“Crediamo all’amore di Dio, perché la fede cambia davvero il modo di guardare alla vita e di giudicarne gli avvenimenti. Se accogliamo l’amore di Dio, tutto diventa segno, mezzo e strumento del suo amore”. E’ uno dei passaggi dell’omelia di mons. Francesco Lomanto per i primi vespri della solennità di Santa Lucia nella chiesa Cattedrale. Presente anche mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento, che domattina terrà il Pontificale.
“Santa Lucia, consacrandosi a Dio e progredendo nel cammino della fede, accolse l’amore di Dio per divenire amore, per entrare in un rapporto di carità vera col prossimo e per vivere l’unica grande ricchezza soltanto in Colui che ci ama” ha detto mons. Lomanto. “L’amore di Dio non è soltanto un esempio da imitare, ma un dono da accogliere. Questo ci insegna Santa Lucia. Soltanto se noi veramente sentiremo di essere amati da Dio, sapremo anche amare. Dio non ci ha amato di un qualunque amore, ci ha amati fino a donarsi Lui stesso infinito a ciascuno di noi e a dare il suo Figlio unigenito. La nostra vita cristiana altro non è che aprirci ad accogliere questo dono di amore; dono di amore che veramente non possiamo accogliere che in quanto noi stessi diveniamo amore. Se Dio ci dona l’amore noi diveniamo amore, perché nell’amore Egli abita in noi, e allora anche la nostra vita non è più che questo dono di noi stessi a Dio e ai fratelli. Il vivere davanti a Dio ci apre alla testimonianza come dono di noi stessi. Il perfetto cristiano è il martire (dal greco martyria: testimonianza), che segue più da vicino il Signore. La vita cristiana comporta per tutti un esercizio di pazienza e di amore: non si tratta per noi di offrire la vita nel martirio di sangue, ma di morire giorno per giorno a noi stessi, ai nostri egoismi, alla vanità del mondo, come ci impone la nostra adesione a Cristo (Lettera pastorale, 2022)”.
L’arcivescovo ha sottolineato che “l’amore del prossimo è la prova e la manifestazione dell’amore di Dio. L’amore del prossimo è la prova dell’amore di Dio, suppone l’amore di Dio e ne è la manifestazione. Non si ama il prossimo se non si ama prima Dio, altrimenti non si potrebbe realmente amarlo di quell’amore che ci salva, di quella carità soprannaturale che è la pienezza della legge secondo Paolo (cf. Rm 13,10). Di fatto è solo attraverso l’amore di Dio che l’uomo può entrare in un rapporto di carità vera col prossimo: carità non sociale ma intima, che realizza una vera unità (cf. DB, L’amore del prossimo, Firenze 1961)”. Infine l’arcivescovo ha invitato a riscoprire la vera ricchezza: “Tutta la vita cristiana consiste in questo: nel credere sempre meglio, nel credere sempre più che Egli ci ama. Proprio per questo tante volte l’amore divino spoglia l’uomo invece di arricchirlo: lo spoglia proprio perché sia nostra ricchezza Colui che ci ama e soltanto Colui che ci ama. Per chi crede, tutto è Amore! Questa è la notizia bella del Vangelo, che cambia la vita dell’uomo e del mondo. Questo è l’insegnamento di Santa Lucia che visse la vita come dono fino alla resa a Dio e all’esaltazione dell’amore crocifisso”.
Al termine il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha offerto un cero a nome della città, mentre alcuni sindaci della diocesi hanno offerto i doni del loro territorio.