Monthly Archives: Luglio 2023

I giovani della Diocesi alla GMG di Lisbona

Sono partiti oggi per prendere parte alla XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Lisbona, in Portogallo, dall’1 al 6 agosto. Inizialmente prevista per il 2022 e spostata a causa dell’emergenza coronavirus.
Sono 44 giovani, dai 16 ai 25 anni di età, guidati da don Daniele Lipari, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile dell’Arcidiocesi, e da padre Francesco Mangiafico. Un gruppo del quale fanno parte una ventina di giovani del cammino neocatecumenale e poi 16 scout della parrocchia della Madonna delle Lacrime di Solarino (Solarino 8), quattro della chiesa Madre di Solarino, tre della parrocchia Santa Maria della Consolazione di Belvedere e un seminarista. Saranno a Sintra, insieme ai partecipanti di altre diocesi siciliane. E giorno 31 in pellegrinaggio a Fatima.
Per me è la seconda esperienza – spiega don Daniele -. La prima era stata da seminarista a Madrid nel 2011. Quest’anno però la responsabilità è diversa, perché guido un gruppo di giovani. L’attesa dell’incontro, della gioia, della festa in un respiro di chiesa universale. Il momento forte della Gmg sono le catechesi: riflessione e crescita personale. Incontrarsi da tutto il mondo nelle parole dei vescovi. «Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1, 39) è la citazione biblica scelta da Papa Francesco con il motto della Giornata Mondiale. La fretta di voler vivere questa esperienza. Un incontro fondato sulla Parola che è condivisione nello stare insieme”. Fin dalla prima edizione, a Roma nel 1986, la Giornata Mondiale della Gioventù è stata un laboratorio di fede.
La partecipazione alla Giornata rappresenta solo l’epilogo di un cammino iniziato già da tempo, come spiega Annamaria della parrocchia San Paolo di Solarino: “Il nostro viaggio è iniziato già da giorni. Tanti sono stati i preparativi e le aspettative, così come tanti sono i sentimenti che in questi giorni si alternano, primo tra tutti la gratitudine per avere la possibilità di partecipare a questa esperienza unica. Non manca neanche la paura, ma questa è subito superata dall’entusiasmo al pensiero di scoprire nuovi luoghi dove poter accrescere e rafforzare la nostra fede e dove poter fare esperienza ecclesiale di Dio insieme a tanti altri giovani. Tutti diversi, ma tutti verso la stessa meta, tutti accumunati da una gioia che infrange distanze culturali e geografiche . Ci apprestiamo a vivere giorni di felicità travolgente, di quelle gioie che ti rimangono impresse nel cuore e che vengono dall’incontro con gli altri e con il Signore. Ci aspettiamo anche di sentire una forte sensazione di comunità, di fare esperienza di quel passo del Vangelo che dice “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sarò con loro, pregherò con loro, amerò con loro perché il mondo venga a Te, o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con Te”.
Gioia di stare insieme e non soltanto: “Dalla Gmg ci aspettiamo divertimento, nuove conoscenze, comunità e preghiera, ma anche tante emozioni, e una riscoperta di noi stessi e della fede” dicono Samuele e Martina. Momenti nel segno della condivisione: “Siamo molto emozionati per questa nuova esperienza. speriamo che in questo viaggio potremo confrontarci con giovani della nostra età di altre nazioni anche per ritrovarci a condividere la stessa fede” concludono Matteo e Andrea di Belvedere.

Perdono di Assisi al Santuario

La tradizione colloca nei giorni 1 e 2 di agosto il cosiddetto “Perdono di Assisi”: in tali giorni si potrà ottenere il dono dell’indulgenza plenaria, in tutte le chiese parrocchiali e francescane dal mezzogiorno del 1 agosto alla mezzanotte del 2 e tutti i giorni dell’anno visitando la Chiesa della Porziuncola di Assisi dove morì San Francesco. Il Santo di Assisi chiese ed ottenne l’indulgenza da papa Onorio III, il 2 agosto 1216, dopo aver avuto un’apparizione presso la chiesetta.
Anche nel Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa – in occasione del “Perdono di Assisi” e per tutto l’Anno Mariano – sarà possibile ottenere il dono dell’Indulgenza.

Messaggio dell'arcivescovo mons. Lomanto alla comunità diocesana

“Le lacrime di Maria accompagnano i nostri passi”

Durante i quattro giorni, in cui facciamo annualmente memoria dell’evento prodigioso della Lacrimazione, sentiamo la necessità di intensificare la nostra devozione a Maria, la cui presenza materna è sostegno per il mondo intero“. Lo scrive l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, in un messaggio inviato alla Comunità Diocesana per le celebrazioni del 70mo anniversario della Lacrimazione nel giorno del terzo anniversario della nomina ad Arcivescovo di Siracusa.
Maria ci è stata donata da Dio come sorella e come Madre: è sorella che condivide il nostro cammino ed è Madre che ci accompagna col dono del suo amore inesauribile, rivelato a Siracusa nel segno delle sue Sante Lacrime – scrive l’arcivescovo -. Le sue Lacrime di sorella accompagnano i nostri passi attraverso le vicende liete e travagliate della vita. Le sue lacrime di Madre sono un monito necessario che purifica il cuore e apre all’amore misericordioso e compassionevole di Dio Padre: «Quando Maria piange, le sue lacrime sono segno della compassione di Dio» (Papa Francesco, 23.04.2022).
Le Lacrime di Maria, ha detto con forza San Giovanni Paolo II, sono Lacrime di dolore per le coscienze indurite dall’odio e dalla violenza della guerra; sono Lacrime di preghiera che invocano da Dio aiuto e protezione; sono Lacrime di speranza che ci ricordano l’inviolabile dignità sacra di ogni persona in Dio.
Maria, che piange a Siracusa, condivide con ognuno il cammino terreno e anela a vedere i figli al sicuro nel cuore di Dio. Oh se solo ci fermassimo a pensare a questo dono straordinario e al privilegio che ci è stato accordato! Giunga a voi tutti, carissimi fratelli e sorelle, tutto l’amore di Dio attraverso le Lacrime della Madonna, insieme al mio affettuoso saluto e alla mia paterna benedizione”.


Esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia

Torna come tradizione l’esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia nel periodo estivo.
L’apertura della nicchia che custodisce il simulacro di Santa Lucia nella chiesa Cattedrale avrà luogo domani, domenica 9, dalle ore 7.30 sino al termine della messa delle ore 19.00. Una scelta della Deputazione della Cappella di Santa Lucia nel segno della tradizione: nei mesi estivi il simulacro di Santa Lucia viene esposto per consentire ai fedeli, soprattutto a coloro che ritornano a Siracusa, di rivolgere un saluto ed una preghiera alla patrona.
Le messe saranno celebrate alle 8.00, alle 11,30, alle 19.00 (con la chiusura, al termine della messa, del Simulacro)
La Deputazione ha deciso che le altre aperture straordinarie estive saranno il 13 agosto e il 10 settembre sempre con le stesse modalità.
L’apertura della nicchia sarà visibile in streaming sulla pagina Facebook della Deputazione. “Riscontriamo l’affetto da parte di tanti fedeli – ha detto il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, l’avv. Pucci Piccione -. Le celebrazioni eucaristiche sono sempre molto partecipate e tantissimi pellegrini entrano nella cappella anche solo per una preghiera alla martire siracusana”.

Scienza, cultura e dialogo al convegno biblico a Siracusa

Un convegno biblico è ricco di tanti aspetti. Tre parole chiave sono la sintesi: scienza, cultura e dialogo. Scienza, perché docenti accademici portano le ricerche compiute durante l’anno e condividono con gli altri il prodotto delle loro fatiche. Cultura, perché la Bibbia è il grande codice della cultura occidentale e ci dà delle chiavi di lettura per capire il mondo in cui ci muoviamo l’arte, la letteratura, direi la società. Che ci consentono di recuperare le radici della nostra storia soprattutto di una storia culturale europea. Infine il dialogo: forse c’è stata una stagione in cui la Bibbia era motivo di divisione. Adesso sicuramente nell’ambito universitario è motivo di unità e di dialogo“. Don Dionisio Candido, docente di Esegesi Biblica e Critica Testuale dell’Antico Testamento presso l’ISSR San Metodio e presso la Facoltà di Teologia cattolica dell’Università di Salisburgo (Austria) presenta l’Annual Conference della EABS, European Association of Biblical Studies, dal 10 al 13 luglio a Ortigia, centro storico di Siracusa.
Quest’anno  si registra un’affluenza straordinaria con 500 partecipanti per seguire le oltre 200 “unità di programma” previste. Docenti e ricercatori provenienti da tutta Europa, Israele, Stati Uniti e Brasile per condividere le novità scientifiche nell’ambito degli studi biblici e interdisciplinari. EABS, European Association of Biblical Studies, è una associazione internazionale non confessionale, che promuove studi di livello accademico sulla Bibbia e sulle tematiche affini. I suoi membri sono studiosi della Bibbia di tutto il mondo. A Siracusa, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio è l’ente ospitante.
Il dialogo a livello accademico – ha continuato don Nisi – è un dialogo molto franco e quindi riesce a rilevare le differenze, ma è un dialogo fraterno e questa sarà l’occasione per ascoltare esponenti di tutte le confessioni cristiane cattolici, protestanti, anglicani e ortodossi. Ma anche di dialogare con il mondo ebraico. Tutti ci ritroviamo intorno al libro per eccellenza e direi tutti siamo impegnati nella grande fatica dell’interpretazione del libro, che sia un’interpretazione che dà rilievo alle grandi tematiche a cominciare dalla pace e l’umanizzazione”.
La sessione di apertura, in plenaria, è prevista lunedì 10 alle ore 18.00 nella Chiesa Cattedrale.
Eabs è l’associazione più prestigiosa in Europa che raccoglie studiosi di testi biblici – spiega Danilo Verde, ricercatore di Ebraico biblico presso la Facoltà di Teologia cattolica di Lovanio (Belgio) -. Un’associazione non confessionale che non mira all’accrescimento della fede ma all’accrescimento della conoscenza dei testi biblici da un punto di vista linguistico, letterario e culturale in genere. Conta 1200 iscritti e ogni anno organizza un annual conference dove i membri condividono la loro ricerca. Siamo stati a Berlino Helsinki Tolosa e ora siamo approdati a Siracusa. Dove possiamo contare sulla bellezza di questo territorio e sulla professionalità dell’istituto San Metodio”.
L’Annual Conference di EABS coinvolgerà quattro edifici di rilievo storico e accademico per la città: la sede dell’ISSR, il Seminario Arcivescovile, il Teatro Comunale e l’Accademia dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico.
Abbiamo organizzato una sede universitaria dinamica e diffusa con quattro poli di riferimento: San Metodio, Seminario minore, Teatro comunale e Accademia del Dramma antico. In questi quattro poli si svolgerà la parte accademica, con le sessioni di ricerca – afferma la dott.ssa Mariangela Maresca, docente di Metodologia dello studio presso l’ISSR San Metodio di Siracusa -. E’ stato uno sforzo notevole. I momenti di fraternità coinvolgono le professionalità del territorio così questi studiosi provenienti da tutta Europa potranno vivere le bellezze di questa terra dal punto di vista naturalistico, archeologico, architettonico e delle tradizioni. Momenti per far “assaggiare” la bellezza e la bontà di Siracusa”.
Saranno affrontate varie tematiche ad esempio sull’antisemitismo e poi la sessione dedicata alla prof. Tova Forti, professoressa israeliana in occasione del suo pensionamento, e una sessione plenaria con la prof. Kristin De Troyer, professoressa dell’Università di Salisburgo critica testuale dell’antico testamento.
Tutti i momenti comuni (sessione inaugurale, sessione plenaria, sessioni celebrative, business meeting, incontro dei dottorandi, sessione conclusiva) vedranno un numero inaspettatamente alto di partecipanti. Saranno presenti anche editori da tutta Europa per presentare le ultime pubblicazioni in campo biblico.

I diaconi in comunione con le famiglie ferite

“Un servizio per l’edificazione della Chiesa, per l’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino alla piena conformazione a Cristo. Il Diacono, a nome della comunità, è chiamato ad accogliere le fatiche, i dolori, le aspirazioni delle periferie esistenziali perché diventino il centro della mensa comunitaria”. Così La giornata l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto nella sua omelia nella celebrazione eucaristica che ha dato il via a la XXI festa regionale dei diaconi insieme alle famiglie, organizzato dal Centro Madre del Buon Pastore, al Santuario della Madonna delle Lacrime.
Mons. Lomanto, nella sua omelia, si è soffermato sulla specificità del servizio del Diacono nella conformazione a Cristo servo per amore, nella vita della Chiesa e in rapporto al mondo. Il Diacono, a nome della comunità, è chiamato ad accogliere le fatiche, i dolori, le aspirazioni delle periferie esistenziali perché diventino il centro della mensa comunitaria, avendo sempre come riferimento la relazione personale con Dio.

Il tema scelto, “Il ministero del Diacono nella cura delle famiglie ferite”, è stato affidato a don Gianluca Belfiore, direttore dell’Osservatorio Giuridico dell’Arcidiocesi di Siracusa, docente incaricato di Diritto Canonico presso lo Studio  Teologico S. Paolo di Catania.

Al centro congressi del santuario i lavori sono stati introdotti dai saluti di Mons. Lomanto e di don Antonio Sapuppo, direttore del Centro Madre del Buon Pastore, il quale ha esposto le motivazioni che hanno indotto alla scelta di riflettere sull’approccio pastorale delle famiglie ferite, un argomento tanto attuale quanto complesso che si pone in continuità con il percorso di formazione tenuto durante l’anno per i diaconi. Don Belfiore ha sottolineato come i diaconi in particolare gli uxorati, partecipando ai due sacramenti del Matrimonio e dell’Ordine, possono avere una peculiare prossimità nel confrontarsi con le famiglie ferite accogliendole, nel discernimento volto a comprenderne i disagi, nel favorire processi di integrazione sempre diversi in ragione delle varie circostanze che si presentano. Essi possono collaborare alla pastorale matrimoniale unitaria a pieno titolo, in quanto vivono le due dimensioni dei sacramenti della missione ecclesiale.  Diversi sono stati gli interventi dei partecipanti, dando anche alcune indicazioni sul percorso formativo da tenere per il prossimo anno pastorale. Squisita è stata l’ospitalità dei diaconi dell’Arcidiocesi di Siracusa. Nel pomeriggio si è offerta la possibilità di visitare le catacombe di S. Giovanni e i Musei limitrofi.

La Festa regionale dei diaconi insieme alle famiglie chiude il percorso formativo offerto dal Centro Madre del Buon Pastore che per le Chiese di Sicilia cura la formazione permanente del clero. Per il suo direttore, don Antonio Sapuppo, “diventa sempre più necessario proporre degli itinerari di formazione che non curino solamente l’approfondimento di tematiche teologiche pastorali o etiche, ma soprattutto valorizzino le relazioni fra presbiteri e diaconi. Credo – aggiunge – che si debba sempre più puntare sulle problematiche emergenti, sia in ambito antropologico che sociale, tracciare solchi su cui piantare semi di stupore e curiosità in ambito culturale e pastorale dare strumenti e chiavi di lettura per rispondere alle domande di senso che la società odierna stenta a comprendere”. Spiegando le motivazioni della scelta del tema – “un argomento tanto attuale quanto complesso che si pone in continuità con il percorso di formazione tenuto durante l’anno per i diaconi” -, per don Sapuppo emerge l’urgenza “di riflettere sull’approccio pastorale alle famiglie ferite. Farlo nella serietà delle riflessione offerte, nella molteplice diversità degli interventi dei tanti partecipanti, nel confronto tanto caritatevole quanto schietto è necessario, come lo è anche farlo in un momento di festa di gioia:  incontrarsi e fare comunione, non solo all’interno delle diocesi ma all’interno dell’intera regione ecclesiastica Sicilia è un compito del Centro Madre del Buon Pastore ma soprattutto una esigenza palesata dai sacerdoti e dei diaconi nella nostra cara terra di Sicilia”.

 

(da chiesedisicilia.org)

Omelia dell’Arcivescovo mons. Francesco Lomanto nella celebrazione eucaristica con i Diaconi permanenti delle Chiese di Sicilia (FIR 2023)

Paolo Pandolfo dimesso dallo stato clericale

Il sacerdote Paolo Pandolfo, incardinato nell’Arcidiocesi di Siracusa, è stato dimesso dallo stato clericale. Lo ha comunicato il Vicario generale, mons. Sebastiano Amenta, che ha reso noto il decreto del 20 giugno scorso del Dicastero per il Clero della Santa Sede. 
“All’esito del procedimento canonico che ha interessato il rev. sac. Paolo Pandolfo, il Dicastero per il Clero, con Suprema e inappellabile decisione, ha dimesso lo stesso dallo stato clericale”. Il decreto è stato notificato all’interessato il 30 giugno scorso.

Il popolo santo di Dio, soggetto del percorso sinodale

“Sono molto lieto di trovarmi in mezzo a voi in questo momento del processo sinodale al quale il Papa ci ha chiamato per porre le basi di una Chiesa capace di comunione, partecipazione e missione”. Il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, saluta l’assemblea riunita al centro congressi del Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. Una visita a Siracusa prima per un incontro con il clero, poi per una visita alla Casa del Pianto, in Cattedrale e alla catacomba di San Giovanni, ed infine l’incontro con i fedeli.

“Il popolo santo di Dio, il soggetto del percorso sinodale” può essere il titolo di un incontro al termine del quale il cardinale ha risposto alle tante sollecitazioni. “Abbiamo bisogno di qualcuno che possa accendere il fuoco nei nostri cuori, in modo che ciascuno di noi battezzati saremo in grado di dar fuoco. Io prego lo Spirito Santo di accendere il nostro cuore, il cuore del santo popolo di Dio. Così potremo riscaldare tanti cuori degli uomini e delle donne”.
Il cardinale Grech ha sottolineato come “il Sinodo è stato sempre concepito come un procedimento che coinvolge solamente i vescovi. O più esattamente, un gruppo di vescovi”. Ed invece Papa Francesco “senza perdere la dimensione episcopale del Sinodo” ha deciso che il soggetto del percorso sinodale fosse il popolo di Dio nella sua interezza. Un Sinodo “al quale è convocata a diversi livelli tutta la Chiesa, con l’obiettivo di coinvolgere il più possibile tutti i battezzati. Così da ascoltare la loro voce e riconoscere in essa e attraverso essa la voce dello Spirito Santo”.
La sinodalità non come caratteristica accessoria, ma che fa parte della “dimensione costitutiva della Chiesa. La Chiesa è il santo popolo di Dio. Nell’attuale processo sinodale il popolo di Dio si trova ad essere soggetto. Sulla partecipazione di tutti ad un’unica missione ecclesiale”.
Ed allora la prima tappa è quella dell’ascolto, caratterizzata dalla capillarità per intercettare un alto numero di fedeli, “provando a giungere a coloro che normalmente non gravitano attorno ai nostri ambienti. Prestando particolare attenzione agli emarginati e agli esclusi. Ci siamo riusciti? Qualcosa abbiamo fatto ma non abbastanza. Dobbiamo imparare ad ascoltare tutti: noi dobbiamo avere più coraggio e più fiducia”.
Il segretario del Sinodo ha rivolto delle domande precise: “Chi è il popolo di Dio? Tutti i battezzati? Ed i battezzati che non vanno più in Chiesa a quale titolo dobbiamo ascoltarli? Certo che dobbiamo ascoltarli. Non possiamo partire dal presupposto che quelli che non vengono in Chiesa non possono essere voci dello Spirito Santo”.

Nei giorni scorsi si è chiusa la prima fase del Sinodo e si è aperta la seconda, articolata nelle due sessioni in cui si svolgerà la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2023 e ottobre 2024).
“Nonostante le limitazioni e la difficoltà oggettiva di molte comunità c’è stata una mobilitazione generale. Un resoconto che ci consegna gioie, attese, inquietudini e le sofferenze delle tantissime Chiese locali sparse nel mondo. Questa sintesi, in altre parole, ci ha permesso di udire la voce della Chiesa”. Si guarda alla Chiesa a partire dai suoi membri. “La comune appartenenza a questo popolo, e dunque l’uguale dignità di tutti i battezzati, diventa il punto di arrivo di una ecclesiologia rinnovata, fondata sulla molteplicità dei ministeri e dei carismi. Papa Francesco ci dice che l’immagine della Chiesa è quella del santo popolo fedele di Dio. Per il Papa semplicemente essere Chiesa significa essere popolo di Dio”.
In Evangelii Gaudium Papa Francesco commenta come “in tutti i battezzati, dal primo all’ultimo, opera la forza dello Spirito che spinge ad evangelizzare il popolo di Dio. Lo Spirito guida nella verità. Ogni battezzato, in forza della missione dello Spirito Santo, è un soggetto attivo di evangelizzazione. La Chiesa dell’ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Ascoltare il popolo di Dio, significa ascoltare lo Spirito Santo. Il popolo di Dio ha sperimentato la gioia di camminare insieme e il desiderio di continuare a farlo. Siamo una chiesa incompleta. Abbiamo bisogno di un continuo discernimento. La speranza è che attraverso un processo di cambiamento sia possibile promuovere senza fretta, ma anche senza indolenza, la maturazione di una coscienza ecclesiale. Nel Sinodo la Chiesa si impegnerà a conoscere meglio la verità. La verità si trova prima di tutto nella persona di Gesù Cristo, nella Parola del Padre, nel Magistero, ma anche nel santo popolo di Dio. Il sensus fidei: porsi in ascolto di Dio è realmente porsi in ascolto di ciò che lo Spirito dice”.