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Anniversario dell’ordinazione sacerdotale dell’arcivescovo Francesco

Domani, mercoledì 29 giugno, alle ore 10.00, mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa, celebrerà la Santa Messa nel 36mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
“Ci uniamo alla sua preghiera per il dono del suo Sacerdozio e ringraziamo il Signore per averlo scelto quale pastore della nostra Arcidiocesi di Siracusa e custode delle Lacrime della Madonna” ha detto mons. Aurelio Russo, rettore del Santuario del Madonna delle Lacrime.

Il 29 giugno 1986, terminati gli studi nel seminario di Caltanissetta, Francesco Lomanto è stato ordinato presbitero da mons. Alfredo Maria Garsia, vescovo della Diocesi di Caltanissetta.

Pastorale della Salute, creare una rete al servizio dell’uomo

“Dobbiamo fare un servizio in uscita, dobbiamo avere un approccio comune, dobbiamo avere lo stile di vita pastorale e bisogna formare le coscienze.  Serve una struttura di servizio che ci dia identità: curare la comunicazione e la relazione.  Una struttura di servizio ben strutturata con una segreteria che funzioni tutto il giorno. Creare una rete di informazione, di ricchezze e di comunione”. E’ questa l’indicazione raccolta da don Raffaele Aprile, direttore della Pastorale della Salute, al termine dell’incontro che si è svolto ad Enna tra i direttori della Pastorale della Salute in Sicilia, presieduto da mons. Giovanni Accolla, arcivescovo delegato della CESI, alla presenza di don Massimo Angelilli, direttore dell’Ufficio nazionale, e don Mario Torracca, direttore regionale.
“Dobbiamo  avere un’approccio comune, dobbiamo cominciare a pensare di creare nelle parrocchie dei responsabili, che abbiano il contatto con i parroci, i ministri della comunione e anche a livello domiciliare. Si deve cercare il modo per assicurare che i cappellani possano operare come altri operatori sanitari”.

Don Massimo Angelilli sta effettuando una visita in tutte le realtà regionali per ascoltare e condividere momento di comunione. Per conoscere le situazioni nelle diverse realtà diocesane, le difficoltà ed eventuali bisogni.  La Fratres è l’unica realtà di raccolta di sangue riconosciuta dalla CEI. Le diocesi possono collaborare  facendo dei progetti “salva vita” per la donazione di sangue e organi. Esiste in alcuni diocesi una giornata dedicata alla donazione del sangue. Anche in Vaticano, “Progetto culturale con il museo Vaticano” dove chi dona il sangue può usufruire dei servizi senza pagare. La Pastorale della salute sta dove stanno i malati.

Festa delle famiglie al Santuario

“L’amore familiare: vocazione e via di santità” è il tema del X Incontro mondiale delle Famiglie che si sta svolgendo a Roma e terminerà domenica prossima quando il Santo Padre consegnerà il mandato alle famiglie.

A Siracusa l’Ufficio per la pastorale delle famiglie ha promosso un incontro per domenica prossima, 26 giugno, alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Alle ore 10.00 l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto presiederà la solenne celebrazione eucaristica. Subito dopo ci sarà un momento di festa con delle testimonianze  e alle ore 12.00 il collegamento con piazza San Pietro a Roma.

Nel corso di quest’anno, dedicato all’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, siete stati accompagnati dalle riflessioni e dagli incontri organizzati dal nostro Ufficio per la Pastorale della Famiglia, attraverso la rubrica mensile l’Amore nel frammento e la proposta formativa su Amoris Laetitia, in preparazione al X Incontro Mondiale delle Famiglie che verrà realizzato in due modalità parallele: Roma rimarrà la sede principale, presso la quale si svolgeranno il Festival delle Famiglie e il Congresso teologico-pastorale, entrambi in aula Paolo VI; e la messa in piazza San Pietro. Parteciperanno i delegati delle Conferenze episcopali e dei movimenti internazionali impegnati nella Pastorale familiare” ha scritto l’arcivescovo Francesco Lomanto.
Contemporaneamente, nelle singole Diocesi sono state programmate iniziative. «Si tratta di cogliere un’opportunità preziosa e unica per far ripartire con rinnovato slancio missionario e creatività la Pastorale Familiare, a partire dalle indicazioni che ci sono state date dal Santo Padre nell’esortazione Amoris Laetitia, cioè con il coinvolgimento di sposi, famiglie e pastori insieme» (Nota sul X Incontro Mondiale delle Famiglie, 02.07.2021).
Invito tutte le famiglie della nostra Diocesi a cogliere questa “preziosa opportunità”, per vivere la gioia di questo importante evento” conclude l’arcivescovo Lomanto.

 

Il “pane quotidiano” non manchi a nessuno

L’emergenza mondiale del grano, causata dalla guerra in corso, ci induce a considerare l’urgenza di chiedere a Dio Padre il “pane quotidiano” per tutti. Desidero richiamare la «grande preoccupazione» segnalata nei giorni scorsi anche da papa Francesco sulla necessità dellʼesportazione del grano dallʼUcraina per sostenere la vita di milioni di persone e garantire il diritto umano universale a nutrirsi. Chiediamo al Signore che tocchi il cuore dei potenti, affinché non si scateni una guerra del grano che favorisca i paesi ricchi e provochi la fame nei paesi poveri. Dobbiamo pregare Dio perché il “pane quotidiano” non manchi a nessuno“.
Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto ieri sera al termine della processione eucaristica che dal Santuario ha raggiunto il piazzale del Pantheon. La processione è seguita alla celebrazione della solennità del Corpus domini alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Migliaia i fedeli che hanno preso parte alla messa.
La solennità del Corpus Domini ci invita a svolgere oggi una riflessione su tre versanti – ha detto mons. Lomanto -: la necessità del pane materiale; l’imprescindibile dono del pane eucaristico; la nostra trasformazione in Cristo per un servizio di amore. Come il pane è il necessario alimento per la vita del nostro corpo, così non è possibile vivere da cristiani senza l’eucaristia. Diceva Madre Teresa di Calcutta: «Non potrei vivere senza l’eucaristia: è l’eucaristia che mi riempie di amore e mi dà la forza per servire i poveri e per chinarmi con amore sulle loro piaghe». E padre Pio usava questa immagine: «È più facile che il mondo viva senza il sole piuttosto che viva senza la messa». La messa è lʼincontro di Gesù risorto con i suoi. L’eucarestia è Gesù risorto presente in mezzo a noi; è Gesù che si dona e nutre la vita dell’uomo nella sua pienezza. Nell’eucaristia Cristo è realmente presente tra noi e si dona a noi. Il suo dono, il suo amore, la sua presenza diventa la nostra forza per andare avanti, per amare gli altri e per affrontare la vita di ogni giorno, perché, come abbiamo pregato con la colletta di questa settimana, «nulla possiamo senza il tuo aiuto».
Amare veramente il prossimo vuol dire dimenticarsi di sé per l’altrui bene, mettere il bene del fratello al di sopra di ogni interesse. Nutrirsi dell’eucaristia alla mensa del Signore, vuol dire lasciarsi trasformare, dalla sua grazia, in strumenti di questo amore, per essere presenza viva di Cristo, prolungamento della sua azione benefica e vivificante, e portare il vangelo nel tessuto sociale di ogni giorno“.

Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale “Umberto I”

Ogni giorno è un dono di amore di Dio

Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale “Umberto I” di Siracusa. L’iniziativa, denominata “Maria e gli Infermi”, è stata un’emozionante e bellissima esperienza missionaria su iniziativa della parrocchia San Luca evangelista e dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute diretto da don Raffaele Aprile. Le Lacrime di Maria vogliano essere uno sprono per uscire da noi stessi e rifugiarci nel cuore di Dio.

Dopo l’accoglienza del Reliquiario che custodisce le Lacrime della Madonnina, nella chiesa parrocchiale di San Luca, all’interno dell’ospedale da parte del cappellano fra Gabriele, processione d’ingresso con la presenza dei ministri straordinari, dei volontari dell’Avo, dell’Avulss, dei Gruppi prematuri e del personale sanitario. Dopo un momento di preghiera con il Reliquiario, l’adorazione eucaristica.
Nella parte centrale della mattinata visita ai reparti, con i malati che hanno potuto pregare davanti al Reliquiario. “Portare la presenza materna di Maria attraverso le Lacrime ha visto negli occhi dei pazienti tanta speranza. C’è stato chi ha versato delle lacrime, chi ha rivolto le sue intenzioni ai piedi della Madonna e chi, in silenzio, ha aperto il suo cuore” ha detto don Raffaele Aprile.

Più che parlare della malattia come incidente di percorso nel cammino dell’umana esistenza, bisogna parlare della bellezza della vita. La malattia fa parte della vita, è nella natura della creatura umana, è nel suo limite:  accettare la vita è saper accettare anche la malattia Questo non significa favorirla,  come non significa neppure ignorarla.
Dietro la malattia c’è il malato, c’è la persona umana che a causa della malattia  viene limitata nel suo agire, viene tormentata dal dolore fisico e spirituale. Amare la vita, servire la vita, prenderci cura della vita, andando incontro e servendo chi soffre è compito precipuo di ogni cristiano degno di questo nome. Quelle sofferenze subite da Cristo e causate da una umanità malata spiritualmente, sono state superate e vinte dalla resurrezione di Cristo. Con la resurrezione la vita ha vinto definitivamente sulla malattia e sulla morte. Farci prossimo, saper stare accanto, dedicare tempo ai malati è dare fiato alla vita, è caricare di speranza chi è aggredito dal male fisico e morale. Fare scoprire attraverso la malattia la presenza di Gesù nella nostra vita è portare gioia dove c’è tristezza, pace dove c’è desolazione e morte.  Aprire il cuore alla bellezza della vita è dare senso e valore al tempo, è sapere dire eccomi al volere di Dio, è dare linfa alla vita sia quando le cose vanno a gonfie vele, sia quando la malattia bussa alla porta delle nostre case e ci impedisce di vivere nella normalità. La felicità la viviamo apprezzando il dono della vita, la preziosità del tempo, la bellezza della comunione fraterna, il profumo delizioso dell’amore delle persone buone che il Signore mette sulla nostra strada. Ogni giorno – ha concluso don Raffaele – è un dono di amore di Dio e il mio grazie a Dio, il mio tempo dato a Dio non possono, non devono mancare“.

Domenica la Solennità del Corpus Domini

Celebrazione della Solennità del Corpo e Sangue del Signore domenica prossima, 19 giugno. Per la solennità del Corpus Domini l’unica santa messa del pomeriggio a Siracusa si terrà alle ore 18.30 alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime e sarà presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto. Al termine della celebrazione la processione eucaristica muoverà dal Santuario per raggiungere il piazzale del Pantheon dove si concluderà con la riflessione dell’Arcivescovo Lomanto e la benedizione eucaristica. Durante la processione la Comunità del nostro Seminario ci aiuterà a pregare, meditare e cantare insieme.
Come è tradizione ogni singola Comunità cittadina si organizza per un’unica celebrazione eucaristica pomeridiana, con la partecipazione di tutti i sacerdoti insieme ai gruppi, associazioni e movimenti presenti in loco e a manifestare pubblicamente la propria fede anche con la processione per le vie della città.

Il reliquiario all’ospedale Umberto I

Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale Umberto I. L’iniziativa, denominata Maria e gli Infermi, avrà luogo sabato 18 su iniziativa della  parrocchia San Luca evangelista e dell’Ufficio per la Pastorale della Salute.
Alle ore 9 è previsto l’arrivo e l’accoglienza del reliquiario che custodisce le lacrime della madonnina nella chiesa parrocchiale San Luca all’interno dell’ospedale siracusano. E’ prevista una processione d’ingresso con la presenza dei ministri straordinari, dei volontari dell’Avo, dell’Avuls, dei Gruppi preamaturi e del personale sanitario. Dopo un momento di preghiera con il reliquiario seguirà l’adorazione eucaristica.
Alle 12.30 sarà celebrata la santa messa.

La Sicilia, Papa Francesco: “Una terra di luci e ombre”

Protagonisti nella storia, accanto alla gente nel “pieno stile del pastore”, dunque con “vicinanza, compassione e tenerezza”, perché “il cambiamento d’epoca nel quale ci ritroviamo a vivere richiede scelte coraggiose, illuminate con il discernimento dello Spirito Santo”, e “la Sicilia non è fuori da questo cambiamento”. In questo contesto occorre comprendere le peculiarità della Sicilia, “per annunciare il Vangelo di Dio”. Un compito che “chiede a noi sacerdoti e vescovi il servizio pieno, totale ed esclusivo”. Papa Francesco rivolge questo invito ai quindici vescovi e circa trecento sacerdoti siciliani ricevuti oggi in Vaticano, nella Sala Clementina, in occasione della solennità della Madonna Odigitria, patrona dell’isola.

Il Papa sottolinea come in passato la Sicilia si sia trovata “al centro di percorsi storici che i popoli continentali disegnano”, e accogliendo “i passaggi di questi popoli, ora dominatori ora migranti”, nel tempo “li ha integrati nel suo tessuto, sviluppando una propria cultura”. Una cultura che Francesco ricorda di aver conosciuto anche attraverso un film, “Il Kaos”, dei fratelli Taviani, dove protagonisti sono quattro racconti di Pirandello. “Sono rimasto stupito da quella bellezza, da quella cultura, da quella insularità continentale”. Questo non vuol dire però negare le difficoltà esistenti.

Questo non significa che sia un’isola felice, perché la condizione di insularità incide profondamente sulla società siciliana, finendo per mettere in maggior risalto le contraddizioni che portiamo dentro di noi. Sicché si assiste in Sicilia a comportamenti e gesti improntati a grandi virtù come a crudeli efferatezze. Come pure, accanto a capolavori di straordinaria bellezza artistica si vedono scene di trascuratezza mortificanti. E ugualmente, a fronte di uomini e donne di grande cultura, molti bambini e ragazzi evadono la scuola rimanendo tagliati fuori da una vita umana dignitosa. La quotidianità siciliana assume forti tinte, come gli intensi colori del cielo e dei fiori, dei campi e del mare, che risplendono per la forza della luminosità solare. Non a caso tanto sangue è stato versato per la mano di violenti, ma anche per la resistenza umile ed eroica dei santi e dei giusti, servitori della Chiesa e dello Stato.

Francesco parla di una situazione sociale “in netta regressione da anni”, palesata ad esempio “dallo spopolamento dell’isola, dovuto sia al calo delle nascite, sia all’emigrazione massiccia dei giovani”. E nel chiedere ai sacerdoti e vescovi un “servizio pieno, totale ed esclusivo”, rivolge proprio ai più giovani il suo pensiero:

I giovani stentano a percepire nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali un aiuto alla loro ricerca del senso della vita; e non sempre vi scorgono la chiara presa di distanza da vecchi modi di agire, errati e perfino immorali, per imboccare decisamente la strada della giustizia e dell’onestà. Io mi sono addolorato quando ho dovuto avere nelle mani qualche pratica che è arrivata alle Congregazioni romane per qualche giudizio su sacerdoti e persone di Chiesa: ma come mai, come mai si è arrivati a questa strada di ingiustizia e disonestà?

Andrea De Angelis – Città del Vaticano
(VaticanNews)

 

Sono stati circa 300 i sacerdoti siciliani che hanno preso parte al pellegrinaggio dei presbiteri di Sicilia a Roma in occasione del XXX anniversario della Giornata Sacerdotale Regionale Mariana. Con loro venti vescovi e i giovani presbiteri siciliani che studiano presso le Pontificie università romane. Diversi i momenti di preghiera fino ad arrivare all’udienza privata con papa Francesco.

Nella prima mattina i presbiteri e i vescovi siciliani in pellegrinaggio a Roma hanno iniziato la loro giornata con la preghiera delle lodi mattutine. Ha presieduto la celebrazione mons. Michele Pennisi. Successivamente si sono recati nella Basilica di Santa Maria maggiore dove si sono affidati alla Salus Populi Romani attraverso la contemplazione dei misteri del Rosario arricchita dalla meditazione su documenti o discorsi del Santo Padre Francesco. Al centro della giornata la Concelebrazione eucaristica presieduta da S. E. Reverendissima Mons. Lazzaro You Heung sik, prefetto della Congregazione per il Clero.

Dopo il saluto liturgico del presidente dell’assemblea celebrante ha preso la parola mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti e delegato CESi per il Clero. “Ogni vicinanza – ha detto facendo riferimento al tema del pellegrinaggio che «Con Maria per una “Chiesa della vicinanza”» – si nutre di libertà e di semplicità perché non sono le cose grandi che aprono gli orizzonti, ma il modo grande di fare le cose di ogni giorno che aiuta a scorgere la presenza del Signore come buon compagno di cammino che incoraggia e indica la strada. Nella nostra Sicilia – ha proseguito il presule – sono tante le figure luminose di presbiteri che hanno seminato nei solchi della storia ottimi semi di bene manifestando la vicinanza del Signore ai fratelli e hanno confermato con la vita che l’ideale alto della chiamata al sacerdozio non si misura con il successo umano, ma con la bellezza di un mondo interiore abitato da Cristo“.

IN TRECENTO ATTORNO AL PAPA: I PRESBITERI DI SICILIA E I VESCOVI IN PELLEGRINAGGIO A ROMA Mons. You Heung nella sua omelia ha sottolineato l’importanza della Vergine Maria per i siciliani. Ha invitato inoltre i presenti ad essere “preti gioiosi”.

Nel pomeriggio vescovi e presbiteri della Sicilia si sono riuniti per un momento di riflessione e dialogo. Dopo il saluto e l’apertura dei lavori a cura del Segretario della Commissione Presbiterale siciliana, il quale ha proposto un breve excursus sulla giornata sacerdotale mariana, è stato lanciato il tema prendendo spunto da dalla riflessione di Papa Francesco in occasione dell’apertura del simposio sul sacerdozio. Il Santo Padre aveva affermato: “Il sacerdote sia vicino a Dio, al vescovo, ai presbiteri, al popolo“.

Sono stati quattro presbiteri della nostra isola a parlare di tali vicinanze, condividendo riflessioni, ma anche esperienze. Don Luca Saraceno, dell’Arcidiocesi di Siracusa, ha trattato la vicinanza a Dio: prendendo spunto dalle parole di Paolo, ha affermato che la vicinanza a Dio ha a che fare con il pensare di Dio. Inoltre ha sottolineato l’importanza che i sacramenti e la preghiera avvicinano i presbiteri a Dio. Successivamente è intervenuto don Gioacchino Capizzi, dell’Arcidiocesi di Monreale, che ha parlato dell’importanza del rapporto che intercorre tra presbiteri e vescovo e partendo dell’invito di Ignazio di Antiochia ha sottolineato che bisogna operare perfetta armonia con il volere del vescovo come le corde alla cetra. Don Calogero Cerami, della Diocesi di Cefalù, invece, ha condiviso una riflessione sulla vicinanza ai presbiteri, una vicinanza fondamentale che ha potuto argomentare citando anche l’esperienza preziosa del Centro regionale “Madre del Buon Pastore” per la formazione del clero, del quale don Cerami è direttore. La vicinanza ai presbiteri è “lievito di fraternità” che rende ciò che è statico dinamico. Infine don Enzo Smriglio, della Diocesi di Patti, ha parlato della vicinanza al popolo dicendo che quest’ultima si esplica nell’ascolto della storia e del vissuto dei fratelli e delle sorelle.

 

Discorso del Santo Padre Francesco ai Vescovi e ai Sacerdoti delle Chiese di Sicilia

 

Scommettiamo su una Chiesa capace di vivere la comunione autentica

Occorre scommettere su una Chiesa capace di vivere la comunione autentica, anche attraverso una valorizzazione degli organismi già esistenti. Occorre puntare sul primato della Parola, creando occasioni di ascolto autentico, che diano vigore e forza all’ordinarietà della vita laicale e sacerdotale. Bisogna, altresì, valorizzare la presenza dei laici, rendendoli protagonisti della vita ecclesiale, anche tramite i consigli pastorali parrocchiali, che sono organi utili di partecipazione.  Infine, occorre costruire una Chiesa capace di farsi compagna di strada, di guardare alla vita delle persone rispondendo al desiderio di bene che c’è in ognuno, e di tessere alleanze con la società civile, per la costruzione di una casa comune“. Sono le prospettive per il futuro del Cammino sinodale dell’Arcidiocesi di Siracusa, delineate dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ed emerse a conclusione della prima tappa del cammino sinodale iniziata il 5 novembre del 2021.
Ieri sera, per la veglia di Pentecoste al Santuario della Madonna delle Lacrime, il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Sebastiano Amenta, ha letto la meditazione dell’arcivescovo Lomanto, assente per motivi di salute. Parole che nascono anche dalla relazione presentata dai referenti diocesani, mons. Maurizio Aliotta, e Valeria Macca. 

“Ci siamo riuniti in preghiera qui al Santuario alla presenza della nostra Madonnina – come la comunità apostolica radunata nel cenacolo con Maria – per invocare il dono dello Spirito offerto da Gesù ai discepoli la sera di Pasqua e cinquanta giorni dopo nella Pentecoste. Come abbiamo ascoltato nel primo brano, tratto dagli Atti degli Apostoli, lo Spirito si manifesta come spirito di vita, di purificazione e di illuminazione, come principio di unità della molteplicità e universalità della Chiesa” sono le parole dell’Arcivescovo. “Il dono dello Spirito ci rende uno con Cristo, uno in lui con tutti, uno in qualche modo con tutta la creazione. Questa unità, ora, si manifesta nellʼamore: ognuno di noi diviene puro amore che si dona. Se noi di fatto non amiamo, è segno che non abbiamo ricevuto lo Spirito e non si è compiuta per noi la redenzione. Il dono dello Spirito crea lʼunità nellʼuomo – spirito e corpo – crea anche lʼunità dellʼuomo con gli altri, crea la Chiesa. E la Chiesa, prima di essere società è la communio sanctorum. La Chiesa è la comunione degli spiriti che vivono una sola fede, una sola carità. La Chiesa, che lo Spirito crea, nasce dallʼintimo prima di tradursi allʼesterno. La Chiesa come società è soltanto traduzione visibile di quello che lo Spirito Santo ha operato nellʼintimo: la comunione degli spiriti nellʼunità della fede e dellʼamore”.

Entrando nel merito del cammino sinodale, mons. Lomanto ha evidenziato: “Abbiamo condotto la prima tappa del cammino sinodale che è iniziata il 5 novembre 2021, qui al Santuario della Madonna delle Lacrime, e che oggi si conclude, per prepararci al secondo anno dellʼascolto. Il cammino svolto ha visto impegnate, a partire dal mese di dicembre dello scorso anno, diverse realtà parrocchiali, associazioni, movimenti ecclesiali, gli Uffici Pastorali diocesani, i presbiteri, le comunità religiose maschili e femminili, e parte del popolo di Dio.

Sono emersi alcuni elementi positivi.
Una delle tappe fondamentali di questa fase è stata la scoperta del metodo della cosiddetta «conversazione spirituale». Altro elemento è stato la volontà dei diversi Uffici Pastorali diocesani di collaborare con iniziative congiunte, per alimentare, in un vero spirito di comunione, la realtà concreta di popolo in cammino. Tutte le realtà coinvolte sono state incoraggiate a vivere i momenti ordinari della vita ecclesiale come particolari occasioni di ascolto.

Sono emersi anche alcuni limiti. Molte realtà ecclesiali sono rimaste indifferenti alla proposta, probabilmente per alcune difficoltà ritenute insormontabili. È stato molto difficile raggiungere le realtà estranee alla comunità ecclesiale, tranne ad esempio il mondo carcerario (attraverso l’opera dei cappellani e di qualche volontario). Ma, con la mediazione dei singoli è stato possibile, in parte, anche ascoltare chi si pone al di fuori del contesto strettamente ecclesiale.

Dal discernimento dei contributi raccolti possiamo individuare: Innanzitutto, una difficoltà di fondo, quella cioè di concepire realmente la Chiesa come popolo che cammina insieme, guidata dallo Spirito. Purtroppo, in molti casi, persiste un’idea di Chiesa gerarchica, dove il presbitero ha un ruolo preminente, dove manca del tutto l’idea del sacerdozio comune, del ruolo importante del laicato. Da questo punto di vista, la scelta dell’ascolto della Parola è stata un passo necessario per vivere in pienezza l’idea di popolo che cammina insieme, che sogna una Chiesa rinnovata.

La lettura delle sintesi diocesane, che ciascuna Chiesa locale sta valorizzando per verificare e ri-orientare le proprie scelte pastorali, ha suscitato la proposta di adottare come icona biblica, per questo secondo anno di ascolto, lʼincontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania. Lʼepisodio lucano può servire anche da griglia per leggere insieme i contenuti emersi e, forse, può aiutare a individuare le priorità su cui proseguire lʼascolto nel prossimo anno”.


In allegato la relazione dei referenti diocesani del Cammino sinodale


Veglia di Pentecoste nella sinodalità

Veglia di Pentecoste alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Sabato 4 giugno alle ore 21.00 i referenti diocesani del Cammino sinodale, mons. Maurizio Aliotta e Valeria Macca, consegneranno un documento frutto di numerosi incontri sul territorio e di “ascolto reciproco” che chiude la prima tappa del Cammino sinodale.
Incontreremo l’arcivescovo per la consegna della sintesi diocesana, frutto delle vostre sintesi particolari, e invocare lo Spirito Santo – spiegano i due referenti – perché possiamo proseguire nel discernimento che dovremo operare per una conversione che renda credibile la profezia che la Chiesa deve offrire al mondo“.