“San Giuseppe vive nel silenzio fiducioso e diventa attuazione pura della volontà di Dio. Quello che Dio compie in lui e attraverso di lui è solo opera divina” . Sono le parole utilizzate da mons. Francesco Lomanto. Per la Festa di San Giuseppe, Patrono dei lavoratori, l’arcivescovo mons. Lomanto, che ha presieduto il solenne pontificale, insieme ai sacerdoti e ai diaconi hanno onorato la figura del Santo presso la Parrocchia di San Giuseppe Operaio di Priolo. La celebrazione dell’Ottava, presieduta dal don Salvatore Nicosia, parroco della Parrocchia di San Giovanni Bosco a Floridia, e animata dalla Corale di San Giuseppe Operaio, ha chiuso i festeggiamenti. Si ringraziano il sindaco, l’amministrazione comunale e le autorità civili e militari che hanno permesso lo svolgimento della Festa nel rispetto delle norme anti-covid.
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Impariamo da San Giuseppe la fede, l’obbedienza e la santità
“La vita dei Santi — scrive il Papa — è «una prova concreta che è possibile vivere il Vangelo» e «perseguire la santità e la perfezione del proprio stato» (PC 7). L’esempio di San Giuseppe orienta la nostra vita nella fede, nell’obbedienza e nella santità che ci apre al dono di Dio e ci fa vivere in dipendenza di Lui e davanti a Lui“. L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto si rivolge ai presbiteri, ai religiosi e alle religiose, e alla comunità diocesana nella sua lettera in occasione della festa di San Giuseppe.
“Sento il bisogno – scrive l’arcivescovo – di scrivervi rifacendomi ad alcuni insegnamenti di Papa Francesco nella Lettera Apostolica Patris corde, per «accrescere l’amore» verso San Giuseppe e «per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio» (PC 7)”.
Mons. Lomanto mette in evidenza tre punti: la fede, l’obbedienza, la santità, proprio per imparare da San Giuseppe il dono della fede, dell’adesione alla volontà di Dio, della santità, della fraternità e della pace.
“San Giuseppe ci insegna che l’iniziativa della vita spirituale è sempre di Dio. 11 Signore interviene, ma esige la fede dell’uomo, al quale chiede l’umile abbandono a Lui. Solo così Dio può operare, perché la fede lascia spazio all’azione divina. La fede, infatti, richiede l’abbandono umile e totale che comporta l’affidarsi unicamente alla Parola di Dio. Nella fede, da una parte, permettiamo a Dio di essere Dio e, dall’altra parte, lasciamo a Lui di operare in noi. La fede ci fa entrare nel mistero di Dio e di vivere in piena comunione con Lui. La fede è, infatti, rapporto personale che ci fa conoscere Dio, ci proporziona a Dio e ci fa vivere alla Presenza di Dio. Proprio per la fede, scrive San Paolo, siamo trasferiti nel Regno del suo Figlio diletto (Coi 1,13), siamo concittadini dei santi e familiari di Dio (Ef2,19). Come San Giuseppe, custodiamo gelosamente e con fierezza il dono della fede, vascello che ci conduce, mistero che ci trasporta“.
Poi l ‘obbedienza come pura trasparenza di Dio
“San Giuseppe si affida a Dio e non teme. Si rimette totalmente a Dio, pur non sapendo dove lo voglia condurre. Gli basta sapere che è Dio a guidarlo. San Giuseppe, nella piena obbedienza, ha collaborato prontamente e attivamente al progetto di Dio: «Fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore» (Mt 1,24). Ecco un esempio di pura obbedienza! Ecco una fede perfetta! Il Signore, dopo aver chiesto alla Vergine Maria di fidarsi, anche a Giuseppe ha chiesto più fede. Giuseppe, figlio di Davide, conosce le Scritture e sa che i disegni di Dio si realizzano nell’obbedienza. Pertanto accetta di camminare nell’oscurità e di corrispondere a Dio senza veder nulla. Nella pura trasparenza della sua obbedienza, egli vive in dipendenza assoluta da Dio, il quale gli manifesta giorno dopo giorno la sua volontà. Giuseppe, vive nel silenzio fiducioso e diventa attuazione pura della volontà di Dio. Quello che Dio compie in lui e attraverso di lui è solo opera divina“.
Infine la santità come puro ordinarsi a Dio
“San Giuseppe insegna che la santità è vivere in totale dipendenza da Dio, è seguire Dio attraverso un puro rapporto di servizio e di amore. Sotto questo punto di vista, San Giuseppe è l’esempio più perfetto della santità cristiana, perché è pura sottomissione alla volontà di Dio, che egli vive nella dedizione alla Vergine Maria e al Figlio di Dio. La vita di Giuseppe è il suo Figlio e la sua sposa: non c’è altro! La vita cristiana, sull’esempio di San Giuseppe, implica il nostro dipendere totale da Dio e il nostro servizio agli altri. San Giuseppe ci insegna che, per aderire pienamente al progetto salvifico di Dio, occorre spogliarsi di se stessi, del proprio egoismo, dei propri interessi, per lasciarsi ricolmare dall’amore di Dio che diventa carità nel servizio ai fratelli“.
O Beato Giuseppe,
sposo della Vergine Maria
e custode del divin Figlio Gesù,
tu che, obbedendo alla Parola di Dio,
sei diventato fedele servitore
dell’opera di salvezza,
ravviva la fede, la santità di vita
e il generoso impegno nella carità.
Proteggi la Chiesa,
la nostra Diocesi di Siracusa
e il mondo intero,
ottienici la grazia
di essere costruttori del Regno di Dio,
di superare le sfide
e le difficoltà del nostro tempo,
e di generare gesti di fraternità e di pace.
Custodisci le nostre famiglie,
dona unità, concordia e amore,
ricolmale di bene nei desideri,
nelle aspirazioni e nelle speranze.
Dona a tutti la dignità del lavoro,
per provvedere a un degno sostentamento,
per prestare servizio al prossimo
e partecipare all’opera creatrice di Dio.
Indulgenza plenaria nell’anno di San Giuseppe al Santuario
La Basilica Santuario Madonna delle Lacrime, in comunione con il Papa che ha indetto un Anno Speciale, proporrà momenti di preghiera e di riflessione per ottenere i benefici dell’Anno Giubilare di San Giuseppe. Per questo speciale giubileo, la Penitenzieria Apostolica ha concesso un ampio ventaglio di opportunità che permette a tutti di conseguire l’Indulgenza Plenaria applicabile per i vivi e per i defunti, nell’arco dell’Anno di San Giuseppe.
In particolare, nel Santuario Madonna delle Lacrime, tutti i mercoledì, tutti i giorni 19 e 29 di ogni mese (28 per il mese di febbraio) del 2021, il 1 maggio del 2021, al termine delle Sante Messe del sabato sera e della domenica del 2021, seguirà la recita delle Litanie e della preghiera a San Giuseppe.
Particolare rilievo sarò dato ai giorni 19 di ogni mese, alla novena e alla festa del 19 marzo 2021, con la meditazione del “Padre Nostro”, delle invocazioni delle Litanie e delle virtù di San Giuseppe.
Ogni primo sabato e prima domenica del mese, la raccolta dei viveri per le famiglie bisognose sarà offerta in onore del Patriarca Giuseppe, Santo della Provvidenza. Ciò permetterà, secondo le indicazioni della Penitenzieria Apostolica, di ottenere l’indulgenza Plenaria, riservata anche per chi adempie le opere di misericordia corporale.
In tal modo, chiunque avrà aiutato concretamente i poveri e attuato le solite condizioni (confessione, santa Comunione, recita del Credo e preghiera per il Papa) potrà accedere ai benefici dell’Indulgenza Plenaria in tutti i giorni di questo Speciale Anno di San Giuseppe.
Anche le famiglie – recitando il Santo Rosario nelle proprie abitazioni, invocando San Giuseppe con la recita delle litanie a lui dedicate e la preghiera di Papa Leone XIII, così da far diventare le proprie case cenacoli di preghiera – potranno alle solite condizione ottenere l’Indulgenza Plenaria.
Nei giorni 9 e 10 gennaio 2021 in Santuario sarà distribuito un vademecum contenente le preghiere e le indicazioni guida per questo Speciale Anno dedicato a San Giuseppe.
In allegato il vademecum