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Esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia

Domenica 13 settembre, esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia nella chiesa Cattedrale di Siracusa. Si tratta dell’ultima esposizione decisa dalla Deputazione della Cappella di Santa Lucia dopo la seconda domenica dei mesi di luglio e agosto. Il simulacro di Santa Lucia viene esposto per consentire ai fedeli di rivolgere un saluto ed una preghiera alla patrona.

La Deputazione, guidata dal presidente Pucci Piccione, ha disposto una serie di linee guida ed un piano di evacuazione nel rispetto delle normative covid 19. L’apertura della nicchia che custodisce il Simulacro avverrà a porte chiuse. I cancelli della Cattedrale saranno aperti alle ore 7,45. Sono previste tre messe: alle ore 8.00, alle ore 11.30 e alle ore 19.00.

Durante lo svolgimento delle funzioni religiose non sarà consentita la visita al Simulacro. Nel rispetto delle normative covid19 la capienza della Chiesa Cattedrale è di 100 persone.

I fedeli saranno in fila, distanziati, attraverso un percorso delimitato, e potranno stazionare in piedi al massimo due persone all’interno della Cappella il tempo necessario per una preghiera. Verranno utilizzate per l’ingresso e per l’uscita le attuali vie per la visita dei turisti. All’ingresso ed all’uscita ci sarà materiale igienizzante e i fedeli dovranno indossare la mascherina all’interno della Cattedrale. Saranno presenti i volontari per verificare l’osservanza delle disposizioni.

La chiusura della nicchia avverrà dopo la S. Messa delle ore 19.00 a porte chiuse e senza la presenza di fedeli. Quindi le visite al Simulacro termineranno inderogabilmente alle ore 18,45. L’apertura e la chiusura della nicchia saranno visibili in streaming sulla pagina Facebook della Deputazione.

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Francesco: i giovani hanno diritto all’istruzione nonostante le guerre

Giornata internazionale della tutela dell’educazione dagli attacchi

Papa Francesco ha ricordato che oggi si celebra la prima Giornata internazionale della tutela dell’educazione dagli attacchi, nell’ambito dei conflitti armati, e ha rivolto un appello affinchè sia garantita ai bambini e ai giovani l’educazione e l’istruzione cui hanno diritto e bisogno per crescere.

Invito a pregare per gli studenti che vengono privati così gravemente del diritto all’educazione, a causa di guerre e terrorismo. Esorto la Comunità internazionale ad adoperarsi affinché vengano rispettati gli edifici che dovrebbero proteggere i giovani studenti. Non venga meno lo sforzo per garantire ad essi ambienti sicuri per la formazione, soprattutto in situazioni di emergenza umanitaria. 

La Giornata è un’iniziativa dell’Onu che oggi la celebrerà con una condanna da parte dell’Assemblea generale agli attacchi all’istruzione e all’uso militare delle scuole in violazione del diritto internazionale.

Secondo l’Unicef, tra aprile 2017 e dicembre 2019, il numero delle scuole chiuse a causa delle violenze in Burkina Faso, Mali e Niger è aumentato di sei volte.  Nel solo Burkina Faso, 2.500 scuole hanno chiuso a causa delle violenze, privando 350 mila bambini dell’accesso all’istruzione.

Il diritto internazionale offre oggi un’ampia tutela giuridica ai diritti dei bambini coinvolti nei conflitti armati grazie agli strumenti “storici”del diritto umanitario e alle più dettagliate e recenti disposizioni come le quattro Convenzioni di Ginevra. Tuttavia, nella realtà, i bambini rimangono le prime vittime delle violenze e delle guerre che ancora oggi sconvolgono molti Paesi del mondo.

Adriana Masotti – Città del Vaticano
(Da VaticanNews)

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Parolin: la religiosità popolare va purificata dalla malavita

Basta sfruttamento dell’immagine e del culto della Vergine da parte della criminalità. Il Papa lo aveva detto con chiarezza una ventina di giorni fa, scrivendo alla Pontificia Accademia Mariana internazionale per congratularsi riguardo la creazione di un Dipartimento di analisi e di studio dei fenomeni criminali e mafiosi.

Il cardinale Pietro Parolin in Calabria, al Santuario di Torre Ruggiero, in provincia di Catanzaro, ha celebrato Messa per la festa della Madonna delle Grazie. Una “piccola Lorudes”, aveva definito il luogo, incastonato in una terra chiamata – aveva soggiunto – a fare riferimento alle sue “risorse di fede, di cultura, di tradizione, di lavoro” e a non dimenticare la “speranza”. E “parlando del grandissimo tesoro” della religiosità popolare, il segretario di Stato ha ribadito con i giornalisti che lo sollecitavano sul punto la necessità di “purificare la religiosità popolare dagli elementi che non sono propri, tanto più se sono elementi malavitosi o elementi criminali”.

E tuttavia non sono solo gli “inchini” delle statue della Madonna davanti alle case dei boss o altre forme di abuso a dover essere estirpate dalla pietà popolare. Ci sono, ha rilevato il cardinale Parolin, “anche di tante forme di superstizione” e dunque “tutto un lavoro da fare a cui i pastori si dedicano con grande attenzione” per preservare il “valore” di queste forme di devozione popolare, “di cui – ha concluso – la Chiesa non può fare a meno proprio perché in tutte le situazioni sostiene la fede”.

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
(Da VaticanNews)

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Festa della Madonna delle Grazie a Buccheri

Prende il via ufficialmente domani, domenica 6 settembre, la festa della Madonna delle Grazie a Buccheri. I festeggiamenti sono iniziati martedì 25 agosto con la giornata dedicata al sacramento della confessione; poi la novena e domani i 21 colpi di cannone apriranno la festa. Alle 19 solenne celebrazione eucaristica presieduta da don Daniele Lipari e atto di affidamento alla Madonna dei bambini nati nell’anno. Da mercoledì 9 accoglienza del reliquiario della Madonna delle Lacrime e giovedì la celebrazione presieduta dal rettore della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, don Aurelio Russo.

Sabato 12 la giornata dedicata agli ammalati e ai disabili e domenica 13 alle ore 19.00 la solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvatore Pappalardo, amministratore apostolico della Diocesi. Si concluderà con l’atto di affidamento della comunità di Buccheri alla Vergine Maria.

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Festa alla parrocchia Maria Santissima del Carmelo

Festa della Madonna delle Grazie nella parrocchia Maria Santissima del Carmelo a Floridia. “Ricorre quest’anno il 300esimo anniversario di edificazione della chiesetta del Giardinello e del ritrovamento dell’antica immagine della Madonna delle Grazie, trafugata nel 1969 – ha scritto il parroco don Salvatore Savaglia -. In questa particolare ricorrenza verrà ornata con corone argentee la nuova immagine benedetta dal santo padre Francesco in piazza San Pietro il 2 maggio 2018. Quest’anno, insieme a don Andrea Zappulla avrò la gioia di compiere i dieci anni di ordinazione presbiterale, motivo che ci porta a fare festa per il dono del sacerdozio e ci impegna a pregare per le vocazioni al ministero ordinato”.
Martedì 8 avrà luogo alle ore 19.00 la solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvatore Pappalardo, amministratore apostolico della Diocesi, con il rito dell’incoronazione dell’immagine della Beata Vergine Maria.

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Il cardinale Montenegro: “Viviamo come se Dio non esistesse”

Oggi preferiamo l’anonimato. Ciò che conta è goditi tutto e subito perché “quello che si lascia è perduto”. La politica delude e la disoccupazione avanza. Anche nelle comunità ecclesiali i rapporti sono spesso d’occasione e falsati: la pietà e la spiritualità sono deboli e interessate. In tempi di pandemia abbiamo pregato di più ma per paura. Ci definiamo cristiani, ma viviamo come se Dio non esistesse. Nel nostro vocabolario sono scritte sempre più in piccolo le parole come provvidenza, pazienza, attesa, speranza”. Il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, presiede la celebrazione sul sagrato della cripta della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Le misure anticovid 19 hanno condizionato il 67esimo anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa e il rettore Aurelio Russo ha scelto il sagrato per tutte le celebrazioni eucaristiche. Concelebra l’amministratore apostolico della Diocesi di Siracusa, l’arcivescovo Salvatore Pappalardo, che al termine della messa ha affidato l’Arcidiocesi al Cuore immacolato e addolorato di Maria.
Ieri è stato il quarto ed ultimo giorno dei festeggiamenti: dal 29 agosto al 1 settembre del 1953 un quadretto in gesso del Cuore immacolato e addolorato di Maria posto come capezzale nella camera di letto di una giovane coppia pianse lacrime umane. Una commissione medica, in via degli Orti, in casa Iannuso, prelevò il liquido che sgorgava dagli occhi, classificandolo come “lacrime umane”. Il fenomeno fu dichiarato non spiegabile scientificamente. I vescovi di Sicilia conclusero che non si può mettere in dubbio la realtà della lacrimazione.
Le lacrime di una mamma hanno una potenza unica: manifestano senz’altro sofferenza e dolore ma anche infiammano il cuore, chiedono giustizia, perdono, provocano anche sorrisi, preparano rivoluzioni (penso alle mamme dei desaparecidos argentini) – ha continuato il cardinale Montenegro -. Le lacrime di Maria bagnano, provocano e caricano di responsabilità”.


L’arcivescovo di Agrigento ha guardato alla realtà di oggi: “La visione disumanizzante della vita, oltre che andare crescendo, modella comportamenti, stili e scelte di vita. Aumentano i disvalori dell’egoismo («prima io e poi agli altri»), dell’arroganza e della violenza: per avere rispetto dagli altri devo dimostrarmi cattivo e forte, ciò succede nelle relazioni familiari e amicali e nello sport”.
Le lacrime di Maria diventano “denuncia dei tanti scricchiolii che allarmano, ma sono semi di speranza su un terreno arido. Le lacrime sono un grido. Le lacrime sono il sussurro di Maria, che ci avvisa che senza speranza ci si viene a trovare nella stessa situazione di quando manca l’ossigeno per vivere. Maria piange a causa della nostra indifferenza. Maria piange d’amore anche perché sa che il cuore del Figlio è così grande da diventare perdono, carezza, fiducia”.
Montenegro invita alla conversione del cuore: “Lasciamoci bagnare dalle lacrime di Maria e assicuriamoLa che non vogliamo vivere di fatalismo e che capiamo che la fede non è quietismo, perchè non c’è fede senza rischio, senza lacrime, senza creatività. Papa Bergoglio dice: “Per parlare di speranza a chi è disperato, bisogna condividere la sua disperazione; per asciugare una lacrima dal volto di chi soffre, bisogna unire al suo il nostro pianto”.

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L'invito dell'arcivescovo di Palermo all'annivesario per la lacrimazione di Maria

Mons. Lorefice: “Guai se restassimo inermi”

Da questo Santuario che custodisce per il mondo intero il Reliquiario delle Lacrime di Maria, mi rivolgo stasera a tutti i governanti: Non fate piangere Maria! Fate entrare le sue lacrime, le lacrime delle madri in ogni assise politica, in ogni parlamento, in ogni consiglio dei ministri, in ogni consiglio regionale, provinciale e comunale! Raccogliete e ascoltate le lacrime di Maria! Sono le lacrime delle madri di tutti i poveri del mondo“. Sono le parole usate dall’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice. Da Siracusa, città bagnata dalle Lacrime della Madonna, l’Arcivescovo di Palermo si è rivolto ai Governanti.
Il dolore che siamo chiamati a condividere, attraverso quelle lacrime, grazie alla partecipazione a quelle lacrime, è il dolore del mondo. Tu, Maria, esperta nello stare accanto a chi soffre e a chi muore, tu esperta nel consolare, tu che sei stata donata a Giovanni e con lui a tutti noi… Noi stasera ti chiediamo: “accanto a quale figlio che muore tu ora stai piangendo”?

Maria piange sui suoi figli. Piange su quanti sono morti in questi mesi, a causa della pandemia, senza una lacrima, senza una parola di consolazione e di speranza. Piange su quanti hanno visto la loro vita devastata dal Covid, perché hanno perso il lavoro, perché hanno chiuso la loro attività, perché hanno smarrito la serenità economica e vivono gettati nell’incertezza e nella precarietà.

E davanti a Maria piangente, non posso distrarre i miei occhi da quel Calvario, simbolo di ogni Calvario, che oggi si chiama Mare Mediterraneo. Non possiamo tacere mentre il demone del razzismo, dell’esclusione dell’altro, della politica intesa come arte della divisione e della separazione sembra prendere il sopravvento, mentre sentiamo forte il rischio che la pandemia non ci abbia insegnato nulla e che torniamo a pensare ad un mondo fratturato, tagliato in due.

È su questa miopia, su questo progetto di distruzione dell’uomo che Maria piange oggi, che versa le sue lacrime di dolore: per tutti i corpi martoriati, per tutti i corpi respinti, per tutti i corpi violentati, torturati e uccisi nei campi di concentramento libici e in quelli di tutto il mondo, per tutte le vite stroncate dagli affari loschi, dal commercio delle armi, dallo sfruttamento indiscriminato dell’Africa e delle sue risorse, per tutte le leggi e tutti i regolamenti che soffocano l’uomo e tradiscono la nostra Costituzione, ispirata da donne e uomini fedeli al Vangelo. Maria piange come Rachele per tutti i figli annegati e mescola le sue lacrime al quelle del Mediterraneo, impotente e attonito di fronte ad un olocausto epocale, ad un eccidio di massa. È Maria piangente che stasera leva la sua voce e chiede a tutti i responsabili delle nazioni, a tutti i politici dell’Occidente, di ogni colore politico, di centro, di destra, di sinistra, non importa (a maggior ragione se si professano cristiani! Maria chiede a tutti: “e se queste donne, se questi bambini, se questi uomini annegati fossero tuoi figli, fossero vostri figli? Che cosa fareste? Come reagireste? Io – dice Maria – piango, verso lacrime di immenso dolore di fronte alla morte dei miei figli e alla vostra indifferenza”.

Qualcuno potrebbe dire: “ma allora la Chiesa fa politica?”. Sì, rispondo io. La Chiesa fa politica ma nel senso che la Chiesa è dalla parte della polis, della città che tutti riunisce nel suo abbraccio. E guai a noi se restassimo inerti e ignavi dinanzi al dolore e all’ingiustizia.

l dolore che siamo chiamati a condividere, attraverso quelle lacrime, grazie alla partecipazione a quelle lacrime, è il dolore del mondo. Tu, Maria, esperta nello stare accanto a chi soffre e a chi muore, tu esperta nel consolare, tu che sei stata donata a Giovanni e con lui a tutti noi… Noi stasera ti chiediamo: “accanto a quale figlio che muore tu ora stai piangendo”?

Maria piange sui suoi figli. Piange su quanti sono morti in questi mesi, a causa della pandemia, senza una lacrima, senza una parola di consolazione e di speranza. Piange su quanti hanno visto la loro vita devastata dal Covid, perché hanno perso il lavoro, perché hanno chiuso la loro attività, perché hanno smarrito la serenità economica e vivono gettati nell’incertezza e nella precarietà.

E davanti a Maria piangente, non posso distrarre i miei occhi da quel Calvario, simbolo di ogni Calvario, che oggi si chiama Mare Mediterraneo. Non possiamo tacere mentre il demone del razzismo, dell’esclusione dell’altro, della politica intesa come arte della divisione e della separazione sembra prendere il sopravvento, mentre sentiamo forte il rischio che la pandemia non ci abbia insegnato nulla e che torniamo a pensare ad un mondo fratturato, tagliato in due.

È su questa miopia, su questo progetto di distruzione dell’uomo che Maria piange oggi, che versa le sue lacrime di dolore: per tutti i corpi martoriati, per tutti i corpi respinti, per tutti i corpi violentati, torturati e uccisi nei campi di concentramento libici e in quelli di tutto il mondo, per tutte le vite stroncate dagli affari loschi, dal commercio delle armi, dallo sfruttamento indiscriminato dell’Africa e delle sue risorse, per tutte le leggi e tutti i regolamenti che soffocano l’uomo e tradiscono la nostra Costituzione, ispirata da donne e uomini fedeli al Vangelo. Maria piange come Rachele per tutti i figli annegati e mescola le sue lacrime al quelle del Mediterraneo, impotente e attonito di fronte ad un olocausto epocale, ad un eccidio di massa. È Maria piangente che stasera leva la sua voce e chiede a tutti i responsabili delle nazioni, a tutti i politici dell’Occidente, di ogni colore politico, di centro, di destra, di sinistra, non importa (a maggior ragione se si professano cristiani! Maria chiede a tutti: “e se queste donne, se questi bambini, se questi uomini annegati fossero tuoi figli, fossero vostri figli? Che cosa fareste? Come reagireste? Io – dice Maria – piango, verso lacrime di immenso dolore di fronte alla morte dei miei figli e alla vostra indifferenza”.

Qualcuno potrebbe dire: “ma allora la Chiesa fa politica?”. Sì, rispondo io. La Chiesa fa politica ma nel senso che la Chiesa è dalla parte della polis, della città che tutti riunisce nel suo abbraccio. E guai a noi se restassimo inerti e ignavi dinanzi al dolore e all’ingiustizia“.

Il quarto e ultimo giorno dell’Anniversario della Lacrimazione della Madonna si è aperto con la Santa Messa di via degli Orti, presieduta da don Raffaele Aprile, presbitero del Santuario. Al termine della celebrazione è stato effettuato il volo dei colombi offerto dal “Team Archimede di Siracusa – Federazione Colombofila Italiana”.

 

1 settembre 1953 | quarto giorno della Lacrimazione
“Fu aperto il cassetto, dove il quadro era deposto, coperto da una tovaglietta bianca; ma quanta fu l’emozione nel constatare che gli occhi erano coperti di liquido. L’immagine fu accuratamente asciugata con cotone idrofilo e poggiata sul materasso. Volemmo restare in attesa che il fenomeno si manifestasse dinanzi a noi.Non sto a descrivere i sentimenti di commozione e di timore insieme che invasero il nostro cuore quando, dopo le ore 11, l’immagine cominciò a manifestare gli occhi gonfi di Lacrime come persona presa da forte emozione, e poi vedemmo scendere giù delle Lacrime che, rigando il volto delicato, andavano a raccogliersi nel cavo della mano. Purtroppo alcuni presenti riuscirono ad assorbire qualche Lacrima con del cotone, ma i chimici con la loro pipetta poterono assicurarsi una parte del liquido.Da quel momento in cui i chimici poterono raccogliere almeno una parte delle Lacrime sgorgate in loro presenza la Madonna non ha pianto più.
Segno… che lascia pensare”.
(Testimonianza di Mons. Giuseppe Bruno)
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Intervento di Giuseppe Marciante, vescovo delegato della CESI per la salvaguardia del Creato

“Ascoltare il grido di sofferenza della terra di Sicilia”

Con animo grato al Signore ci apprestiamo a vivere la XV Giornata Nazionale per la Custodia del Creato che quest’anno assume un tono particolare per la felice coincidenza del V anniversario dalla promulgazione dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco.

Mentre, ancora una volta, contemplando la creazione, attraverso la sua bellezza, siamo chiamati a cercare ed incontrare Dio, non possiamo non ascoltare il grido di sofferenza che in questi giorni giunge da più parti nella nostra terra di Sicilia che è tornata a bruciare, da San Vito lo Capo a Messina, colpite ancora una volta le Madonie, un territorio devastato dalle fiamme alimentate dal vento di scirocco e dalle alte temperature.

Spettatori, inermi, abbiamo assistito alla mano criminale dell’uomo che si alza per deturpare e distruggere un immenso patrimonio di fauna e di flora, mettendo a repentaglio, perfino la vita e la pacifica convivenza umana dei centri abitati.

GIORNATA DEL CREATO: Solo nella giornata di domenica 30 agosto erano attivi 44 fronti di incendi, ciò ha comportato un massiccio dispiegamento di forze e di uomini per non contare le risorse economiche impiegate per fronteggiare tale emergenza.

Come ad Altofonte e nella Riserva dello Zingaro, ancora una volta la mano colpevole dell’uomo pesa gravemente sulle sorti della creazione distruggendo ettari di bosco, di macchia mediterranea e di fauna, inoltre, le fiamme hanno sfiorato i centri abitati, e luoghi pericolosi dai quali si sarebbero potute generare   tragedie.

Tante domande aspettano ancora una risposta: Chi sono gli autori? Quali interessi si celano dietro ogni incendio doloso? Chi sono i mandanti?

Appiccare un incendio è un delitto che equivale a ferire la propria madre, quella che San Francesco nel Cantico delle creature loda come: «Sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».

La madre terra che provvede al nutrimento di tutte le creature.

Appiccare un incendio è tradire il fuoco che non è stato chiamato a distruggere, ma: «per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte».

Condanniamo con forza ogni azione che mette in pericolo l’enorme patrimonio di biodiversità della nostra terra, nella speranza che i colpevoli vengano assicurati alla giustizia e ricordiamo con le parole di Papa Francesco:

Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile
e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei.
Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla.
La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia
che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi.
Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra,
che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22).

 

Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora” (LS, 2).

Esprimiamo altresì la nostra vicinanza a tutti gli Amministratori regionali e locali, alle Forze dell’Ordine, ai Vigili del Fuoco, agli uomini della Protezione Civile, ai volontari e a quanti sono impegnati in prima linea per la salvaguardia, la custodia e la prevenzione di ulteriori focolai che potrebbero tenere ulteriormente in ginocchio i nostri territori.

Serve una presa di coscienza delle responsabilità personali sul “destino” della nostra casa comune partendo dalla pulizia dei terreni privati, dalle opere di messa in sicurezza delle aree demaniali.

Auspichiamo che il lavoro di prevenzione possa essere esteso durante tutto l’anno con l’impiego a tempo pieno di quelle risorse umane rappresentate dai lavoratori forestali e che il mantenimento di tale bellezza possa essere, non solo fonte di attrazione per i turisti in diversi periodi dell’anno, ma anche risorsa per il sostentamento dei nostri giovani spesso costretti ad emigrare per la mancanza di occupazione.

Ma si può fare ancora di più per rimarginare le ferite inferte ad ogni rogo: il ripristino dei boschi e delle aree danneggiate, la piantumazione e la semina per riattivare gli ecosistemi danneggiati.

 

✠ Giuseppe Marciante
Vescovo delegato della CESI
per i Problemi sociali, il Lavoro,
la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato

 

GIORNATA DEL CREATO: “ASCOLTARE IL GRIDO DI SOFFERENZA DELLA NOSTRA TERRA DI SICILIA”

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Traslazione delle reliquie dei martiri Alfio, Filadelfo e Cirino

Mercoledì 2 settembre, alle ore 7.00, suono delle campane a festa e apertura della chiesa Madre ex Cattedrale dove le reliquie dei santi martiri ed il simulacro di Sant’Alfio resteranno esposti alla venerazione dei fedeli fino alla chiusura della chiesa alle ore 24.00. Si celebra così la traslazione delle reliquie dei santi martiri Alfio, Filadelfo e Cirino a Lentini.

Martedì 1 settembre, alle ore 6.00 nella chiesa Madre ex cattedrale la messa sarà presieduta dall’arcidiacono parroco don Maurizio Pizzo. A seguire le reliquie dei santi martiri ed il simulacro di Sant’Alfio resteranno esposti alla venerazione dei fedeli. Mercoledì 2 esposizione al mattino e alle ore 20.00, solenne celebrazione presieduta da mons. Salvatore Pappalardo, amministratore apostolico dell’Arcidiocesi.

Nell’ambito del programma, che vedrà celebrazioni anche al Santuario diocesano dei Santi Martiri, è previsto anche un incontro, martedì 1 settembre, alle ore 17.30 nella chiesa di San Giuseppe con lo storico Marco Leonzio su “Le chiese dei martiri nelle carte della storia”.

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Al via il 67esimo anniversario della Lacrimazione a Siracusa

Mons. Pappalardo: “Riscopriamo la maternità di Maria”

La Messa presieduta da mons. Salvatore Pappalardo, amministratore apostolico della Diocesi, in via degli Orti ha aperto il primo giorno della Lacrimazione che quest’anno, come nel 1953, cade di sabato. Mons. Pappalardo, facendo memoria dell’evento del Pianto della Madonna, ha ringraziato per gli anni che il Signore gli ha dato di vivere a servizio della Chiesa Siracusa. Ha detto che così come ha affidato si è affidato alla Madonna delle Lacrime, continuerà a farlo ancora.
I pellegrini saranno accolti nella Casa del Pianto durante i giorni dell’anniversario dopo la messa delle ore 8.00 e fino alle ore 12.00.
Stasera alle ore 19.00 sul sagrato della Cripta la prima celebrazione solenne presieduta da S.E. Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina che pregherà in particolare per gli ammalati, i familiari e i volontari presenti alla Santa Messa.
Ieri è stata celebrata la messa per il mondo della Sanità. Alla presenza di padre Gabriele, cappellano dell’Ospedale di Siracusa, dei Cavalieri del Santo Sepolcro, dei rappresentanti dell’Ordine dei Medici, dell’Ordine dei Farmacisti, di medici di volontari dell’Umberto I di Siracusa, del Cisom e delle Associazioni Nazionale della Polizia di Stato e dei Carabinieri, il rettore del Santuario, don Aurelio Russo, ha ricordato che “67 anni fa, proprio pochi giorni prima della Lacrimazione della Madonna un medico di famiglia, il dottor Tullio Manca, visitava la signora Antonina Giusto. Nei giorni della Lacrimazione fu testimone oculare del Pianto della Madonna. Mentre il 1 settembre la commissione scientifica che prelevò le lacrime dagli occhi della Madonna era formata da diversi medici. I medici ci sono sempre e così pure gli infermieri, i farmacisti, gli operatori socio sanitari e i volontari. Ci sono stati, e lo abbiamo visto nei momenti più critici della Pandemia. Se 67 anni fa hanno raccolto le Lacrime della Madonna, ogni giorno asciugano le lacrime dei malati”. Toccante la testimonianza della dottoressa Antonella Franco che ha vissuto in prima linea tra gli ammalati di Covid dell’ospedale di Siracusa.
L’Arcivescovo Pappalardo ha espresso gratitudine e ha invocato la benedizione del Signore per tutti i presenti, sottolineando l’encomiabile servizio svolto da tutte le componenti del sistema sanitario.
Al termine della Santa Messa è stato celebrato un breve momento commemorativo con la partecipazione del Maestro Enzo Tinè, che con la tromba ha eseguito il Silenzio per quanti sono morti durante la pandemia. Significativa la preghiera composta e letta da Giorgia Fontana Del Vecchio “Dio è con noi”, accompagnata dalla musica dell’Ave Maria della Maestra Stefania Cannata.
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