Famiglie in cammino: il volto nuovo della Chiesa

Il 27 dicembre 2020, durante l’Angelus della festa della Sacra Famiglia, al quinto anno dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia, il papa ha annunciato l’anno “Famiglia Amoris Laetitia”, con inizio il 19 marzo 2021 per terminare con il X Incontro Mondiale delle Famiglie, celebrato nel giugno di quest’anno. Viene da chiedersi perché mai il papa abbia voluto indire un intero anno per riflettere sul Documento dedicato alle famiglie e sulla sua applicazione.
Diversi osservatori sostengono che Amoris Laetitia (ricordiamo, frutto di un processo sinodale composto da due sinodi, uno straordinario e uno ordinario) rappresenta per alcuni versi una importante novità per la Chiesa: l’attenzione è rivolta non solo alla famiglia istituzione, intesa come ultimo anello della società (“cellula della società”) ma, andando oltre, a ogni singola persona che la compone, nella sua interezza e nel suo vissuto, in relazione alla famiglia stessa e al contesto sociale in cui vive. Pertanto, fermo restando che il sacramento del matrimonio è il fondamento della vita degli sposi cristiani, la Santa Madre Chiesa volge lo sguardo, con particolare attenzione, a quelle coppie di credenti provenienti da laceranti separazioni di precedenti unioni che, nella ritrovata serenità e nell’amore vicendevole, insieme, desiderano vivere una vita di fede stabile, accogliendole, come tutti i battezzati, dopo un tempo di discernimento, nella vita comunitaria, con la possibilità di accedere alla comunione eucaristica:

I Padri sinodali hanno affermato che, nonostante la Chiesa ritenga che ogni rottura del vincolo matrimoniale «è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli». Illuminata dallo sguardo di Cristo, «la Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo incompiuto, riconoscendo che la grazia di Dio opera anche nelle loro vite dando loro il coraggio per compiere il bene, per prendersi cura con amore l’uno dell’altro ed essere a servizio della comunità nella quale vivono e lavorano». (AL 296 – precedentemente anche Familiaris consortio al n. 84 si era espressa in tal senso ma con una scarsa applicazione nella prassi …)

Questo ci porta ad assumere un atteggiamento di prossimità, docilità e umiltà, senza il pregiudizio, per ascoltare la voce dello Spirito Santo al fine di comprendere qual è la volontà di Dio per le varie specifiche situazioni della vita di ognuno, seguendo un itinerario che A.L. sintetizza nei tre verbi accompagnare, discernere e integrare. È chiaro che non è facile! Per fare ciò è necessario avviare processi relazionali di accoglienza e “ad inclusione”, vissuti alla luce della fede e sostenuti dalla grazia, che coinvolgono la comunità: famiglie, presbiteri e laici tutti.
In questi anni la nostra diocesi è stata impegnata all’approfondimento di A.L., con sussidi, incontri e proposte varie. Tra le iniziative ricordiamo l’inaugurazione del Tribunale Ecclesiastico Diocesano e il percorso specifico per coppie in situazioni di fragilità. Anche a livello regionale, A.L. ha avuto una ricaduta consistente. Ricordiamo, per es., la nascita del “Laboratorio di studio in pastorale familiare e ricerca di pratiche virtuose”, frutto di un processo di discernimento durato quasi due anni, che ha anticipato il bisogno di sinodalità espresso successivamente da Papa Francesco. Strutturato in tre aree: propedeutica al matrimonio, vita nel matrimonio, situazioni particolari, a loro volta suddivise in 14 ambiti specifici della PF. Il X Incontro Mondiale delle Famiglie è stato organizzato in forma Multicentrica e diffusa, a causa della pandemia: i rappresentanti delle varie realtà si sono ritrovati a Roma e tutte le altre famiglie nelle varie diocesi, in modo che tutti potessero partecipare. Il Pellegrinaggio delle Famiglie della Metropolia di Siracusa, dello scorso 9 ottobre, proposto e organizzato dagli Uffici per la Pastorale Familiare delle diocesi di Siracusa, Noto e Ragusa, si inserisce in questo contesto.

Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!” (AL 325) E’ il tema che è stato scelto per la giornata del pellegrinaggio, parole che Papa Francesco rivolge alle famiglie nell’ultimo paragrafo di Amoris Laetitia, per significare che intorno alla Pastorale Familiare c’è un percorso che parte da lontano, che è in atto e che continua ad andare avanti. È un incoraggiamento. Lungo la strada la famiglia non è mai stata sola! La Chiesa, come il Buon Samaritano, se ne prende cura, la sostiene, la “difende” dalle insidie della disgregazione, dello svilimento dell’Amore sponsale, oblativo e generativo, tenendone alta la dignità umana, sociale e sacramentale. Questo è il tema che è stato scelto per rispondere alla domanda che Papa Francesco ha posto a tutte le famiglie del mondo: Il Signore, quale passo in più chiede oggi alle famiglie? (X IMF2022).
Camminare per fare piccoli passi: verso l’accoglienza, verso la fratellanza, verso il perdono …

Nei passi delle famiglie in pellegrinaggio a Siracusa vi erano simbolicamente rappresentati i passi di tante famiglie paralizzate da sofferenze e impedimenti di ogni genere. Tante famiglie! Come da tempo non si vedevano.
Tante famiglie sotto lo sguardo materno della Vergine! Provenienti dalle tre diocesi: Siracusa, Ragusa e Noto. Un modello sinodale straordinario: papà, mamme, bambini, nonni, famiglie in cammino, guidate e sostenute dai nostri vescovi, Pastori solerti e attenti a sostenere con amore paterno le famiglie loro affidate: padre Francesco Lomanto, padre Giuseppe La Placa e, anche se da lontano perché impossibilitato ad essere presente, padre Antonio Staglianó. Famiglie che colorano e ringiovaniscono la Chiesa, che esprimono il volto della Chiesa. Così come abbiamo ascoltato dalle testimonianze di Delizia e Nicandro, di Vittoria, diocesi di Ragusa, sposi da 13 anni, con 2 figli, che ci hanno parlato della santità del quotidiano; di Carmelo e Isabella, di Siracusa, sposati da 21 anni, con sette figli accolti come dono, che ci hanno raccontato della loro esperienza concreta sulla “trasmissione della vita e l’educazione dei figli”; di Sebastiano e Rosanna, di Pachino, diocesi di Noto, sposati da circa 18 anni, con tre figli, che ci hanno parlato della fedeltà al dono della vita: quando la disabilità irrompe nella famiglia genera una sfida, e sconvolge gli equilibri, i desideri, le aspettative … ma lo sguardo di fede riconosce e garantisce la qualità di ogni vita, con i suoi bisogni e le sue opportunità. Nella mattinata, presso la Casa del Pianto, in via degli Orti, una breve liturgia introduttiva, presieduta da mons. Francesco Lomanto, dava inizio al pellegrinaggio, arricchito da canti, preghiere e meditazioni preparate da don Enzo Candido e i missionari della Madonna delle Lacrime, fino a raggiungere la Basilica Santuario, dove abbiamo ascoltato le testimonianze e il messaggio di mons Giuseppe La Placa, sulla Famiglia via di santità, che ci esortava, tra le altre cose, a riprendere la buona pratica della recita quotidiana del Santo Rosario.
Una giornata il cui “cammino” ha trovato il suo approdo nella celebrazione eucaristica, presieduta da mons Francesco Lomanto. Nella sua omelia, riprendendo le parole del papa, ci esortava a fare quel passo in più che ogni uomo chiamato alla santità è sempre propenso a fare. Così come – riferendosi alla liturgia della Parola del giorno – i tanti che nella storia della salvezza hanno fatto, superando i vari ostacoli che la vita pone innanzi, per raggiungere la guarigione fisica e spirituale, il Signore. Anche noi, come loro, siamo chiamati a fare questo passo in più verso la santità. Nel pomeriggio tutte le famiglie si sono ritrovate a condividere il tanto apprezzato momento culturale e di fede, visitando la basilica di Santa Lucia al Sepolcro, avendo come guida il parroco, fra Daniele Cugnata. Il cammino sinodale in atto è quel passo in più che la Chiesa vuole fare in questo tempo storico. Lasciamoci spingere, senza indugio, verso l’alt(r)o, dalla forza dello Spirito Santo, per andare oltre, per intraprendere la strada che porta a Cristo, Via Verità e Vita.

Salvatore Cannizzaro