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Presentato il Cristo Pantocratore a Lentini

Presentato il restauro del prezioso affresco del Cristo Pantocratore tra angeli nella Chiesa Rupestre del Crocifisso, grotta di notevole interesse nel territorio di Carlentini, a pochi passi dal centro abitato di Lentini. L’intervento è stato realizzato grazie al secondo contributo di 10mila euro messo a disposizione nell’ambito della nona edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano e da Intesa Sanpaolo.

“Pantocratore – ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel suo intervento – significa “colui che tutto governa” che dispone ogni cosa con potenza, è il Cristo Re dell’Universo cui una fra le più giovani Parrocchie della Città è intitolata. Con questa permanenza di devozione alla Regalità di Cristo che segna questo territorio, mi preme anche circostanziare al momento storico corrente il titolo che ispira l’affresco che oggi riprende il suo splendore originario. In un mondo scosso dalla follia della guerra, di una guerra che pone Cristiani contro Cristiani, fratelli contro fratelli e che si fonda sulla pretesa di potere di un uomo verso un altro uomo, il Pantocratore ci ricorda che Egli è il Signore dell’Universo, il Re della Storia, il Dio per tutti i secoli! Che non v’è potere alcuno che possa esercitarsi sulla terra contrario a Lui che non venga, prima o poi, sovvertito. Egli, nell’affresco che ci viene mostrato, c’insegna anche il modo di esercitare il potere: lo si scorge già nel Suo sguardo insieme severo e compassionevole, vero e misericordioso, che fa calare le nostre maschere e ci pone innanzi alla verità della nostra condizione. Inoltre, l’atto nel quale Cristo viene raffigurato è quello della benedizione, atto cui ogni “potente” della terra dovrebbe ispirarsi: agire per il bene di tutti è l’unico interesse che dovrebbe portare innanzi un politico e chiunque eserciti un potere. Praesis ut prosis, come scriveva San Bernardo da Chiaravalle – presiedi per il bene della Comunità; guai a servirsi del potere per il proprio vile interesse, guai a utilizzare il potere per opprimere, mortificare, distruggere, uccidere! Ecco, dunque, la lezione odierna ed eterna di Cristo Pantocratore che confidiamo possa essere ascoltata da quanti alla forza della ragione stanno sostituendo le ragioni della forza”.


La Chiesa del Crocifisso di Lentini fa parte di un ampio e complesso apparato di insediamenti rupestri, costituito da grotte prevalentemente artificiali, utilizzate nei secoli sia come abitazioni sia come luoghi di culto. Gli affreschi contenuti al suo interno, realizzati tra il XII e il XVII secolo, nonostante la rarità̀ e il notevole valore, sono stati per lungo tempo trascurati e lo stato di cattiva conservazione in cui versavano – tanto più̀ in un ambiente umido come quello della grotta – ha spinto i cittadini, che vedono nella chiesa un luogo dal grande valore identitario, a mobilitarsi, a partire dal 2016, per la salvaguardia del bene. Nel 2016, in occasione dell’ottava edizione de “I Luoghi del Cuore” la Chiesa Rupestre di Lentini ha ricevuto 3.831 voti, grazie all’importante attività̀ di raccolta voti e sensibilizzazione del gruppo d’iniziativa civica Leontinoi nel Cuore, che riunisce cittadini e associazioni di volontariato quali Aps Neapolis, Archeoclub Lentini, SiciliAntica Lentini-Carlentini, ProLoco Lentini e Carlentini e Lions Club Lentini. Questo risultato ha permesso alla Parrocchia di partecipare al bando che il FAI lancia dopo ogni edizione del censimento, presentando dapprima un progetto di recupero dell’affresco della Teoria dei Santi, in grave degrado, e, dopo aver nuovamente raccolto 11.063 voti in occasione del nono censimento “I Luoghi del Cuore” del 2018, un secondo progetto di recupero dell’affresco del Cristo Pantocratore tra angeli. Il tutto è stato accompagnato da un piano di comunicazione e di azioni sul territorio ideato dall’Aps Neapolis a cui nel 2018 si è aggiunto il cofinanziamento da parte di numerosi ETS del territorio. Entrambi i progetti, valutati idonei, hanno ottenuto il contributo “I Luoghi del Cuore” diventando un unicum nella storia del censimento. Il FAI e Intesa Sanpaolo hanno scelto di finanziare per due volte la Chiesa Rupestre del Crocifisso per la grande capacità dimostrata dai cittadini, fin dal primo intervento, di concentrare le forze per valorizzare questo gioiello del territorio, nel tentativo di un recupero complessivo del bene. In questi anni la grotta è stata infatti oggetto di ulteriori interventi, tra cui il restauro della Madonna del latte, la messa in sicurezza dei percorsi e altre attività di manutenzione, resi possibili grazie al finanziamento del Bando della Regione Siciliana “Cantieri di lavoro per le parrocchie”. Il Cristo Pantocratore tra angeli, affresco più importante della Chiesa, originariamente dedicata a Santa Maria della Grotta, è realizzato all’interno del catino absidale, al di sotto del quale in origine vi era l’altare, orientato a est come da tradizione bizantina. Opera pittorica del XIII secolo, raffigura un Cristo assiso in trono, in atto benedicente. La parola “Pantocratore” deriva dal greco παντοκράτωρ-τορος, panto=tutto e kràtein=dominare con forza; Pantocratore, dunque, è colui che domina sopra ogni cosa, il sovrano dell’Universo. L’intervento da poco concluso – curato dalla dott.ssa Barbara Di Natale in collaborazione con Federica Di Giorgi sotto la direzione tecnico-scientifica della dott.ssa Raffaella D’Amico – ha avuto lo scopo di bloccare il degrado in atto e recuperare la leggibilità dell’opera, in coerenza con gli interventi di conservazione realizzati in precedenza.

Il Presidente Regionale FAI Sicilia Giuseppe Gini ha così commentato: “ ‘I Luoghi del Cuore’ sono straordinarie testimonianze di pregio del nostro patrimonio culturale, spesso poco note o dimenticate, ma che sempre concentrano l’attenzione dei cittadini che desiderano vengano valorizzate. Molto spesso l’avvio di un lavoro di restauro in questi beni può garantirne la conservazione e diventare volano per l’attrazione di nuovi fondi che possono modificarne le sorti. Questo è tra gli obiettivi che il censimento del FAI si pone e che, proprio qui a Lentini, si è concretamente realizzato: il recupero della ‘Teoria dei Santi’, finanziato a seguito dell’ottava edizione de ‘I Luoghi del Cuore’, è stata la prima scintilla che ha permesso di attrarre nuovi fondi per altri interventi. Complimenti quindi all’entusiastico impegno del Comitato Leontinoi nel Cuore, del Parroco della Chiesa Madre ex Cattedrale Santa Maria la Cava e Sant’Alfio di Lentini e di tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato per restituire alla collettività questo inestimabile manufatto artistico in un contesto paesaggistico unico”.

Sergio Cilea, Capo Delegazione FAI di Siracusa ha dichiarato: “Pensare a un Luogo del Cuore significa rivivere ricordi ed emozioni di posti speciali, spesso legati alla propria infanzia. Ma può accadere che diventi ‘Luogo del Cuore’, un luogo di cui ignoravi l’esistenza, ma che appena lo scopri ti dà la sensazione che ti appartenga da sempre. Questo è successo con la Chiesa del Crocifisso di Lentini. Con la presentazione al pubblico del restauro del ‘Cristo Pantocratore’ si conclude una nuova fondamentale tappa per la Chiesa, ma i progetti non finiscono qui. La determinazione di Padre Maurizio Pizzo condivisa da associazioni locali, anche con il supporto economico, e la scelta di FAI e Intesa Sanpaolo di finanziare un secondo restauro, dopo la ‘Teoria dei Santi’, nell’ambito del censimento ‘I Luoghi del Cuore’, hanno innescato un processo virtuoso che ha coinvolto man mano le città di Lentini e Carlentini, la Provincia di Siracusa e successivamente anche la Regione Siciliana.

Queste le parole di Don Maurizio Pizzo, Parroco della Chiesa Madre Ex-Cattedrale Santa Maria la Cava e Sant’Alfio di Lentini: “Dobbiamo molto al censimento ‘I Luoghi del Cuore”. Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano è stato il primo ente a credere fermamente nella nostra comunità e col suo aiuto e la perseveranza dei nostri volontari si è innescato un incredibile processo virtuoso. Questo non ha solo puntato i riflettori su un importante luogo nascosto per il turismo e la cultura, ma ha aiutato la comunità a risvegliare le coscienze e ha gettato le basi per la costruzione di attività mirate a delineare un futuro migliore per le prossime generazioni”. Rosaria Fazio, Presidente Aps Neapolis, in rappresentanza del Comitato Leontinoi nel Cuore ha espresso grande soddisfazione: “Essere selezionati per ben due volte all’interno del progetto “I Luoghi del Cuore” è un’importante attestazione di stima. La strada della cooperazione è impervia; spesso, nel nostro territorio, si parla di autoreferenzialità delle associazioni di terzo settore, usando la retorica narrazione dell’invidia. Siamo felici che in questo caso abbiano prevalso valori come la coerenza, la collegialità e la perseveranza. Riteniamo da sempre la cooperazione alla base della nostra attività e solo attraverso la capacità di fare rete questa nostra eccezionale terra che è la Sicilia può avere concrete chance di far parlare di sé per la sua enorme bellezza e recuperare e valorizzare i suoi immensi tesori artistici e culturali. La storia della Chiesa Rupestre del Crocifisso è un esempio di riscatto che ha dell’incredibile e che certamente ispirerà altre nuove storie comuni”.

 

Il Cristo Pantocratore

Affresco più importante della Chiesa, originariamente dedicata a Santa Maria della Grotta, il “Cristo Pantocratore tra angeli” è realizzato all’interno del catino absidale, al di sotto del quale, in origine, vi era l’altare, orientato ad est come da tradizione bizantina.
Opera pittorica del XIII secolo, raffigura un Cristo assiso in trono, in atto benedicente. La parola Pantocratore deriva dal greco παντοκράτωρ -τορος, panto=tutto e kràtein=dominare con forza; Pantocratore, dunque, è colui che domina sopra ogni cosa, il sovrano dell’Universo.
Il Cristo, in abiti regali e dalla tipica espressione ieratica, si staglia all’interno di una grande mandorla puntellata da stelline rosse e recante l’acronimo greco IC XC (Gesù Cristo). Siede su un elegante trono coperto da un drappo e da cuscino riccamente ricamati; indossa una tunica rossa e un manto blu, colori simbolo delle due nature: umana e divina e, al di sotto della veste porta una camicia color ocra con polsini ornati da perline. Gesù, con la mano destra benedice i fedeli secondo il rito orientale, mentre con la sinistra regge il libro delle Scritture; una decorazione a trame geometriche delinea la croce nel nimbo; i piedi scalzi poggiano su tappeto ornato di rosso.
Ai lati della mandorla quattro angeli popolano la scena: indossano delle tuniche rosse con polsini ocra e hanno sulle spalle delle stole celesti; i loro abiti e le aureole, come quelli del Cristo, sono impreziositi da piccole perle bianche; a sottolineare la loro eleganza dei diademi sul capo e delle collanine al collo. I quattro angeli sorreggono la mandorla in cui il Cristo Trionfante, che ha vinto la morte, si manifesta in tutta la sua gloria.

Lo stato di conservazione e il Restauro

“Luogo del Cuore” FAI dal 2016, la Chiesa Rupestre del Crocifisso, nel 2018, è selezionata, per la seconda volta, evento unico nella storia del censimento “I Luoghi del Cuore”, promosso da Fondo Ambiente Italiano e Intesa Sanpaolo, tra i beneficiari di contributo. Co-finanziatori del restauro sono le associazioni riunite nel comitato civico “Leontìnoi nel cuore”, la Chiesa Madre Santa Maria la Cava e Sant’Alfio e alcuni privati. I fenomeni di degrado presenti sulle pitture murali che decorano la Chiesa Rupestre sono costituiti principalmente da incrostazioni saline e patine biologiche che creano danni di tipo chimico-fisico e meccanico provocando fratture e lacune ai dipinti, e che nascondono le raffigurazioni e le cromie. In coerenza con i precedenti interventi di conservazione realizzati, il restauro del Cristo Pantocratore ha avuto lo scopo di bloccare il degrado in atto e recuperare la leggibilità dell’opera per poterla fruire. Il dipinto presentava anche numerose lacune, diffuse prevalentemente sulla metà inferiore della raffigurazione e la pellicola pittorica era estremamente delicata a causa della sottigliezza del suo intonaco, oltre che alla tecnica pittorica adoperata. L’intervento di pulitura, infatti, ha messo a nudo la presenza di una tecnica mista di esecuzione del dipinto: insieme alla tecnica ad affresco, troviamo quella a mezzo fresco e a calce. Ciò ha reso molto complessa e lunga la fase della pulitura, che è stata alter- nata al pre-consolidamento della pellicola pittorica e consolidamento del supporto. Il trattamento biocida è stato ripetuto man mano che venivano eliminati gli strati salini, perché gli agenti patogeni si trovavano spesso al di sotto delle concrezioni. Le numerose mancanze sono state colmate con stuccature, poi integrate con la tecnica della selezione cromatica, al fine di rendere leggibile la raffigurazione.

Il video del percorso della Chiesa rupestre del Crocifisso:
https://youtu.be/dxFt5rzzGN0

 

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Processioni religiose, le indicazioni dei Vescovi

I Vescovi di Sicilia hanno riflettuto sull’opportunità di riprendere le processioni religiose, qualora il Governo italiano, il 31 marzo, revochi lo stato di emergenza. A tal proposito, esse potrebbero riprendere a partire dalla Domenica delle Palme“. E’ uno dei passaggi che emerge dal comunicato finale della sessione primaverile CESi, Conferenza Episcopale Siciliana, che ha discusso su vari temi a partire proprio dalle processioni.
Quale gesto concreto di compassione col popolo ucraino, i Vescovi invitano tutti ad evitare i fuochi o le cosiddette “bombe pirotecniche” per le prossime feste pasquali (Domenica delle Palme – Pasqua).
Non si possono sparare i fuochi d’artificio mentre uomini e donne, anziani e, specialmente, bambini sono atterriti dal suono delle sirene e uccisi dalle bombe belliche. In segno concreto di solidarietà, si invita a convertire il corrispettivo dei fuochi pirotecnici in aiuti umanitari ai profughi che saranno accolti nelle nostre Diocesi e nelle nostre Città” scrivono i vescovi.
Di seguito il link per leggere l’intero comunicato: https://bit.ly/3pTnARL
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Esposizione del simulacro di Santa Lucia

Esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia domenica prossima, 13 marzo. Lo ha deciso la Deputazione della Cappella di Santa Lucia ricordando quanto avvenuto il 13 marzo del 2020, quando in pieno lockdown la città di Siracusa, come tante altre volte nel corso dei secoli, è stata affidata all’intercessione di Santa Lucia.

La Deputazione della Cappella di Santa Lucia, nel ricordo delle tante persone che sono state colpite dal dolore e di chi ha dato con gioia ed entusiasmo il proprio servizio alle persone in difficoltà, lo scorso anno ha deciso di stabilire per il 13 marzo una nuova apertura straordinaria della nicchia che custodisce il simulacro di Santa Lucia caratterizzandola come una giornata di preghiera e di ringraziamento ma anche di carità e solidarietà.

Il programma prevede alle ore 7.30 l’apertura della nicchia che custodisce il simulacro della patrona, con la cerimonia di consegna delle chiavi al maestro di Cappella. Alle ore 8,00 la messa presieduta da mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale; alle ore 11,30 la messa presieduta da mons. Francesco Lo Manto, Arcivescovo di Siracusa; alle ore 19,00 la messa presieduta da mons. Salvatore Marino, al termine della quale verrà chiusa la nicchia.
L’esperienza della pandemia – spiega l’avv. Giuseppe Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia – ha profondamente segnato la vita di tutti noi ed ha comportato la sospensione di tutti gli eventi collegati alla pietà popolare ed alla festa di Santa Lucia, in particolare, imponendo diverse e più semplici modalità di partecipazione nel rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza. Il simulacro di Santa Lucia, durante tutto il periodo di lockdown totale, non era chiuso nella nicchia ma esposto all’esterno per lavori di restauro ed il suo volto luminoso ha sempre guardato verso la sua città“.

La guerra in Ucraina sta creando forti preoccupazioni e la Deputazione, insieme alla Caritas Diocesana, ha deciso di raccogliere durante tutta la giornata di domenica 13 delle somme che verranno inviate alle Caritas dell’Ucraina. Saranno inoltre raccolti i nominativi delle persone disposte ad accogliere nelle proprie abitazioni i profughi ucraini.

Sempre domenica 13 marzo avrà luogo il sorteggio pubblico dei portatori iscritti all’albo. Alle ore 9,00, presso la chiesa di Santa Lucia alla Badia, avverrà il sorteggio dei berretti verdi per la festa del Patrocinio 2022.

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Mons. Raspanti nominato presidente della CESi

È S.E. Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, il nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana. Lo hanno eletto i vescovi delle 18 diocesi dell’Isola riuniti a Palermo per la sessione primaverile della CESi. Con l’inizio del ministero pastorale di mons. Luigi Renna a Catania, l’arcivescovo Salvatore Gristina ha concluso il suo mandato. I Vescovi hanno espresso il loro compiacimento e ringraziato Mons. Salvatore Gristina, presente alla votazione.

Mons. Antonino Raspanti è nato ad Alcamo, in provincia e diocesi di Trapani, il 20 giugno 1959. Dopo gli studi liceali, è entrato nel Seminario diocesano, frequentando quello arcidiocesano di Palermo, conseguendo il Baccellierato in Teologia presso la Facoltà Teologica di Sicilia nel 1982. Ha poi completato gli studi accademici presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, con il Dottorato in Teologia nel 1990. Ha ricevuto il diaconato il 6 marzo 1982 ed è stato ordinato presbitero il 7 settembre 1982, nella Chiesa Madre di Alcamo, da S.E. Mons. Emanuele Romano. Il 26 luglio del 2011 è stato nominato dal Papa Benedetto XVI vescovo eletto della Diocesi di Acireale e il giorno 1 Ottobre, ricevendo l’Ordinazione Episcopale nella basilica cattedrale, ha preso possesso della Diocesi.
E’ stato Preside della Facoltà teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” (dal 2002 al 2009) e attualmente è Vice Presidente per l’Italia meridionale della CEI (incarico assunto nel 2017)  Dal 2019 è membro del Pontificio Consiglio della Cultura.

 

Si conclude oggi la sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana. Tanti gli argomenti: confronto sulla bozza del documento da rivolgere alle Confraternite di Sicilia; Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano; presentazione del Bilancio aggregato dei Tribunali ecclesiastici della Sicilia a cura del vicario giudiziale mons. Antonino Legname; relazione annuale del Preside della Facoltà Teologica di Sicilia, prof. p. Rosario Pistone o.p. I vescovi incontreranno Oliviero Forti, responsabile di Caritas italiana per l’immigrazione e i corridori umanitari. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e Presidente del Comitato scientifico organizzatore delle Settimane Sociali, illustrerà il prosieguo del cammino dopo la Settimana sociale di Taranto. Mons. Guglielmo Giombanco, delegato per la formazione del clero, informerà circa la XXX Giornata regionale sacerdotale mariana, in programma a Roma nei giorni 7-9 giugno 2022, che si concluderà con l’udienza speciale con Papa Francesco.

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Raccolta di fondi per sostenere la popolazione ucraina

Una raccolta fondi domenica 6 marzo per “dare un segno concreto di solidarietà e comunione verso i nostri fratelli e sorelle ucraini che stanno vivendo il dramma della guerra“. E’ l’invito che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto alla comunità diocesana.

L’Iban per il versamento delle offerte raccolte in occasione dell’emergenza Ucraina è:
Arcidiocesi di Siracusa – Caritas
IT 96 N 03069 09606 100000017300                                                                 specificando nella causale “Emergenza Ucraina”

In un clima di grande instabilità e di continui cambiamenti non è consigliabile acquisire, donare ed inviare generi materiali – scrive mons. Lomanto – poiché si rischierebbe di disperdere risorse preziose e non necessarie in questo specifico frangente. Risulta invece determinante avviare una campagna di raccolta fondi per sostenere azioni rappresentate come le più necessarie in questo momento da parte della Caritas Ucraina: predisposizione di alloggi e spazi protetti; forniture di materiale igienico; fornitura di cibo e acqua; organizzazione in sicurezza dei trasporti e servizio di sostegno psico sociale per i bambini e le famiglie in condizioni di vulnerabilità“.

La Presidenza della CEI rinnova l’appello già espresso: si depongano subito le armi e si promuova ogni azione a favore della pace.
La Presidenza invita a sostenere la raccolta fondi, avviata da Caritas Italiana, per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni vittime del conflitto, chiamando anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese. In questa fase è importante non disperdere le azioni ma seguire le indicazioni che Caritas Italiana fornirà in base all’evoluzione della situazione.
Caritas Italiana è in costante collegamento con le Caritas in Ucraina, in coordinamento con Caritas Europa e Caritas Internationalis e resta accanto alla popolazione, confermandosi una presenza instancabile nell’emergenza, con una costante attenzione alle persone. Inoltre, a fianco e a supporto delle Caritas dei Paesi confinanti, si adopera per l’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra. Si stima che nei prossimi giorni tra uno e cinque milioni di ucraini potrebbero cercare rifugio in Europa: l’intera rete delle Caritas diocesane su tutto il territorio nazionale sostiene le azioni necessarie per rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione in sofferenza o in fuga e a contribuire all’accoglienza di quanti arriveranno in Italia.

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Il messaggio dell'arcivescovo Francesco Lomanto alla Diocesi

Ascoltare, vedere, tacere per il tempo di Quaresima

Ascoltare, vedere, tacere. Sono i tre verbi che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha voluto consegnare nella lettera per il tempo di Quaresima indirizzato alla Diocesi. Un invito a percorrere insieme il cammino quaresimale, “sostenendoci nell’adesione e nella partecipazione al mistero pasquale, che ci consente di rinnovare realmente la nostra vita“. Un modo per prepararsi “con spirito nuovo” alla Pasqua. I tre verbi si ritrovano nella narrazione lucana della trasfigurazione di Gesù: ascoltare, vedere e tacere (cf. Lc 9,28-36).

Ascoltare

“La vita cristiana suppone una vocazione divina: Dio chiama gli uomini alla comunione con Lui e la sua Parola rimane. È la Parola di Dio che crea e chiama. E, fintanto che non la accogliamo fino in fondo, la nostra vita non si realizza in pienezza. L’ascolto, dunque, si impone a noi come legge della nostra vita. La nostra vocazione, più che sotto il segno del vedere, è posta sotto il segno dell’ascoltare. Come già presso il popolo ebraico (Dt 6,4), anche per noi cristiani la fede — che dipende precisamente dall’ascoltare: «Fides ex auditu» («la fede viene dall’ascolto» Rm 10,17) — richiede l’accoglienza e l’ascolto della Parola di Dio. A questo ci richiama anche il Vangelo della trasfigurazione: se gli Apostoli vedono Gesù nella gloria e lo confessano come il Cristo, lo riconoscono solo per ascoltarlo. Proprio mentre Gesù è trasfigurato dinanzi ai loro sguardi, la voce del Padre conferma: «Questi è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo» (Lc 9,36). L’ascolto, in questo senso, non è semplice esercizio dell’udito, ma è obbedienza alla Parola, sequela del Signore. Alla base di tutto deve rimanere l’ascolto che è la nostra vocazione divina. Anche il costante invito a percorrere il cammino sinodale implica necessariamente una continua conversione all’ascolto, un sincero «atteggiamento di apertura nei confronti della voce di Dio, che ci raggiunge attraverso la Scrittura, i fratelli e gli eventi della vita» (CEI, Il messaggio per la Quaresima, 2022).

Vedere
Il verbo vedere appartiene alla natura stessa della vita cristiana. Noi non siamo soltanto di questo mondo: siamo nel mondo, ma non siamo del mondo, perché apparteniamo al Regno di Dio (cf. Lettera a Diogneto). Mediante il battesimo, infatti, siamo entrati nel mistero divino. Nell’evento della trasfigurazione si aprirono gli occhi dei discepoli — prima velati — e videro Gesù, Verbo del Padre, splendore infinito della sua gloria. Anche noi, ora, viviamo in un mondo passibile in cui — pur essendo già in Dio — se i nostri sensi spirituali rimangono ottusi, rischiamo di non prendere coscienza della grandezza della nostra condizione di figli di Dio. Vedendo là gloria di Gesù, in Lui ci riscopriamo figli di Dio. Siamo figli di Dio, ma viviamo in questo mondo. E vivere in questo mondo può in gran parte velare la dimensione vera della nostra vita. Col battesimo siamo entrati nel mondo di Dio, che vediamo e non vediamo (cf. 1Cor 13,12). E, invece, siamo chiamati a vedere, perché la dimensione propria della nostra vita cristiana si caratterizza dall’ascendere al monte per vedere nella fede lo splendore della gloria di Gesù che — oltre la passione e la croce, al di là del tempo e dello spazio — ci raggiunge e ci coinvolge nel mistero di Dio. L’ascolto porta alla visione e la parola è fonte di vita e di carità. Chi ascolta vede il volto del Padre nel Figlio, il quale illumina anche il volto di chi ascolta.

Tacere
L’evangelista Luca annota: «Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto» (Lc 28,36). Alla fine, la voce si spegne, non si vede la gloria di Gesù, il quale resta solo e i discepoli tacciono. Il silenzio dei discepoli non è mutismo, né distacco, ma diventa un grande atto di fiducia in Gesù che — pur non comprendendolo del tutto — avevano contemplato nella gloria del Padre e che dovevano accompagnare fino a Gerusalemme, dove «sarà consegnato nelle mani degli uomini» (Lc 28,44). Il loro silenzio diventerà preghiera e affidamento a Gesù, che consentirà loro di entrare sempre più nella luce del mondo divino e avere una esperienza sempre più grande e più vera di Dio. Il senso del cammino quaresimale è quello di stare sempre accanto a Gesù, affinché la nostra vita diventi sacramento vivo del Cristo, che vuole poter abitare nel nostro cuore. Col dono del suo Spirito, Cristo abita nei cuori dei discepoli ed essi lo conoscono di una conoscenza che è comunione con Lui, perché — come dice Pietro — «la stella del mattino è sorta nei loro cuori» (2Pt 1,19), illumina il loro intimo, li colma di pace anche nei momenti difficili e oscuri.

Scendiamo, dunque, dal monte e viviamo il nostro esodo verso la Pasqua. Affrontiamo i pericoli della pandemia e del post pandemia, rigettando ogni forma di individualismo e di egoismo, promuovendo piuttosto il senso dell’unità, dell’aiuto reciproco, dello stare insieme, del camminare insieme, del progredire insieme, perché non ci si salva da soli, ma insieme in Cristo Gesù. Prima di chiudere questa lettera, mi unisco all’appello accorato del Papa, affinché all’insensatezza diabolica della violenza rispondiamo con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno, che il prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, offriremo al Signore per la Pace, contro ogni forma di guerra che umilia e mortifica la persona e l’umana convivenza (cf. Francesco, Appello, 23.02.2022). Impariamo a coltivare il dono della pace, promuovendo il bene comune. Costruiamo con coraggio creativo la civiltà dell’amore. Percorriamo insieme il cammino della pace per uno sviluppo integrale della vita reale delle persone, delle famiglie e della società e per un dialogo costruttivo tra le nazioni, nonostante «l’assordante rumore di guerre e di conflitti» (Francesco, Messaggio per la L V Giornata Mondiale della Pace, 01.01.2022). Viviamo la Pace vera, intima e pura che è Gesù, cresciamo nell’amore che ci unisce per la pietà di un cuore solo e portiamo nel mondo la vera gioia della Pasqua. Sia con voi il Signore sempre, affinché possiate vivere da risorti ed essere per tutti un dono ineffabile di carità. Vi auguro un buon cammino quaresimale, vi assicuro la mia preghiera e vi benedico tutti nel Signore.

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Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza

Le parole di papa Francesco, quelle di San Giovanni Paolo II, letture dal Vangelo, l’esposizione eucaristica, la preghiera. Migliaia di persone hanno preso parte ieri sera alla veglia per la pace nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Un momento promosso dall’Arcidiocesi di Siracusa per ripudiare la guerra, chiedere che vengano deposte le armi, superare le barriere per il bene dell’umanità. Partendo proprio da quanto detto dal Santo Padre all’Angelus di domenica scorsa: “Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza”.
E per far risplendere quella luce portata da Gesù, sono stati accesi i lumini dal cero pasquale per far risplendere la luce della pace.
Il primo dono del Risorto ai discepoli è la pace – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha presieduto la veglia -. Tre volte nel Vangelo è ripetuto il saluto del Risorto ai discepoli. Non esprime lʼaspetto negativo del perdono che suppone il ricordo del peccato, ma la pace che è il possesso del bene, che è la salvezza. Proprio in conseguenza di questa pace essi non provano sgomento o paura, non dubitano, ma, nella presenza amata del Risorto, vivono la gioia pura, piena, perfetta”. Mons. Lomanto ha spiegato come “la prima pace che siamo chiamati a vivere è la pace prima di tutto di noi stessi con Dio, pace che nasce dall’unione con Lui per cui non possiamo vivere più altra vita che la sua. Questa è la prima pace: l’unione più intima con Dio. Nell’unità col Cristo noi dobbiamo vivere anche un’altra pace con tutti gli uomini”.
Contenuto essenziale dell’annunzio cristiano è la ricerca della pace: “una prova della testimonianza di carità, un aspetto essenziale del dialogo della Chiesa con gli uomini del nostro tempo. Nel Novecento Benedetto XV, durante la prima guerra mondiale, condannò più volte la guerra in quanto tale definendola «il suicidio dell’Europa civile» (4 marzo 1916), «la più fosca tragedia della follia umana» (4 dicembre 1916) e infine «inutile strage» (Nota, 1 agosto 1917). Il successore Pio XI, mentre lʼEuropa si preparava al secondo conflitto mondiale, dichiarò tutta la sua avversione alla guerra, invocando Dio, con le parole di un salmo, a disperdere coloro che vogliono la guerra. Pio XII, poi, nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale, lanciò lʼappello: «Tutto è perduto con la guerra, niente è perduto con la pace». Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in terris affermò la sua ferma convinzione che la pace non è impossibile. Paolo VI insistette molto nel suo magistero sulla pace come condizione di ogni possibilità di sviluppo integrale dellʼuomo. Istituì l’uso del messaggio papale per la pace all’ inizio di ogni anno. E, infine, Giovanni Paolo II ha parlato della guerra come di «Avventura senza ritorno» (1989); una «Sconfitta dell’umanità». Papa Francesco: «Chi ama la pace, come recita la Costituzione italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (art. 11); «Tacciano le armi: Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza».
In occasione della 55esima Giornata Mondiale della Pace, papa Francesco ha affermato: «In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati».
E prima della supplica alla Madonna delle lacrime, ancora le parole di papa Francesco: “A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla violenza, al conflitto e alla guerra, con la forza del dialogo, della riconciliazione e dell’amore. Aiutaci Maria a superare questo difficile momento e ad impegnarci a costruire ogni giorno ed in ogni ambiente un’autentica cultura dell’incontro e della pace”.
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Il momento di preghiera sarà presieduto dall'arcivescovo Lomanto

Uniti nella pace, veglia al Santuario

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv 14,27).
Una veglia di preghiera per la pace avrà luogo lunedì prossimo, 28 febbraio, alle ore 20.00, nel Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. La veglia sarà presieduta dall’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto. L’iniziativa “Uniti nella pace” è stata promossa dalla Diocesi di Siracusa in seguito al conflitto bellico che sta avvenendo in Ucraina.
Di fronte alla gravità delle ore che il mondo vive, i cattolici di Siracusa condividono con tutti i credenti la certezza che la preghiera alimenta la speranza che deve sempre sorreggere l’impegno di essere costruttori di pace. Come cittadini ci impegniamo a costruire relazioni di reciproco rispetto e come cittadini cristiani offriamo la nostra preghiera per la pace nel mondo, consapevoli che la logica evangelica contrasta con la logica della geopolitica. Sarà possibile partecipare al momento di preghiera anche in collegamento streaming dal sito
www.madonnadellelacrime.it.
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Quaresima, tempo di pienezza e di spiritualità

La Quaresima di quest’anno porta con sé tante speranze insieme con le sofferenze, legate ancora alla pandemia che l’intera umanità sta sperimentando ormai da oltre due anni. Per noi cristiani questi quaranta giorni, però, non sono tanto l’occasione per rilevare i problemi quanto piuttosto per prepararci a vivere il mistero pasquale di Gesù, morto e risorto. Sono giorni in cui possiamo convertirci ad un modo di stare nel mondo da persone già risorte con Cristo (cfr. Col 3,1). La Chiesa come comunità e il singolo credente hanno la possibilità di rendere questo tempo un “tempo pieno” (cfr. Gal 4,4), cioè pronto all’incontro personale con Gesù“. Così la Conferenza Episcopale Italiana nel messaggio per la Quaresima 2022 Quando venne la pienezza del tempo (Gal 4,4).
Il Messaggio è un invito a una triplice conversione, urgente e importante in questa fase della storia, in particolare per le Chiese che si trovano in Italia: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità.  “Per il cristiano questo non è semplicemente il tempo segnato dalle restrizioni dovute alla pandemia: è invece un tempo dello Spirito, un tempo di pienezza, perché contiene opportunità di amore creativo che in nessun’altra epoca storica si erano ancora presentate“.

 

 

In allegato il messaggio integrale

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Si celebra la Giornata per la Vita in Cattedrale

Domenica prossima, 6 febbraio, sarà celebrata 44ª Giornata nazionale per la vita con il titolo: “Custodire ogni vita“.
“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15). “Al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza, la pandemia ha messo in luce numerose fragilità a livello personale, comunitario e sociale. Non si è trattato quasi mai di fenomeni nuovi; ne emerge però con rinnovata consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita”. Sono le parole dei nostri vescovi del Consiglio Episcopale Permanente della CEI che in maniera chiara aiutano a leggere il tempo che stiamo vivendo, in cui solitudini, fragilità e povertà sembrano essere sempre più diffuse, “ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme” (Papa Francesco, Omelia, 20 ottobre 2020). “Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione”.

L’Ufficio della Pastorale per la Famiglia dell’Arcidiocesi propone due testimonianze significative, una affidata alla dott.ssa Antonella Franco, direttrice del reparto Malattie Infettive dell’ospedale “Umberto I” di Siracusa, “impegnata a curare i tanti pazienti contagiati da covid 19, con professionalità, senso del dovere e testimonianza di fede; essendo stata lei stessa, nei tempi più difficili, contagiata – spiegano i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro . Fu tra le prime a vaccinarsi e a promuovere il vaccino senza il quale, come ha riferito, avrebbe subìto conseguenze più gravi. L’altra testimonianza è affidata a fra Gaetano La Speme e alla prof.ssa Lucia Corso, entrambi membri del direttivo del nuovo Consultorio Familiare della nostra Arcidiocesi, una nuova speranza per le tante famiglie che necessitano di essere supportate: “A partire dalla persona umana, (il Consultorio Familiare) si propone la promozione e la salvaguardia dei valori della vita, dell’amore e della sessualità, del matrimonio, della coppia e della famiglia””.

Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto. “Senza la Santa Messa a nulla vale celebrare questa Giornata! Per noi credenti celebrare la Vita significa celebrare e testimoniare con coraggio Gesù Risorto, Via, Verità e Vita. In Cristo l’umanità è rigenerata, rinfrancata, rivitalizzata, ricreata. In questi tempi capita più spesso di sentirsi soli o scoraggiati. Lo sguardo al Crocifisso ci ricorda che nessuno rimane mai solo, perché incontra sempre uno sguardo d’amore che accoglie, consola, custodisce. L’Eucaristia, è fonte di vita da cui scaturisce la capacità di amare e donare, a nostra volta, la vita. Lasciamoci custodire dal Risorto, per essere testimoni della gioia, custodi dei fratelli e del creato” concludono i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro.

L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sul canale You Tube e sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi di Siracusa. E sul canale Instagram e sul canale You Tube di Radio Una Voce Vicina.
Inoltre sarà trasmesso in diretta sulle emittenti televisive Teleuno Tris (canale 172), Video 66 (canale 286) e Medical Excellence (canale 86).

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