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Il solenne Pontificale è stato presieduto da mons. Luigi Renna

Santa Lucia ha scelto di stare dalla parte di Cristo pietra scartata

Scartiamo pietre quando tolleriamo che ci siano concorsi truccati, cordate che perpetuano il malaffare, quando compriamo droga o la vendiamo. Scartiamo pietre quando nella vita ecclesiale le mamme e i papa educano i figli alle feste ma non a celebrare la festa il giorno del Signore e quando riducono i sacramenti a consumo. Santa Lucia ha scelto di stare dalla parte di Cristo pietra scartata”.  Lo ha detto mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, che ha presieduto il Pontificale in occasione della festa del patrocinio di Santa Lucia. Davanti ad una Cattedrale gremita di fedeli. La messa è stata concelebrata dall’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto.

Oggi spesso la parola prossimo perde di significato ed acquista il senso solo la parola socio, colui che ha degli interessi comuni. Il fratello è colui che ha una natura comune – ha detto ancora mons. Renna -. Se imparassimo dalla stima reciproca dei santi mai affetti da malattie come il narcisismo e l’egolatria o da virus sociali come la xenofobia o il populismo noi costruiremmo insieme la civiltà della giustizia e dell’amore, non un mondo di blocchi contrapposti. Queste pietre di scarto ci fanno pensare a chi vive oggi questa condizione: le persone escluse quelle che non contano niente, quelle disprezzate. Quante pietre di scarto in una società: quelli che non siedono mai nelle prime file, che oggi adorneranno la loro mensa di poche cose.  Obbedisci alla logica del mondo, del magistrato Pascasio che scartò questa giovane donna mandandola al martirio”.

Presenti il sindaco, il viceprefetto e le autorità civili e militari. “Scartiamo quelle pietre con le quali il Signore vuole costruire il suo regno ogni volta che noi non manifestiamo solidarietà alle persone più povere, a quell’ennesima vittima sul lavoro che ha fatto piangere Siracusa qualche giorno fa. Le persone che lavorano senza sicurezza sono già scartate secondo la logica di Pascasio non di Lucia. Scartiamo pietre se i poveri, i giovani, i migranti sono un esubero della società secondo noi. I cui problemi trovano spazio solo in qualche azione benefica da passerella a Natale o Pasqua ma non nella ferialiltà del nostro impegno. Scartiamo pietre quando alimentiamo le ideologie populiste.
Santa Lucia e i martiri sono stat equestre pietre scartate.  La nostra identità cristiana viene da una pietra scartata. Impariamo a non scartare mai nessuno nella nostra vita. Dio ci aspetta negli scarti da recuperare
“.
Da domani al via l’Ottavario nella chiesa di Santa Lucia alla Badia.

Le porte degli inferi non prevarranno

È online la quarta e penultima puntata del documentario “Il diavolo, il grande sconfitto”. Contiene la testimonianza di una liberazione, presentata nel corso dell’incontro di formazione degli esorcisti (Mascalucia, 1-4 marzo 2023) ai sacerdoti che vi hanno preso parte, ai componenti dell’equipe e ai medici presenti.

Per tutelare la privacy della donna che condivide la sua esperienza dell’azione straordinaria del maligno e del cammino di liberazione che la riguarda, non saranno fatti riferimenti a luoghi o persone direttamente coinvolte nei fatti, non la si vedrà in volto e anche la voce nel video non sarà la sua. Quanto registrato, comunque, corrisponde fedelmente alla testimonianza scritta presentata dalla stessa, anche se nel documentario è in una forma abbreviata.

Il titolo della puntata è “Le porte degli inferi non prevarranno”.

La quinta ed ultima parte del documentario realizzato dall’Ufficio stampa della Conferenza episcopale siciliana in collaborazione con l’Ufficio regionale per la Pastorale esorcistica, sarà pubblicata sabato prossimo. Conterrà una sintesi dei temi delle puntate precedenti: diversi esorcisti delle diocesi siciliane aiuteranno a tracciare i contorni dei principali concetti affrontati. Ad accompagnare la riflessione di ciascuna sezione sarà don Enzo Cuffaro, esorcista dell’arcidiocesi di Agrigento.

 

Festa del Patrocinio di Santa Lucia

Si apre domani, alle 7,30 in Cattedrale con la cerimonia della consegna delle chiavi da parte dei deputati al maestro di Cappella e con l’apertura della nicchia, la festa del Patrocinio di Santa Lucia.
“Si rinnova il ricordo di quando nel 1646 in una situazione drammatica di carestia fu chiesto l’aiuto a Lucia e la patrona ha immediatamente risposto – spiega l’avv. Pucci Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia -. E’ il ricordo di questo legame incredibile tra la martire e la sua città. Il senso è ricordare che quando la città chiede aiuto Lucia risponde sempre. E poi accoglieremo l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, a sancire quel legame tra Siracusa e Catania nel nome di Lucia e di Agata. Potremo ammirare la mostra sul carro trionfale e poi ci saranno gli incontri con i bambini ed il raduno bandistico per le vie di Ortigia fino a piazza Duomo. Nella chiesa di Santa Lucia alla Badia avremo la presenza del reliquiario della Madonna delle Lacrime: Maria e Lucia due donne che parlano con gli occhi, è il tema della festa. Ed una sera parleremo con la mamma del beato Carlo Acutis, perchè la santità non ha età”.
Domani alle 10,00 all’Urban Center spettacolo di marionette “C’era una volta e ancora c’è” – La storia e la festa di Santa Lucia, in collaborazione con Inda e Kairós. E alle 11,00 al Parlatoio delle Monache nella chiesa Santa Lucia alla Badia inaugurazione della mostra “Il carro trionfale di Santa Lucia. Verso la ricostruzione” in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università di Catania, il Parco Culturale Ecclesiale “Terre dell’Invisibile” e Kairós. “Il carro è stato disegnato dal sacerdote Giuseppe Cassone – ha spiegato la professoressa Lucia Trigilia – per le feste di maggio. Ne abbiamo traccia fino al 1897 anno in cui scompare. Un’architettura tra i 15 e 20 metri che attraversava la città nei luoghi simbolo del martirio legati al culto di Santa Lucia. Da un lato in processione il simulacro e dall’altro il carro trionfale”.
Alle ore 12,00 traslazione del Simulacro di Santa Lucia dalla Cappella all’altare maggiore. Domani sera alle ore 19,00 celebrazione eucaristica presieduta da mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa.
Domenica alle ore 10,00 solenne concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania. La liturgia eucaristica sarà animata dalla Schola Cantorum del Santuario Madonna delle Lacrime diretta dal maestro Gaetano Raddino, all’organo il maestro Giulio Mirto. Alle ore 12,00 processione in piazza Duomo delle reliquie e del simulacro verso la chiesa di Santa Lucia alla Badia. Il tradizionale lancio delle colombe verrà effettuato con i colombi viaggiatori della Società Colombofila Siracusana “Dionisio”. Alle ore 20,00 in piazza Duomo VI Raduno Bandistico Santa Lucia con la partecipazione del Corpo Musicale Città di Siracusa diretto dal maestro Michele Pupillo, del Complesso Bandistico Akray – Città di Palazzolo diretto dal maestro Marco Garro, della Associazione Musicale “Vincenzo Bellini – Corpo Bandistico Citta di Pozzallo” diretta dal maestro Leandro Sortino.
“Abbiamo scelto di guardare a due donne: la nostra martire Lucia e la Madonna delle lacrime nel 70esimo anniversario della Lacrimazione. Un’occasione per noi perchè riflettendo possiamo vivere il legame col Signore e prendere coscienza che con il nostro impegno quotidiano qualcosa potrà cambiare” ha concluso mons. Salvatore Marino.

Il Pontificale di domenica e l’uscita del simulacro sarà trasmesso in diretta sul canale You tube dell’Arcidiocesi di Siracusa e sulle pagine facebook della Deputazione e dell’Arcidiocesi di Siracusa.

Nel nome di Gesù

Nuova puntata del documentario “Il diavolo, il grande sconfitto – Il Rito degli esorcismi e la preghiera della Chiesa, la fede e le testimonianze”, realizzato dall’Ufficio stampa della Conferenza episcopale siciliana con l’Ufficio regionale CESi per la Pastorale esorcistica. Questo terzo approfondimento sui cinque previsti ha per titolo “Nel nome di Gesù“: fra Tonino Bono, esorcista dell’Arcidiocesi di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela, spiega il Rito degli esorcismi che la Chiesa adopera contro il potere del diavolo.

La quarta e penultima puntata sarà online sabato prossimo: proporrà una testimonianza di una donna liberata, durante un esorcismo, per l’intervento della Beata Vergine Maria.

 

Vivi il Vangelo: in tutto ciò che fai devi assomigliare a Gesù

“Vivi il Vangelo. In tutta la tua vita, in tutto ciò che sei o fai, devi assomigliare a Gesù, per essere un suo vero discepolo. In te deve vivere il Cristo, gli uomini debbono vederlo e riconoscerlo in te. Alimenta il senso vivo di ecclesialità, rivolgendo il tuo servizio in primo luogo a Dio, e, in nome di Dio, ai fratelli; vivendo i vincoli di obbedienza e di comunione nella Chiesa; contribuendo a creare e a rinsaldare relazioni di fraternità, di amore e di autentico servizio. Privilegia la tua testimonianza di carità per «offrire al mondo di oggi un cammino di civiltà e di progresso fondato sulla giustizia e sulla verità del Vangelo», per portare a tutti la prossimità di Dio senza importi, servendo con umiltà e letizia”. Sono le parole che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha rivolto a Gabriele Conti nel giorno dell’ordinazione diaconale al Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa.

Le vittime dell’azione straordinaria del demonio: i più poveri tra i poveri

“I più poveri tra i poveri ” è il titolo della seconda puntata del documentario “Il diavolo, il grande sconfitto – Il Rito degli esorcismi e la preghiera della Chiesa, la fede e le testimonianze” realizzato dall’Ufficio stampa della Conferenza episcopale siciliana con l’Ufficio regionale CESi per la Pastorale esorcistica. Fra Benigno Palilla, direttore dell’Ufficio e formatore degli esorcisti di Sicilia, guida la riflessione sulle vittime dell’azione straordinaria del maligno: indica le “porte” attraverso le quali il maligno può insinuarsi nella vita degli uomini  e delle donne di questo nostro tempo e spiegherà la responsabilità dei fedeli e della Chiesa tutta nei confronti di queste persone.
La prossima puntata – la terza delle cinque in programmazione – sarà online sabato prossimo: tratterà del Rito degli esorcismi e avrà come ospite fra Tonino Bono, esorcista dell’arcidiocesi di Messina.

 

L'arcivescovo Lomanto alla messa della benedizione del cotone

Le lacrime siano impegno di conversione

Accogliamo, interpretiamo e approfondiamo i segni dell’amore di Dio per noi e compiamo i nostri atti di fede e di devozione ‒ come l’uso del cotone per la guarigione fisica, morale e spirituale ‒ e accompagniamoli con un profondo impegno di conversione, con l’esercizio di carità e con le opere di misericordia. Auguro di cuore a tutti di testimoniare il vostro amore a Cristo per vivere la «gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime» (1Pt 1,8)”. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto presiedendo la celebrazione per la benedizione del cotone che si è svolta alla Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. L’apertura della teca avviene solitamente in prossimità dei giorni dell’anniversario che ricordano l’evento, dal 29 agosto al 1 settembre. Vista la richiesta di cotone benedetto da alcuni anni questo gesto viene ripetuto nella domenica dell’ottava di Pasqua e richiama il gesto che Antonina Giusto e la cognata fecero il primo giorno della lacrimazione accostando il cotone al quadretto della Madonna per raccogliere le lacrime.  

Nel suo immenso amore il Padre ci ha fatti rinascere attraverso la morte e la risurrezione del Figlio unigenito, per una speranza viva, per una eredità che non è condizionata dalla corruttibilità delle cose di questo mondo, perché è conservata nei cieli per noi e fin d’ora ne abbiamo un anticipo nella misura in cui ci trasformiamo interiormente mediante una vita di fede” ha detto l’arcivescovo Lomanto. “La fede comporta il cammino verso il superamento della sensibilità e il passaggio dai segni alla fede. Ma l’economia presente è caratterizzata dalla presenza dei segni: vivere la messa; esercitare la carità; fare misericordia; compiere atti di devozione ed esercizi di pietà; espletare pratiche di affidamento a Dio e all’intercessione della Madonna e dei santi. Tra questi segni si pone quello della benedizione del cotone.Perché benediciamo il cotone? Il cotone benedetto è un segno che ci lega all’evento prodigioso della lacrimazione della Madonna. Compiremo il gesto di poggiare il cotone sul cuore della Madonna, come avvenne il primo giorno della lacrimazione quando Antonina Giusto e la cognata si accorsero, intorno alle ore 8 del mattino che la Madonna stava lacrimando e quelle lacrime si raccoglievano nella parte concava vicino al cuore di Maria.

Con quale spirito di fede e di devozione portiamo il cotone benedetto? Portare con noi il cotone benedetto significa compiere un atto di devozione per vivere un incontro spirituale con Maria. Il segno del cotone assicura un effettivo contatto o riferimento fiducioso a Dio; esprime una sostanziale, immediata e tangibile presenza protettiva di Dio; ci comunica la sua potenzialità nella totale esistenza umana attraverso le lacrime della Madonna. Il segno del cotone benedetto ci ricorda la vicinanza della Madonna delle Lacrime. Cosa chiediamo concretamente con questo segno alla Madonna? Chiediamo alla Madonna di fare sue le nostre lacrime, nella certezza che «alle sue sante lacrime, Gesù nulla rifiuta». Chiediamo di consolarci, di sostenerci e di incoraggiarci con la sua presenza materna, nella consapevolezza che il valore della nostra fede si prova col fuoco della tribolazione (cf. 1Pt 1,7). Chiediamo di trasformare le nostre lacrime in perle di gioia, in balsamo di ripresa del nostro cammino, di rinascita spirituale, di rinnovamento di vita, per vivere da risorti e andare sempre avanti con la serena fiducia in Dio, per affrontare con viva speranza l’avvenire e costruire «ciò che il Signore, mediante le urgenze della storia e i vari segni dei tempi, ci chiederà di compiere e di sperimentare» (Lettera pastorale, Sanctificati in veritate)“.

Intervista a fra Benigno Palilla, direttore dell’Ufficio CESi per la Pastorale esorcistica

Il diavolo, il grande sconfitto

Il demonio esiste veramente? Chi è e come agisce nella vita delle persone? Come sceglie le sue vittime e come le convince a seguirle su vie a volte così dolorose? E perché Dio permette tanto male? Come possiamo difenderci, non solo dagli attacchi feroci, quelli più eclatanti, ma anche da quelli subdoli che non sempre si riesce a riconoscere come azione del maligno, come la tentazione che ci porta sulla via del peccato? Quali sono gli strumenti di liberazione che la Chiesa ha a disposizione?…

Quando si parla di male e di maligno sono tante le domande che la mente dell’uomo, il suo cuore e anche la fede si pongono. Ad alcune di queste si è tentato di dare risposte in “Il diavolo, il grande sconfitto – Il Rito degli esorcismi e la preghiera della Chiesa, la fede e le testimonianze”: un ciclo di cinque puntante realizzate dall’Ufficio stampa della Conferenza episcopale siciliana in collaborazione con l’Ufficio regionale CESi per la Pastorale esorcistica, in occasione del 18° Incontro di formazione degli esorcisti di Sicilia (Padri Passionisti, Mascalucia, 1-4 marzo 2023).

Per mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e Presidente della Conferenza episcopale siciliana: “Da sempre le Chiese di Sicilia riservano una particolare attenzione verso le persone che soffrono, e tra queste anche per quelle che soffrono per l’azione del maligno. Il tema – aggiunge, spiegando l’origine dell’approfondimento posposto – è certamente non di facile discernimento, a volte controverso, ma da sempre, in virtù del Vangelo e della tradizione cristiana, fa parte del nostro credo e della nostra prassi. La potestà che Gesù Risorto ha donato alla Chiesa per sollevare  le persone prigioniere di ogni male rinnovano in noi questa attenzione, fatta di cura e vicinanza speciale“.

Nelle cinque puntante, inaugurate volutamente nell’Ottava di Pasqua,  attraverso l’esperienza di chi lo combatte nella sua azione pastorale quotidiana e la testimonianza di chi lo ha incontrato da vicino, è proposto un vero e proprio percorso: un cammino a tappe per comprendere chi è il demonio e come agisce, cosa prova una vittima della sua azione straordinaria e feroce, come si svolge il Rito degli esorcismi, come difendersi dalle insidie del maligno.  Un cammino che racconta della grandezza di Dio: perché quello che si scopre, indagando sul male, è che il bene è più forte, che il demonio è “un grande sconfitto” appunto, che Dio vince perché la sua opera di misericordia, di bene e di amore sconfigge ogni male.

In questa prima puntata dal titolo “Dio Salva – Il demonio, le sue tentazioni, le azioni straordinarie“, il testimone sarà fra Benigno Palilla, direttore dell’Ufficio CESi per la Pastorale esorcistica e storico formatori degli esorcisti di Sicilia.

(da www.chiesedisicilia.org)

 

Essere testimoni del Risorto

Essere segno della presenza di Cristo Risorto nel mondo; vivere una fede più incarnata nella storia e nel rapporto con gli altri; con la testimonianza del Risorto offrire al mondo di oggi un cammino di civiltà e di progresso. Sono le tre indicazioni che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha voluto fornire nel giorno di Pasqua durante la celebrazione solenne nella chiesa Cattedrale.
“Con la risurrezione Gesù è libero dai condizionamenti del tempo e dello spazio, non è soggetto ai limiti del mondo, non fa più parte del mondo, è il mondo che fa parte di Lui, deve accogliere Lui e deve entrare nel mistero della sua presenza. Dove è lui siamo anche noi; ma anche dove siamo noi è lui. Viviamo alla presenza di Dio, davanti a lui, sotto il suo sguardo. Dio sia con noi in tutto quello che facciamo. (…) L’incontro con Gesù ci porta ad essere vicini agli altri. Per noi ciò significa vivere una fede più incarnata nella storia. È importante costruire le giuste e belle relazioni. L’atteggiamento, il sorriso, l’accoglienza ci permettono di stare bene e di operare meglio. La comunione fa la forza. Ma non solo siamo più forti, ma consentiamo a Dio di abitare in noi. Viviamo la nostra pasqua e riscopriamo il nostro dono agli altri. Impegniamoci sempre più a crescere insieme, a camminare insieme e a ricercare il bene comune. (…) Diveniamo testimoni del messaggio di salvezza e di pace. Ovunque ci troviamo, ovunque operiamo, ovunque ci chiama il Signore, siamo sempre i testimoni del Risorto”.
Mons. Lomanto poche ore prima, nella veglia sempre in Cattedrale, aveva ricordato: “Anche noi siamo risorti con il Signore e siamo nel giorno che non conosce tramonto, siamo trasferiti nel suo regno, e anche per noi si è aperta l’eternità. Egli con il battesimo ci ha fatto una sola cosa con lui. Dove è lui siamo anche noi; ma anche dove siamo noi è lui. Non c’è bisogno di andare in cielo per incontrare Dio, perché il cielo di Dio siamo ora noi. Viviamo alla presenza di Dio, davanti a lui, sotto il suo sguardo. Dio sia con noi in tutto quello che facciamo. Diveniamo testimoni del messaggio di salvezza e di pace. La memoria della pasqua che viene risvegliata anche attraverso le espressioni della pietà popolare, alimenti la speranza che può dare una prospettiva di autentica civiltà e di vera solidarietà e di profonda concordia alla nostra società. Ovunque ci troviamo, ovunque operiamo, ovunque ci chiama il Signore, siamo sempre i testimoni del Risorto. Il Signore ci conceda giorni di pace e di risurrezione. Anche quando la vita è dura e difficile, ci aiuti a vivere da risorti. E quando sopraggiunge l’ora buia della croce ci faccia vivere come figli della luce. La Vergine Maria ‒ siamo nell’anno mariano ‒ ci guidi con la sua materna protezione nel cammino della speranza che ci conduce al Padre. Gesù Risorto, il Vivente, ci doni ogni giorno la sua pace”.

L'arcivescovo Lomanto alla messa del crisma in Santuario

“Quale testimonianza di amore siamo capaci di dare?”

Siete sacerdoti in cura d’anime, siete chiamati a portare il peso dei peccati della comunità, a sostenere il cammino spirituale delle persone, a condividere le loro gioie e le loro ansie e preoccupazioni, a dare la vostra vita per loro. Se conoscerete il peso della incomprensione, della solitudine, delle difficoltà pastorali, dei problemi delle famiglie, dei giovani, degli adulti, degli anziani, siate certi che vivete l’esercizio più alto del vostro sacerdozio”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rivolgendosi ai presbiteri presenti oggi alla messa del crisma nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime.
La messa crismale – che il vescovo celebra con i presbiteri della diocesi e durante la quale consacra il crisma e benedice gli oli – è una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del vescovo e un segno della comunione dei presbiteri con lui ed esprime l’unità della Chiesa locale raccolta intorno al proprio vescovo” ha detto mons. Lomanto ringraziando per la presenza mons. Salvatore Pappalardo, vescovo emerito, che il 5 marzo scorso ha celebrato il 25mo anniversario di ordinazione episcopale; e rivolgendo un caro saluto a distanza a mons. Giuseppe Costanzo che nel dicembre scorso ha festeggiato il 90mo compleanno e due giorni fa ha celebrato il 47mo anniversario di episcopato.
Nella vostra unione con Gesù vivete la missione di salvezza nei confronti del mondo, portate in esso un alito di vita nuova, caricatevi di tutta la responsabilità universale” ha detto mons. Lomanto. “Ma quale testimonianza di amore siamo capaci di dare alla Chiesa e al mondo? In voi deve vivere il Cristo, gli uomini devono vederlo e riconoscerlo in voi. Avete scelto di seguire Gesù Buon Pastore nel servizio al popolo santo di Dio. Deve continuare tutta la vita il cammino di una vostra adesione e trasformazione in Colui che vi ha scelto. Siate fedeli. Il Signore ci chiama alla perfezione dell’amore, alla carità pastorale, e questa si può e si deve raggiungere non fidando in noi stessi ma nella sua onnipotenza di amore. Coraggio dunque ma umiltà. Umiltà pacifica e profonda. Se vivrete la consapevolezza del vostro nulla, se ammetterete di essere nulla, se sarete contenti che anche gli altri vi ritengono nulla, allora Dio opererà in voi. Soprattutto fedeltà, umiltà e fiducia”.
Infine l’arcivescovo ha chiesto di pregare “perché il Signore doni alla Chiesa vocazioni al ministero ordinato e alla vita religiosa. Sosteniamo con la preghiera il Seminario, i Monasteri, gli Istituti religiosi e secolari. Accogliamo le manifestazioni di affetto e di preghiera verso il presbiterio che in questo Giovedì Santo sono pervenute dai tre Monasteri di clausura presenti nella Diocesi. Accogliamo con animo grato gli oli che provengono dal Giardino della memoria delle stragi di Capaci, a trentuno anni da quell’evento criminale, e dalla munificenza dei produttori della Coldiretti, che anche questʼanno rinnovano il loro dono. Viviamo con intensità l’Anno Mariano. La Vergine Maria, nostra Madre, che ha consegnato alla nostra Chiesa l’inesauribile significato del dono delle sue Lacrime, consoli i nostri cuori, rafforzi la nostra speranza, incoraggi la nostra testimonianza di vita. Le sue lacrime possano essere balsamo per le ferite dell’umanità afflitta dalla guerra, possano giovare alla conversione dei cuori induriti dal male e possano irrigare e far germogliare i semi di bene presenti nella nostra Chiesa. Il pianto di Maria ‒ segno di rinascita, di cambiamento, di ripresa ‒ ci apra alla speranza di un mondo nuovo, alla gioia della risurrezione e all’esercizio della carità che non avrà mai fine”.

Con la messa crismale ha preso il via il Triduo pasquale. Stasera alle 18.30 messa in coena domini in Cattedrale: l’arcivescovo presiederà la solenne liturgia per fare memoria dell’istituzione dell’Eucarestia e – con il gesto della lavanda dei piedi – dell’istituzione del sacramento dell’Ordine. Dopo la messa, l’eucarestia rimarrà per tutta la notte nell’altare della reposizione (comunemente chiamato “sepolcro”) per l’adorazione personale. Domani, venerdì santo, alle 18.30 celebrazione della Passione del Signore in Cattedrale. Sabato, alle 22.30 l’arcivescovo presiederà la Solenne Veglia di Pasqua. Infine, domenica 9 aprile, Pasqua in Resurrectione Domini, alle 10.30, il solenne pontificale.