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I vescovi di Sicilia riuniti a Patti per la CESi

È con il saluto del sindaco Veronica Maria Armeli e di alcuni membri della giunta che si è aperta la sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana in corso di svolgimento a Castell’Umberto, in Diocesi di Patti. Nel corso dei tre giorni di lavoro, dal 4 al 6 marzo, i vescovi delle diciotto diocesi dell’Isola affronteranno diversi punti all’ordine del giorno guidati dal Presidente Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale.

Diversi i punti all’ordine del giorno. L’incontro con il Presidente e il Direttore di Caritas Italiana (Mons. Carlo M. Redaelli e don Marco Pagniello); la relazione annuale del Preside della Facoltà Teologica di Sicilia (Prof. Vito Impellizzeri); le relazioni sulle riflessioni emerse dall’incontro con i Presidenti degli Istituti diocesani del Sostentamento del Clero e comunicazioni sul Servizio Regionale per Tutela dei Minori (Mons. Alessandro Damiano); la proposta di modifica dell’art. 18 del Progetto per la Formazione permanete dei Presbiteri in Sicilia – Centro Madre del Buon Pastore (Mons. Guglielmo Giombanco); le comunicazioni dei Referenti degli Economi delle Chiese di Sicilia presso la Conferenza Episcopale Italiana; le comunicazioni sulla Tavola rotonda del 16 marzo prossimo sulla tutela dell’ambiente e la problematica legata agli incendi (Mons. Giuseppe Marciante). I Vescovi inoltre incontreranno i Responsabili Regionali dell’AGESCI.

È prevista la presentazione del Bilancio Aggregato dei Tribunali Ecclesiastici della Regione Ecclesiastica Sicilia(Mons. Antonio Legname), un aggiornamento sul Pellegrinaggio ad Assisi del 3 – 4 ottobre 2024 e sulla prossima Visita ad Limina che i Vescovi delle diocesi di Sicilia effettueranno a Roma dal 28 aprile al 1 maggio. Infine la presentazione e approvazione del bilancio consuntivo della Regione Ecclesiastica di Sicilia (Mons. Guglielmo Giombanco).

Già nel corso delle prima giornata hanno incontrato mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia, e don Marco Pagniello, rispettivamente Presidente e Direttore di Caritas italiana.

La Conferenza Episcopale Siciliana (CESi), che si riunisce tre volte l’anno, è l’Assemblea permanente dei vescovi siciliani che congiuntamente esercitano funzioni pastorali per i fedeli della regione, al fine di promuovere il bene attraverso forme e modalità di apostolato adeguate che la Chiesa offre.
“Per questa sessione primaverile abbiamo scelto il centro pastorale Maria Santissima del Tindari di Castell’Umberto.  Sono tanti gli argomenti che la Conferenza Episcopale affronta durante le sessioni, innanzitutto si fa una lettura delle problematiche attuali dal punto di vista non solo pastorale ma anche sociale ed ecclesiale per dare risposte adeguate, frutto del dialogo e confronto reciproco tra vescovi. Quando ci si confronta e ciascuno comunica l’esperienza di comunità, le Chiese di Sicilia si presentano più arricchite e rigenerate” ha detto mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti e Segretario della CESi.

Colletta per le popolazioni colpite dalla guerra

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indetto una colletta nazionale per domenica 18 febbraio per sostenere l’opera di Caritas Italiana a favore delle popolazioni colpite dalla guerra in Medio Oriente. Le offerte potranno essere consegnate all’Economato della Curia o trasmesse a mezzo bonifico bancario sul conto corrente intestato: Arcidiocesi di Siracusa IT 93 U 02008 17108 000104539790

E’ possibile trovare maggiori dettagli nell’allegata comunicazione di Caritas Italiana


Messaggio per la Quaresima

L’arcivescovo Lomanto: “Invochiamo nella preghiera il dono della pace per tutti”

La preghiera è il lavoro primario di ogni battezzato, perché non è soltanto il nostro mezzo di santificazione personale, ma è anche il nostro servizio nella Chiesa e ci unisce alla missione di Gesù al Padre che salva il mondo. Volgendo lo sguardo sul mondo odierno e sui terribili scenari di guerra, comprendiamo l’importanza di invocare nella preghiera il dono della pace per tutti, affinché, come insiste Papa Francesco, «siano sempre più numerosi coloro che, senza far rumore, con umiltà e tenacia, si fanno giorno per giorno artigiani di pace», per contribuire a «porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana» (Francesco, Messaggio per la LV Giornata Mondiale della pace, 8.12.2021; Idem, Messaggio per la LVIII Giornata Mondiale della pace, 8.12.2024)”. Lo ha scritto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nel suo messaggio per il tempo di Quaresima inviato nel giorno del mercoledì delle ceneri ai fedeli siracusani. Oggi pomeriggio l’arcivescovo celebrerà la messa con l’imposizione delle ceneri alle ore 18.00 nella chiesa Cattedrale.

Il tempo quaresimale ci invita a intensificare il nostro cammino di conversione e di fede nel Vangelo riponendo maggiore fiducia nella misericordia infinita di Dio, per corrispondere più generosamente e fedelmente alla sua chiamata nella consapevolezza che il suo amore è tutto, può tutto e richiede tutto. Proseguendo il cammino sinodale della Chiesa sosteniamoci nell’impegno di crescita nella fede meditando più profondamente la Parola di Dio per giungere a celebrare con animo purificato e con rinnovato slancio spirituale il mistero pasquale del Cristo Risorto. Insieme, nello spirito sinodale, camminiamo con fedeltà nell’adempimento della volontà di Dio, con il rinnovamento del nostro spirito e con un più vivo senso di comunione ecclesiale, per ottenere da Dio un più grande dono di grazia e una maggiore comprensione della nostra vocazione cristiana e della nostra missione nel mondo, per poter svolgere un più generoso servizio di carità, di giustizia e di pace nella famiglia, nella Chiesa e nella società“.

L’arcivescovo ha invitato a vivere il tempo quaresimale “alla sequela di Cristo Crocifisso e Risorto”, riscoprendo “il significato profondo della preghiera, il valore salvifico del sacrificio e il ministero più alto della carità che purifica e vivifica”. Ed ha indicato tre punti: “La preghiera: centro unificante della vita cristiana e della cura pastorale; il sacrificio come dono e servizio di amore; la carità divina fondamento dell’amore del prossimo“.
La vita del cristiano è Dio solo ed esige, anzitutto, l’incontro nella preghiera che è l’esercizio fondamentale per rimanere nella presenza del Signore. La preghiera costituisce il centro stabile, perenne e unificante della nostra persona, della nostra vita, di tutte le nostre attività, per rispondere a Dio e raggiungere la santità. La preghiera, innanzitutto, è la parola di Dio rivolta all’uomo ed è la parola dell’uomo che risponde a Dio. Nella preghiera costante, possiamo esprimere il nostro abbandono e il nostro affidamento a Dio che ama, viene incontro, eleva e ci unisce a sé, per poterlo amare con tutto il cuore. In tal modo, tutta la nostra esistenza diventa davvero un incontro con il Signore, un cammino alla presenza di Dio che trasforma la nostra vita nell’atto di fede e di amore. (…) Solo nello spirito della preghiera, il servizio alla Chiesa non si riduce a una semplice gestione funzionale e sociologica di un incarico, ma diventa un evento profondamente spirituale, come ha sottolineato ancora Papa Benedetto XVI nel suo primo incontro con i sacerdoti e i diaconi della diocesi di Roma: «Il tempo per stare alla presenza di Dio nella preghiera è una vera priorità pastorale, non è una cosa accanto al lavoro pastorale; stare davanti al Signore è una priorità pastorale, in ultima analisi la più importante» (Benedetto XVI, Discorso al Clero di Roma, 13.5.2005)”.

Mons. Lomanto ha evidenziato come la preghiera “vissuta e provata nella fede” diventa “un atto di sacrificio che unisce all’offerta di Cristo al Padre per la salvezza di tutta la creazione. (…) L’amore per Gesù implica un cammino di apertura totale a lui che è il nostro Tutto. In fondo, il Signore ci chiama a vivere la totalità dell’amore, per far capire che la nostra forza è in Dio solo. Il Signore opera sempre così: dona tutto e chiede tutto, perché, liberi da tutto, possiamo diventare prolungamento nella storia del suo mistero dell’amore che salva e rinnova. (…) L’amore cristiano non è quello che fa le grandi opere, ma è quello che agisce in un rapporto reale di comunione in Dio, anche se non fa nulla di visibile. L’amore di Dio si manifesta attraverso ogni battezzato nel sacrificio, nella sofferenza, nel silenzio, nella preghiera, nel dono di sé, perché è immagine dell’amore crocifisso. Anche le persecuzioni – dei martiri di ieri e di oggi, cruenti o celate nella calunnia o nella falsità delle opere del male – sono una via privilegiata di santità se vissute in Gesù perseguitato, condannato, morto e risorto. Papa Francesco ha sottolineato che «accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri problemi, questo è santità» (Francesco, Gaudete et exsultate, 94). (…) La nostra vita sia un dono di amore testimoniato nella fede e celebrato nella preghiera in unione alla carità di Cristo per la salvezza dei figli di Dio“.

Infine la carità divina “fondamento dell’amore del prossimo“. (…) “L’amore del prossimo suppone l’amore di Dio e ne è la manifestazione. L’amore di Dio viene prima dell’amore del prossimo non solo per dignità ma anche per logica, per il fatto che l’amore del prossimo non può che essere una conseguenza, perché «l’amore è da Dio» (1Gv 4,7). Non si ama il prossimo se non siamo amati da Dio e se non si ama prima Dio, altrimenti non si potrebbe realmente amarlo di quell’amore che ci salva, di quella carità soprannaturale che è la pienezza della legge secondo Paolo (cf. Rm 13,10). Di fatto è solo attraverso l’amore di Dio che l’uomo può entrare in un rapporto di carità vera col prossimo: carità non sociale ma intima che realizza una vera unità. (…) L’amore di Dio in noi ci fa generare ovunque uno spirito di fraternità e di solidarietà, prendendoci cura di chi è lasciato ai margini, di chi vive nella sofferenza, di chi è disorientato e in cerca di risposte. Se siamo uniti, siamo più forti e il Signore abiterà in noi, perché è presente in coloro che amano: «Dove è carità e amore, qui c’è Dio». (…)

In questo tempo di Quaresima, intensifichiamo il nostro impegno spirituale per vivere nel raccoglimento e nella preghiera la pace vera, intima e pura, che è Gesù; cresciamo nell’amore di Cristo che ci unisce per la pietà di un cuore solo per essere dono di vita per gli altri; portiamo nel mondo la vera gioia della Pasqua per essere segno vivo della presenza del Cristo Risorto“.

 

In allegato il messaggio integrale dell’arcivescovo Francesco Lomanto 


La preghiera come peregrinatio orans

Una riflessione sulla preghiera. Una preghiera che anima la dimensione pastorale. Presentato “Preghiere a Maria e ad alcuni Santi venerati nell’Arcidiocesi di Siracusa”, volume che raccoglie le preghiere composte dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto in questi ultimi anni curato da mons. Giuseppe Greco che ha scritto l’introduzione e le ha accompagnate con un commento.
Una serata promossa dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale che ha visto la presenza del prof. don Massimo Naro, docente della Facoltà Teologica di Sicilia. “Queste preghiere – ha detto don Massimo Naro – diventano espressioni non solo della fede popolare ma anche della fede ecclesiale. Questa corrispondenza tra fede dogmatica e pietà popolare è colta e segnalata da mons. Greco. E’ una preghiera che anima la dimensione pastorale. Le preghiere sono testimonianza della cura pastorale dell’arcivescovo. Sono da intendere come una peregrinatio orans, come un pellegrinaggio orante nel territorio diocesano assecondando le ricorrenze religiose e pastorali che scandiscono la vita diocesana: il vescovo prega seguendo la vita della sua Chiesa facendosene carico, recandosi agli appuntamenti comunitari in cui incontra il popolo ecclesiale e si associa alle speranze, alla devozione, alle preoccupazioni e alle gioie. Mons. Greco nella sua introduzione sottolinea un importante binomio che viene ripreso nelle preghiere di mons. Lomanto: giustizia e verità. (…) Le preghiere non si limitano ad invocare l’azione dall’alto ma dichiarano l’importanza e l’urgenza di quell’azione dal basso operata dai credenti in corrispondenza all’offerta di grazia da parte del Signore”. Un appello continuo “alla conversione, all’impegno credente, alla responsabilità personale e comunitaria”. Le preghiere “non solo invocano l’azione di Dio ma provocano all’azione gli oranti: la conversione, l’impegno nella carità, l’assunzione di responsabilità sono tutte espressioni della testimonianza credente che chi prega deve essere disposto a rendere nella e con la propria vita. Non a caso queste preghiere, oltre che alla Madonna, sono rivolte principalmente ai martiri. Mons. Lomanto indica nel martirio un connotato peculiare della diocesi siracusana. Giustizia e verità sono le caratteristiche tipiche del martire”.

Mons. Greco ha spiegato che le preghiere dell’arcivescovo sono “preghiere che nascono dal Silenzio, generate dalla contemplazione del mistero di Dio e dalla rivelazione dell’Amore divino. Sono Preghiere che hanno un afflato biblico perché provengono dalla meditazione della Parola di Dio, che apre spazi di speranza per le necessità degli uomini. Sono anche Preghiere che nascono dal profondo della sete di salvezza di ogni persona umana. Preghiere di incontro con Dio che va alla ricerca dell’uomo. Preghiere che rivelano una profonda sete di Dio che l’anima prova nella sua perenne inquietudine. Per comprendere la struttura fondamentale di queste Preghiere, è necessario partire dalla constatazione che l’Arcivescovo pone a fondamento delle sue Preghiere il mistero trinitario”.  Alla luce del mistero trinitario l’Arcivescovo apre il suo cuore alla preghiera: “una preghiera fondata sulle tre virtù teologali: fede, speranza e carità”.  Mons. Greco ha sottolineato come “il valore della intercessione dei Santi ci manifesta il senso della “comunione dei Santi”. Siamo tutti “santificati” dal Sangue di Cristo. Non solo noi preghiamo questi Santi, ma anche questi Santi pregano il Signore per noi. E inoltre essi costituiscono un modello di vita per la nostra Chiesa. La Chiesa siracusana, in cammino con il proprio Arcivescovo, prega e la sua preghiera, come quella indicata dall’Apocalisse, è speculare alla preghiera che i Santi nel cielo elevano al Signore per noi. Come si congiungono la preghiera sulla terra e la preghiera nel cielo, così si congiungono la preghiera personale e la preghiera della Chiesa. La preghiera dell’Arcivescovo è una preghiera nella Chiesa e per la Chiesa. È una preghiera con il popolo e per il popolo. È una preghiera illuminata e nello stesso tempo è in sintonia con la pietà popolare. È una preghiera che anima la dimensione pastorale. Tutte queste preghiere sono semi di speranza, versati nei solchi della nostra terra. Germoglieranno. E fioriranno”.

L’arcivescovo Lomanto: “Testimoniamo la forza sorprendente della vita”

“Celebrare il mistero della vita alla presenza del Risorto, affrontando con Gesù le croci e le tribolazioni, per vivere sempre da risorti e testimoniare la forza sorprendente della vita, le sue profonde ragioni e il grande rispetto per il suo valore e per la sua sacralità”. E’ l’invito che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha rivolto ai fedeli presenti nella Cattedrale che hanno preso parte alla 46ma Giornata Nazionale per la Vita dal titolo «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)».
“Santa Lucia, che ha donato la sua vita terrena per testimoniare la vera vita, ci doni la forza di generare con passione e difendere con fermezza sempre e ovunque la vita di ogni cosa, la vita di ogni creatura e la vita eterna” ha detto l’arcivescovo. La Giornata assume una valenza “ecumenica e interreligiosa”, richiamando i fedeli di “ogni credo a onorare e servire Dio attraverso la custodia e la valorizzazione delle tante vite fragili che ci sono consegnate, testimoniando al mondo che ognuna di esse è un dono, degno di essere accolto e capace di offrire a propria volta grandi ricchezze di umanità e spiritualità a un mondo che ne ha sempre maggiore bisogno”. Mons. Lomanto ha ricordato che “per accogliere e vivere la forza trasformante della vita occorre incontrare Gesù, lasciarsi trasformare dal suo amore e come Lui vivere la vita come dono”.  Ed infine l’invito “a vivere il mistero della vita e a compiere una profonda riflessione spirituale ed etica per approfondire e sostenere il dono prezioso della vita e la sua forza sorprendente”.
In Cattedrale prima della celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Lomanto si sono susseguite le testimonianze di
Salvo Sorbello, presidente del Forum delle Famiglie di Siracusa; don Andrea Zappulla, direttore dell’Ufficio di pastorale Penitenziaria; Angela Nucifora del Centro di aiuto alla vita, Cinzia Cantone della Chiesa Madre di Floridia e i coniugi Carmela e Vito Gambilonghi della parrocchia Sant’Ambrogio di Buccheri.

“Per la nostra Chiesa siracusana, la Giornata si inserisce nell’Anno Luciano, indetto dal nostro Arcivescovo lo scorso 13 dicembre – hanno detto Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro, direttori dell’Ufficio di Pastorale familiare -. Cosa ci insegna Santa Lucia, in questa giornata speciale in cui si celebra la vita? Il tema della giornata è sostenuto da un versetto del vangelo di Marco, di forte richiamo: Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36) In queste parole potremmo sintetizzare la scelta coraggiosa della giovane Lucia, di non cedere alle cose del mondo per custodire la sua fede nel Signore Risorto. C’è, dunque, un monito che ci arriva dalla Vergine Martire Lucia, quello di custodire il dono della vita ricevuto nel Battesimo. E’ la forza della fede che ci rende capaci di prossimità verso tutti, di custodire ogni persona, dal suo concepimento fino al termine naturale della vita terrena. Noi cristiani abbiamo un motivo in più per attestare che la forza della vita ci sorprende, perché quando tutto sembrava essere definitivamente finito, un fallimento, Gesù ha vinto la morte con la sua resurrezione, rendendoci testimoni della più straordinaria e sorprendente esperienza di vita della storia dell’umanità. Questa è la nostra speranza, questa è la nostra fede, questa è la nostra forza da cui scaturisce ogni bene”. 

Peregrinatio Mariae organizzata dall’Unitalsi al Santuario

“Seguiamo l’esempio di Maria”

In occasione della Peregrinatio Mariae organizzata dall’Unitalsi, l’Arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto ha celebrato la Santa Messa nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, esortando i fedeli a seguire l’esempio della Madonna Santissima e a cogliere i segni che Ella continua a dare al Popolo Santo di Dio, in particolare, qui a Siracusa, quello delle lacrime.
L’arcivescovo ha indicato i segni dei due eventi mariani: l’apparizione di Lourdes e la lacrimazione di Siracusa. Da una parte l’acqua, dall’altra le lacrime, a Lourdes le parole, a Siracusa il silenzio, in Francia l’Immacolata Concezione, qui il Cuore Immacolato di Maria. Nella differenza dei segni, l’unità del messaggio: conversione, crescita nella fede, stupore e gioia dell’essere cristiani. L’iniziativa dell’Unitalsi accompagna nelle Diocesi italiane la Statua della Madonna di Lourdes.

L'arcivescovo mons. Francesco Lomanto per San Francesco di Sales

La radice di ogni comunicazione sta nel nostro cuore

“La radice di ogni comunicazione, la radice di ogni dialogo o relazione, sta nel nostro cuore. Dove abita il Signore, dove abita Dio. Come ci ricordava il teologo Romano Guardini, il compito essenziale, unico, è quello di diventare e divenire pienamente umani. Questa è la dimensione di ogni relazione, di ogni annunzio, di ogni comunicazione”. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto, delegato per le Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Siciliana, che ha presieduto l’Eucaristia nel Santuario della Madonna delle Lacrime in Siracusa per la memoria di San Francesco di Sales. Alla celebrazione hanno partecipato i giornalisti per festeggiare il loro santo patrono. Papa Francesco nel suo messaggio per la 58esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana riflette su opportunità e rischi dell’intelligenza artificiale e sulle nuove tecnologie che stanno “modificando in modo radicale l’informazione”.
L’arcivescovo ha evidenziato la dolcezza dell’amore come caratteristica fondamentale della vita e del ministero di San Francesco di Sales. “Nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, papa Francesco ci dice che il prolungamento del mondo tecnologico, se è destinato al bene dell’uomo, alla sua dignità, al suo vero progresso, è un servizio amorevole. Ma se non è orientato a questo, può diventare un dominio ostile all’uomo stesso, alla sua vita, alla società. E allora bisogna fare riferimento alla sapienza del cuore. Perché è proprio lì la radice di ogni legame. San Francesco di Sales ci insegna proprio questo: insegnando la docilità del cuore ha instaurato rapporti di unità anche con le altre confessioni cristiane. Il cuore esprime la totalità del nostro essere. La nostra vita, il nostro mondo. Il cuore esprime anche i sentimenti. Di bontà, di relazione con gli altri. Il cuore è il centro dell’uomo in cui abita Dio, in cui l’uomo incontra Dio”. Ed allora guardando alla “tecnologia, al progresso, al mondo dei media, dei social, dell’intelligenza artificiale, impegniamoci  a dare un cuore a tutto questo. Perché l’attenzione principale è l’uomo. Impegniamoci ad approfondire questo tema per crescere anche noi nella ricerca di quella verità che, come abbiamo ascoltato oggi dalla Parola di Dio, rimane per sempre. La verità non ha bisogno di essere dimostrata, perché la verità si impone da sé. Però potremmo farne un cattivo annunzio”.
L’Ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa, in collaborazione con Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), Ordine dei giornalisti di Sicilia, Assostampa Siracusa ed il settimanale Cammino, ha promosso un momento di condivisione e riflessione lunedì 29, alle ore 15.30, nel salone “Mons. Baranzini” del centro congressi del Santuario della Madonna delle Lacrime. Interverranno Vincenzo Varagona, presidente nazionale dell’UCSI, e mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa. Il seminario, accreditato presso l’Ordine dei giornalisti, sarà introdotto dai saluti di don Aurelio Russo, consulente ecclesiastico Ucsi Siracusa; Alberto Lo Passo, presidente provinciale Ucsi Siracusa; Prospero Dente, segretario Assostampa Siracusa; Orazio Mezzio, direttore del settimanale Cammino e Salvatore Di Salvo, segretario nazionale UCSI e tesoriere dell’Odg Sicilia.

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

“Ama il Signore Dio tuo … e ama il prossimo tuo come te stesso”  è il tema scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani programmata dal 18 al 25 gennaio.
Il nostro Arcivescovo mons. Francesco Lomanto esorta la Comunità diocesana, nelle sue varie articolazioni, ad unirsi spiritualmente in preghiera per «sentirci, in Cristo e per la potenza dello Spirito Santo, uno solo corpo di carne, una sola grande famiglia umana, che fa della prossimità, dell’agire concreto del buon samaritano, il proprio stile di vita, ossia il modo autenticamente evangelico di stare al mondo» (dal Sussidio CEI pp. 8-9).

Il presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo ed il dialogo mons. Derio Olivero, ha scritto: “Quest’anno non possiamo vivere questo appuntamento senza tenere presente la situazione in Terra Santa e, soprattutto, il barbaro attentato di Hamas del 7 ottobre. In questo ultimo mese, in accordo con la Presidenza, ho tenuto un costante dialogo con l’Assemblea dei Rabbini d’Italia. Insieme abbiamo deciso che la giornata mantenesse il tema precedentemente stabilito (La speranza), con i messaggi già scritti e pubblicati, ma lo aggiornasse considerando i gravi eventi successi. Pertanto, in accordo con la Segreteria Generale, invito ogni Chiesa locale a organizzare le iniziative e le preghiere alla luce di questa attenzione: “La speranza contro ogni antisemitismo”. Non si tratta di stravolgere quanto già eventualmente programmato, ma di svolgerlo secondo questa declinazione“.

In allegato il sussidio predisposto dall’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo ed il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana 

 

 


Mons. Lomanto ha presieduto la messa nella Giornata delle Reliquie

Vivere l’esperienza totale che ci insegna Lucia e vivere la santità nella quotidianità della vita

“Le reliquie di Santa Lucia ricordano la sua fede, il suo martirio, i suoi insegnamenti, la sua continua presenza tra noi. Santa Lucia è nostra concittadina. Ella porta con sé la nostra storia e continua a vivere là dove ha amato”. L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha presieduto ieri sera la celebrazione in Cattedrale nella Giornata delle Reliquie, che ha visto per l’intera giornata l’esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia nella sua nicchia in Cattedrale.
Lucia ci è vicina soprattutto con la sua santità – ha detto mons. Lomanto –. Santa Lucia è inserita nel solco della nostra storia in un legame profondo e inscindibile con la nostra città. Il grido di pietà Sarausana jè, che è di grande afflato umano e sociale, porta con sé un profondo significato di identità collettiva e di anelito spirituale. Da un canto, infatti, esso esprime il senso dell’identità locale segnata fortemente dalla presenza, dall’azione e dal patrocinio di Santa Lucia e dall’altro canto evidenzia il nostro desiderio di diventare santi come lei”.
La festa delle reliquie ha preso il via al mattino con l’apertura della nicchia che custodisce il simulacro di Santa Lucia alla quale è seguita la messa in Cappella celebrata da mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale. Come ha spiegato il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione, si tratta di una giornata che ricorda la dedicazione della Cattedrale e il terremoto del 1693: “Quando la città chiede aiuto Santa Lucia risponde sempre. Quella di oggi è anche la festa delle portatrici, che svolgono un servizio prezioso a Lucia e un momento di riflessione sulla lettera pastorale dell’arcivescovo che ricorda che quest’anno è l’anno Luciano e vedrà l’arrivo del corpo di santa Lucia a Siracusa. Un momento di grazia e preghiera e di riflessione sulla testimonianza di Lucia. Conosciamo meglio la nostra patrona. Oggi il devoto deve essere consapevole. E’ il senso di questa giornata. E nel senso di corresponsabilità che ci deve caratterizzare a consegnare le chiavi al maestro di Cappella non saremo noi della Deputazione ma semplici cittadini ed in particolare il presidente e l’allenatore del Siracusa Calcio, Alessandro Ricci e Gaspare Cacciola”. Al termine il presidente Ricci ha fatto omaggio alla Deputazione di una maglietta verde del Siracusa Calcio.
Il messaggio della parola di Dio illumina il senso della nostra accoglienza o consacrazione a Dio, evidenzia l’esemplarità dell’adesione al Signore, indica il senso della missione delle portatrici e l’importanza della nostra testimonianza cristiana – ha detto mons. Lomanto –. Le reliquie ci ricordano l’adesione personale dei santi a Dio. In Cristo i santi appartengono a Dio. Il santo, che si dona a Dio e vive di Dio, manifesta, irradia, fa risplendere la santità di Dio, perché Cristo è nei cristiani. Le reliquie sono il segno della presenza del santo, richiamano la vita del santo e la sua vicinanza a Dio. La venerazione delle reliquie è un atto di riverenza alla presenza di Dio nei santi, un’attenzione al loro modo di vita, alla dinamica interiore e all’attività creativa, allo stile di santità e di testimonianza di fede. Le portatrici – e tutti noi – siamo chiamati a conoscere sempre più la conformità di Santa Lucia alla volontà di Cristo, a vivere lʼamore del Signore come la nostra santa patrona per essere come Lui, a testimoniare la potenza di Dio nella originalità della nostra vita per rendere presente al mondo la vita vera”.
Prima della celebrazione ha avuto luogo la processione delle Reliquie dalla nicchia all’altare centrale. Subito dopo le riflessioni di don Salvatore Spataro, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio, e del prof. Salvatore Sparatore, docente dell’ISSR San Metodio e tesoriere della Deputazione, sulla lettera pastorale dell’arcivescovo mons. Francesco Lomanto “In luce ambulamus“: “La domanda che vorrei porvi è molto semplice: chi è Lucia? Le risposte potrebbero essere molteplici – ha detto il prof. Sparatore – ma la più importante è che Lucia è una testimone (non una testimonial!) del suo credere in Gesù fino al martirio. Il nostro arcivescovo nella sua Lettera Pastorale per l’Anno Luciano ci invita a recuperare il carattere di Luce proprio della fede seguendo la testimonianza di Lucia che non è solamente un esempio civico ma una piena scelta cristiana. È fondamentale che il cristianesimo non venga ridotto ad una religione civile, dove la pietà popolare, come scrive il nostro Arcivescovo, rischia “di essere fondata solamente su aspetti meramente esteriori e vuoti di significato religioso”. Don Salvatore Spataro si è soffermato sulle linee guida della lettera pastorale e le indicazioni dell’arcivescovo: “Una lettera consegnata ai devoti e alle devote per camminare con Lucia. Il cammino è essenziale nella vita della Chiesa – ha detto don Salvo Spataro – e Lucia è la sorella che cammina con noi e ci aiuta a camminare nella santità”. L’invito a “ripensare la vita cristiana sul modello delle virtù teologali: fede, speranza e carità”.
E ha ricordato le Linee guida suggerite: il cammino sinodale, la vocazione alla santità e la testimonianza. “Io aggiungo anche vivere il battesimo. Il battesimo è l’illuminazione che ci fa diventare figli della fede. Il battesimo è la vita di Dio in noi. Lucia ci invita a riscoprire il nostro battesimo e a fare della nostra vita il tempio di Dio. Lucia ha fatto della sua vita un servizio per gli altri“. Vivere l’esperienza totale che ci insegna Lucia, camminare insieme e vivere la santità nella quotidianità della vita. A tutti i partecipanti è stata consegnata la copia della lettera pastorale.

Proposte sul clima e salvaguardia del creato alla sessione invernale della CESi

Proposte sul clima e sulla salvaguardia del creato, ma anche la Visita ad Limina ma anche il Pellegrinaggio ad Assisi per l’offerta dell’olio. Diversi i temi trattati a Palermo nella sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana, presieduta dal Presidente Mons. Antonino Raspanti. All’inizio dei lavori il Presidente, a nome dei Vescovi, ha rivolto gli auguri più affettuosi a Sua Eminenza Reverendissima il Card. Paolo Romeo in occasione del 40° anniversario di Ordinazione Episcopale.

Mons.  Guglielmo Giombanco ha illustrato ai vescovi le modalità della Visita ad Limina Apostolorum che si terrà a Roma dal 29 aprile al 3 maggio 2024. La Visita prevede l’Udienza con il Santo Padre il 29 aprile e l’incontro con i Dicasteri della Santa Sede. Sono previste anche le Concelebrazioni nelle quattro Basiliche Maggiori. Un’altra celebrazione comunitaria, agli inizi della Visita, avrà luogo nella Chiesa di S. Maria Odigitria dei Siciliani.

Mons. Calogero Peri ha illustrato le iniziative proposte dal Comitato e dagli Uffici pastorali regionali coinvolti nella preparazione al pellegrinaggio regionale ad Assisi, del 3-4 ottobre 2024. Sono in fase di definizione alcune attività a carattere pastorale e spirituale che dovranno realizzarsi nelle diocesi, in collaborazione con le famiglie francescane presenti nell’Isola. Ad ogni diocesi, il prossimo 2 febbraio, sarà affidata una lampada itinerante, come simbolo del pellegrinaggio, che visiterà le parrocchie.  La Regione Siciliana ha assicurato il suo sostegno e la collaborazione nelle varie fasi di programmazione e attuazione del pellegrinaggio regionale.

Mons. Antonino Raspanti ha presentato la seconda bozza delle Linee guida per la riforma della Segreteria Generale della CEI illustrandone i principi, i criteri e i rapporti con le Conferenze Episcopali Regionali. I Vescovi hanno espresso il loro parere e hanno sottolineato le eventuali ricadute riguardo alle strutture diocesane.

Mons. Cesare Di Pietro e i due referenti regionali del Cammino sinodale Prof. Maria Dolores Doria e Mons. Onofrio Castelli hanno presentato una sintesi delle riflessioni e delle proposte maturate durante l’assemblea ecclesiale, celebrata a Terrasini nei giorni 13 e 14 ottobre 2023. Nell’Assemblea i rappresentati delle diverse chiese si sono confrontati sulle riflessioni elaborate nella fase narrativa del Cammino sinodale e, al tempo stesso, hanno individuato nuovi percorsi per avviare la fase successiva, quella sapienziale. Particolarmente proficuo è stato il confronto nei 25 tavoli sinodali le cui sintesi sono state pubblicate sul sito ufficiale della Conferenza Episcopale Siciliana e che richiedono di essere approfonditi e sviluppati con proposte attuative.

I Vescovi hanno incontrato, in video conferenza, il Dott. Andrea Monda, direttore del quotidiano “L’Osservatore Romano”, per un dialogo sulla valorizzazione e promozione della diffusione del quotidiano della Santa Sede nelle singole Chiese diocesane. Il dott. Monda ha comunicato le novità scelte dalla redazione per rendere il giornale più rispondente alle attese della gente. Tra queste ha segnalato la nuova rubrica “Ospedale da campo” per far conoscere maggiormente le attività svolte dalle singole Chiese riguardo la vicinanza a tutte le fasce di età, soprattutto ai più sofferenti. Infine ha chiesto ai Vescovi di promuovere la diffusione del quotidiano nelle singole diocesi, anche in forma digitale.

Mons. Alessandro Damiano ha riferito sull’esito dell’incontro svoltosi all’Hotel Federico II di Enna con S.E. Mons. Luigi Testore, Presidente dell’ICSC. Mons. Testore nell’incontro ha ribadito la possibilità di unificare alcuni Istituti diocesani del Sostentamento del Clero. Bisogna guardare ad un orizzonte più vasto: sociologico ed economico e individuare proposte valide per un buon funzionamento degli Istituti. È anche da considerare, in questo ambito, l’aumento statistico dei non credenti e degli aderenti a nuove chiese, come anche la diminuzione dei cattolici dalle pratiche religiose. I vescovi hanno ribadito la necessità di promuovere un’adeguata campagna di sensibilizzazione sull’aiuto economico alla Chiesa cattolica e anche di far conoscere le tante opere di sostegno e di carità realizzate dalla Chiesa con il contributo ricevuto.

Mons. Giuseppe Marciante ha illustrato le determinazioni che i Direttori degli Uffici diocesani della pastorale sociale e del lavoro e il Laboratorio socio politico hanno proposto al fine di prendere coscienza della gravità della crisi climatica in Sicilia. Il riferimento è stato principalmente al gran numero di incendi registrato nell’estate 2023, quasi sempre di natura dolosa, che hanno devastato migliaia di ettari di superficie boschiva ed hanno provocato vittime. Le cause sono diverse: dolose (gestione criminale dei pascoli, speculazioni edilizie e su contribuzioni pubbliche), cause da colpa (negligenza e trascuratezza), cause dimostrative. Inoltre, la crisi dell’agricoltura e la fuga dalle campagne favoriscono l’accumulo di grandi masse di combustibile non gestito che potrebbe causare incendi. Si propone di organizzare una Tavola rotonda che coinvolga Istituzioni a vari livelli per conoscere il fenomeno degli incendi, valutarne le cause e agire con soluzioni attuabili nell’immediato.

I Vescovi hanno incontrato i rappresentanti delle Associazioni delle scuole cattoliche riunite sotto l’alleanza “Agorà della Parità – Sicilia”. Le scuole cattoliche che in Sicilia accolgono circa 40.000 alunni, sono diffuse in tutto il territorio regionale, specialmente nei piccoli comuni o nei quartieri più disagiati dove è maggiormente sentito il bisogno di interventi educativi e sociali. Purtroppo la situazione sociale ed economica sta mettendo a rischio l’esistenza stessa di questa missione educativa. I rappresentanti delle Associazioni hanno chiesto ai Vescovi la possibilità di una maggiore collaborazione e di un confronto frequente con gli Organismi Regionali e con l’Ufficio pastorale regionale della Scuola ed educazione, per trovare strategie comuni di sostegno delle scuole cattoliche. Inoltre, considerata la povertà crescente nelle famiglie, sarebbe opportuno creare iniziative di sostegno economico, anche attraverso la Caritas, per gli alunni in situazioni di disagio economico.  I Vescovi hanno suggerito di celebrare la Giornata Regionale della Scuola Cattolica nei tempi e nelle modalità da concordare con l’Ufficio pastorale regionale per la scuola e l’educazione.

I vescovi hanno nominato i cinque membri per la Commissione paritetica del Protocollo sulla legalità, tra Conferenza Episcopale Siciliana e la Commissione di inchiesta e di vigilanza sul fenomeno della mafia e corruzione in Sicilia. E poi

  • Don Giuseppe Di Stefano (Arcidiocesi di Messina – Lipari – S. Lucia del Mela) Assistente Ecclesiastico Regionale del MASCI.
  •  Don Alessandro Napoli (Diocesi di Catania), Assistente ecclesiastico Regionale dell’Associazione “Fratres”.
  •  Don Sebastiano Cristaudo, della Diocesi di Caltagirone, collaboratore del Direttore del Centro “Madre del Buon Pastore” per la Formazione permanente dei Presbiteri.