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Restaurato il “Codex baptizatorum” dell’Archivio storico

Riconsegnato al patrimonio documentale della Chiesa siracusana il più prezioso fra i volumi del XVI secolo conservati nell’Archivio Storico della Cattedrale: il Codex baptizatorum inverso ordine descriptus ab anno 1546 [usque] ad [annum] 1565.L’intervento si inserisce in un più ampio tentativo di recupero e valorizzazione degli elementi di valore storico-artistico di cui la Cattedrale di Siracusa è ricca. 
Grazie al sostegno della BCC “La Riscossa” di Regalbuto, che ha finanziato i costi dell’operazione, il volume è stato sottoposto, in un laboratorio specializzato di Palermo, ad un lungo e rigoroso restauro che consentirà di preservarne l’integrità e la possibilità di leggerne e studiarne i contenuti.
Simbolicamente è stato il presidente della Banca, Arturo La Vignera, a consegnare il prezioso documento all’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo. “Abbiamo a cuore la crescita responsabile e coesa delle Comunità di cui siamo espressione ed in cui operiamo, dando anche voce, con il giusto sostegno, alle iniziative che richiamano alle loro più genuine tradizioni e memorie affinché esse possano essere tutelate e rinnovate, nella consapevolezza che ciò è utile ai Territori quanto l’attività caratteristica della nostra Banca” ha detto il presidente La Vignera, che ha aggiunto: “Valuteremo con la dovuta sensibilità iniziative analoghe in segno di vicinanza ai nostri Territori ed all’insegna della fitta trama di relazioni sociali che caratterizza il nostro impegno, ormai quasi centenario, sempre improntato sui principi della mutualità e del localismo”.

Mons. Pappalardo e il presidente La Vignera

L’obbligo della tenuta dei libri di battesimo fu implicitamente deciso solo nella penultima sessione del Concilio di Trento, quella dell’11 novembre 1563, e dunque diversi anni più tardi rispetto alle più antiche registrazioni annotate sulle carte che compongono il volume. 
L’arcivescovo Pappalardo ha ricordato l’importanza del recupero dei beni culturali per il valore storico, per l’importanza della memoria, e nel caso specifico si tratta di un codice che arricchisce l’Archivio storico della Cattedrale. Un volume prezioso per il valore e la rarità come fonte di ricerca, non solo per la storia ecclesiastica, ma anche per la storia sociale di Siracusa e della Sicilia. E attraverso una corretta esposizione da documento della storia, viene ridata quasi una nuova vita, così che possa continuare a svolgere una missione ecclesiale. 
Il Codex baptizatorum consegna, assieme alle notizie onomastiche, anagrafiche e genealogiche di alcuni fra i più illustri cittadini della Siracusa del tempo, anche quelle degli ultimi della terra, dei poveri, dei derelitti, che mai altrimenti avrebbero lasciato traccia della loro esistenza nel solco della storia documentabile: le registrazioni anagrafiche si diffonderanno solo con le più articolate riforme dello stato amministrativo moderno. Tra i fascicoli legati nel volume, anche atti di sepoltura: è un’altra anticipazione storica. Anche i cosiddetti liber defunctorum si sarebbero diffusi nelle parrocchie solo in anni successivi.

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Il Papa: l’impatto con Cristo trasformi i nostri cuori e ci spinga all’incontro con gli altri

Il brano biblico tratto dagli Atti degli Apostoli, da cui prende spunto la catechesi di oggi, racconta la conversione di Saulo, dapprima persecutore della Chiesa nascente e poi “strumento scelto da Dio per annunciare il Vangelo alle genti”. Ed è proprio su questa radicale trasformazione che si incentrano le parole di Papa Francesco. Nel descrivere Saulo, il Papa dice che perseguitando i cristiani, egli pensava “di servire la Legge del Signore” e che in lui c’era “un soffio di morte”. E a braccio aggiunge: “Voi, che venite da alcuni popoli che sono stati perseguitati dalle dittature, voi capite bene cosa significa dare la caccia alla gente e catturarla”. Quindi prosegue: 

Il giovane Saulo è ritratto come un intransigente, cioè uno che manifesta intolleranza verso chi la pensa diversamente da sé, assolutizza la propria identità politica o religiosa e riduce l’altro a potenziale nemico da combattere. Un ideologo: in Saulo la religione si era trasformata in ideologia. Ideologia religiosa, ideologia sociale, ideologia politica.

Combattere il male, non le persone 

L’incontro con Cristo farà capire a Saulo che i veri nemici contro cui lottare sono “gli spiriti del male” che dominano il mondo e che “non si devono combattere le persone, ma il male che ispira le loro azioni”.

La condizione rabbiosa – perché Saulo era rabbioso –  la condizione rabbiosa e conflittuale di Saulo invita ciascuno a interrogarsi: come vivo la mia vita di fede? Vado incontro agli altri oppure sono contro gli altri? Appartengo alla Chiesa universale, buoni cattivi, tutti, tutti, o ho una ideologia selettiva? Adoro Dio o adoro le formulazioni dogmatiche? Com’è la mia vita religiosa?La fede in Dio che professo mi rende amichevole oppure ostile verso chi è diverso da me?

Colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo

Quando il Signore risorto si manifesta a Saulo, “per toccargli il cuore”, gli chiede conto delle sue azioni: ‘Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?’ 

Qui il Risorto manifesta il suo essere una cosa sola con quanti credono in Lui: colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo stesso! Anche coloro che sono ideologi perché vogliono la purità – tra virgolette – della Chiesa, colpiscono Cristo.

L’incontro con Cristo che trasforma il cuore

Saulo è abbagliato dalla luce di Cristo e, dice il Papa, “non vede più nulla, e da uomo forte, autorevole e indipendente diventa debole, bisognoso e dipendente dagli altri”. Ma da questo incontro inizia “il suo passaggio dalla morte alla vita”. Da quel momento per lui conterà solo Cristo e, ricevuto il Battesimo, sarà lo strumento nelle mani di Dio per portare a tutti il suo nome. E il Papa conclude:

Il Battesimo segna così per Saulo, come per ciascuno di noi, l’inizio di una vita nuova, ed è accompagnato da uno sguardo nuovo su Dio, su sé stesso e sugli altri, che da nemici diventano ormai fratelli in Cristo. (…) Chiediamo al Padre che faccia sperimentare anche a noi, come a Saulo, l’impatto con il suo amore che solo può fare di un cuore di pietra un cuore di carne, capace di accogliere in sé ‘gli stessi sentimenti di Cristo Gesù’.

Adriana Masotti – Città del Vaticano
(Da Vatican News )

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#SinodoAmazonico. Chiesa confessi i “peccati ecologici”.

La violazione sistematica dei diritti dei popoli originari dell’Amazzonia e la vita a rischio dell’intera regione, ferita nel suo habitat, sono stati al centro della riflessione della quarta congregazione del Sinodo speciale per la Regione Panamazzonica.

Comunità internazionale guardi in faccia violazioni diritti umani

La situazione inaccettabile del degrado ambientale nella regione panazzomica – è stato denunciato – va affrontata in modo serio da tutta la comunità internazionale, spesso indifferente di fronte allo spargimento di sangue innocente. Le popolazioni native, custodi delle riserve naturali, evangelizzate con la croce di Cristo, vanno considerate come alleate nella lotta ai cambiamenti climatici in un’ottica sinodale, ovvero di cammino “insieme”, in amicizia. Nell’intervento di un delegato fraterno a tal proposito è stata messa in luce la necessità di unire le forze e porsi in dialogo, perché l’amicizia – ha detto – “rispetta, protegge e cura”. Da più parti è arrivato l’invito alla Chiesa a divenire alleata dei movimenti sociali di base, a porsi in ascolto umile e accogliente nei confronti della cosmovisione amazzonica, a comprendere il diverso significato, rispetto alla tradizione occidentale, dato dalle culture locali a simboli rituali.

Maggiore conoscenza dei “peccati ecologici”

E’ stato sottolineato uno sviluppo sostenibile che sia socialmente giusto e inclusivo e combini conoscenze scientifiche e tradizionali, perché il futuro dell’Amazzonia, realtà viva e non museale, è nelle nostre mani. Auspicata inoltre una conversione ecologica che faccia percepire la gravità del peccato contro l’ambiente alla stregua di un peccato contro Dio, contro il prossimo e le future generazioni. Da qui la proposta di approfondire e divulgare una letteratura teologica che includa insieme ai peccati, tradizionalmente noti, i “peccati ecologici”.

Riflessione sulla vocazione sacerdotale

Il tema dei criteri di ammissione al ministero ordinato è tornato in più di un intervento. C’è chi ha esortato alla preghiera per le vocazioni, chiedendo la trasformazione dell’Amazzonia in grande santuario spirituale dal quale innalzare la preghiera al “Padrone della messe” affinchè mandi nuovi operai del Vangelo. L’insufficienza numerica dei presibiteri – è stato rilevato – è un problema non solo amazzonico, ma comune a tutto il mondo cattolico. Da qui l’appello ad un serio esame di coscienza su come oggi si vive la vocazione sacerdotale. La mancanza di santità infatti è ostacolo alla testimonianza evangelica: non sempre i pastori portano con sé il profumo di Cristo e finiscono per allontanare le pecore che sono chiamati a guidare.

Il profumo della santità e i giovani

Evidenziato anche l’esempio luminoso dei martiri dell’Amazzonia, come quello di due servi di Dio uccisi in Mato Grosso: il  padre salesiano Rudolf Lunkenbein e il laico Simão Cristino Koge Kudugodu. Conversione ecologica è infatti in primis conversione alla santità. Questa ha un enorme potere attrattivo tra i giovani, per i quali si chiede una rinnovata pastorale, più dinamica e attenta. Si è chiesto che siano poste in luce, anche tramite i media, le tante testimonianze di buoni sacerdoti e non solo gli scandali esistenti che purtroppo occupano tante pagine di giornali. Inoltre se piaghe come violenza, droga, prostituzione, disoccupazione e vuoto esistenziale minacciano le nuove generazioni, va rimarcato come non manchino esempi luminosi di tanti giovani cattolici.

da Vatican News – Città del Vaticano

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La responsabilità del cristiano nella Chiesa e per la Chiesa

La responsabilità del cristiano nella Chiesa e per la Chiesa. Questo il filo conduttore della riflessione della prof.ssa Simona Segoloni, docente stabile di Teologia sistematica all’Istituto teologico di Assisi, all’assemblea pastorale diocesana che si è tenuta nella cripta del Santuario della Madonna delle Lacrime. Il tema scelto dall’arcivescovo era “la dignità battesimale fondamento della corresponsabilità del laicato”. Proprio per “un rinnovato impegno a far si che le nostre comunità parrocchiali rispecchino l’immagine di Chiesa delineata dal Concilio Vaticano II e dal più recente magistero pontificio” ha detto l’arcivescovo.

Mons. Maurizio Aliotta, prof.ssa Simona Segoloni, l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo

La prof.ssa Segoloni, fondandosi sul documento conciliare sulla Chiesa, la Lumen gentium, ha tracciato il percorso ideale che porta il cristiano ad esercitare la sua responsabilità nella Chiesa e per la Chiesa (vale a dire an intra e ad extra). Le tappe fondamentali di questo itinerario sono il battesimo, la chiamata alla santità che ne consegue, la testimonianza che ogni battezzato è chiamato a rendere, da qui l’esercizio della responsabilità, che non è mai una virtù individuale, ma un’azione comunitaria.
La relatrice ha sottolineato con forza che tutti insieme dobbiamo essere protagonisti. Inoltre ha messo in evidenza che nello spirito di comunione i ruoli diversi che nella Chiesa sono legittimamente presenti non costituiscono un ostacolo alla corresponsabilità, perché  mediante il percorso prima ricordato tutti sono protagonisti e in particolare i fedeli laici si trovano sulle frontiere della vita e lì sono protagonisti.

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La festa dei popoli al parco del Santuario

Non si tratta solo di migranti” è il titolo della 105ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si è svolta nel parco del Santuario della Madonna delle Lacrime.

L’evento, curato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale del Migrante, è stata l’occasione per manifestare sentimenti di accoglienza ed integrazione nei confronti dei fratelli migranti presenti sul nostro territorio e che, numerosi, hanno partecipato alla giornata, nella convinzione, che spesso il tema dei migranti venga affrontato in maniera divisiva e rischia di essere il capro espiatorio di paure ed insicurezze, di un malessere sociale, che ha cause ben diverse.

La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è stata un’occasione per stringersi attorno a Papa Francesco. A Siracusa, con il coordinamento dell’USMI, 160 religiose provenienti da tutta la Sicilia hanno discusso sul tema diversità: risorsa o problema? Sulle provocazioni di padre Tommaso, gesuita, e Suor Fernanda, della famiglia paolina, Suor Angelina, suora scalabriniana ha coordinato i diversi contributi dell’assemblea. 

Nel pomeriggio nel parco del Santuario è iniziata la festa dei Popoli. Quarta edizione per la nostra diocesi. Ad aprire la festa le parole dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo che ha incoraggiato i migranti, ospiti presso la Villa Mater Dei, invitando tutti a confidare sempre nel bene che Il signore ci fa sempre sperimentare.

Il gruppo Saulo’s di Solarino e i Cantunovu hanno offerto canti e danze. Ai bambini presenti è stato offerto uno spettacolo di animazione con merenda e bibite oltre ai gonfiabili. Alle 18 questo popolo in festa con i colori tipici dei loro costumi e delle bandiere di ogni nazionalità si è unito alla processione del 29 di ogni mese dalla casa del pianto fino in Santuario. Nelle Lacrime della Madonna ognuno ha riletto la propria storia e si è sentito accarezzato dalla tenerezza della Madre.


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Assemblea pastorale diocesana sulla corresponsabilità del laicato

Martedì 1 ottobre alle 18.30 nella cripta del Santuario della Madonna delle Lacrime si terrà l’assemblea pastorale diocesana. Tema scelto è “la dignità battesimale fondamento della corresponsabilità del laicato”. Interverrà la prof.ssa Simona Segoloni, docente stabile di Teologia sistematica all’Istituto teologico di Assisi.
Un tema scelto dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo per “un rinnovato impegno a far si che le nostre comunità parrocchiali rispecchino l’immagine di Chiesa delineata dal Concilio Vaticano II e dal più recente magistero pontificio” ha detto l’arcivescovo. “L’argomento non è nuovo nella nostra pastorale: avevo già richiamato l’attenzione della nostra comunità diocesana dedicandovi una speciale riflessione “I fedeli laici: chiamati a cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio” nella lettera a conclusione della Visita pastorale. Successivamente sono tornato sull’argomento indicando alcune piste operative per meglio valorizzare la corresponsabilità dei fedeli laici nella vita e nella missione”.

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Pensare i ponti: al via l’anno accademico al San Metodio

“Pensare i ponti” è il tema scelto quest’anno dall’Istituto di Scienze Religiose “San Metodio” che farà da filo conduttore all’intero anno accademico. Le iscrizioni si chiuderanno il 2 ottobre prossimo. Il Piano di studio si compone di un Triennio di base per il conseguimento della Laurea in Scienze religiose e di un Biennio di specializzazione per il conseguimento della Laurea magistrale in Scienze Religiose che consente di accedere all’esame abilitante all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado.

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Costituzione, il prof. Giovanni Maria Flick a Solarino

Il prof. Giovanni Maria Flick sarà protagonista di un incontro sulla Costituzione venerdì 4 ottobre alle ore 19.00 nella chiesa San Paolo Apostolo di Solarino. L’incontro era stato fissato per venerdì’ 27 settembre ma è stato spostati per impegni istituzionali.
La Costituzione è un patto che guarda al futuro facendo tesoro della memoria del passato; un patto di inclusione e di partecipazione, non di esclusione e di appartenenza. E’ un vero e proprio manuale di convivenza” ha scritto Giovanni Maria Flick.
L’incontro sarà aperto da don Luca Saraceno, parroco della chiesa di San Paolo. Giovanni Maria Flick è un giurista, presidente della Corte costituzionale dal 14 novembre 2008 al 18 febbraio 2009. Ha ricoperto il ruolo di ministro della giustizia del governo Prodi (dal maggio 1996 all’ottobre 1998).

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L’ultimo saluto a don Antonino

Migliaia di fedeli hanno preso parte alle ultime esequie dell’Arciprete della Chiesa Madre Don Antonino Loterzo. Ieri avrebbe compiuto 73 anni. Padre Loterzo era molto conosciuto per la sua umiltà e l’essere altruista.  Venne ordinato sacerdote nel settembre del 1971, nel settembre del 1992 fu nominato Arciprete della Chiesa Madre di Floridia. 

Tristezza e commozione per la prematura scomparsa di un sacerdote tanto amato dai floridiani. I funerali sono stati presieduti dall’arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo e concelebrati dall’arcivescovo emerito Mons. Giuseppe Costanzo e tantissimi sacerdoti della diocesi. 

“Oggi domenica del Signore ci ritroviamo convocati attorno all’altare per celebrare il mistero fondamentale della nostra Fede Cristiana. Gesù Cristo morto e risorto. La sua morte e la sua resurrezione è il mistero Pasquale che viene presentato poi nell’Eucarestia. Siamo qui per la fede e la speranza che abbiano in Cristo, celebriamo il passaggio da questo mondo alla vita eterna del nostro carissimo fratello Antonino parroco di questa comunità parrocchiale. Un sacerdote che ha cercato di conformare, per davvero, la sua vita a quella del Cristo buon Pastore”. L’arcivescovo ha concluso: “Credo che Padre Antonino abbia messo sempre in pratica quella parola di Gesù ‘chi vuole essere il primo tra di voi si faccia servo di tutti’. Era il servitore della comunità, la sua Parrocchia. Un servitore dei suoi confratelli”. 

La salma di Padre Loterzo è stata portata a spalla dai sacerdoti fuori dalla Chiesa e trasferita nel cimitero a Buccheri dove verrà tumulata.

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Nasce “Il Portico”, luogo di incontro

Nasce “Il Portico”, periodico della comunità del diaconato della Chiesa di Siracusa. Luogo dove si incontra, si discute, si aiuta chi è in difficoltà, si dialoga. Come sottolineato nell’editoriale da mons. Salvatore Marino, delegato episcopale per il diaconato permanente, “il giornale che punta a diventare un mensile si propone due mete: da una parte dare un segno di visibilità nella nostra Chiesa locale e dall’altra costruire e rafforzare la comunità diaconale“. All’interno del periodico una serie di rubriche, riflessioni comunitarie, approfondimenti.
Nel primo numero anche il saluto dell’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo che ha invitato i diaconi ad essere “primi soggetti attivi e responsabili della specifica testimonianza ministeriale cui sono stati iniziati con la sacra ordinazione. Spetta ai diaconi sperimentare via di evangelizzazione di presenza pastorale nei vari ambiti sociali“.

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