno esposti alcuni volumi del ricco patrimonio della Biblioteca Alagoniana un tempo appartenuti alla biblioteca dei Gesuiti, l’allestimento sarà curato dalla dott.ssa Claudia Giordano.
I contributi, che coprono un arco temporale dal XVI al XVIII secolo, sono i seguenti
Lina Scalisi, Alle radici del Mito. La compagnia, la nobiltà, le vocazioni
Silvia D’Agata, Gesuiti siciliani in Regno Sinarum: gli uomini, le imprese e le rappresentazioni da Bartoli ad Aguilera Lavinia Gazzè, “Esser levato di Sicilia, in qualche paese remoto”. La vocazione dei primi missionari verso l’Oriente Rosalia Claudia Giordano, I libri e la libraria del Collegio dei gesuiti di Siracusa
Maria Concetta Calabrese, Missionari siciliani in Oriente: gli indipeti messinesi e Metello Saccamo
Giacomo Pace Gravina, I gesuiti missionari: reti sociali e familiari nel Val di Noto in età moderna
Barbara Mancuso, “Bisogno di immagini”: i gesuiti siciliani e le arti nella missione cinese
Sandra Condorelli, Per “quella necessità che abbiamo… anche di immagini”: libri e incisioni nelle missioni gesuite in Cina
Luigi Ingaliso, Propagatio fidei per scientiam. Formazione e politica scientifica dei gesuiti siciliani in Cina in età moderna
Luisa Maria Paternicò, Dall’Osanna al Crucifige e ritorno. Le avventure di quattro gesuiti siciliani nella Cina del XVII secolo
Francesco Failla, Litterae ex Regno Sinarum. Gesuiti siciliani raccontano la Cina.
Ritrovato nella chiesa Cattedrale di Siracusa, sotto un pavimento di legno, ciò che resta del crepidoma meridionale del tempio greco (V secolo a. C.). “Non si tratta naturalmente di una scoperta, in passato sarà stato deciso di coprirlo. Per noi è molto interessante, e d’accordo con l’Arcidiocesi vogliamo studiare il sito e valorizzarlo” ha commentato il sovrintendente ai beni culturali di Siracusa, Salvatore Martinez.
Nel corso di alcuni lavori di manutenzione ordinaria all’interno della Chiesa Cattedrale, in un locale adibito a deposito, è stato rinvenuto, sotto un assito di legno, ciò che resta del crepidoma, la piattaforma a gradini rialzata in pietra sulla quale veniva costruito il tempio. I tecnici della Diocesi, d’intesa con la Soprintendenza di Siracusa, ed in particolare la dirigente Alessandra Castorina, stanno elaborando una progettazione per rendere fruibile l’area valorizzando la rilevanza storico-artistica.
“Sono andato personalmente a vedere i gradoni ritrovati al di sotto della pavimentazione in legno – ha aggiunto il sovrintendente Martinez –. Abbiamo notato la mancanza di una colonna forse tolta, ma non sappiamo in quale epoca. Abbiamo ancora pochi elementi a disposizione ma abbiamo deciso insieme alla Curia che vogliamo approfondire la contestualità e valorizzare il sito”.
La Cattedrale di Siracusa è stata realizzata sul tempio dedicato ad Atena. Con l’avvento del Cristianesimo fu individuato come sito adatto ad essere trasformato già dai Bizantini e diventò per questo sin dal VII secolo d.C. chiesa cristiana basilicale. Nel corso degli anni ci furono numerose trasformazioni anche per via dei terremoti. Venne rifatto il prospetto principale, aggiunti pesanti decori. La formazione della facciata barocca, costituendo il raddoppio della parete esterna sulla piazza, ha creato il vestibolo d’ingresso con all’ingresso la porta incorniciata da colonne tortili e tralci all’esterno a cui corrispondono all’interno le antiche colonne scanalate del tempio greco. Agli inizi del XX secolo il vescovo Bignami iniziò una grande opera di restauro della chiesa, protrattasi fino al 1927.
“Eseguiamo ordinariamente lavori di manutenzione e restauri nella nostra Chiesa Cattedrale – ha spiegato mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi – e durante una fase di questi abbiamo ritrovato questi gradoni che erano stati coperti, circa un secolo fa, da un pavimento di legno. Anche se non si tratta di una scoperta, è stato comunque emozionante vedere per la prima volta ciò che resta del basamento del tempio del lato meridionale parallelo al crepidoma visibile in Piazza Minerva. D’intesa con la Soprintendenza ne cureremo la valorizzazione e la fruizione“.
“Officina per il Bene Comune nasce dall’esigenza di offrire un’occasione di formazione e sostenere la voglia di partecipazione in maniera consapevole e responsabile della Polis dove viviamo, acquisendo delle competenze. Il nostro punto di partenza è lavorare per il bene comune. L’idea di una partecipazione responsabile”. Mons. Maurizio Aliotta, direttore dell’Ufficio Pastorale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, presenta Koinon Officina per il Bene Comune, un “programmato un piano di studi” distribuito in tre moduli, che punta a generare una cittadinanza attiva e democratica. L’obiettivo è promuovere la formazione in ambito sociale e politico. Nella chiesa di San Nicolò ai Cordari, all’ingresso della zona archeologica della Neapolis, la presentazione dell’itinerario di formazione sul versante dei temi sociopolitici.
“Il corso si sviluppa in tre moduli – ha spiegato mons. Aliotta -: il primo mette in luce il presupposto fondamentale dell’essere persona che ci distingue dall’individuo isolato. Il primo modulo parte dalla visione cristiana della persona per passare a come questa persona assolva all’impegno. Gli altri due sono tecnici: il secondo riguarda il senso della politica che nasce dall’idea di democrazia e quindi del bene da coltivare e si sviluppa sulla Costituzione che è punto di riferimento insieme alla Dottrina sociale della Chiesa. E da qui gli elementi che costituiscono l’insieme della comunità, a partire dagli Enti locali fino all’Europa. Il terzo modulo riguarda in maniera più specifica i vari ambiti dell’impegno: da quello educativo a quello per l’ambiente, all’idea di città con le politiche urbanistiche e la buona amministrazione ad esempio con le politiche di bilancio”.
Il percorso dal 28 ottobre all’8 di giugno. Ogni modulo ha un monte ore complessivo che consentirà agli insegnanti di partecipare per acquisire crediti formativi.
“L’Officina vuole essere un percorso verso quanti desiderano accrescere la loro formazione – ha aggiunto don Claudio Magro, direttore dell’Ufficio pastorale per i problemi Sociali e il lavoro, giustizia, pace, e custodia del creato -. L’iniziativa è rivolta a tutti ma abbiamo pensato di aprire ai più giovani da un’età di 16 anni, quando c’è un interessamento per l’ambito politico, per la città. Non sono previsti esami ma è solo un momento di crescita personale. Ci ha aiutato il Progetto Policoro, esperienza nel contesto ecclesiale nella formazione dei giovani in progetti per attività lavorative. Dall’altro il corso vuole essere un modo per aprire una maggiore visione senza voler insegnare nulla: ma è un modo per conoscere l’esperienza umana e spirituale fino alla partecipazione che si può esercitare in maniera attiva nel contesto sociale in cui ci si viene a trovare”.
L’iniziativa è inserita nella piattaforma Sofia-Miur per la formazione permanente dei docenti: ID 87456. “Il corso è aperto a tutti – ha concluso don Salvo Spataro, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio -. Tra le attività accademiche del San Metodio proponiamo questa attività formativa. Di fatto i docenti e i giovani hanno bisogno di poter riflettere sulle cose essenziali che spesso dimentichiamo nel dibattito pubblico, sembra che sia piena dell’argomento del bene comune ma di fatto occorre educarci per sapere educare. L’iniziativa è rivolta anche ai docenti che possono accedere alla piattaforma Sofia tramite un codice dedicato e utilizzando la carta del docente”.
Una proposta dell’Ufficio Pastorale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, dell’Ufficio pastorale per i problemi Sociali e il lavoro, giustizia, pace, e custodia del creato, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio con il Progetto Policoro.
Per gli incontri è necessaria l’iscrizione. La prima lezione, il 28 ottobre, su “La visione cristiana della persona”, sarà aperta a tutti.
Per info ed iscrizioni è possibile utilizzare l’indirizzo e-mail koinon.obc@arcidiocesi.
Si tiene domenica 24, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Un’occasione per dimostrare la preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare per loro mentre affrontano molte sfide, e per aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione. La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914. Il titolo scelto dal Santo Padre per il suo messaggio annuale è “Liberi di scegliere se migrare o restare”.
A Siracusa l’appuntamento è per domenica alle ore 10.00 al parco del Foro Siracusano (vicino la chiesa del Pantheon) con l’animazione, laboratori anche per i più piccoli, diverse testimonianze e la musica dei gruppi Makari e Ramzi and Brothers.
“Abbiamo organizzato un evento – spiega Suor Rosa Maria delle Scalabriniane – sulla realtà migratoria per sensibilizzare le persone. La migrazione non è negativa e ci appartiene. Le persone cercano di scappare dalla guerra, dalla fame e dalle ingiustizie. Cercano il meglio per loro e le loro famiglie”. All’incontro interverranno un uomo del Bangladesh in Italia da alcuni mesi, una donna brasiliana, una cilena e un componente di un equipaggio di una nave ong che si occupa del salvataggio dei migranti in mare.
L’incontro è stato promosso da Caritas Diocesana, associazione Massimiliano Kolbe, Suore Scalabriniane, Ciao (centro interculturale di aiuto e orientamento), società Fatebene Fratelli con il supporto del Comune, assessorato alle politiche sociali.
“Ho deciso di dedicare il Messaggio per la 109a Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato alla libertà che dovrebbe sempre contraddistinguere la scelta di lasciare la propria terra – scrive Papa Francesco – . (…) Migrare dovrebbe essere sempre una scelta libera, ma di fatto in moltissimi casi, anche oggi, non lo è. Conflitti, disastri naturali, o più semplicemente l’impossibilità di vivere una vita degna e prospera nella propria terra di origine costringono milioni di persone a partire. Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione. Al fine di eliminare queste cause e porre così termine alle migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune. (…)
Per fare della migrazione una scelta davvero libera, bisogna sforzarsi di garantire a tutti un’equa partecipazione al bene comune, il rispetto dei diritti fondamentali e l’accesso allo sviluppo umano integrale. Solo così si potrà offrire ad ognuno la possibilità di vivere dignitosamente e realizzarsi personalmente e come famiglia. (…) Essi però devono essere messi in condizione di fare questo, senza trovarsi depredati delle proprie risorse naturali e umane e senza ingerenze esterne tese a favorire gli interessi di pochi. E lì dove le circostanze permettano di scegliere se migrare o restare, si dovrà comunque garantire che tale scelta sia informata e ponderata, onde evitare che tanti uomini, donne e bambini cadano vittime di rischiose illusioni o di trafficanti senza scrupoli.
È necessario uno sforzo congiunto dei singoli Paesi e della Comunità internazionale per assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra. Si tratta di un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza, la cui garanzia è da comprendersi come corresponsabilità di tutti gli Stati nei confronti di un bene comune che va oltre i confini nazionali. Infatti, poiché le risorse mondiali non sono illimitate, lo sviluppo dei Paesi economicamente più poveri dipende dalla capacità di condivisione che si riesce a generare tra tutti i Paesi. Fino a quando questo diritto non sarà garantito – e si tratta di un cammino lungo – saranno ancora in molti a dover partire per cercare una vita migliore.
Ovunque decidiamo di costruire il nostro futuro, nel Paese dove siamo nati o altrove, l’importante è che lì ci sia sempre una comunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione e senza lasciare fuori nessuno.
Il percorso sinodale che, come Chiesa, abbiamo intrapreso, ci porta a vedere nelle persone più vulnerabili – e tra questi molti migranti e rifugiati – dei compagni di viaggio speciali, da amare e curare come fratelli e sorelle. Solo camminando insieme potremo andare lontano e raggiungere la meta comune del nostro viaggio“.
Mercoledì 4 ottobre alle ore 18:30 nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa, l’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto, ordinerà presbitero Gabriele Conti della parrocchia Cristo Re a Lentini. “Accompagniamo il candidato con la preghiera e invochiamo il dono di sante vocazioni” ha detto monsignor Lomanto.
Il novello presbitero presiederà per la prima volta la Santa messa giovedì 5 ottobre alle ore 19:00 nella parrocchia Cristo Re a Lentini.
Si pubblicano le Linee guida circa l’istituzione dei Ministeri di Lettore, Accolito e Catechista approvate nella recente sessione della Conferenza Episcopale Siciliana (Palermo, 13-15 settembre 2023) valide per le diocesi dell’Isola.
Dopo le opportune premesse di carattere ecclesiologico circa i ministeri nella Chiesa locale sulla base dei documenti magisteriali, le Linee guida puntualizzano formazione, ruoli e compiti dei tre ministeri da esercitarsi, anche da parte delle donne, al servizio delle comunità ecclesiali.
“Con gioia incontro la comunità della Fondazione Sant’Angela Merici. Un momento per stare insieme e condividere la nostra attività ma anche farci carico dei disagi, dei problemi e delle sofferenze dei nostri fratelli. La carità ci insegna a uscire da noi stessi per andare incontro al prossimo e insieme lavorare per il bene comune per sentirci più forti, per sperimentare insieme l’amore di Dio. Perché nell’unità l’amore di Dio è perfetto“. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha salutato gli ospiti della Fondazione Sant’Angela Merici durante una breve visita nel corso della quale sono stati anche benedetti tre nuovi pulmini per il servizio di trasporto delle persone con disabilità. L’arcivescovo è stato accolto dal presidente della Fondazione, don Alfio Li Noce, e dagli ospiti del centro di riabilitazione e della casa di riposo di via Peppino Impastato.
“La vostra gioia è la mia gioia – ha detto l’arcivescovo Lomanto -. Sono contento di essere qui per incontrarvi, per vivere questo giorno di festa insieme. I pulmini sono segno di attenzione al prossimo. Dobbiamo sempre uscire da noi stessi per andare a cercare l’altro. Stiamo insieme ed insieme operiamo come comunità ecclesiale. Uniti come persone e come comunità, chiamati a compiere il cammino che ci porta all’incontro con Gesù. Il desiderio in ciascuno di voi di andare avanti, di creatività, può crescere solo nella misura in cui ci vogliamo bene, ci amiamo. L’amore di Dio in noi è perfetto. La gioia nasce dall’amore che ci unisce“.
Presenti mons. Giuseppe Costanzo, arcivescovo emerito, ed anche don Salvo Spataro e don Alessandro Genovese e gli altri componenti del consiglio di amministrazione insieme al direttore sanitario Francesco Rametta e a tutto il personale medico e di assistenza. L”Arcivescovo ha voluto fare un giro nella struttura per avere la possibilità di raggiungere tutti con la sua benedizione.
“Oggi condividiamo la gioia come comunità al servizio per la qualità della vita – ha detto il presidente don Alfio Li Noce -. La Fondazione si adegua sotto il profilo tecnologico e strutturale. Un lavoro che ci fa essere presenza significativa, che lavora come espressione di Chiesa. Consegniamo al vescovo la gioia: festa, colori e canti. La nostra gioia per la visita del nostro Pastore alla famiglia della Fondazione. Oggi sottolineiamo la crescita, concretizzata in questo ulteriore impegno per l’acquisto di tre nuovi pulmini equipaggiati. Siamo un centro di riabilitazione: ogni piccolo progresso aggiunge qualcosa. Tre pulmini collegano la fondazione alle case, e viceversa. Raggiungiamo le famiglie: piccola chiesa domestica. Vogliamo essere una chiesa in uscita, che non si ferma. Che va sulle strade e raggiunge la periferia. Dove c’è bisogno la fondazione è presente. Ed infine la qualità del servizio svolto dalla nostra Fondazione a servizio della persona, della salute e della vita secondo standard tecnologici, strutturali, organizzativi e di personale“.
Alcuni ospiti hanno ringraziato l’arcivescovo per la sua “presenza e vicinanza che ci da forza e voglia andare avanti“. E lo hanno salutato con le parole di Madre Teresa di Calcutta: “Dona perché hai tutto ciò che serve al prossimo, ama perchè l’amore è l’unica cosa che ti riempirà la vita“.