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La fragilità dell’anima per Siracusa Sacra

La fragilità dell’anima è il tema di Siracusa Sacra – frammenti d’anima, iniziativa del Parco culturale ecclesiale “Terre dell’invisibile” e della società Kairos, che quest’anno si ripresenta in una nuova veste: l’apertura straordinaria di alcune chiese in orario serale, le esposizioni d’arte contemporanea e le visite guidate.
Dal 21 luglio al 4 settembre, alcune chiese a Siracusa potranno essere visitate in orario serale, dalle ore 20.00 alle ore 22.00 (visite guidate ore 20.30 e ore 21.30): il giovedì, venerdì e sabato, gli artisti esporranno ciascuno le loro opere. Ognuno di loro con la propria arte ha avuto modo di toccare con mano la fragilità dell’anima. Si tratta degli ospiti dell’Istituto Sant’Angela Merici, la fotografa Stefania Anzelmo e lo scultore Carmelo Lorefice.
In particolare il giovedì sarà aperta la Chiesa di San Giovanni Evangelista e la Cripta di San Marciano dove saranno esposti i lavori realizzati degli ospiti dell’Istituto sant’Angela Merici; il venerdì la Chiesa di San Martino e la Chiesa di San Benedetto dove verranno esposte le fotografie della fotografa siracusana Stefania Anzelmo e le sculture dell’artista modicano Carmelo Lorefice; il sabato percorso Secreta Palatii che comprende la Cappella Sveva, il Carcere Vescovile, e la Biblioteca Alagoniana.
Dopo la pandemia che in questi due anni ha cambiato a chi di più a chi di meno la vita, ora abbiamo tutti voglia di raccogliere e mettere insieme i pezzi della nostra vita, come frammenti d’anima spezzati dalla sofferenza e ripartire.

Le opere mostrate e inserite nei luoghi di Siracusa Sacra ci svelano diversi tipi di anime spezzate. Gli artisti, ognuno con esperienze diverse, hanno in qualche modo saputo cogliere l’essenza di queste anime rappresentandole attraverso linguaggi totalmente differenti, a noi tocca, ognuno secondo le proprie sensibilità, riconoscere questi frammenti recuperarli e metterli apposto.

Una scultura di Carmelo Lorefice

Il tema scelto è la fragilità dell’anima. Siamo stati coinvolti con alcune opere da mettere in mostra – ha detto don Alfio Li Noce, presidente della Fondazione Sant’Angela Merici -. Sono alcune sculture per le quali i nostri ragazzi hanno utilizzato la pietra di Noto e alcune opere pittoriche. Ed una immagine della Madonna molto particolare. Il risultato del lavoro fatto con i maestri d’arte che non è solo lavoro creativo ma è il frutto di un percorso dell’equipe riabilitativa. Nelle opere ammiriamo la vitalità e la creatività dei ragazzi. La gioia della condivisione“.

Le opere che sono esposte nella Basilica di San Giovanni e nella Cripta di San Marciano sono state realizzate dagli ospiti dell’Istituto Sant’Angela Merici di Canicattini e Siracusa. Ospiti con problemi motori o psichici, che affrontano quotidianamente la fatica di riabilitarsi. Ogni opera è composta e realizzata con frammenti: colori frammentati, immagini tagliati in riquadri e mosaici con barattoli di colore colato. I volti sono realizzati da linee spezzate nette mostrando tutta la severità e l’inquietudine umana.

I volti in terracotta esposti nella chiesa di San Martino sono dello scultore Carmelo Lorefice, sono maschere rugose, deformate, sono caricature di un pensiero umano che trasmettono vibrazioni, sentimenti, espressioni dell’animo sottolineati attraverso i tratti somatici. Sono sensazioni, stimoli, stati d’animo che la natura impone all’uomo frammentando e smantellando la visione unitaria che l’uomo ha della vita.

Una fotografia di Stefania Anzelmo

 

Nelle fotografie di Stefania Anzelmo scattate all’interno del carcere Borbonico di Siracusa, inserite negli altari laterali della chiesa di San Benedetto, si coglie la disperazione di anime sospese tra la solitudine e la rabbia, immerse nel buio squarciato da lame di luce sottili che si fa strada attraverso le grate. E tra il degrado e le mura che si sfogliano come sottili veli fa mostra di se una Madonna o ciò che resta di essa, e di fronte ad essa la fotografa percepire i pensieri dei condannati che molte volte l’avranno chiamata, invocata e anche bestemmiata, cercando di raccogliere attorno a Lei i frammenti di un’anima persa.

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Il 69esimo anniversario della Lacrimazione a Siracusa

Le lacrime di Maria riflesso delle lacrime di Gesù

Le parole di Papa Francesco, «Le lacrime di Maria sono un riflesso delle lacrime di Gesù», guideranno la riflessione del 69mo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa.
Papa Francesco, nel suo discorso al pellegrinaggio della Comunità Pastorale “Madonna delle Lacrime” di Treviglio, il cui Santuario è gemellato con il nostro Santuario di Siracusa, ha anche detto che “Le lacrime di Maria sono anche segno del pianto di Dio per le vittime della guerra che sta distruggendo l’Ucraina. Al suo Cuore immacolato abbiamo affidato la nostra supplica, e siamo certi che la Madre l’ha accolta e intercede per la pace, lei che è la Regina della Pace” (23 aprile 2022).
Il programma dell’anniversario culminerà nella celebrazione eucaristica dell’1 settembre presieduta dal Card. Gualtiero Bassetti, già Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e con l’Atto di Affidamento e di Consacrazione della Città e della Diocesi di Siracusa al Cuore Immacolato di Maria da parte dell’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto.

E nel suo messaggio l’arcivescovo Lomanto ha ricordato: “Le Lacrime della Madonna accompagnano il cammino della Chiesa e rafforzano la nostra fede nel Signore. Esse non sono segno di debolezza o di resa, sono piuttosto la nostra forza e la nostra speranza perché – come ha detto Papa Francesco – «Le Lacrime di Maria sono un riflesso delle Lacrime di Gesù» (23.04.2022)Le Lacrime di Maria, quale riflesso delle Lacrime di Gesù sono la certezza che non siamo soli: Dio è con noi e mai abbandona i suoi figli nella sofferenza e nelle fatiche della vita. «Se Dio ha pianto – afferma il Papa – anch’io posso piangere sapendo di essere compreso» (05.05.2016).
Le Lacrime della Madonna riflettono le Lacrime di Gesù e sono la rivelazione dell’Amore di Dio che piange con noi, suscitando in noi la «grazia di saper piangere» per i nostri peccati, per le sofferenze dei fratelli, per la crudeltà della guerra fratricida e per l’insensatezza della violenza. Le Lacrime della Madonna donino occhi nuovi per guardare col cuore di Dio la nostra storia e poter agire con vera carità verso i fratelli poveri e sofferenti”.

Venerdì 26 agosto è previsto un incontro con i testimoni oculari della Lacrimazione della Madonna nel 1953 e la presentazione dei libri-testimonianza di Franco Cirillo. Sabato 27, al termine della celebrazione eucaristica delle ore 19.00, presieduta da mons. Francesco Lomanto, sarà celebrato il tradizionale rito della benedizione del cotone, che sarà distribuito ai fedeli al termine delle Sante Messe del sabato e della domenica.
Il 29 agosto la celebrazione eucaristica delle ore 19.00 sarà presieduta da mons. Francesco Lomanto, il 30 agosto da mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Siracusa, il 31 agosto da mons. Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa.
Confermata l’installazione della pedana sull’Altare maggiore, che facilita la preghiera al cospetto del Quadretto miracoloso della Madonna delle Lacrime, dal 14 agosto al 2 settembre 2022.

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Anniversario dell’ordinazione sacerdotale dell’arcivescovo Francesco

Domani, mercoledì 29 giugno, alle ore 10.00, mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa, celebrerà la Santa Messa nel 36mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
“Ci uniamo alla sua preghiera per il dono del suo Sacerdozio e ringraziamo il Signore per averlo scelto quale pastore della nostra Arcidiocesi di Siracusa e custode delle Lacrime della Madonna” ha detto mons. Aurelio Russo, rettore del Santuario del Madonna delle Lacrime.

Il 29 giugno 1986, terminati gli studi nel seminario di Caltanissetta, Francesco Lomanto è stato ordinato presbitero da mons. Alfredo Maria Garsia, vescovo della Diocesi di Caltanissetta.

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Pastorale della Salute, creare una rete al servizio dell’uomo

“Dobbiamo fare un servizio in uscita, dobbiamo avere un approccio comune, dobbiamo avere lo stile di vita pastorale e bisogna formare le coscienze.  Serve una struttura di servizio che ci dia identità: curare la comunicazione e la relazione.  Una struttura di servizio ben strutturata con una segreteria che funzioni tutto il giorno. Creare una rete di informazione, di ricchezze e di comunione”. E’ questa l’indicazione raccolta da don Raffaele Aprile, direttore della Pastorale della Salute, al termine dell’incontro che si è svolto ad Enna tra i direttori della Pastorale della Salute in Sicilia, presieduto da mons. Giovanni Accolla, arcivescovo delegato della CESI, alla presenza di don Massimo Angelilli, direttore dell’Ufficio nazionale, e don Mario Torracca, direttore regionale.
“Dobbiamo  avere un’approccio comune, dobbiamo cominciare a pensare di creare nelle parrocchie dei responsabili, che abbiano il contatto con i parroci, i ministri della comunione e anche a livello domiciliare. Si deve cercare il modo per assicurare che i cappellani possano operare come altri operatori sanitari”.

Don Massimo Angelilli sta effettuando una visita in tutte le realtà regionali per ascoltare e condividere momento di comunione. Per conoscere le situazioni nelle diverse realtà diocesane, le difficoltà ed eventuali bisogni.  La Fratres è l’unica realtà di raccolta di sangue riconosciuta dalla CEI. Le diocesi possono collaborare  facendo dei progetti “salva vita” per la donazione di sangue e organi. Esiste in alcuni diocesi una giornata dedicata alla donazione del sangue. Anche in Vaticano, “Progetto culturale con il museo Vaticano” dove chi dona il sangue può usufruire dei servizi senza pagare. La Pastorale della salute sta dove stanno i malati.

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Festa delle famiglie al Santuario

“L’amore familiare: vocazione e via di santità” è il tema del X Incontro mondiale delle Famiglie che si sta svolgendo a Roma e terminerà domenica prossima quando il Santo Padre consegnerà il mandato alle famiglie.

A Siracusa l’Ufficio per la pastorale delle famiglie ha promosso un incontro per domenica prossima, 26 giugno, alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Alle ore 10.00 l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto presiederà la solenne celebrazione eucaristica. Subito dopo ci sarà un momento di festa con delle testimonianze  e alle ore 12.00 il collegamento con piazza San Pietro a Roma.

Nel corso di quest’anno, dedicato all’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, siete stati accompagnati dalle riflessioni e dagli incontri organizzati dal nostro Ufficio per la Pastorale della Famiglia, attraverso la rubrica mensile l’Amore nel frammento e la proposta formativa su Amoris Laetitia, in preparazione al X Incontro Mondiale delle Famiglie che verrà realizzato in due modalità parallele: Roma rimarrà la sede principale, presso la quale si svolgeranno il Festival delle Famiglie e il Congresso teologico-pastorale, entrambi in aula Paolo VI; e la messa in piazza San Pietro. Parteciperanno i delegati delle Conferenze episcopali e dei movimenti internazionali impegnati nella Pastorale familiare” ha scritto l’arcivescovo Francesco Lomanto.
Contemporaneamente, nelle singole Diocesi sono state programmate iniziative. «Si tratta di cogliere un’opportunità preziosa e unica per far ripartire con rinnovato slancio missionario e creatività la Pastorale Familiare, a partire dalle indicazioni che ci sono state date dal Santo Padre nell’esortazione Amoris Laetitia, cioè con il coinvolgimento di sposi, famiglie e pastori insieme» (Nota sul X Incontro Mondiale delle Famiglie, 02.07.2021).
Invito tutte le famiglie della nostra Diocesi a cogliere questa “preziosa opportunità”, per vivere la gioia di questo importante evento” conclude l’arcivescovo Lomanto.

 

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Il “pane quotidiano” non manchi a nessuno

L’emergenza mondiale del grano, causata dalla guerra in corso, ci induce a considerare l’urgenza di chiedere a Dio Padre il “pane quotidiano” per tutti. Desidero richiamare la «grande preoccupazione» segnalata nei giorni scorsi anche da papa Francesco sulla necessità dellʼesportazione del grano dallʼUcraina per sostenere la vita di milioni di persone e garantire il diritto umano universale a nutrirsi. Chiediamo al Signore che tocchi il cuore dei potenti, affinché non si scateni una guerra del grano che favorisca i paesi ricchi e provochi la fame nei paesi poveri. Dobbiamo pregare Dio perché il “pane quotidiano” non manchi a nessuno“.
Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto ieri sera al termine della processione eucaristica che dal Santuario ha raggiunto il piazzale del Pantheon. La processione è seguita alla celebrazione della solennità del Corpus domini alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Migliaia i fedeli che hanno preso parte alla messa.
La solennità del Corpus Domini ci invita a svolgere oggi una riflessione su tre versanti – ha detto mons. Lomanto -: la necessità del pane materiale; l’imprescindibile dono del pane eucaristico; la nostra trasformazione in Cristo per un servizio di amore. Come il pane è il necessario alimento per la vita del nostro corpo, così non è possibile vivere da cristiani senza l’eucaristia. Diceva Madre Teresa di Calcutta: «Non potrei vivere senza l’eucaristia: è l’eucaristia che mi riempie di amore e mi dà la forza per servire i poveri e per chinarmi con amore sulle loro piaghe». E padre Pio usava questa immagine: «È più facile che il mondo viva senza il sole piuttosto che viva senza la messa». La messa è lʼincontro di Gesù risorto con i suoi. L’eucarestia è Gesù risorto presente in mezzo a noi; è Gesù che si dona e nutre la vita dell’uomo nella sua pienezza. Nell’eucaristia Cristo è realmente presente tra noi e si dona a noi. Il suo dono, il suo amore, la sua presenza diventa la nostra forza per andare avanti, per amare gli altri e per affrontare la vita di ogni giorno, perché, come abbiamo pregato con la colletta di questa settimana, «nulla possiamo senza il tuo aiuto».
Amare veramente il prossimo vuol dire dimenticarsi di sé per l’altrui bene, mettere il bene del fratello al di sopra di ogni interesse. Nutrirsi dell’eucaristia alla mensa del Signore, vuol dire lasciarsi trasformare, dalla sua grazia, in strumenti di questo amore, per essere presenza viva di Cristo, prolungamento della sua azione benefica e vivificante, e portare il vangelo nel tessuto sociale di ogni giorno“.
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Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale “Umberto I”

Ogni giorno è un dono di amore di Dio

Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale “Umberto I” di Siracusa. L’iniziativa, denominata “Maria e gli Infermi”, è stata un’emozionante e bellissima esperienza missionaria su iniziativa della parrocchia San Luca evangelista e dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute diretto da don Raffaele Aprile. Le Lacrime di Maria vogliano essere uno sprono per uscire da noi stessi e rifugiarci nel cuore di Dio.

Dopo l’accoglienza del Reliquiario che custodisce le Lacrime della Madonnina, nella chiesa parrocchiale di San Luca, all’interno dell’ospedale da parte del cappellano fra Gabriele, processione d’ingresso con la presenza dei ministri straordinari, dei volontari dell’Avo, dell’Avulss, dei Gruppi prematuri e del personale sanitario. Dopo un momento di preghiera con il Reliquiario, l’adorazione eucaristica.
Nella parte centrale della mattinata visita ai reparti, con i malati che hanno potuto pregare davanti al Reliquiario. “Portare la presenza materna di Maria attraverso le Lacrime ha visto negli occhi dei pazienti tanta speranza. C’è stato chi ha versato delle lacrime, chi ha rivolto le sue intenzioni ai piedi della Madonna e chi, in silenzio, ha aperto il suo cuore” ha detto don Raffaele Aprile.

Più che parlare della malattia come incidente di percorso nel cammino dell’umana esistenza, bisogna parlare della bellezza della vita. La malattia fa parte della vita, è nella natura della creatura umana, è nel suo limite:  accettare la vita è saper accettare anche la malattia Questo non significa favorirla,  come non significa neppure ignorarla.
Dietro la malattia c’è il malato, c’è la persona umana che a causa della malattia  viene limitata nel suo agire, viene tormentata dal dolore fisico e spirituale. Amare la vita, servire la vita, prenderci cura della vita, andando incontro e servendo chi soffre è compito precipuo di ogni cristiano degno di questo nome. Quelle sofferenze subite da Cristo e causate da una umanità malata spiritualmente, sono state superate e vinte dalla resurrezione di Cristo. Con la resurrezione la vita ha vinto definitivamente sulla malattia e sulla morte. Farci prossimo, saper stare accanto, dedicare tempo ai malati è dare fiato alla vita, è caricare di speranza chi è aggredito dal male fisico e morale. Fare scoprire attraverso la malattia la presenza di Gesù nella nostra vita è portare gioia dove c’è tristezza, pace dove c’è desolazione e morte.  Aprire il cuore alla bellezza della vita è dare senso e valore al tempo, è sapere dire eccomi al volere di Dio, è dare linfa alla vita sia quando le cose vanno a gonfie vele, sia quando la malattia bussa alla porta delle nostre case e ci impedisce di vivere nella normalità. La felicità la viviamo apprezzando il dono della vita, la preziosità del tempo, la bellezza della comunione fraterna, il profumo delizioso dell’amore delle persone buone che il Signore mette sulla nostra strada. Ogni giorno – ha concluso don Raffaele – è un dono di amore di Dio e il mio grazie a Dio, il mio tempo dato a Dio non possono, non devono mancare“.

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Domenica la Solennità del Corpus Domini

Celebrazione della Solennità del Corpo e Sangue del Signore domenica prossima, 19 giugno. Per la solennità del Corpus Domini l’unica santa messa del pomeriggio a Siracusa si terrà alle ore 18.30 alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime e sarà presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto. Al termine della celebrazione la processione eucaristica muoverà dal Santuario per raggiungere il piazzale del Pantheon dove si concluderà con la riflessione dell’Arcivescovo Lomanto e la benedizione eucaristica. Durante la processione la Comunità del nostro Seminario ci aiuterà a pregare, meditare e cantare insieme.
Come è tradizione ogni singola Comunità cittadina si organizza per un’unica celebrazione eucaristica pomeridiana, con la partecipazione di tutti i sacerdoti insieme ai gruppi, associazioni e movimenti presenti in loco e a manifestare pubblicamente la propria fede anche con la processione per le vie della città.

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Il reliquiario all’ospedale Umberto I

Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale Umberto I. L’iniziativa, denominata Maria e gli Infermi, avrà luogo sabato 18 su iniziativa della  parrocchia San Luca evangelista e dell’Ufficio per la Pastorale della Salute.
Alle ore 9 è previsto l’arrivo e l’accoglienza del reliquiario che custodisce le lacrime della madonnina nella chiesa parrocchiale San Luca all’interno dell’ospedale siracusano. E’ prevista una processione d’ingresso con la presenza dei ministri straordinari, dei volontari dell’Avo, dell’Avuls, dei Gruppi preamaturi e del personale sanitario. Dopo un momento di preghiera con il reliquiario seguirà l’adorazione eucaristica.
Alle 12.30 sarà celebrata la santa messa.

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La Sicilia, Papa Francesco: “Una terra di luci e ombre”

Protagonisti nella storia, accanto alla gente nel “pieno stile del pastore”, dunque con “vicinanza, compassione e tenerezza”, perché “il cambiamento d’epoca nel quale ci ritroviamo a vivere richiede scelte coraggiose, illuminate con il discernimento dello Spirito Santo”, e “la Sicilia non è fuori da questo cambiamento”. In questo contesto occorre comprendere le peculiarità della Sicilia, “per annunciare il Vangelo di Dio”. Un compito che “chiede a noi sacerdoti e vescovi il servizio pieno, totale ed esclusivo”. Papa Francesco rivolge questo invito ai quindici vescovi e circa trecento sacerdoti siciliani ricevuti oggi in Vaticano, nella Sala Clementina, in occasione della solennità della Madonna Odigitria, patrona dell’isola.

Il Papa sottolinea come in passato la Sicilia si sia trovata “al centro di percorsi storici che i popoli continentali disegnano”, e accogliendo “i passaggi di questi popoli, ora dominatori ora migranti”, nel tempo “li ha integrati nel suo tessuto, sviluppando una propria cultura”. Una cultura che Francesco ricorda di aver conosciuto anche attraverso un film, “Il Kaos”, dei fratelli Taviani, dove protagonisti sono quattro racconti di Pirandello. “Sono rimasto stupito da quella bellezza, da quella cultura, da quella insularità continentale”. Questo non vuol dire però negare le difficoltà esistenti.

Questo non significa che sia un’isola felice, perché la condizione di insularità incide profondamente sulla società siciliana, finendo per mettere in maggior risalto le contraddizioni che portiamo dentro di noi. Sicché si assiste in Sicilia a comportamenti e gesti improntati a grandi virtù come a crudeli efferatezze. Come pure, accanto a capolavori di straordinaria bellezza artistica si vedono scene di trascuratezza mortificanti. E ugualmente, a fronte di uomini e donne di grande cultura, molti bambini e ragazzi evadono la scuola rimanendo tagliati fuori da una vita umana dignitosa. La quotidianità siciliana assume forti tinte, come gli intensi colori del cielo e dei fiori, dei campi e del mare, che risplendono per la forza della luminosità solare. Non a caso tanto sangue è stato versato per la mano di violenti, ma anche per la resistenza umile ed eroica dei santi e dei giusti, servitori della Chiesa e dello Stato.

Francesco parla di una situazione sociale “in netta regressione da anni”, palesata ad esempio “dallo spopolamento dell’isola, dovuto sia al calo delle nascite, sia all’emigrazione massiccia dei giovani”. E nel chiedere ai sacerdoti e vescovi un “servizio pieno, totale ed esclusivo”, rivolge proprio ai più giovani il suo pensiero:

I giovani stentano a percepire nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali un aiuto alla loro ricerca del senso della vita; e non sempre vi scorgono la chiara presa di distanza da vecchi modi di agire, errati e perfino immorali, per imboccare decisamente la strada della giustizia e dell’onestà. Io mi sono addolorato quando ho dovuto avere nelle mani qualche pratica che è arrivata alle Congregazioni romane per qualche giudizio su sacerdoti e persone di Chiesa: ma come mai, come mai si è arrivati a questa strada di ingiustizia e disonestà?

Andrea De Angelis – Città del Vaticano
(VaticanNews)

 

Sono stati circa 300 i sacerdoti siciliani che hanno preso parte al pellegrinaggio dei presbiteri di Sicilia a Roma in occasione del XXX anniversario della Giornata Sacerdotale Regionale Mariana. Con loro venti vescovi e i giovani presbiteri siciliani che studiano presso le Pontificie università romane. Diversi i momenti di preghiera fino ad arrivare all’udienza privata con papa Francesco.

Nella prima mattina i presbiteri e i vescovi siciliani in pellegrinaggio a Roma hanno iniziato la loro giornata con la preghiera delle lodi mattutine. Ha presieduto la celebrazione mons. Michele Pennisi. Successivamente si sono recati nella Basilica di Santa Maria maggiore dove si sono affidati alla Salus Populi Romani attraverso la contemplazione dei misteri del Rosario arricchita dalla meditazione su documenti o discorsi del Santo Padre Francesco. Al centro della giornata la Concelebrazione eucaristica presieduta da S. E. Reverendissima Mons. Lazzaro You Heung sik, prefetto della Congregazione per il Clero.

Dopo il saluto liturgico del presidente dell’assemblea celebrante ha preso la parola mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti e delegato CESi per il Clero. “Ogni vicinanza – ha detto facendo riferimento al tema del pellegrinaggio che «Con Maria per una “Chiesa della vicinanza”» – si nutre di libertà e di semplicità perché non sono le cose grandi che aprono gli orizzonti, ma il modo grande di fare le cose di ogni giorno che aiuta a scorgere la presenza del Signore come buon compagno di cammino che incoraggia e indica la strada. Nella nostra Sicilia – ha proseguito il presule – sono tante le figure luminose di presbiteri che hanno seminato nei solchi della storia ottimi semi di bene manifestando la vicinanza del Signore ai fratelli e hanno confermato con la vita che l’ideale alto della chiamata al sacerdozio non si misura con il successo umano, ma con la bellezza di un mondo interiore abitato da Cristo“.

IN TRECENTO ATTORNO AL PAPA: I PRESBITERI DI SICILIA E I VESCOVI IN PELLEGRINAGGIO A ROMA Mons. You Heung nella sua omelia ha sottolineato l’importanza della Vergine Maria per i siciliani. Ha invitato inoltre i presenti ad essere “preti gioiosi”.

Nel pomeriggio vescovi e presbiteri della Sicilia si sono riuniti per un momento di riflessione e dialogo. Dopo il saluto e l’apertura dei lavori a cura del Segretario della Commissione Presbiterale siciliana, il quale ha proposto un breve excursus sulla giornata sacerdotale mariana, è stato lanciato il tema prendendo spunto da dalla riflessione di Papa Francesco in occasione dell’apertura del simposio sul sacerdozio. Il Santo Padre aveva affermato: “Il sacerdote sia vicino a Dio, al vescovo, ai presbiteri, al popolo“.

Sono stati quattro presbiteri della nostra isola a parlare di tali vicinanze, condividendo riflessioni, ma anche esperienze. Don Luca Saraceno, dell’Arcidiocesi di Siracusa, ha trattato la vicinanza a Dio: prendendo spunto dalle parole di Paolo, ha affermato che la vicinanza a Dio ha a che fare con il pensare di Dio. Inoltre ha sottolineato l’importanza che i sacramenti e la preghiera avvicinano i presbiteri a Dio. Successivamente è intervenuto don Gioacchino Capizzi, dell’Arcidiocesi di Monreale, che ha parlato dell’importanza del rapporto che intercorre tra presbiteri e vescovo e partendo dell’invito di Ignazio di Antiochia ha sottolineato che bisogna operare perfetta armonia con il volere del vescovo come le corde alla cetra. Don Calogero Cerami, della Diocesi di Cefalù, invece, ha condiviso una riflessione sulla vicinanza ai presbiteri, una vicinanza fondamentale che ha potuto argomentare citando anche l’esperienza preziosa del Centro regionale “Madre del Buon Pastore” per la formazione del clero, del quale don Cerami è direttore. La vicinanza ai presbiteri è “lievito di fraternità” che rende ciò che è statico dinamico. Infine don Enzo Smriglio, della Diocesi di Patti, ha parlato della vicinanza al popolo dicendo che quest’ultima si esplica nell’ascolto della storia e del vissuto dei fratelli e delle sorelle.

 

Discorso del Santo Padre Francesco ai Vescovi e ai Sacerdoti delle Chiese di Sicilia

 

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