Si è celebrato il 18° anniversario della Consacrazione e dedicazione del Santuario Madonna delle Lacrime. Nella Basilica: la celebrazione Eucaristica è stata presieduta da Sua Ecc.za Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace. Subito dopo nel salone Giovanni Paolo II, Mons. Vincenzo Bertolone ha tenuto una riflessione su «Lacrime e fede». Sono intervenuti l’arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo e l’arcivescovo emerito di Siracusa Mons. Giuseppe Costanzo.
Mons. Vincenzo Bertolone nel corso della sua relazione ha ricordato: ‘L’icona della beata Vergine in lacrime – dono prezioso per questa terra cristiana di Siracusa, per l’intera Sicilia, per l’Italia, l’Europa ed il mondo – ci ricorda che esistono lacrime per ‘cose decisive’, qual è, in quest’anno speciale, il ‘dono della fede’, la cui porta – che è Cristo, Figlio di Maria -dobbiamo coraggiosamente attraversare, come ci è stato indicato anche dai Vescovi di Sicilia al termine dell’ultima sessione autunnale della Conferenza Episcopale (Palermo, 8-10 ottobre 2012): bisogna infatti, hanno scritto, «incoraggiare le comunità ecclesiali ad essere segno di speranza per tutto il popolo siciliano, testimoniando – dentro le difficoltà che tutti vivono – la certezza di Cristo presente ed operante nella storia». Esse vanno interpretate nella linea dei ‘segni’, cioè sono delle realtà umane che alludono e rinviano alla ‘cosa significata’, ovvero al mistero della fede cristiana come interpretato dalla Beata Vergine e, dunque, chiedono di essere decifrate, interpretate e correlate, sempre al vangelo ed al mistero cristiano custodito dalle Scritture e dalla Tradizione della Chiesa. Le lacrime versate da Maria, per cose certamente di grande valore, meritano davvero anche le nostre lacrime, oggi? E ancora di più: come interpretare quelle lacrime di Maria in questo speciale giorno anniversario? Viviamo tutti in un’epoca di attese, a volte quasi di attese scoraggianti; gli stessi Vescovi siciliani hanno dovuto lamentare il vero e proprio declino di una Regione, la Sicilia, che alimenta gravi preoccupazioni nei Pastori in tema di coesione sociale, di qualità della vita, del futuro dei giovani, della crisi della famiglia. Quante lacrime silenziose salgono verso il cielo dalle nostre terre e dalle nostre case, lacrime dense di suoni, perché sono la nostra voce vera, la nostra lingua madre, il segno della nostra esplorazione delle celle interiori e inaccessibili del cuore! A volte sono lacrime provocate da timori circa il futuro, al punto che qua e là, anche sull’onda di una certa religiosità del tipo New Age, si diffondono vaticini e profezie sulla prossima fine di ogni speranza. Spesso questi pseudoprofeti apocalittici dei nostri giorni, nei tanti momenti di particolare difficoltà personale, familiare e sociale, e perfino ecclesiale, evocano strategie quasi da ‘fine del mondo’ e chiamano inutilmente a supporto apparizioni e prodigi religiosi. Maria, attraverso dei segni umani, come apparizioni e lacrimazioni, ci fa sentire, piuttosto, la sua vigile e materna presenza, ci addita in ogni difficoltà e paura la porta che salva: il Cristo”.