L'invito dell'arcivescovo di Palermo all'annivesario per la lacrimazione di Maria

Mons. Lorefice: “Guai se restassimo inermi”

Da questo Santuario che custodisce per il mondo intero il Reliquiario delle Lacrime di Maria, mi rivolgo stasera a tutti i governanti: Non fate piangere Maria! Fate entrare le sue lacrime, le lacrime delle madri in ogni assise politica, in ogni parlamento, in ogni consiglio dei ministri, in ogni consiglio regionale, provinciale e comunale! Raccogliete e ascoltate le lacrime di Maria! Sono le lacrime delle madri di tutti i poveri del mondo“. Sono le parole usate dall’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice. Da Siracusa, città bagnata dalle Lacrime della Madonna, l’Arcivescovo di Palermo si è rivolto ai Governanti.
Il dolore che siamo chiamati a condividere, attraverso quelle lacrime, grazie alla partecipazione a quelle lacrime, è il dolore del mondo. Tu, Maria, esperta nello stare accanto a chi soffre e a chi muore, tu esperta nel consolare, tu che sei stata donata a Giovanni e con lui a tutti noi… Noi stasera ti chiediamo: “accanto a quale figlio che muore tu ora stai piangendo”?

Maria piange sui suoi figli. Piange su quanti sono morti in questi mesi, a causa della pandemia, senza una lacrima, senza una parola di consolazione e di speranza. Piange su quanti hanno visto la loro vita devastata dal Covid, perché hanno perso il lavoro, perché hanno chiuso la loro attività, perché hanno smarrito la serenità economica e vivono gettati nell’incertezza e nella precarietà.

E davanti a Maria piangente, non posso distrarre i miei occhi da quel Calvario, simbolo di ogni Calvario, che oggi si chiama Mare Mediterraneo. Non possiamo tacere mentre il demone del razzismo, dell’esclusione dell’altro, della politica intesa come arte della divisione e della separazione sembra prendere il sopravvento, mentre sentiamo forte il rischio che la pandemia non ci abbia insegnato nulla e che torniamo a pensare ad un mondo fratturato, tagliato in due.

È su questa miopia, su questo progetto di distruzione dell’uomo che Maria piange oggi, che versa le sue lacrime di dolore: per tutti i corpi martoriati, per tutti i corpi respinti, per tutti i corpi violentati, torturati e uccisi nei campi di concentramento libici e in quelli di tutto il mondo, per tutte le vite stroncate dagli affari loschi, dal commercio delle armi, dallo sfruttamento indiscriminato dell’Africa e delle sue risorse, per tutte le leggi e tutti i regolamenti che soffocano l’uomo e tradiscono la nostra Costituzione, ispirata da donne e uomini fedeli al Vangelo. Maria piange come Rachele per tutti i figli annegati e mescola le sue lacrime al quelle del Mediterraneo, impotente e attonito di fronte ad un olocausto epocale, ad un eccidio di massa. È Maria piangente che stasera leva la sua voce e chiede a tutti i responsabili delle nazioni, a tutti i politici dell’Occidente, di ogni colore politico, di centro, di destra, di sinistra, non importa (a maggior ragione se si professano cristiani! Maria chiede a tutti: “e se queste donne, se questi bambini, se questi uomini annegati fossero tuoi figli, fossero vostri figli? Che cosa fareste? Come reagireste? Io – dice Maria – piango, verso lacrime di immenso dolore di fronte alla morte dei miei figli e alla vostra indifferenza”.

Qualcuno potrebbe dire: “ma allora la Chiesa fa politica?”. Sì, rispondo io. La Chiesa fa politica ma nel senso che la Chiesa è dalla parte della polis, della città che tutti riunisce nel suo abbraccio. E guai a noi se restassimo inerti e ignavi dinanzi al dolore e all’ingiustizia.

l dolore che siamo chiamati a condividere, attraverso quelle lacrime, grazie alla partecipazione a quelle lacrime, è il dolore del mondo. Tu, Maria, esperta nello stare accanto a chi soffre e a chi muore, tu esperta nel consolare, tu che sei stata donata a Giovanni e con lui a tutti noi… Noi stasera ti chiediamo: “accanto a quale figlio che muore tu ora stai piangendo”?

Maria piange sui suoi figli. Piange su quanti sono morti in questi mesi, a causa della pandemia, senza una lacrima, senza una parola di consolazione e di speranza. Piange su quanti hanno visto la loro vita devastata dal Covid, perché hanno perso il lavoro, perché hanno chiuso la loro attività, perché hanno smarrito la serenità economica e vivono gettati nell’incertezza e nella precarietà.

E davanti a Maria piangente, non posso distrarre i miei occhi da quel Calvario, simbolo di ogni Calvario, che oggi si chiama Mare Mediterraneo. Non possiamo tacere mentre il demone del razzismo, dell’esclusione dell’altro, della politica intesa come arte della divisione e della separazione sembra prendere il sopravvento, mentre sentiamo forte il rischio che la pandemia non ci abbia insegnato nulla e che torniamo a pensare ad un mondo fratturato, tagliato in due.

È su questa miopia, su questo progetto di distruzione dell’uomo che Maria piange oggi, che versa le sue lacrime di dolore: per tutti i corpi martoriati, per tutti i corpi respinti, per tutti i corpi violentati, torturati e uccisi nei campi di concentramento libici e in quelli di tutto il mondo, per tutte le vite stroncate dagli affari loschi, dal commercio delle armi, dallo sfruttamento indiscriminato dell’Africa e delle sue risorse, per tutte le leggi e tutti i regolamenti che soffocano l’uomo e tradiscono la nostra Costituzione, ispirata da donne e uomini fedeli al Vangelo. Maria piange come Rachele per tutti i figli annegati e mescola le sue lacrime al quelle del Mediterraneo, impotente e attonito di fronte ad un olocausto epocale, ad un eccidio di massa. È Maria piangente che stasera leva la sua voce e chiede a tutti i responsabili delle nazioni, a tutti i politici dell’Occidente, di ogni colore politico, di centro, di destra, di sinistra, non importa (a maggior ragione se si professano cristiani! Maria chiede a tutti: “e se queste donne, se questi bambini, se questi uomini annegati fossero tuoi figli, fossero vostri figli? Che cosa fareste? Come reagireste? Io – dice Maria – piango, verso lacrime di immenso dolore di fronte alla morte dei miei figli e alla vostra indifferenza”.

Qualcuno potrebbe dire: “ma allora la Chiesa fa politica?”. Sì, rispondo io. La Chiesa fa politica ma nel senso che la Chiesa è dalla parte della polis, della città che tutti riunisce nel suo abbraccio. E guai a noi se restassimo inerti e ignavi dinanzi al dolore e all’ingiustizia“.

Il quarto e ultimo giorno dell’Anniversario della Lacrimazione della Madonna si è aperto con la Santa Messa di via degli Orti, presieduta da don Raffaele Aprile, presbitero del Santuario. Al termine della celebrazione è stato effettuato il volo dei colombi offerto dal “Team Archimede di Siracusa – Federazione Colombofila Italiana”.

 

1 settembre 1953 | quarto giorno della Lacrimazione
“Fu aperto il cassetto, dove il quadro era deposto, coperto da una tovaglietta bianca; ma quanta fu l’emozione nel constatare che gli occhi erano coperti di liquido. L’immagine fu accuratamente asciugata con cotone idrofilo e poggiata sul materasso. Volemmo restare in attesa che il fenomeno si manifestasse dinanzi a noi.Non sto a descrivere i sentimenti di commozione e di timore insieme che invasero il nostro cuore quando, dopo le ore 11, l’immagine cominciò a manifestare gli occhi gonfi di Lacrime come persona presa da forte emozione, e poi vedemmo scendere giù delle Lacrime che, rigando il volto delicato, andavano a raccogliersi nel cavo della mano. Purtroppo alcuni presenti riuscirono ad assorbire qualche Lacrima con del cotone, ma i chimici con la loro pipetta poterono assicurarsi una parte del liquido.Da quel momento in cui i chimici poterono raccogliere almeno una parte delle Lacrime sgorgate in loro presenza la Madonna non ha pianto più.
Segno… che lascia pensare”.
(Testimonianza di Mons. Giuseppe Bruno)