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Incontro venerdì 21 alla Fondazione Sant'Angela Merici

Incontrare, condividere, generare

Incontrare, condividere, generare: logiche sussidiarie di socialità” è il tema della giornata di studio che avrà luogo venerdì 21 ottobre alle ore 16.30 alla Fondazione Sant’Angela Merici a Siracusa.
Un incontro promosso dall’Osservatorio Giuridico dell’Arcidiocesi di Siracusa, in collaborazione con la Fondazione Sant’Angela Merici, la Caritas Diocesana e il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania.

I saluti iniziali saranno dell’arcivescovo monsignor Francesco Lomanto; del prefetto di Siracusa Giusi Scaduto, del sindaco di Siracusa Francesco Italia.
Relazioneranno monsignor Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana); la professoressa Lorenza Violini dell’Università degli Studi di Milano, il professore Felice Giuffrè dell’Università degli Studi di Catania. Interverranno l’avvocato Francesco Marcellino, don Alfio Li Noce, presidente della Fondazione Sant’Angela Merici; don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesana di Siracusa.

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L'arcivescovo ha presieduto la messa al Santuario di Santa Lucia

Mons. Lomanto: “Il cristiano è colui che cammina controcorrente”

Il cristiano è colui che cammina controcorrente perché è chiamato a vivere e realizzare la giustizia in un mondo che ostacola il dono di sé all’altro. Siamo portati a portare seme di speranze accettando quelle persecuzioni inevitabili che diventano per noi fonte di santificazione della nostra vita. La santità è un dolce contagio e ci permette di trasmettere la presenza del Signore nella vita degli altri attraverso i valori del Vangelo”. Così l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha presieduto la messa alla Basilica Santuario Santa Lucia al Sepolcro.
Dopo la celebrazione la fiaccolata verso il sepolcro di Santa Lucia, dove è stata collocata la statua di San Zosimo, vescovo di Siracusa. San Zosimo (608) fu custode del sepolcro di Santa Lucia, successivamente Abate del monastero Santa Lucia che sorgeva sui luoghi luciani, in seguito Vescovo di Siracusa.
Vivere il Vangelo non è facile – ha continuato mons. Lomanto –. Ci procura fastidi ma se lo incarniamo con gioia questa è per noi la via della santità. Seguiamo i santi della nostra terra che sono più vicini a noi e ci indicano la vita da seguire. E noi attraverso i loro esempi cerchiamo di realizzare la santità di vita alla luce del vangelo“.

 

 

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Santa Lucia e San Zosimo

Sarà l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto a presiedere giovedì 13, la messa alla Basilica Santuario Santa Lucia al Sepolcro. Un celebrazione che assume un significato particolare.
Alle ore 19.00 coroncina in onore di Santa Lucia e alle ore 19.30 la messa. Seguirà la fiaccolata verso il sepolcro di Santa Lucia, dove verrà collocata la statua di San Zosimo, vescovo di Siracusa.
San Zosimo (608) fu custode del sepolcro di Santa Lucia, successivamente Abate del monastero Santa Lucia che sorgeva sui luoghi luciani, in seguito fu Vescovo di Siracusa.
Vogliamo ricordare questa figura di pastore Santo che guidò la chiesa di Siracusa. Per intercessione di S. Lucia e San Zosimo, col nostro Arcivescovo, rinnoviamo la nostra fede nel Signore Gesù, buon Pastore e preghiamo per la Chiesa e la nostra Diocesi” ha detto il rettore del Santuario di Santa Lucia, fra Daniele Cugnata.

Zosimo, vescovo (VII secolo) era un giovane monaco cui era stata affidata per la sua inettitudine la custodia della tomba di Santa Lucia a Siracusa. Un giorno, desideroso di rivedere i genitori, lasciò il monastero senza avvertire i superiori. I genitori, vedendolo arrivare con aria di fuggitivo, lo rimproverarono e lo riaccompagnarono al monastero. Venne perdonato dall’abate e riconsegnato al suo compito di “guardiano della tomba”, che tenne a lungo perché considerato incapace di altre e più impegnative mansioni. Alla morte dell’abate, i monaci si recarono dal vescovo per conoscere il nome del successore. Fra loro non c’era Zosimo, rimasto a casa come “inutile” .
Quando il vescovo ebbe davanti i monaci, chiese: “Ci siete tutti?”. “No, – risposero – a casa c’è il guardiano della tomba di santa Lucia, ma è di poco conto”. “Fatelo venire” ingiunse il vescovo. E quando Zosimo arrivò: “Ecco il vostro abate” affermò solennemente il vescovo. Così Zosimo, tra la sorpresa di tutti, divenne abate del monastero dimostrando presto di quanta saggezza e virtù fosse ricco, a tal punto che il popolo lo volle quale proprio vescovo. Confermato da papa Teodoro, egli rimase sulla cattedra episcopale siracusana dal 647 al 662 guidando la diocesi con bontà e bontà e saggezza.
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Le famiglie di Siracusa, Ragusa e Noto in Santuario

“Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!” è il tema scelto per il Pellegrinaggio delle famiglieSotto lo sguardo di Maria, promosso dalla Metropolia di Siracusa per domenica prossima, 9 ottobre, alla Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. Alle ore 9.30 raduno presso la Casa del Pianto in via degli Orti alla Borgata. Alle ore 9.45 accoglienza da parte dell’arcivescovo metropolita mons. Francesco Lomanto delle famiglie dell’Arcidiocesi di Siracusa e delle Diocesi di Noto e Ragusa. Saranno presenti anche il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa e don Salvatore Cerruto, delegato ad omnia della diocesi di Noto. Quindi prenderà il via il pellegrinaggio verso il Santuario. Alle 11 nel tempio mariano si ascolteranno le testimonianze e alle 12.00 sarà celebrata la messa. Seguirà l’atto di affidamento e consacrazione alla Madonna e la consegna del mandato alle famiglie. Si concluderà prima con un pranzo a sacco e poi con i percorsi di cristianità.
L’anno dedicato da papa Francesco all’approfondimento dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia ci ha visti impegnati, sia nelle singole diocesi, sia con i rappresentanti delle Chiese di Sicilia, nel X incontro mondiale delle famiglie, celebrato a Roma lo scorso mese di giugno – scrive mons. Francesco Lomanto –. I vescovi della CESi abbiamo ritenuto di proporre ulteriori momenti di riflessione condivisa. “Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!” è il tema della Giornata e vuole dare seguito alle parole di Papa Francesco rivolte a tutte le famiglie del mondo lo scorso 22 giugno: «Penso alla parabola del buon samaritano, che incontra per strada un uomo ferito, gli si fa vicino, si fa carico di lui e lo aiuta per riprendere il cammino. Vorrei che proprio questo fosse per voi la Chiesa! Un buon samaritano che si fa vicino, vicino a voi e vi aiuta a proseguire il vostro cammino e Sto arrivando! fare un passo in più, anche se piccolo»”.

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Pellegrinaggio al Santuario degli Uffici Diocesani della Salute

Incontro regionale siciliano dei responsabili diocesani e collaboratori dell’Ufficio Pastorale della Salute all’Oasi Francescana di Pergusa (Enna). Per la diocesi di Siracusa erano presenti don Raffaele Aprile, direttore dell’Ufficio per la pastorale della Salute, ed il diacono Franco Balistreri. Al centro dell’incontro la relazione del quinquennio 2017-2022 e l’elezione dei candidati al nuovo direttivo, da presentare alla CESi per il quinquennio 2023.2027.
Sul quinquennio appena trascorso ha relazionato don Mario Torracca , sottolineando che, purtroppo, il Covid 19, ha limitato, e di molto, le attività della pastorale della salute. Don Mario ha ribadito sulla necessità di avere una linea comune per coinvolgere e preparare i ministri straordinari della comunione, operando in sinergia con l’Ufficio Liturgico e con gli specialisti della medicina (medici, psicologi, personale sanitario). “Anche i cappellani devono avere un corso di formazione per il delicato compito di assistenza religiosa negli ospedali, cliniche, case di cura, considerando anche che accanto ad un ammalato c’è una famiglia che soffre il momento e considerare, pure, che spesso il cappellano deve gestire il post-mortem” ha spiegato don Raffaele Aprile.
“Si è prospettato di fare una giornata di ritiro, a livello regionale, aperta a tutti i componenti dei vari Uffici Diocesani della Salute, in luogo da decidere e di fare un pellegrinaggio al Santuario della Madonna delle Lacrime, con i componenti (e, se possibile, i familiari) dei vari U.P.S. che convogliano direttamente a Siracusa, nei modi che ogni diocesi ritiene opportuno”.

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Torniamo al gusto del pane

Stiamo celebrando una tappa contemplativa del cammino sinodale delle chiese in Italia“. Così don Massimo Di Natale, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, delegato dall’arcivescovo Francesco Lomanto a Matera il XXVII Congresso Eucaristico Nazionale che si concluderà domenica con la visita di Papa Francesco. Nella “Città dei Sassi” si sono ritrovati circa 800 delegati arrivati da 166 diocesi italiane per condividere, insieme a una ottantina di Vescovi, quattro giorni di preghiera, riflessione e confronto sulla centralità dell’Eucaristia nella vita del cristiano e della comunità. “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale” è il tema dell’appuntamento promosso dalla CEI – in collaborazione con l’arcidiocesi di Matera-Irsina – che rappresenta una tappa del Cammino sinodale delle Chiese in Italia.
Attraverso le catechesi si sta approfondendo il valore e il senso dell’eucarestia come dono di Dio e pane spezzato per gli altri” spiega don Massimo Di Natale.
Monsignor Gianmarco Busca, vescovo di Mantova e presidente della commissione episcopale della liturgia, ha esordito citando una poesia il pane di un poeta armeno “semina contadino…” e il vescovo ha strutturato il suo intervento sul percorso dalla tavola della creazione alla tavola della casa, alla tavola dell’altare, alla tavola del mondo del servizio, alla tavola del regno. I momenti celebrativi, santa messa, liturgia penitenziale, via lucis eucaristica e l’adorazione in quattro chiesa della città e testimonianze stanno scadendo le fasi del congresso.

Il Congresso Eucaristico Nazionale prevede un programma diffuso in tutta la città. Oltre alla Basilica Cattedrale, altre dieci parrocchie accoglieranno i partecipanti per l’ascolto delle meditazioni che saranno tenute, venerdì 23 e sabato 24 da Mons. Gianmarco Busca, Vescovo di Mantova e Presidente della Commissione Episcopale per la liturgia, e da Giuseppina De Simone, docente alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Il presule approfondirà il tema “Il gusto buono del nostro Pane: dall’altare alle tavole della vita”, mentre la professoressa si soffermerà su “Chiesa, sinodalità, Eucaristia”. Le meditazioni si svolgeranno nella Basilica Cattedrale, ma saranno trasmesse in streaming in tutte le parrocchie collegate: Maria Madre della Chiesa, San Pio X, San Paolo, San Giacomo, Immacolata, San Giuseppe Artigiano, Addolorata, Sant’Agnese, Santa Famiglia, Cristo Re. Dopo la catechesi sono previste una testimonianza e poi un tempo di riflessione personale e comunitaria sulle suggestioni ricevute.

Nel pomeriggio di venerdì, Liturgia penitenziale nelle chiese del centro (San Giovanni Battista, San Francesco da Paola, Santa Chiara e San Francesco d’Assisi). Alle 17.30 si svolgerà la Via Lucis eucaristica che dalla Chiesa della Madonna de Idris arriverà alla piazza San Pietro Caveoso, dove sosteranno i delegati e i fedeli e dove sarà collocato il Crocifisso ligneo del ‘600, restaurato per iniziativa della Cooperativa “Oltre l’Arte” grazie anche ad una sottoscrizione popolare. Le meditazioni delle otto stazioni sono state curate dall’Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo. Il rito sarà trasmesso in diretta da Tv2000 e in streaming sul sito ufficiale. Alle 21.00 infine le chiese del centro apriranno le loro porte per l’adorazione eucaristica animata da associazioni e movimenti laicali presenti in diocesi.

Sabato, Processione Eucaristica che dalla parrocchia di San Pio X, attraverso le vie della città, giungerà alla piazza San Francesco d’Assisi. Alle 21, in piazza Vittorio Veneto, è in programma “Il gusto del pane”, serata evento, prodotta dalla CEI in collaborazione con Tv2000, dedicata all’Eucaristia nell’arte e nella musica con la partecipazione dei musicisti Simone Cristicchi e Amara, Giovanni Baglioni e Mario Incudine, degli attori Isabel Russinova e Sebastiano Somma (che leggeranno brani di Carlo Levi, Grazia Deledda, Giovanni Paolo II e Antonietta Gnerre), Dario D’Ambrosi e Beatrice Fazi, dello scrittore Francesco Musolino e della ballerina Anastasia Kuzmina. Previste la partecipazione di Donatella Bianchi, conduttrice televisiva, e un’intervista alla direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta. Scritta da Fabrizio Silvestri, Mimmo Muolo e Donatella Gimigliano, con la collaborazione ai testi di Cristina Monaco, la trasmissione andrà in onda su Tv2000 (canale 28 e 157 Sky), per la regia di Alessandro Tresa e con le musiche originali di Ciro Vinci. Il Congresso Eucaristico Nazionale si concluderà il 25 settembre, nello Stadio “XXI Settembre – Franco Salerno”, con la Santa Messa presieduta dal Santo Padre, a cui seguirà la recita dell’Angelus.

 

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L’educazione per tirar fuori il meglio che c’è in ogni uomo

L’educazione è un ministero delicatissimo che porta a e-ducere, cioè tirar fuori il meglio che c’è in ogni uomo“. Lo scrive l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha inviato un messaggio al mondo della scuola all’inizio dell’anno scolastico.
Mons. Lomanto si è rivolto a studenti, personale docente e non docente e dirigenti delle scuola di ogni ordine e grado.  “Nel particolare frangente socio politico in cui viviamo, la Scuola deve essere riconosciuta quale istanza particolarmente centrale della società, ove progetti e sogni della stessa germinano, si organizzano e prendono corpo. In particolare, occorre ripensare alla centralità della Scuola in un tempo in cui la pandemia ci ha fatto prendere coscienza della nostra reciproca interdipendenza e la guerra in Ucraina ci ammonisce nel senso che se non si vive la fraternità globale, la sopraffazione fratricida e la brutale violenza omicida delle armi incombe. La cultura è un potentissimo strumento di crescita personale e sociale che, in un mondo caratterizzato da sperequazioni economiche che aumentano sempre di più il divario fra ricchi e poveri pone al centro l’essere e non l’avere e che richiama la società dominata dall’edonismo a far leva non sull’apparire ma sull’essere”.
Mons. Lomanto si è rivolto ai ragazzi e agli adulti impegnati nel mondo della Scuola, invitandoli a non cedere “alla seduzione dell’autoreferenzialità, dell’egoismo, dell’individualismo, esercitatevi a uscire da voi stessi per andare verso l’altro e verso l’Alto, a vivere quella fraternità e amicizia sociale di cui parla Papa Francesco e che ci abilita a sperimentare il valore autentico della vita, perché «la vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte» (Francesco, Angelus – 10 novembre 2019): L’Osservatore Romano, 11-12 novembre 2019, p.8). Buon inizio di attività: sia un anno intenso, animato dalla speranza nel bene, proiettato alla crescita persona e comunitaria“.
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Messaggio inviato ai candidati per le elezioni del 25 settembre

Elezioni regionali, i vescovi di Sicilia: “Dare voce ai più fragili”

Il prossimo Governo della Regione dovrà occuparsi di molte questioni ma dovrà farlo dando voce a chi non ha voce e senza lasciare indietro i più fragili. C’è un profondo rinnovamento che ci attende affinché la nostra terra torni ad essere una comunità di vita, di orizzonti, di speranze. E’ una responsabilità che condividiamo tutti. Noi, come Vescovi della Sicilia, possiamo solo consegnare a voi l’immagine che per primi ci interpella. L’immagine di un povero Uomo crocifisso ingiustamente, che con la sua vita, con la sua morte e risurrezione ci ha rivelato il senso ultimo e alto della politica: non crocifiggere l’altro con ingiuste leggi e prendersi cura di tutti i crocifissi della storia“. E’ uno dei passaggi del messaggio che i vescovi di Sicilia hanno inviato ai candidati alla guida della Regione Siciliana e a tutti i siciliani in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. Una serie di riflessioni consegnate a “quanti, come voi, saranno chiamati ad agire per la rinascita della speranza nella nostra amata Isola“. I vescovi hanno ribadito la necessità di “sentirci sempre più corresponsabili della cosa pubblica, di essere cittadini interessati profondamente alla Sicilia, alla sua storia e al suo futuro. A voi, cari Candidati, spetta il compito – e lo sapete bene – di avere una chiara progettualità, di coinvolgere tutti, di far sì che ognuno possa apportare il proprio contributo ideale, il proprio sforzo operativo, semplicemente il proprio mattone“. 

Dal nostro punto di vista, restando in ascolto del Vangelo che ci giudica e ci guida, c’è una sola strada perchè questo sguardo converga nella stessa direzione: la strada di una solidarietà fattiva, congiunta ad una responsabile sussidiarietà, sempre aperta agli altri, al mondo, al futuro. (…) Dalla pandemia e dalla guerra impariamo che siamo tutti fratelli, immersi nella stessa storia, accomunati dagli stessi pericoli, chiamati a correggere insieme le stesse distorsioni, per ritrovare le vie della pace, della giustizia, della libertà, della crescita sostenibile, della cura dell’ambiente. (…). Solo rimanendo dalla parte delle famiglie e dei più deboli si costruisce un futuro per tutti. Solo un progetto politico che includa gli ultimi può accomunare tutti“.

I vescovi di Sicilia hanno poi elencato le priorità: “Il prossimo Governo della Regione dovrà occuparsi di molte questioni ma dovrà farlo dando voce a chi non ha voce e senza lasciare indietro i più fragili. I fondi del PNRR sono un’opportunità eccezionale, probabilmente irripetibile. Sentiamo di dover condividere con voi la preoccupazione perché queste risorse non vengano sprecate ma siano impiegate per la rinascita e lo sviluppo della nostra terra, a cominciare dalle infrastrutture viarie e dai trasporti, dell’agricoltura e delle energie rinnovabili. Servano per una sanità giusta, per un’istruzione dignitosa e diffusa. Servano concretamente per andare incontro alle famiglie che hanno un solo reddito, alla disperazione di chi è rimasto senza casa, all’angoscia dei lavoratori precari, alle incertezze degli artigiani e dei professionisti, alla solitudine degli anziani e dei disabili, al disorientamento dei bambini e degli adolescenti, alla stanchezza e alla disillusione dei giovani. La gioventù è diventata in Sicilia, in questi decenni, una forma della povertà. E questo rattrista i cuori di tutti noi, che ci prendiamo cura del futuro della Polis. Constatiamo infatti con dolore che essere giovani nella nostra terra ha coinciso e oggi ancor più coincide con una cocente mancanza di diritti: il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il diritto a restare in Sicilia senza essere costretti ad andar via. Questa è per tutti noi una chiamata storica, e lo è anzitutto per voi, per la nostra politica: diamo ai nostri giovani opportunità e motivi per restare qui, scommettendo sulle loro energie, sulle loro capacità, sul loro modo coraggioso di impegnarsi nel mondo per la cura delle nostre città e dei nostri territori. Sosteniamo il loro anelito ad un’ecologia integrale. Impegniamoci a dare soluzione definitiva al grave problema della gestione dei rifiuti che sta pregiudicando la qualità della vita della nostra terra. Incrementiamo gli strumenti che possano garantire alla nostra Isola la valorizzazione dei beni culturali mediante il turismo. Programmiamo la valorizzazione e la fruizione sostenibile del prezioso, diffuso ed eterogeneo patrimonio culturale, materiale e immateriale“.

Infine l’immagine del Crocifisso e l’immagine della Madonna “che il nostro popolo chiama “a Bedda Matri”. Al di là di ogni fede, quanta passione, quanto rispetto per la donna e per la madre, quanta vitalità c’è in questa espressione potente! Guardiamo a lei e a tutte le donne. Un governo è umano se si fa guidare dall’attenzione alle donne (e ai loro bambini). Impareremo così che cosa significa dare la vita e non toglierla, essere per l’altro e non contro di lui, avere pietà e non disprezzo, amare in ogni caso e ad ogni costo e non pensare che ci sia qualcosa di diverso dell’intelligenza e dell’energia del cuore che possa ridare speranza al mondo e alla nostra Sicilia“.

 

In allegato il messaggio integrale

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Farsi prossimo è il richiamo che ci proviene dalle lacrime

Senza solidarietà e partecipazione, non solo emotiva ma anche fattiva, difficilmente riusciremo a risalire la china di questa tormentata stagione di crisi. Farsi prossimo, sporcarsi le mani con chi è nel bisogno è il richiamo che ci proviene dalle lacrime della Beata Vergine”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, parla delle lacrime di Maria, quelle che sgorgarono 69 anni fa da un quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria. Un‘immagine, che si trovava nell’abitazione dei coniugi Iannuso, che pianse lacrime umane per quattro giorni, dal 29 agosto al 1 settembre del 1953. Il cardinale Bassetti presiede al Santuario della Madonna delle Lacrime la solenne celebrazione eucaristica, con gli arcivescovi emeriti di Siracusa Giuseppe Costanzo e Salvatore Pappalardo, che conclude i festeggiamenti prima che l’arcivescovo Francesco Lomanto affidi l’Arcidiocesi di Siracusa alla Madonna delle Lacrime.

La Vergine ci insegna a riflettere sulle lacrime versate in ogni angolo della terra. Condividere le vicende del nostro tempo vuol dire farsi carico delle tante situazioni di precarietà e di malessere sociale fortemente presenti oggi nel nostro Paese e in particolar modo in questa cara terra di Sicilia. Penso alle famiglie in difficoltà economica in tutta Italia, ai giovani senza lavoro, agli anziani soli, agli operai licenziati, alle imprese che falliscono, agli immigrati che sbarcano esausti su queste coste in cerca di una vita migliore, ai continui aumenti dei costi della vita, insostenibili per la povera gente”. Bassetti ha ricordato la “drammatica situazione causata dalla pandemia da Covid-19. Quante lacrime versate in tutto il mondo! Con centinaia di migliaia di morti dovuti a questa immensa tragedia. E, come se non bastasse, in questi mesi si è scatenata una nuova, terribile, guerra in Europa. Anche oggi, sono centinaia di morti in Ucraina, mentre donne e bambini sono costretti alla fuga, alla povertà e alla fame. Sostenuti dalla forza della fede, uniamo stasera, alle lacrime di Maria, quelle degli uomini e delle donne di tutto il mondo. Le lacrime della Vergine sintetizzano quelle del mondo intero, e lasciano trasparire in modo forse più evidente ma altrettanto dignitoso il pianto di Gesù, che intensamente ha voluto partecipare alle vicende umane, specie le più dolorose”.

Bassetti ha parlato delle lacrime di Maria come “un dono. Il suo è il pianto dell’amore che si dona e porta frutto. Sono lacrime di gioia e di sapienza quelle di colei che lascia andare il Figlio verso Dio e si lascia guidare come discepola da colui che è nato dal suo grembo”. Numerosi pellegrinaggi hanno caratterizzato i festeggiamenti iniziati con la benedizione del cotone. “Il Pianto di Maria significa la sua partecipazione alle nostre sofferenze. La Madonna fa sue le nostre lacrime, anzi piange con le Lacrime umane; ci consola, ci sostiene e ci incoraggia. Con la sua materna presenza ci assiste, intercede per noi, prega per noi, ci protegge, ci offre il suo amore di Madre. (…) Il Pianto è segno di rinnovamento” ha detto Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa.

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Così l'arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto

Il pianto di Maria è la sua partecipazione alle nostre sofferenze

Chiediamo a voi tutti, che soffrite, di sostenerci. Proprio a voi, che siete deboli, chiediamo che diventiate una sorgente di forza per la Chiesa (per la nostra Chiesa di Siracusa) e per l’umanità“. Così l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, lunedì scorso nel primo giorno dei festeggiamenti per il 69mo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa. “Le lacrime di Maria sono un riflesso delle lacrime di Gesù” (papa Francesco 23 aprile 2022) è il tema scelto quest’anno per ricordare l’evento prodigioso del 1953 quando per quattro giorni, dal 29 agosto al 1 settembre, un quadretto in gesso del Cuore immacolato di Maria pianse lacrime umane. La prima giornata si è aperta con il pellegrinaggio dalla Casa del Pianto al Santuario della Madonna delle Lacrime, dove è stato rivolto alla Vergine Maria l’Atto di affidamento degli ammalati e degli operatori della salute e la celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Siracusa. “Accompagniamo con la nostra preghiera quanti vivono le prove della vita, le difficoltà dell’esistenza, le sofferenze, i dolori, le emarginazioni, consapevoli che in unione con Cristo essi costituiscono la capacità del nostro amore e diventano la forza che salva il mondo” ha detto Francesco Lomanto. “Il pianto di Maria significa per noi la sua partecipazione alle nostre sofferenze. La Madonna fa sue le nostre lacrime, piange con le lacrime umane e ci consola, ci sostiene, ci incoraggia. Con la sua presenza materna ci assiste, intercede per noi, prega per noi. Ci offre il suo cuore di madre: dà tutto per noi. E noi sappiamo che «alle tue sante lacrime, Gesù nulla rifiuta». Maria guida il nostro cammino; ci indica la via. Il pianto è segno di superamento, di rinnovamento e di nuova direzione”.
Ieri pomeriggio la solenne celebrazione è stata presieduta da Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Siracusa. Domani sarà invece Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa. Giovedì 1 settembre sarà il cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo emerito di Perugia Città della Pieve a concludere i festeggiamenti. Per accogliere i pellegrini è stata posizionata una pedana sull’altare maggiore, che facilita la preghiera davanti al quadrettomiracoloso della Madonna delle Lacrime. I fedeli potranno organizzarsi percorrendo cammini penitenziali verso la Basilica del Santuario per ottenere i benefici dell’indulgenza plenaria.

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