Dodici detenuti che si trovano rinchiusi nella casa circondariale di Brucoli (Augusta) hanno ricevuto il sacramento della cresima dall’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo.
I dodici, che hanno intrapreso un cammino con il cappellano del carcere, don Angelo, hanno partecipato alla celebrazione eucaristica insieme ai loro padrini.
Durante la messa, animata da un gruppo di frati cappuccini, si è svolto il rito della confermazione, con l’unzione sulla fronte con il sacro crisma. “Ricevete il sigillo dello Spirito Santo – ha ricordato l’arcivescovo – che ci unisce alla Chiesa e ci rende testimoni di Gesù nel mondo“.
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Il work lab del Progetto Policoro
Tre giorni per “costruire speranza nella realtà”. Tre giorni per accendere idee e realizzarle. Al centro Utopia ad Augusta, dal 10 al 12 luglio, avrà luogo il “Work lab” nell’ambito del Progetto Policoro, frutto dell’intesa tra Pastorale del lavoro, Pastorale giovanile e Caritas.
Da alcuni anni il Progetto Policoro realizza attività che possano favorire lo slancio di quei giovani che intendono investire sulle proprie risorse. Il tentativo di volere tradurre le indicazioni del Papa – “non uccidere la speranza”.
Il programma del Work-lab prevede:
giovedi 10 Luglio dalle ore 18.30 alle 20.30 “Accendere una luce” – Progetto Policoro a cura di Anna Lisa Martello (AdC diocesana)
Piano Giovani Sicilia – Garanzia Giovani a cura di Gianpaolo Miceli, Pippo Gianninoto (CNA Siracusa)
Fondazione “Val di Noto” a cura di P. Maurizio Aliotta (Vicario Generale diocesi).
Venerdi 11 luglio
ore 16.00-20.00 “Dai gambe alle tue idee” a cura di Ipact Hub
ore 20.00-22.00 “Rimanere per cambiare” (testimonianze, fraternità condivisa, condivisione)
Sabato 12 luglio
ore 9.00-12.00 “Conoscere per rimanere” con visita ad esperienze imprenditoriali
del territorio (fattoria didattica, Coop. Sociale, Impresa)
ore 13.00 pranzo
ore 15.00-19.00 “Esprimi tutto il tuo potenziale” a cura di Ipact Hub
Rassegna “Le povertà dell’anima”
Si conclude la quarta edizione della Rassegna cinematografica dell’Istituto di Scienze Religiose “San Metodio” sul tema “Le povertà dell’anima”.
Al Museo del Cinema in via Alagona 41 a Siracusa, saranno proiettati venerdì 27 giugno “Les Miserables” regia di T. Hooper, UK 2012; sabato 28 “Into Paradiso” regia di P. Randi, Italia 2010; domenica 29 “La grande bellezza” regia di P. Sorrentino, Italia-Francia 2013.
Le serate, che avranno inizio alle ore 20.30, saranno introdotte dalla prof.ssa Mariangela Maresca.
“Dobbiamo imparare a donare il pane”
“La Chiesa è chiamata oggi a rendere riconoscibile il Signore Gesù, il Crocifisso-Risorto, nello spezzare il pane per donarlo a quanti hanno fame del pane del lavoro, del pane della casa, del pane dell’accoglienza, del pane della fraternità e della pace”. Così mons. Salvatore Pappalardo, nella sua riflessione al piazzale del Pantheon al termine della processione eucaristica dal Santuario.
“La partecipazione alla celebrazione e a questa processione del SS.mo Sacramento per le vie della città manifesta la nostra identità di cristiani, cioè di credenti nel Signore Gesù e suoi discepoli – ha detto mons. Pappalardo –. Professiamo questa nostra adesione al Cristo non in termini di vaga religiosità, ma lasciandoci illuminare e guidare dalla Parola del Vangelo e partecipando a quel rito memoriale da Lui istituito e fedelmente custodito dalla tradizione della Chiesa: «Gesù prese del pane…, lo spezzò… fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24). Lo “spezzare il pane” di Gesù non è la semplice azione di chi si siede a tavola per il pasto. Questo gesto di Gesù è simbolico, rinvia a tutta la sua esistenza: il pane spezzato è la sua vita donata, dall’inizio sino alla fine sulla croce.
Sintomatico il racconto dei discepoli di Emmaus che riconoscono il Signore Risorto nel gesto di spezzare il pane (cfr. Lc 24,30-31). La celebrazione eucaristica identifica il volto della comunità cristiana. La celebrazione è essa stessa normativa della vita dei cristiani. L’autentica partecipazione all’Eucaristia comporta il rinnovato proposito di spendere la vita al servizio del prossimo. La comunione sacramentale con Cristo genera anche la comunione con i fratelli”.
L’arcivescovo ha sottolineato la necessità di vivere il Vangelo tutti i giorni: “Noi – ciascuno di noi – che ci riconosciamo discepoli di Cristo nello spezzare il pane, dobbiamo imparare, come ha fatto Lui, a fare della nostra vita un dono per gli altri: siano i fratelli poveri, malati, anziani che vivono nelle nostre famiglie, siano i volti sconosciuti dei tanti immigrati che incontriamo per le vie della nostra città: a tutti siamo debitori della carità di Cristo!
Una particolare attenzione in questo momento meritano proprio gli immigrati. L’arrivo di migliaia di uomini e donne, favorito dall’operazione Mare nostrum, interpella certamente la nostra società ai vari livelli, locale, regionale, nazionale, internazionale, ma interpella con urgenza anche la comunità cristiana.
Senza sottacere quanto con grande senso di responsabilità stanno facendo le Autorità istituzionali locali, coordinate dal Prefetto, al fine di assicurare l’accoglienza temporanea di questi migranti in strutture del nostro territorio; né, tanto meno, sottovalutando l’impegno veramente lodevole delle comunità parrocchiali più direttamente interessate a questo fenomeno (mi riferisco alla parrocchie della città di Augusta, nel cui porto avvengono gli sbarchi), dobbiamo riconoscere con onestà che, pur in presenza di tanta generosità da parte di singoli e di gruppi impegnati nell’accoglienza dei fratelli migranti, le nostre comunità non mostrano di essere, nel loro complesso, sufficientemente sensibili e preparate a relazionarsi con la realtà drammatica della immigrazione. Come cristiani siamo chiamati a considerare il fenomeno migratorio non solo come emergenza, ma piuttosto come occasione propizia per capire ciò che lo Spirito Santo chiede oggi alle nostre Chiese”.
Si celebra il Corpus Domini
Domenica 22 giugno, solennità del Corpus Domini, la Diocesi vivrà uno dei momenti più intensi di vita ecclesiale. Nel pomeriggio avrà luogo un’unica celebrazione eucaristica. Al termine della concelebrazione seguirà la processione. Nella città di Siracusa, la celebrazione, presieduta dall’Arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo, avrà luogo alle ore 19 presso la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. Al termine della celebrazione, la processione muoverà dal Santuario per giungere al piazzale del Pantheon dove si concluderà con la riflessione guidata dall’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo e la benedizione.
“Siamo chiamati a informare e a favorire la partecipazione dei fedeli – ha spiegato il direttore dell’Ufficio liturgico, don Massimo Di Natale – e ad incoraggiare le realtà operanti nelle nostre Comunità parrocchiali a rendere visibile la loro presenza anche attraverso stendardi, labari, insegne e gonfaloni”.
Abbiamo riso … per una cosa seria
Raccogliere fondi attraverso l’acquisto di confezioni di riso della qualità “Thaibonnet”, prodotto dal Commercio Equo e Solidale. Abbiamo riso… per una cosa seria è il titolo dell’evento che domenica 15 giugno, a partire dalle ore 18, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio ospiterà presso la sua sede di via della Conciliazione 6 a Siracusa. Un’iniziativa curata dal CoPE (Cooperazione Paesi Emergenti), ente senza scopo di lucro federato con la FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), che mira a sensibilizzare i paesi del Nord del mondo sull’accesso al cibo e sulla qualità della vita nei paesi del Sud del mondo.
I fondi verranno destinati al progetto Sisi ni kesho 2007 – Noi siamo il futuro, per sostenere la scuola materna e la primina nel villaggio di Msindo (Tanzania). La scuola, costruita nel 1983 dalla parrocchia locale, ha subìto varie chiusure: rimessa in funzione nel 2007 grazie alla ristrutturazione finanziata dal CoPE, è stata poi affidata nel 2013 al Comitato dei genitori. Oggi 90 bambini beneficiano delle attività scolastiche e delle opportunità ludico-formative all’aperto. L’obiettivo della raccolta è dunque di raggiungere la cifra di € 2.500, pari al costo annuo della mensa per questi bambini. Nel corso del 2012 e del 2013, i fondi raccolti sono stati destinati al Centro polifunzionale per i bambini di strada di Ambanja (Madagascar): qui i bambini hanno potuto godere di attività scolastiche e formative, oltre che di una mensa.
La data scelta del 15 giugno non è casuale, perché coincide con la festa liturgica di San Metodio patrono dell’Istituto. Anche per questo, all’evento presenzierà Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa e Modertaore dell’Istituto.
Per questa iniziativa si sono dunque mobilitate alcune realtà che a Siracusa sono da tempo impegnate tra l’altro nel volontariato, nella sensibilizzazione alle questioni della mondialità e nel commercio equo e solidale: il Gruppo Ad Gentes, la cooperativa Francisca Martin, L’Altro Mercato, l’équipe Nuovi Stili di Vita, la cooperativa L’Arcolaio e la Brucoli Swing Brothers Band.
Il Gruppo Ad Gentes, un gruppo di animazione missionaria nato nel 1984 a Siracusa presso l’Istituto delle suore Francescane Missionarie di Maria, per volere di sr. Francisca Martin e di un gruppo di giovani che avevano già vissuto esperienze di volontariato internazionale. Attraverso l’informazione, la formazione, il volontariato, il Gruppo opera in diocesi e nella provincia per sensibilizzare sulle problematiche dei paesi in via di sviluppo e sostanzialmente abbandonati sulla via della transazione democratica. Con la cooperativa Francisca Martin, dal 1992 gestisce a Siracusa (in Corso Timoleonte, 77) l’Altro Mercato, una Bottega di Commercio equo e solidale, dove è possibile acquistare prodotti che provengono da cooperative volte alla emancipazione delle popolazioni del Sud del Mondo.
L’équipe Nuovi Stili di Vita, che dal 2013 fa parte dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Siracusa, si cura di promuovere buone pratiche quotidiane, solidali e sobrie per far riscoprire i quattro rapporti essenziali: con le persone, le cose, il creato e la mondialità. Partecipa all’evento di domenica 15 giugno con un laboratorio pratico dal titolo “Semi ritrovati”: un percorso di riscoperta e conoscenza dei semi e dei cereali ormai dimenticati, preziosi per la salute e per l’ambiente, che provengono da altre parti del mondo, che nutrono altri popoli e che possono diventare sulle nostre tavole uno strumento di solidarietà e di giustizia sociale.
La cooperativa sociale L’Arcolaio opera all’interno della Casa Circondariale di Siracusa, dove occupa 15 detenuti in attività di produzioni dolciarie, di preparazione pasti e di catering. La cooperativa, oltre a dare il proprio contributo all’evoluzione del sistema penitenziario verso modelli riabilitativi più efficaci, è sempre più attiva sul territorio dove partecipa alle iniziative che hanno come fine lo sviluppo sostenibile e solidale, la coesione sociale e la cittadinanza attiva. La cena dell’evento di sabato 15 sarà quindi preparata dagli opertori della cooperativa utilizzando il “riso Thaibonnet” messo in vendita per la raccolta dei fondi.
La serata sarà allietata da una performance canora della Brucoli Swing Brothers Band. Formata da detenuti della Casa di Reclusione di Augusta, la Band testimonia la possibilità di realizzare percorsi educativi di eccellenza all’interno degli istituti di pena. Il gruppo è caratterizzato, oltre che da una notevole capacità artistica, da grande affiatamento e partecipazione emotiva. Valori che la Band riesce a trasmettere al pubblico, regalando intensi momenti di gioia ed emozione.
Questa iniziativa, che mostra la possibilità di una collaborazione fattiva e positiva tra vari attori nell’ambito della vita sociale, viene ospitata dal San Metodio nel quadro delle attività culturali del presente anno accademico dedicato al tema della povertà. Questa iniziativa prelude alle attività del prossimo anno accademico 2014/15 dell’Istituto, che sarà dedicato al tema della gioia: la vita cristiana è improntata sulla gioia donata da Gesù Risorto, che ogni cristiano ha però la responsabilità di condividere con i fratelli, portandola nel mondo soprattutto ai più poveri e bisognosi.
“Siracusa e Costante II” a San Focà
Festa di Sant’Antonio di Padova
Nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova in via Antonino Lo Surdo è tutto pronto per la festa e la processione di venerdì per le strade della Pizzuta. Nella parrocchia di mons. Ignazio Sbona, il primo di giugno è iniziata la tredicina, alla quale è seguito il triduo di preparazione in onore di Sant’Antonio da Padova. Venerdì, giorno della festa, il programma prevede, alle 9,30 la messa solenne con panegirico dettato da don Marco Rametta. Durante la funzione saranno perpetuati i tradizionali riti di benedizione dei bambini e di offerta dei gigli al santo. Nel pomeriggio, alle 18,30, è prevista l’uscita del simulacro di Sant’Antonio per la processione che attraverserà le strade del quartiere. Questo il percorso previsto: vie Lo Surdo, Ada Meli (con sosta all’istituto psicopedagogico Sant’Angela Merici), e ancora vie Randazzo, mons. Giuseppe Bonfiglioli, Butera, Niscemi, ancora Randazzo, largo Cutuli, vie Camastra e Favara (con sosta all’istituto Figli dell’Immacolata Concezione), poi vie Ravanusa, Fava, Failla, Braille e infine il rientro in parrocchia a via Lo Surdo previsto per le 20,30.
I dati diocesani dell’8 per mille
Il vicario generale dell’arcidiocesi, mons. Maurizio Aliotta, e il responsabile del Servizio per il sostegno economico alla Chiesa, prof Giuseppe Cugnohanno comunicato come sono stati spesi i soldi dell’8 per mille e come si ha intenzione di spenderli in futuro, anche in risposta a una generosa partecipazione che fa del nostro territorio uno dei più attivi verso la donazione alla chiesa cattolica. Sono di più, rispetto alla media nazionale, i contribuenti siracusani che scelgono di destinare l’8 per mille alla chiesa cattolica: su 182 mila 219 dichiarazioni dei redditi, il 93,7% di esse contiene la firma che destina il benefit previsto dalla legge in favore della chiesa cattolica. La media nazionale di contribuenti che operano la stessa scelta è dell’82,9%.
Nel 2012 la diocesi ha ricevuto dalla Cei circa 2 milioni 800 mila euro dai fondi dell’Otto per mille. Una metà è stata impegnata per il sostentamento di parroci e parrocchie. L’altra metà è andata ripartita, più o meno in forme uguali, tra le opere di culto e pastorali (739 mila euro) e le opere di carità (600 mila euro). A queste ultime bisogna aggiungere anche 700 mila euro giunte dalla Caritas nazionale, sempre dai fondi dell’Otto per mille. Grazie a questi fondi sono state realizzate importanti opere: 1 milione e 200 mila euro per la chiesa di San Metodio, in contrada Palazzo; altrettanti per Santa Chiara a Priolo e per l’oratorio di San Filippo Neri a Canicattini. Sempre grazie all’Otto per mille è in costruzione il complesso parrocchiale di San Giuseppe Innografo a Augusta (3 milioni 200 mila euro in totale).
Nell’emergenza sbarchi la diocesi interviene, con i fondi dell’8 per mille, per sopperire a carenze strutturali. “Portiamo – spiega mons. Aliotta – nei centri di prima accoglienza ciò che serve; come viveri e indumenti. Poi sosteniamo la parrocchia di Bosco Minniti, che è un punto di riferimento di accoglienza costante. E non bisogna dimenticare che l’emergenza ha incrementato il fabbisogno delle mense parrocchiali: da 40 persone al giorno siamo passati a 60-70”. Per i progetti che mons. Aliotta chiama “di sistema”, è già attiva la Fondazione Comunità Val di Noto. “Ha lo scopo – spiega – di sostenere una ventina di progetti pensati per produrre occupazione”. Con 650 mila euro dai fondi dell’Otto per mille, quindi, crescono iniziative come “Frutti degli Iblei”, un progetto di produzioni agricole: “Grazie a questi progetti – dice mons. Aliotta – siamo stati in grado di inserire nel lavoro alcuni ex senzatetto ospiti della casa di solidarietà Sara e Abramo, utilizzando le competenze di ciascuno di loro”.
Migrazioni forzate e accoglienza
Ripensare le migrazioni. L’invito arriva da Augusta (Siracusa) dove si è tenuto il convegno dell’Ufficio regionale per le Migrazioni e dell’Ufficio regionale per la carità della Cesi. Ripensare le migrazioni per la necessità di ripensare la strategia dell’accoglienza. Caritas e Fondazione Migrantes propongono di andare a prelevare i rifugiati direttamente nei luoghi limitrofi ai conflitti o garantire loro la possibilità di chiedere asilo politico presso le ambasciate senza bisogno di arrivare in Italia. Una realtà lontana, troppo lontana. Della quale veniamo a conoscenza dai racconti drammatici: “Ha solo sedici anni – spiega Simona Cascio di AccoglieRete – ma è segnata da torture e abusi. Una ragazza nigeriana si è ritrovata sola nel 2012, quando una bomba in chiesa ha ucciso entrambi i genitori. E’ durato alcuni anni il suo viaggio fino alla Libia e poi in Italia. Mesi terribili che non sarà facile farle dimenticare. E sono tantissimi i casi di torture con le scosse elettriche. La violenza, soprattutto sui più piccoli ed indifesi, sta aumentando perché manca un controllo. Un giovane eritreo è partito con tutta la famiglia, erano in cinque. E’ stato un lento sterminio. E’ arrivato in Sicilia da solo”.
La Sicilia vive un momento difficile. Fa autocritica l’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo: “Dobbiamo riconoscere che pur in presenza di tanta generosità da parte dei singoli e di gruppi impegnati , le nostre comunità non mostrano di essere, nel loro complesso sensibili a relazionarsi con la realtà drammatica della migrazione. Diffidenza e paure inconfessate, difficoltà di aprirsi a ciò che è nuovo, costituiscono un barriera difficile da superare. Occorrono passi perché le nostre Chiese non si ritrovino dalla parte opposta a quella nella quale si trova Dio”. Le criticità comuni alle diocesi di Agrigento, Palermo, Piana degli albanesi, Ragusa e Siracusa riguardano lo scarso preavviso, la mancanza di chiarezza relativa alla durata della permanenza degli ospiti nelle strutture di accoglienza, la pianificazione dei servizi, la lentezza burocratica nel rilascio dei documenti.
Nella due giorni siracusana sono stati forniti numeri, dati, raccontate testimonianze di chi vive quotidianamente l’accoglienza. Kabà, senegalese, ringrazia padre Angelo per l’abbraccio che lo ha fatto sentire in famiglia, a casa. Vive nella parrocchia Santa Lucia ad Augusta: la comunità si prende cura del vitto, alloggio e studio di tre ragazzi. C’è padre Carlo, da anni punto di riferimento di centinaia di migranti, e sempre ad Augusta padre Giuseppe. A Priolo, una comunità parrocchiale è pronta ad accogliere quattro ragazzi. Forme di affido. Quelle veramente tali sono una quindicina. Ma esistono i tutor, circa 60 per oltre 200 minori. Sono stati la risposta all’arrivo in massa dei minori non accompagnati. Coppie e famiglie che hanno sentito il bisogno di accogliere.