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Presentata una campagna contro la pedofilia: spot e numero verde

Non lasciare che i tuoi pensieri si trasformino in azione

Prevenire per fermare quegli istinti ed evitare che possano provocare altre vittime. L’associazione “Padre Massimiliano Maria Kolbe” onlus ha lanciato stamane una campagna per poter intercettare coloro che pensano di potere abusare di minori intervenendo con un percorso di primo sostegno psicologico ed un percorso curativo che possa eliminare nella loro vita la tendenza alla pedofilia e all’abuso. L’obiettivo è tutelare i minori. 

Noi pensiamo che, così come altre malattie, si può prevenire – ha spiegato don Marco Tarascio, presidente dell’associazione “Padre Massimiliano Maria Kolbe” onlus -. Ci sono tante associazioni che si occupano della tutela dei minori in particolare nella lotta contro la pedofilia. Abbiamo pensato che come tutte le situazioni che affliggono le persone, qualsiasi malattia, la prevenzione evita costi superiori. In questo caso la prevenzione potrebbe evitare costi nelle vittime del fenomeno della pedofilia. Abbiamo lanciato numero verde in rete nazionale per potere agganciare chi  ha un rimorso prima di commettere un atto. Potremmo essere tacciati di pensare ai carnefici e non alle vittime, ma noi vogliamo prevenire la carneficina”.

Salvo Libranti e don Marco Tarascio

Lo spot sarà veicolato tramite i canali social e le emittenti televisive che vorranno trasmetterlo. La campagna prevede anche la diffusione di materiale cartaceo. E’ attivo da oggi il numero verde gratuito 800 111 686 al quale risponderà un team di specialisti psicologi 24 ore su 24, garantendo l’anonimato. L’invito è non lasciare che i pensieri si trasformino in azione.

Uno spot coraggioso – ha spiegato lo psicologo Salvo Libranti -. Il tema è difficile e scabroso. E’ una scommessa perché il fenomeno è contaminato dal senso della vergogna che è il tema che vive chi è affetto da questa patologia. L’idea è di potere intervenire per offrire una possibilità di cura e di terapia a persone che soffrono questa patologia. Sappiamo che tante volte chi è stato vittima diventa abusante. Non in tutti i casi ma c’è un’alta percentuale. Il video intercetta varie classi sociali perché il fenomeno è trasversale, così come sono varie le età. Occorre offrire la possibilità di un ascolto competente ed un percorso terapeutico che possa condurre queste persone a razionalizzare la problematica e a liberarsene nella migliore delle ipotesi o a poterla gestire in qualche modo. Non sempre possiamo sperare nel superamento totale del problema ma in un miglior controllo dell’impulso stesso. Una frase di Einstein dice: “il mondo è pericoloso non a causa di quelli che fanno del male ma di coloro che guardano e lasciano fare”. L’intento di questo spot è quello di non lasciare fare ma intervenire“. Per la realizzazione del video si ringrazia Fabio Fortuna, che si è occupato delle riprese e del montaggio; Sandro Faro, autore delle musiche; l’attrice Doriana La Fauci, e infine Sebastiano Aglianò che ha coordinato gli studenti dell’Accademia del Dramma Antico che hanno gratuitamente prestato la loro voce.

Lo spot per la campagna contro la pedofilia

Una messa per il vice brigadiere brutalmente ucciso a Roma

Il Santuario della Madonna delle Lacrime si unisce al dolore dei familiari e dell’Arma dei carabinieri per la barbara uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Una giovane vita spezzata nell’esercizio del proprio dovere a servizio della comunità civile.

“Sposato da pochi giorni, uomo generoso e attento ai bisogni degli ultimi e degli ammalati, barelliere per l’Ordine di Malta, accompagnava in pellegrinaggio i pellegrini a Lourdes e a Loreto, dedito ai senza fissa dimora della Stazione Termini di Roma, a cui portava viveri ed abiti, dal Cielo proteggerà la sua famiglia e l’Arma dei Carabinieri” ha scritto don Aurelio Russo, rettore della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime.

Lunedì 29, alle ore 19.00, presso la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime sarà celebrata una messa in suffragio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega e dei caduti di tutte le forze dell’ordine.

Il momento di preghiera inizierà con la processione da via degli Orti 11 a partire dalle 18.00. Per l’occasione, i carabinieri in pensione dell’Associazione Nazionale Carabinieri porteranno a spalla la varetta con la copia della Madonnina fino al Santuario della Madonna delle Lacrime, dove alle ore 19,00 sarà celebrata la Messa.  

L’impegno della Chiesa italiana contro gli abusi: formare, prevenire, cambiare la cultura

Formazione, confronto, obiettivi condivisi, programmazione: questa la sintesi dell’incontro collegiale del Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Cei con vescovi delegati regionali provenienti da tutta Italia svoltosi il 24 e 25 luglio a Roma.

“Una tappa importante” ha detto mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, rivolgendosi ai vescovi convenuti, “perché, come Pastori, ci sono richieste un’attenzione e una cura ancora maggiori”. Per questo, ha spiegato, “essere qui oggi non è solo un venire ad acquisire informazioni, ma un ragionare tra noi, confrontandoci, per fare cultura e costruire una rete ecclesiale con uno stile di comunione, di ascolto e di vigilanza”.

Linea condivisa e rilanciata da mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente nazionale del Servizio: “Un incontro fatto di comunicazioni, di spazi di dialogo, di domande”. Mons. Ghizzoni ha ricordato l’ampio consenso che ha accompagnato l’approvazione delle nuove Linee guida nel corso dell’assemblea generale di maggio – disposizioni “innovative” e “impegnative” – e ha ribadito il ruolo di aiuto e di supporto messo a disposizione dal Sntm verso i vescovi italiani.

Nel corso dei lavori si è dato spazio anzitutto all’importanza della formazione e della prevenzione, attraverso la presentazione di strumenti formativi, metodi ed esperienze già in essere. Sullo sfondo, ma ben presenti nel dibattito, la “Lettera al popolo di Dio” di Papa Francesco e il motu proprio “Vox estis lux mundi”.

In particolare, padre Amedeo Cencini, religioso canossiano, formatore e psicoterapeuta, ha ricordato che “il tempo che stiamo vivendo nella Chiesa impone una revisione radicale e concreta delle nostre prassi formative all’ordinazione presbiterale come alla consacrazione religiosa”, ripensando “gli ambiti della formazione umana (e affettivo-sessuale) e dell’identità ministeriale all’interno d’una concezione integrale della formazione”. Don Gottfried Ugolini, sacerdote e psicologo, responsabile del Servizio specialistico per la prevenzione e la tutela dei minori, ha portato l’esperienza quasi decennale dello sportello diocesano di Bolzano-Bressanone per la tutela e prevenzione dei minori da abusi sessuali e altre forme di violenza. Un servizio nato con atteggiamento proattivo che, negli anni, ha saputo diventare un punto di riferimento positivo attraverso l’applicazione di un leitmotiv preciso: “passi piccoli, passi continui, passi verificabili”.La psicologa e formatrice Anna Deodato si è invece soffermata sulle modalità di ascolto e accoglienza delle persone abusate, rimarcando che “una persona ferita non è un ‘caso’: ne va sempre preservata la dignità e l’integrità” e che la domanda centrale delle vittime, anche se non esplicitata, “è sempre la stessa: mi credi?”.

Nel corso della presentazione delle indicazioni operative per la costituzione dei Servizi diocesani e interdiocesani, sono state ricordate le iniziative già in essere sul territorio che dimostrano l’attenzione e la sensibilità in crescita su questi temi.

L’illustrazione e il commento passo a passo delle Linee guida, è stato occasione di approfondimento su settori specifici e particolare attenzione è stata dedicata ai rapporti con le autorità civili, stante l’innovativa previsione di un obbligo morale di denuncia svolta l’indagine previa e accertata la credibilità dei fatti. “Obbligo morale e non coercizione del sistema giuridico – ha spiegato don Gian Luca Marchetti, cancelliere della curia di Bergamo –,

perché deriva da una convinzione etica profonda il cui fine è il conseguimento della giustizia e della verità”.

Da più parti, durante i momenti di confronto con i vescovi, è stata evidenziata l’importanza della finalità dell’ascolto e dell’accompagnamento, in un’ottica di crescita e rinnovamento, senza però nascondere criticità e resistenze, né la complessità dei molteplici obiettivi da tenere in considerazione che richiedono, sempre di più, competenze specifiche e operatori adeguatamente formati.

Il convegno appena concluso, ricco di interazioni e di impulsi propositivi, è stato dunque un punto di partenza che apre ad orizzonti di interventi specifici, di approfondimenti mirati e di azioni concrete. Per questo è già in programma, per il prossimo novembre, un appuntamento di verifica e di programmazione ulteriore.

Emanuela VinaiAgenzia SIR

Analisi su una una ricerca sul comportamento degli adolescenti

L’ansia “da social” dei giovani

Tre adolescenti su dieci dichiarano di avere l’ansia prima di pubblicare una foto sui social, per paura che possa non piacere o venga criticata. Il 66% di loro controlla minuziosamente chi mette like ai post pubblicati e anche chi guarda le loro storie. I dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza. raccontano di ragazzi insicuri, appesantiti dal timore del giudizio degli altri e vincolati alla popolarità di quanto pubblicano in rete. Significativamente – anche se sa pure di resa – Instagram sta iniziando a nascondere i like sotto le immagini e i video pubblicati.
La Chiesa, scriveva Francesco nel Messaggio per la GMCS di quest’anno, è “una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui “like”, ma sulla verità, sull’amen, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”.
Alla nostra responsabilità di educatori far sì che i nostri ragazzi si sentano guardati, amati e stimati per quello che sono, non per come si presentano o vengono considerati sui social.

Don Ivan Maffeis
Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali,


Quest'anno la marcia francescana in Sicilia parte da Siracusa

In cammino dalla Sicilia verso Assisi

Un cammino di dieci giorni per arrivare ad Assisi e vivere la Festa del Perdono. Parte da Siracusa quest’anno la marcia francescana siciliana dei giovani. Un centinaio di partecipanti che dopo essersi ritrovati a Siracusa, domani, sabato 27, saranno a Priolo, poi Melilli, Sortino, Villasmundo e Carlentini. Infine il cammino si concluderà ad Assisi il 2 agosto per il giorno del Perdono.
Ieri pomeriggio nella Basilica di Santa Lucia al sepolcro, celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo.

La celebrazione presieduta da mons. Pappalardo


Oggi, venerdì 26, a mezzogiorno celebrazione eucaristica al Santuario della Madonna delle Lacrime.
I marcianti della 39° marcia francescana partiranno da tutta Italia ed anche da qualche nazione dell’Europa.

La Marcia Francescana è un cammino di dieci giorni per giovani dai 18 ai 32 anni circa, che desiderano impegnarsi in un breve itinerario spirituale per dare luce alla propria vita interiore e così raggiungere a piedi la meta di Assisi che coinvolge ogni anno qualche migliaio di giovani di tutta Italia e dell’Europa. 
Si tratta sostanzialmente di un “viaggio a piedi” lungo un itinerario (nei diversi territori d’Italia) che ha come meta finale l’arrivo a S. Maria degli Angeli in Assisi il giorno 2 agosto, per poter vivere la Festa del Perdono. 
In questo giorno solenne, voluto e istituito da S. Francesco nel 1216, traspare in tutta la sua grandezza quel perdono che il Padre elargisce a tutti coloro che sperimentano nella loro vita la gioia di essere Figli di Dio. 


Fame: aumenta la denutrizione, mancano le risposte

«L’umanità non ha fatto sufficientemente il suo dovere per i fratelli più poveri». È stato netto, nei giorni scorsi, il commento di monsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e il Programma alimentare mondiale (Pam), riguardo al rapporto 2019 sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo. Presentato lunedì a New York, il documento rientra nel monitoraggio dei progressi verso il secondo obiettivo di sviluppo sostenibile – “Fame Zero” – che mira a sconfiggere la fame, promuovere la sicurezza alimentare e porre fine a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030.

«La fame continua ad aumentare e il rapporto – ha fatto notare monsignor Arellano – ci sta dicendo che le persone che stanno dietro a questi numeri non hanno né un presente sereno né un futuro luminoso». Di più: «Il rapporto sottolinea non solo la crudeltà della fame, ma anche un altro aspetto: l’obesità. Gli adulti obesi nel mondo sono 672 milioni, cioè il 13%, quindi una persona su otto. Dunque, il problema non è soltanto di denutrizione, ma anche di malnutrizione».

Per monsignor Arellano «la comunità internazionale veramente dovrebbe fare di più. Manca la volontà, soprattutto nel togliere le cause dovute all’uomo, come i conflitti, la crisi economica e i cambiamenti climatici. Questi tre continuano a essere i fattori che producono questi flagelli».

(da Avvenire)

Don Giuseppe Lombardo è tornato alla casa del Padre

E’ scomparso mercoledì sera don Giuseppe Lombardo, 75 anni. I funerali, che saranno presieduti dall’arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo, si svolgeranno venerdì, alle 16, nella parrocchia Chiesa del Carmine di Siracusa.
Don Giuseppe Lombardo, nato a Canicattini Bagni, è stato ordinato sacerdote 48 anni fa. Parroco della chiesa del Carmine, don Giuseppe, era iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti, un’attività che lo affascinava e che con passione aveva trasmesso ai più giovani da direttore del settimanale cattolico “Cammino”. Consulente Ecclesiastico Ucsi di Siracusa e Delegato Regionale della Fisc, ricopriva anche il ruolo di direttore per l’Ufficio per l’Educazione, la scuola e l’università dell’arcidiocesi di Siracusa, presidente dell’associazione Russia Cristiana “San Vladimir” di Siracusa, professore di teologia pastorale alla San Luca di Catania e professore di discipline giuridiche ed economiche, Delegato per la Pastorale della scuola dalla Conferenza Episcopale Siciliana. Professore di Pastorale nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Metodio” di Siracusa (dal 2005 al 2008), docente di ruolo di Discipline giuridiche ed economiche presso l’Istituto tecnico Commerciale “Alessandro Rizza” di Siracusa (dal 1993 al 2012). La Camera ardente dalle 16 fino alle 21 nella chiesa del Carmine.

Due ordinazioni presbiterali a Siracusa e Canicattini Bagni

Lunedì 24, Solennità della Natività di San Giovanni Battista, alle ore 18.30, l’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo presiederà la messa nella chiesa Madre di Canicattini Bagni e conferirà l’ordinazione presbiterale al diacono Salvatore Tanasi.
Martedì 25, dalla casa del novello sacerdote partirà il corteo che percorrendo via Magenta e via mons. La Vecchia, accompagnerà padre Salvatore in chiesa Madre dove alle ore 19.00 avrà luogo la prima messa celebrata dal novello sacerdote.

Venerdì 28, Solennità del Sacro Cuore di Gesù, alle ore 18.30, l’arcivescovo presiederà la messa nella Chiesa SS. Salvatore di Siracusa e conferirà l’ordinazione presbiterale al diacono Renato Corso.

Fratelli di Cielo, la raccolta di poesie di don Raffaele Aprile

Presentato, nel salone Baranzini del Centro Convegni del Santuario, il libro “Fratelli di Cielo, in versi si raccontano in cammino con Maria” Ed. Le Poesie Bonfirraro, scritto da don Raffaele Aprile, sacerdote del Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa.
Il libro di poesie ha una prefazione di mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta, ed è arricchito da vari contributi di testimonianze e poesie, con la partecipazione di Claudia Koll. A presentarlo sono stati Nino Cardillo e mons. Giuseppe Greco. I lavori sono stati moderati dal rettore del Santuario, don Aurelio Russo.

Con questi “Fratelli di cielo” padre Raffaele Aprile intesse un dialogo poetico e forma un libro di poesia corale – ha spiegato mons. Greco -. Non è soltanto lui che esprime intuizioni poetiche e illuminazioni spirituali, ma è lui insieme ad altri poeti e al altri uomini e donne di vita spirituale che compomgono questa armonia di pensieri. E di armonia si tratta, non soltanto di melodia. È come un canto polifonico. Viene da pensare al grande teologo Hans Urs Von Balthasar, il quale diceva: “La verità è sinfonica”. E noi constatiamo che la verità più alta è la poesia, la poesia è “veritatis splendor”, splendore della verità. La poesia corale acquista una maggiore forza di penetrazione nel cuore di chi ascolta“.

Il volume di poesie di don Raffaele Aprile

Quel miqweh a San Filippo apostolo da scoprire

“L’iscrizione ebraica ritrovata e il tipo di struttura ci portano alla conclusione che il luogo che si trova sotto la chiesa di San Filippo apostolo è un miqweh”. Il prof. Yonatan Adler, docente di archeologia della Ariel University di Gerusalemme insieme alla dottoressa Nadia Zeldes della Ben Gurion university del Negev hanno effettuato studi scientifici sui miqwot ed in particolare su quelli di Siracusa. La conclusione alla quale sono giunti è che il luogo che si trova sotto la chiesa di San Filippo Apostolo, nel rione della Giudecca, il quartiere ebraico del centro storico di Ortigia è un miqweh. 

“L’ipotesi scientifica è stata presentata nel corso di una conferenza promossa dall’Istituto superiore di Scienze Religiose San Metodio e patrocinata dal Comune di Siracusa” ha spiegato don Salvatore Spataro, direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose San Metodio. “Come Istituto facciamo cultura ed oggi avremo una riflessione su una probabile presenza di un nucleo credenti di origine ebraica nella nostra città”. Secondo il prof. Salvatore Sparatore, docente di Storia della Chiesa, moderatore dell’incontro, si tratta di “un contributo culturale fondamentale per la nostra città. Adler è un archeologo che ha dedicato gran parte dei suoi studi ai miqweh che insistono in varie nazioni europee e ci consegna un’ipotesi storico archeologica”.

La dottoressa Nadia Zeldes ha studiato il contesto storico e le fonti che esistono ed è possibile “spiegare l’esistenza di un nucleo di ebrei a Siracusa: poteva essere una struttura ebraica e la chiesa è stata costruita successivamente dopo l’espulsione degli ebrei. Alcuni si domandano perché c’è bisogno di un altro miqweh: io ritengo non funzionassero insieme ma in periodi diversi. Secondo l’analisi questo miqweh non è realmente finito, non è completa la struttura. Per qualche ragione si sono fermati ed una delle spiegazioni può essere l’espulsione degli ebrei: furono cacciati dalla Spagna nel 1391 e buona parte di essi emigrarono in Sicilia e tra le città dove vi fu una colonia c’era certamente Siracusa. Nel 1492 gli ebrei furono costretti a lasciare l’isola, per cui è presumibilmente che in questo arco temporale possa essere stato edificato il miqweh che però forse non fu portato a termine”.

Il prof. Adler ha ricordato i suoi studi, anche quelli rabbini, e quelli relativi ai miqweh: “In Israele ne conosciamo circa mille e alcuni risalgono al medioevo. La struttura che si trova sotto la chiesa di san Filippo apostolo sembra un miqweh medievale: la recente scoperta di una iscrizione in lingua ebraica è una prova importante nella ricostruzione della storia del miqweh”. Adler è arrivato la prima volta a Siracusa nel febbraio 2018: “Volevo vedere tutte le strutture considerate miqweh da parte di altri. Lo studioso del XVIII sec, Giuseppe Capodieci, identifica tre miqweh a Siracusa: quelli di Casa bianca sono stati identificati recentemente, quelli di san Filippo hanno una ubicazione certa. Sul terzo ci sono dubbi. Sono venuto a Siracusa per studiare queste strutture e capire quali siano bagni ebraici. Mi ha molto colpito questa iscrizione in ebraico che si trova sulla parete vicino alla scala e mi ha colpito che questa struttura somiglia a quelle che abbiamo in tutta Europa. Prima non avevano prove che potessero suffragare le teorie del Capodieci. Adesso abbiamo una prova archeologica chiara e in sito che fa un collegamento fra la struttura e la comunità ebraica”.