L’arcivescovo Lomanto alla festa di San Gerlando

Questa mattina alle ore 10,30, nella chiesa Cattedrale di Agrigento, l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà il Pontificale in occasione della Solennità di San Gerlando, patrono della città e Arcidiocesi di Agrigento. Nel corso della celebrazione sarà offerto l’Olio per la lampada votiva dalla Comunità Ecclesiale di Calamonaci.
I festeggiamenti sono iniziati domenica 19 con la traslazione delle reliquie. Quindi si sono susseguite le peregrinatio delle reliquie a Calamonaci e Comitini.

L’arcivescovo di Agrigento mons. Alessandro Damiano nel suo messaggio  in occasione della Festa di san Gerlando ha voluto rivolgere una parola di consolazione. “Desidero ricavare dalla sua vicenda terrena alcuni «segnali di pista» utili, ritengo, per il nostro camminare nell’oggi”. Tre segnali che riassumo in tre parole: migrazione, evangelizzazione, rigenerazione.
Migrazione. Gerlando, lo si sa, non era un agrigentino di nascita e nemmeno un siciliano. Nativo di Besançon, in Francia, approda nelle nostre terre dopo l’entrata dei normanni guidati da Ruggero I degli Altavilla il 25 luglio 1086 divenendo in seguito vescovo di Agrigento.
Gerlando è dunque un’emigrante che si incultura e integra. Oggi la nostra diocesi e provincia è, specialmente a Lampedusa, luogo d’approdo di emigrati. L’immigrazione comporta accoglienza e integrazione. Al migrante cristiano, che riesce ad approdare sulle nostre coste, siamo chiamati a mostrare il volto fraterno e accogliente della Chiesa che accoglie il fratello piagato e spesso vittima di persecuzione. Al migrante non cristiano siamo in dovere di mostrare una comunità coerente con il Vangelo che predica e celebra.

Mons. Alessandro Damiano

Evangelizzazione. Gerlando ha evangelizzato le nostre terre, ossia ha annunciato la persona di Gesù, crocifisso e risorto da morte, figlio di Dio fatto uomo. L’annuncio cristiano comporta come «effetto collaterale» l’annuncio della dignità insopprimibile di ogni uomo e di ogni donna, della vita umana, di ogni vita umana, di ogni persona.
Rigenerazione. San Gerlando è considerato il rifondatore della diocesi agrigentina, dopo la presenza musulmana dal 829 al 1086. La situazione economica e sociale non era florida. Eppure Gerlando si è «rimboccato le mani», ha ricominciato rigenerando e dando speranza. È l’uomo del ri-cominciare, del nuovo inizio, della ri-generazione. In breve: Gerlando è l’uomo della speranza! Ma affinché ciò non sia solo un sogno, occorre la collaborazione di tutti e di ciascuno. Occorre inter-azione”.