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Giubileo della Vita Consacrata

Si celebra lunedì 3 febbraio il Giubileo della Vita Consacrata al Santuario della Madonna delle Lacrime.

Alle ore 16.15 recita del Santo Rosario. Alle ore 17.00 Santa Messa presieduta dall’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto, con i religiosi e le religiose (non sarà celebrata la Messa delle ore 18).
Si ricorda che – insieme ai religiosi – tutti i fedeli possono partecipare a tutte le iniziative e ottenere ogni giorno i benefici dell’indulgenza plenaria del Giubileo.

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Festa della Candelora al Santuario

Domenica 2 febbraio si terrà la benedizione delle candele e la Santa Messa nella Presentazione di Gesù al tempio, conosciuta come la festa della Candelora.

Programma presso la Casa del Pianto
ore 8.25 – raduno in via degli orti 9 e ingresso nella Casa dal numero civico 11;
ore 8.30 – Santa Messa presso l’Altare dove ha pianto la Madonna nel 1953.

Programma presso il Santuario Madonna delle Lacrime
ore 17.30 – raduno presso la Cappella del Santissimo e preghiera del Santo Rosario;
ore 18.50 – benedizione candele e processione interna;
ore 19.00 – Santa Messa presso l’Altare della Madonna delle Lacrime

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Vivere nella gioia e nell’allegria la nostra fede

San Giovanni Bosco ci invita a vivere nella gioia e nell’allegria la nostra fede“. L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha celebrato la Festa di San Giovanni Bosco nella parrocchia di San Tommaso Apostolo al Pantheon a Siracusa. Accolto dal parroco, don Massimo Di Natale, e dai ragazzi del cammino di iniziazione cristiana che hanno rappresentato il sogno che San Giovanni Bosco ebbe all’età di 9 anni. Poi mons. Lomanto ha presieduto la celebrazione eucaristica alla presenza dei Cooperatori Salesiani e dei volontari della mensa.
San Giovanni Bosco, come ci avete rappresentato, ha chiamato i giovani, i fanciulli, anche quelli lontani dalla fede, a vivere la vita di grazia per dare loro pane, lavoro, istruzione. Noi siamo chiamati a realizzare questa comunione di grazia con il Signore – ha detto l’arcivescovo Lomanto -. San Giovanni Bosco ci offre un progetto di santità facile. La società dell’allegria. Per formare il giovane, l’uomo nel tempo per l’eternità. Possiamo individuare quattro pilastri fondamentali: la grazia di Dio, la grazia santificante che si ottiene con il sacramento della riconciliazione; che deve abitare la nostra vita. Compiere la volontà di Dio è un altro pilastro fondamentale nella vita di San Giovanni Bosco e di tutti i santi della carità. Non nella rassegnazione. Ma come incontro con il Signore perché nel compimento della volontà di Dio si incontra Dio. Il terzo pilastro: la perseveranza, non fermarsi mai, fino alla fine. Attraverso il quarto pilastro, l’amore, la bontà, la dolcezza. La santità è di ciascuno di noi. Gesù vuole abitare dentro di noi. San Giovanni Bosco invitava i suoi giovani. Ripeteva sempre di accogliere i fanciulli, gli ammalati, gli anziani. Con la bontà si può conquistare anche un nemico. Vi invito a realizzare la parola del vostro canto: “ci siamo noi don Bosco”. Dobbiamo essere pellegrini di speranza. C’è una originalità nella vita di ciascuno di voi. Possiamo vivere così il disegno di Dio“.
La comunità parrocchiale ha ringraziato l’arcivescovo per la sue parole.
Questa giornata a noi tanto cara iniziata da mons. Bruno – ha detto don Massimo Di Natale –. In un tempo di forte emergenza educativa il suo metodo preventivo, formativo è sempre attuale. Ci affidiamo a lui per potere collaborare con le famiglie ed educare questi ragazzi che sono nel cammino di iniziazione cristiana. Quello che facciamo in questi anni, che ci impegniamo a fare come comunità, è proprio quello di creare un oratorio. Oggi è festa di famiglia, con i tanti volontari che animano la mensa. Abbiamo gli studenti dell’Istituto Rizza che recandosi al campetto di calcio frequentano la parrocchia e si rendono conto della carità concreta“.
Al termine è stato distribuito il tradizionale panino di don Bosco con la mortadella.
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Festa di San Giovanni Bosco al Pantheon

Si celebra venerdì 31 la Festa di San Giovanni Bosco. Nella parrocchia di San Tommaso Apostolo al Pantheon a Siracusa, alle ore 18.00 preghiera del Santo Rosario e alle ore 18.20 festosa accoglienza all’arcivescovo mons. Francesco Lomanto con intrattenimento dei ragazzi del cammino di iniziazione cristiana e celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo. Al termine verrà distribuito il tradizionale panino di don Bosco con la mortadella.
La festa è stata preceduta dal triduo di preparazione, da martedì 28 a giovedì 30: alle ore 18.00 la preghiera del rosario e poi la celebrazione eucaristica e la riflessione sulla figura did on Bosco a cura dei salesiani cooperatori.

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Giornata nazionale per la vita in Cattedrale

Trasmettere la vita, speranza per il mondo” “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita”. (Sap 11, 26) è il titolo della 47ª Giornata Nazionale per la Vita, che si celebra domenica 2 febbraio per riflettere sul valore della vita umana.

La Giornata, promossa dal’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia, si inserisce nel contesto del Giubileo della Speranza, offrendo un’occasione speciale per meditare sul dono della vita alla luce della fede e delle sfide del nostro tempo. Alle ore 9.30 è prevista l’accoglienza in piazza Minerva. Poi il cammino verso la Cattedrale dove alle ore 10.00 ci saranno gli interventi di mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale di Siracusa; Antonio Alì, già presidente facente funzione del Tribunale di Siracusa; Salvo Sorbello, presidente del Forum delle famiglie della provincia di Siracusa.
Seguiranno le testimonianze dei coniugi Barbara, infermiera presso la Fondazione Sant’Angela Merici, e Stefano Siringo, medico ginecologo all’ospedale Umberto I di Siracusa.
Alle ore 11.30 la celebrazione eucaristica sarà presieduta da mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa.

Durante questa giornata ogni parrocchia e realtà ecclesiale potrà organizzare iniziative di preghiera, riflessione e sensibilizzazione, per riaffermare il messaggio evangelico che ogni vita è un dono prezioso di Dio e che custodirla significa costruire un mondo più giusto e solidale.

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Una casa ad Augusta destinata ad ospitare i detenuti con le famiglie

Casa Zaccheo, accoglienza e condivisione

Un progetto di accoglienza, condivisione e cura.
Nasce ad Augusta, nel Siracusano “Casa Zaccheo”, un luogo destinato ad accogliere i detenuti in permesso premio con le loro famiglie.
Un’iniziativa dell’Ufficio diocesano di Pastorale Penitenziaria e della Caritas cittadina. Casa Zaccheo, che si trova proprio davanti alla parrocchia Sacro Cuore di Gesù, sarà gestita dai volontari che accoglieranno i detenuti in permesso (solitamente dai tre agli otto giorni) per buona condotta o per il percorso rieducativo intrapreso.
Casa Zaccheo si pone come segno della continuità del lavoro svolto in questi anni dalla Caritas cittadina – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto . E come segno della sinodalità sociale. Oggi la Chiesa è impegnata a compiere un cammino sinodale come comunità cristiana ma possiamo estendere questi valori a tutta la nostra vita. E’ un segno di grande attenzione alla dignità della persona per costruire innanzitutto relazioni. La casa è il segno delle relazioni, dell’incontro, della crescita, dello scambio, della condivisione e dunque del camminare insieme. Il frutto che speriamo è quello del reinserimento, della rieducazione per vivere un giubileo esteso a tutta la nostra vita”.
La Caritas di Augusta da tanti anni porta avanti il progetto di accoglienza dei detenuti sul territorio. Ma fino ad ora erano detenuti singoli. Adesso l’accoglienza è cambiata. “E’ in continuità con un progetto avviato da tanti anni all’interno delle comunità ecclesiali per accogliere i detenuti in permesso premio – spiega don Helenio Schettini, referente della Caritas cittadina –. Oggi abbiamo trovato una sistemazione più idonea per le esigenze delle famiglie. L’esperienza di accoglienza è consolidata ed è portata avanti dai volontari delle Caritas di Augusta che vivono un cammino insieme nel servizio alla carità. Un’iniziativa forte che ci permette di crescere a servizio dei fratelli ma anche nella comunione tra le realtà ecclesiali di Augusta“.
L’obiettivo è quello di mettere insieme tutte le forze che lavorano sia all’interno del carcere sia all’esterno. Sensibilizzare il territorio affinché si possano avviare progetti di socializzazione di educazione e inserimento. “Oggi è necessario fare rete, dobbiamo andare insieme, dobbiamo costruire insieme, se vogliamo creare qualcosa che possa durare del tempo e che possa produrre molti frutti – spiega don Andrea Zappulla, direttore dell’Ufficio di Pastorale Penitenziaria -. Il nome non l’abbiamo scelto a caso: Zaccheo è un uomo curioso che appena incontra Gesù lo accoglie nella propria casa e ha una grandissima conversione: è il cambiamento di vita, l’incontro con Gesù cambia radicalmente la vita di quest’uomo. Mi auguro che i fratelli detenuti possano fare la stessa esperienza di Zaccheo”.
E poi l’accoglienza come “apertura del cuore, apertura dell’anima. E noi vogliamo fare spazio nella nostra vita ecclesiale a questi fratelli perché possano vivere un momento di rinascita”.
Poi la condivisione “non solo dei beni materiali ma anche del tempo, bene prezioso che abbiamo tutti. I volontari in questi mesi hanno aiutato a far diventare Casa Zaccheo un luogo familiare. Non istituzionale, non una casa fredda, angusta, gelida, ma un luogo in cui ciascuno possa fare esperienza di famiglia. La condivisione del tempo è appunto dei tanti volontari che ruotano attorno alla missione di casa Zaccheo, ma la condivisione degli spazi penso ai detenuti con la loro famiglia. Ma anche del tempo insieme con noi. Quando i fratelli detenuti sono a Casa Zaccheo insieme alle loro famiglie, noi volontari andiamo a trovarli, ci prendiamo il caffè, ascoltiamo le loro storie, raccogliamo le loro lacrime: diventa un modo per essere dono l’uno per l’altro. E infine l’ultimo aspetto della missione è quello della cura: la cura della persona fondamentale in un mondo come il nostro, spersonalizzato. Casa Zaccheo vuole essere anche il luogo in cui attraverso la cura delle relazioni familiari con i detenuti si possa trovare ecco, quell’aspetto importante per ripartire”.
Don Helenio Schettini ha portato un esempio concreto di comunione: ”La sera di Capodanno mi sono sentito suonare in canonica ed era la famiglia che era accolta in casa Zaccheo che mi aveva portato qualcosa da condividere: è stato un gesto bellissimo perché davvero diventa la bellezza di chi crea relazioni vicendevoli e di donazione reciproca. Quella carità concreta che ci rende fratelli in Cristo. Ad Augusta non accogliamo solo presso casa Zaccheo ma anche presso il centro Caritas ancora continua l’accoglienza dei nostri fratelli soprattutto di quelli che sono senza famiglie. E lì c’è un impegno più gravoso: perché se qui le famiglie poi si prendono cura di tanti aspetti lì invece sono le comunità che si prendono cura di assistere i detenuti nei pasti, di tutto ciò che è necessario anche nella compagnia che è necessaria a queste persone sole quando arrivano al centro Caritas”.
Un ringraziamento a padre Angelo Saraceno, pioniere di questa attività in Caritas che ha iniziato tanti anni fa l’accoglienza di detenuti singoli.
Presenti l’assessore alle politiche sociali del comune di Augusta Biagio Tribulato e il comandante della polizia penitenziaria del carcere di Augusta, Dario Maugeri.
La storia di questa Caritas cittadina ha profonde radici – ha detto padre Angelo Saraceno. Dal terremoto del 1990 abbiamo sperimentato che la vera fede è quando impariamo a prenderci cura del più bisognoso. E ci sono state tante persone più bisognose di noi. Persone rimaste senza casa. E poi con il villaggio dei container dove abbiamo sperimentato le varie povertà. Ma la cosa più importante è il cammino fatto insieme. Il dialogo, le relazioni, prendersi cura non solo ognuno della propria parrocchia. E questo ci ha portato a porre un primo gesto che sembrava fosse urgente. Poter creare una mensa per i più poveri. Poi abbiamo scoperto che nel nostro territorio c’era la realtà del carcere che noi conoscevamo come una struttura sulla strada di Brucoli. Ci hanno chiesto se qualcuno era disposto a prendere i parenti dei carcerati, che col pullman si fermano al centro storico, e accompagnarli fino al carcere. Ed è iniziato il primo servizio. Accogliere non è semplicemente dare una casa: è mettere noi stessi al servizio. Il carcere non è espiazione ma è recupero, reinserimento e fiducia“.
È un ambiente diverso rispetto all’istituto e a qualunque altro ambiente – ha detto il vice direttore della casa di reclusione di Augusta, Francesca Fioria -. Per i familiari che vengono da lontano, avere questa opportunità di poter stare qui con la persona detenuta, in un luogo che si presta soprattutto per i figli dei detenuti, protetto, quasi familiare, come nelle loro abitazioni”.
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Nasce Casa Zaccheo ad Augusta

Un luogo destinato ad accogliere i detenuti in permesso premio con le loro famiglie. Nasce ad Augusta, nel Siracusano, Casa Zaccheo.
Un’iniziativa dell’Ufficio diocesano di Pastorale Penitenziaria e della Caritas cittadina di Augusta che sarà presentata mercoledì 29, alle ore 10.00, presso la parrocchia Sacro Cuore di Gesù.

La cerimonia sarà presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, e vedrà la partecipazione di don Helenio Schettini, referente della Caritas cittadina di Augusta, e don Andrea Zappulla, direttore dell’Ufficio di Pastorale Penitenziaria, del sindaco di Augusta Giuseppe Di Mare, del direttore del carcere di Augusta, Angela Lantieri, del comandante della polizia penitenziaria della casa di reclusione di Augusta Dario Maugeri, e dei rappresentanti di polizia e carabinieri.

La Casa Zaccheo sarà gestita dai volontari che accoglieranno i detenuti in permesso premio (solitamente dai tre agli otto giorni) per buona condotta o per il percorso rieducativo intrapreso.

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Dialoghi per la pace

Due incontri sul dialogo. Due conversazioni sul tema concreto della pace con due teologi e un astrofisico, dal titolo Dialoghi per la Pace, promossi dall’Ufficio Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Siracusa diretto dal mons. Maurizio Aliotta. Due momenti per suscitare un “sentire” comune sui temi della costruzione della pace.

Il primo incontro si terrà martedì 28 gennaio alle ore 18.30 nella parrocchia Cristo Re di Lentini: in dialogo con il teologo Gianni Mazzillo.
Secondo incontro venerdì 31 gennaio alle ore 18.00 al centro congressi del Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa: in dialogo con Daniele Spadaro, astrofisico, e Luca Novara, teologo.
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Chiusura della Chiesa Cattedrale 

L’Arcidiocesi comunica la chiusura della Chiesa Cattedrale in piazza Duomo a Siracusa da mercoledì 22 a venerdì 24 gennaio per un intervento di manutenzione ordinaria.
La chiusura viene resa nota per dare l’opportuna conoscenza ai siracusani e ai turisti che quotidianamente si recano nella Cattedrale.

Visitare la Cattedrale di Siracusa significa poter avere un incontro diretto con il mondo greco del V secolo a.C. essendo nello stesso spazio del tempio di Atena.
Un monumento fortemente stratificato e segnato da continue trasformazioni, ancora in grado di raccontare con evidenza il passato, attraverso i suoi elementi architettonici.
Per questo la Cattedrale di Siracusa dal 2005 è annoverata nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità ed è oggi uno dei siti più visitati dell’Isola. Con i suoi 25 secoli di storia, l’edificio sacro presenta 36 colonne in stile dorico, alte più di 8 metri, innalzate dai greci di Sicilia nel punto più alto dell’acropoli e consacrate alla dea Atena.
Le colonne ancora oggi visibili, sia all’interno che all’esterno della chiesa, trovarono una nuova identità come struttura portante della chiesa bizantina e, una volta inglobate nelle mura perimetrali, accolsero un’antica immagine di Maria con in braccio il Bambino: la Madonna del Piliere. Da allora la chiesa è diventata un importante luogo di culto cristiano.

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